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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO
Cavalleria
Artiglieri a
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Artiglieria da campagna reggimenti ( 1946) g ruppi ( 197 5) regg imenti ( 1992)
Artig li er ia da montagna reggime nt i grup pi bn tt c rie (moli i) batterie ( nomi g noli ) reggimenti
Artiglieria pesante campale reggimen ti ( 1946) gr uppi (1975) reggimenti (1992)
Artiglieria pesante- GaF reggime nti ( 1946) gru ppi (1975) regg im enti ( 199 2)
Artiglieria da costa
Artiglieria da forte/La
Artiglieria celere
Artiglieria co ntraerea Artiglieria mi ss ili
( 1992- 9:\)
Carabinieri
Guardia di Finanza
Oltremare Spagna
Enti vari Marina
Enti a terra
Capitanerie di Porto - Guardia Costiera
Unità Varie
Aviazione R. Marina (l" G. M.)
Aeronautica
Siluranti
Bombardam e nto
Caccia
O sservazio ne aerea
Ricogni zione Terrestre
Rico gnizione Marittima
Int ercettori
Idro vola nti
Scuole
Corsi Accademia Aeronautica
Enti logistici , d i s upporto c v ari
Crociera Ttalia - Brasil e Oltrem<u·e Spagna (Av. Leg ionaria)
Que sto volume vuoi essere un a piacevole e curiosa raccolta dci mott i ptu famosi c significativi adottati dai va ri R e parti d e ll e Forze Annate c di altre Istituzioni militari nel corso della loro s tmia.
Com'è noto. il motto è in genere costituito da un breve detto. o anche da una sola parola , di natura arguta. sc he rzo sa . oppure pung e nt e e allusiva. com unque all ' insegna di una ver ità le11erale permanente. Quasi sempre ricorrono quei termini c he evocano c magnificano le più elette virtù uman e : ardimenro. audacia. coragg io .fede .forza, onore, orgog lio, patria, prome z::.a. tenacia, sacrificio, vittoria. In tutti i casi. que s ti co ncetti appartengono a pieno titolo alle fiere tradizioni di un collettivo. volendonc esaltare l ' identità e i nobili ideali.
Svariati ss im e so no le fonti che hanno is pirato i motti più celebri: si è attinto all 'a raldica. all'astronomia , alla mitologia, alle Sacre Scritture, ai testi della le tteratura classica e moderna , al diritto romano , a frasi e discorsi s torici , agli inni patriottici e finanche alla tradi zio ne popolare. Div erse so no pure le lingue usa te: il latino in maggioranza, per la s ua tipica eloquenza espressiva. l'italiano , alcuni dialetti. il francese. lo spagnolo, il tedesco ln campo militare, l ' attaccamento al proprio motto è particol armente se ntito . indissolubile. Rappresenta il sa no spirito di Corpo , la chiara g uida per assolvere i difficili compiti affidati con onore ed abnegazione, spec ialme nte in tempo di guen·a quando molti Reparti assunsero il loro motto come divi sa araldica, fregiandone la bandiera o lo stendardo, in seg no di onorifica di stinzione per le loro epiche c valorose imprese.
I l motto evidenzia c riassume in modo conciso le caratteristiche c g li obiettivi delle diverse Unità , siano esse eli terra , di mare o dell'aria, nei confronti di un poten z iale avversario. ostaco lo o pericolo. Da qui l'incitame nto all'azione, al richiamo di qu e lla forza interiore. mista ai migliori se ntim e nti , che da se mpre contraddistinguono ogni militare.
La present e op e ra , frutto di appassionate e minuzio se ricerc he. è firmata dal Capitano di Vasc e llo. prof. Carlo Sabatini. al quale rivolgo il più caloroso ringraz iamento per il lodevole e lavoro svo lto , unico nel s uo genere, che andrà ad arricchire l 'importante patrimonio c ulturale delle nostre Forze Armate c s icuramente non mancherà di interessare chiunque vorrà approfondire le proprie conoscenze storico - militari.
Col. Matteo PAESANO
Prefaz I One
Il Pro f. Carlo Sabati n i. eminente primario medico. oltre agli approfonditi interes'>i professionali n el campo della De rm ato logia. ha diretto la attenzione anche ad altri due setto ri. comple tam ente est ranei alla sua professionalità, ai quali ha dedicato passion e cd cntu-, ia smo. raggiungendo competenza in ca mpo nazional e.
Il primo riguarda le Forze Arm a te in ge n ere e la Marina in particolare , interesse che co l tempo s i è tra sfo rmato in affetto profondo c h e trova la s ua prima origine ne li 'a mbiente familiare per la professione del padre, generale dei Carabinieri c del fratello. ufficiale di cavalleria . decorato con Medaglia d'oro al Yalor Militare per il suo eccezionale comportamento alla difesa di Roma . a Porta San Paolo. nel scrtembre del 1943.

A que!lti interessi di fondo \'a aggiunto il s u o sen izio in Marina quale Ufficiale in S P E, la sua partecipazione a molteplici azioni di guerra. tra le quali quell a di Capo Matapan e a ben 24 missioni di scorta ai convogli con l'Africa Settentrionale, le s u e tre decorazioni a l Yalor Milit are, la sua fe rita in combattimento c il raggiungimcnto de l g rado d i Capita n o di Vasc e ll o.
Il seco ndo se tt ore di intere ss i e di passione che lo h a attratt o per lun gh i a n ni c che lo tie n e ancora legato all'ambiente mi lit are. riguarda il campo dcll'Uniformologia . nell'ambit o della quale ha indagato e condotto ricerche e s tudi particolari su due argomenti che a prima v ista possono sembrare futili o qu a m o meno originali. m a che. invece. fanno parte della storia minore dei Repar ti c delle Unità d elle Forze Armate e che. all'esperto. rivelano un'infinità di noti z ie eli grande
Il primo di questi temi ri gua rda l'evoluzione dei bottoni utiliuati nelle uniformi militari, argomento c h e h a da to v ita. alcuni an ni or so n o, ad un volume d'indu bb io, notevole int e resse, a nche al l'Es te ro.
Il secondo, che vede la divulga7ione ne l presente lavoro, riguarda '·T motti dell e r orLc Am1ate Italiane". a ltro argomento che rivela al le ttore inaspertati scorc i di nuove conoscenze.
Anche quest'ultima fatica. frutto el i particolari ricerche. condotta con una competenza. una atte nzione. ma con una pa ss ione unica. si s in tetizza in un apporto di eccezionale va lore per la ricostruzione della s toria "minore" dei Re p a rti. ma non me no important e nella v it a delle Forze Armate.
Ce rtam e nt e s i tratta di un 'ope ra destinata acl un pubbli co ri s tret to di appass ion at i c di c ultori dcli ' Uniformolu g ia, ma che sollecita , a c hi co ns ultar- la, considerazioni e meditazioni di gra nde valore non solo storico, ma anche morale, quanto mai opportune in un ' epoca in cui a tali valori si dà scarso rilievo.
L'opera intende ricordare i motti delle Forze Armate Italiane partendo da quelli più antichi c he ri sa lgono. add irittur a. alla fine del XVII seco lo.
Essa è suddiv isa in due parti, ciascuna delle quali è da tre capitoli.
La prima parte (capitoli l. 2 c 3) comprende l"elenco di rutti i Reparti. distinti per Arma o Corpo seguiti dai rispetrivi molli.
Per qu anto riguarda la Marina i motti riportati sono so lo quelli degli Enti a terra in quanto quelli delle Unit à Navali sono s ta ti raccolti in un a pubblicazione deli"Ufficio Storico. 1 li primo capi tolo di qw..:s ta prima parte com pre nd e i motti degli eserci ti degli Stati italiani a partire. come si è detto. dalla fine del XV II sec olo fin o a lla prima metà del seco lo X lX: esso è. senz'a lt ro. il più breve. ma. indubb iamente. a nche il più interessante nei riguardi della Tradit.ionc. fl secondo capitolo. il più va to in as-,oluto . comprende i motti delle F orze Armate It a li ane a partire dal 186l. an no in cui esse furono costitui te. nomignoli. tuttavia. non stati in'>criti tutti nell'elenco alfabetico giacché mi è sembrato che fosse più semplice cercarli nel testo, alle voci "Alpini" (compagnie) c "Artiglieria da montagna" (batterie).
Di con-.cguenza i motti di lJnità inclusi nel capitolo -.ono solo quelli eli Navi entrate in scrvi7io dopo il 1998. data di pubblicazione del volume.

