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Battaglia sulla Somme .
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•••• Linu fede5a di battr1ylt'a <TI P9·8 d annosament e, sebbene da parte tedesca non si lasciasse intentato alcun mezzo che paresse adatto a sanare le piaghe od almeno a lenirn e le conseguei:ize. E doveroso notare che, anche in queste condizioni, il contegno dell'alleata fu sempre scevro di debolezze e superiore ad ogni elogio: essa si mostrò costantemente invulnerabile alle lusinghe dell'Intesa, e fin dove potè far giungere la sua energica azione, provvide sempre ad impedire che le mene avversarie producessero più dannosi effetti nella popolazione.
Nel parlare del teatro di guerra francese, eravamo giunti nei precedenti capitoli al punto in cui erano stati ottenuti i grandi successi tedeschi contro Thiaumont e Fleury. Nel giorno successivo s'iniziò nella zona della za. Armata (generale di fanteria v. Below, capo di Stato Maggiore magg. gen. Griinert) su ambe le rive della Somme l'attacco avversario d'alleggerimento da tanto tempo atteso e desiderato, con tiri di preparazione d'artiglieria e azione di gas. Esso fu diretto contro il settore della fronte tedesca dal nord di Gommécourt fino al sud di Chaulnes, e vi parteciparono non solo gli Inglesi, ma anche i Francesi. Nel settore d'attacco le posizioni a nord della Somme erano tenute da 5 divisioni, quelle a sud da 3; e dietro di esse vi erano 5 divisioni di riserva pronte ad intervenire. Un'altra divisione, che faceva però parte delle truppe agenti sulla Mosa, si teneva in terza linea. Si era corrisposto nella misura del possibile alle richieste di rinforzi fatte n elle ultime settimane dal Comando della za Armata in pr evision e dell'attacco; ma non si e ra potuto dare l'appoggio desiderato in fatto di artiglieria e d'aviazione, a causa degli avvenimenti in Galizia. La notevole sottrazione di forze avvenuta per effetto dei medesimi aveva costretto a rinunziare al progett o di tagliar gli artigli all'attacco mediante un nostro contrattacco : non· si avevano più nell'ovest le forze all'uopo necessarie, nè si poteva trarle dalla zona della Mosa perchè la natura della lotta colà non consentiva d'indebolire le forze oltre un certo limite, neppur passando alla pura difensiva. Era d'uopo non lasciare al nemico in quella zona, meno ancor che altrove, la possibilità di avanzare in alcun punto : giacchè le comunicazioni tedesche più importanti erano tuttora poco lontane dal suo raggio d'azione. La mancanza di truppe sufficienti per una controffensiva aveva altresì fatto risolvere negativamente il quesito se convenisse arretrare poco prima dell'attacco

- del quale era ormai esattamente nota la direzione - le posizioni tedesche nella zona in cui esso doveva attuarsi. Ciò avrebbe invero risparmiato perdite e resa più difficile l'operazione al nemico; esso -avrebbe dovuto portar avanti le sue artiglierie e far nuovi lavori di preparazione, ma la manovra avrebbe condotto a sostituire posizioni meno buone a quelle ottime che si occupavano e a ritardare di non poco la decisione, mentre al Capo di Stato Maggiore interessava molto il provocarla subito. Un ritardo transitorio avrebbe dato poco vantaggio ai Tedeschi e prodotto invece notevoli svantaggi, perchè il perdurare della tensione avrebbe intralciato la libertà di decisione e di movimento.
L'attività preparatoria del nemico durò quasi ininterrotta fino al 1° luglio. Sulle posizioni tedesche vennero lanciate enormi quantità di proietti, in gran parte di provenienza americana : gli ostacoli scomparvero, le trincee vennero quasi ovunque livellate ; solo alcuni punti più poderosamente rafforzati poterono resistere alla furiosa grandine di proiètti. Ancor più gravoso fu l'effetto sui nervi dei difensori, sottoposti ad un tiro durato ben sette giorni.
I Francesi attaccarono con 7 divisioni in prima linea, 5 in seconda, a sud della strada Pér onne - Albert, su una fronte di circa
16 chilometri; gli Inglesi con 12 divisioni in prima linea e 4 di fanteria e parecchie di cavalleria a tergo, più a nord, su una fronte di 24 chilometri. Data tale preponderanza era inevitabile che l'avversario, q uando nel mattino del r 0 luglio si decise finalmente all'assalto, conseguisse i soliti s u ccessi iniziali.

Gli Inglesi peraltro non li conseguirono neppure in tal misura ; a nord della strada Bapaume-Albert non fecero alcun progresso, a sud di essa non oltrepassarono le posizioni tedesche più avanzate.
· I vantaggi francesi furono maggiori: tutta la prima posizione tedesca da Fay fino a sud di Hardecourt, a nord della Somme, andò perduta e l'attaccante penetrò anche in alcuni tratti della seconda. Ma anche in quel settore esso rimase ben lungi dall'ottenere lo sfondamento cui tendeva. La situazione divenne più grave quando il Comando tedesco sul posto si lasciò indurre dai successi francesi ad evacuare lo spazio fra la strada Estrées-Foucaucourt e la Somme, per arretrare le truppe - in verità, grav~mente provate dal bombardamentosulla linea Biaches-Barleux-Belloy-Estrées ed agevolare così la loro sostituzione colle riserve d'esercito assegnate dal Comando Supremo
Il nemico pot è in conseguenza nelle prime settimane della battaglia agire in fianco sulla riva settentrionale della Somme, con grave disturbo delle truppe tedesche impegnate colà in seria azione frontale e con notevole vantaggi o per i propri progressi. Si provvide per ò prontamente ad evitare il rip etersi di simili d ebolez;r,e nella condotta delle battaglie difensive. Gli attaccanti non riuscirono entro l'agosto - e cioè fino al momento al quale si arresta questa descrizione - ad ottenere alcun ulterior e successo app rezzabile, sebbene nei primi giorni di lugli o avessero rinnov ato gli assalti co nt ro le linee tedesche. D'altronde la furia e l'energia dell'attacco francese a sud della Somme, dopo quei giorni tempestosi, decrebbero presto: la deficienza di forze non consentì al Comando Supremo francese di esercitar pressione contemporaneamente a sud t' a nord del fiume; cd esso ~i decise, co n riguardo al collegamento cogli Inglesi, a spostare la pressione principale nello stretto settore francese a nord della Somme. In questo, come pure nel settore inglese, la lott,,. <'ontinuò accanitamente; nel luglio e nell'agosto essa si trasformò in un a di quelle « battaglie di materiale » nelle quali da amk le parti si impiegarono quantità inaudit e di artiglier i e e munizioni, e· da parte avversaria anche di uomini. Da parte tedesca, per buone ragioni, si cercò invece di risparmiare vite umane. Peraltro, la forza delle truppe impegnak divenne tale che la battaglia non poteva più essere diretta da 1111 unico ente : e quindi a metà lu glio il generale di fanteria Fritz v. Below (capo di Stato Maggiore col. v. L ossberg), già comandante della 2a Armala, assunse il comando nel solo settore nord della Somme m entre il generale d' artig li eria v. Ga.Jlwitz (capo di Stato )faggiore col. B ronsart v. Schellendorff), proveniente dalla zona della Mosa, assumeva il comando della 1a _\.fmata di nuova forni azionc e contemporaneamente quello del gruppo d'e sercito GalJwitz nel quale erano state raggruppate entrambe le Armate.

