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Pulizia remunerativa conoscere lo sporco e i prodotti

Pulire in maniera remunerativa significa saper ottenere il massimo dalle operazioni di pulizia eseguite. Per fare ciò è necessario conoscere la natura dello sporco e le caratteristiche dei prodotti che si vanno a utilizzare

Simone Ciapparelli

Iprocessi di pulizia e lavaggio in ambito professionale non sono certo equiparabili a quelli effettuati in contesto domestico. Nel primo ambito, infatti, tali processi devono necessariamente essere rapidi, efficaci, sicuri e remunerativi. Perché il professionista del settore possa operare in modo remunerativo, ossia trarre il massimo risultato dal tempo e dalle risorse impiegate per pulire e lavare, il punto di partenza è l’utilizzo di prodotti adatti allo sporco che è necessario rimuovere. Di tale argomento ci ha parlato Marcello Falvo, titolare di Falvo, azienda specializzata nella fornitura di prodotti per il lavaggio, in occasione di CleaningPiù, la prima edizione del convegno digitale del pulito professionale organizzata da Dimensione Pulito e dal suo editore Quine srl.

Conoscere Lo Sporco

Il primo passo - spiega Falvo - consiste nel conoscere la tipologia di sporco che andiamo a trattare: questo requisito ci mette in condizione di scegliere il prodotto più indicato per eliminarlo. Lo sporco è composto da un universo di sostanze, pertanto è necessario innan- zitutto suddividerlo in base a due criteri. Il primo è la capacità dello sporco di legarsi alle superfici. Questo criterio permette di dividere lo sporco in:

• libero, rappresentato da particelle e materiali che si posano sulle superfici ma non vi aderiscono, pertanto la sua rimozione non richiede l’utilizzo di detergenti;

• aderente, composto da sostanze che aderiscono alla superficie (es. grasso, cere, sporco organico). La sua rimozione richiede l’impiego di detergenti, normalmente sgrassanti ed a base alcalina;

• incrostato, sporco che è penetrato nella parte porosa delle superfici e composto da residui di acqua dura o di metalli, ossidi, spesso misti a polvere e grasso. Questo è lo sporco più complesso da rimuovere, perché richiede l’utilizzo di prodotti con diverse funzionalità, sgrassanti e disincrostanti.

Il secondo criterio classifica lo sporco in base alle sue caratteristiche. Esso può essere:

• magro, rappresentato da qualsiasi sostanza solubile o rimovibile con acqua o a mezzo di aspirapolveri;

NUMERI CAS: COSA SONO

Il numero CAS è un identificativo numerico che individua in maniera univoca un composto chimico. Tutte le sostanze chimiche sono infatti identificabili oltre che dal loro nome

IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry) anche dal numero CAS. Il Chemical Abstract Service (CAS), una divisione della American Chemical Society, assegna questi identificativi ad ogni sostanza chimica descritta in letteratura. Attualmente oltre 30 milioni di composti hanno ricevuto un numero CAS e circa 7000 vengono aggiunti ogni giorno. La maggior parte dei database chimici permettono di fare ricerche in base al numero

CAS. Il numero CAS è costituito da tre sequenze di numeri separati da trattini. Il primo gruppo è costituito da un numero variabile di cifre, fino a sei, il secondo da due cifre, mentre il terzo ed ultimo gruppo è costituito da una singola cifra che serve da codice di controllo. I numeri sono assegnati in ordine progressivo e non hanno quindi nessun significato chimico. Il codice di controllo viene calcolato moltiplicando ciascuna cifra da destra a sinistra per un numero intero progressivo (la cifra più a destra va moltiplicata per 1, quella immediatamente a sinistra per 2 e così via), sommando i vari termini e calcolando poi il modulo 10 della

• grasso, composto da una combinazione di polveri ed olii/grassi minerali, vegetali, animali, rimovibili con detergenti a base di tensioattivi ad elevato potere sgrassante e pH alcalino;

• inorganico, composto da residui di acqua dura e residui ferrosi, rimovibili con prodotti acidi ad effetto disincrostante;

• organico, appunto composto da materia organica, sul quale sono efficaci detergenti a pH alcalino ad elevato somma così ottenuta. Per esempio il numero CAS dell'acqua è 7732-18-5 ed il codice di controllo (5) è dato da (8×1 + 1×2 + 2×3 +3×4 + 7×5 + 7 ×6) mod 10 = 105 mod 10 = 5. Se una molecola ha più isomeri, a ciascun isomero sarà assegnato un numero CAS differente. Le sostanze chimiche immesse sul mercato dell’Unione Europea prima del 18 settembre 1981 sono inoltre identificabili anche da un numero EINECS (European INventory of Existing Commercial chemical Substances), mentre quelle immesse dopo tale data sono caratterizzate da un numero ELINCS (European List of Notified Chemical Substances). fonte: unibo.it potere imbibente, cioè in grado di facilitare la penetrazione dell’umidità all’interno della sostanza organica permettendo così di scioglierla; • invisibile, il più difficile da rimuovere perché composto da virus, batteri e funghi. Questo sporco è rimovibile solo utilizzando prodotti disinfettanti marchiati P.M.C.

