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Intervista a Corrado Passera
Lei afferma che illimity è una banca innovativa, digitale, dalle competenze verticali. Ci vuole spiegare?
Con illimity abbiamo voluto creare qualcosa che prima non c’era per rispondere a un preciso bisogno, quello del credito alle PMI attraverso un modello di business sostenibile e con valori che l’hanno caratterizzata fin dalla nascita: il coraggio, in quanto dimostriamo un atteggiamento imprenditoriale e non ci fermiamo davanti agli ostacoli. Abbiamo voluto specializzarci in alcune attività di credito “difficile” che altre banche non vogliono più fare che creano valore per l’azienda e impattano sull’economia reale. L’indipendenza, poi, senza condizionamenti derivanti da scelte passate, senza vincoli di gruppo o di schieramento e, infine, la trasparenza che contraddistingue la nostra offerta in un settore, come il nostro, dove la fiducia dei clienti è fondamentale. illimity è innovativa, perché è una startup che vuole andare “oltre” l’approccio bancario tradizionale. È digitale, perché la tecnologia ha cambiato in modo profondo e irreversibile il settore rivoluzionandone processi, canali e servizi. Ha competenze verticali, perché la specializzazione è oggi vincente. illimity nasce per fare poche cose e farle bene, combinando le tecnologie di ultima generazione con le migliori competenze. Su questi presupposti abbiamo identificato specifiche nicchie di mercato ancora poco presidiate e abbiamo strutturato la banca per cogliere i vantaggi competitivi che un modello a zero legacy con il passato può offrire. Nel dettaglio, operiamo nel credito difficile alle PMI e nell’acquisto di Corporate NPL (non performing loans) che gestiamo attraverso la nostra piattaforma di servicing, Neprix, che offre i propri servizi sia a illimity che a terzi. A breve, inoltre, lanceremo la banca diretta digitale, tra le migliori in Europa, per la clientela retail e corporate.
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Siamo la prima banca italiana nativa in cloud e abbiamo definito un’architettura informatica che ci consente un approccio open banking, orientato anche alle partnership con le migliori fintech, sia nel credito che nella raccolta. Un modello nativamente sostenibile che vede tecnologia e competenze specialistiche andare a integrarsi per dare risposte alle mutate esigenze del mercato e portare benefici concreti alla società.
Quali sono le nuove esigenze del mercato che lei ha intercettato? E come pensa di soddisfare queste nuove esigenze?
Il bisogno di credito da parte delle PMI è sempre più sentito e l’obiettivo di illimity è dare a queste aziende nuove risposte. Lavoriamo a situazioni complesse, affiancando imprese con potenzialità ma con rating basso o finanziando aziende non performing in ristrutturazione. A differenza di molte banche tradizionali possiamo farlo grazie al nostro modello di business che prevede da un lato la combinazione della competenza finanziaria con quella industriale dei nostri Tutor, dall’altro l’analisi rapida e intensiva di dati quantitativi e qualitativi, attuali e prospettici, attraverso sistemi di intelligenza artificiale e analitycs creati dal nostro team di data scientist.
Sul fronte degli NPL, le banche hanno fatto molto sul piano del derisking, ma il settore è ancora in grande fermento e i volumi delle transazioni si manterranno elevati. Stiamo inoltre entrando in una fase di mercato più articolata in cui emerge un mercato secondario dei Corporate NPL che aumenterà il volume delle transazioni attese. Con Neprix puntiamo a diventare il servicer di riferimento anche in questo ambito, sempre con un approccio specializzato e tecnologico.
Infine, la banca diretta digitale: la lanceremo a breve, ma posso già anticipare che offrirà in modo semplice, trasparente e innovativo servizi sempre più richiesti come quelli di pagamento e di assistenza alla gestione del proprio budget, oltre a conti correnti e deposito a condizioni competitive. Per strutturarli al meglio abbiamo creato una community online di circa 40.000 persone con cui ci confrontiamo per costruire la digital bank ideale e con la quale continueremo a confrontarci per prototipare e testare le migliori idee.