Accanto ad og ni motto si trova l' inclica7.ione del Reparto o dci Reparti cui i motti s tessi s i riferiscono.
Tutti i motti non in lingua italiana ( latino. lingue '>traniere. dialetti) sono o;eguiti dalla relativa tradu;ione. trascritta in carattere corsivo.
Per i Repart i più antichi è stata ri cordata la data della lo ro fonda;ione. in cons ideraz. ion e del fatto che essa ha , di pe r sé. una notevo le importan za. unitame nt e a l motto s tesso. nei co nfronti della TradiLio nc.
Per tali unità. '>pesso. ho anche indicato la data dello scioglimento. fatto, questo legato sempre acl eventi storici.
A questo punto ritengo giusto far notare come una parte degli e!>crciti di qu es to periodo fosse costituita da mercenari ge ne ralm e nte sv izze ri o tedesc hi.
Dobbi amo a ll a Ri vo lu z io ne francese. alla fine d e l XVlll seco lo. la co mparsa degli eserciti "naz ionali".
In qu esto ca pitolo ho rit e nuto opportuno in se rire anche i motti dc i Reparti della Repubbli ca Soc iale Ita liana e c iò in co ns idera z io ne del fatto c he. o rmai si tende a r iconoscere ad e!>!> i lo '·stat us" di truppe regolari impegnate. per operaLion i di guctTa. in zo ne quali il Fronte di Anzio e la Frontiera Ori entale.
A dimostrazione di questa rnia affermazione sta il fatto che proprio il 18 maggio 2004 la Commissione Difesa della Camera dei Deputati ha approvato un Disegno di Legge che riconosce agli appartenenti aUa for.te Armate della RST la qualifica di combattenti.
È. tuttavia. sottolineare che dall'elenco sono rigorosamente esclusi i motti di tutti i Reparti politicizzati. quali, acl esempio, le Brigate Nere.
Sono stati inclusi anche i motti di altri Istituti quali la Polizia di Stato c sue Specialitù, il Corpo rorestale. la Polizia Pcniten;.iaria. la Guardia di Finan7a c i Vigili del Fuoco.
Un particolare interessante mi '>embra essere dato dal fatto che questi ultimi motti sono tutti in lingua latina: molto probabilmente ciò è in rapporto con la data del l a costituz i one del Corpo, avvenuta negli anni '30 del secolo scorso, cioè in pieno periodo fascista.
Jnftne. sempre in questo capitolo sono riportati. anche i "nomignoli" che hanno caratterizzato le truppe alpine (Alpini e Aniglieria da montagna).

Ho ritenuto non solo interessante, ma anche utile aggiungere ali 'elenco dei motti anche questi nomignoli, giacché le truppe alpine sono le uniche acl avere questa distinzione per i reparti minori.
Sempre a proposito di nomignoli mi sembra opportuno notare come la maggior parte di essi sia in lingua italiana: infatti. H6 nomignoli. ben 61 sono in italiano. mentre quelli in dialetto solo 25. pari al 29.06 'R l motti dei Vigili del Fuoco comprendono anche quelli dci Corpi delle Provincie non pii:1 appartenenti all'Ita l ia (Pola. Fiume Zara). mentre ai Corpi costituiti nelle Provincie di recente istituzione non è stato assegnato alcun motto.
Esiste, inoltre. un solo nomignolo in lingua tedesca: quello della Compagnia Comando e Servizi del Battaglione Tirano.
Un 'ulteriore considerazione che può essere fatta circa i nomignoli: essi spesso ripetuti. così che. ad esempio. dello nomignolo ··La bella" si fregiano, adclirillura. ben cinque compagnie.
Nella seconda parte (capitoli 4. 5 c 6) i motti sono elencati in ordine alfabetico.
Per ogni singola lettera quelli in lingua latina precedono sempre quelli in lingua italiana o in altre lingue: tutti sono riportati nella dizione originale, senza la relativa traduzione.
Questo per un duplice motivo: sia per non appesantire troppo il testo. sia per rendere più facile la ricerca dei Reparti che di tali motti si fregiano.
Accanto ad ogni motto, infatti. trova l'indicaLione del Reparto o di quei Rcpa11i cui i motti appartengono.
L'e l enco alfabetico ha. per di più. un altro vantaggio: quello eli garantire che i motti siano riportati una sola volta. sia perché uno stesso motto può es ere riportato una o più "olte, ad esempio in conseguenza della trasformazione dei reggimenri in battaglioni c in gruppi c della nuova trasforma;.ionc di quesri in reggime nti, come è accaduto, rispe tt ivamente negli anni 1947. 1975 e 1992.
Benché, come sì è dello. i motti, nell'elencarli, siano stati in due parti, ognuna delle quali. a seconda che sì trani della prima o della seconda, comprende o l'elenco nominativo dei reparti con i relativi motti. o l'elenco alfabetico dci moui tutti sono stati conteggiati in un unico conresto. in modo da evidenziare con maggiore facilità i dati l quattro motti che ho ricordato ebbero un carattere puramente ufficioso. tuttavia. nel 1979. l'Ispettorato delle Scuole. ritenendo giu s to ed opportuno che ogni Corso volesse distìngw.:rsi dagli altri con un mollo che, con una !>ola parola, cost itui sse. per ogni Allievo, una norma fondamentale dì vita, non so lo proclamò l'uffìcìalità dci motti dci Corsi, ma anche che questi. nel numero di venti. dovessero nel tempo. appunto con ritmo ventennale. così come, del resto. avveniva per i Corsi dell'Accademia Aeronautica. l n co ns id eraz ione di ciò ho ritenuto opportu no c lassi fica re questi part icolari motti tra quelli della Marina, tanto pitl che, all'epoca. dirigibili e idro,olanti proprio della Marina erano divenuti parte integrante.
Particolarm ente interessante mi sembra doversi considerare la storia elci motti dell'Accademia Militare.
La R. Accademia di Artiglieria e Genio dal 23 giugno 1933 si fregiò del motto " lcere et dìsìcerc. cxtruere el diruere". mouo che fu conservato anche durante il trasferimento dell'Accademia a Lecce. fino al 1946.
Parim e nti la R. Accademia dì ranterìa e dal4 settembre 1928 ebbe il motto "Una Acics", sostituito il 28 ottobre 1933 dal nuovo motto ·'Preparo alle glorie d' Italia i nuovi eroi". motto anch'esso conservato dumnte il trasferimento a Lecce. fino al 1946.
Nell946 l'Accademia Militare. ormai unificata. tornò al vecchio motto "Una Acies" che. tuttavia. divenne ufficiale solo il 15 ottobre 1947.
Nel 1949 gli allievi del 6°/131 o Corso ( 1949-51) sì dettero spontaneamente i l motto "Qui-; ultra?'' motto. peraltro, già usato dall'Il o Rgt. Bersaglieri c dalla Divisione "San Marco·· dell'Esercito della RSI.
Da quell'anno occorre giungere al 1968 per avere il motto di un altro Corso: fu, infatti, in quell'anno che gli allievi del 150° Corso si deuero il motto ''Montello". in occasione eli un campo d'anna, in ricordo di Francesco Baracca. caduto. 50 anni prima. appunto sul Montello. dove il campo si teneva.
Dopo di allora fu il 153° Corso ( 1968-70) a daro;ì un mouo ("Onore c Fedeltà''), seguito dal 158° Corso (1977 -79) che si aurìbuì il mollo "Pantera ... con l'intenzione c he esso avrebbe dovuto mettere in evidenza. affinché fossero di incitamento, i caratteri dì aggressività di questa belva.

