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L'Esercito Italiano nella pnma guerra mondiale

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In previsione del l'entrata in guerra il Capo di Stato Maggiore italiano , Generale Cadorna , aveva stabilito : difensiva sul fronte trentino ; offensiva a fondo su l fronte giu lio in direzione di Lubiana e Zagabr ia; eventuali offensive concorrenti dal Cado re e dal l a Carnia

Il piano. i n apparenza ambizioso. si giustificava con un presupposto fondamentale : il concorso dell'esercito serbo da lla bassa Sava verso Lub i ana e del l'esercito russo dai Carpazi nella p i anura ungherese Di conseguenza l'esercito che, a radunata effettuata (13 giugno 1915), contava 569 battaglioni. 173 squadroni. 512 batterie, fu schierato per due qu inti a sbarramento dei 560 km di frontiera intercorrenti tra lo Ste lvio e M Canin, per due quinti sul fronte giul io (70 km) mentre un quinto fu tenuto in riserva.

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L'esercito austro - ungarico alla fronte italiana , deciso a tenere, almeno per il momento , un attegg i amen t o difensivo era forte di 234 battaglioni, 21 squadroni, 155 batterie, a c u i va agg iunto I' Alpenkorps bavarese, dis locato nel Trent ino anche se ufficialmente non esisteva ancora stato di guerra tra Ita lia e Germania

Le forze austro - ungariche, numericamente inferiori, avevano il grande vantagg i o di combattere da posizio n i naturalmente forti e compiutamente o rganizzate a difesa. con ope re di fortificazione perma nente e lavori campa li.

Il primo anno di guerra .

Quando l'Ita l ia en t rò in guerra (24 maggio 1915) i l piano era già inattuabile . I Russi, d u ramente battuti i n Gal i zi a, erano costretti ad una perico losa e profonda r i t ira t a - tan t o che gli Aust ri aci fur ono in grado di ritirare da quel fronte alcune divisioni subito sc h ierate in Italia - ed i Se r bi erano caduti in u na fase di stra na inerzia.

Venuto così a mancare l'i ndispe nsab ile appoggio indiretto degli Allea t i, l e ope razioni iniz i ali ital i ane ebbero lo scopo più modesto di occupare buone posizioni di partenza. idonee ad agevolare g li ulte r iori svil u ppi ope rat i vi.

I comba tt ime nt i in i zi ali no n ri uscirono, pe rò, a proc u ra r e g li agognati sbocchi offensivi oltre l' Isonzo ed il Genera l e Cadorna ripiegò allora su obiettiv i p iù limita t i. propone ndos i per i l momento la co nqu ista di Gori zia e di Tolmino.

Era ch i aro, infatti, che anche i n Ital i a, come già da mesi in Francia e nelle F i andre, l a co nt inui t à del fronte. saturo di t r uppe, e l'equ ilibrio tra le forze contrapposte imponeva no l a g uer r a d i posizione . X l

Il 23 giugno ebbe inizio la 1" battaglia dell'Isonzo.

La lotta si protrasse vio lenta ed accanita per quindici giorni consecutivi, ma il tentativo di conquistare To lmino fallì e sul Podgora il nemico resisté efficacemente. Più a sud, si stabilirono le prime teste di ponte oltre l ' Isonzo

Fu l a prima duriss ima, sanguinosa prova per l'esercito italiano : 15.000 perdite

Dopo soli undici giorni d i tregua, il 18 luglio, la battaglia si riaccese su tutto l'Isonzo. Concettualmente, questa seconda battaglia era la prosecuzione della precedente.

I risultati furono modesti, ma enormi le perdite : 42.000 uomini. Pari que lle austro - ungariche.

Dal 18 ottobre al 4 novembre e dal 10 novembre al 2 dicembre si svolsero ancora su l fronte giulio la 3" e la 4" battaglia dell'Isonzo, tendenti alla conquista del medio Isonzo.

Queste operazioni, analoghe alle azioni intraprese su l fronte francese, furono decise da Cadorna per alleggerire l a pressione esercitata sug li eserciti russo e serbo dagli Austro - Tedesch i

In un mese e mezzo di lotte sanguinose (116.000 furono le perdite i t aliane e 70 000 quelle austriac h e) la 2• e 3' Armata riuscirono ad intaccare il sistema difens ivo avversario, ma non ad infrang erlo.

