7th Special Forces Group

• Titolo: 7th Special Forces Group (Airborne) • Sommario: uniforme, equipaggiamento e armamento individuale di un operatore dei Berretti Verdi americani impegnato in Iraq nella prima battaglia di Falluja • Tratto da: Soft Air Dynamics n. 71 (giugno/luglio 2015)

militaria Testo e materiali di Salvo “Vega” Cassibba Foto di Salvatore La Vigna Reenact model Fabrizio “Murphy” Mugnas

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Uniforme, equipaggiamento e armamento individuale di un operatore dei Berretti Verdi americani impegnato in Iraq nella prima battaglia di Falluja Lo spirito del 7th Special Forces Group (Airborne) è racchiuso nel motto dell’unità: “Lo que sea, cuando mare, donde mare”, che significa, in lingua spagnola, “qualsiasi cosa, in qualunque momento, ovunque”, a indicare che l’unità è in grado di agire nelle più disparate condizioni e situazioni operative.

Non per niente, l’Aor (area of responsibility) del 7th Sfg (A) è una delle più vaste tra quelle assegnate alle Special Forces: essa comprende, principlamente i territori dell’America Latina a sud del Messico, le acque adiacenti l’America Centrale e Meridionale, il Mar dei Caraibi e i suoi tredici stati insulari, il Golfo del Messico e una parte dell’Oceano Atlantico. Vi sono incluse, quindi, ben trentadue nazioni (di cui diciannove in Centro e Sud America e tredici nei Caraibi), estendendosi per 15,6 milioni di miglia quadrate.

Va da sé che il 7th Sfg (A), nel corso della sua storia, è stato dispiegato in tutte le parti del mondo, rivestendo un ruolo di primaria importanza nelle strategie militare americane.

Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, il ruolo del 7th Sfg (A) è divenuto fondamentale per la lotta globale al terrorismo di matrice islamica.

I compiti dell’unità si possono riassumere in questi cinque punti: • servizi di sicurezza all’estero • guerra non convenzionale • ricognizioni speciali ad alto rischio

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• azioni dirette contro il nemico • antiterrorismo Agli inizi del 2002, il 7th Sfg (A) è stato dispiegato in Afghanistan nell’ambito dell’operazione “Enduring Freedom”, successivamente ha svolto compiti di primaria importanza in Iraq nel quadro di “Iraqi Freedom”.

Falluja, 2004 Dopo l’invasione dell’Iraq e la successiva cattura di Saddam Hussein (2003), in attesa che l’ex dittatore venga processato da un tribunale iracheno, Falluja diviene il centro d’importanti avvenimenti che infiammano il conflitto tra forze Usa e loro oppositori. Un fatto, in particolare, segna il 2004, ed è l’uccisione plateale da parte degli insorti iracheni di quattro operatori della compagnia militare privata Blackwater.

I corpi straziati e carbonizzati dei contractor vengono trascinati per tutta la città, per essere infine appesi ad un ponte sul fiume Eufrate. Le immagini e i filmati del linciaggio, avvenuto il 31 marzo, diffusi dalla stampa internazionale in tutto il mondo indignano profondamente gli alti comandi Usa, che decidono così di lanciare una campagna militare – comunemente nota come “prima battaglia di Falluja” – al fine di riassumere il controllo della città.

L’operatore raffigurato in questo servizio, effettivo del 7th Sfg, partecipa all’operazione in oggetto, che prevede direct action con ingaggi casa per casa per stanare gli insorti.

vestiario L’uomo indossa una Dcu (Desert Camouflage Uniform) Usgi (United States Government Issue) in camo 3-color, modificata secondo gli usi del battaglione d’appartenenza, che in genere prevedono lo spostamento delle tasche superiori e inferiori della giacca in punti più accessibili per agevolare l’impiego del vest.

Nel caso specifico, il nostro operatore ha fatto spostare le tasche grandi dal bordo inferiore della giacca al petto, e le tasche piccole dal petto alle parti omerali delle maniche, in posizione obliqua, aggiungendovi inoltre dei pad in velcro per l’applicazione delle patch di riconoscimento visivo (US Flag IR verde/nera forward/reverse su entrambe le spalle, IR tab sulla tasca della manica sinistra e IR tab con gruppo sanguigno su quella destra).

I pantaloni sono retti da un Cqb/Rigger’s Belt della Blackhawk in colorazione nera, al quale è agganciato il carabiner (moschettone) della Personal Retention Lanyard (Prl), anch’essa Blackhawk. Il carabiner all’altro capo della Prl è momentaneamente agganciato a un passante dei pantaloni, da cui verrà disimpegnato per essere assicurato al mezzo di trasporto al momento della partenza.

