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Coltivazioni speciali

La lavorazione minima

Nell’ottica di un’agricoltura più sostenibile si praticano oggi alcune tecniche di coltivazione alternative a quelle tradizionali, che limitano le lavorazioni del terreno, privilegiano la rotazione delle colture, diminuiscono o eliminano l’uso di sostanze chimiche e impediscono l’erosione del suolo.

Tra queste coltivazioni, dette anche coltivazioni speciali, ricordiamo:

• la no tillage, o non lavorazione, consiste in un metodo di semina delle colture direttamente su pascoli e prati, senza che sia necessaria alcuna lavorazione preventiva;

• la minimum tillage, o lavorazione minima, si propone di ridurre il numero di lavori preparatori che utilizzano macchinari. Il terreno, infatti, viene lavorato meccanicamente solo superficialmente per preparare il letto di semina.

L’AVVICENDAMENTO E LA CONSOCIAZIONE

Per sfruttare la massima fertilità del terreno e avere una buona produttività è meglio evitare di coltivare la stessa pianta sulla medesima superficie perché ogni coltura esercita diverse azioni sulle caratteristiche del terreno.

Sulla base di ciò, le colture possono essere distinte in tre grandi gruppi:

• colture preparatrici, rendono il terreno soffice senza apportare sostanze nutritive;

• colture miglioratrici, arricchiscono il terreno di azoto aumentando la fertilità grazie alla presenza di batteri che vivono tra le radici in simbiosi con la pianta;

• colture sfruttatrici, impoveriscono la fertilità del terreno a causa di una maggiore esigenza nutritiva.

L’alternanza delle piante sulla stessa superficie può avvenire senza alcun ordine prestabilito, oppure può seguire un determinato ciclo che si ripete per una o più volte di seguito in quello che si chiama avvicendamento chiuso o rotazione. La regola fondamentale è alternare colture miglioratrici a colture sfruttatrici.

Per consociazione si intende la coltivazione contemporanea di più specie sullo stesso appezzamento di terreno. Questo sistema colturale, abitualmente praticato negli orti familiari, sta diventando un metodo non trascurabile nell’ottica di un’agricoltura sostenibile.

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Agricoltura biologica: organic agriculture

Sovescio

Pratica agricola che consiste nell’interrare particolari colture che cedono al suolo azoto e materia organica, aumentandone la fertilità.

L’agricoltura verticale

Tra le coltivazioni speciali rientra anche l’agricoltura verticale (vertical farm). Si tratta di un metodo colturale finalizzato a integrare la produzione agricola tradizionale con un sistema che, sfruttando strutture artificiali, si sviluppa verso l’alto. Si possono applicare diverse modalità di coltivazione verticale:

• idroponica, la terra è sostituita da argilla espansa in cui vengono messe a dimora le piante. Una soluzione acquosa costituita da acqua e fertilizzanti favorisce la loro crescita;

• aeroponica, le piante sono sistemate su appositi pannelli forati per favorire il passaggio delle radici. Alla base si trovano alloggiati dei nebulizzatori che irrorano direttamente le radici con i fertilizzanti in soluzione acquosa;

• acquaponica, è un complesso sistema ecosostenibile che associa la coltivazione dei vegetali all’allevamento dei pesci nelle vasche. L’acqua di scarto di questi è ricca di sostanze nutritive, per cui viene utilizzata per irrigare le colture idroponiche. I microrganismi presenti nel substrato di crescita delle colture provvedono poi a trasformare le sostanze di rifiuto dei pesci in sostanze utili per le piante, che le assorbono con le radici. L’acqua sottoposta a questo trattamento naturale viene poi reimmessa nelle vasche dei pesci per un nuovo ciclo.

2.4 Agricoltura biologica e miglioramento genetico

Le tecniche agricole industrializzate utilizzano grandi quantità di acqua, fertilizzanti chimici, pesticidi per aumentare la produzione e soddisfare le richieste dei mercati, e hanno quindi un forte impatto ambientale. Oggi si tende a incentivare nuove forme di coltivazioni meno inquinanti per l’ambiente e più salutari per gli esseri umani, definite sostenibili.