Il 1916 ed il 1917

Le grandi operazioni del 1916 furono sei: la 5" battag l ia dell' Isonzo, combattuta per venire in aiuto dei Francesi impegnati a Verdun; l'offens iva austriaca ne l Trentino e l a co n seguente controffensiva italiana ; le battaglie dell'Isonzo 6" , 7", aa e 9'1.

Di esse rivesto n o grande importanza: la battaglia del Trentino e la 6" battaglia dell'Isonzo, che portò alla conquista di Gorizia.

La dec isione di attaccare l'Italia attraverso g li Altipiani, per scendere nella p i anura vicentina e cogliere alle spalle le armate sch i erate sul fronte della Venezia Giulia, real izzava un antico progetto del Capo di Stato Maggiore austriaco, Maresciallo Conrad Per poterlo eseguire con maggiori probabilità di successo furono r i chiamate da l fronte orienta le le migliori unità austriache, circostanza della qua le approfittò subito la Ru ssia per attaccare gli Austro - Tedeschi ed inf l iggere loro una pesante sconfitta (Lutsk, giugno - lug lio 1916)

Il 15 maggio duecento battaglioni austro - ungarici si avventarono sulle posizioni ita liane poste tra l'Adige e i l Brenta Sotto la rabbiosa i rruenz a del l'a ttacco , la l inea difensiva ebbe una flessione, ma si ancorò su posizio n i più arretrate ed i l 3 giugno Cadorna poteva già annunc i are che l'offe n siva austriaca era stata arrestata su tutto il fronte. Le truppe ita liane passa rono quind i alla controffens iva e gli Austriaci furono d i nuovo ricacciati ben dentro la zona montuosa tridentina.

Subito dopo la vittoria difens iva nel Trentino iniziò la 6" battag lia dell'Isonzo (4 - 17 agosto): la battaglia d i Gorizia, che costò perdite assai gravi. compensate però dalla conquista di posizioni ritenute inespugnabili: il Calvario, il M. San Michele, il Sabotino e Gorizia.

Seguirono, nel breve giro di due mesi, dal 14 settembre al 4 noXli vembre , t re consecutive ba tt aglie che ebbero lo scopo d i l ogo r are sempre di più l'avversario e che tendevano alla conquista d i posizioni idonee ad aggirare da sud le alture orientali di Gorizia e da nord l'Hermada

Terminava così il 1916 senza che si fosse giunti a risultati decisivi, rimandati al 1917, anno nel quale, secondo quanto convenuto nella 2• Conferenza di Chantilly del novembre 1916, si sarebbero dovute sviluppare violente offensive contemporanee su tutti i fronti dell'Intesa

Ne l maggio 1917, infatti, mentre era ancora in corso in Francia la grande offensiva di primavera, il Comando Supremo italiano decise di attaccare lungo tutto il fronte isontino .

L'azione si svi luppò dal 12 al 28 maggio (10" battaglia dell'Isonzo) e portò alla conquista ita liana del Kuk e del Vodice.

Successivamente, dal 10 al 29 giugno. l'esercito italiano condusse una operazione di attacco nel settore degli Altipiani, la battaglia dell'Ortigara, conclusa senza alcun risultato positivo e con il passivo di gravissime perdite (26.000 uomini) , specie nelle truppe alp ine

Subito dopo fu decisa una nuova azione offensiva (11 " battaglia dell'Isonzo) che avrebbe dovuto conseguire l'occupazione dell'Alt ipia no della Bainsizza e dell'Altipiano di Comen.

L'offensiva. simu l tanea nei due settori, durò complessivamente dal 17 al 31 agosto e conseguì qualche risultato

La 2" Armata riuscì a penetrare nell'Altipiano della Bains i zza per una profondità di circa 8 km senza, tuttavia, raggiungere il risultato di scacciarvi del tutto gli Austriaci. La 3" Armata ottenne , invece , solo modesti successi, spostando di poco il fronte in avanti ne i pressi dell'Hermada Fu questa, l'ultima battag lia offensiva italiana sul fronte isontino.