Alle ginocchia, vediamo un paio di knee pads Alta, mentre le mani sono protette da guanti in Nomex, dotazione standard dei piloti Usaf (United State Air Force), ma molto apprezzati anche dai combattenti delle forze di terra.

Ai piedi, l’uomo calza un paio di scarponcini

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7th Sfg Falluja 2004

www.softairdynamics.it da trekking Fsn 95 Ctx dell’italiana Asolo, probabile acquisto personale.

EQUIPAGGIAMENTO Come accennato all’inizio, il militare si accinge ad affrontare un tipo d’operazione tra quelle a più alto rischio: una DA (direct action) in ambiente urbano. Insieme alla sua Oda (Operational Detachment-Alpha), egli ha il compito di perlustrare il quartiere casa per casa in cerca di miliziani iracheni, armi e informazioni sugli insorti, al fine di mettere in sicurezza la città di Falluja. A differenza degli altri Sfg impegnati nell’area, gli uomini del 7th si muoveranno di notte per non perdere l’effetto sorpresa, trasportati sul posto per mezzo di elicotteri.

Per questa missione, l’operatore ha preparato con scrupolosa metodica ogni parte del proprio equipaggiamento, non lasciando nulla al caso.

La protezione balistica della testa è affidata a un Ach (Advance Combat Helmet) in Kevlar, prodotto e distribuito dall’Msa, caratterizzato da un livello di protezione IIIA (schegge e munizionamento da 9 mm). Frontalmente, il casco monta una piastra Usgi ad un foro con braccetto Norotos per l’installazione di un visore notturno tipo AN/PVS-14, quest’ultimo assicurato al supporto tramite J-Arm oltreché da un segmento di paracord che funge da safety lanyard (soluzione, quest’ultima, alquanto “home made”, che però è in grado di salvare il dispositivo in caso di sgancio accidentale).

L’elastico tutt’attorno serve a rendere più stabile l’accoppiamento tra le varie parti (braccetto, J-Arm, visore).

Benché tutti gli Sfg siano all’epoca dotati di kit Spear (Special Operations Forces Equipment Advanced Requirements) Elcs (Equipment Load Carrying System) in pattern woodland o 3-color (secondo l’Aor di dispiegamento), l’Oda cui fa parte il nostro uomo utilizza materiale d’altro tipo. Si tratta probabilmente di un acquisto effettuato a livello di reparto, oppure di materiale ad uso “test” (ricordiamo, in proposito che, di lì a qualche anno il vecchio kit Spear Elcs verrà surclassato dal nuovo Sflcs, Special Forces Load Carrying System).

Nello specifico, l’uomo indossa un body armor RMV0019-SG (Rmw sta per “Releasable Modular Vest”, mentre SG significa “sage green” e si riferisce alla colorazione) della Paraclete provvisto di Pals Molle per l’installazione della buffetteria. All’interno del capo, è inserita una coppia di piastre balistiche Sapi (Small Arms Protective Inserts), in grado di fermare proiettili da fucile fino al calibro 7,62 mm (M80 Ball Protection), integrata da due soft armor, sempre in appositi comparti interni, che hanno la capacità di arrestare il munizionamento da 9 mm e proteggere dalle schegge.

Rispetto al body armor del kit Spear Elcs, questo della Paraclete presenta alcune peculiarità che lo rendono particolarmente vantaggioso: innanzitutto, grazie al maggior numero di Pals, esso vanta una capacità di carico superiore; in secondo luogo, ha il pannello posteriore fissato per mezzo di attacchi a velcro e cerniere, quindi sostituibile con altri più o meno capaci secondo il tipo di missione; infine, presenta un innovativo sistema di chiusura lombare, chiamato cummerbound, costituito da due pannelli agganciati posteriormente al body armor per mezzo di velcri e stringhe di regolazione e uniti anteriormente da una cerniera.

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7th Sfg Falluja 2004

www.softairdynamics.it Il nostro operatore ha così settato il suo body armor: • in alto, sul lato sinistro del pettorale, due mag pouch per pistola calibro 9 mm; • nel segmento destro del cummerbound, due mag pouch doppi per caricatori Stanag (di cui uno utilizzato come fodero per la pistola) e un’utility contenente un first aid kit; al pannello frontale dell’utility è fissato, mediante elastici, un laccio emostatico da campo Cat (Combat Application Torniquet); • nel segmento sinistro, vediamo altri due mag pouch doppi e una tasca portaradio adibita al trasporto di un apparecchio AN/PRC-148; • alla parte posteriore del body armor è stato applicato un Rmw Molle Rear Panel e, sopra di esso, un hydration pouch contenente una vescica per il trasporto dell’acqua.

