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Una nuova spinta per le energie rinnovabili
COSA POSSIAMO IMPARARE DALLA TRAGEDIA DI RAVANUSA
L’esplosione dello scorso 11 dicembre riporta l’attenzione sullo stato della rete del gas metano nel nostro Paese, spesso obsoleta e minacciata dal rischio idrogeologico
dicembre, Ravanusa (AG), una 11 terribile esplosione devasta via Trilussa: tre edifici vengono completamente rasi al suolo, altrettanti sventrati. Tra le macerie i soccorritori rinverranno i corpi di nove persone, tra cui quello di una donna incinta. Le indagini della Procura sono ancora in corso, nelle scorse settimane hanno avuto luogo alcuni importanti accertamenti tecnici, dai quali potremo ricevere indicazioni chiarificatrici su questa tragica vicenda. Quello che appare chiaro da quanto è stato finora reso di pubblico dominio, è che la causa della detonazione sia da attribuirsi a un’esplosione generata dall’innesco accidentale di un accumulo di gas metano venutosi a creare in una sacca sotterranea. Una fuoriuscita di gas dalla condotta in bassa pressione presente sotto alla strada avrebbe perciò, in un tempo più o meno lungo, saturato un’area lasciata vuota nel sottosuolo, fino al momento in cui un innesco accidentale ha dato luogo al disastro.
Al di là delle responsabilità, che verranno accertate nelle sedi competenti, quello che è interessante notare da una prospettiva più tecnica è che nella vicenda, se la prima ricostruzione risultasse fondamentalmente corretta, si sono realizzate due situazioni che combinate insieme hanno portato alla genesi del disastro.
La prima riguarda la perdita di gas metano, che sarebbe avvenuta da un tratto di condotta danneggiato. Il gestore ha dichiarato a mezzo stampa che sul tratto di condotta in oggetto non sarebbero state effettuate manutenzioni o interventi di recente, ma tuttavia la rete era stata completamente ispezionata recentemente e tale analisi non aveva rilevato criticità nell’area. Da quello che viene riportato dalla stampa però, gli inquirenti avrebbero rinvenuto una fessurazione
consistente della condotta proprio
nell’area dell’incidente. Uno squarcio, da quello che si è potuto vedere dalle foto di dimensioni significative, su un tratto di condotta in bassa pressione di diametro 100 mm.
La seconda variabile dell’equazione è la presenza nell’area di una sacca vuota di dimensioni tali da permettere un accumulo di gas capace di generare un’esplosione di queste pro-
porzioni e con una capacità di tenuta sufficiente da evitare che il metano si liberasse nell’atmosfera, il tutto proprio in corrispondenza dell’area dove era presente la lesione della tubatura.
Si dice che tre indizi fanno una prova, per cui il nostro tentativo di trovare una possibile chiave di lettura e trarre una lezione da quanto accaduto non è ancora concluso. Ma a guardare bene la nostra ricerca non sarà così difficoltosa. Poco distante dal luogo dell’incidente è da diversi anni in programma un cantiere che ha come obiettivo quello di intervenire per il consolidamento del fronte franoso presente nel territorio di Ravanusa. Lavori che però non hanno mai visto la fine. Anche l’area oggetto dell’esplosione, anche se non doveva essere oggetto di lavori dei lavori di cui sopra, è classificata dal Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Sicilia come area ad alto rischio per fenomeni franosi. Un estratto della relazione presentata sugli obiettivi del progetto recita che “Nel Comune di Ravanusa […] la popolazione esposta a rischio diretto, da una determinazione numerica, viene quantificata in non meno di 1350 [...]. Ciò in conseguenza del fatto che i movimenti annuali che si hanno sul corpo di frana determinano delle continue sollecitazioni alle strutture posizionate lungo la linea di frattura (corona di frana). Tali sollecitazioni negli anni si sono tradotte nella creazione di lesioni e fratture che ne hanno compromesso la staticità ed a volte hanno determinato crolli improvvisi o la demolizione controllata di molti fabbricati”. Appare quindi chiaro che
la situazione idrogeologica dell’area dell’incidente fosse estremamente
critica e l’informazione era ben nota agli addetti ai lavori. La condizione delle condotte, unità alla fragilità endemica del territorio, possono sicuramente essere tra le cause di questo terribile incidente.
A questo punto sorge però spontaneo spostare lo sguardo da quella che è la situazione particolare di questo accadimento e provare ad allargare il nostro focus rispetto a quella che è la situazione generale nel territorio italiano. Innanzitutto, è fondamentale partire da un dato che ci viene fornito da ISPRA che fotografa in modo inequivocabile la situazione nel nostro paese: il 91% dei Comuni italiani si trova in aree a rischio idrogeologico e 3 milioni di persone vivono in aree ad alto rischio. La maggior parte delle reti di distribuzione del gas metano che servono le nostre città sono state realizzate tra i 20 ed i 30 anni fa, e nella loro progettazione e realizzazione non si sono tenuti in conto eventuali problematiche derivanti da aspetti idrogeologici. Fenomeni che vista l’acutizzarsi dell’emergenza climatica nei prossimi anni potranno diventare sempre più intensi e presenti nelle nostre vite.