Le incomp arabili qualità belliche del soldato tedesco di quel temi o si mostrarono di nuovo in ottima l uce; esso, combattendo sempre con inferiorità numerica, cedeva sotto il fuo co sove r chia nt e dell'artiglieria nemica soltanto a passo a passo là dove il mantenersi era realmente divenuto impossi bile, sempre pronto a strappare al nemico qualch e cosa di quanto aveva guadagnato ed a sfruttare ogni sua d ebolezz a. Le perdite da ambo le parti furono gravissime, ma certamente molto superiori da part<' francese. Già nella sera del secondo giorno di battaglia si fu si.curi che lo sfondame n to progettato dagli In glesi e 'dai Francesi non sa r ebbe riuscito ; dopo la prima settimana di lotta il Comando Supremo comprese c h e gli avversari non avrebbero neppur raggiunto il l oro scopo con quelle azioni di l ogoramento all e quali ormai li costringeva i l m ancato effetto dell'azione di sfondamento. La quantità di forze impiegate e le perdite da parte dell'attaccante ernno così sproporz ionate in confronto a quelle del d ifensore, che l'esaurimento e io spostamento dovevano verifica r si per il nemico prima che per' noi, qualunque fosse la durata dell'ope~ raz ion e. Ed in realtà gli sforzi avversari, durati otto settimane si n o alla fine di agosto, ottennero soltanto l'arretramento della fronte tedesca per una larghezza di 20 chilometri circa su ambe l e rive della Somme ed nna profondità media di 7 chilometri : e le riserve tedesche snll a fronte occidentale erano a quell'epoca tutt'altro che esaurite.
Comand,() Su(tum" l<d~.sco.
La battaglia della Somme, al pari degli avvenimenti nella regi one della Mosa, è stata proclamata dall'abile propaganda dell'Intesa - che purtroppo agiva anche nell'interno dell'Impero - come un evento di significato particol armente sfavorevo le per la Germania Certamente, riportammo g r avi perdite in quelle azioni; nia esse ebbero in complesso scarsissima influenza sul corso complessivo della guerra, non paragonabile davvero ai sacrifici fatti dall 'Intesa ed alla paralizzazione che ad essa ne derivò durante parecchi mesi.

Gli avvenimenti sulla fronte italiana, che condussero nell'agosto alla perdita della riva destra dell'Isonzo , nulla hanno di comune con quelli sulla Somme. Il Comando Supremo non avrebbe fornito truppe germaniche a scopi difensivi in Italia, anche se non fosse avvenuta la battaglia della Somme: giacchè l'esperienza finora fatta non dava a sperare da tale provvedimento alcuna favorevole in fl uenza sul rendimento dell'Austria-Ungheria.
In Galizia, il momento più criticò dell'offensi va russa era ormai superato quando fu tirato il primo colpo sulla fronte della Somme : e le sue conseguenze non ebbero in ogni caso influenza notevole sull'invio di rinforzi ad oriente. La sitnazione colà veniva tuttora considerata come molto seria, ma non più come critica : e con tutta probabilità la decisione di togliere dall'ovest soltanto le forze sufficienti per gl i scopi cui si mirava non sarebbe stata diversa se non fosse avvenuta l a battaglia della Somme.
Pertanto, le conseguenze dirette di essa si limitarono alla sola in fl uenza sugli avvenime nti in occidente. Naturalmente, il sacrificio d i forze fatto volontariamente dall' attaccante rese necessario un corri spondente logoramento da parte del difensore; ma le azi oni s ulla Mosa non ne risentirono. L'rr lugli o, con un'energica avanzata, portammo ancora avanti le nostre linee fin quasi a ll e opere di Souville e La Laufée; in seguito la tensione generale e soprattutto la necessità di economizzare materiali e munizioni ci ind ussero a rinunziare per il momento ad ulteriori grandi operazioni d'attacco sulla )ifosa. Al Comando del gruppo d'esercito Principe Ereditario fu data la direttiva di proseguire l'offensiva in modo calmo e sistematico per manten ere nell'avversari o la convizione che non doveva sperare nella rinµnzìa di essa. E ciò riuscì, giaccbè i Francesi poterono trarre da quel settore soltanto nel settembre rinforzi a favore della zona dell a Somme, quando nel frattempo co ll a nuova $OStituzione del Capo di Stato Maggiore tedesco la così detta« offensiva di Verdun >> era stata completamente abbandonata.
Oltre 3/ 5 dell'intera forza combattente francese furono sgretolati nella macina della zona della lVIosa fino all'agosto 1916 : e se i Francesi furono ciò nonostant e in grado di partecipare all'azione sulla Somme, lo dovettero al larghissimo sfruttamento di truppe coloniali in fatto di uomini, all'aiuto dell'America in fatto di materiali. La com partecipazione dell'America alla guerra in tal forma ebbe importanza grandissima, giaccl 1è soltanto in grazia di essa gli Inglesi poterono continuare così a lungo la lotta . sull a Somme. Tale cooperazione non contraddiceva invero alla lettera delle norme di diritto internazionale : ma era un vero schiaffo alla n_entralità. Da un lato l'America, cercava sia con richiami al diritto i nternazionale accoppiati con velate minaccie di guerra, s ia col dare assicurazione dei suoi intendimenti pacifici di impedire alla Germania di. far uso di tutti i propri mezzi di lotta contro i propri mortali nemici ; dall'altro, la grande Repubblica non soltanto chiudeva gli occlù alle più aspre offese a quel diritto da parte dei nemici delJa Ge rmania, ma forni va loro eziandio in abbondanza i mezzi b ellici per abbatterci. Comunque si voglia pensarla circa l'operato dell'America durant e la guerra, la macchia con cui essa si è offuscata mediante tal procedere non potrà mai essere cancellata dal suo nome.

Per i Russi, il principio della battaglia della Somme fu il segnale di un raddoppiamento di sforzi, indubbia conseguenza di nuove direttive date dai Comandi dell'Intesa: non è credibile che i comandanti russi potessero sperare ancora in successi decisi vi.
Durante il luglio e nella prima metà di agosto gli attacchi russi sull'intera enorme estensio n e della fronte orientale dal Baltico fino ai Carpazi meridionali, eseguiti spesso contemporaneamente in più punti, furono incessanti. Il settore Hindenburg fu attaccato - se pur soltanto con azioni dimostrative nella maggior parte dei casi - a Riga, a Friedrichstadt e Dtinaburg, sul L. Narotsch, a Smorgo n e a Krewo; il gruppo d'Armata Woyrsch del gruppo d'esercito Principe Leopoldo, ad est di Baranowitschi, fu attaccato dall'avversario co l massimo accanimento innumerevoli volte; il gruppo d'esercito Linsingen dovette respingere frequenti assalti sul basso Stochod e sul medio Styr; la za Armata austro-ungarica sostenne gravi combattimenti a Werben, a est di Brody e attorno a Salotsche; per l'Armata del Sud (v. Bothmer) i punti principali della lotta furono Burkanow e Butschatsch sullo Strypa, e più tardi anche Monasteryska e Tlumatsch a sud del Dniester; nel settore della 7a. Armata austroungarica i Russi cercarono d'impadronirsi degli accessi ai passi dei Carpazi, e nella prima decade d'agosto avanzarono anche a sud del Dniester su Stanislau.