In conseguenza di c iò il primo motto della ser ie fu quello del 160° Corso, "Dovere". motto che fu ripetuto, nel 1999, col 180° Corso ("Dovere due") e da allora la serie continua con la stessa sequenza.
Un cenno particolare mi sembra doversi dare ad un gruppo di motti relatÌ\'Ì alla Marina.
Nel co rso della l Gu erra Mondjalc a lla R. Marina fur ono affidati molti compiti estranei a l mare. con armi del tutto nuove, così che il personale tutto (ufficiali. sottufficiali. sottocapi c comuni) si trovò ad operare sui treni armati. sui dirigibili e sugli idrovolanti.
In tutte queste nuove destinazioni questi uomini. naturalmente. portarono le loro tradizioni navali.
Secondo G. C. Sp ezia le " qu e i marina i avevano imp arato, a bordo. a considerare il motto de lla nave come un particolare di distin7ionc e d'onore. come una tradizione bellissima: è naturale, qui ndi , che essi ricercassero cd avessero motti ed imprese per le loro nuo ve, pcrigliose a nni ".
Molti di tali motti e ran o asso lut ame nte per so nali , ideati dag li stess i piloti e da fatti riprodurre sugli scafi dei loro apparecchi.
E ancor oggi una caratteristica dci motti dci Reparti di volo dcii" Aeronaut ica è quella di essere sem pre riprodotti sugli scafi degli apparecchi l motti dcii"Esercito c dell'Aeronautica della Repubblica Sociale no n hanno ris co ntri con qu e lli del R. Esercito e della R. Aeronautica, me ntre ciò non avvi ene per la Marina , tanto c he abbiamo se i motti in com un e tra la R . Marina e la Marina Repubblica na .
Ess i so no. in ogni caso, accompagnati da raffigurazioni grafich e costitu it e da disegni tendenti a rappresentare visivamente il concetto espresso dal motto.

Così. ad esempio, lo '>lemma del X Gruppo Caccia c quello del XXV Gruppo Bombardamento TeiTcstrc dell'Aviazione Lcgionaria nella Guerra di Spagna ( 1936- 1939). pur avendo in comune la raffi g ura z ion e di una palma (da Palma di Maiorca. che di tali Reparti era sede) caratterizzata dallo stesso motto "Baleari" è raffigurato in modo molto diverso, per ognuno dci due Reparti.
Un ap pos it o ca pitolo (il 7° ) è stato dedicato ai motti comu ni tra le dive rse Forze Arma te : ho. infatti , tro vato ben 41 motti comuni tra la M arina c l'E sercito. mentre quattro soltanto sono risultati i motti in comu ne tra Esercito. Marina e Aeronautica.
Il primo di essi è ··sufficit animu s··. comune alla Fre gata Licio Visentini c a C irco ma re Tor re Ann un z iata, p e r la Ma rina , al 27° g r. AVES e al 17 ° Gruppo. intercettori tclegrafisti per l 'Eserc ito. no nch é a l 3° Stormo Aerei Siluranti e al 3° Stom1o Caccia per l" Aeronautica.
Il secondo. a sua vo lt a. s uo na: ··virtute duce, cam ite fortu na" cd è appartenuto all'incrociatore Pomp eo Ma gn o. nonché ai due sommergib ili Luigi Galvani ( 19 1R- 1938 e 1938 -1940): a l 24 ° rgt. fanteria "Co mo'" c a l 130° Gruppo Aerei s i luranti. mentre attualmente di esso '>i fregia il W gr. Elicotteri della Marina.
Il terzo motto ("No li mc tan gcre") è comu ne al smg. Ruggero di Lauria, al 90 ° rgt. f. e alla 147" Squadrig li a Ri cog nizion e Te rre s tre.
Il quruto motto. infin e. ··Per aspera ad astra'". accomuna il Mocenigo, il 38 ° . il 53° c il 63 ° rrgg tt. di Fanteria. la Se/ione Aerea di Napoli de ll a Guardi a eli Finan za c la 138 ° le g. MVS N. mentre, per l' Acron a ul ica, apparti e ne alla 46" Aerobrigata Tras porti .
Su ll a base del le considerazioni in preccdcnta ricordate i motti dc i Reparti e de i Corpi della Repubblica Sociale !>ono stati inclusi nei due elenchi (nom in ativo c a lfab e ti co) del seco nd o capitolo: essi. tutla v ia , si distinguono dagli altri pe r esse re co ntrasseg nati d a lla s igla RSI seg uit a d a ll e lettere A, E. M per s ig nifi ca re l" appartene n za dei molli stessi a ciascuna delle tre For7c Arma te.
Du e di questi di unitù na vali: il CT Dardo, il cui motto originale ("' Perché securo scocch i") fu -.ostiluito con quello della R. Corazzata Amalfi ('"Ardimento ed impeto"') c il smg. CB 19. cui fu assegnato il motto ·"Ardisco ad ogni impresa", g ià del R. In crociatore Pota e della R. Torpediniera Castore.
Un cenno a parte merita il motto della corvetta La 8atailleuse (FR 51): questa. già catturata \'erso la fine del 1942 nel porto di Tolone. il 9 settembre 1943. fu affondata dall'equipaggio nell'Arsenale di La SpeLia. dove si trovava ai lavori.
Re eupe rata dai Tedesc hi fu da questi tra sfe rita alla Marina della Repubbli ca Sociale dalla quale ebbe assegnato il motto. già del smg F 12. "Ardisci e spera''.
Due motti. già di unità nmali : "'A voga arrancata e a spada tmua·· (R. CT TtJriRO) e " Deliberato di toccare il sehrno" (R. Cf Freccia) furono assegnati a due battaglioni della X Rotti g lia MAS, denominati, rispettivamente ... Valanga'' c "Freccia'',mentre illll 0 Gr. rut. "San Giorgio.. riprese il mollo dell'omonimo R.T ··san Giorgio'', ·Tutor et ultor··.
A sua volta. rtn cr. Taranro conservò il suo motto: ..Ovunque un raggio della g loria d'Italia'·.
Infin e. i l motto "Secondo a nessuno". già del R . smg Enrico Dandolo, fu. a sua volta. assegnato al 3° btg. del 1o rgt. Difesa Territoriale.
Tuttavia. nel conteggio finale. i motti di questo gruppo sono stati considerati in un unico numerico insieme a quelli delle Forze Annate vere e proprie. raggiungendo, così. la bella cifra di ben 2076 motti.
Sollo la voce Enti Vari. infine. ho voluto riportare i motti delle Associationi d'Anna. dei loro Raduni. dei Musei delle varie Anni. ecc .. Enti tutti strettamente legati Forze Armate. di <.:ui rappresentano la Tradiz ion e.

