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Notizie estere

Spagna Arañonera 2005 Il “Campament internacional Arañonera 2005” - un campo esplorativo cui hanno partecipato circa 50 speleologi di 6 nazioni, fra cui anche 3 italiani (Francesco Sauro del Gruppo di Padova, Jeremy Palumbo del GS Bolognese e Sandro Dalle Pezze del GG Falchi di Verona) si è svolto in agosto sui Pireni spagnoli. L’obiettivo era l’esplorazione sistematica delle parti più alte del sistema “Arañonera”, non lontano dal famoso parco nazionale di Ordesa. Si tratta di un complesso di circa 45 chilometri per 1360 m di dislivello, famoso per essere la seconda traversata integrale più lunga e profonda del mondo, la prima ad essere

totalmente percorribile senza attrezzature speleosubacque.Tutta l’organizzazione logistica e la preparazione del campo è stata curata dall’Espeleo Club de Gracia, gruppo di Barcellona che da decenni si dedica allo studio di questo sistema. Terminate le operazioni di trasporto dei materiali con l’elicottero nell’accampamento di “Soaso”, sotto il Tendeñera (2850 m slm), la cima più alta della zona, le esplorazioni si sono concentrate su tre degli ingressi principali del sistema: S1, A31, e il Foratòn di Tendeñera, uno dei più alti d’Europa, a circa 2700 metri di quota. Molte le nuove esplorazioni e moltissimo lavoro di rilievo in zone già esplorate. La squadra italiana, seguita poi da una discesa spagnola, ha riaperto la via

del “Rio Fantasma”, superando una difficile strettoia a – 480, precedentemente giudicata impraticabile. Oltre questo selettivo passaggio sono stati esplorati circa 200 metri di gallerie percorse da un bel torrente e forte corrente d’aria. Dopo alcuni pozzi l’esplorazione si è fermata per mancanza di tempo a circa –550 ma, data l’aria, sono buone le prospettive di raggiungere attraverso questa via il collettore principale del sistema, ancora sconosciuto in queste zone alte della grotta. Gli speleologi ungheresi, insieme con altri spagnoli, hanno conseguito il risultato più importante del campo: sempre alla ricerca del collettore a monte, è stato seguito il torrente della grotta del Foratòn, il “Rio Primigeni”. Dopo una prima

punta giunta circa a –700, attraverso facili gallerie e pozzi molto ampi, sono scesi tutto di un colpo fino a –1070 e si sono fermati per mancanza di corde sopra un nuovo salto di circa 20 metri. Si aggiunge così un nuovo fondo indipendente oltre i 1000 metri di profondità, più a monte di tutto il sistema, e ormai il collettore dovrebbe essere molto vicino. Numerose anche le altre attività: gli inglesi hanno riattrezzato con corde nuove l’A31, ingresso strategico che raggiunge la “Galleria Principale” proprio nel cuore del sistema. Gli italiani hanno esplorato una nuova cavità, solitamente occlusa dalla neve, l’A38. Dopo un splendida galleria freatica con scallops di grandi dimensioni, le esplorazioni si sono fermate a circa –80 su una zona stretta e franosa. Per concludere in bellezza, speleologi belgi, italiani e spagnoli hanno compiuto la traversata Ingresso del Turbon - Risorgenza di Santa Elena, che non è quella integrale (peraltro finora mai compiuta), ma la traversata classica del sistema: 600 metri di discesa in corda doppia lungo pozzi e gallerie percorsi da un vento a dir poco sferzante, fino al fiume principale dove sono necessarie le mute per attraversare alcuni chilometri di galleria spesso invasa da grandi laghi o ostruita da enormi conoidi di detrito. L’uscita dalla Cueva di Santa Elena, a pochi metri dalla risorgenza, percorrendo gallerie splendidamente concrezionate e strettoie battute da una corrente d’aria impressionante, completa degnamente la traversata. Si è trattato di una splendida esperienza che, proprio per la sua caratteristica “internazionale”, ha permesso il confronto di tecniche e di esperienze diverse, in una piacevole e terribile confusione di lingue, soprattutto alla sera nella tenda mensa.

