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La Falanghina: il vino degli imperatori

LA IL FALANGHINA VINO DEGLI IMPERATORI

A cura di ANNA LISA ZITTI

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Si avvicina la primavera che ci regalerà una esplosione di colori e profumi dei fiori che iniziano già a diffondersi nell’ aria. In questo mese che richiama appunto al risveglio e a quel “friccicorino ” che ci fa sentire più esuberanti, vogliamo parlarvi di un vino e di un disco che sono per loro natura briosi. Iniziamo con il vino, la Falanghina, un bianco tra i più amati e consumati d’Italia. Si tratta di un vitigno di antichissima origine greco-balcanica, oggi coltivato prevalentemente in Campania: il suo areale storico fino a trent’ anni fa erano i comuni di Bonea e Benevento, dove ancora sopravvivono vigne secolari. Considerato per molto tempo un vinello da tavola, negli ultimi decenni questo vino ha abbandonato definitivamente tale identità per affermarsi, insieme al Fiano di Avellino e al Greco di Tufo, come uno dei vini campani di varietà a bacca bianca più apprezzati della regione. Fuori dalla Campania, possiamo trovare sue vigne in Molise ma anche in Puglia, Lazio e Calabria. Il nome Falanghina sembra derivare direttamente dal latino “falanx ” , e cioè il palo a cui erano sostenute le viti, sistema che ancora si incontra negli impianti più vecchi, specialmente nei Campi Fle-

grei. Una seconda ipotesi si riconduce all’ antico Falerno e fa derivare il termine dall’ evoluzione del termine “falernino ” . Il vino Falerno è stato il più conosciuto dell’ antichità: elogiato da Plinio il Vecchio e celebrato da illustri poeti, era considerato il vino degli imperatori. Si narra che era sempre presente sulle tavole della corte reale di Napoli e addirittura essere inserita nella prestigiosa carta dei vini papale. La Falanghina è un vino da bere giovane, perfetto come aperitivo ma anche adatto per pasteggiare tutti i giorni, apprezzato per l’ ottimo rapporto qualitàprezzo e per la versatilità. Si abbina, infatti, a una grande quantità di piatti, soprattutto a base di pesce. Esistono diversi tipi di Falanghina: bianco, spumante, passito e vendemmia tardiva.

Il disco che abbiamo abbinato alla degustazione di questo mese è: “Revoluciones ” di Yurierre & The Future Jazz Orchestra. Il disco contiene 15 brani ed è ottimo come colonna sonora per aperitivi, cene e serate fusion, accompagnate appunto da un buon vino. In stile Nu Jazz, dove le sonorità sono quelle tipiche del Jazz, contaminate da altri stili come funk, soul, electronic dance music e improvvisazione. A farla da padrone le note calde del sassofono, che ricordano le note armoniose e al tempo stesso bilanciate e briose del Falanghina. Un buon vino, buona musica… cosa desiderare di più?

C.I. FALANGHINA

Colore: giallo paglierino dorato con riflessi tendenti al verde Odore: profumo fresco, con delicate note floreali e con un sentore di ginestre Sapore: il bouquet ricorda la frutta matura con sentori tropicali Bicchiere: calice di dimensioni medie (flûtes per brut e passiti) Temperatura: 10-12°C (8°C per il passito e 6°C per il brut)

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