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DALLA PROCLAMAZIONE DELL'IMPERO AL VIAGGIO IN GERMANIA

(10 MAGGIO 1936 - 30 SElTEMBRE 1937)

INTERVISTA AL « MATIN » •

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li Duce ha dichiarato :

- Nessuno al mondo può dubitare che il popolo italiano non sia volto a una pace di cui ha bisogno per completare l'opera intrapresa..

· Esso vuole la pace e vuole lavorare per la pace. Ma se si t entasse di carpirci i frutti di una victori:t pagata con tanti sacrifici, ci si troverebbe in picd4 pronti ad ogni resistenza.

Muisolini si ì upreuo contro la critica ai procedimtnli italiani in E tiopit1 e ,oniro le sanz.ioni: ·

- Non mi lagno oggi di esse, che hanno galvanizzato il popolo italiano e che hanno· permesso una vittoria tot2.1itaria e l'impero. Oggi l'Etiopia è irrevocabilmente, unicamente italiana.

Mmsolini ha poi posto in rilùvo il carattere umano del/'azjo,u italiana negli scopi per.reg11it i.: '

- Ma 1a Francia. questo popolo di intelligenza e di intuizione, come potrebbe non comprenderlo? Domani in Francia verranno al potere uomini che fecero sempre professione di servire la pace. Non voglio dubitare che essi cominceranno prima di tutto per lasciarcela.

L'inidrtJÙlalore rammenta k parok di M u,u olini nel stJJt11tbrt scorso e citH tht « le sanzioni militari "farebbero correce il perìcolo di un rifacimento della carta europea ». Ed ayj11ngt che il Dua ha pru ùaio:

- Ciò che dissi allora riguardo alle sanzioni militari, lo ripeto ora per ciò che co ncerne l'inasprimento delle sanzioni economiche.

Il D11tt ha cond11so:

- Irrevocabile, ripetetelo, ripetetelo ancora, Occorre che l'Europa intera intenda queste parole, questo grido di tutto utl popolo che ha voluto il suo impero~ e che saprà, se domani fosse necessatio, difenderlo con tutto il suo coraggio e tutte le sue for2e.

• Riassunto dell'intervista concessa a Roma, al Ma:in di Parigi, il U ( ?) maggio 1936. (Da I/ Popolo d'Italia, N , 137, 16 maggio 19¼6, X:Xlll).

PRESENTAZIONE DI . UN DISEGNO DI LEGGE•

Ho l'onore di presentare alla Camera il disegno di legge:

Conversione in legge del regio decreto legge 9 maggio 1~)36, XIV, numero 714, dal titolo: (< Dichiarazione. della sovranità piena cd intera del Regno d'Italia nell'Etiopia ed assunzione da parte del re d'Italia del titolo di imperatore d ' E tiopia». (La Ca.mera., che è rima.sta. in pitdi, prorompe in una. nuova, formidabile ovazione. Un deputato grida: « Viva il fondatore dell'imp ero I ~- I l grido è accolto da acclamazioni generali e prolungate).

Chiedo che il disegno di legge sia esaminato da una commissione speciale da nominarsi dal Presidente e discusso nella seduta di oggi. ( Viviuimi, g enerali dppla,w).

PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE**

Ho l'onore di presentare alla.Camera il disegno di legge: Conversione in legge del regio decreto legge 9 maggio 1936, XIV, numero 75 5, dal titolo: « Nomina del maresciallo d'Italia P ietro Badoglio a governatore generale dell'Etiopia col· titolo di vicerè ». Chiedo anche per questo disegno di legge la stessa procedura adottata per il precedente,

Allarmi

]:?i tanto in tanto, nelle sfe"re jntellettuali frances i più sensibili, si manifestano viv i allarmi, che si r iferiscono ad un angoscioso ed insoluto problema: quello demog rafico, Dal campo scientifico gli allarmi sono passati al giornalistico: toccano la massa, tentano di scuoterla; minacciano di rimbalzare sulla classe politica per richiamarfa ad u n a più attent_a valutazione delle cose: Ma le cose hanno una loro eloquenza parcicola"rc, che sì manifest.a tanto più spietata quanto più il ptoblcnu è enunciato in modo sintctic;o. Questo, anzi, è il segno ,che il e.a.so è grave e merita attenzione.

