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La valutazione del rischio aeraulico

Il punto di partenza per garantire la salubrità di un locale chiuso consiste nell’analizzare il rischio fisico, chimico e biologico degli impianti aeraulici che servono il suddetto ambiente. L’analisi del rischio consente di prevenire la presenza di sostanze che rendono un impianto malsano e poco efficiente. Infatti, come riporta il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.i, i contaminanti ae- rodispersi negli ambienti chiusi sono responsabili di patologie come la Sick Building Syndrome (Sindrome dell’Edificio Malato), che scatena sintomi che vanno dall’irritazione agli occhi, al naso e alla gola, al mal di testa e al malessere generale fino alle vertigini, alle reazioni allergiche a carico della pelle e dell’apparato respiratorio. Se non debitamente manutenuti, quindi, gli impianti aerau- lici possono trasformarsi in un mezzo di diffusione di contaminanti biologici e chimici nell’aria indoor. Per questo motivo ogni datore di lavoro è tenuto, come specificato dall’art. 64 del D.Lgs. 81/2008, ad effettuare regolarmente manutenzione, pulizia e disinfezione degli impianti di aerazione. La periodicità è indicata dall’Accordo Stato Regioni del 2013, che comunica la frequenza e le modalità di ispezione necessarie a valutare lo stato igienico e funzionale degli impianti.

Tutti gli impianti di trattamento dell’aria che servono ambienti di lavoro chiusi sono oggetto del processo di Valutazione del Rischio, ad esclusione di impianti che, come stufe e termoconvettori, regolano la temperatura senza immettere forzatamente aria dall’esterno e impianti di processo per particolari lavorazioni industriali. L’analisi tecnico-ambientale volta ad esaminare i fattori di rischio è il punto di partenza della procedura di Valutazione e Gestione del Rischio Aeraulico. L'iter della procedura

L’intervento non può prescindere da una prima ispezione visiva che vie- ne poi, qualora necessario, seguita da un’ispezione tecnica. Scopo dell’ispezione visiva è quello di accertare lo stato igienico e la funzionalità dei vari componenti dell’impianto aeraulico, facendo particolare attenzione ai suoi punti critici. Gli elementi oggetto di indagine visiva sono soprattutto: unità di Trattamento dell’Aria (U.T.A.); serrande di presa dell’aria esterna; filtri; vasca dell’acqua di condensa; sifone di drenaggio; batterie di scambio termico; umidificatori; terminali di mandata dell’aria; condotte aerauliche; torre di raffreddamento.

Per ogni elemento dell’impianto vanno verificati diversi parametri che vanno dallo stato di deterioramento alla presenza di sporcizia, detriti, sedimenti, incrostazioni, tracce di biofilm o presenza di muffe visibili. Questa prima parte del lavoro di indagine visiva degli impianti si effettua utilizzando una check list e si basa inizialmente su un sopralluogo tecnico degli impianti canalizzati, in modo da verificare lo stato interno di conservazione del rivestimento e degli accessori in linea, e dell’eventuale presenza di contaminazioni.

Segue un report fotografico dello stato interno dell’U.T.A. e delle P.A.E., per la verifica della condizione di conservazione di lamelle delle batterie di ti delle valutazioni precedenti, ma è consigliabile effettuarla con frequenza mensile. Controlli più frequenti potrebbero essere necessari in caso di variazioni delle condizioni ambientali o di lavoro, dall’usura o dalla presenza di fonti di inquinamento a carattere temporaneo. Sarà il Datore di Lavoro o un suo incaricato RSPP ad essere responsabile della pianificazione degli interventi di manutenzione. Tutte le azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché gli esiti delle verifiche visive, vanno raccolti in un apposito Registro degli Interventi di Manutenzione che insieme al Documento di Valutazione del Rischio Aeraulico rappresenta lo strumento più utile per gestire al meglio ogni criticità futura si presenti. Seguono l’analisi tecnica e quella microbiologica.

COME SI ESEGUE L’ISPEZIONE TECNICA?

post bonifica, ma aggiunge informazioni rilevanti anche all’interno di uno studio di valutazione del rischio aeraulico. L’ispezione tecnica è poi completata dalle seguenti operazioni:

• verifica ingegneristica della differenza dei gradienti pressori a monte e a valle dei filtri, per escludere eventuali intasamenti e accumuli di polvere;

• misura della differenza di portata a monte e a valle delle batterie di scambio termico, per verificare il buon funzionamento;

• analisi microbiologica dell’acqua circolante nelle sezioni di umidificazione adiabatica;

• misura della quantità di polvere sedimentata nelle condotte;

• verifica dello stato di conservazione dei rivestimenti termoacustici;

• valutazione del corretto funzionamento delle serrande; scambio, vaschetta acqua di condensa e sifone di drenaggio, condizione ugelli, stato motore e filtri, ed eventuali contaminazioni visive. La periodicità di questa ispezione dipende dagli esi-

Questa parte consiste in un approfondimento dell’ispezione visiva, effettuando campionamenti e/o controlli tecnici con prove microbiologiche sui componenti dell’impianto in modo da valutarne l’efficienza, lo stato di conservazione e le condizioni igieniche, diagnosticare dunque le criticità e definire le misure da intraprendere (compresa la stessa sanificazione degli impianti di climatizzazione) e la tempistica di intervento. La procedura di aggiunta tecnica viene eseguita in particolare sulle superfici delle U.T.A, sui rivestimenti dei canali aeraulici, su polvere e sedimenti interni, su aria in uscita dalle bocchette di mandata.

Viene inoltre effettuata una pesatura della polvere sedimentata (Nadca Vacuum Test), che nasce come verifica

• misurazione a campione della portata dell’aria emessa dai terminali di mandata;

• controllo di tutti i parametri del microclima del luogo di lavoro (temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria);

• campionamento e monitoraggio microbiologico dell’acqua del bacino della torre di raffreddamento;

• videoispezione delle canalizzazioni aerauliche.

Tutte queste verifiche consentono di analizzare le perdite di carico e valutare il livello di ostruzione degli elementi (batterie e filtri in particolare) e di verificare le contaminazioni microbiche presenti, con particolare attenzione alle cariche batteriche classiche e alle muffe. Queste analisi, unite poi ai dati relativi alle caratteristiche della struttura, alla tipologia di attività svolta, e al personale impiegato, confluiscono nel Documento di Valutazione del Rischio Aeraulico.

Fonte: Aria Sicura, Valutazione del Rischio Aeraulico: in cosa consiste? (https:// www.ariasicura.it/valutazione-del-rischio-aeraulico/)