Il risultato è che migliaia di chilometri di rete di distribuzione in bassa pressione di gas metano si trovano in condizioni non troppo differenti, se non del tutto uguali, a quelle che possono aver portato al disastro di Ravanusa, senza che vi sia ad oggi un vero piano di intervento su scala nazionale.
Le macerie subito dopo l’esplosione a Ravanusa. Fonte: Vigili del Fuoco via Twitter
Analizzando quanto riportato dalla UNI EN 1998 (Eurocodice 8) la progettazione degli impianti di distribuzione di gas – che differiscono dagli impianti di tipo concentrato (centrali di pompaggio, gruppi di decompressione, etc.) in quanto questi ultimi ricadono nel campo di competenza delle N.T.C. 2018 – dovrebbe essere in grado di rispondere a due diverse sollecitazioni: • Scuotimento, ovvero deformazioni transitorie del terreno indotte dal sisma (shaking); • Instabilità dei terreni di posa
causati da deformazioni per-
manenti del terreno, franosità sismoindotta, cinematismo di faglie capaci e liquefazione dei terreni.
Questa analisi può essere svolta ex post anche sulle reti esistenti, al fine di valutare la condizioni di maggior rischio su aree a maggior rischio idrogeologico.
Una volta individuate le criticità maggiori è importante mettere in campo tutte le opere di mitigazione del rischio, come la sostituzione delle condotte esistenti con altre di maggior resistenza alle deformazioni, la sostituzione del materiale di rinfianco dello scavo con altro a maggior elasticità e verifica delle interazioni condotta/ terreno, fino alla modifica dei tracciati in essere con altri di nuovi in aree a minor rischio.
È chiaro che tutti questi interventi sono spesso molto invasivi e forieri di seri disagi, oltre che caratterizzati da costi non indifferenti per la comunità; tuttavia il rischio non è marginale, e la contropartita è la sicurezza delle persone. Tutto questo richiede progettualità, una visione d’insieme e un coordinamento generale che fatica a esserci in un territorio caratterizzato nella stessa misura da fortissimi rischi idrogeologici e apparati burocratici spesso privi di coordinamento. Come sempre, si spera che la tragedia possa essere almeno l’inizio di una maggiore consapevolezza.

UNA NUOVA SPINTA PER LE ENERGIE RINNOVABILI
È entrato in vigore il decreto di recepimento della direttiva europea RED II, che fissa il traguardo del 30% di rinnovabili entro il 2030. Critiche le associazioni degli installatori per la qualifica FER
D
opo due anni di ritardo, la legge tanto attesa dagli addetti ai lavori sulle energie rinnovabili diventa finalmente realtà. Il 30 novembre 2021 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo n°199, che dà attuazione a una precedente direttiva comunitaria del 2018, la cosiddetta RED II (Renewable Energy Directive), già applicata in diversi Paesi dell’Unione Europea, per promuovere l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. La legge definisce tutto quello che serve per accelerare il percorso di transizione energetica dell’Italia: dentro il decreto si trovano infatti gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale per riattivare lo sviluppo delle rinnovabili lungo lo Stivale. Di fatto un ulteriore sostegno, entrato in vigore lo scorso 15 dicembre, che aiuterà l’Italia a raggiungere più in fretta i principali obiettivi europei di decarbonizzazione del sistema energetico entro il 2030. Una scadenza ambiziosa, soprattutto per il nostro Paese: la direttiva RED II stabilisce infatti che entro i prossimi nove anni
le energie rinnovabili dovranno incidere per almeno il
32% sul consumo finale lordo di energia.
A questo l’Italia contribuirà, ponendosi una meta più realistica, fermandosi al 30%. Per raggiungere questo traguardo, però, il nostro Paese dovrà comunque correre, visto che ad oggi solo il 18% dell’energia è prodotta da fonti rinnovabili, al contrario della media europea che nel 2019 si aggirava attorno al 19,7%. Nonostante queste premesse, il nuovo decreto, che andrà ad accelerare quanto già stabilito nel PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e dal PNIEC, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, porta con sé novità importanti e va a toccare tutti i temi caldi del momento. Dagli incentivi alle rinnovabili elettriche e al biometano, alla promozione dell’utilizzo dell’energia termica da FER (fonti di energia rinnovabile); dall’impiego dei proventi delle aste di CO2 per la copertura degli oneri in bolletta, alle norme per le nuove formule di autoconsumo; dalle semplificazioni burocratiche, alla disciplina per l’individuazione delle aree idonee per l’installazione di impianti, dagli obblighi per l’edilizia alle misure per il teleriscaldamento e l’efficienza energetica degli edifici. “Ma il vero banco di prova saranno i prossimi decreti attuativi, la cui emanazione è prevista entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo, che dovranno colmare il ritardo accumulato e dare un forte segnale al mercato”, come spiega Walter Righini, presidente di Fiper, la Federazione italiana dei produttori di energia da fonti rinnovabili. Infatti l’arrivo della normativa RED II avviene in un periodo storico complicato: il forte aumento dei prezzi del gas in cui è sempre più necessario puntare sulle rinnovabili, soprattutto per garantire una maggiore sicurezza energetica e una migliore redistribuzione del reddito sul territorio.