La sostenibilità agraria consiste in un insieme di tecniche agronomiche finalizzate a non alterare le caratteristiche ambientali della zona di coltivazione; si mettono a dimora le piante più compatibili con il terreno da coltivare, si evitano grosse trasformazioni del suolo per ospitare l’impianto agricolo e, soprattutto, si limita al minimo l’uso di concimi chimici e di fitofarmaci.

L’agricoltura sostenibile si pone come obiettivo il rispetto di tutto l’ambiente della filiera agricola, di quella agroalimentare e della salute di chi lavora in questo comparto.

L’agricoltura biologica e integrata

L’agricoltura biologica e integrata mira alla salvaguardia degli ecosistemi naturali, degli esseri viventi e dei prodotti alimentari attraverso varie azioni: rendendo il terreno più fertile, utilizzando concimi organici (letame e sovescio), sfruttando le rotazioni colturali, intervenendo nella lotta ai parassiti con preparati sostenibili e con insetti predatori e integrando i lavori al terreno con continue fresature per eliminare meccanicamente le erbe infestanti.

L’interazione di mezzi biologici e mezzi chimici nelle diverse fasi della coltivazione viene definita lotta integrata

Le coccinelle si nutrono dei parassiti e sono un ottimo sistema di lotta integrata.

L’agricoltura biodinamica

L’agricoltura biodinamica è una filosofia che propone la coltura delle piante in modo esclusivamente naturale e senza alcun apporto di elementi chimici. La fertilità del terreno viene garantita utilizzando l’humus e altre pratiche solo naturali. Di conseguenza a una coltura biodinamica si associa, quasi sempre, l’allevamento, che deve fornire la materia prima per la concimazione. Inoltre, vengono curate in modo rigoroso le rotazioni colturali delle piante, per garantire la biodiversità animale e vegetale. Gli interventi per le lavorazioni del suolo e la semina osservano fedelmente le fasi lunari: il corretto equilibrio conferisce vitalità alle piante, necessaria per resistere ai parassiti e alle malattie e per produrre alimenti di altissima qualità.

Il miglioramento genetico

Il miglioramento genetico è un processo che avviene in natura in tutte le piante. Gli esseri umani usano la tecnica dell’ibridazione incrociando specie o varietà diverse per ottenere nuove varietà, più resistenti e più produttive. La ricerca oggi ha trovato una nuova strada: la sigla MAS (Marker Assisted Selection) indica una tecnologia avanzata di selezione assistita, che ha come fine quello di individuare le caratteristiche desiderate (per esempio la resistenza ai parassiti, il miglioramento dei princìpi nutritivi, l’alta produttività, la resistenza alla siccità) nelle piante selvatiche, per poi ibridarle con quelle in commercio dello stesso tipo.

Gli organismi geneticamente modificati

La sigla OGM indica gli Organismi Geneticamente Modificati che vengono creati inserendo nel patrimonio genetico dell’organismo «ospite» frammenti del DNA di organismi diversi.

Lo scopo è quello di migliorare le caratteristiche delle colture e aumentarne la produttività, con particolare riguardo verso la resistenza agli erbicidi, agli insetti, alla siccità e l’inibizione della marcescenza. Hanno quindi l’obiettivo di creare piante che possano crescere e fruttificare senza dover subire eccessivi trattamenti fitosanitari.

Queste tecniche della biotecnologia sono però molto controverse; non si conoscono, infatti, le possibili conseguenze sulla salute delle persone e le ricadute sull’ambiente.

