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“ SGUARDI “, tra innocenza e malizia
Per incominciare, vorrei dedicare qualche parola al riferimento metafisico riscontrato nella mia pittura, già considerata; figurativa, moderna, pop… Metafisica perché vuole esprimere concetti spirituali e filosofici e con linee essenziali vuole mettere in risalto la figura, il volto e gli occhi in particolare.
Vuole suscitare in chi osserva, una profonda meditazione, uno studio particolare sul perché di quegli occhi, di quello sguardo, sul fatto che dietro ogni figura, ogni essere umano e non solo, c’è un vissuto. Una vita fatta di gioie e dolori, di paure, di speranze e purtroppo delusioni. Come tutti noi, le mie figure anche le più disinibite, soffrono in silenzio non solo dolori fisici, besì, gli anni che passano impietosi, un futuro incerto e dipendente, l’indifferenza della gente sempre più chiusa in se stessa, fossilizzata nel suo mondo convinta che sia il migliore. I volti e gli occhi delle mie opere sono sinceri e guardano davanti a loro, stà al visitatore, soffermarsi ed incrociare lo sguardo con altrettanta sincertà. Cosa difficile da farsi, come fare una confessione, come mettersi a nudo davanti al mondo, non cercare più scuse, accettare le proprie debolezze e rimettersi in gioco. Cosa che ho fatto e continuo a fare, partendo dalla scela del soggetto, cercando il giusto taglio e la giusta inquadratura, voglio mettere lo spettatore nella condizione di concentrarsi e guardare con calma, aspettano di incrociare il suo sguardo, i suoi occhi! Un empatia che stabilisce un rapporto silenzioso e profondo.
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Sopra: Partial face n°7 Olio su tavola 70x 50
Partial face, occhi e naso Olio su tavola 60x45

“Children’s eyes “
Da qualche anno dalla collana: “Sguardi Innocenti”, raffigurante visi a volte tristi a volte gioiosi, di bambole proposte un po’ da tutto il mondo, non solo ma anche bambini e bambine la cui tenerezza ti riempie il cuore, ti dà speranza in questi visi puliti e innocenti, sinceri, la fiducia in un futuro meno drammatico e in un mondo migliore e senzaltro migliorabile da molti punti di vista.

Propongo ora la collana “Children’s eyes“, gli occhi dei bambini, bambini sparsi nelle zone povere del mondo, in zone di guerra, a volte maltrattati, ignorati seviziati, costretti a combattere, uccidere per non essere uccisi. Bambini che ti gonfiano il cuore e gli occhi, ti carpiscono lo sguardo con quegli occhi grandi e sinceri, sguardo che purtroppo davvero lo puoi trovare ormai ovunque, ma solo in loro! Children’s eyes è una collana che vuole catturare e fissare su tavola questi sguardi che ancora esistono e, se si possono dipingere, fotografare, raccontare, significa che dentro di noi c’è ancora umanità, ancora siamo capaci di commuoverci e non vogliamo che vadano persi, perché perderemmo anche quel che rimane dello sguardo innocente che ancora è in ognuno di noi e ci permette di vedere ancora il mondo come bambini innocenti!

La collana Big Eyes, non è altro che l’evoluzione della serie “Bambole 30x30”, in parte ispirata dal film e dalla vera storia di Margaret Keane, pittrice americana degli anni cinquanta e sessanta. La collana, ha un formato volutamente piccolo, è realizzata ad olio su tavola 40x40x2, vuole essere una cosa semplice in stile pop come altre mie opere, pensata per esaltare lo sguardo di queste bambine o bambole, ispirato non solo da film, ma dall’intero mondo di immagini che ci circondano e ci accompagnano giorno dopo giorno. Figure geometriche di varie dimensioni e colori, fatte con velature che danno un tocco di misteriosa leggerezza all’opera rivolta ad una platea giovane ed ancora spensierata.