L'eserc i to ita liano si andava così sempre più logorando e nei reparti combattenti si affievol iva l a speranza di po t er alla fine aver ragione della barriera di roccia e di ferro che stava loro di fronte. La sfiducia, alimentata anche dalle correnti neutralistiche mai sopite nell'interno del Paese. provocò naturalmente un indebolimento della compagine morale con incidenze sul tono disciplinare.

Anche l'avversario cominciava però ad accusare seriamente il peso dei colpi che si erano abbattuti su di lui, tanto da indurlo a chiedere l'aiuto dell'alleata Germania.

La inattività sullo scacchiere francese, dopo il fallimento dell'offensiva N ivelle. ed il crollo pressoché totale dell'esercito russo. permisero che sette div isioni tedesche aff luissero in Italia, costituendo con 8 divisioni austriache la 14" Armata

All'alba del 24 ottob re la 12' divis i one germanica, sboccata da To lmino. sfondò la linea italiana e, percorrendo l a valle dall'Isonzo. a tergo della difesa avanzata. raggiungeva Caporetto alle ore 15. Al seguito di questa divisione. il corpo alpino tedesco nella giornata conquistò tutta la regione or ientale del Ko l ovrat. caposaldo della d i fesa di seconda linea italiana

Il mov imento delle prime due unità germaniche fu immediatamente seguito da altre 5 divisioni .

Alla sera del 24 ottobre era stata g i à aggirata la destra della 1a e 2" linea di difesa, da Tolmino a Kolovrat, e superato il centro della 3" linea a Caporetto.

L'indomani gli Austro - Tedeschi diedero ampio respiro alla loro manovra o l trepassando l'Isonzo a Saga e spingendosi verso Monte Maggiore. A nord. la 10" Armata austriaca mosse verso il Tagliamento; al centro, l e truppe al seguito della 12• divisione tedesca da Caporetto rag- Xlii giunsero la cresta l atera l e del Matajùr; l'ala sinistra del d i spositivo di attacco puntò dal Kolovrat su lle strade di Cormons e di Cividale.

Supe rate, nella giornata del 26, quasi tutte le posizioni difensive montane, la 14" A r mata, sboccata in p i anura, puntò su Civida l e, mentre la 10", a nord, raggiunse la va lle del Fella. Il Gruppo Armate Boroevic iniziò anch'esso l'offensiva sul Carso.

Al l e ore 2 del 27 ottobre il Comando Supremo ita liano ordinò i l ripiegamento generale.

Era stata scelta, quale prima linea di resistenza, que lla de l Tagliamento; ma poi si constatò la necessità di ritirarsi sino al Piave

Nel l a giornata de l 9, tutte le truppe superstiti avevano raggiunto la sponda destra del Piave, dove una parte dell'esercito si era schierata per far fronte all'invasore.

Il Comando austr iaco decise d i proseguire ulteriormente l'offensiva , sino alla totale distruzione dell'esercito ita liano.

La battagl i a d'arresto si sv iluppò in due fasi: dal 10 al 26 novembre e dal 4 d i cembre al 30 dicembre.

Nel l a pr ima gli Austro - Ungar i c i attaccarono lungo i l Piave, riuscirono a penetrare n ell'ansa d i Zenson ed a far arretrare la linea di f ensiva a sud di Musile, lungo la Piave Vecch i a ed il Sile. Nonostante questi successi locali l'offensiva fallì e il 26 n ovembre i l Comando Supremo austroungar i co ordinò la sospens i one del l'attacco.

Frattanto erano state riordina t e al tre division i i tal i ane e, tra il 4 ed i l 5 dicembre, divisioni francesi e ing l esi ent r arono in l inea fra i l M. Tomba e il Monte l lo .

Il 4 dicembre 1'11 " Armata aus t ro - ungarica dette inizio a lla seconda fase attaccando le Melette e riuscì a impadroni r sene, ma fu arrestata sul l a linea Col d'Echele, Col del Rosso. Monte Valbe lla .

L'11 dicemb re la 14" Armata aust ro - tedesca riprese l'offensiva sul Grappa : con dur issima lotta riuscì a porre piede sul Col della Berretta , Col Capri l e, Monte Aso l one. Monte Spinoncia, ma si esaurì con questi limi t at i successi. Un ultimo suss u lto offensivo si ebbe sul l'Altipiano. dove si svolse la « battag lia di Nata le». Il 25 dicembre i l l ii Co r po austroungar i co a t taccò e riuscì a impadronirsi di M. Valbe lla e di Co l d'Echele, ma la difesa si conso lidò sulla retrostante l in ea Cima Ec h ar - Monte Melago - Pizzo Razea.

