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Le Norme

La nuova CEI 306-2

di Claudio Pavan

Tutte le novità della guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali.

Figura 1 esempio di infrastruttura di edificio pubblicato nella prima edizione della Guida CEI 306-2 nell’anno 2000

Il titolo della Guida CEI 306-2 sintetizza egregiamente lo scopo del documento. Fin dalla prima edizione pubblicata nel mese di aprile del 2000, la Guida si è distinta per la “saggezza” dei contenuti. Suggeriva infatti la predisposizione di una infrastruttura con caratteristiche tali che ancora oggi risultano “ottime e adeguate” a ospitare anche un impianto in fibra ottica, come appare evidente osservando l’esempio della infrastruttura pubblicato nell’edizione di 21 anni or sono con il titolo di “Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali”. (si veda fig. 1).

Nel paragrafo 4.2.2 trattava la “predisposi-

zione della infrastruttura per il cablaggio” descrivendo le caratteristiche e concludeva raccomandando: Nel caso di interventi su edifici esistenti l’infrastruttura di edificio deve avvicinarsi il più possibile al modello

precedentemente indicato. Allo scopo si potrà ricorrere anche al riutilizzo e adattamento di infrastrutture preesistenti, comprese eventualmente quelle utilizzate per altri servizi (quali ad esempio: pattumiere dismesse). Non si può negare che la Guida 306-2 merita il ruolo che il legislatore gli ha assegnato citandola nel comma 3 dell’articolo 135-bis, (l’articolo inserito nel testo unico per l’edilizia con la Legge 164/2014), dove viene indicata (insieme alla serie 64-100/1,2,3 cioè le Guide specifiche per la predisposizione di spazi installativi per impianti Elettrici, Elettronici e di Comunicazione (EEC) nell’edilizia residenziale) come riferimento per identificare le caratteristiche della infrastruttura fisica multiservizio passiva per il riconoscimento dell’etichetta di “edificio

predisposto alla banda ultralarga”.

La necessità di assicurare connessioni efficienti e grandi disponibilità di “banda” ha portato il legislatore a individuare nella fibra ottica il mezzo trasmissivo ideale per garantire flussi di dati che si misurano in centinaia di Mbit/s e che, grazie alle potenzialità della fibra, potranno diventare Gbit/s senza modificare il mezzo trasmissivo. Nella nuova edizione della Guida, rilasciata a luglio 2020, è stato dedicato ampio spazio alla descrizione di come deve essere realizzato l’impianto in “fibra ottica” che insieme agli “adeguati spazi installativi”

costituiscono quello che viene definito “infrastruttura fisica multiservizio passi-

va”, cioè la infrastruttura che consente di cablare senza difficoltà l’edificio “smart” assicurando la massima libertà di scelta al cittadino che può godere, senza limitazioni, del diritto di libertà di scelta e accesso alla comunicazione sancito dalla Costituzione Italiana nonché garantito da varie leggi. Nella Guida si trovano le indicazioni sulla tipologia distributiva che deve essere a stella, cioè con tanti cavi multi fibra che partono dal Centro Servizi Ottico di Edificio (CSOE) e arrivano in ogni unità immobiliare per assicurare a ciascun utente la disponibilità di più fibre. La disponibilità di più fibre per ogni utente, insieme alle caratteristiche degli spazi installativi, rappresenta la miglior condizione per considerare l’infrastruttura “Multiservizio” a tutti gli effetti. La Guida però, suggerisce soluzioni anche

per gli edifici esistenti dove gli spazi installativi non sono presenti o sono presenti in modo limitato. Infatti suggerisce la realizzazione di un “impianto multiservizio in fibra ottica”, cioè riconosce all’impianto in fibra ottica (purché realizzato con cavi contenenti almeno 4 fibre per ogni unità immobiliare) la prestazione “multiservizio”

con caratteristiche tali da permettere l’accesso a diversi servizi fornibili anche separatamente in momenti differiti nel tempo, senza la difficoltà di dover modificare gli apparati elettronici di conversione come succederebbe se ci fossero cavi con una singola fibra ottica per ogni utente.

L’evoluzione tecnologica consente di gestire i servizi di comunicazione elettronica allo stesso modo con cui sono gestiti i servizi di energia elettrica, gas, e acqua. Gli operatori si “fermano” alla base dell’edificio e i diversi impianti “portano” all’interno delle unità immobiliari i servizi richiesti (si veda fig. 2). Le imprese artigiane che abbiano al loro interno un “responsabile tecnico” con i requisiti tecnico-professionali riconosciuti dalle Camere di Commercio ai sensi del Dm 37/8 per gli impianti “radiotelevisivi, le antenne, gli impianti elettronici in genere” potranno dedicarsi alla installazione e alla “gestione della manutenzione” di tali impianti.

Nella Guida sono descritte anche le procedure per la verifica delle prestazioni dell’impianto in fibra ottica che deve garantire una attenuazione inferiore a 1,5 dB nel tratto dalla “bussola ottica” al punto di partenza alla base dell’edificio (CSOE) fino alla “bussola ottica” al punto di arrivo nella scatola di terminazione ottica (STOA) interna alla unità immobiliare. Da non sottovalutare le possibilità di veicolare su fibra ottica, previe opportune conversioni, anche i segnali provenienti dalle antenne, sia terrestre, sia satellitare, nonché ogni altro segnale come ad esempio il videocitofono, la videosorveglianza, ecc. ■

Claudio Pavan

Membro della Commissione CEI 306

Già Presidente della categoria Elettrici-Elettronici di Confartigianato Como, Claudio Pavan è stato Presidente del Gruppo Regionale Antennisti Elettronici di Confartigianato Lombardia. Già Presidente del Gruppo Antennisti di Confartigianato e successivamente di Confartigianato Impianti.

Figura 2 Esempio di servizi di comunicazione elettronica gestiti all’interno dell’edificio con la connessione dell’operatore che si “ferma” alla base dell’edificio come avviene per l’energia elettrica. (Guida CEI 306-2 anno 2020)

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