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Alla scoperta del workers buy out(WBO)
Il Workers Buy Out (WBO) rappresenta lo strumento ideale in tutti i casi in cui un’azienda in crisi abbia tutte le carte in regola per essere ristrutturata e proseguire la sua attività ma incontri serie difficoltà nel reperire le necessarie risorse finanziarie.
Il Workers Buy Out identifica l’operazione di acquisto di una azienda da parte dei dipendenti dell’impresa stessa.
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Vediamo come funziona e quali sono i vantaggi di questo strumento: in caso di impossibilità, dell’imprenditore o della proprietà, di proseguire nella gestione aziendale per sopravvenute difficoltà finanziarie o personali, i lavoratori, per salvaguardare il posto di lavoro e le loro competenze nel settore, possono costituirsi in cooperativa e acquisire l’azienda dal liquidatore o dal curatore fallimentare o anche dal datore di lavoro stesso.
Per farlo possono utilizzare una parte della loro liquidazione; è un’eventualità introdotta dalla legge Marcora del 1985, che regola e facilita queste operazioni istituendo un regime di aiuto finalizzato a sostenere le attività economiche e a preservare l’occupazione attraverso lo sviluppo di società cooperative.
La legge Marcora ha previsto un Fondo speciale per gli interventi a salvaguardia dei livelli occupazionali, indirizzando le risorse del fondo per la partecipazione al capitale di società finanziarie appositamente costituite, al fine di salvaguardare e incrementare l’occupazione mediante lo sviluppo di piccole-medie imprese cooperative.
La Legge Marcora, è stata poi modificata dalla Legge di Bilancio 2017, prevedendo che le società finanziarie possano assumere partecipazioni temporanee di minoranza nelle società cooperative, con priorità ai Workers Buy Out, e concedendo alle cooperative la possibilità di accedere a finanziamenti agevolati, mirati alla realizzazione dei progetti di impresa.
Da allora, i Workers Buy Out hanno permesso di conservare oltre 15mila posti di lavoro. Sono soluzioni ancora poco conosciute, nonostante siano praticamente a costo zero per la collettività, e a tutt’oggi faticano a diventare uno strumento praticato.
Sono però già molte le storie di successo. Se i dipendenti prendono coraggio e si rendono disponibili ad investire nel progetto parte della loro liquidazione, molteplici soggetti li possono affiancare e sostenere finanziariamente:
• lo Stato mette interamente a disposizione della nuova società la NASPI (Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego);
• diverse società del mondo delle cooperative sono pronte ad investire insieme ai dipendenti e diventare a loro volta socie della NewCo;
• il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) mette a disposizione importanti finanziamenti a condizioni agevolate.
Il Workers Buy Out è una forma societaria in grado di generare molteplici vantaggi per tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nell’operazione:
• vantaggi evidenti per i dipendenti perché così operando salvaguardano il loro posto di lavoro e assumono il controllo dell’azienda, diventandone azionisti a tutti gli effetti;
• vantaggi per i creditori perché, in caso di continuità aziendale, riescono ad incassare una percentuale ben più alta del loro credito e a mantenere vivo il rapporto commerciale;
• vantaggi per la collettività perché un’azienda porta benefici a tutti i soggetti che le gravitano intorno: fornitori, collaboratori, clienti e anche lo Stato, che continua in questo modo ad incassare imposte e contributi;
• inoltre non è trascurabile il risparmio effettivo che queste operazioni permettono allo Stato: basti pensare che un lavoratore licenziato costa alla comunità dai 30 ai 40mila euro di ammortizzatori sociali, e sono denari investiti a fondo perduto;
• vantaggi per l’imprenditore che riesce ad evitare la liquidazione dell’azienda.
In sintesi, i Workers Buy Out si presentano come i progetti “win win” per eccellenza perché tutti ne traggono importanti benefici. Attraverso i Workers Buy Out i contributi versati negli anni dai dipendenti si trasformano in capitale investito in impresa e la NewCo continua a versare contributi previdenziali e a produrre valore per gli Stakeholders.
I dati parlano chiaro: le aziende passate sotto il controllo dei lavoratori-soci mostrano nel tempo altissime percentuali di riuscita. Le percentuali dei fallimenti a dieci anni sono inferiori al 15%, da confrontare con il 70%/80% di probabilità di fallimento per le startup. La dimensione media di un’impresa, dopo un WBO, è di venti dipendenti, con un capitale sociale di circa 300 mila euro e un fatturato attorno ai due-tre milioni.
Uno dei casi più interessanti Workers Buy Out è quello di Spotlight srl, dal 1969 produttore leader di fari per teatri e per architettura d’interni, nell’ambito del quale l’azienda è stata acquistata dai suoi dipendenti che ne sono divenuti proprietari nel luglio 2020 mediante la costituzione di una società cooperativa.
L’operazione è stata condotta con la consulenza di TIM Management, attiva dal 1987 nel campo dell’Interim Management e della consulenza in abito di turnaround e ristrutturazione, che ha fornito assistenza manageriale alla società fin dall’inizio del processo di ristrutturazione.
Federico Costa