La dura battaglia si concluse con i primi in successi deg l i AustroUnga r ici: il 30 d i cembre la 47" divisione f rancese r i conquistò la dorsa l e fra M. Tomba e i l M onfe nera ed il 31 l e tru ppe italiane eliminarono la penetraz ione ne ll'ansa di Zenson.

La battaglia d i Caporetto costit uì indubbiamente per l'esercito i taliano un dolo roso in successo, ma due c ircos t anze debbono essere prec i sate:

- so l o l'a n dame nto geog rafico del l a linea di confine tramutò un i n successo di ord in e tatt i co in u na sconfitta di carattere st r ategico;

- Ca p oretto rapp r esen t ò per gli I t al i ani so lo un episod i o sfor t una t o, al q ua l e - da so li e rap idamente - seppero po rr e r imedio.

La riti rata al Piave, infatt i, vo luta e condo t ta con freddezza e lucidità dal Gene ra le Cado rn a (fu sostituito dal Ge n era l e Di az il 9 novembre), fu u n fatto esclus i vamen te i tal iano, così come la success iva v ittoriosa batX IV tagl i a d'a rr esto.

Conclusa tale battag lia, mentre tutta l'Ital ia sosteneva il Comando Supremo nell'op era di totale riorganizzazione dello strumento militare, l'esercito italiano non rimase inattivo. Sull'Altipiano dei Sette Comun i fu organizzata , dal 28 al 30 gennaio. un'azione offensiva, vittori osamente conclusa con la riconquista della linea M. Valbella - Col del Rosso - Pizzo Razea. Analoga rettifica della linea di con tatto fu compiuta nel maggio, nel gruppo del l'Adamello.

Nel marzo, sferratasi in Francia la grande offensiva tedesca, 4 divis i on i francesi su 6 e 2 britanniche su 5 poterono venir ritirate dal fronte italiano senza provocare alcun problema.

Le ultime battagli e.

Gli Imperi Centrali con l'offens iva dell'autunno 1917 non erano riusciti a mettere fuori causa l'Italia Il tempo giocava a favore de ll' intesa e si impon eva, quindi, per essi una rapida risoluzione de lla guerra, da ricercarsi con grandi offensive strategiche.

Questa la ragione determinante de ll'offensiva austriaca deJ giugno

1918 .

Il piano operativo prevedeva: sforzo principale a cava llo dei Brenta , tendente a sfondare rapidamente il fronte montano, raggiungere la pianura ed avvolgere le unità impegnate nella difesa del Piave; contemporaneo attacco de l Gruppo Armate dell'Isonzo in direzione Treviso Mestre, con primo obiett ivo la linea del Bacchiglione Un attacco al Tona le, accompagnato da diversioni nel l e Giudicarie e in Val Lagarina, doveva precedere le a l tre operazioni allo scopo di fissare le forze italian e.

Comp less ivamente le forze austro - ungariche contavano 60 divis ion i, d i cui 50, dall'Astico al mare , dest inate al l'atta cco e 7 500 bocche da fuoco di tutti i calibri. alle quali l'esercito italiano contrapponeva 56 divis i oni di fanteria (50 italiane, 3 britanniche, 2 francesi. 1 cecoslovacca), deile qua li 19 in riserva, 3 divisioni di cavalleria e 7.053 pezzi di artiglieria

A ll'alba de l 12 giugno si scatenò un violento fuoco di artiglieria . Era l' inizio di quell'azione dimostrativa ad ovest dell'Astice con la quale il nemico si riprometteva di fissare le forze italiane.

L'efficace fuoco di contropreparazione e l'intensa reazione del l e mitragliatrici stroncarono immediatamente ogni ve lleità austriaca. L'attacco diversivo si risolvette così i n un deciso insuccesso.