Verso Il Futuro

Semi da tutto il pianeta

Nelle isole Svalbard, in Norvegia, è stato costruito un bunker per la conservazione a –18 °C di migliaia di semi provenienti da tutto il mondo che dovranno garantire, in caso di catastrofi ambientali, la continuità delle specie. I semi riguardano sia le piante coltivate sia quelle selvatiche. A questo progetto, il cui scopo è garantire la sopravvivenza degli esseri umani, partecipano molte università e centri di ricerca di tutto il mondo.

Ibridazione

Incrocio genetico tra specie o varietà diverse di qualsiasi famiglia animale o vegetale.

Biotecnologia

Disciplina che modifica le attività biologiche degli organismi viventi per ottenere prodotti a livello industriale e scientifico.

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Cereale: cereal

Legume: legume

2.5 Tipi di colture

Le colture erbacee

Le piante erbacee sono caratterizzate da un fusto tenero e non legnoso. Sono quasi tutte piante annuali, cioè il loro ciclo si conclude nell’arco di un anno. Sono fondamentali per l’alimentazione umana e si dividono in vari gruppi.

I cereali

Con il nome di cereali si indicano le diverse specie di piante coltivate per i loro frutti (cariossidi) da cui si ottengono delle farine usate per moltissimi prodotti alimentari. Costituiscono la fonte energetica principale nella dieta di gran parte dell’umanità.

I cereali più diffusi sono il frumento o grano, il riso, il mais o granturco, la segale, l’avena e l’orzo, in parte destinati alla zootecnia.

I legumi

I legumi comprendono un gran numero di specie di notevole importanza alimentare. Forniscono chicchi simili a granella che si conservano con facilità e contengono proteine più di qualsiasi altro prodotto vegetale. I semi di alcune leguminose sono anche ricchi di grassi e sono utilizzati come materia prima per l’industria degli oli e dei derivati.

Ceci.

I legumi più diffusi sono i fagioli, i piselli, i ceci, le fave, le lenticchie, la soia, le arachidi, i lupini.

Le piante industriali

Le piante industriali sono impiegate come materia prima nei vari settori di consumo, dopo processi di estrazione o di trasformazione. Si distinguono in quattro gruppi.

• Piante saccarifere: barbabietola da zucchero e canna da zucchero, da cui si ottiene lo zucchero.

• Piante oleifere: girasole, colza, sesamo, arachide, utilizzate per usi alimentari (olio) e industriali (saponi, lubrificanti, solventi).

• Piante da fibra: cotone, lino, canapa, che forniscono le fibre tessili.

• Piante aromatiche: tabacco, menta, coriandolo, zafferano, coltivate per ricavarne essenze oppure composti aromatici o medicinali.

Gli ortaggi

Le colture ortive sono le piante destinate a produrre gli ortaggi, ossia prodotti vegetali di varia natura (foglie, fiori, radici, tuberi, frutti) da usare freschi, conservati o trasformati in altri prodotti utilizzati nell’alimentazione umana. Gli ortaggi rivestono una grande importanza nell’alimentazione umana: sono integratori della dieta base in quanto la arricchiscono di importanti componenti essenziali quali vitamine e sali minerali, oltre a fibre e proteine.

La floricoltura

La floricoltura si occupa della produzione di piante per il mercato dei fiori recisi e di piante ornamentali fiorite (anche per il verde pubblico), della riproduzione di semi, bulbi e tuberi

L’industria della floricoltura si è sviluppata grazie alle coltivazioni in serra, che hanno permesso la produzione dei fiori anche in zone con clima o ambiente inadatto, e grazie ai progressi scientifici nel campo degli studi genetici, che hanno sviluppato nuovi incroci e nuove varietà.

Le colture foraggere

Le colture foraggere sono le formazioni vegetali o le colture erbacee che producono i foraggi, cioè quei prodotti vegetali non adatti per l’alimentazione umana né per usi industriali, ma utilizzati per alimentare il bestiame. Gli animali erbivori, infatti, grazie alla particolarità del loro apparato digerente, riescono ad assimilare sostanze molto complesse come la cellulosa, presenti per esempio nell’erba medica o nel trifoglio. Queste formazioni possono crescere spontaneamente, cioè in modo naturale, oppure possono essere seminate.