Le principali novità del decreto
Ma che cosa prevede la RED II? Partiamo dai sostegni economici. Per i grandi impianti di energia elettrica verde, con potenza pari o superiore a un megawatt, gli incentivi saranno attribuiti attraverso procedure competitive di aste al ribasso. Per gli impianti invece di piccola taglia, inferiori a un megawatt, il sostegno statale sarà versato secondo diversi meccanismi. Ed è qui che per la prima volta saranno stabilite nuove regole che dovrebbero dare un’ul-
teriore spinta ai gruppi di autoconsumo e alle comunità
energetiche rinnovabili. L’articolo 14 del decreto spiana infatti la strada all’utilizzo di 2,2 miliardi per tutte quelle realtà che si autosostengono dal punto di vista energetico. Inoltre, il Ministero della Transizione Ecologica dovrà definire entro febbraio un provvedimento attuativo per la concessione di finanziamenti a tasso zero fino al 100% dei costi ammissibili per lo sviluppo di comunità energetiche nei piccoli comuni. A beneficiare di questo investimento saranno soprattutto le amministrazioni pubbliche, le famiglie e le microimprese nei comuni sotto i 5 mila abitanti. Secondo le stime del governo, la realizzazione degli interventi finanziati potrà produrre circa 2500 gigawattora annui, contribuendo alla riduzione di circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. Il nuovo decreto inoltre apre il supporto statale anche al biometano: per gli impianti di produzione di energia elettrica da biogas, gas di discarica, gas residuati, la concessione degli incentivi si baserà su specifici requisiti in base alla quantità e ai materiali utilizzati. “Questa nuova direttiva garantisce l’utilizzo di biocombustibili certificati per l’accesso agli incentivi, esplicitando i percorsi necessari per verificare l’utilizzo di biocombustibili di qualità conforme o superiore a quella richiesta per il corretto funzionamento dell’impianto termico”, spiegano da Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali.
Le critiche dal mondo degli installatori
Un decreto dunque che se da una parte darà una spinta a tutto il settore delle energie green, dall’altra non piace proprio a tutti, e in particolare al mondo degli installatori di impianti da fonti rinnovabili. Per gli addetti ai lavori, rappresentati da Confartigianato, CNA e Casartigiani, la
Pellet e legna da ardere: i nuovi requisiti
I criteri di sostenibilità introdotti dalla RED II si applicano ai combustibili solidi da biomassa destinati a impianti di potenza termica uguale o superiore ai 20 MW oppure ai 2 MW per gli impianti che impiegano combustibili gassosi da biomassa. Il D.Lgs. 199/2021 di recepimento prevede inoltre (art. 29) criteri applicabili a tutti “gli impianti di produzione di energia termica da fonti rinnovabili che richiedono incentivi, comunque denominati”, ad esempio Conto Termico e detrazioni fiscali quali Superbonus, Ecobonus, Bonus casa, etc. I requisiti minimi, definiti nell’Allegato IV, potranno essere ulteriormente innalzati nei decreti di adozione dei singoli incentivi. Per quanto riguarda il pellet: • per le termostufe il pellet dovrà necessariamente essere di classe di qualità A1, mentre per le caldaie dovrà essere di qualità uguale o migliore rispetto a quella per cui il generatore è stato certificato (≤500 kW) o testato in opera (>500 kW); • la certificazione del pellet dovrà essere rilasciata da un organismo di certificazione accreditato secondo la norma ISO/
IEC 17065, sulla base delle analisi delle proprietà del biocombustibile, svolte da un soggetto accreditato secondo le norme della serie UNI EN ISO 17225-2; • la documentazione di acquisto del pellet dovrà evidenziare la classe di qualità e il codice di identificazione rilasciato dall’organismo di certificazione accreditato al produttore e da questi messo a disposizione del distributore. Per quanto riguarda invece la legna da ardere: • Per le caldaie a legna con potenza termica nominale inferiore ai 500 kW la legna da ardere dovrà essere di qualità uguale o migliore rispetto a quella per cui il generatore è stato omologato. La qualità del biocombustibile dovrà essere certificata da un organismo di certificazione accreditato secondo la norma ISO/IEC 17065, sulla base di analisi delle proprietà del biocombustibile accreditate rispetto alle metodologie di prova definite dalla norma UNI EN ISO 17225-5; • per le stufe a legna (UNI EN 13240) il combustibile dovrà essere certificato da un organismo di certificazione accreditato secondo la norma ISO/IEC 17065, (analisi accreditate rispetto alle metodologie di prova definite dalla norma UNI
EN ISO 17225-5). Sebbene la norma
prescriva necessariamente la classe di qualità A1, un refuso nel testo normativo (viene indicato “pellet” anziché “legna”) potrebbe causare difficoltà interpretative e/o applicative. I futuri decreti attuativi dei singoli interventi incentivanti potranno sanare questa incongruenza; • per i termocamini (UNI EN 13229) la legna da ardere dovrà necessariamente essere certificata secondo la norma UNI EN ISO 17225-5. La norma non prescrive una specifica classe minima di qualità, né specifici obblighi di accreditamento dell’organismo di certificazione. Si ritiene che questo dipenda da una dimenticanza materiale del legislatore che potrà essere sanata dai decreti attuativi dei singoli interventi incentivanti.