Tutti i motti riportati non sono soltanto quelli ufficiali. regolarmente concessi in base alla Legg e no 293 del 24 mar7o 1932. ma anche quelli ufficio si <.:he. nella quasi totalità dei casi. ho potuto ricavare da medaglie commemorative, da vecchie cartolin e rcggime ntal i o dai crest. 2
Ho. infatti. ritenuto opportuno renderli noti non <;olo per l'assenza di motti ufficiali. ma anche proprio perché anche da essi si possono ric;l\are utili informazioni sullo spirito dei Reparti stessi.
Comunque, nell'elenco a lfabet ico i motti ricavati da pubblicazioni ufficiali (Giomale Milit are Ufficiale. Bollettino dell'Ufficio Storico dell'Esercito. dai vari Mu-.ei Storici delle ForLC Armate. da pubblicaLioni diverse dei vari Uffici Storici. ccc.) e che, di consegue nza. possiedono indubbi caratteri di ufficialità, so no , ne li 'e lenco al faberico, contrasseg nati co n un asterisco.
L'asscn7a del motto. ufficiale o meno. per i Reparti che per qualsiasi motivo ne siano risultati privi. è . nel testo. indicata dal (----)che. nell'appos ita colonna segue, appunto. il nome del Reparto s tes so.
2 Nella Marina Militare la tratlitionc dei cre:-.t nella 'cconda mctit delr800. quando i tappi di volata dei cannon i delle navi da sem pl ici co ni in le gno si tras formaron o in oggclli in bron/O più elaborati col nome c con lo >lemma dell'unità. al nome della na\'e. in molti fu aggiumo il rnono ddla Ila\ C ln tutto il testo i nomi delle diverse provincie sono indicati con le relative automobilistiche delle provincie
Ricorderò, infine, che, allo scopo di se mplificare la ricerca. ne ll 'elenco alfabetico. ai motti della Marin a e dell'Aeronautica. fanno seguito. rispettivamente. le lettere M ed A. in modo da renderli immediatamente riconoscibili.
Quanto a ll e abbreviazioni, esse so no, in ge nere, quelle usate dall'Ufficio Storico de llo Stato Ma ggiore Esercito. mentre le abbrev iazi oni relative alla Marina quelle in uso nella stessa.
I Nt R Oduz Io Ne
Con la parola motto s'intende rappresentare una frase breve ed espressiva nella quale si compendia, con valore esemplare c imperativo. il programma di vita di una persona o di una comunità.
E a questo proposito mi sembra interessante ripo11are la definizione di ser Giovanni Boccaccio secondo cui deve·· esser la natura dc· motti cotale, che essi. come la pecora morde, deono così mordere l'uditore c non come il cane, per ciò che, se come il cane mordesse, il motto. non sa rebb e motto, ma villania''. 3
Particolare importanza rivestono i "molli araldici": essi accompagnano l'arme o divisa che della persona o della comunità costituiscono l'identità c ne rappresentano simbolicamente alcune proprietà o pa11icolarità.
L'uso dei motti risale classica. tanto che di essi si fregiavano gli scudi dei principali eroi delle tragedie di Eschilo e di Euripide.
Così ben noto a tutti è il motto posto sullo stemma eli Roma: "Senatus popolusque romanus·· (S. P.Q. R. ).
Pa11icolrumcntc diffuso fu l'uso dci moni nel Medio Evo e nel Rin ascimento e di motti. in fatti. si fregiano gli stemmi delle famiglie regnanti o. comunque. nobili.
Non abbiamo noti7ie celte sui motti o sulle ·'imprese" che accompagnavano quasi sem pre le insegne araldiche d e i comandanti delle diverse formazion i militari , ma dobbiamo rit e nere che essi fo ssero proprio quelli degli stess i comandanti.

Spesso i motti e ra no derivati dall e "gr id a di guerra" o ··grida d'arme" lan c iate dai comandan ti prima del comballimento o nel corso di esso e c he solo in un secondo tempo en travano a far parte dello stemma di que:-.ti.
Tutt avia. nei riguardi dello sc udo , di cui tanto le grida quanto i motti costituivano un ··omamento". esisteva una differente sistemazione degli uni rispetto alle al tre.
Le grida di g ue rra , infatti, erano ge ne ralmente s ituat.e al disopra dello scudo. mentre i motti. po s ti s u di un cartiglio. e rano riportat i so tto lo sc udo.
A vo lte , tuttavia. il motto. costituito da una sola parola. trovava posto addiri ttura all'interno dello scudo. così come. ad esempio. si osserva negli s temmi dci comuni di Bologna e di Como nei quali è inserita la parola "LlB E RTAs··.
Secondo il Ménéstrier le "grida". anche se tutte lanciate allo scopo di incitare i combattenti, si diversificano tra loro in otto gruppi diversi, a seco nda dell'intento col quale erano state pronun c iat e .
Abbiamo. di co nseguenn: a) grida di ini'Oca <. ione: rivolte, in ge n ere, a Di o. alla Vergine o ai Santi con lo scopo di c hi ede rn e la protezione. Così i l motto della 49 ° cp. del btg. a l p. Tira no s uona 'Di Di o", mentre ··san M a rco' ' è il grido di g u erra del Reggimento San Marco. così come lo era per le fanterie della Repubblica di Venezia. 4 b) grida di decisione: intese ad esaltare lo slancio dei comba ttenti. c) grida di sfida: lan ciate contro il nemico allo sco po di intimiclirlo: "Cave! Adsum!" (Attento! To sono qui!), motto del 40° reggimento fanteria c della 394" Sq. Caccia. d) grida di combattimelllo: intese ad esal tare l'ardore dci combattenti: "Tridentina avanti!". è il motto della Brigata Tridentina. in ricordo dell'incitamento del Generale Rc verber i ai suo i alpini alla ballaglia di Nikolajewka; "A moi, mcs clragons" è quello lan cia to da Vittorio Amedeo TT, Duca di Savoia, alla battaglia di Torino del 7 settembre 1706. c) grida di gioia: lanciate per esaltare il buon esito di un'impresa: ''Alto l'onor tenemmo··, mono del 33° rgt. a. cam. in ricordo della strage della Divisione Acqui a Cefalonia. f) grida di m'l'enimemo: int ese a ricordare ed esa ltare un fatto s tra ordinario nella s toria de l R epa rt o: "Savoye, bonnes nouvell es" motto d e l regg imento Savoia Cavalleria. ci ricorda il grido del Duca Vittorio Amedeo Il di Savoia alla notizia della vittoria nella battagli a di Torino. sempre il 7 se ttembre 1796. notiLia portatagli da u n e roico portaordini gravemente feri to per una sciabola ta al collo g) grido di raccolta: lanciat e da l comandante per raccogli ere accanto a .sé i co mbattenti. specie in momenti difficili: "A mc le Guardie!". mollo dci reggimenti Granatieri. h) grida di esona:ione: intese a ricordare ai combattenti i loro doveri verso la Patria. il R epa rto , ecc. "Credo e vinco", motto dcll'82° reggimento fanteria.
"A vanti! Avanti!'' è il motto del 97° reg gime nt o fanteria e della T orp Gen. Comore".