• Parole pronunciate alla CAmera ,;\ei deputati, nella tornata straordinaria del 14 maggio 1936 (ore 16-17.20). (D11gli Aui del Parlamento italiano, Came ra d ei d , putaJi. Diwmioni. LegiÌl41ur,s XXIX. Seuione 1934-1937. V.clume 111: d41 4 m11ggio 1936, XIV, al 18 m.rn.r:, 1937, XV - Roma, Tipoguti.1. della Camera dei deputati, 1937, pagg. 2705-2706).

•• Parole pronunciate alla Cami:ra ·dei deputati, nella tornata straordinaria del 14 magg io 1936. (Dagli Aui del P11rl11mm10 italiano. Cameri# d ei d ep11tt1ti. Dimmir;'!;· Leghlatura çil. Smione d i Volume III, pag. 2707).

Un settimanale parigino ricorda le cifre de1la decrescente natalità francese, paragonata alla costante ascesa demografica tedesca. Nel 184J, di fronte a trentaquattro milioni e duecentotrentamila franccsj, si contavano trentadue milioni e novccentottantacinquemila tedeschi. Circa settant'anni.dopo, nel ·19i3, di fronte ad una popob.zione tedesca più che raddoppiata, sommante a sessantasei milioni e ccntoguatantascim.ila anime, si trovavano soli trentanove milioni e settecentosettantunomila francesi.

AUa vigilia della guerra mondiale, la grande matrice delle armate napoleo niche che avevano soggiogato l'Europa s'accorgeva di non poter far fron te eh~ nella prop or~ione di due contro tre all'esercito del suo potente vicino, Le risorse della fiorente natalità tedesca anda~ vano, viceversa, allarga ndosi. Dopo la tempesta di sangue, da più partì si comprese che la parabola delle nazioni non è il prodotto d'una meta fatalìti storica, ma una ditetta proiezione del fluss o demografico che ne forma la circolazione sanguigna, Una nazione è sempre in eterna posizione di combattimento: non può mai fermarsi sulle linee ragg iunte cd attendere che il tempo tra"scorra. O avanza o indietreggia. Se sfugge al primo caso, piomba senza remissione nel secondo.

Il problèma militate s'affaccia cupamente sull'orizzonte dei fra ncesi. Cominciano finalmente ad accorgersi che esso non è solo un prnblema di acmamenti, ma dì uomini. Potcebbe venire un tempo nel quale i cannoni fossero più de.i serventi cd i calci dei fucili attendessero invano i fanti destinati ad imbracciacli. Alloi:a non basterebbe, per !esistere ad un e'ventuale pericolo, l'esistenza d 'un impero coloniale, ormai alla mercé del conquistatore, né suffragherebbe la cintura di ferro stretta ìntorno alle frontiere d'un vasto e spopolato territorio metropolitano. 11 dramma odierno dei campi senza chi Ji coltiva diventerebbe quel giorno il dramma delle armi senza chi le maneggi: la triste ora nella quale una nazione s'accorge di essere in ritardo sulla storia potrebbe considerarsi giunta, Queste cd a1tte cose si sussurrano in Francia, un po' 2.lla chetichella, un po' fuori del mondo ufficiale, forse per non turbarlo nelle sue c;lucubruioni.

Ma la verJ.tà si fa strada. Fabbricare le armi per i soldati che· non nasceratu10 è come cintare un terrenò sul quale non cadrà ma.i il seme.

Da. Il Popolo d'foJia, N, 142, 21 maggio 1936, XXIIJ (wwww).

XXIV MAGGIO IMPERIALE *

Lo· spettacolo di forza e di giovinezza svoltosi stamane, annuale dell'intervento, prima fas e della rivoluzione fascista, è stato magnifico e ammonitore a un tempo

Prepariamo, pe r difendere l'impero, le giovani armate di domani1 e poiché esse· sono animate dallo spirito fasci~ta. saranno invincibili.

Questa è la legge della rivoluzione, questa è la suprema volontà dì t utto il popolo italiano. (Una ,nanijfslazione di lrauolgmle enlusiaJmo sa/Jila q11esle parole e I, aa/amazioni .ontinuano anrhe dopo che il D11re ha lasciato · il balcone. Chia11Jalo dal grido della poderosa adunala, egli /orna ad affacciarsi a/Ire due V(J//e; s1milando sen1pre nuove, ùnponenliuime dimos/razJom).