Gli attacchi contro le Armate 7a austro -ungarica, Bothmer e za austro-ungarica s i calmarono solt anto a metà agosto, mentre contro il gruppo Hindenburg erano in realtà cessati fin dalla metà dì luglio, e contro i gruppi Woyrsch e Linsingen dalla fine di luglio Secondo tutti i rapporti pervenuti, l e perdite russe dovevano essere state enormi : la l oro artiglieria, che tirava ora peggio che non al principio della guetTa, non poteva preparare a sufficienza gli attacchi, i quali, attuati in pesanti formaz iòni di fanteria a massa, non riusci,iva no in m assima a s up erare la zona del fuoco delle mitragliatrici del difensore ; e quindi i su~cessi rimanevano insignificanti in confronto alle forze con s uma te.
Nel settore puramente germanico tali successi furono assolut amente nulli.
Pr esso il gruppo Linsingen, l e truppe che stavano dietro io Styr furono respinte fin dietro lo Stochod. La 2a armata austro- ungarica, dopo aver tenacemente difeso la linea W erben- Salot sch e, dovette abbandonarla colla città di Brody, ma dopo pochi chilometri fece nuovamente fronte e sì mantenne Yalorosamente sulla linea B erestetschko-Sokolowka, zona fra Slotschow e Salotsche. In questa zona essa prese con tatto coll'Armata del Sud, che dopo aver ammirevolmente respinto numerosi attacchi venne fatta arretrare - per ordine - dalle posizioni sullo Strypa fin dietro la Zlota Lipa, quando l'arretramento della fronte della za. Armata austro-ungarica e l'avanzata russa nel settore dell'ala sinistra della 70. Armata austro-ungarica fino alla Zlota Bystrzyca e ad ovest di Stanislau verso metà agosto posero in scrio pericolo le retrovie dell'Armata Bothmer.
L'attacco progettato da parte del gruppo d'esercito Arciduca Carlo, allo scopo di costringere le truppe russe che erano nei Carpazi a ripiegare dietro il Dniester e produrre così un miglioramento nella opinione dei Rumeni che stava volgendosi rapidamente a nostro sfavore, non fu attuato : poichè era divenuto necessario valersi delle truppe ad essa destinate, non appena giungevano, per rinforzare i punti più deboli, ed inoltre occorreva la massuna mobilità nell'impiego delle scarse riserve dietro l'intera fronte di battaglia per essere in grado di tener testa ai Russi nei settori contro ì quali essi spostavano volta a volta la loro pressione.
Frattanto, negli alti circoli politici ed in :ùtri del Paese diveniva vivo il desiderio di dare al feldmaresciallo v. llindenburg una maggiore sfera d ' az ione : lo scopo finale era quello cli affidargli la car ica cli Capo d i Stato Maggiore. Caldo fautore e animatore di queste tendenze fu il Cancelliere dell'Impero ; e se in tali intendimenti ebbero parte anche speranze ne l c:i.mpo militare, oltre a quelle di procacciarsi nel fe l dmaresciallo un appoggio per la politica estera cl.i guerra del Cancelliere, esse si fondavano però essenzialmente su considerazio1ù di politica interna. Si cercò di ottenerne la realizzazione nei modi soliti dell e campagne politiche di questo genere, mediante accenni nella stampa, interessamento di personalità. elevate, rapporti diplomatici ed altri consimili mezzi. Il Capo di Stato Maggiore ne ebbe conoscenza solo più tardi: ma dovette riconoscere, e di buon grado, che un'estensione de lla sfera di comando drl feldmaresciallo v. Hindenburg corrispondeva ad un'esigenza militare, giacchè essa forni va nuova occasione per affidare a mano tedesca la Jirezione della condotta di guerra sull'intera fr ont e orientale, cosa certamente util e. E ciò era divenuto tanto più opportuno, in quanto l a diversità di apprezzam enti circa l 'impie go d elle riserve ave va spesso fatto so rger e la ques tion e se un gm ppo d' ese rcit o fosse o n o in grado di dista ccare o ceder e riserve. In particolare col gruppo Hindenb urg vi erano stati attriti . Al fe l dma r esci a ll o Mack ensen non si poteva ricorrer e per lo scopo in questione, g iacch è un importante còm pit o lo vincolava ad un altro teatro di guerra d el quale a n cor dovremo occu parci, n è d'altrond e egli poteva esser messo al disopra del feldmaresciall o Hindenburg.

D'altra part e, p er lo scopo s uaccennato, no n p oteva esse r e scelto che un comandante avente fama tale da conferirgli prestigio pr esso gli alleati. Perciò l'Imperatore, in accordo coll'Imperatore Francesco Giuseppe, affidò dal 30 luglio al feldmaresciallo v. Hindenburg il comando s nl tratto d ella fronte orie n ta le dall'ala destra della 2 a Ann a t a austro -ungarica nella zona di Salotsche ad es.t di Lemb erg. fino a lla costa del Baltico. Il Capo di Stato Maggiore conco rdò in tal e pro vved im ento, spe r a nd o - ed in ciò s' ingannò - che n on n e sarebb ero ristùtate difficoltà per l'unit à di condotta di guerra Al nuovo Comando fu ro no so t toposte: l'Armata austro -ungarica ora accenn ata, i grupp i d'esercito Linsingen e Pr i n cipe Leopoldo, n on chè il g rupp o d'eserc ito del q u al e finora a vev a tenuto il comando lo stesso feldmar escial lo v. Hind enburg e che ora ve nne affidato al col. gen . v. Eichhorn. Al fe l dmaresciallo v. Hindenburg furon o assegnate nella prima quindicina di agos t o altre 6 divisioni, da impiegarsi s ull a fronte da l ui dip end ente. Du e di esse v enivano dall'ovest ed abbisognavano di ristoro, ma pot evano essere impiegate contro i Russi in caso di n ecessit à ; du e eran o di nuova cos tituzione , m ediant e singoli r ~parti tr a tti dall e fr ont i ocddentale ed ori en tal e; le ultime due erano formate da trupp e tur che offerte dal Comando Supremo turco per il teatro di guerra e ur opeo s ubito dopo che gli Inglesi al principio del r916 av evano sgombrato la p enisola di Gallipoli. Si sono già accennate le ragioni per l e quali esse non erano state ancora impiegate nonostante l'offerta fatta. Quando tali rag ioni cessar ono , il Comando Supremo austro-ungari co non aveva voluto decidersi ad accettare l'offerta di v alersen e ch e gli era s tat a rinnovata , se bb ene l'impiego di divisi oni s ulle quali po tevasi fare assoluto affidamento gli fosse molto utile p er la propria fr ont e. Nel fratt emp o , dette divis ioni avevano ancor migµorato la loro istruzione : e µeUe azioni di settembre ed ottobre in Galizia si palesarono prezioso aumento di forze per l' Arma.ta del Sud che le ebbe nel suo settore.

Come si è accennato più sopra, la nuova fronte del feldmarescia,llo v. Hindenburg, anche prima di ricevere le nuove 6 divisioni predette, non era più da considerarsi in. situazione preoccupante : pertanto, <lopo il loro a rrivo, essa doveva essere in grado non soltanto di far front e ad ogni eventualità, ma anche di poter cedere forze quando -0ccorressero uomini. :ì\lfa quel Comando non e r a di tal e avviso e rap-pres entò spesso urgenti preoccupazioni per la si curezza non solo della propria fr.onte, ma benanche di quella contigua alla sua zona di -comando e per l a frontiera rumena,, nel mese di agosto. Tali preoc-cupazi oni non ebbero conferma dai fatti.

