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Quando l’uomo divora l’uomo
prolisso e infaticabile, dalla voce dura e aspra ma capace di trasci nare l’uditorio, Hitler si rivela abilissimo nel cogliere e far con fluire a proprio vantaggio le più svariate fonti di potere e nel con seguire un risultato superiore alla somma delle parti. In tal modo gli riesce l’operazione d’unire un gruppuscolo di pseudo-socialisti a un manipolo di violenti ex militari, d’imporre al tutto una piattafor ma antisemita e trasformarlo in un partito di massa, dotato di uno straordinario dinamismo politico. Nel quinto anniversario della proclamazione della Repubblica tedesca (novembre 1923), forte degli appoggi dei circoli conservatori preoccupati della spinta a sinistra delle masse lavoratrici, Hitler dà inizio in una birreria di Monaco a un colpo di Stato teso ad abbattere il governo di Weimar. Monaco è la città che nel 1918-19 ha visto re presso nel sangue un tentativo di instaurare un regime modellato su quello dei soviet in Russia, e nella quale un governo regionale so cialdemocratico è stato fatto cadere nel 1920, sostituito dalla compa gine di destra capeggiata da Gustav von Kahr. In séguito a ciò, la capitale bavarese diventa il polo d’attrazione di tutti coloro che, nella Germania umiliata dalla sconfitta, rifiutano la democrazia di Weimar cui attribuiscono la responsabilità di tutti i cedimenti. Molti di questi uomini, guardando nel 1923 alla vicina Italia – dove l’anno precedente ha trionfato il fascismo –, sognano di servirsi del governo bavarese di von Kahr per dare scacco matto al regime della giovane repubblica. Il Putsch della birreria, l’ultimo di una serie di conati sovver sivi dello stesso tipo, fallisce; ma proprio grazie al clamoroso pro cesso e alla condanna di Hitler al carcere, che ne segue, il nome della Nsdap e quello del suo oscuro capo travalicano per la prima volta i confini della Baviera, e grazie ai fratelli Strasser e a un abile pro pagandista, l’ex studente di teologia Joseph Goebbels (1897-1945), conquistano un’immagine nella potente Prussia, cioè in quello che nel la Germania guglielmina aveva funzionato da Stato-guida. L’indulgenza dei giudici consente a Hitler di scontare appena un quinto della pena comminatagli. Ottenuta la libertà condizionata alla vigilia del Natale 1924, egli riceve nuovo danaro da coloro che, poi, lo finanzieranno sempre (i Krupp, i von Thyssen e gli altri esponenti di spicco del mondo degli affari e della grande industria tedesca). Intimamente convinto di dover compiere ‘una missione’, pronto a con durre tutta la Germania sulla via della dittatura, Hitler ricostitui sce le strutture del partito creando speciali organizzazioni per i giovani, le donne, gli studenti, gli intellettuali. E poiché le SA si dimostrano turbolente, attraversate da ideologie socialistoidi e fon damentalmente infide, dà vita nel novembre 1925 a una milizia personale, le SS,4 che indossano l’uniforme nera come i fascisti di Mussolini e che, comandate a partire dal 1929 dall’ex allevatore di polli Heinrich Himmler (1900-1945), costituiscono la sua guardia del corpo. All’interno del partito, e più tardi del regime nazista, l’azione di Hitler si caratterizza per la sua costante volontà di essere il Führer, cioè il capo unico, di esercitare un’autorità piena e indivi sa, di giocare sulle rivalità fra i dirigenti, di imporsi quale arbi-
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