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Vi sia lieve la terra

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Egizio Faraone

Egizio Faraone (1936-2008) archeologo e storico della speleologia A fine giugno 2008 è venuto a mancare Egizio Faraone. Nato a Trieste nel 1936 si è avvicinato al mondo delle grotte nel 1964 entrando nella Commissione Grotte “E. Boegan” e operandovi nella Sezione scavi e studi preistorici “Raffaello Battaglia”. Nei primi anni la sua attività era equamente divisa fra ricerche archeologiche e collaborazione con la componente esplorativa della Boegan. Con il primo gruppo è stato presente in tutte le indagini nelle grotte del Carso fra cui la Grotta dei Ciclami, la Grotta Sottomonte, l’Aleksander Hohle, la Grotta presso Nivize. I maggiori risultati ottenuti in questo settore sono stati la scoperta del Mitreo presso Duino, unico tempio in Italia del dio Mithra in grotta naturale, e la localizzazione ed il successivo rilevamento di una rete stradale preromana e romana fra Medeazza e le risorgive del Timavo. Nello stesso settore ha contribuito alla diffusione dei risultati ottenuti, attraverso monografie e studi. Con gli esploratori ha partecipato a varie campagne di scavi sul Carso – Dolina dei Sette Nani, Grotta Meravigliosa di Lazzaro Jerko, Grotta del Gufo, Grotta Doria 3875 – e quale appoggio alle esplorazioni nelle più importanti zone carsiche del Friuli (Canin, Bernadia, Pradis). Dall’inizio degli anni ‘70 si è interessato all’etnologia ed al folklore delle grotte e dei territori carsici, divenendo ben presto uno dei maggiori esperti del settore. In quegli anni si è adoperato per la costituzione nell’ambito della SSI del Gruppo di lavoro sul folklore delle grotte, struttura che non ha avuto lo sviluppo da lui sperato, sia per la presenza non incisiva del suo responsabile, sia per una mancata risposta del mondo speleologico. Ma forse i tempi non erano maturi. In ogni caso Faraone diede un notevole contributo alla conoscenza del folklore delle grotte del Friuli e della Venezia Giulia pubblicando diversi contributi. Nei due ultimi decenni si è interessato alla storiografia speleologica: minuziose ricerche d’archivio gli hanno permesso di pubblicare una ventina di elaborati sulla storia delle ricerche speleologiche nella Venezia Giulia, con particolare riferimento all’annoso problema dell’approvvigionamento idrico della città di Trieste. Presente a molti congressi nazionali e internazionali, per poter meglio svolgere le sue ricerche ha affrontato non più giovanissimo lo studio del tedesco, dello sloveno e del francese, lingue che andavano ad aggiungersi al greco, al latino e all’inglese studiati al liceo e ad un po’ di arabo insegnatogli da uno dei nonni. Un cultura enciclopedica che aveva messo al servizio della speleologia, e che ora ci mancherà. Pino Guidi

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