nuova legge complica il percorso per i professionisti, crea confusione, vanifica gli investimenti fatti da tanti imprenditori e soprattutto riporta la normativa del settore indietro di otto anni. “Il nuovo decreto doveva semplificare il quadro normativo in cui operiamo – denunciano le tre associazioni in una nota congiunta – invece lo complica ancora di più, con disposizioni che hanno valore retroattivo dal 4 agosto 2013 e creano un ingiustificato doppio binario per il riconoscimento della qualifica di installatore FER, cioè di impianti di energia rinnovabile”. Il nuovo provvedimento impone infatti che, a partire dall’agosto del 2013, chiunque svolga attività su FER debba essere in possesso di una specifica qualificazione, ottenuta tramite un apposito corso di formazione. “Ci aspettavamo che venisse finalmente chiarito il pasticcio normativo che intralcia da anni le nostre attività. Invece è accaduto il contrario: in meno di un anno si è passati da una buona legge che delegava il governo a semplificare la materia a questo decreto che ripropone un errore, esercitando una discriminante nei confronti di imprenditori che avrebbero il diritto di vedersi riconoscere il proprio mestiere. Ora chiediamo che a questi sbagli si ponga presto rimedio”.
LA FIERA È RINVIATA A GIUGNO, MA IL 90% DEGLI SPAZI È CONFERMATO
La situazione della pandemia ha imposto un rinvio: la 42a edizione di MCE si svolgerà a Rho-Fiera Milano dal 28 giugno al 1° luglio
ondata di contagi causati dalla variante Omicron sta colpendo
L’ duramente il settore fieristico. Anche MCE – Mostra Convegno Expocomfort, la fiera di riferimento per il mondo dell’impiantistica, dopo il rinvio forzato nel 2020 e l’edizione digitale nel 2021, è stata rinviata rispetto alle date programmate (8-11 marzo) e si svolgerà dal 28 giugno al 1° luglio, sempre nei padiglioni di RhoFiera Milano. “Proprio perché la manifestazione possa essere vissuta come opportunità piena, soddisfacente e sicura – spiegano gli organizzatori – abbiamo deciso di riprogrammare l’evento a fine giugno, contando che con la stagione estiva possano rendersi più agevoli gli spostamenti internazionali e le modalità di fruizione e interazione da parte di tutti gli attori coinvolti”. Il 25 novembre, nella terrazza della Triennale a Milano, si è svolta la conferenza stampa di presentazione, in cui sono stati comunicati i primi dati e le prime anticipazioni di quello che ci aspetta: il 90% degli spazi espositivi risulta già occupato, con oltre 1300 aziende iscritte, di cui 43% provenienti dall’estero. Un impegno particolare arriva dalla Turchia, Paese ospite dell’edizione 2022. “L’edizione 2022 di MCE assume una duplice importanza – ha spiegato Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia, la società organizzatrice di MCE – da un lato sono passati quattro anni dall’ultima edizione in fiera e in questi quattro anni il nostro settore è diventato basilare nell’ambito della sostenibilità ambientale. Sustainable Disruption: 12 Decarbonising Technologies for Cities, un importante rapporto realizzato da The Economist Group, Maurizio Lo Re, Presidente ANGAISA (a sx), con Massimiliano Pierini, individua appunto le 12 tecnologie Managing Director di Reed Exhibitions Italia, durante la conferenza stampa di presentazione di MCE 2022 chiave che hanno il potenziale per aiutare le città a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio prefissati, creando allo stesso tempo posti di lavoro, riducendo i costi per l’energia per i residenti e migliorando la qualità generale della vita. Queste sono suddivise in tre settori – edilizia e costruzioni, trasporti, infrastrutture – che troveranno ampi spazi di confronto e dibattito durante MCE 2022”. Con una parola d’ordine: integrazione. Quest’ultima, secondo Pierini, trova il proprio percorso più efficace nell’economia circolare, per ridurre l’impatto ambientale dell’industria. “È proprio sull’economia circolare che abbiamo deciso di investire, creando un tavolo di dibattito per favorire le buone pratiche e mettere a disposizione dei nostri espositori informazioni e strumenti utili”. Dopo un primo evento dedicato a questo tema – un convegno online che si è svolto il 19 ottobre 2021 (su cui vedi l’articolo successivo) – durante MCE si svolgeranno i primi Stati Generali sull’Economia Circolare, con il supporto del Politecnico di Milano.