Banca tecnologica quindi. Ciò potrebbe trattenere qualche giovane che pensa di trasferirsi all’estero?
Sicuramente una realtà innovativa come illimity può attrarre giovani talenti in cerca di un contesto stimolante e di crescita continua. Gli “illimiters” sono già oltre 250 e saranno 300 entro fine anno. È un team multidisciplinare che ha attratto talenti da 100 aziende, 10 settori e 10 diversi Paesi. Credo sia una bella testimonianza di come le nuove imprese italiane possano non solo trattenere i nostri giovani ma anche essere attrattive verso quelli di altri Paesi. Quindi ben vengano tutte le nuove iniziative imprenditoriali e tutti i sistemi che possono supportarle, come è stata la mia legge sulle startup quando ero Ministro dello Sviluppo Economico.
Cosa pensa delle banche italiane? Che fine faranno?
Come ho già accennato, il settore bancario vive un profondo cambiamento sotto la spinta di diverse forze. Da un lato, la tecnologia, ma anche i nuovi player che hanno iniziato a entrare nel settore, come i big tech. Dall’altro la politica monetaria che ha strutturalmente abbassato tassi e margini e le regole, molto stringenti, sui requisiti di capitale e di liquidità che hanno giustamente reso molto più rigorosa la gestione del credito e degli investimenti. In questo contesto, alcune realtà sono più vincenti di altre. I grandi gruppi bancari dotati di economie di scala e in grado di forti investimenti nell’innovazione continueranno ad avere un ruolo importante, magari rinunciando a nicchie di mercato che saranno terra di conquista delle big tech come Amazon che presidieranno sempre più prodotti semplici e basati sui dati. Le piccole e medie banche “tradizionali” e generaliste a mio avviso andranno in difficoltà e dovranno ripensare il proprio modello di business e ad avviare un processo di consolidamento.
In questo scenario, risulteranno vincenti le banche di nuovo paradigma, tecnologiche e specializzate come illimity.
Abbiamo notato che qualche altra banca sta imboccando la strada di illimity. Chi sono i suoi concorrenti?
Non parlerei di concorrenti, ma di comparable. Ci sono realtà, soprattutto europee, attive in ciascuna delle nostre tre aree di business. Per esempio, sul fronte NPL ci confrontiamo con i fondi specializzati ma operiamo forti del vantaggio competitivo dell’essere banca che ci consente un minor costo del funding e una leva finanziaria superiore. E non ci consideriamo competitor delle banche tradizionali; le affianchiamo sia in questo ambito sia offrendo credito ad aziende che queste banche hanno difficoltà ad assistere.
Ma nuovi player certamente arriveranno, c’è spazio e operiamo in mercati ancora poco presidiati. Pensi solamente al grande mondo del cosiddetto credito crossover alle PMI: oltre 300 miliardi di stock ad oggi. Noi raggiungeremo i nostri risultati facendo 3 miliardi nei primi anni del nostro Piano d’Impresa!
Lei, che nel 2011 in qualità di Ministro dello Sviluppo Economico è stato il propulsore delle startup innovative, pensa che la sua visione sia stata ben interpretata da chi è venuto dopo di lei?
La legge sulle startup mi ha dato grandi soddisfazioni e credo abbia prodotto importanti risultati permettendo anche alle startup italiane di essere appeal per gli investitori: 133 milioni di euro raccolti da startup e scaleup italiane in questo primo trimestre 2019, sono numeri impensabili fino a qualche anno fa, oltre a ulteriori finanziamenti in partecipazioni a fondi di venture capital.
Ogni giorno nascono nuove iniziative e io stesso sono stato promotore, con illimity, di una startup. Credo quindi abbia prodotto e produca ancora gli effetti sperati. Ora sarà importante vedere la concreta applicazione delle nuove misure di sostegno all’innovazione e alle startup recentemente promosse.
A cura di Fabrizio Favini. Si ringrazia Paolo Brambilla per la collaborazione.