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Antonello Biagini
Kilisse, e, nel distretto di Ùskiib svariati telegrammi dell'agenzia ottomana riportano i continui successi nei combattimenti alla frontiera. Intanto la flotta ottomana ha bombardato Varna e ha stabilito il blocco fra questo porto e quello di Burgas (36).
La croce rossa inglese decide l'invio di tre squadre nei B alcani: una è già partita per il Montenegro ed è composta da tre chirurghi, tre assistenti e dodici infermieri (le donne sono state escluse). I chirurghi sono pagati una sterlin a al giorno, gli assistenti quaranta scellini alla settimana, gli infermieri trenta scellini (37). La croce rossa tedesca ha mandato in Turchia un distaccamento di un chirurgo e ventidue infermieri.
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Gli ufficiali tedeschi in servizio presso l'esercito turco restano nei depositi a Costantinopoli per i servizi territoriali, mentre per poter partecipare alla guerra dovrebbero dare le dimissioni dall'esercito tedesco(38).
L'Unione Ellenica americana ha raccolto mezzo milione di lire per il ritorno dei riservisti greci, diecimila dei quali sono già in viaggio. L'agenzia Centrai news comunica che in Ru ssia la Banca di Stato h a aperto un credito di venti milioni di marchi a favore della Banca nazionale bulgara (Narodna B anka) (39).
Col procedere della guerra, diventano sempre più tangibili le intenzioni dei paesi belligeranti: l'ambasciatore greco a Berlino in un colloquio con l'addetto militare italiano afferma che "se, come speriamo, riusciamo vittoriosi e possiamo occupare Salonicco, non sgombreremo di certo per la pretesa delle grandi potenze di voler mantenere lo statu quo nei Balcani" .
Discorso analogo viene fatto a Calderani dal suo collega bulgaro, parlando di un'eventuale occupazione di Adrianopoli da parte dell'esercito bulgaro. Contemporaneamente, l'ambasciatore francese ipotizzando una possibile vittoria turca afferma che la Ru ssia non sarebbe rimasta indifferente ad una diminuzione territoriale della Bulgaria, mentre l'addetto militare romeno afferma che "la Romania sta con le armi al piede; essa non può permettere un ingrandimento della Bulgaria che a patto di avere compensi territoriali".
Fra i diplomatici che ri s iedono a Berlino, dunque, nessuno ritiene probabile che, solo per aderire al desiderio delle grandi potenze, gli Stati
(36) Mcrrone, Sofia 20 oLLObre l 9 l 2.
(37) Bagnani, Londra 24 ottobre 1912.
(38) Calderoni, Berlino 25 ouobre 1912.
(39) Bagnani, Londra 26 oLLobrc 19 12.
L'Italia e le guerre balcaniche balcanici, una volta vittoriosi nel conflitto, possano ritirare spontaneamente le proprie truppe dalle regioni occupate.
Una situazione politica estremamente delicata, e spesso sottovalutata in Europa: von Kiderlen Wachter nel corso di un banchetto, alla presenza di rappresentanti della finanza, dell'industria e del commercio, afferma che l'Europa non deve preoccuparsi oltre misura della guerra balcanica, poiché si tratta di un conflitto locale in conseguenza del quale le grandi potenze non intendono mutare lo statu quo esistente nella penisola balcanica. A conferma Calderoni sottolinea l'assenza di provvedimenti straordinari dal punto di vista militare in Germania. I reggimenti di fanteria di riserva e le analoghe formazioni di artiglieria e genio, costituite ogni anno nell'autunno, sono stati regolarmente congedati e nei reggimenti ci si occupa dell'istruzione delle reclute.
Intorno all'esito della guerra, gli ufficiali, che pure per formazione e competenza potrebbero formulare delle ipotesi, risultano estremamente prudenti . Lo stesso capo di Stato Maggiore von Moltke, interpellato pubblicamente in proposito, ha sottolineato la difficoltà a formulare pronostici, anche se è fin troppo facile rilevare che i bulgari non hanno saputo approfittare del vantaggio dato dalla loro celerità di mobilitazione rispetto a quella dei turchi. E intuibile e scontato quanto lo Stato Maggiore tedesco sia vicino ai turchi: ciò che viene messo alla prova nella guerra balcanica è infatti lo schema militare tedesco. Le istituzioni militari in Turchia sono quelle introdotte dalla Germania; molti degli ufficiali che sono negli alti comandi hanno ricevuto la loro educazione militare dai tedeschi; i generali Nazim, comandante in capo, Abdullah, comandante dell'armata dell'Est, sono creature del generale von der Goltz, che li ha avuti come aiutanti e ne ha favorito la carriera. Lo stesso Ali Riza pascià, comandante dell'armata dell'Epiro, ha servito a lungo nell'artiglieria tedesca (40).
