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INTERVISTA
from oggi samaritani 1/22
by samariter
«La strategia è ampiamente sostenuta»
In qualità di consulente esterna, Béatrice Stalder accompagna la Federazione svizzera dei samaritani nel suo processo di nuova strategia. A più di un anno dalla chiara approvazione della strategia da parte dell’Assemblea generale dei delegati, la consulente fa il punto alla situazione, verificando ciò che è stato già raggiunto e ciò che deve ancora essere affrontato.
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INTERVISTA: Matthias Zobrist / m.z
Signora Stalder, per quasi due anni ha accompagnato la FSS nel suo processo di nuova strategia. Come descrive, fino ad oggi, questo processo?
Béatrice Stalder: Abbiamo iniziato il lavoro nell’estate del 2019 e abbiamo sviluppato ed elaborato la strategia sull’arco di un buon anno intero. Questo processo è stato fatto in stretta collaborazione con la base del movimento. In questo ambito, la presidente centrale Ingrid Oehen ha fissato una chiara linea guida. Infatti lei desidera che la strategia non sia qualcosa di astratto, bensì un processo che si realizzi in una lingua che tutti possano capire. Così abbiamo iniziato con un gruppo di lavoro misto e abbiamo elaborato la strategia attraverso diversi workshop, coordinandola poi con vari attori. Quello che dobbiamo dire, pensando anche retrospettivamente, è che, nel 2019, il Segretariato FSS era – diversamente ad oggi – in uno stato di debolezza: non eravamo così ben posizionati, non sempre la collaborazione funzionava in modo ottimale, l’atmosfera non era buona e l’immagine verso l’esterno era in parte negativa. Tutto questo, in sostanza, ora è molto cambiato.
Come è possibile fare in modo che una strategia così vasta e complessa sia ampiamente sostenuta e che alla fine ne beneficino tutti i livelli della Federazione?
Da un lato, abbiamo avuto un grande gruppo di lavoro composto da samaritani di diverse regioni che hanno portato molta esperienza dalla base. Insieme abbiamo fatto un’analisi strategica e, soprattutto, abbiamo sviluppato la bozza della strategia. Ci sono stati scambi frequenti e intensi tra il Comitato centrale e il gruppo direttivo. Il secondo importante elemento è stato il fatto che la bozza di strategia è stata discussa abbastanza presto nell’ambito delle Conferenze dei presidenti e negli eventi di incontro e dialogo. Prima di un’impostazione della strategia, c’è quindi stato un dialogo aperto.
Nel processo strategico, lavorano fianco a fianco gruppi di persone molto eterogenei: personale del Segretariato FSS, membri della Direzione centrale e delle associazioni cantonali e sezioni samaritane. Una sfida?
L’equilibrio tra le diverse richieste, i desideri e le necessità del Segretariato FSS, delle associazioni cantonali e delle sezioni samaritane è stato certamente maggiore che in altre istituzioni dove ho già accompagnato processi di strategia. Tuttavia, per me questo è stato anche uno dei punti salienti del mio lavoro. Gli incontri in questo gruppo di lavoro misto con Ingrid Oehen e Peter Lack hanno portato idee – alcune delle quali piuttosto visionarie – e la base ha reagito ad esse. È stato, tutto sommato, un meraviglioso «ping pong» di suggerimenti, risposte, obiezioni, critiche e nuove proposte. Il mio ruolo in tutto questo processo, è stato quello di estrapolare i punti salienti, dei quali insomma si possa dire, «ecco, questo è un obiettivo strategico che vogliamo perseguire».
Dove vede la maggior forza della nuova strategia?
Nel fatto che la strategia è ampiamente sostenuta e che aiuterà la Federazione svizzera dei samaritani a concentrarsi sul futuro. La FSS sa esattamente cosa vuole e dove vuole andare. I punti focali sono chiari: una buona formazione per i samaritani, il volontariato e i corsi aziendali, che devono cofinanziare l’intera Federazione. Ma anche un Segretariato FSS in buona salute, moderno e snello e una grande federazione che si basi sì sulla tradizione, ma che nel contempo sia dinamica e al passo con gli sviluppi dei tempi.