TIRARE SEMPRE DRITTO **

Camerati ! Combattenti !

Vi domando: abbiamo tirato dritto sin qui? (La folla prorompe in 11n forn:idabile: <{ Sl ! »).

Oggi, z4 maggio, vi dichiaro che faremo altrettanto nel futuro'!

• A Roma, sulla via dell'Impero, il 24 maggio 1936, tra le 8 e le 10, Mussolini passa in rivista le forzè del fascismo e le nuove reclute della leva fascista. Rientrato a palazzo Venezia, è invocato da un'enorme massa di popolo. « Sempre più alto e appassionante irrompe il grido "Duce! Duce!' \ E la dimostrazione raggiunge il vertice dell'entusiasmo czuando il Duce appare al balcone di palazzo Venezia». Cessato il clamore, il capo del Governo pronuncia il discorso czui riportato. (Da li Popola d'lJalia, N. 146, 2:i maggio 1936, XXJII).

0 A Roma, il 24 maggio 1936, verso le Il , « le rappresentanze dei Gruppi rionali, delle Associazioni combattentiste e di guelle dell'arma)) si concentrano in piazza Voeoezia « per rendere omaggio alla tomba del Milite lgnotò e all'ara dei caduti fascisti e per elcv'are il loro saluto al Duce,. fondatore delrimpero. Sfilato innanzi alla tomba, dove è stata deposta una gralide corona d'alloro e reso uguale omaggio all'ara dei caduti per la rivoluzione, il corteo si è ammassato per linee di fronte davanti a palazzo Venezia. Tra. un ondeggiare di vessilli ed un clangore di musiche, si è propagato a un tratto su tutta queUa vasla distesa umana il grido di ·· Duce! Duce! .., martellato con ritmo sempre pi\l intenso, e il grido è prorotto in una esplosio ne formidabile di entusiasmo czuando le vetrate di pala:tzo VenM:ia sono tornate ad aprirsi e presso la baJaustra è apparso il Dure. "Saluto al Duce!•·, ordina dall'alto del balcone il vicesegtttario del P.N.F. "A noi!", urla la folla, mentre le musiche intonano Giovi,, , zza. Poi, quando la dimostrazione si placa, il Dµce rivolge all a massa adunata» le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'Ittilhr, N 146, 2) m3.88iO 1936, XXIII).

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(Le appa.r1ÙJMl1 in11orazio11i « Dur, I Dure!» .ralutano queste parole e di fU(OIIO i gagliardetti alzati rulla folla 11engono agitali futo.Ianttnte , di nuo11o le mH.Iicht i11tonano l'inno della ri11ol11zione. La dimostrazione dura intmsiJJima paréuhi minuti, durante ; quali il Duce JÌ affaccia pù) Polte, midtar,do ad ogni suo apparire ondate di fervidi.uin,o tnhuia.rmo).

PER LA FESTA GINNICA DELL'OPERA N AZIONALE BALILLA*

Il Duce uprimt il JUO plauio ed il 1110 elogio ai partedpanli al saggio, e, ton loro, a /111/t le giovani tamidt nere d'Italia, the ii preparano 111perbamenle a romp itre quei doveri ,he la patria faicùta · loro affiderà.

INTERVISTA AL « DAILY TELEGRAPH » **

Il Duce n1i ha concu.ro 1111a inlervùla in r11i ha dùcuuo le que!fioni vit«li du stanno davanti all'E11ropa dopo la villoria militare dell'Italia in A bùrinia. Data l'impurtanza di quuta conversazione, io do senz.a commenti le domande rhe ho past e al Duce e le rùposte q11ali mi iono state date e poscia ronfermate per iscrillo.

L'intervista ha Joaato i seg11enti )Wlli: mezzi per ripristinare la fiducia nel M editerraneo; futuro del/' Abù.rinia; relaz.ioni dell' Abissinia t on· gli altri poeii ; armamenti in Afrira; relazioni anglo-italiane; SÌIJl(lz.ione europea; f11t11ro della Lega; e, i11jine, l'Italia e le 1anz.ioni.