Come Scegliere Un Prodotto

Dalla classificazione precedentemente fatta - prosegue Falvo - appare chiaro come ogni tipo di sporco sia compatibile con determinate tipologie di prodotti. Ma su quali elementi dobbiamo basarci per scegliere correttamente un prodotto? Ci vengono in aiuto diverse caratteristiche che devono essere obbligatoriamente presenti per legge. La prima è l’etichetta : su di essa devono essere riportate la concentrazione delle varie sostanze lavanti e la pericolosità del prodotto verso le persone e l’ambiente. I principali parametri sui quali porre l’attenzione sono:

• le indicazioni di pericolo, rappresentate da un pittogramma che già visivamente fornisce informazioni sulle caratteristiche pericolose del prodotto (es. infiammabilità, corrosività…). Un prodotto ad alta pericolosità richiede una serie di procedure più complesse perché possa essere utilizzato in sicurezza, quindi la sua convenienza va calcolata anche in funzione di come dovrà essere utilizzato;

• la composizione, che indica la reale concentrazione di un prodotto. Per legge, in etichetta devono essere indicati tutti i suoi componenti e in quale percentuale sono presenti.

La scheda tecnica riporta invece le indicazioni d’uso di un prodotto e ci permette di valutare se caratteristiche e modi d’uso riportati dalla casa madre corrispondono con quelli dichiarati da chi ce lo ha venduto. Sulla scheda devono quindi essere indicate le seguenti voci:

• caratteristiche, che corrispondono alle specifiche e qualità del prodotto, effetti e sinergia/compatibilità con altri prodotti, applicazioni, modo d’uso e dosi (che possono anche rimandare a una scheda tecnica che dà indicazioni in merito all’uso del prodotto in un determinato contesto di lavorazione), • aspetto, caratteristiche e biodegradabilità, dove vengono date indicazioni in merito all’aspetto, alla composizione che deve essere uguale a quella sull’etichetta e viene fornito il certificato di biodegradabilità del prodotto in conformità con le leggi italiane ed europee.

Infine la scheda di sicurezza , che contiene tutte le informazioni in meri- to alla pericolosità, alla concentrazione delle sostanze pericolose e ai DPI da utilizzare. La scheda di sicurezza è costituita da sedici punti, quelli di maggiore interesse sono:

• la composizione, questa voce si differenzia da quella presente in etichetta perché in questo caso riporta tutti i componenti pericolosi e la loro concentrazione, oltre ai corrispondenti numeri CAS (vedi box), che sono degli identificativi numerici che individuano in maniera univoca una sostanza chimica;

• modi di manipolazione e stoccaggio;

• controlli dell’esposizione, una voce che indica come il prodotto interagisce con l’operatore, e quindi quali procedure adottare per tutelare chi lo utilizza.

Novit Sul Mercato

I prodotti sono in continua evoluzione e oggi possiamo contare su diverse innovazioni che ci consentono di pulire e lavare meglio e in maniera più remunerativa. È quindi importante restare aggiornati e conoscere i nuovi prodotti che il mercato propone. Le principali novità - spiega Falvo - sono: i prodotti probiotici che, grazie all’azione di microrganismi vivi, producono enzimi che sgretolano e metabolizzano lo sporco. A differenza dei classici detergenti, questi prodotti proseguono la loro azione anche dopo il termine delle operazioni di pulizia, perché gli enzimi continuano ad aggredire lo sporco anche dopo la fase di lavaggio, lasciando le superfici pulite più a lungo. Altra qualità di questi prodotti è rappresentata dal loro quasi nullo impatto ambientale: infatti non hanno controindicazioni verso persone, animali e ambiente.

I P.M.C. non sono una novità, ma ne abbiamo recentemente capito la loro importanza. I Presidi Medico Chirurgici eliminano virus e batteri, hanno quindi un’azione disinfettante che deve essere certificata tramite apposita sigla presente in etichetta. La certificazione viene ottenuta dal produttore attraverso una serie di test di efficacia che devono essere verificati dal Ministero della Sanità. In caso di esito positivo, il Ministero autorizza la certificazione, che deve essere riportata sul prodotto indicando il numero di registrazione della stessa. È quindi importante ricordare che solo i prodotti P.M.C. sono efficaci contro lo sporco invisibile.

Altra innovazione, che riguarda nello specifico il lavaggio dei tessuti, è il lavaggio micellare. A differenza dei prodotti tradizionali, i detergenti micellari sfruttano l’azione di tensioattivi non-ionici per frantumare lo sporco in piccole particelle, che vengono inglobate in micelle (molecole di tensioattivi che si riuniscono a formare delle piccole sfere) le quali inglobano le particelle di sporco. Un grande vantaggio dei detergenti micellari è rappresentato dalla loro versatilità, derivante dal loro ampio spettro d’azione (agiscono in un range di pH che va da 5 a 13) e non aggressività verso tessuti e colori.

Azione delle micelle che inglobano le particelle di sporco