La part e meridionale della fronte orientale, dall'ala s ini stra ,dell'Armata del Sud fino alla frontiera rumena, rimase autonoma .agli ordini dell'Arciduca Carlo, nominato generale di cavall eria. Da lui dipendevano l'Armata del Sud, l a 3a Armata austro-ungaric a (che mediante cambio di denominazione aveva sostituito l a rza austroungarica) e la 7a austro -ungarica. Come giìt si è detto, era al suo fianco un capo di Stato Maggiore tedesco.
Col nuovo ordinamento ora descritto il Capo cli Stato Maggiore tedesco s p erava, oltre ai vantaggi nel campo strategico e tec1ùeo di comando. di acquistare il predo1niruo dimostrat<?Si g ià necessario per pot er attuare realmente i provvedimenti interni da tan'to tempo -0ccorren ti e<l imposti in particolare dallo sfondamento di Lutzk, allo ~copo di rafforzare l' ene r gi;:i, offensiva.. della potenza militare alleata.
L'acquisto di tale predominio non forniva certo un a salvaguardia contro futuri sconfinamenti dai limiti dell~. condotta generale di g.uerra del genere dell'offensiva austro-ungarica in Italia. Tale salvag uardia non poteva esser r aggiunta in modo incondizi onato, giacchè dipen deva pur sempre dalla buona. volontà degli interessati : ma p.er lo meno una modificazione nel sistema fin qui seguìto di co ndotta comune d egli eserciti . era divenuta imprescindibil e. L e gr.avi conseguenze d ell'impresa del Tir ol o avevano tolto ogru fiducia a tale s istema, e non s i poteva più ormai tard a r e a far sì che il Comando Supremo tedesco avesse un diritt o ri co no sciuto di sorvegl ianza ; e p e r tanto l'i stituzione di una « direzione suprema della condotta di guer ra dell e P ote nz e centrali >> in mani tedesche era divenuta una ne cessi tà. Quando il Capo di Stato Maggiore ted esco ora la propose, la Bulgaria e la Tur cb ja vi aderirono subito, co nformemente a quanto gi à avevano fatto in passato: l'Au stria-Ungheria el evò le not e obie1.ioni, in parte giustificate, ma alle qual i n o n fu più data importanza d ecisiva dopo la triste esperie n~a recente. E gli stessi dirigenti i destini della Duplice Monarchia finirono col convincersi di tale ne cessità. La co nclusione ufficiale delle trattative a tal e riguardo si protrasse fin dopo la nuova sost ituzion e del Capo di Stato Maggiore tedesco, avvenuta a fine di agosto
A tal e sost ituzion e diedero la spint a esteriore le dichiarazi oni di gue rra dell'Italia e della Rum e nia. Ma prima di e ntrare m~g iormente in a r gome nt o, occorre rivolger la nostra attenzione agli avve nimenti p olitici che fu rono in stretta co nne ssion e colla sostituzio n e stessa.
1.a • liberazione Dopo l 'occ upazio n e del territorio della Polonia, nel Congresso ddla Polonia,. dell' es tat e r9r5, il conflitto di opin i on i 2, rig uardo del futuro destino della Pol onia non s i era acquetato, nonostante la prud e nza ch e avrebbe dovuto esser consigliata dall'antico pro ve rbio di non s partirsi la pelle dell'orso prima che esso sia ucciso. I Governi di Berlino e di Vienna s i accor darono presto n el co ncetto c he ancor durante la gue ri;_a s i dovesse concedere o gar a ntire il completo affrancam e nto dal giogo russo; ma per lungo tempo non riuscirono a metters i d'acco rd o sul modo di attuare tale affrancamento, nè poteva esse r e altrim enti L a politica tedesca seguiva qu esta via solt a nto perchè s pint avi dal bisogno, non trov ando una via migliore per decide re dell'avvenire d ella P olonia. P e r cont ro, la politica austro-ungarica s i er a accinta di tutto c u ore a risolv e re la que s tione, s perandone gra ndi vantaggi futur i p er sè.
Il Capo di Stato Maggiore non era d'avviso che conv e nisse risolvere la questione in tal modo: gli pare va inopp ortu n o togliere al Gov erno di Pi etrobu rgo ogn i possibilit à d i avv i cinamento a lla Germania ; e, p e r l e osservazioni fatte s ulla pop ol azio ne di lingua pola cca n ella Prussi a occidental e, sua provincia di origine, non riten eva possibile stabilire una relazione <li vicinanza tollerabile fra uno Stato p olacco risorto dall e sue ceneri e l'Imp ero t edesco. L'irred entismo polacco aveva procurato finor a parecchie preoccupazioni all a Prussi a, e queste doveva no accrescersi all'infinito col sorgere di u n nuovo Stato polacco indipendente, con tutte le sue speranze d 'avven ire. I ndubbiamente l'Austria-Ungheria avTebbe acquistato infl ue n za preponderan te nel giovane Stato, a causa delle sue re laziom colla Galizia : e si doveva temerne attriti che potevano diventar fatali per il mantenimento dell'alleanza. L'orientamento puramente occidentale che ne sarebbe deri vato di necessità pe r la politica tedesca sarebbe stato preoccupante dal punto di vista militare, giacchè si sarebbe dovuto fare assegnamento su fattori ora affatto incerti. anzichè su fattori deboli bensì, ma cli valor e noto. l soldati pruss iani delle regioni di l ingua p olacca avevano adempiuto fedelmente in massima al loro dovere durante la gut>rra: ma era molto improbabile che continuassero a fare altrettanto quando sapessero che al di là della frontiera esisteva uno Stato polacco con istituzioni tut' t'affalto diverse dalla Germania. l,a dìchhmuionc di guerra della Rumcnia.

Anche le promesse dei fautori dell'affrancamento della P olonia, a riguardo dell'aumento <li forza pari ad un'Armata che sarebb e derivato all a Germania dalle forze polacche, non erano multo seducenti per chi giudicasse a mente fredda. Era poco probab il e che la gioventù polacca, la quale aveva saputo così bene sottrarsi all'adempimento del proprio dovere verso lo Stato russo, si affrettasse con particolare entusiasmo a con-ere sotto le bandiere tedesche, da essa o di ate per lo meno quanto le russe. Anche qualora si fosse riusciti a costituire un'Armata, non si sarebbero acquistate che truppe nelle quali potevas i aver solta n to una :fiducia limi tata. E gli avve nimenti nell 'esercito austro-ungarico avevano invero abbondant<:mente dimostrato che truppe di tal natu r a costituivano un aggravio, e in talune condizioni molto pesante, anzichè un aiuto.

Perciò i l Capo di Stato Maggiore, quando nell'agosto ven n e a conoscenza del fatto che il Cancelliere dell' Impero trovavasi a Vienna per sistemar definitivamente la questione polacca, elevò obiezioni ed ottenne che la decisione in materia venisse procrastinata. Essa fu ripresa in esame soltanto dopo che egli cessò dalla carica, da parte del suo succcsgorc.
Certamente, un accrescimento di forze sarebbe stalo molto gradito in quel momento per le P otenze centrali: nel sud-est deU't:nghcria serpeggiavano nuove faville di guerra dalle quali potevano ad ogni ista n te divampar fiamme.