Tali grida comu nqu e. spesso si confondono con le grida di sfida o di raccolta.
Giova ricordare che propri o in ricordo del fatto. il co lore della crava lla degli appa t1 enen ti n l regg imento è di co lore rosso.
Sappiamo per certo che verso la fine del '500 la poppa delle navi era ornata da motti che dovevano essere int es i s ia come parola d'ordine o programma, sia come segno di clistinzjone.
Sp eLia le riferisce. infatti. che sulla capitana di Francesco Morosini il Pelopon n es iaco. e ra scolpito il motto "ln certamine prima" (La prima nel combattimento).
Veniva, così. a poco a poco, cos tituendosi una vera e propria tradi z ione com -
4 In que.-to campo il motto pii1 noto è -.cnta alcun dubbio quello deii"Esercito Tedesco. nella Seconda Guerra Mondiale. "Gott mit uns" (Dio co11 1101). impresso fihhia dci cimuroni dei plctamente fondata sui concetti, sempre el eva ti. che i motti . suffragati dalle imprese . hanno . poi. tr adi zio nalmente. perpe tuato nel tempo.
L a parola "tradi z ion e'' è derivat.a dal l atino ''tradcrc" c he significa co nseg nare, a1fidare , tramandare ai posteri.

Nel D iritto R omano, infatti. con l a parola "traditio" s'inten deva indicare la conseg na di una cosa. mobi l e o immobile. da un soggcno ad un altro.
I n senso traslato. per "tradit.ionc" si intende il complesso delle notizie, delle memo ri e. dell e test im on ian ze che sono trasmesse da una genera z i o ne all'a ltra.
La tradizione rapprese nta , dunque, l" insieme deg li usi. d ei costumi. ccc. c he, tr as messi di generaz i o ne in ge neraz i one. si cos titui sco no, co l passare del tempo, addirittura in regole.
A second a del modo in cui questa tra<.,mi'isione si attua, dio;tinguiamo una "tradii i one orale c una ''tradizione scriua'': aggiungeremo <.,ubito che la tradi1ione o ral e è note vo lmen te l a più diffusa c che la tradizione scritta è sempre conseg uente alla tradizi o ne ora l e.
Aggi ungeremo. infine, che vole nd o (c dovendo) cons id erare gli argomenti oggetto della tradit.ionc, dobbiamo distinguere una tr adi donc religiosa. un a tradit.ione giuridica. una tradi7ione popolare. una tradizione militare. ecc
La t radizione religiosa cris ti ana tro\ a il suo fondamento nella predicaLIOne deg li Apostoli. intesa a diffondere gli insegnamenti di GesLI Nazzareno: solo in un seco ndo tempo g li stessi Apos toli c i l oro diretti discepoli misero per i scritt o ta li inseg namenti , dando , così. origin e al Nuovo Testamen to.
A questa parte della trad i z i o ne religiosa che r ap presen ta l a parte dottrinale della nostra stessa Re l igione (Trad i zione Divina c Tradi7ione Apostolica) va. poi. aggiu nta un'altra parte . costituita da regole c cosrumi. se m pr e di carattere che si è andata accumulando nei seco li .
Naturalmente , qu este consiclcra7ioni poss ono prese a fondamento anche nei confronti de lle altre gra ndi Re li g ioni monotc i sti c he .
La tradizione g iuridi ca . a sua volta. è fondata non so l o sug li usi e sui cos tumi di caratte re giurid i co dei vari popoli. ma anche su tutt a quella serie di norme co mp o rtam en ta li che costi tui scono si a la base del Diritt o Roma no . si a di q uelle di altri popoli.
L a tradiz i one popolare è meglio no ta co me fo lkl ore: co n ques to nome, derivato dall'unione di du e parol e ingl es i (folk. popolo. e !ore . insieme di tradizioni) si deve intendere, appunto. lo studio de ll e varie manifes taz ioni della vita di un popolo attraverso i tempi.
Distinguiamo. così. un fòlklo re musicale c he è rappresentato dal pat rim onio di musiche e di canti elci vari popoli c paesi e un folklorc etn o l ogico che eli questi popoli studia l e abi tudini, gli u!> i c i costu mi.
Quanto alla tradi L. ionc militare. anch'essa, ovviamente. si rifà al pa ssa to cd è tanto pii:1fo11e e radicata quanto pi ì:1 l o ntana ne l tempo è l'ori g ine dei vari Stati c. di co nseguen za, d c i l o ro Eserciti.
Es i stono tutta v i a. in campo milit are. tradi zio ni com uni a tutti.
Vogliamo. qui. alludere a quei concetti di Patria. di f-edeltà. di Onore. di
Coraggio. ccc. che hanno sempre rappresentato i pilastri di tutti gli Eserciti e di tutte le Marine.
Una delle piì:1 ev id en ti manifestazioni delle tradi zion i militari è data dalle uniformi e dai loro accessori.
Lo studio delle uniformi co'>tituiscc quella che può considerata. a tutti gli effetti.una vera c propria Scicn7a. au!->iliaria della Storia Politica. ma. soprattutto, della Storia Militare: I'Uniformologia, appunto.
Proprio aii"Uniformologia, infatti. è devoluto lo !'>tuclio sistematico delle unifor mi dei vari Eserciti attraverso i tempi, così che essa ha rapporti partico larmente stretti non solo con la storia de l costume, ma anche con la Storia in generale. nelle sue diverse branche relative ai vari aspetti della parte militare di e'>sa, quali la storia clelrorganica militare, la storia delle armi c degli armamcnti.la storia dci trasporti.la storia dci mezzi di comunicazione, cui va aggiunto un i ne\ itabile collegamento con la vita civile. anche se, a volte, è stata proprio la moda militare a influenzare quella civi le.
L'uniforme è definita dal Regolamento di Disciplina dell'Esercito Sardo, emanato da Re Carlo Alberto nel l 831. come "una foggia del vestire, determinata dal So\'rano. che distingue le persone addette alla Milizia. i diversi Corpi ai quali essi appartengono e i vari gradi onde sono insigniti''.
Per la verità il termine ··uniforme" è piuttosto recente: infalli, nella Circolare no 158 del Giornale Militare del 16 dicembre recante il titolo "Prescritioni circa le varie uniformi ( monture) degli Ufficia li. si precisa che " la parola uniforme è qui adoperata invece di montura. come fu così dettata dal Regolamento eli Disciplina".