Da Londra arrivano al comando in 2a del corpo di Stato Maggiore i "diari" dettagliati sull'andamento della guerra, relativi al 22, 23 e 24 ottobre.
Mentre l'esercito bulgaro continua l'avanzata nella vallata della Marica e verso Kirk Kilisse, i serbi, nel villaggio di Kossovo, occupano Poduyevo e Egri Palanka e tendono a collegarsi con i m o ntenegrini; i greci sono sbarcati a Lemnos e hanno occupato Descati in Macedonia.
Un corpo bulgaro al comando del generale Ivanov ha catturato il forte Chermen nella vallata della Marica e la colonna di destra è penetrata nel
Antonello Biagini
distretto di Razlog; il II 0 corpo, comandato dal generale Radko Dimitriev, è già entrato a Tirnovojik.
Una colonna proveniente da occidente, guidata dal generale Kovatev e forte di mille e cinquecento uomini con dodici cannoni, ha preso Tomru~ a sud di Filippopoli e ha sostenuto vari scontri sanguinosi con bande irregolari bulgare provviste di artiglieria turca
Per quanto riguarda l'esercito serbo, il 1° corpo d 'arma ta (generale Jankovié) ha occupato Podujevo, mentre il principe ereditario con l'altra colonna centrale ha sconfitto i turchi a Rujan e procede su Kumanovo. Il 2° corpo d 'armata (generale Stefanovié) ha occupato Sultan Tepé ed Egri Palanka e avanza anch'esso su Kumanovo con re Pietro che si trova con questa colonna. Il 3° corpo d'armata da Raska tende a collegarsi con le forze montenegrine di Berane e ha occupato Nova Varo~. Sul fronte turco, la situazione può così essere sintetizzata: a Adrianopoli e Kirk Kili sse (Nazim pascià) si trovano tre brigate di fanteria nizam (trentamila uomini), quattro reggimenti d 'a rtiglieria da campo (settantadue cannoni), quattro reggimenti di cavalleria nizam (novemila uomini), tre battaglioni di artiglieria pesante d'assedio , un battaglione mitragliatori, un battaglione genio e un reggimento redi/ (quattromila uomini), altre unità di rinforzo per complessivi 270.000 uomini.
Alla frontiera greca invece (Hassim Tahsin pascià) s i so no uniti alla divisione red(f dell'Anatolia n:~ntamila uomini; nel distretto di Kossovo (Zeki pascià) fra Kuprulu e UskUb si trovano cento mila uomini: Ali Nadir pascià, con quarantamila uomini, si atte sta sul fiume Struma, mentre a Scutari si trova Essad pascià con diciassettemila uomini; quarantamila albanesi sono sotto le armi come forza irregolare per opporsi ai montenegrini e ai se rbi.
A Pudujevo i serbi hanno avuto sette morti e centoventi feriti, i turchi hanno perduto sessanta uomini. Nel combattimento di Gusinje, particolarmente cruento, le perdite totali d'ambo le parti sono state di circa mill e e duecento uomini, mentre il colonnello bulgaro Girev, si è suicidato per aver perduto il contatto con le truppe avanzate nella vallata della Marica.
Il 23 ottobre i serbi proseguono l'avanzata conquistando Kotana e Prishtina; il 1° corpo attacca Kumanovo, mentre i bulgari si sono impadroniti di Kardzali e hanno avuto parecchi insuccessi nel distretto di Razlog. La situazione rimane invariata alla frontiera greca e montenegrina.
Analizzando la condotta dell'esercito turco nei vari scacchieri si ritiene che esso segua un piano prestabilito, difficile al momento da giudicare. Certo è che le forze turche si trovano in una situazione pericolosa nella Macedonia settentrionale, mentre il piano di invasione dei bulgari nella Tracia se mbra essere cambiato: anziché scegliere la vallata della