A Borgo San Dalmazzo, nella prosecuzione degli eventi serali del mese di luglio quale occasione migliore possono avere le persone, che in una notte stellata, rivolgendo gli occhi al cielo per ricercare le costellazioni zodiacali ritrovano le stesse rappresentate dall’artista Riccardo Balestra nel centro storico e più precisamente in via Roma, presso Art Gallery “ La Luna “.
Egli inserisce i segni zodiacali e le scritte relative ad essi su volti lavorati femminili e maschili spaziando dalle persone comuni che gestiscono le attività commerciali di Borgo San Dalmazzo, fino ad arrivare ai personaggi dello spettacolo, del cinema e della musica. Riccardo Balestra, sulla scia di Andy Warhol, il padre della pop art che negli anni '60 ha rivoluzionato il concetto di arte, manipolando i simboli della società consumistica e che ha consegnato il volto di Marilyn Monroe alla leggenda, trasformando uno scatto fotografico in un'opera d’arte, ha realizzato la serie “Zodiakos”: ritratti di personaggi famosi elaborati in digital-art, stampati e finiti a olio. Come Warhol, Balestra non crea e inventa nulla, ma ricerca nell'immenso archivio di immagini disponibili in rete; ha scelto dodici scatti di visi femminili e dodici di visi maschili in base al loro segno zodiacale. Con l'elaborazione grafica al computer i volti sono stati stilizzati. L'immagine che ne deriva è un prodotto artificiale creato da spicchi di colore un po' sfumati, una sorta di maschera che semplifica i tratti del personaggio rendendolo tuttavia immediatamente riconoscibile. Solo gli occhi sono ben definiti, in quanto su stessa ammissione dell'artista “è proprio lo sguardo che ti mette in contatto con la persona che stai dipingendo”. Nelle sue opere va oltre le apparenze, cerca il vissuto, il carattere, le emozioni e le contraddizioni insite nell'animo umano. Nella serie “Zodiakos” ha pensato di riflettere ancora una volta su questa tematica prendendo spunto dai segni zodiacali e dall'influenza che questi hanno sulla personalità.
Un progetto che richiama la pop art, ma che ne è anche evoluzione in quanto al ritratto elaborato si mescolano gli elementi del segno e della scrittura come scrive la giornalista Cristina Mazzariello.

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Sotto: Elaborazione grafica
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Collana “Pop Landescape”
Le mie prime opere di sono state di genere paesaggistico, il ricordo delle gite in montagna, della natura, che tanta parte ha avuto nella mia adolescenza quando passavo le giornate nel greto del Gesso a costruire capanne, arrampicarmi sugli alberi, pescare a mano, ecc. e delle cose di un tempo. La mia aspirazione era di rappresentare luoghi e angoli nascosti che sono attorno a noi o sulle nostre amate montagne, iniziando come tanti altri, con il ponte antico, la chiesetta, il bosco, ecc. Ho provato diverse tecniche, compresa la spatola, ma con il tempo ho un po’ abbandonato questo genere di pittura tendente più al fotografico che all’impressionista. Ho rivolto lo sguardo al mondo internazionale della fotografia, albe tramonti, paesaggi curiosi e particolari, hanno focalizzato la mia attenzione, facendomi evadere dalla grigia realtà del quotidiano, per immaginare, almeno per lo spirito, nuovi orizzonti. Essendo inoltre conosciuto nel mondo figurativo come pittore pop, ho cercato un modo personale di rappresentare i miei paesaggi, per lo più montagne, in chiave pop, giocando con i profili dei monti, l’alternarsi delle valli, con i colori forti e vivaci che dalle creste sfumano come una nebbia a fondo valle. Un uccello in volo trasmette vita al dipinto, induce inoltre ad una visione più approfondita dello stesso.

Riccardo Balestra
Il critico Carlo Morra, scrive: “in chiave "pop" si sviluppano invece certi suoi lavori di paesaggio che mi hanno particolarmente interessato per il modo tutto particolare di interpretarli, paesaggi in cui il pittore ricerca con indovinate soluzioni, il sovrapporsi dei piani dell'immagine in genere in chiave monocroma giungendo a risultati che intrigano e che mi sono piacevoli e stimolanti” ed afferma: “sono interessato sopratutto a questa tematica perchè mi sembra meglio esprima la personalità del pittore”. Certo è che il figurativo pop mi ha fatto conoscere, con buone soddisfazioni, con queste premesse, spero che anche il paesaggio che ancora intendo sviluppare, faccia altrettanto.