E se l'uniforme è andata via adeguandosi ai tempi. tanto da perdere i suoi co lori sgargianti e divenendo sempre più comoda c funLionale, pure alcuni elementi di essa. quali le mostreggiature, i bottoni. i fregi dei copricapi c i copricapi stessi sono rimasti. in molti invariati.
Per di più, me ntre la moderna ··unifo m1e da combattime nto ... la cos iddetta "mimetica" ha. orma i , in pratica, messo su ll o stesso piano i diversi Eserc iti . possiamo vedere come le tradizioni dei Reparti siano affidate. in molti casi, alle cosiddette "uniformi s toriche" che vengono indossate da particolari form<uioni di rappresentant.a dci Reggimenti più antichi. particolarmente ricchi di glorie militari.
Non tutti i Reparti possono, ovviamente. esibire le loro uniformi storiche, così che, per ess i , la tradizione è messa in evidenza sol tan to dall'Araldica.
T utti i Repa rti , infatti. hann o un proprio stemma ara ldico nel quale sono raffigurate. s i mbolicamente, le campagne di guerra c i ratti d'arme che costituiscono la storia elci Reparti stessi.
Lo stemma si accompagna. poi. ad un motto che ha rappresentato c rappresenta l'impegno che deve guidare gli uomini dci vari Reparti nello svolgimento dci compiti loro affidati, particolarmente in guerra.
Come co nseg u e n za di quanto sia mo andati dicendo. si può, dunqu e, affer mare che la tradi:done militare è alla base di quello Spirito eli Corpo che trova . appunto. la sua principale sorgente nella trasmissione delle glorie dci singoli Reparti.
Tuttavia, accanto al ricordo de!Je gesta che ai Reparti dettero lustro, acca nt o al desiderio di aggiungere sempre nuovi allori a ll e a nti che glorie, dobbiamo ricordare che accanto a ques t i valori. che possiamo definire di prima grandezza. vi sono anche tanti altri concetti che possono sembrare di '>Carsa importanza. ma che. invece. hanno anch'essi un notevole valore nei confronti del mante nim e nt o d i un sa no Spirito di Corpo.
Così, nel l R76. il Capita no Miche l scr iveva: ''N i uno potrebbe immaginarsi con quanto rammarico il solda to abbandoni l'uso di un oggetto tradit.ionale o smett a un fregio che dalle altre truppe lo distingueva".
Ebb ene, dopo oltre 100 anni dalla costituzione dell'Esercito It a li ano la verità di que s to assu nt o è dim os trata dal malcontento s usc itat o dai cosiddetti "bottoni pluri<uma" adottati nel 1971 dall'Esercito Italiano, malcontento più evidente, ovviamente, negli Ufficiali c nei sottuffìciali. ma pur anche nella truppa.

E il malcontento è giunto a tal punto da fare ignorare. in qualche caso. questi bottoni unificati, conservando nelle uniformi. specie in quelle da sera, prive di mostrine o baveri tra dì loro d ivers i , bottoni del vecchio tipo.
Venendo. ora. a considerare i motti dì per se stessi. noteremo, per prima cosa come essi intendano mettere in evidenn. il più sinteticamente possìbìle.le caratteristiche e gli obiettivi delle diverse unità . .-,iano esse dì terra. di mare o dell'aria. n ei co nfronti del potenziale avversario.
Ne consegue. pertanto. che i motti debbono essere considera li come u n incitamento all'azione e che essi. hanno. pertanto. lo scopo di far leva sui migliori se ntim e nti di ogni militare.
Ciò è tanto vero che spc!>so uno stesso motto è stato adottato da tutte e tre le diverse Forze Armate o. in ogni caso, da pÌLI Rep a rti .
L'origine dei motti è la più vari a.
Molti dì es..,i esprimono concetti personali dovuti a chi lì propose, vedi. ad esempio, i motri dci piloti degli idrovolanti della R. Marina nella l Guerra Mondiale.
In altri cas i i moll i sono dov uti all'iniziativa propria de i Comanda nti degli stess i R epart i .
Un terzo gruppo di motti, infi n e, è dovuto ag li Uffici Storici delle singole Forze Am1ate.
Jn genere chi ha propo s to il motto ha tratto ispira.done dalla Lellcratura. sia essa latina s ia essa italiana. o. in ge nere, dalla Tradizione.
Pe r la Le ll cra tura Latin a le fonti maggiori so n o rappresentate da C ice ron e e da Virgilio.
Quanto alla Letteratura Italiana le fonti più utìliv:ate sono Dante Alighieri e Gabriele D· Annunzio, al quale possono essere riporta t i, addirittura. oltre quaranta motti, n e lla maggioranza suddiv is i tra la M ar ina e l 'Aviaz ion e.
Na turalmente il mutare dci tempi e. consegue ntemen te, il mutare dei costu mi ha sem pre avuto la s ua inllucnLa nella formulazione dci motti, pa11icolarmcnte in questi ultimi anni.
Così, dal l 946 in poi. abbiamo visto scomparire tulti i riferimenti sia alla forma is titu z ional e dello S tato, s ia al s u o reg im e politi co .
Per quanto riguarda la Marina si deve ricordare che la breve durata della vita di una nave. circa 20 anni. ha fatto che la radia.done dal '>ervizio di un 'un ità na vale fosse seguita dall'entrata in servizio di un· altra cara tteriz?at a dallo stesso nome.
È evidente che in casi il motto dell'unità precedente era mantenuto.
Così. ad e<,cm pio. hanno conservato il loro motto molte delle unità delle si "Soldmi" che. nel temp o. si sono rinnovate ben tre vo lte, anche se con caratteristiche diverse, in rapporto al mutare dei tempi c delle tecniche.
Ug ualmente. il motto"Al tius tendam" (Sempre più in alto). ispirato al motto della famiglia Doria , "Aitiora peto" (Cerco le cose più elel'(lte). g ià ponaro dalle tre unità che. n e l temp o. hanno avuto il nom e del grande Ammiraglio ligure. è stato assegnato ad un cacciatorpediniere che è s tato varato nel 2005 c che quindi. la quarta unità della no stra Marina a fregiarsi di questo motto.
Così pure. alla nuo\ a ponaerei Ca\'Our. per la quale è prc' is ta la consegna alla Marina nel 2007, solo apparentemente non è stato assegnato il motto dell'unità che l'ha immediatamente preceduta, la corazzata Conte di Cavour.' ' A nessuno seco ndo". 5 l n precedenza, nel 1921. ai cacciatorpediniere Pilade Bron -:.erti. Agostino Berta n i e Fmncesco Nullo, a segui to della loro partecipazione all'impresa di Fiume. guidata da Gabriel e D'AnnunL.i o. non solo era stato mutato il nome in quell o. rispettivamente, di Giuse ppe De-;. -;.a. Enrico Cosen;:. e Fmtelli Cairoli, ma anche il morto.
Infatti il motto "In arduis scrvare mentem" (Consermre l'animo saldo nelle m·,·ersità) non è altro che la seconda parte eli un verso tratto da un'ode del poeta Orazio: "Acquam memcnto rebus in ardui s se rvare ment c m" (Ricurdati di consen•are l'animo sa ldo nelle Ol'l'er,\itcì "),c he fu il secondo motto della co raznta . aturalmen te.lc unità per le quali la' ita si continua nel temp o. conservano sempre il loro motto. anche dopo il loro sciogl imento .
Per quanto riguarda la Marina solo eccezionalmente è avvenuto che acl un'unità fo sse cambiato il nome e . in modo ancor pitl eccezionale. c h e al cambiamento del nome si anche quello del motto.
Così. dopo la caduta del Fascismo (25 lu g lio 1943). abbiamo visto mutare il nome della corazzata Lillorio in quello d 'Italia c assegnare il nome del cacciatorpediniere Artigliere. affondato n e lla nott e su l 12 ottobre del 1940. al cacciatorpediniere Camicia Nera che della stessa Squadriglia ;n eva sempre fatto parte e che a quel co mbattimento aveva partecipato.