La collaborazione con ANGAISA
Per la 42a edizione, Reed Exhibitions ha voluto facilitare la partecipazione dei distributori da tutta Italia: grazie alla collaborazione con ANGAISA ma non solo, si stanno sviluppando accordi ad hoc con le maggiori realtà distributive sul territorio per favorirne la partecipazione e l’organizzazione di gruppi di installatori in visita. Una presenza che nel 2022 si prevede supererà i numeri già significativi delle precedenti edizioni. Grande importanza è stata data naturalmente anche ai mercati esteri, grazie alle attività di promozione sviluppate in collaborazione con ICE – Italian Trade Agency, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e ANIMA. In particolare è in atto un programma di Roadshow di presentazione in Sud America, nel Sudest asiatico e il prossimo 30 novembre in Nord America. Per gennaio 2022 sono invece previste le tappe di Parigi e Londra in presenza. ANGAISA sarà presente a MCE con le attività di CasANGAISA e TECNOPOLIS, per fornire supporto alle aziende associate e favorire il networking.

Turchia “Paese Ospite 2022”
Nel 2022 è prevista un’ampia partecipazione di visitatori professionali dell’area mediterranea anche grazie al successo delle attività sviluppate con il Ministero dell’Industria e Tecnologia turco, all’interno dell’iniziativa che vede la Turchia “Paese Ospite 2022”. A fine ottobre RX ha organizzato presso Palazzo Venezia, residenza dell’Ambasciatore Italiano a Istanbul, un incontro con gli operatori e la stampa. Durante l’incontro è stato tracciato un bilancio sulle relazioni commerciali bilaterali tra Italia e Turchia, che proprio nel settore HVAC+R si mantengono eccellenti e si tradurranno in una partecipazione importante alla prossima edizione in fiera da parte di aziende e operatori, come annunciato da Mehmet Hakkı Şanal, Presidente di ISIB: “MCE è un appuntamento irrinunciabile per costruire relazioni e alleanze strategiche tra chi produce, progetta, installa e realizza impianti e sistemi per il comfort abitativo dell’edificio intelligente in ambito commerciale, industriale e residenziale, per questo la presenza degli operatori della nostra area geografica sarà massiccia; soprattutto dopo la pausa imposta dalla pandemia Covid”.
Adriano Castelli / Shutterstock Il programma
Il programma di convegni, workshop ed eventi si svilupperà all’interno di un ricco calendario tra l’8 e l’11 marzo, con la presentazione dell’8° Rapporto CRESME sul Mercato dell’Impiantistica, la seconda tappa dei Circular Economy Events, con focus sugli Stati Generali: circular economy, circular city, un confronto tra aziende e i responsabili delle politiche urbane, la presentazione della ricerca di MCE sugli Smart District in Italia: il digitale a supporto della transizione ecologica di processi produttivi industriali, edifici e mobilità elettrica commissionata all’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. I Workshop saranno suddivisi tra le 4 aree tematiche: • That’s Smart, l’area dedicata a Home & Building
Automation, Smart Metering, Electric Mobility e
Energie rinnovabili. Il focus sarà su Smart EcoBuilding,
Ecodrive e mobilità smart, comunità energetiche e fotovoltaico e smart storage; • MEP BIM Forum, con il coordinamento del prof. Giuliano Dall’O del Politecnico di Milano -
Dipartimento ABC e Coordinatore dell’MCE Lab.
Si occuperà di nuove opportunità nell’utilizzo dei sistemi digitali di supporto al processo che va dalla progettazione, all’installazione, fino alla gestione degli impianti nell’ambito dell’edificio durante il suo intero ciclo di vita; • Energy Efficiency 4.0 con approfondimento sulle opportunità di efficientamento energetico in ambito non domestico, focalizzato sui settori dell’agrifood, della sanità e dell’alberghiero; • WK – ISNOVA, con gli appuntamenti Incontriamoci con il Superbonus, per tutti gli aggiornamenti previsti dall’incentivo fiscale.
L’agenda in presenza si aggiornerà con i convegni e i seminari dedicati all’approfondimento tecnico e normativo, organizzati dalle associazioni internazionali (EHPA, European Heat Pumps Association e REHVA, Federation of European Heating, Ventilation and Air Conditioning Associations), e associazioni partner AiCARR, ANIMA, ASSISTAL, FIRE.

LA DIFFICILE SFIDA DELL’ECONOMIA CIRCOLARE NEL SETTORE HVAC
Maggiore standardizzazione e nuovi criteri progettuali per favorire il riciclo e il ri-uso: la strada verso l’adozione di prodotti davvero “circolari” è ancora lunga
M
CE 2022 ha deciso di dedicare un focus particolare all’economia circolare nel settore HVAC (riscaldamento, ventilazione, condizionamento dell’aria). Un tema cruciale in vista della transizione energetica e dei target sempre più ambiziosi di riduzione delle emissioni di CO2, che interessano molto da vicino il settore edilizio – dato che, com’è noto, si tratta di uno dei settori che impattano maggiormente sulle emissioni globali. Un primo momento di confronto, tra esperti e rappresentanti dell’industria, si è svolto il 19 ottobre 2021, nel corso di una tavola rotonda online che ha anticipato gli “Stati Generali dell’economia circolare” che si terranno il 9 marzo durante la fiera.