La strategia è stata ufficialmente adottata nel novembre 2020. Cosa è stato fatto nel frattempo?
L’apposito team di progetto istituito per l’attuazione dei sei progetti strategici si è ben organizzato e i singoli progetti sono a diversi stadi di avanzamento. Quello che ha progredito maggiormente è di sicuro l’espansione Business (settore commerciale), compresa la nuova offerta di corsi. Nei settori del volontariato e della gioventù, i concetti sono in fase di sviluppo e la via da seguire è chiaramente
«Senza uno sviluppo della Federazione e della rete, non possiamo andare avanti.» •
tracciata. In questo ambito, dal novembre 2021 è assicurato anche il finanziamento attraverso la Fondazione umanitaria della CRS. Il progetto certamente più importante di tutti è lo sviluppo della Federazione e la sua messa in rete. Questo progetto mira a ottimizzare e rendere dinamiche tutte le strutture e i processi. Senza questo sviluppo globale non possiamo andare avanti. Anche in questo senso, Ingrid Oehen ha esortato col cuore a lavorare tutti assieme, a stretto contatto con la base e coinvolgendo il maggior numero di persone possibile. Nel Segretariato FSS si sono già concretizzate diverse cose. Lei stessa si è molto impegnata sull’attuazione operativa degli obiettivi e delle varie misure. Ad esempio, sono stati rivisti e ottimizzati sia l’impiego delle risorse umane che dell’offerta di servizi; e sono stati fatti molti progressi nella digitalizzazione del segretariato. Tutto questo merita un elogio speciale. STRATEGIA Quali sono i passi più importanti 2024
da fare nei prossimi mesi?
Di cruciale importanza sono gli eventi di dialogo con la base, voluti da Ingrid Oehen sul progetto di messa in rete (sviluppo del network). Vogliamo coinvolgere tutti per snellire le strutture e i processi, e pensare a nuovi modelli per lavorare assieme e più vicini. Occorre anche verificare se è necessario creare più sedi di uffici/ segretariati regionali che possano gestire e smaltire il lavoro amministrativo, in modo efficiente e digitalizzato. In questo senso, sarà importante che le associazioni cantonali collaborino fattivamente e non lavorino «l’una contro l’altra». Questo processo deve iniziare in modo assolutamente positivo.
E dove sono i maggiori ostacoli?
Il rischio maggiore lo vedo nel fatto di non essere in grado di andare abbastanza d’accordo; o nel non voler essere d’accordo. Dobbiamo iniziare a stabilire gli stessi standard in molte aree, come nei corsi aziendali: stesso standard, stesso prezzo, stessa procedura. E ancora: avere un aspetto comune, un marchio e un logo uniforme. Questo processo di unificazione è molto importante. Non vogliamo perdere nessuno; tutti devono sentirsi integrati come parte della Federazione. Questo è un obiettivo fondamentale.
A livello personale, ha vissuto aneddoto particolare, in questi quasi due anni di lavoro?
Sì, mi ricordo il primo evento di dialogo del 23 novembre 2019 a Lucerna. Il gruppo di lavoro ha presentato la strategia ai presenti e poi le bozze degli obiettivi strategici sono state discusse in modo approfondito nei gruppi. La base ha così fornito molti suggerimenti ed è intervenuta in modo critico. Ci sono state discussioni anche animate. La strategia è stata poi rielaborata, tenendo conto di buona parte degli spunti emersi. Tutto ciò è stato rivelatorio per me: ho visto come discutono i samaritani tra di loro, qual è il loro linguaggio e la loro coraggiosa concretezza. È stato davvero fantastico.
Chi è Béatrice Stalder
59 anni, dal 1995, ha una propria ditta di consulenze gestionali e per amministrazioni e organizzazioni non profit. È specializzata in strategia e sviluppo organizzativo e lavora per molte organizzazioni e per uffici federali, cantonali e comunali. Ha una formazione in psicologia del lavoro e dell’organizzazione e in economista aziendale; ha molta esperienza nella formazione degli adulti, nel coaching e nello sviluppo del management. Vive con la famiglia a Liebefeld (BE).