A riguardo della Rumenia, si è già detto che la sua entrata in guerra a fianco dell'Intesa, dopo i primi grandi successi di Brussilow, dipendeva soltanto da un ulteriore peggioramento nella situazione dell'Austria-Ungheria. Gli a':'venimenti posteriori del giugno e del luglio non produssero in realtà tale peggioramento : essi furono sempli cemen t e la conseguenza inevitabile e prevedibile di quanto ormai era avvenuto. ì\Ia ai diplomatici dell'Intesa riuscì facile rappresentarli, nel senso da loro desiderato, anche agli uomini politici e militari di Bukarest per se .stessi poco capaci di sano giudizio. Ad ogni modo, alla fine di luglio i Comandi Supremi delle Potenze centrali, in base a tutte le notizie provenienti dalla Rumenia, non furonò più in dubbio st1l fatto che la decisione circa il momento di entrata in guerra della Rumcnia dalla parte dei nostri avversari era ormai sopra una lama di coltello e non poteva più essere influen' zata da provvediment i delle Potenze centrali : l'In tesa sola aveva parola in ciò.
Ci si doveva ormai adattare a questo nuovo colpo. Gli sforzi dei Comandi Supremi alleati mirarono dapprima a ritardare lo scoppio delle ostilità aperte : quanto più tardi esso fosse avvenuto, tanto maggior vantaggio ne avrebbero tratto le Potenze centrali, giacchè il corso degli eventi lasciava ritenere che le fronti occidentale ed orientale avrebbero potuto profittare del guadagno di tempo per rafforzarsi e mettersi così più facilmente in grado di cedere forze per lott are contro il nuovo nemico senza correr rischio. Furono quindi inviati nella terza decade di luglio cd in agosto rinforzi dalla fronte occidentale, specialmente ai settori della fronte austro-ungarica oriental e contigui alla Rum enia; si voleva evitare che rovesci in quella zona, per così dire sotto gli occhi della Rumenia, anche se di scarsa importanza, producessero eventua lmente uno scoppio prematuro delle ost ilit à. Essendosi avuti indizi che a Bukarest si sperava -che la Germania non fosse in grado o non avesse desiderio di dare appoggio all'Austria-Ungheria in un conflitto colla Rumenia, l'addetto militare rumeno al Gran Quartier Generale tedesco fu chiaramente a,·vertito dell'infondatezza di tale apprezzamento, e gli si diede modo di convincersi che la Germania disponeva di tutte le forze necessarie a tale scopo. E per sottolineare tale assicurazione, gli elementi della ro1a divisione germanica che dal finir del 1915 si trovavano nella Bulgaria orientale furono spostati a Rustschuk su l Danubio, cioè ad immediata vicinanza della frontiera rumena. I Comandi Supremi turco e bulgaro furono ancbe invitati a. far pervenire a Bukarest jdentiche . dichiarazioni; al Comando S1.1prcmo aust r o-ungar ico fu raccomandat o di spingere alacremente la prosecuzione delle trattative del G0vern.o imperiale e reale col Governo rumeno per il man'teniment o della neutralità rumena, sebbene s i fosse già convinti in precedenza che esse in definitiva sar ebbero riuscite vane.
P arallelamente a tali prov.vedimenti che tendevano ad evitare -0 quanto meno a ritardare l'avvenimento non desiderato, furono .attuati quelli necessari a fronteggiarlo. Fu acce lerata la costituzione :delle nuove formazioni tedesche già destinate a tale scopo, come pur e .la sistemazione delle ferrovie per la radunata nell'Ungheria sud -orien-tale e nella Bulgaria settentrionale. Il feldmaresciallo Mackensen fu .informato fin dal luglio che in caso di guerra contro la Rumenia gli sarebbe stato affidato il comando sulla frontiera della Dobrugia e sul Danubio, e furono concordate con lui le modalità per la condotta delle sue operazioni. Gli fu data la direttiva di far eseguire le necessarie ricognizioni ed i preparativi de l caso, finchè fosse poss ibile , .senza dar troppo nell'occhio. Infine, il 29 luglio nel Gran Quartier Generale tedesco venne conclusa una convenzione fra il col. generale Conrad v. Hotzendorf, il plenipotenziario buJgaro col. Gantschew e il Capo di Stato Maggiore tedesco. a riguardo della comune azione in caso di atteggiamento apertamente ostile da parte della Rumenia. Ad essa aderì il 5 agosto Enver P ascià in nome del Comando Supremo turco, in occas ion e di una riunione col Capo di Stato Maggiore tedesco e col col. gen. Conrad v. H otzendorf a Budapest.
Si ammise senz'altro che l a Rumenia, se entrava in guerra, avrebbe agito in m odo corrispondente a ll' (( avido >> modo di pensar e dei suoi dirigenti, senza tener gran conto delle esigenze militari, e quindi avrebbe cercato anzitutto d'impadrorùrsi del prezzo della vittoria più bramato e cioè dei Siebenburg. Eppe r ò si ritenne che lo sforzo principale della Rumenia sarebbe stato attuato in quella direzione, mentre si prevedeva che essa avrebbe lasciato fo r ze relativamente deboli, di za e 3a linea, a copertura verso la Bu lgari a, nella Dobrugia e sul Danubio.
Si fu presto d'accordo s ui provvedimenti-derivanti da tali ipotesi. w. carta
Imm ediatam ente dopo l'apertura delle ostilità, un'Armata Mackensen, di nuova costituz ione, doveva penetrare dalla Bulgaria nella

D obnigia, conquistare di colpo le teste di ponte rumene di Tutrakan e Silistria cd avanzare all'incirca fino al tratto più ristretto fra :\Iar Ner o e Danubio. Si aveva intenzione cli costittùrla coll a r oxa divisione (parte della quale trovavasi già a Rustschuk), 4 divisioni bulgare (di cui 3 erano già nella Bulgaria settentrionale, una proveniva da ll a ì\facedo ni a) e 2 divis ioni turc h e della zona di Adrianopoli Il ge o . v. Conrad avrebb<! desiderato che l'Armata, invece di avanzare solo in Dobrugia, avan;r,asse contemporaneamente anche oltre il Da nu bio, per ottener più presto 1a li berazione dei Siebcnburg : ma sì rimase d'intesa definitiva per l'avanzata in Dobrugia, giaccbè il passaggio del Danubio non si riteneva possibile finchè le forze rumene in quella regione non fossero messe in condizione di non pote r nuocere. Da parte tedesca crasi prevista l'assegnazione all'Armata Mackensen di mezzi bellici moderni non familiari ai Rumeni, quali artiglierie pesanti, lanc iamine e mezzi per l'impiego dei gas. L' invio graduale di truppe e cli materiali doveva compiersi al più presto, per evitare che la scarsa produttività delle comunicazioni nei Balcani ostaco lasse l'attuazione dello schieramento in tempo utile. Dopo che l'Armata avesse raggiunta la linea sopraccennata, si sarebbero tratte dalla sua fronte notevoli forze, mandandole verso Sistova in Blùgaria, per far l oro traghettare colà il Danubio e metter e in movimento su Bukarest. Non si riteneva tecnicamente conveniente un tentativo di passaggio più a valle, per le difficoltà che avrebbe incontrato.
Per agevolare il passaggio, fu deciso di mandare subito l'equipaggio da ponte pesante austro-ungarico del D anubio nel braccio del fiume a sud dell'isola di Belene presso Sistova, giacchè il mandarvel o dall'Ungheria dopo che le relazioni colla Rumenia fossero entrate in un periodo acuto non sarebbe stato più possibile. Si riusci a superare le obiezioni che il Comando Supremo austro-ungarico faceva contro tale provvedimento, dal quale in realtà risultava un pericolo permanente per quel prezioso materiale da ponte.
Durante le operazion i predette da parte del feldmaresci all o v. :\Iackensen, l'Austria-Ungheria doveva cercar di trattenere il più a lungo possibile l'avanzata delle forze principali rumene ol t r e la frontiera montana, finchè le truppe d'urto da inviarsi al più presto dopo la dichiarazione di guerra non fossero giunte sul posto. Da parte tedesca era previsto all'uopo l'invio di 4 o 5 divisioni cli fante ri a ed una o due di cavalleria: e il Comando Supremo austro-ungarico aveva i ntenzion e cli spostare nei Siebenburg. provvedendo così a ri co mpletarle e ristorarle, 2 divisioni di fanteria e una di cavalleria che avevano sofferto m olto n ei combattimenti su lla fr ont e orientale. In oltr e, per desiderio tedesco, fu stabilita unità di co mand o s ulla fronte rumena dal Danubio alla Buco vina, me ttendola agli ordini d el gen. di fa nt e ria Ar z ,·. Straussenberg, comandante della 1a Armata austro -un garica. Era còmpito del generale predetto il s is temare meglio di ora la s itu azione militare neJl'Ungheria s ud-orientale. ed inoltre il render e utilizzabili a scopo di guerra i num erosi ma deboli repar ti cli cui l'AustriaUngheria dis pon e va già p el servizi o di vigilanza alla frontiera e cioè gendarmeria, gua rdi e di finanza, battaglioni d'allarme, di landst urm, di tappa di land stur m , di minatori e qualche battag lione campale; ed infine, di preparar e m edia nte interruziom s tr ada li nelle m o ntagn e ostacoli all'attesa avanzata d el nemi co. Disgraziatam e nt e, tutto questo lavoro di pre parazi on e del Comando S upremo austro-ungarico fu disturbato n otevolm ente verso metà agosto dagli avvenimenti sulla fr onte d ell'Isonzo.