A lle ore 3 de l 15 giugno l'artiglieria austro - ungarica inizi ò il bombardamento de l fronte da ll'Astico al mare. ma già si era scatenato, con estrema violenza, il fuoco d i contropreparazione ital i ano

Ne l settore montano gli attacchi si esaurirono subito mentre ne lla zona de l Piave gli Austriac i riusc irono a passare su lla destra del fiume, malgrado la forte reazione italiana.

La breccia aperta permise al l 'attaccante di impad ronirsi del saliente del Montello e di costitu ire su lla destra de l fiume due teste di ponte, a Fagarè ed a Musi l e.

Nonostante i d ispe rati sforz i austro - ungarici nei due giorni successivi la situazione non mutò, né sugli Altipiani né tra Brenta e Piave; sul basso Piave un poderoso attacco austriaco riuscì bensì a congiungere l e due teste di ponte, in corrispondenza di Ponte di Piave e S Donà, ma non poté progredire ulteriormente XV

La caparbietà con la quale le divisioni austro - ungariche reiteravano i loro attacchi serviva in pratica soltanto a falcidiare sempre più le loro forze La sera del 17, infatti, la pressione dell'attaccante era ormai contenuta dappertutto. Nei giorni successivi si manifestò la definitiva sconfitta delle truppe austriache , che nella notte sul 23 iniziarono la ritirata o l tre il Piave

La battaglia del Piave. costata agli Austriaci 150.000 uomini, fu una grande vittoria italiana , la prima conseguita nel 1918 da un esercito dell'Intesa

Durante l'estate il Gen. Foch rinnovò più volte al Gen. Diaz la richiesta di effettuare un'offensiva Diaz temporeggiò perché era opportuno attendere il momento propizio per impegnare una battaglia che fosse decisiva

Dalla metà di luglio il Comando Supremo tedesco aveva perduto l' iniziativa sul teatro di guerra francese e le offensive alleate costringevano l'esercito germanico ad effettuare successive ritirate, senza però perdere la sua compattezza.

Fra il 16 e il 19 settembre I'« Armée d'Orient » fece crollare il fronte tedesco - bu lgaro nei Balcani e i l 29 settembre fu concluso l ' armistizio fra gli Alleati e la Bulgaria

Il Comando Supremo italiano vide allora la possibilità di rompere il fronte avversario in corrispondenza della zona di sutura delle due armate austriache (5" e 6" ) del Pi ave. agendo a cavaliere della direttrice di Vittorio Veneto.

La manovra avrebbe dovuto avere inizio i l giorno 16, ma la piena del Piave ne fece spostare l a data al 24 ottobre.

La battaglia fu iniziata dalla 4 a Armata, che protrasse i suoi attacchi sino al giorno 27 , riuscendo nell'intento di richiamare ed assorbire le r i serve austriache

Nella notte tra i l 26 ed i l 27 le armate italiane 8 \ 12• e 10• gettarono i ponti sul Piave e passarono il fiume.

L'irruenza dell'attacco costrinse il Comando della fr' Armata austroungarica ad ordinare, il giorno 28, la ritirata sul Monticano

Il giorno 30, 1'8• Armata occupò, con le proprie avanguardie , Vittorio Veneto; la 12" Armata superò la stretta di Ouero verso Feltre; la 10" varcò i l Monticano in direzione di Saci l e.

Nella serata dello stesso giorno si presentava al nostro Comando Supremo il Generale austriaco Weber per trattare la resa . Le trattative però non furono spedite perché il Governo austro - ungarico non voleva firmare una capitolazione completa. ma solo una tregua d'armi. Durante la discussione le operazioni continuarono ed il 31 le truppe austriache del Grappa cedettero , infine, all'irruenza dell'azione della 4" Armata che mosse allora su Arsiè; la 12a Armata si diresse su Feltre; 1 ' 8• sboccò nella valle del Piave a Ponte delle Alpi; la 10" affiancata dalla 3", raggiunse la Livenza e la cavalleria i l Tagliamento ; si mise in moto anche la 6· Armata lungo la Val Sugana. per intercettarvi la rotabile e dirigersi verso Trento - Egna

Il 3 novembre la 1" Armata entrò a Trento, tutte le altre armate ragg iunsero i rispettivi obiettivi e, mentre l a cavalleria si spingeva fino a Palmanova , Udine e Stazione per la Carnia, un apposito distaccamento sbarcò a Trieste.