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Agrume: citrus

Vite: grapevine

Olivo: olive tree

Le colture arboree da frutto

La frutticoltura è la coltivazione di piante con fusto legnoso e arboreo che producono frutti. A differenza delle coltivazioni erbacee, le piante da frutto sono pluriennali, cioè fruttificano in un periodo che va da alcuni anni a decenni.

Il frutteto

Il frutteto è un’area del terreno dedicata alla coltura degli alberi da frutto, i cui prodotti sono consumati freschi o inviati alle industrie alimentari.

Le piante da frutto sono ottenute, con la tecnica dell’innesto, dall’unione tra individui della stessa famiglia: quello inferiore, chiamato portainnesto, fornisce l’apparato radicale, mentre quello superiore, la marza o nesto, diventa la parte visibile della pianta. Il portainnesto viene scelto per conferire particolari caratteristiche al nuovo albero, come la resistenza alla siccità e alle malattie; il nesto viene invece selezionato per ottenere la varietà del frutto. Per ottenere una buona quantità e qualità produttiva dal frutteto occorre:

• ottimizzare la fertilità del terreno con la concimazione periodica;

• scegliere la varietà delle piante più rispondente all’ambiente in cui si effettua la coltivazione;

• irrigare il terreno in modo appropriato;

• prevenire il diffondersi di insetti e parassiti che potrebbero danneggiare il frutto con anticrittogamici il più possibile sostenibili;

• eseguire una potatura adeguata.

La potatura serve a dare la forma alla pianta e a migliorare la produzione dei frutti.

Gli alberi da frutto

Gli alberi da frutto più diffusi nel nostro Paese sono gli agrumi, la vite, l’olivo, il melo e il pero.

Gli agrumi sono molto sensibili alle basse temperature, per questo prediligono i climi temperati delle zone centro-meridionali. In Italia la produzione di aranci, mandaranci, mandarini, clementine, pompelmi e limoni è concentrata soprattutto in Sicilia e Campania. La vite viene coltivata in tutte le regioni italiane per produrre uva da vino e uva da tavola. L’85% della produzione è destinata alla vinificazione. Le piante possono produrre, in funzione della varietà, uva chiara oppure uva scura.

L’olivo è una pianta sempreverde tipica dell’area mediterranea che presenta una notevole varietà. Il suo frutto (drupa) ha un colore che va dal verde al violaceo-nero; può essere mangiato (dopo opportune lavorazioni) e, soprattutto, utilizzato mediante spremitura per produrre l’olio.

Le arance vengono tradizionalmente raccolte a mano ma, se la buccia è molto sottile, si può ricorrere a forbici e cesoie, con cui si taglia direttamente il gambo.

Il melo è coltivato in tutto il territorio italiano, prevalentemente nelle regioni montane e pedemontane. Questo albero da frutto è stato oggetto di una lunga opera di selezione, che ha permesso di ottenere piccole piante, facilitando la potatura e la raccolta dei frutti, e di migliorare le caratteristiche qualitative e quantitative.

Il pero è diffuso prevalentemente in Emilia-Romagna; non ha bisogno di cure particolari, se non di regolari irrigazioni perché soffre la siccità.

2.6 La silvicoltura

La silvicoltura (o selvicoltura) è la disciplina che si occupa della semina, della conservazione e dell’utilizzo dei boschi

Le foreste sono fondamentali perché, oltre a prevenire l’erosione causata dalle piogge, impedendo frane e smottamenti, contribuiscono a diminuire i gas serra grazie all’assorbimento di anidride carbonica e alla produzione di ossigeno.

La coltivazione degli alberi permette, inoltre, di ottenere legno e sughero per la costruzione di molteplici strutture o utensili e fornisce la materia prima per la produzione della carta.

Le tipologie

Due sono le tipologie di silvicoltura, quella naturalistica e quella agronomica.