Tutta la buffetteria applicata al body armor è prodotta dalla Paraclete ed è Molle compatibile.

Piccola curiosità: il setup manca totalmente di una first line; questa scelta è stata ben ponderata dal nostro operatore, in quanto, dovendo egli essere elitrasportato, fondine e cosciali sarebbero per lui di sicuro impaccio.

ARMAMENTO L’arma principale è una carabina Colt M4A1 (replica G&P) con upgrade Sopmod Block 1, completa di red dot sight Aimpoint CompM2 (compatibile col visore notturno) e puntatore

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7th Sfg Falluja 2004

a laser/IR AN/PEQ-2A Tpial (Target Pointer/ Illuminator/Aiming Light), utile, quest’ultimo, per il puntamento nelle operazioni notturne.

Al Ris Knight’s Armament (originale) è agganciata una torcia Surefire M961.

La cinghia di trasporto è una classica 3-point tactical sling dell’epoca: una TAS-3 della Eagle Industries.

L’arma di backup è una Beretta 92SF in 9 mm (replica WE a CO2 con loghi originali).

Completano il setup sei caricatori per il fucile (marca G&G) e tre per la pistola.

ACCESSORI Le comunicazioni sono affidate alla Mbtir (Multiband Inter/Intra Team Radio) AN/PRC-148 della Thales Communications (replica United Star), collegata alle cuffie elettroniche Peltor Comtac tramite Ptt Nexus M9177/5-2 (U94A/U) Sordin.

Sul frontale del body armor è agganciata una medic scissor, forbice d’emergenza per tagliare indumenti, bendaggi eccetera, insieme ad un piccolo navigatore satellitare da polso, precisamente un Foretex 101 della Garmin, utile per conoscere in tempo reale la propria posizione e/o per piccoli spostamenti.

Nei passanti elastici della tasca porta radio, fissata al lato destro del cummerbound, sono inserite tre luci chimiche IR. Posteriormente, per mezzo di un moschettone, sono agganciate a un Pals del body armor tre flex cuffs (manette in plastica autobloccanti) prodotte dalla Safariland, mentre all’interno dell’Rmv Molle rear panel è riposto un grosso

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tronchese, che può tornare utile per tagliare recinzioni, troncare lucchetti eccetera.

Alla rigger belt, entro un apposito astuccio, è assicurato un multitool della Gerber.

Al polso, un orologio Casio G-Shock modello DW6900.

NOTE PER IL REENACTOR Il setup descritto in questo servizio è facilmente realizzabile.

L’RMV0019-SG è replicato dalla Pantac e dalla Flyye, così come il resto della buffetteria.

Anche il sistema di comunicazione è di facile • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

Aimpoint: www.aimpoint.com Alta: www.altaindustries.com Asolo: www.asolo.com Blackhawk: www.blackhawk.com Casio G-Shock: www.gshock.com Eagle Industries: www.eagleindustries.com Element: www.elementairsoft.com Flyye Industries: flyye.com G&G: guay2.com Garmin: www.garmin.com Gerber: www.gerbergear.it Knight’s Armament: www.knightarmco.com Msa: us.msasafety.com Norotos: www.norotos.com Pantac: www.pantacgear.com Paraclete: www.pointblankenterprises.com Peltor: peltorcomms.3m.com Safariland: www.safariland.com Surefire: www.surefire.com Thales Comm.: www.thalescomminc.com Toy Soldier: www.toysoldier.com.hk WE: www.weairsoft.com Z-Tactical: www.new-ztactical.com

reperibilità: Element e Z-Tactical producono ottime repro, sia delle cuffie Peltor che del Ptt Nexus, mentre l’Mbtir viene riprodotta dalla cinese Toy Soldier e dall’United Star.

Per quel che concerne i sistemi di puntamento, anche in questo caso esistono varie repliche cinesi, ma se avete intenzione di usare tali dispositivi con un visore notturno, il tutto diventa più complicato, a meno che non utilizziate la discreta repro dell’AN/PEQ-2A commercializzata su eBay da Solomonensis, nickname dietro cui si cela un privato cinese che realizza customizzazioni del Peq G&P integrandole opportunamente con moduli laser IR.

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