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Efficientamento energetico degli edifici: La nuova sfida green per il Real Estate

Da 10 anni Fiaip, Enea ed I-Com insieme per monitorare e accelerare la transizione ecologica immobiliare del Paese Italia

La corsa contro il tempo sempre più faticosa all’efficientamento energetico degli immobili procede, in Italia, con qualche vantaggio in meno e il rischio della stretta europea. Dieci anni fa, Fiaip ha avuto l’intuizione di avviare una collaborazione sinergica con Enea ed I-Com, in relazione alla realizzazione dell’Osservatorio Immobiliare Nazionale, individuando già dal 2013 l’importanza strategica per il sistema Paese di valorizzare e stimolare il percorso di transizione ecologica immobiliare.

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In Italia il settore civile è responsabile di circa il 45% dei consumi finali di energia e del 18% circa delle emissioni dirette di CO2 e può fornire un contributo importante non solo per ridurre i costi in bolletta, ma anche per contrastare la dipendenza dai combustibili fossili e realizzare la transazione energetica. Per queste ragioni al settore è attribuita la quota maggiore (60%) del risparmio energetico programmata al 2030 e fissata dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) a 9,3 Mtep annui (3,3 Mtep per il solo comparto residenziale). Allo stesso modo, il settore è posto in una posizione di rilievo anche per le prospettive di neutralità climatica tracciate dalla strategia di lungo termine.

Questi dati, rimarcati in più occasioni da Enea, sottolineano come siano sempre più importanti le politiche nazionali strutturali volte a sostenere la riqualificazione degli edifici privati e pubblici ma anche la diffusione di buone pratiche di consumo ispirate al risparmio energetico. Per affrontare l’attuale crisi energetica, intanto, negli ultimi anni i cittadini italiani hanno maturato una nuova consapevolezza che li sta spingendo verso l’adozione di pratiche più sostenibili supportate dalle potenzialità dell’innovazione.

Si pensi, ad esempio, che l’interesse a ristrutturazioni d’immobili e ad installazioni presso le proprie abitazioni di soluzioni di energy management è in netta crescita negli ultimi anni, così come, grazie all’utilizzo di incentivi e misure per il settore, sono sempre più gli italiani che hanno compreso come una “casa green” determina una serie di benefici sia individuali, che collettivi. Rinnovare il patrimonio immobiliare vetusto in Italia con abitazioni più moderne, digitalizzate e meno energivore è una priorità che valorizzerebbe sempre più il patrimonio immobiliare del nostro Paese, così come mettere in sicurezza sempre più immobili nelle aree soggette a terremoti e ridurre allo stesso tempo l’impatto ambientale, contribuendo fattivamente al decoro e alla rigenerazione urbana.

MARZO 2023

Per questo l’Osservatorio immobiliare Fiaip – Enea – I-Com fotografa sempre più la straordinaria sfida per il Real Estate che è stata, e continua ad essere, da una parte, quella di misurare l’impatto sul mercato immobiliare degli edifici, e, in generale, degli immobili efficientati energeticamente, e, dall’altra, di contribuire a “fare cultura”, comunicando i concreti vantaggi nel possedere e nel vivere un’abitazione meno energivora sia in termini di minori consumi domestici che di qualità della vita.

In quest’ ottica, nonostante i passi fatti in avanti con misure ad hoc dal legislatore italiano, grazie all’ Eco-bonus e al Superbonus 110% ed altri incentivi green, per il raggiungimento degli obiettivi UE del risparmio energetico al 2030 e per la completa decarbonizzazione al 2050, è auspicata oggi la messa in campo di misure strutturali, accompagnate da una maggiore capacità del sistema finanziario di offrire nuovi strumenti per la riqualificazione degli immobili.

La riqualificazione degli edifici, pubblici e privati, è ormai una grande opportunità, oltre che una priorità, che potrà favorire la qualità ed il rinnovamento del patrimonio immobiliare degli italiani. La nuova direttiva europea ha di fatto l’obiettivo di ridurre semplicemente le emissioni di gas serra provenienti dal settore immobiliare, che secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente nel 2020 causava il 35% delle emissioni in Europa, tra combustibili fossili, elettricità e riscaldamento. Tra il 2005 e il 2020 queste emissioni sono diminuite complessivamente del 25% nel continente, con forti differenze tra paesi come la Svezia (-68%) e altri come Lussemburgo, Romania o Lituania che sono migliorati di meno del 5%; l’Italia si ferma appena al -18%. Per accompagnare questo processo, che ha a che fare con il 78% degli edifici in Italia, occorrono quindi sempre nuove misure specifiche ed incentivi tenuto conto delle previsioni attuali del mercato delle ristrutturazioni ancora non sufficienti.

Ad affiancare gli ‘incentivi green’ servirebbero quindi provvedimenti strutturali e di credito in quanto ormai è chiaro a tutti come è più che necessario un processo di revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia. Oltre a favorire la crescita del mercato dei cosiddetti mutui verdi, ossia, di tutti quei finanziamenti per l’acquisto di immobili ad alta performance energetica o finalizzati alla riqualificazione energetica degli edifici che ancora consumano troppo, è auspicata la necessità di ampliare le possibilità operative ed il plafond del Fondo prima casa anche in relazione agli interventi di riqualificazione energetica degli immobili, così come proposto, da alcuni anni da Fiaip e da tantissimi players del settore.

Solo così, il nostro Paese sarà in grado di introdurre misure adeguate e raggiungere gli obiettivi ambiziosi tracciati dall’Unione europea e rispettare, così, quanto indicato dal legislatore europeo, un processo che impatterà nel comparto immobiliare e sull’edilizia.

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