La sera del 3 novembre fu fina lmente concluso l'armistizio di Villa Giusti : alle ore 15 del 4 novembre 1918 vennero sospese le ost il ità su XVI tutto i l fronte italiano

Spinto dal l'odio secolare, dalla salda disciplina, dal sentimento de ll'onor mi litare , l'esercito imperia l e si era battuto assa i coraggiosamente anche nell'ultima battaglia, tanto che le perdite furono sensibili: 36.498 italiani e 2.498 alleat i .

Con la battaglia di Vittor i o Veneto l'Ita lia non sconf i sse soltanto « uno dei più potenti eserciti de l mondo». ma provocò il crollo totale dell ' Impe ro deg li Absburgo.

Lo sforzo fu immenso - 5 m ilioni di uomini mobilitati , 900.000 mi lita r izzati nelle indust r ie di guerra, 680 000 caduti, oltre 1 milione di feriti e muti lati - ma il ciclo storico del Risorgimento italiano si concludeva inf in e con il raggiungimento dei confini naturali.

Gli altri fronti.

Per completare i l quadro deg li avven imenti è necessario almeno accennare al contributo ital iano alla vittor i a comune fuori del territorio nazionale

In A lbania, dopo lo scoppio della guerra. l'Ita lia occupò l' isolotto di Saseno e poi (29 dicembre 1914) Va l ona a sa lvag uardia deg l i interessi italiani nell'Adriatico

Gli Austro - Tedeschi iniziarono l'8 ottobre del 1915 l'offensiva a fondo contro i Serb i, con l'a iuto dei Bulgari. Lo sbarco di un primo contingen t e franco - inglese a Sa l onicco non servì a mantenere aperta ai Serbi la via di ritirata ed essi furono costretti a cercare scampo verso i porti albanesi.

L'Italia si ass un se allora il comp ito di proteggere la ritirata e l'imbarco dei resti dell'ese rcito serbo. Fu costituito un Corpo d'occupaz i one dell'Albania, su una divisione di tre b r igate, una delle quali doveva portarsi a Durazzo , mentre le alt re due avrebbero garantito il possesso di Valona. La brigata « Savona » raggiunse così Durazzo, dove si sistemò a difesa per proteggere l'imbarco de i Serbi, ultimato il 9 febbraio 1916: dal 23 a l 26 febbraio l a br igata, che aveva trattenuto g li Aus t riac i per altre due sett imane, si imbarcava sotto la protezione d i unità de ll a flotta

Rimaneva in possesso degli Ita lian i la baia di Valona Le forze in A lba n ia vennero gradua lmente aumentate, raggiungendo la consistenza di un Corpo d'A r mata (XV I) di c i rca 100.000 uomini. su tre divis i on i Essendosi inta n to il Corpo d i spedizione in ter alleato d i Salonicco (A rmata d'Oriente) spinto verso occ idente. le t r up pe ita liane d'Alban i a prendevano co nt atto con esso ad Erseke. costit u endo così un fronte continuo dall'Adr i atico all'Egeo.

Nel magg i o 1918 una az ione comb in ata it aliana e francese sulla destra dell'Ossum e verso la Tomoritza riu scì a rendere pi ù s i c ura la strada Erseke - Sa l onicco e. nel lug l io, un attacco ita liano, appoggiato su lla destra dai Francesi, fu e f fet t ua t o contro l e due ali della Malakastra.

Alla f in e di settembre, in co nnes sio n e con l'offensiva dell'Armata d'Oriente, il XVI Corpo d'A r mata riprendeva l' avanzata, occupando Durazzo i l 14 ottobre. Tirana il 15, Scutari il 31 ed infin e Dulc igno ed Antivar i il 3 novembre.

Costituitas i sul f in ire del 1915 l' Armata d'Oriente (A rmée d'Orient). Governi allea ti r ichiesero a quello ita liano truppe per l a Ma cedo n ia. XVII

Il 9 agosto 1916 iniziò quindi il suo imbarco a Taranto l a 35" divisione . che si schierò i l 25 agosto sul l a l inea Krusa - Balkan fronte di 48 chilometri.