Inserito nel mio Blog: “Abstract landscapes”
Carlo Morra, si è definito particolarmente interessato per il modo tutto particolare di interpretare il paesaggio, il pittore ricerca con indovinate soluzioni, il sovrapporsi dei piani e delle immagini, con risultati che intrigano e che appaiono piacevoli e stimolanti. Inoltre, l’uso della tecnica ad olio e dei suoi colori accesi impattanti gli permette di esprimersi in piena libertà, in una ricerca introspettiva e psicologica a lui congeniale. Sono convinto che proprio nel paesaggio Riccardo Balestra possa ottenere risultati significativi per la sua espressività e per le soluzioni cromatiche adottate, coerenti con il suo percorso evolutivo sempre in chiave pop.
Forte di queste convinzioni, l’anno scorso ho ripreso il discorso paesagistico con un nuovo filone sempre più tendente all’astratto, dove dove il paesaggio liberamente interpretato, alternando piani di vari colori e sfumature che si sovrappongono, con varie inclinazioni passano dalla terra al mare, al cielo con colori che ricordano le stagioni che si susseguono inesorabili.
Ho voluto ragruppare questi lavori un una collana che ho chiamato: “Abstract landscapes” che ha avuto un discreto successo tra gli estimatori dell’Hard edge painting, una pittura a contrasti netti , molto conosciuta oltre-oceano, che spero abbia anche il giusto riconoscimento qui da noi.
Riccardo Balestra
Da: Art'è Contemporary Art, la mostra KROMIA in edizione digitale, primo premio.
Per la grande maestria dell’artista nel creare un ’opera visivamente piacevole, elegante e ricca di cromatismi, dove le linee dal tratto deciso, dipinte in varie tonalità di colori, che spaziano dai verdi, ai primari e agli arancioni , che contribuiscono nell’insieme a creare un dipinto a tema paesaggistico , il comitato scientifico conferisce la menzione per la tecnica ed il premio all’artista Riccardo
L'Hard edge painting
Pittura a contrasti netti, è uno stile pittorico caratterizzato da bruschi e netti contrasti tra diverse aree di colore, che possono essere semplici forme geometriche compiute o linee rette. Il colore di ogni area è prevalentemente omogeneo e monocromo.
È spesso associato all'astrattismo geometrico, alla Op art e al Color field painting. Il termine venne coniato dal critico d'arte del Los Angeles Times, Jules Langsner, nel 1959, per descrivere le opere di alcuni pittori americani quali John McLaughlin, Lorser Feitelson, Karl Benjamin e Frederick Hammersley che, per distinguersi dalla dilagante ondata dell'Espressionismo astratto e dell'Action painting, dipingevano aree piatte di colore steso in maniera ragionata e con grande precisione. Lo stile geometrico dell'Hard edge painting richiama le opere di Kasimir Malevich, Wassily Kandinsky, Theo van Doesburg, Josef Albers e Piet Mondrian e si distacca nettamente dal figurativismo della Pop art in voga allora. Questo nuovo stile si espanse negli Stati Uniti negli anni sessanta, e aveva come base di origine la California.