La ste ssa cosa. de l resto. è accaduta a quelle unità dell'Esercito caratteriuate da nomi non più in si ntonia col mutato regime istituLionale quali il 1o Regg imento fanteria Re. carattcriuato dal motto "Nomen. omen" che ebbe il nome tramutato in quello eli l o Reggimento fanteria San Giusto con motto
'Va. infatli. ricordato che la prima unit il a portare il nome del grande sla tista. fonda tore della Marina unitaria. fu il trasport o ColliP di Cai'Our, armato dalla R Marina tra il 1860 c il 1894 e t:hc fu un'unità di una certa rilevan;a. tanto da anche compiti di nan: \Ctto la a \'da. a lianco dei più Am<•rixo Vespucci ( 188.+-1928) e Flm io Gioia ( 1883-1920) ln fa tti ad esempio. su 387 R eggimenti di Fanteria ben 66 mancano de l loro motto (17 .05'k ). rn fatti. s u 162 re gg im e nti di f a nt e ria impi ega ti n e l per io d o l 940 -43, quelli di sc io lti in segu ito ad operaz io ni di g ue rra furono 55 (37, 16<Jc ). quelli disciolti in seg uito ali' armis ti zio furono 83 (51.23 % ), mentre quel l i che riuscirono a superare indenni l'ev e nto furono so lo 24 (14,8 1%). li Decreto precisava: "Tale attestato consisterà nell'autorizzare i detti Corpi a servirsi ufficia l me n te e a fregiare le loro bandiere o stendardi . di un motto che si ritenga meglio adatto a testimoniare l dei fatti che danno motivo all'o norifica di s tin z io ne".
"Fedele sempre"; il 9° Reggimento fanteria Regina, caratterizzato dal motto "Sicut te candidi, candidissima regina" nuovamente denominato 9° Reggimento fanteria Bari con un nuovo motto: ..Ai bianchi gli ardimenti'' c il Reggimento "Savoia Cavalleria.. che nel 1948 non c;olo vide mutato il suo nome in quello di "Gorizia Cavalleria.. , ma ebbe mutato anche il motro che, pur cercando di rifarsi alla tradizione del Reparto, era assolutamente privo di buon gusto: esso, infatti. riecheggiando il vecchio motto "Sm•oie! Bonn es noul'elles.' "era stato trasformato in "Gori:ia, buona nori:ia.'".
Fortunatamente, qualche anno dopo. ci !li accorse che ad un Reggimento che aveva due secoli c meno di storia non poteva essere mutato il nome con tanta leggereaa così che, nel 1958. Savoia Cavalleria riprese l'antico mollo c il vecchio nome.
Altro cambio di nome, sia pure partiate. ha dovuto '>Ubire. dopo il mutamento istituzionale. il Reggimento Piemonte Reale cui fu tolta. appunto. la denominazione di "'Reale...
Successivamente, la trasfonnazione dci Reggimenti in Battaglioni c Gruppi, avvenuta nel l 975 ha portato. in molti casi. al cambiamento del nome del rep<U10.
A tali reparti. infatri. sono stati nomi nuovi. per lo più in rapporto alla Guerra eli Liberazione. da essi combattuta. c attribuiti nuovi motti. per lo più in lingua italiana.

A questo punto è necessario precisare come spesso il nuovo mollo in lingua italiana non sia altro che la traduzione in italiano del vecchio motto in latino.
In propo'>ito occorre ricordare che ancor oggi la maggior patte dei motti è in lingua latina. mentre i motti in lingua italiana sono poco più del meno di essi.
La lingua latina, oltre a tutto. aveva cd ha il pregio <.Iella sinteticità, anche se nella massima parte dci casi i mouj in latino, a lm eno nella prima del secolo scorso. erano assolutamente incomprensibili alla maggioranza dci militari, molti dei quali. addirittura. proprio sotto le armi imparavano a leggere c scrivere.
In assoluta minoranza sono i motti in lingua straniera (34): di questi otto sono in lingua francese. due elci quali adottati da reparti la cui origine risale addirittura alla fine de l XVII secolo, mentre la guerra di Spagna ( 1936-1939) ha portato alla formulalione di selle motti in lingua '>pagnola.
Dalla prima colonia italiana. l'Eritrea. abbiamo tre motti, due in lingua tigrina e uno in lingua amhara. propri dei battaglioni indigeni.
Tra i motti dei vari corsi dell'Accademia Navale ne esistono, inoltre. anche due in latino.
Esistono, infine. due motti in lingua greca: quello della Capitaneria di Porto di Catania che. così. ha 'oluto ricordare le origini greche della Sicilia Orientale c quello della XIV Zona CC.NN. (Palermo).
In lingua greca abbiamo anche undici motti di Cors i dci i ' Accademia Navale i quali, tuttavia. sono trascritti con grafia latina e non appaiono. dal punto di vista grammaticale. proprio perfetti. probabilmente perché. per la mancanza di un vocabolario greco da consultare. riportati a memoria.
Appunto per segnalare il fatto, accanto ad ognuno di tali motti è Mata riportata la parola nei cm·attcri originali.
Più freque nt e l 'uso dei dialetti (friula n o. ve neto. lombardo. abruaese. napoletano. -;a rdo). particolarmente nume rosi nei re p art i alpini. caratteri.uati dal reclutamento regionale.
Ri e piloga ndo, dunqu e. s u un total e di 2091 m ott i c he ho potuto raccog li e re, 1029 (48,84%) sono in lingua latina. 929 (44.08%) in lingua ita li ana. 111 (5.27%) in diaIctio e 38 ( l .81 Cff) in li n g ua stran iera ( 13 in lingua greca. 8 in lingua francese. 7 in spag nolo , 3 in lingua svedese, 3 in lingua tedesca,. 2 in tigrino e l in ama r ico).
Dei motti in dialett o la maggio ran z a è data da qu e lli in dialetto ve ne to (30. pari a l 27.77 % ): seguono i motti in dialetto fri ul ano (24. pari al 21.30 %- ) . i motti in d ialetto piemontese (21, pari al 18.52%). quelli in dialetto lombardo (19. pari a l 17 ,60%). quelli in dialetto sardo (7, pari al 6,48% ), quelli in dialetto napol e tano (4. pari al 3,70 %) . e 4 i motti in dialetto abruaese (3.70%).
Seguono. infine. il dialetto bolognese con un motto (0.92%) e così pure il dialetto sic il iano è presente con un unico motto (0.92%) che. tuttavia. ha il pregio di risalire, add irittura. a ll a Pa s qua dell'anno 1282, qu ando, proprio a l gr id o di " Mora! Mor a!" ebbero ini z io i Vespri Siciliani c h e portarono alla cacc ia ta degli Angioini dalla Sicilia.
A questo punto un non del rutto superficiale di questa enorme massa di motti (il loro num e ro , co me ho più so pra d e tto , raggiunge le 2 109 unit à) ci dice, ad esem pi o, che non t u tti i reparti hanno avu to un mollo.
Si tratta se mpre di R egg imenti cos tituiti dur ante la I Gu e rra Mondi a le c infatti ved ia m o che s u 60 reggimenti costitui ti n e l 1915 ben 32 (53 33 % ) sono privi di motto e che solo 22 dci 50 reggimenti costituiti nel 19 17 (441k) hanno. a loro vo lt a, un m o tt o.
D'altra parte , a qu es to propos it o, è bene anche ricordare c he dei 50 Regg im e nti cost ituiti n el 19 17 ben 20 a ndarono dist rutti n e i primi giorni del mese eli n ovembre a segu it o de ll e gravi perdite s u bi te nell' a7ione di co ntra sto al i 'avanza ta del ne mico dal Tag liam en to a l Piave c del conseguente ripi cga m e nto.
Di conseguenza, anche se allo Stato M aggiore del te mp o qualcun o avesse trovato il tem p o e la voglia di interessars i d e i motti dei nu ovi reggimenti. cost u i n on avrebbe av ut o la possibilità di a ttu are il s uo progetto, data la brevissima v it a che ta li reparti eb bero.
Così, sarà anche opportuno ri co rdare che i regg im e nti cos tituti d o p o il 191 7 in parte e r a n o compos ti da i supers titi di reggimenti disc io lti perché praticamente distrutti. ma so prattutto d a qu e lli che furono c hi ama ti "i ragazzi del '99".