L’economia circolare in Italia: ostacoli e opportunità
Come ha spiegato nel proprio intervento Davide Chiaroni dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, nel nostro Paese l’economia circolare incontra notevoli difficoltà a tutti i livelli: da parte delle aziende produttrici spesso si nota una certa avversità al rischio, mentre sul fronte della normativa pesa l’incertezza regolatoria e la scarsità di incentivi e finanziamenti; scarseggiano le tecnologie, gli investimenti sono costosi, i prodotti immessi sul mercato sono sempre più complessi e customizzati. D’altra parte, l’economia circolare costituisce un grande potenziale per l’edilizia e per l’ambiente: nel mondo delle costruzioni – building e impiantistica – il risparmio economico che si potrebbe ottenere adottando pratiche manageriali orientate all’economia circolare è stimato in 37 miliardi di euro annui al 2030. Di questi, circa 9,2 miliardi deriverebbero dall’adozione di modelli di “take back”, ovvero soluzioni che permettano alle aziende di recuperare i propri prodotti; 7,4 miliardi dalla diffusione del design for re-manufacturing/re-use (ovvero un approccio al design già pensato in partenza per il re-impiego di prodotti e componenti); altrettanti dalla diffusione di pratiche di design for disassembly, che permettano un più facile smontaggio dei prodotti in vista del riuso.
La necessità di una maggiore standardizzazione
Ma come si possono applicare i criteri dell’economia circolare all’industria degli apparecchi per il riscaldamento e la climatizzazione? Come ha illustrato Michele Albieri, presidente della Commissione Tecnica di Assoclima, il settore negli ultimi 25-30 anni è andato incontro a una fortissima evoluzione tecnologica, accompagnata da un’altrettanto significativa evoluzione normativa (si pensi alla progressiva regolamentazione degli F-Gas): soltanto negli ultimi anni abbiamo visto l’introduzione del compressore con inverter integrato (2013) e di nuovi refrigeranti, mentre sono sempre più diffusi controlli elettronici evoluti che permettono una maggiore integrazione domotica, oltre che supervisione e prevenzione di eventuali guasti. In secondo luogo, questi macchinari hanno una “speranza di vita” piuttosto lunga: secondo l’ASHRAE, l’associazione statunitense dei produttori HVAC, la vita media di una pompa di calore residenziale aria-aria è di 15 anni, così come quella di un condizionatore split. Per questo sarebbe necessaria una più stretta collaborazione tra produttori e fornitori nell’ottica di una standardizzazione dei componenti in modo da facilitarne la sostituzione e, di conseguenza, intervenire nel corso di tutto il ciclo di vita dei prodotti: punti di fissaggio e quote attacchi di compressori e scambiatori; griglie e boccagli ventilatori; motori standardizzati regolabili con inverter; componentistica

multi-refrigerante; sistemi di collegamento dei componenti frigoriferi removibili e riutilizzabili. In questo modo sarebbe possibile allineare le macchine all’evoluzione tecnologica e normativa, che procede più spedita della vita utile dei macchinari stessi: ad esempio, sostituendo il compressore, gli scambiatori, o perfino il gas refrigerante. Sembra un mondo lontano anni luce da quello che conosciamo: è molto raro trovare prodotti di marchi diversi – ma anche all’interno dello stesso marchio, a distanza di anni – i cui componenti permettano una certa interoperabilità. La scelta obbligata per l’utente finale, quasi sempre, è la sostituzione integrale del prodotto, anche quando questo è funzionante, perché non è possibile “aggiornarlo” alle tecnologie più recenti. Per ottenere un prodotto davvero “circolare”, le aziende produttrici dovrebbero seguire i seguenti criteri progettuali: – Design for Disassembly: progettare il macchinario in base a sottoinsiemi funzionali, in modo che possa essere facilmente smontato. Come? Attraverso una maggiore modularità, minimizzando la varietà dei materiali, migliorando l’accessibilità e i sistemi di fissaggio – ad esempio: prevedendo la possibilità di smontare l’apparecchio con un unico utensile, usando incastri, riducendo i punti di connessione, adottando elementi e giunzioni dello stesso materiale. – Design for Recycling, Reuse, Remanufacturing: progettare in vista del futuro riciclo e riuso. Come? Utilizzando materiali riciclabili e ben identificati, meglio se a basso impatto ambientale, anche nel packaging;
Schema di economia circolare dei gas refrigeranti. Fonte: Assoclima “L’economia circolare non è economia del rifiuto, ma economia del re-design. Fare economia circolare significa soprattutto ridisegnare prodotti, servizi, modelli di business di una determinata filiera”

sfruttando – anche qui – le potenzialità della modularità e della standardizzazione; impiegando processi di rigenerazione.