Dopo il punto fatto a fine 2014, 10 anni di pittura, riportato nel mio blog: https://rickbalart.blogspot.com/p/diecianni-di-pittura-2004-2014-siamo.html , penso di dover fare un aggiornamento, tanto più che quest’anno, un po’ così, nonostante il lavoro, l’impegno e le opere prodotte, possiamo considerarlo interlocutorio, perché poca incidenza ha avuto a livello espositivo, pressochè fermo dopo la mostra di Barcellona e quella al BookStore. Eravamo rimasti alle collane “Woman’s Veils” e “Colored Profiles” che giustamente avevano dato una svolta al mio lavoro ed alla ricerca costante sul ruolo della donna e l’importanza del viso, non solo dal punto di vista artistico, ma dal modo di essere, dalla personalità e dal fascino. Per questo che esaurite momentaneamente queste collane, ho dato vita a “Glamour”. una dozzina di opere 50x70 con donne mezzo busto, dove all'espressività del viso, si è aggiunto il fascino del corpo. Come in fotografia, il viso deve essere al centro dell’attenzione, deve trasmettere suggestione, deve far sognare una bellezza pulita, a portata di mano. Ho esposto per la prima volta queste opere nelle personali di Cherasco e di Pollenzo, ed in altre collettive con “Art e Wine” di Barolo. E’ in questo periodo che ho anche dato vita alla collana “ZodiaKos”, dove la figura femminile ricercata, elaborata e stampata su tela, si è materializzata in 12 opere come sono i segni dello zodiaco. Questa collana ed altre elaborazioni grafiche sempre sul tema, ha avuto il suo momento di gloria, con la personale alla Galleria “la Luna” di Borgo S. Dalmazzo, a luglio 2016. Nel 2017, seguendo nuovi stimoli e conferme dal Prof. E. Perotto, ho iniziato a produrre le prime opere della collana “Woman Details” dove in formati diversi, si concentrano principalmente su parte del viso. Lo scopo del dettaglio e di indagare più a fondo, di scoprire se possibile il mondo interiore a volte impenetrabile a prima vista, ma più facilmente raggiungibile con l’intensità dello sguardo. Queste opere, altro punto fermo del mio lavoro, sono state viste per la prima volta nella mostra “Face to Face” nella Sala della Provincia. Continuando la spinta evolutiva e volendo trovare una valida alternativa ai numerosi 30x30, (Bambole, clown, ecc.in primo piano) nell'ottica di una pittura giovanile e pop, ho pensato ad una collana 40x40 che ho intitolato “Big Eyes”, ispirata principalmente da personaggi dei cartoni molto seguiti dai più piccoli. Vuole anche essere un omaggio a Margherita Keane, che con questi grandi occhi ha voluto dare una speranza in più per un mondo migliore specie per i bambini. Bambini da me immortalati in varie opere, oltre alla serie Bambole e Big eyes, nel 2016 ho iniziato un ulteriore Collana Intitolata “Children's Eyes” con bambini del terzo mondo immortalati da fotografi famosi, con un nuovo taglio che ne esalta il viso, esposta in personale per la prima volta al Collegio dei Geometri. Ora non mi resta che parlare del paesaggio, soggetto a varie interpretazioni, soggetto con cui ho fatto le mie prime esperienze pittoriche, soggetto abbandonato e ripreso più volte con nuove idee, nuovi punti di vista, nell'intento di dare alle mie opere paesagistiche un anima pop, come al resto del mio lavoro. Nel 2006, scrivevo:”la prima aspirazione è stata quella di rappresentare luoghi e angoli nascosti che sono attorno a noi….” una bella immagine, ma limitativa nel tempo, pensando che già la fotografia svolge questa funzione. E’ per questo e per l’evoluzione artistica intercorsa in questi anni, che ho superato questo modo di vedere il paesaggio, introducendo un po’ di fantasia ed un impronta pop, sia nelle forme che nei colori. Dopo la serie “Paesaggi pop” già iniziata nel 2010, dopo altre esperienze con tecniche varie, nel 2018 ho sentito che dovevo dare un nuovo impulso a questo filone che di tanto in tanto rinnovavo con opere che ritenevo di volta in volta interessanti. Incalzato dal critico C. Morra e dalla necessità di produrre nuove opere paesagistiche per l’imminente mostra in S. Giovanni a Fossano, ho prodotto opere sempre più tendenti all'astratto, ragruppandole in una collana chiamata “Pop Landescape” dove con un gioco di strisce colorate, simulo il paesaggio, dove la distanza tra cielo e mare, viene azzerata ed il tutto rimane collegato in un immagine unica. Ora il Covid ha fermato tutto, mi mancano le esposizioni, mi manca il contatto con il pubblico, spero non mi manchino gli amici, non vorrei che incominciassero a vacillare anche le mie convinzioni e le mie certezze. Ultimamente ha anche assunto un posto di rilievo il mio blog, fatto e gestito da me, utile per esporre il mio lavoro e le mie impressioni sul mondo dell’arte da me conosciuto: https://rickbalart.blogspot.com/ Un caloroso GRAZIE, a tutti coloro che in questi anni mi hanno sostenuto, stiamo in salute!
Riccardo Balestra
Graphics design by: © Riccardo Balestra – mail: riccardo.balestra@alice.it Blog personale: https://rickbalart.blogspot.com/