Gli It aliani , avendo inco ntrat a os tinata resistc mm nelle po s izioni più elevate, aveva n o interrotto i loro contrattacclù su l ~1. fr ontie ra del Tirolo cd avevano spos t ato l e loro riserve sull' I so nz o, dove attaccarono con forze m o lt o pr ep onde ranti nell a prima d ecade di agosto. Da parte aus tro-ungarica n on s i era fatto in tempo a provvedere a ll a s ist e m azione delle forze : le truppe gettate sull'Isonzo, dopo le gravi lolle s1ùla fr o ntie ra tirol ese, non avevano più la forza di resistenza necessaria. Fatto sta che il 6 agosto l'importante posizione della te s ta di pont e ad ovest cli Gorizi a fu perduta, e p och i g iorni dopo anche la città cadde in man o agl' [t alian i : l'avv ersa rio guadagn ò terreno in molti punti della riva s inist r a dell' I so nzo. Ciò prod usse una grav e cris i e costri nse eziand io a togliere alcu n e divis ioni dalla front e orientale, sos titu en dole co n trupp e germaniche.
È superfluo l'accennare che questo provvedimento ebbe sfavorevole influenza s ulla fronte orie ntale, non so lo p er il Comando Supremo austro-un gar ico ma anche p e r la condotta d ella guerra in generale.
Le fatali co nsegu e nze dell ' impresa com piuta p e r suo conto dall'AustriaUngheria in Tirolo, continuavano tuttora a manif es ta rs i: e l' ul- tima, cioè l'entrata in guerra della Rumenia a fianco dell'Intesa, stava per verificarsi. Quegli avvenimenti sull'Isonzo furono deci~ivi a tal riguardo.
(V. carta o. 6 ) Fra i provvedimenti preparatori per la guerra contro la Rumcnia s i debbono anche co mpre ndere le operazioni che furono attuate sulla fronte macedone nell'agosto dopo un lm1go periodo di calma. Si è già accennato che per migliorare le posizioni su quella fronto si era considerata l'utilità di far avanzare l'ala destra, costituita dalla 1a Armata bulgara, dalla pianura di Bitolj fin sulle altme a sud di Florina e ad ovest del L. di Ostrowo. Il Comando Supremo bulgaro aveva fatto presente poro tempo prima che sarebbe stato altresì molto opportuno far avanzare in modo analogo la zn. Armata bulgara, su ll'ala sinistra, fino al settore dello Struma. Il Capo di Stato Maggiore aveva a suo tempo sconsigliato l'attuazione di tale concetto, per evitare un consumo di forze ed un rischio di guerra colla Grecia clii' non sarebbero certo stati compensati dai vantaggi d<'ll'avanzata. ;\fa nel frattempo la situaz ione si era mutata: l'esercito greco era stato smobilitato in massima parte ; anche per altre ragioni non vi era più il pericolo di un urto imprevisto contro di esso, Ed ora diveni\·a vantaggioso il migliorare la situazione cd accorciare le posi1.ioni bulgare anche a costo di sacrifici iniziali di for?.c, perchè irt tal modo si sarebbero rese disponibili unità per altro impiego e, nel caso specifico. contro la Rumcnia. Fu quindi autorizzata l'operazione ; essa cominciò il 15 agosto e, dopo alterna vicenda di lotta, il 28 raggiunse il suo scopo. Su questa parte del teatro di guerra balcanico ritornò per lungo tempo la solita calma, mentre la fiaccòla di guerra ardeva con tanlo maggior forza nel nord-est dei Balcani.
La sera del 27 agosto, il Go\'erno italiano dichiarò gue rra alla Germania: ed alla medesima ora l'ambasciatore rumeno a Vienna consegnò al Governo i. e r. la dichiarazione di guerra del proprio Governo. irentre il pas~o dell' Italia fu considerato quale era realmente, e cioè come una formalità che non venne degnata d'una risposta, la Germania rispose il giorno dopo colla propria dìchiarazione di guerra alla dichiarazione della Rumenia contro l'Austria-Ungheria.

Il Comando S upremo tedesc0 non era impreparato a tali eventi ; ma essi lo colsero pur sem pr e di sorpresa, giacchè il Capo di Stato Maggiore aveva rit~nuto che l a Rum enia avrebbe aperto le ostilità soltanto dopo il· termine del raccolto e cioè dopo la m e tà di settembre. Non si è ancor chiarito quali ragioni abbiano ind otto la Rumen ia ad anticipare Ja sua azione : recenti info rmazioni fanno s upporre che su ciò abbia avuto m olt:1. influenza la richiesta stringente da parte della Fran cia alla Rum e nia di e vi tare ult eriori indugi. Il generale ]offre pu ò aver sperato in questo modo di dar nuova esca al la volontà di guerra dell'Intesa, depressa in molti a mbi e nti a causa d ell 'esito non soddisfacente della l otta sulla Somme e dell'arresto dell'offensiva russa in Galizia. Certo è che tale cons igli o non ha giovato all'interesse del nuovo all eato dell'Intesa. Erano suffi cienti pochi telegrammi dal Gran Quartier Gen erale tedesco per dare esecuzione ai provvedimenti contro la Rum e ni a, ben pr edisposti. Ma al Capo di Stato Maggiore attu ale non doveva più spettare di dare gl i ordini al riguardo.
Il 28 agosto, il capo d el Gabinetto militare, gen . di fanteria bar one v. L yncker, s i presentò al Capo di Stato Maggiore per comun icargli ch e l'Imp eratore aveva ritenuto necessario di chi amar e a sè per l'indomani il feldmaresciallo v. Hin denburg, per averne cons iglio a riguardo della situazione di guerra prodotta dall'aperto passaggio della Rumenia nel no vero degli avversa1i. Il Capo di Stato Maggiore potè rispondere sol tanto c h e l a chiamata di un comand a n te in sottordine a cons igli o in un a questione cli condotta gene ral e di g uerra rientrante nella propria esclusiva compete nza , senza suo preventivo consenso, doveva da l ui essere con siderata come una divisione non accettab ile di r esponsab ilità e come un segno che eg li non godeva più la fid u cia illi mitata del proprio Capo Supremo di guerra, necessaria a ll 'adempimento dei s uoi còmpiti : e quindi chiedeva l 'immedÌato eson ero dalla propria carica. In un con seguente colloquio di Sua Maestà col Capo di Stato Maggiore non fu possibile concili are i punti di vista opposti , giacchè per il Capo di Stato Maggiore s i trattava di un cr it erio, dal quale egli non poteva assolutamente desiste r e . R mattino del 29 agosto fu presentata ed acce t tata la s ua domanda di esone r o

