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VERSACE E IL CINEMA, DALLE PASSERELLE AL GRANDE SCHERMO
from Quaderni di Moda #2

Iconica, ma decisamente di nicchia l’esperienza di Gianni Versace come costume designer per il cinema. Poche pellicole, non tutte registicamente parlando di rilievo ma che hanno lasciato il segno perché il nostro Gianni solo questo ha sempre fatto in qualunque ambito: lasciare il segno. Si comincia nel 1993 con “In una notte al chiaro di luna” di Lina Wertmuller, un dramma a tema aids trattato dalla regista con tono sobrio e sentimentale che decise di non rinunciare ad un tocco di stile chiedendo a Versace di caratterizzare i protagonisti, Rutger Hauer e Natassia Kinsky, con dei cappottoni giganti talvolta dai colori neutri, talvolta colorati per sottolineare di volta in volta il cambio di situazione in cui si trovano: il cappotto viene inteso come rifugio.
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Nello stesso anno assieme a J.P. Gaultier realizza i costumi per “Kika, un corpo in prestito” di Pedro Almodovar. Ogni stilista cura l’abito di uno dei personaggi principali e cosi Versace veste Kika in uno stile post-hippie: un abito a balze con spalle scoperte, gonna a balze e prendisole con spalline e corpetto aderente. Nel 1995 per il film “Showgirls” di P. Verhoeven, un disastro al botteghino ma iconico per i costumi di Ellen Mirojnick in puro stile Depop anni ’90, firma ma senza realmente prestarlo il mini dress nero indossato dalla protagonista che avrebbe dovuto essere preso in prestito da una collezione del 1993 o 1994, ma così non fu.
Memorabile la risposta della protagonista a chi apprezza il vestitino: “Grazie! L’ho comprato da Versayce”, Nel 1995 Versace si scommette e realizza i bozzetti per il costume del protagonista del film di fantascienza “Dredd” di Danny Cannon pensando ad un body blu super attillato con guanti in maglia metallica oro, sospensori e monumentali spalline d’oro.

I bozzetti prevedevano furono scartati, strano ma vero, dalla produzione ma per un oscuro motivo furono alla fine realizzati identici agli schizzi. Dalla moda al cinema, passando per il teatro l’arte di Gianni Versace resta sempre unica.