Proprio in co nsid e razi o ne di ciò, ho ritenuto opportu no ri c ordare. pe r molti regg im e nti. non so lo l'ann o della costituzione . ma a n c h e qu e ll o dello sc iog limento .
Ma se. come ho detto più soprc1 . nel novembre del l 91 7. dci 50 regg ime nti di te ri a cos tituiti ne ll 'ann o, ben 20 (40%) a ndarono distrutti . le co nseguenze dell'armistiz io dell '8 settembre 1943 mi sono apparse tanto paurose da indunni a quantiticarle.
D ei 50 battaglioni alpini mobilitati ben 44 (88CK) furono scio lti in conseguenza detr8 settembre 1943, di fronte ai 5 battaglioni ( IO<k) che rimasero in vita e ad un so lo battaglione che andò disciolto per cause di guerra (2%- ).
Su 82 reggimenti di art ig li er ia da cam pagna mobilitati, qu e lli disciolti in seguito ad operazioni belliche furono 27 (32,92%). quel li , invece. discio lt i dopo 1'8 settembre 1943 furono 46 (56.09Lk) c quelli che '>Uperarono l'evento furono soltanto 9 ( 10.97 %) .
Così. sui 13 reggimenti bersaglieri impiegati in operazioni di guerra, se ne videro scompar ire 4 (31 ,53%). mentre ben 9 (69.23 Ck) furono quelli disciolti dopo l'infausta data.
Quanto alla cavalleria.le perdite do\'ute all'annistiLio furono di ben 14 reggimenti, pari al 93JJC'/r. mentre un reggimento andò perduto per open1Lioni di guerra.
Infin e. su 24 reggimenti dell'Arma del Genio. 17 (70,83%) furono quelli che s i dissolsero dopo l'armistiLio, mentre 6 furono sciolti in segu ito ad eve nti bellici e solo l restò indenne.
In conclu.,ione. quindi. su un totale di 346 Reparti.tra reggimemi c battaglioni, qu elli che andarono perduti per cause di guerra furono 94 (27, 16%). quelli che riu sci ron o a superare sen7.a co nscgue n7.e la prova furono 39 ( Il ,27%) c ben 2 13 (6 1,56%) furono quelli che dopo 1'8 settembre si smcmbrarono.
Qu esti dati. indubbiamente &rravi, dovrebbero essere oggetto di rillessione e di considcra7ioni che. tuttavia. esulano dal wmpito che ci s iamo prefbsi. rifless ioni e considerazioni che lasciamo ai nostri lettori.
Passand o. o ra , ali 'esame dei singo li motti, noi tro viamo che molti di essi so no assai simili tra loro. giungendo, addirittura, a differen7.iarsi solo per l'aggiunra o l'elimimlLione di una o due parole o, addirittura. di una sola congiun1.ione. così come vediamo che ci sono alcune parole (gloria ardimento, coraggio. fedeltà, o nore , v itt or ia. Patri a, ccc.) c he ricorrono molto più frequentemente eli altre. s pesso in associa7ione a verb i o ad aggettivi che ne chiar iscono c ne rin v igo risco no il concetto.
L'uso dei motti araldici per i Reggimen ti e i Corpi del R. Esercito era iniz ialmente. regolato dal R.D 18 agosto 1917, n° 139 1. che istituiva "uno speciale a ttes tato d'onore per qu e i co rpi d e ll'E sercito i quali, sui ca mpi di battaglia. si s iano ripetutamentc seg nal a ti co n preclarc azio ni dì va lore collettivo".
L' o noreficenza era concessa, dal R e, o motu proprio o in seguito a proposta del Mini stro della Guerra, sentito il parere della Commissione incaricata dell'esame delle proposte eli ricompense al Valor Militare.
All'art. 5. infine, il Decreto chiariva: " la concessione del motto ha un va lore a sé e qu as i vuo i ria ss um ere le mi g liori qualità del Corpo c he ne è onorato. Essa, perciò, non esclude che siano concesse alle bandiere dci Corpi, per gli stessi fatti, anche altre ricompense al Valor Militare".

Come si vede. la concessione dci motti alle unità dell'Esercito una vera e propria ricompensa, tanto che nel Decreto era disposto che il motto fosse .. iscritto. a lettere d'argento, sulla fascia di seta turchino -az zurra delle bandiere o degli stendardi".
E, in proposito. è anche opportuno ricordare che, all'art. 4. il Decreto metteva bene in evidenta che ..alla concessione di cui tratta sono applit:abili le contenute all'art. 19 del R. Yiglietto del 26 marzo 1833, per r istiruL.ione delle Medaglie d'oro e d'argento al Yalor Militare··.
Queste disposizioni, vale la pena di ricordarlo. riguardavano la revot:a della concessione nei casi d'indegnità.
Il Decreto n° 1391 del 18 to 1917 fu, tuttavia. abrogato con la Legge no 293 del 24 marzo 1932 la quale, tra l'altro. s tabiliva le norme relative alla domanda per la concessio ne , l'autori7.zazionc c il riconoscimento degli s temmi ed emblemi araldici".
Il cli'>positivo. pertanto. non solo toglieva ai motti il caraltcre di ricompcn'>a onorifica, ma. estendendone l'uso a tutti i Reparti, faceva sì che i motti s tessi venis-.ero a rappresentare l'espressione di un forte impegno morale per tutti i loro componenti.
Jn applicazione a tale Legge, il Giornale Militare Ufficiale del 20 maggio 1932. con Disposizione n° 947. pubblicava l'elenco dei motti araldici concessi in conformità alla citata Legge del 24 marzo 1932, n° 293, precisando che i motti dci Corpi che erano stat i concessi o riconosciuti in precedenza a tale data erano compresi nell'elenco. con rindi cazionc . in corsivo, del relativo provvedimento.

Nella seco nda metà degli anni ·so l'Uffi cio del Segretnrio Generale del Ministero della D ifesa precisava c he il motto faceva parte integrante dello scudo del Reparto. venendo riportato su una targa o lista collocata sotto la scudo (G iornal e Militare del 22-X I- 1948, Di s p. no 523).
Tal e co ncetto e ra riaffe rmato nel Giomale Militare del 13 febbraio 1950 con la Circolare No 21 O la quale prcci-.ava testualmente; ·'il motto dovrà essere l>Critto con lettere maiuscole romane so pra un lista bifida c svo laaante, collocata sotto la punta dello scudo".
La s tessa Circolare s tabili va, inoltre: "il motto potrà essere in lin gua italiana o latina . Solo ove sussistano fondate ragioni tradizionali potrà essere usato un motto dialettale o in lingua estera.. .
Concl ud endo. non pretendo di aver raccolto rutti i motti delle no stre Forze Annate: qui ho esposto quello che conoscevo e quello che mi è riuscito raccogliere.
Sarò, pertanto, g rato a quanti vorranno contribuire a completare e a mi gl iorare questo mio lavoro.