M11uolini mi ha ricevuto ml suo grande 1tudio a palaz.zo Venezia e, Jinlomatiro /Ul 1110 modo pratico di affrontare tutti gli affari Mila vita, il suo vulito era il più comodo per 1111a giornata raida: pantaloni di flan ella bianca, camicia da tenni.I e giacca di flanella grigia.

11 Duce era di ollin;o umore: felice e situro di d ,- Jnteru.ratùsi mo alla

• A Roma, al Foro Mussolini, il pomeriggio del 24 m3ggio 1936, Mussolini assiste alla festa ginnica dell'Opera nazionale balilla. In tale ·occasiom:, al termine della manifestazione, p ronuncia le parole qui riporta te in riassunto. (Da li Popolo d'ltali,z, N. 146, 25 ma&&io 1936, XXUI).

•• Intervista concessa a Roma, al redattore diplomatico del Daily T 1/11raph di Londra, il 26 ( ?) ma&&io 1936. (Da li Popolo d'[Ja/ia, N. 1.50, 29 ma&BiO 1936, Xl<!ll).

Di Benito Mussolini

,endotia dell'Inghilterra ed an1io1issi,11~ rhe lt !Ne pqro/e mi tCHJJINÙfluero là ro,winz.ione con mi me mm., prommziate.

Erco (JHi apprwo il tufo della notfra con11er1az.iom:

- Può Vo1fra E ccellenza dirmi i principi che governèrannQ la polit ica ila/ia11a per Ntl lungo periodo nello sviluppo dc/ nuovo impm, ?

- Questo compito ci te rrà occupati per molte decine di anni, perché il paese è vastissimo e si deve fare tutto.

- Le piccole potenze medilerra11ee vivono ora nel/'0111bra di una paura , he la politica imperialista italiamJ possa diventare per use una minaccia.

È quuta giustificata 7

- Questi paesi non hanno nulla da temere, assolutamente nulla. L'Italia ha dei trattati di amicizia c on la Grecia e la Turchia e intende rispettarli.

- Un altro elemento di preoccNpazio!le è dato dal nervoJismo che il ·Jo. minio italiano sul/' Albania (J"ta· in G rttia e in }ngoslavia.

- La politica italiana in Albania è chiarissima ·ed assolutament e lineare. Il suo solo obiettìVo è di mantenere e rispettare l'indipendenza di questo piccolo Stato, che p er secoli è stato in amicizia cori l'Italia.

- Con quali me/odi intendete riportare la fiducia nel batino mediterraneo ? Qnale i.rtrummlo inlernaz.ionale polrebbe esJere· negozialo per astie1,rare il rispetto dello « statu quo » e la "libertà di navigazione in q:u l mare? Sarebbe l'Italia favorevole ad 1111 patio t/el!e grandi potenzi soltanto, o desi- · derere~be includere fui/i gli S tati (U/ gruppo mediterraneo? Rititne l'Italia mc,uaria la limitazione delle forze navali?

_:_ Nelle circostanze aciuali, e fintantoch é le sanzioni perdurano, . l'Italia non può prendere e non prenderà alcuna iniziativa politica .rigua!do ad un accordo mediterraneo Ma quando le sanzioni saranno finite, noi esamineremo questì prç,blemi con il desiderio di u ggiungere una intesa e con uno spirito di collaborazione e di pace.

- Può l'Italia rauicgrare le piccole potenze mediterranee che etÌa non .rerberà loro rancore per la parie che e.r.re hanno fatto negli ultimi dodici me.ri?

- NOi non siamo un popolo incline al rancore ed io stesso lo dimostro dando questa intervista al vostro giornale, che è stato c.osl ostile e ingiusto verso la causa italiana, Io spe;o che questo segnerà l'inizio di una nuova politica da par te del « Daily 'releg raph ».

- Che cosa , /a idea donìinante per l'organizzozion, del IJNOJ)() impero italiano ? È esa/lo dire che ,ul!t linu principali verrà segsdto il modello bri• /a,miro ,u//e Indie? In quuto tosr1 !(lf'à I' Afrira Orientale ·rappresentata direttammte a Ginevra ,ome lo sono i « dominions » britannici ?

- Lo statuto organico del nuovo impeto è in via di prc~arazione.

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