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Introduzione
Questo è il terzo volume, dopo Per una Storia del Comune di Isola del Cantone e In margine a una Storia di Isola, dedicato alle vicende del nostro paese. L’approfondimento forse è stato eccessivo ma l’obiettivo era quello di raccogliere più notizie possibili perché non andassero perdute. Spetterà a qualcun altro setacciare e sintetizzare quanto da noi scritto e rendere il tutto più omogeneo e leggibile. Le lacune della storia di Isola sono numerose e non solo per l’antichità, ma anche per la storia recente: basti pensare al periodo fascista e a quello della seconda guerra mondiale. Le interviste fatte a decine di abitanti per gli studi sulle tradizioni religiose e per i reduci di guerra, erano troppo mirate; un po’ per la nostra inesperienza, un po’ per la ritrosia degli intervistati a parlarne. Dal 1921 al 1945 quale fu l’adesione spontanea dei nostri concittadini alle idee mussoliniane? Ci furono episodi di violenza squadrista all’inizio di quell’era? Quanti approvavano le azioni partigiane che innervosivano tedeschi e repubblichini? E alla fine del conflitto, cosa successe veramente? Come vedrete più avanti, la consegna dei fascicoli della Corte di Assise Speciale all’Archivio di Stato di Genova, ha dato inizio a una ricerca non più basata solo sulle fonti orali, ma anche su atti ufficiali. Non è un resoconto equilibrato, perché chi risponde a un interrogatorio cerca di difendersi o nascondere alcuni fatti, ma è già qualcosa. Dovrebbe succedere man mano la stessa cosa con i fascicoli provenienti dalla Questura. Già oggi abbiamo potuto attingere alle notizie sull’unico antifascista schedato, nato a Isola: Natale Campi. Forse ce ne furono altri e lo verremo a sapere ufficialmente dopo aver sfogliato le centinaia di documenti. Anche per il periodo postbellico stanno emergendo da questi dossier i retroscena della politica nazionale anticomunista: Lorenzo Torre, giovane ricercatore, ma già autore di studi partigiani, ha reperito i rapportini su Ebo Ruiz, il
partigiano Cacciatore, che villeggiò per anni a Giretta e sposò Emilia Repetto figlia di Maria Bargelli. Riporto di seguito una frase di un mio racconto che pubblicai anni fa1:
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«Alla sera a casa parlo con la Lilli che è un po’ la memoria storica della famiglia ed al nome di Iselle-Trasquera ride: “C’è nata nel ‘900 la madre della Milia, la Maria. Si chiamava Bargelli e i suoi erano dello stesso paese toscano del Remo Vitali; sono venuti qui per la costruzione della galleria ferroviaria tra Ronco e Arquata.” “Nooh! Ma la Milia non era di Serré?” “Sì, lei è nata a Serré perché sua madre ha sposato un Repetto. Un fratello della madre è morto proprio nella galleria di Borlasca un po’ prima del ‘15”».
Citando Emilia si entra quindi in un altro argomento interessante ma negletto: l’immigrazione dovuta alle cave di Pietrabissara e Settefontane, alla ferrovia e alla camionale prima, al raddoppio dell’autostrada dopo. Oppure agli arrivati per lavorare nelle industrie locali (Bulloneria, Asborno a Ronco, Iuta ad Arquata) o gli impiegati pubblici (ferrovieri, maestri, dazieri, notai) che si fermarono qui. La piccola storia dei Tartagni, Mangani, Ciaccio, Capelli, Mignacco, Bondi, Perri, Carminati etc etc, è ancora tutta da scrivere. Insomma: c’è tanto da lavorare.
Foto e cartoline, se non specificato, sono degli autori.
1 “Altri uomini di galleria” e si trova in Come una volta la sera, pag. 46.