La corretta gestione dei RAEE
Per passare a un’economia che trasforma il rifiuto in risorsa è indispensabile, naturalmente, partire da una corretta gestione dei rifiuti stessi. In questo campo – come ha spiegato Danilo Bonato, Direttore Generale del consorzio Erion – sono stati fatti molti passi in avanti dall’entrata in vigore della cosiddetta Direttiva RAEE (recepita in Italia con il D.Lgs. 49/2014), ma c’è ancora molta strada da fare, specialmente nell’ambito professional: se infatti il settore domestico è ampiamente presidiato dai consorzi e ha tassi di raccolta dei rifiuti elettronici attorno al 40% (comunque lontani dall’obiettivo europeo del 65%), il mondo professionale è ancora opaco e non tracciato, con tassi di raccolta inferiori al 10%.
Per raggiungere traguardi più soddisfacenti occorre darsi obiettivi ben precisi, a partire dalla produzione: conoscere il destino finale del prodotto, implementare sistemi di restituzione, informare e sostenere la filiera e l’utente finale.
Come si stanno muovendo i produttori?
“Oltre alla riduzione del consumo di risorse e di materie prime impiegate nel ciclo produttivo, la nostra visione di economia circolare prevede anche la possibilità di rimettere in circolo materiale già impiegato in precedenza o nel prodotto o nei sistemi collegati, come l’imballaggio”, spiega Luigi Zucchi, Direttore Commerciale di Aermec, una delle aziende partner dell’evento. Sul piano delle azioni concrete già intraprese in questa direzione c’è la riduzione della quantità di imballi e altri materiali in ingresso, fino a eliminare del tutto gli imballaggi per i componenti che non rischiano danni durante il trasporto. Per quanto riguarda il recupero del gas refrigerante, l’azienda ha coinvolto i servizi di assistenza tecnica territoriali, che si occupano di raccogliere il gas durante le operazioni di manutenzione – o al fine vita dell’apparecchiatura – per conferirlo a centri specializzati. “Nel progetto dei nuovi prodotti – aggiunge Zucchi – sarà facilitato l’aspetto di sostituzione dei componenti che per normale usura hanno una vita media inferiore alla vita media della macchina. Questo renderà più conveniente e semplice la riparazione del pezzo. Stiamo anche intervenendo per recuperare, sulle parti sostituite in garanzia, i componenti che possono essere nuovamente utilizzati, al fine di creare dei ricambi rigenerati e più economici per gli interventi fuori garanzia delle apparecchiature già datate”. Anche per le ragioni legate all’emergenza sanitaria, a MCE 2022 Aermec presenterà un numero minore di macchine rispetto al passato: “Presenteremo prodotti ora disponibili ma realizzati con refrigerante a minore impatto ambientale e nuove soluzioni di sistemi integrati”.

LE PROSPETTIVE DEL MERCATO: IL SETTORE ITS CHIUDE IL 2021 CON IL SEGNO POSITIVO
Produzione e distribuzione superano ampiamente i livelli del 2019, beneficiando di una crescita eccezionale. Ma le incognite sono ancora molte
anno appena trascorso è stato quello in cui il settore idrotermosanitario ha cominciato a lasciarsi alle spalle i contraccolpi economici peggiori della pandemia. Secondo le previsioni dell’Ufficio Studi ANIMA aggiornate al mese di ottobre 2021 e pubblicate in occasione della conferenza stampa di presentazione di MCE, per il 2021 si stima una crescita potenziale superiore al 20%, che porta a un valore totale di oltre 12 miliardi di euro, in crescita rispetto all’anno pre-pandemico 2019. Riassorbita e superata, quindi, la flessione del 2020, quando il settore ha fatto registrare un -8,6%. Ancora una volta, il punto di forza è rappresentato dall’export, che totalizza un +19,6% e una stima superiore al periodo pre-Covid. In rialzo anche gli investimenti (+0,1% nel 2020 rispetto al 2019 e +6,5% nel 2021 rispetto all’anno precedente).