Al momento in cui il feldmaresciallo v Hinclenburg entrò in carica, la situazione ge nerale di guerra era seria.
Tal e essa fu sempre in maggiore o minore mi s ura dal r4 settembre 19r4 in poi; tale essa rim ase fino al suo dol or oso termine. N è poteva esse r div ersa, data la grandissima prepond eranza a vversaria di forz e e di mezzi, fin c hè la vo lontà di g uerra nemica non fosse infranta. Con tutta pro babilità, nulla ha m aggior me nte co ntribuit o al lam e ntevol e esito della gu er r a quanto l'aver riv elato tale verit à alla ma ss a popolar e sollanto quando più null a pote va essere salvato .
Ma alla fin e de ll'agosto 1916, n onostante tulle le a ffe rmazioni fatte più tardi e che ancor oggi vengono lab or iosament e diffuse, la situazione n o n er a disperata.

Su l teatro di guerra occ identale l'energia dell'assalto avve r sar io, co ncentrato n ella r egio ne della Somm e fino al mass imo s forzo , era infranta. Il nemico poteva a n c.ora ottenere qualche successo parzi ale con sanguinosi sforzi, ma non era dubbio che nel complesso i suoi sforzi dovesse r o fa llire, e neppur era dubbia l'inv e rosimi glianza di una ripetizione di tale sforzo con uguale intensità ed in condizioni ugualment e sfavorevoli per la Germania. Se non si era potuto far cessare co mpl etam e nt e l'attacco avversario e trasformarlo in un contratt acco a vantaggio tedesco, ne era s t ata causa esclusiva l'indebolimento di riserve sulla fronte occidenta le imposto dall'inaspettato croll o d ella fr o nt e au stro- ungarica in Galizia, quando il Comand o Supremo tedesco non aveva potuto r e nders i co nto in tempo uti le dello spostamento di gravi tazi one dei Ru ssi dalla Lituania e Curlandi a nella zo na di Baranowitsc hi e \·erso la Galizia.
Grazie al modo col q uale fur o no organizzate le opera1.io ni sulla Mosa , fu possibile disporre d ell e forze necessarie p er fr ont eggiare la temp esta sulla Somme, nono sta nte l'invio di numerose forze dall' o vest all' est, e fu anche possibile disporre della m aggior parte dell e forze che si dovettero i nvia re contro la Rw ncn ia . Ed a qu elle ope razio ni s i dovette anch e l'imp oss ibilità da parte fran cese di partecipare alla battaglia della Somme con numerose forze, per nostra fortuna. Circa 90 divisioni francesi, e cioè 2/ 3 circa d ell ' inte r a forza co mbattente dell'esercito fran cese, erano s t ate rotte nell a macin a s ulla Mosa, m entre l e perdite t edesche n o~ erano state superiori ad 1 a delle avversarie. Certam e nte, la diminuzione nelle ri serve d'esercito dal principio di luglio in poi aveva costretto a limitare gradatamente le operazioni sulla Mosa : ma il modo col quale esse erano state organizzate rendeva ciò possibile senza grandi difficoltà e consentiva altresì di riprendere • in ogni momento l'attacco.
Non restava che attendere da tale azione, se pur in nuova forma, il raggiungimento dello scopo di dissanguare completamente la Francia. E la miglior prova della fondatezza di tale apprezzamento è data dalla discussione ndla Camera dei Deput ati francese nell' estate r9r6.
Sull a fronte russa, ogni pericolo urgente poteva considerarsi eliminato dal momento in cui si ebbe completa conoscenza dell'entità di spostamenti russi verso il sud : poichè il gruppo d'esercito ted esco settentrionale era in grado di fornire le riserve necessarie a trattenere l'avversario in Galizia. L'ipotesi che i Russi non si sarebbero più riavuli dai colpi loro inflitti nel 1915 e quindi non avrebbero più potuto divenir seriamente peiicolosi per le truppe t«::desche, quasi senza riguardo alle condizioni reciproche di forza, si era dimostrata ben fondata. Rimaneva evidentemente il pericolo permanente derivante da una insufficiente resistenza delle truppe austro-ungariche e d a lla debolezza interna dell'Austria-Ungheria, ma nessun potere um a no era in grado di eliminarlo completamente : si poteva soltanto diminuirlo con opportuni provvedimenti, ed a ciò si era pensato nel modo più esteso possibile.
I Comandi Supremi alleati avevano fatto ciò che l oro spettava per l iquidare la partita colla Rumenia: il successo non dipendeva più da loro, bensì dall'operato dei combattenti sul posto, e semb r ava assicurato.
Nell'apprezzamento della situazione generale, le fronti turche in Asia costituivano teatri di guerra secondari e quindi non potevano essere prese in grande considerazione D'altr onde la situazione su di esse era soddisfacente, salvo in Armenia: ma anche là non era più a temere un'ulteriore avanzata dei Russi. La preoccupazione p er uno sfondamento dei Dardanelli, atto a togliere la Ru ssia dal suo isolamento, era scomparsa.

Ancor migliore era la situazione in Macedonia. Le fronti tedescobulgare potevano colà ritenersi in grado di far fronte a qualsiasi prevedibile evento.
Un punto vulnerabile nell'armatura delle Potenze centrali era prodotto dalla situazione austro-ungarica sulla frontiera italiana, venuta a crearsi per effetto della disgraziata offensiva dal Tirolo.
Ma la stagione avanzata co,nsentiva di sperare con sicurezza in un lungo periodo di respiro durante il quale sarebbe stato possibile prendere le disposizioni del caso.
La decisione circa l'impiego dell'arma di guerra sottomarina rimasta in riserva, e circa l' epoca dell'impiego stesso, non aveva fatto alcun passo. Dopo le divergenze coli' autorità politica nella primavera a tal riguardo, il Capo di Stato Maggiore aveva accuratamente evitato di compromettere il Comando Supremo in tale questione in alcun modo verso l'estero : la necessità di non indurre il nemico a reazioni lo richiedeva. Condizione preventiva per l'efficace impiego della guerra sottomarina illimitata era la sorpresa, in quanto fosse ormai ancor possibile. Inoltre, il Capo di Stato Maggiore riteneva necessario che all'inizio della guerra sottomarina corrispondesse un'azione attiva contemporanea ad ovest: e per il momento non sì poteva prevedere quando essa sarebbe stata nuovamente possibile. La tensione nell'interno dell'Impero era, naturalmente, molto forte. Frattanto, la rinunzia a nuove formazioni di grandi unità fin dall'estate r9r5 aveva impedito che tale tensione oltrepassasse i linùtì tollerabili. Il rifornimento di complementi era assicurato per lungo tempo e si effettuava in modo rego lare; si poteva ormai prender di nuovo in esame l'opportunità di costituire nuove unità su vasta scala. Si era altresì riusciti ad elevare la produzione di materiale da guerra in modo corrispondente alle esigenze, senza scuotere pericolosamente la situazione economica dell'Impero : e, secondo il piano prestabilito, la massima potenzialità fu raggiunta nel 1917 e parve largamente sufficiente ad ogni fabbisogno prevedibile. In r ealtà così avvenne : e durante l'intera guerra quel piano rimase inalterato, per la produzione delle munizioni.