Francesco Sauro

Turchia Ancora insieme sui Monti Tauri La seconda spedizione speleologica Turco – Bulgara organizzata dallo speleo-club Bumak di Istanbul si è svolta dal 19 luglio al 4 agosto 2005 ed è stata la logica continuazione dell’esplorazione avviata nel 2004 dell’abisso più profondo della Turchia e dell’intero continente asiatico: l’EGMA (-1429 m). La squadra bulgara guidata da Teodor Kisimov era composta da 5 speleologici appartenenti a diversi gruppi della Federazione Bulgara; tutti del Bumak gli 11 elementi del team turco, capeggiato da Senjer Dzholtu. I due gruppi si sono incontrati a Istanbul il 19 luglio, dove si sono approvvigionati del cibo e del materiale necessario alla spedizione. In autobus hanno poi raggiunto la città di Gazi Pasa, un centro amministrativo nell’omonima provincia ed il 20 luglio hanno istallato il campo base nel sud – ovest del plateau Tashelli; la notte stessa sono entrati nella grotta Sadjak. La spedizione ha lavorato per 9 giorni, anche in esplorazioni e ricognizioni esterne su un’ampia porzione del plateau carsico, percorso sia a piedi che in automobile. Sono stati individuati più di 20 siti ed esplorate e topografate 11 grotte, per uno sviluppo complessivo di più di 4 chilometri. Ecco in dettaglio i risultati ipogei: Grotta Sadjak: esplorati 2.125 m per una profondità di 179 m. La grotta ha un ingresso enorme a forma di un triangolo di roccia alto 30 m, alla fine di una valle lunga molti chilometri.All’interno ci sono passaggi orizzontali e sub – orizzontali, con molti laghi ed una parte ad andamento verticale di circa 50 metri di lunghezza. Grotta Kosurelik (Majar): esplorati 519 m, per una profondità di 215 m. All’entrata dell’abisso scorre un fiume largo 4 m. Ci sono 3 pozzi, gli ultimi due collegati da un meandro. Seguono molte verticali. La grotta è stata scoperta prima dell’ultimo giorno di spedizione ed è molto distante dal campo base. Per mancanza di tempo e materiale, gli esploratori non hanno potuto raggiungere il fondo dell’abisso e le ricerche si sono fermate su un pozzo stimato 25 - 30 metri. Grotta Jaradzik (330 metri, –40); Grotta Tozlyuurt (162 metri, –59); Grotta Sukurudlu 1 (293 m –67, ma si stima che il dislivello complessivo sia attorno ai – 300 metri); Grotta Sukurudlu 2 (circa 30 metri, –20); Grotta Sukurudlu 3 (339 metri, -170 m); Grotta Kara delik (93 m, +7); Grotta Ekinchal (circa 300 metri; si può entrare nella grotta passando una zona semi - sifonante all’inizio della galleria d’ingresso, cui segue un passaggio lungo 30 m con acqua bassa); Grotta Snega (65 metri di gallerie, -65 m); Grotta Goat’s (41 metri). Il resoconto delle grotte completamente esplorate dagli speleologi del Bumak è in corso di compilazione. Le grotte Sadjak, Madjar, Sukuruslu 2 e 3,Tozlyuurt, Jaradzik, Kara delik, Snega, Goat’s sono state esplorate con l’aiuto del software OnStantion. Le coordinate di tutti i siti esplorati sono state prese con GPS e le grotte posizionate su una carta 1:25.000.Al ritorno ad Istanbul i componenti la spedizione hanno incontrato A. Klimchuk e Y. Kasian, responsabili della spedizione ucraina “Aladagar 2005”. In quell’occasione si sono scambiate informazioni sui risultati delle due spedizioni e affrontate problematiche in relazione alla futura spedizione ucraino - bulgara nell’abisso più profondo del mondo, la Krubera. Nel 2006 gli speleologi turchi e bulgari hanno comunque intenzione di proseguire assieme le loro esplorazioni nei Monti Tauri.

Alexey Zhalov alex@speleo-bg.com