Nella prima il bosco è considerato un sistema in grado di regolare da solo i propri equilibri. Gli interventi di taglio sono pochi e lontani tra loro nel tempo; solo se ritenuto strettamente necessario vengono piantate nuove specie arboree, ma rigorosamente autoctone, cioè originarie dell’area geografica in questione.

La silvicoltura agronomica ha, al contrario, un obiettivo prettamente produttivo, ossia ricavare legname da commercializzare, e ha caratteristiche simili a quelle delle colture agrarie. Questa disciplina si può dividere in due ulteriori categorie: la silvicoltura generale, che si occupa di studiare l’intero ecosistema forestale e le metodologie di gestione, e quella speciale, che studia nel dettaglio le singole specie arboree presenti nel bosco.

Le attività forestali

Le foreste sono ecosistemi terrestri con una grande quantità di organismi viventi; la silvicoltura, quindi, non si occupa solo di alberi, ma di tutte le relazioni che essi hanno con gli altri fattori ecologici del bosco (flora, fauna, clima ecc.).

Le attività in questo campo devono essere sempre sostenibili, ossia garantire la continuità produttiva e l’utilizzo dei boschi, ma anche la conservazione delle risorse per i bisogni delle generazioni future.

A livello pratico, le attività forestali servono per:

• garantire la stabilità delle piante e controllarne la crescita;

• favorire il rinnovamento naturale del bosco;

• mantenere elevati i livelli di biodiversità;

• gestire la produzione del legname da costruzione;

• seguire la produzione di beni non legnosi come castagne, funghi, frutti di bosco ecc.;

• tutelare e offrire nuovi pascoli al bestiame;

• garantire alle persone la possibilità di svagarsi e rigenerarsi a contatto con la natura.

Green Belt Movement

Green Belt Movement è un’organizzazione non governativa nata nel 1977 dall’idea dell’attivista kenyota Wangari Maathai e formata da donne provenienti da aree rurali del Kenya. Lo scopo è quello di difendere il suolo dallo sfruttamento e dalla deforestazione e combattere le disuguaglianze di genere attraverso la promozione del lavoro femminile. Dal 1977 a oggi oltre 30 000 donne kenyote hanno piantato oltre 51 milioni di alberi, ricevendo un reddito.

Per il suo contributo con questo progetto, Maathai ha ricevuto il Nobel per la pace nel 2004.

Il terreno agrario e il clima

Il terreno agrario può ospitare e nutrire le piante coltivate grazie alle componenti organiche e inorganiche che contiene. Per garantire una buona produzione deve essere fertile, ovvero possedere tutti gli elementi nutritivi.

Il clima svolge un’azione determinante sulla vita degli organismi viventi, condizionando lo sviluppo delle piante.

Le tecniche agronomiche

Le lavorazioni agricole creano un ambiente adatto ad accogliere le piante.

L’aratura rivolta gli strati superiori del terreno. Con l’erpicatura si sminuzzano le zolle. Seguono la semina e i lavori di coltivazione durante lo sviluppo della pianta.

Per migliorare la produttività del terreno si usano i fertilizzanti; con l’irrigazione si apporta acqua al terreno. Per difendere le piante dagli attacchi esterni si utilizzano prodotti chimici o metodi naturali (lotta integrata).

Per coltivare le piante a prescindere dal loro ritmo stagionale si usano le serre. La raccolta dei prodotti può avvenire manualmente oppure con l’utilizzo di macchine operatrici.

Coltivazioni speciali

Le coltivazioni speciali servono per sviluppare un’agricoltura più sostenibile. Tra di esse rientra anche l’agricoltura verticale, che può essere idroponica, aeroponica o acquaponica.

Agricoltura biologica e miglioramento genetico

L’agricoltura biologica è una tecnica agricola che usa fertilizzanti organici per salvaguardare l’ambiente. Per ottenere coltivazioni più resistenti o produttive si ricorre al miglioramento genetico (ibridazione tra piante) o alla manipolazione del DNA in modo da ottenere Organismi Geneticamente Modificati (OGM).