Le r elazioni coi Comandi Supremi turco e bulgaro non erano mai state minimamente turbate; entrambi si comportavano da fedeli alleati, sempre pronti ad accettare incondizionatamente i provvedimenti raccomandati dal Comando Supremo tedesco.
Anche le relazioni persona li col Comando Supremo austro -un garico non potevano dirsi cattive: quanto meno, i rapporti normali non davano alcun indizio contrario. Un attrito verificatosi nell'inverno in segu ito ai tentativi del Comando Supremo austro-ungarico di sottrarsi all'influenza del Comando S upr emo tedesco era stato da l ungo tempo appianato in un franco colloquio. :\felle relazioni di servizio con quel Comando Supremo vi era peraltro un limite oltre il quale alle intese amichevoli doveva subentrare una certa costrizione: e cioè quando s i tratta va di mante nere nei confini resi necessari dai concetti della condotta general e di guerra i piani. particolari dell'A ustria -Ungheria oltrepassanti le sue forze ed i suoi mezzi. E la dolorosa esperienza degli ultimi tempi aveva reso necessario accentrare in modo ufficiale in mani tedesche la condotta generale della guerra.
Questo sguardo generale sulla situazione di quel tempo presentava mol ti punti gravi, e pochi confortanti: ma non dava motivo a considerarla disperata. Comunque, nè il Capo di Stato Maggiore cessante nè i suoi collaboratori dei Comandi Supremi allea.ti la consideravano tale.
Il Comando Supremo non aveva perduto di vista lo scopo d'infrangere la volontà di guerra avversaria, e tanto meno l a necessità ovvia che per raggiungere tale scopo si ricorresse in ogni caso ad azioni offensive ed all'impiego di tutte le nostre energie, anzichè attenersi ad una semplice paziente attesa difensiva. Ed all'uopo non aveva potuto trascurare di i.ener conto delle condizioni prodottesi col progred ir della guerra, in quanto e fino a quanto non era in grado di modificarle.
Nelle prime settimane di guerra non si era riusciti ad approfi ttare della possibilità, allora esistente, di ottenere la decisione della guerra sottomettendo i nostri avversari mediante colpi dati colla messima tensione delle energie e relegando in seconda linea ogni altra considerazione. Durante l'inverno 1914-r5 gli avvenimenti sul teatro di guerra orientale ci avevano impedito di te nder nuovamente al nostro scopo per questa via diretta. Più tardi, la diminuzione di energia combattiva del nostro primo alleato, la nostra debolezza sul mare ed il contegno dell'America resero incerta la possibilità di batter nuovamente ta l via.
Essa peraltro rimaneva pur sempre l'ideale. ì\1a noi ci trovavamo ora in una lotta in cui si trattava dell'esistenza del nostro popolo, non g ià solt anto di acqu isto di gloria o di territorio. In tal lotta non dovevamo dimenticare che, nelle condizioni venute a prodursi, potevamo esser posti di fro nte ad una situazione in cui la decisione non fosse da otte nersi mediante un assoggettamento fisico di tutti i nostri a\'versari nel senso letterale, bensì soltanto facendo loro comprendere che non erano in grado di pagare il p r ezzo necessario per sottometterci.

Per questa necessità, la sicurezza che le Potenze centrali polc,-sero « tener fermo ,, durante la guerra assumeva un particolare e spiccato significato, la r igida economia dei loro mezzi cli guerra diveniva di massima importanza, e s'imponeva assolutamente la decisa rinunzia ad una condotta di guerra le cui esigenze esorbitassero dalla nostra potenzialità di resistenza.

Se le Potenze centrali non tenevano fermo, e cioè - in allri termini - se esse non mantenevano la loro Yolontà di guerra e la loro attitudine alla lotta più a lungo dell'avversario, tutto ciò che si era fatto perdeva ogni valore: la guerra non soltanto era perduta, ma minaccia\·a il nostro annientamento. Se esse invece tenevano fermo, la guerra era guadagnata, nella misura consentita dalla situazione strategica della Germania e dei suoi alleati contro le forze di quasi tutto il resto del mondo. Per il risultato finale non ave\·a importanza il maggiore o minor vantaggio a noi derivante dai s oli risultati delle azioni belliche.
Su tali basi erasi fondata la nostra condotta di guerra. Esse ricevettero un grave colpo dall'impresa in Italia : ma ad onta di ciò eravamo riusciti a sostenere ancora la tremenda prova impostaci dagli avvenimenti in Galizia e sulla Somme. Si doveva ritenere che la nostra condotta di guerra avrebbe saputo fronteggiare anche gli ulteriori eventi, che erano conseguenza di quelli ora accennati; ed i fatti hanno pienamente confermato tale supposizione.
Il Capo di Stato Maggiore pertanto non era stato scosso nella sua convinzione che una conclusione della guerra a noi favorevole non avrebbe potuto ottene rsi per via diversa da quella che egli aveva !>eguìto. P er quanto riguardava la sua propria persona, egli non rimpiangeva - anche in relazione ai desideri ripetutamente espressi dalla primavera in poi per ottenere l'esonero dalla sua cari~a - <li veder passare su spalle meno stanche e più robuste delle proprie il grave pondo, ch e aveva sostenuto durante due lunghi anni, in un periodo difficiliss imo della guerra. D ate le condizioni prodotte dalla differenza dì vedute negli ambienti più elevali a riguardo della condotta delle questioni più importanti <lella p oliti ca e della guerra, e l'impossibilità in cui eg li s i tr? vava di modiiìcarle, il Capo di Stato Maggio re non riten eva di poter più a lungo servire vantaggiosamente la s ua P atria nell'attual e carica.
Egli e ra p eraltro graveme nt e preoccupato dalla ce rtezza che, nelle circo s tanze d el mom ento , ogni mutam ent o n ella carica stessa avrebbe avuto per co n seg u enza inevitabile an ch e un cambiamento di sistema nella co ndott a d e ll a guerra .

Quadro comparativo circa le condizioni di fo rz a .
A V I' ERTENZE.
1:. Si è te nuto conto so ltanto delle truppe atte a combat t ere, escludendo le (ormi~zioni di tappa e i complementi.
2. Poichè non si avevano a disposizione le situazioni di forza de lle singo le unità, le cifre sono calcolate soltanto schematicamente tene ndo conto de lle varie d im i nuz ioni. Esse no,l possono quindi pretendere ad esattezza: esp r imono peraltro in modo convincente i rapporti di forza.
A. - Teatro di gu erra ori e ntat e .
a) sulla frontiera della \ Prussia orientale e) in Galizia. I I , a) su lla frontiera tedesca, a de»tra della Vistola . .
I. b) sulla frontiera tede1-Ietà settembre , sco-po lacca ed in 1914 I Po lonia, spesso se nza contatto.

2. Fine dicembre b) in Polonia, a s inirgr4 stra della Vistola e) in Galizia e Buco· vina. I I b) ' " Polo" i~ a '' "'· I stra de ll a Vis t o la sulla
•I su lla front iera t edesca, a dest r a de lla. Visto la . . 3.
4 · I b) Fin eaprile1915 in