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News
Farm to Fork: nuove raccomandazioni
il 19 ottobre, i deputati in sessione plenaria hanno approvato la strategia della Commissione europea (la risoluzione è stata adottata con 452 voti a favore, 170 contrari e 76 astensioni). Sulle IG, il PE accoglie con favore la revisione della politica delle IG dell’UE per consentire alle IG di contribuire ulteriormente alla sostenibilità economica, sociale e ambientale delle regioni europee. Le sue raccomandazioni includono l’etichettatura nutrizionale obbligatoria dell’UE sulla parte anteriore della confezione e misure per affrontare il consumo eccessivo di carne e di alimenti altamente trasformati con un alto contenuto di sale, zucchero e grassi, compresa la fissazione di livelli massimi di assunzione. Il PE chiede anche obiettivi di riduzione vincolanti per l’uso di pesticidi, attuati attraverso i piani strategici nazionali della PAC.

Ridurre le emissioni di metano
il 21 ottobre, i deputati hanno adottato a larga maggioranza (563 voti a favore, 122 contrari e 11 astensioni) una risoluzione che chiede obiettivi vincolanti per misurare e ridurre le emissioni di metano al fine di raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE e migliorare la qualità dell’aria. I deputati vogliono nuove misure negli Stati membri per ridurre al minimo le emissioni del settore agricolo, garantendo al contempo che la produzione alimentare non venga semplicemente spostata fuori dall’UE.
Programma di lavoro della Commissione 2022
il 19 ottobre, la CE ha presentato il programma di lavoro per il 2022. Per l’agricoltura, le due principali priorità saranno la revisione della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, annunciata per il primo trimestre, e la certificazione delle rimozioni di carbonio, che sarà presentata nel quarto trimestre.


GI review
Durante il Consiglio agricoltura dell’11 ottobre, i ministri hanno discusso una “dichiarazione comune” di 17 Stati membri (Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Slovacchia) che chiede un sistema più forte per le IG. Il 12 ottobre, oriGIn EU e i suoi membri, tra cui oriGIn Italia, hanno organizzato un evento online al Parlamento Europeo sulla revisione delle IG promosso dall’Onorevole Paolo De Castro. Tutti gli eurodeputati presenti, in particolare P. De Castro e H. Dorfmann, si sono uniti all’appello dei produttori di IG affinché il sistema delle IG non sia gestito dall’Ufficio della proprietà intellettuale dell’UE (EUIPO), per una migliore protezione delle IG su Internet e perché le IG siano considerate come uno strumento di sostenibilità.
Benessere degli animali
La Commissione europea ha annunciato, venerdì 15 ottobre, di aver lanciato una consultazione pubblica su una revisione “ambiziosa” della legislazione sul benessere degli animali. L’iniziativa si propone di aggiornare le norme dell’UE in materia di benessere degli animali al fine di valorizzare il contributo delle recenti analisi scientifiche, ampliarne la portata e renderle più semplici da applicare. L’istituzione europea prevede di presentare proposte entro due anni, in particolare entro il quarto trimestre 2023.


Flessibilità Covid per vino, frutta e verdura
La DG AGRI ha annunciato il 6 ottobre di aver adottato misure eccezionali per sostenere i settori del vino, della frutta e della verdura. Per il vino, le nuove misure includono un maggiore sostegno agli strumenti di gestione del rischio, tra cui l’assicurazione del raccolto e i fondi comuni di investimento, e l’estensione delle misure di flessibilità già in vigore fino al 15 ottobre 2022. Il regolamento di attuazione è stato pubblicato e avrà un effetto retroattivo, in quanto gli atti delegati sono sottoposti a un periodo di esame di due mesi da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.
VINCENZO BOZZETTI
Tre frottole
Iprimi protocolli ONU sul cambiamento climatico – credo – risalgono alla Dichiarazione di Stoccolma del 1972, allorquando, constatando che era in corso, fu imputato “solo” alle emissioni dei gas serra. Non senza fatica, si arrivò alla stesura del Protocollo di Kyoto nel 1997, in vigore dal 2005, con il risultato pratico di aver aggiunto alla problematica un terzo elemento: la sostenibilità! Portando avanti nel tempo, eventuali e iniziali, errori di superbia o di fallacia. Se fosse vero, infatti, che il cambiamento climatico dipende “anche se non soprattutto” dall’inclinazione dell’asse terrestre e dalle radiazioni solari, ci vorrà ben altro per attenuare il pendolo climatico capace di infuocare o rinverdire il Sahara ogni 20.000 anni (si veda articolo pagina 54). In ogni caso, volendo diminuire i gas serra – e anche il latte darà il suo contributo – forse converrebbe focalizzare l’attenzione sulle emissioni, in capo ai combustibili fossili. E, se volessimo parlare seriamente di sostenibilità, forse varrebbe la pena di ragionare in base alle sue tre componenti di base: ambientale, economica e sociale. Tre temi interdipendenti, però anche distinti, volendo. A confonderli invece nell’indistinto “unicum” ha provveduto il marketing politico, e il tondodromo dei social. Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, nel 2020, causa Covid-19, la domanda mondiale di energia sarebbe calata del 4% rispetto al 2019 e le emissioni totali di gas serra del 5,8%, scendendo da 33,4 Gt a 31,5 (1 Gt = 1 miliardo di tonnellate di CO2 equivalente). Inoltre, secondo i dati FAO, la quota imputabile ai ruminanti ammonterebbe a 3,3 Gt. Il che sgonfierebbe almeno tre frottole planetarie! La prima che imputa alle filiere latte e carne il 50% del totale l’emissione di CO2, invece del 10%. La seconda che colpevolizza gli allevamenti intensivi da latte, quando nel rapporto emissioni/produzione proteine sono 4-8 volte inferiori a quelli estensivi. La terza che accusa gli allevamenti da latte e carne di sottrarre alimenti preziosi all’umanità, mentre le due filiere - che forniscono il 51% del totale proteine necessarie all’alimentazione umana - valorizzano foraggi, scarti agroindustriali e residui colturali, non utilizzabili dall’Homo sapiens. In chiusura mi viene però un dubbio: a fine 2021 sul pianeta Terra dovrebbero abitare 8 miliardi di persone, si vuole offrire loro latte e carne o proteine entomologiche derivate da insetti e opportunamente brevettate?
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