Tipi di colture

Le colture erbacee sono piante fondamentali per l’alimentazione umana. Si dividono in: cereali (frumento, riso, mais), legumi (fagioli, piselli, ceci), piante industriali, ortaggi (pomodori, insalata, carote) e colture foraggere

Le colture arboree sono piante con fusto legnoso che producono frutti. Gli alberi da frutto più diffusi sono gli agrumi, la vite, l’olivo, il melo e il pero.

La silvicoltura

La silvicoltura è la disciplina che si occupa della semina, della conservazione e dell’utilizzo dei boschi. Le foreste sono ecosistemi terrestri con una grande quantità di organismi viventi; le attività in questo campo devono essere sempre sostenibili.

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.

1. Il terreno agrario ospita e nutre le piante. V F

2. Il suolo agrario ha uno spessore di circa 10 cm. V F

3. Il terreno fertile non deve possedere elementi nutritivi. V F

4. I venti favoriscono l’impollinazione e, quindi, la riproduzione delle piante. V F

2. Completa le frasi scegliendo tra i termini seguenti. operatrice – serre – rullatura – estensivo – trasporto

1. I due sistemi di coltivazione sono di tipo intensivo ed

2. La serve a comprimere il terreno.

3. La vangatrice è una macchina .

4. L’irrigazione favorisce il dei nutrienti alle piante.

5. Le di ultima generazione hanno tecnologie computerizzate.

3. Scegli l’alternativa corretta.

1. La coltivazione no tillage prevede un terreno con: A molte lavorazioni B nessuna lavorazione

2. Le colture che impoveriscono il terreno si chiamano: A miglioratrici B sfruttatrici

3. La consociazione indica la coltivazione di un terreno con: A più specie di piante B una specie di pianta

4. La coltivazione acquaponica associa la coltivazione delle piante all’allevamento di: A pesci B polli

4. Collega ciascun termine alla definizione corretta.

1. Lotta integrata a. Insieme di tecniche agronomiche che non alterano le caratteristiche ambientali.

2. Sostenibilità agraria b. Interazione, nelle fasi della coltivazione, di mezzi biologici e chimici.

3. OGM c. Filosofia che propone la coltura delle piante in modo naturale.

4. Agricoltura biodinamica d. Processo che avviene naturalmente in tutte le piante.

5. Miglioramento genetico e. Piante create utilizzando frammenti del DNA di organismi diversi.

5. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.

1. I cereali hanno un fusto tenero. V F

2. Il frumento è un cereale.

3. I fagioli sono degli ortaggi.

4. Il girasole è una pianta oleifera. V F

5. Le colture foraggere servono per alimentare il bestiame.

6. Le piante da frutto si ottengono con la tecnica dell’innesto.

7. L’innesto è una tecnica attuata sulle piante annuali.

8. Gli agrumi prediligono i climi molto freddi. V F

6. Individua l’intruso.

1. La silvicoltura si occupa:

A della semina dei boschi

B dell’utilizzo delle foreste

C dell’arredamento

2. La silvicoltura può essere:

A intensiva

B naturalistica

C agronomica

3. Le attività forestali servono per garantire:

A la produzione del legname

B gli smottamenti

C la biodiversità

DISCUTIAMONE INSIEME

Da molti anni nel mondo è aperto il dibattito sull’uso degli OGM nell’industria alimentare. Secondo alcuni, ricorrere a queste tecnologie rappresenta l’unico modo per aumentare la produzione dei prodotti agricoli e garantire così cibo a sufficienza per l’intera popolazione mondiale. In molti però contestano gli OGM, sostenendo che investire in queste tecnologie finisce per limitare la biodiversità, danneggiare l’ambiente e attribuire troppo potere alle multinazionali.

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Allevamento: breeding/livestock

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