La divisione partecipò nel settembre dello stesso anno ad un'azione controffensiva; venne quindi trasferita nel settore di Monastir (Bitola) dove aprì il 16 novembre la via di Monastir al le truppe franco - serbe

Al l' inizio d e l 1918 la 35" divisione passò nel settore della Cerna (Crna) sostituendo in linea due division i francesi e una serba. Dopo otto attacch i tedeschi in due mesi vi fu , ne l maggio , un tentativo offens i vo intera lleato : esso non riuscì ed i so li Ita liani vi persero circa 3 000 uomini

Il 15 settembre l'Armata d'Oriente pre se l'offensiva e sfondò la fronte avversaria La 35" divisione scacciò i Tedeschi dai M Ka l abach, raggiunse Kruscevo attraverso i Baba Plan ina e il 29 attaccò la posizione di Sop , dove caddero nelle nostre mani 8 000 Bulgari con 11 cannoni.

Ne l novembre 1917 il Governo ital iano inviò a Parig i il Generale Dallolio per trattare la cessione di materiale bellico Il Governo francese aderì. ma chiese. come contropartita, l'invio di 10.000 operai ita liani da adibire al caricamento dei pro i ett i di artiglieria

Success ivamente, il Governo francese chiese al t ri 60.000 uomini , da adibire come lavoratori ne lle sistemazioni difensive. Ne l ge n naio 1918 i l contingente r i chiesto partì per la Franc i a e nacquero così le T.A I.F (Truppe Aus il i arie Italiane in F rancia).

Nell'ap r i le f u poi inv i ato in Francia i l Il Corpo d'Armata, su due d ivisioni di fanteria e repa rti minori.

Tra 1 ' 11 e il 19 giug n o i l Il Corpo d'Armata si sch ierò ad occi dente di Reims a sba r ramento del l a più diretta via d i penetrazione su Epernay

Tra la fine di giugno e i p ri mi di luglio si ebbero i primi scontri co n i Tedesch i nel l a zona della « Mon t agna d i Bligny ». Il 15 luglio i Tedesch i sferrarono l a loro ultima offensiva Ad ovest di Reims attaccarono fra Vrigny e Jaulgonne, investe n do il Il Corpo italiano e i l V fra n cese

Al termine de l l' azione , durante la quale il Il Corpo aveva perduto o l tre 9 .000 uomini , i l Comandante de lla 5• Armata francese, Genera l e Berthelot. scriveva : « (il Corpo d ' Armata ita l iano) ha compiuto perfettamente l a sua m issione, sbarrando al nem i co la strada dell'Ardre »

Ad agosto il Il Corpo ven ne inviato nelle Argonne ma in settembre tornò alle dipe n denze del l a 5• Armata francese. per prendere parte alla offensiva contro il saliente di Laon Si schierò ne l settore de ll'Aisne, ad est di Soissons Il 26 sette m bre aveva i n izio l' offens iva al l eata ed i l I l Corpo ita liano, conqu i stata l a formidab ile pos iz ione dello Chemin des Dames, ragg iunta e superata l'Ailette pervenne il 14 ottobre alle paludi di Sissonne

Il 4 novembre i l Il Cor po ripre n deva l'avanzata co n tro i Tedeschi e 1'11 novembre raggiungeva l a Mosa

Nel corso del conf l itto le Na zi oni del l'Intesa r aggiunse ro una comunanza di idea li e di intenti che dette vita anc he, co me si è v i s t o, ad una e ff ettiva fra t el l anza d'a r mi.

E' quindi una doverosa con c lusione di questa sintesi storica degli avve n imenti r ipor t are, in appe ndice, le perdite ita liane sui va r i fro n ti dell'Intesa e quelle degli ese r citi alleati in Ita lia

UNIT A ITALIANE IMPIEGATE All ' ESTER O (•) r ti e fo rz a co mpless iva

Appendic e 1

UNITA ALLEATE IMPIEGATE IN ITALIA

Repar ti e fo rza co mp les s iva

6 divisioni : 120 000 dal novembre 1917 al marzo 1918

2 divisioni: 32.000 dall'aprile 1918

5 divisioni : 110.000 dal novembre 1917 al febbraio 1918

3 divisioni: 62.000 dal ma rzo 1918

1 div isione: 15.000 da l maggio 1918

1 rgt. f : 3.000 dal giug n o 1918

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