I dati della distribuzione
Secondo i distributori ITS, ci troviamo di fronte a un mercato “ancora euforico”, ma con numerosi rischi e incognite in agguato. “Guardiamo con cauto ottimismo, ma al tempo stesso con prudenza, agli scenari del mercato idrotermosanitario che caratterizzeranno i prossimi 2-3 anni”, commenta Maurizio Lo Re, Presidente di ANGAISA. Il comparto ha mostrato una buona tenuta e una notevole capacità di resilienza a partire dalla seconda
metà del 2020, con variazioni positive rilevate su base mensile e che hanno contribuito a rendere il consuntivo L’ 2020 (-5,89% rispetto al 2019) molto meno pesante del previsto. Le aziende che hanno retto meglio l’impatto della pandemia sono quelle nella fascia di fatturato annuo medio-alta: tra 8 e 13 milioni di euro, tra 13 e 20, tra 20 e 40 e sopra i 40 milioni. In più, nel 2020 il decremento generalizzato dei fatturati è stato accompagnato da un sostanziale mantenimento della redditività, con un trend positivo che è andato avanti e si è accentuato nei primi mesi del 2021. In base ai ai dati dell’Osservatorio Vendite ANGAISA (che censisce attualmente i dati vendite mensili di 113 aziende distributrici), il confronto fra il periodo gennaio/settembre 2021 e gennaio/settembre 2020 ha fatto registrare un +35,47%, mentre il confronto con i primi nove mesi del 2019 è a sua volta decisamente significativo, con un incremento pari al +23,35%. Il trend positivo è stato confermato per il mese di settembre da un incremento del +27,23% rispetto al settembre 2020. Il terzo trimestre 2021 si è chiuso con un +18,5% rispetto al terzo trimestre del 2020. Le previsioni di chiusura relative al 2021, stimate sulla base dell’osservatorio ANGAISA “Scenari Prospettici”, ipotizzano una crescita dei fatturati pari al +20,97% rispetto al 2020. Un rimbalzo clamoroso, che dovrebbe essere seguito, nei due anni successivi, da un progressivo assestamento: +5,26% nel 2022 e +1,84% nel 2023. “Dalla seconda metà del 2020, grazie soprattutto al volàno innescato da bonus edilizi e Superbonus, con i meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito – conclude Lo Re – il settore e l’intera filiera hanno vissuto un boom senza precedenti, che ha poi innescato a sua volta, nuove problematiche, alle quali non eravamo più abituati: dal caro materie prime al costante aggiornamento dei listini, alle difficoltà nel reperire prodotti e programmare ordini e consegne”.
Tabella 1. Andamento del settore idrotermosanitario. Elaborazione Ufficio Studi ANIMA, Ottobre 2021
Settore ITS Consuntivo 2019 Consuntivo 2020 Previsioni 2021
% 20/19 % 21/20
Produzione (mln euro) 11.272,86 10.301,09 12.438,08 -8,6 +20,7 Esportazioni (mln euro) 6.995,49 6.239,50 7.462,12 -10,3 +19,6 Export/Produzione (%) 62 61 60 - Occupazione (unità) 47.335 47.332 47.332 -0,0 +0,0 Investimenti (mln euro) 420,43 420,69 447,87 +0,1 +6,5
Il futuro
del riscaldamento secondo l’industria
Prestazioni energetiche e ambientali dinamiche e stagionali di generatori termici anche non convenzionali in edifici residenziali di riferimento. È questo il titolo dello studio curato dall’Università di Pisa commissionato da Assotermica (federata Anima Confindustria) e presentato lo scorso novembre a Roma durante l’incontro “L’industria del riscaldamento come fattore fondamentale per la transizione ecologica”. Ad aprire i lavori l’ing. Alberto Montanini, presidente di Assotermica, che tiene a sottolineare quanto sia importante – all’indomani della Cop26 di Glasgow – lavorare insieme per affrontare la sfida del cambiamento climatico, e come non vi sia una ricetta semplice e condivisa da tutti. L’obiettivo che si pone l’Europa non è solo quello di incidere percentualmente sulla riduzione globale delle emissioni ma assumerne la leadership a livello mondiale. Quindi, diventare una guida e dare un indirizzo agli altri stati membri e continenti nel mondo. In tal senso, sottolinea Montanini: “L’industria del
riscaldamento coglie l’opportunità della transizione
ecologica: il nostro comparto sta lavorando per questo obiettivo. E siamo consapevoli del contributo che gli edifici possono dare al raggiungimento del target di efficienza energetica. Abbiamo un’industria forte e radicata sul territorio nazionale a cui si aggiunge la capacità di esportare all’estero. Abbiamo colto, in passato, la sfida della metanizzazione esportando in Uno studio dell’Università di Pisa, commissionato da Assotermica, dimostra la validità dell’approccio multitecnologico per ridurre le emissioni nel settore residenziale
tutto il mondo le nostre caldaie che si sono evolute nel tempo. Le caldaie a condensazione sono oggi lo standard del nostro mercato. Siamo pronti a fare altrettanto con gli apparecchi ibridi e con le pompe di calore elettriche e a gas e in prospettiva con gli apparecchi funzionanti con miscela di idrogeno e con altri gas.”
Qual è la situazione oggi del mercato dell’impiantistica?
Secondo Montanini, il mercato dell’impiantistica e della climatizzazione oggi sta vivendo un periodo decisamente positivo, spinto dalle incentivazioni e dalle nuove richieste di abbattimento delle emissioni. Tuttavia per migliorare l’efficientamento energetico degli edifici c’è ancora molto da fare. Lo studio dell’Università di Pisa conferma la priorità di agire sul parco installato e accelerarne la riqualificazione. Il problema non è l’offerta di soluzioni che è ampia e adeguata agli ambiziosi obiettivi ma è la traduzione di questi obiettivi in misure implementative che garantiscano una neutralità tecnologica e un processo di transizione

sostenibile. “Questo perché – continua Montanini – il comparto dell’edilizia è complesso ed eterogeneo e ha esigenze diversificate. Dal punto di vista impiantistico non abbiamo una soluzione che primeggia in assoluto, a maggior ragione se oltre a un obiettivo ambientale consideriamo anche l’impatto economico e sui consumi”. Il Presidente di Assotermica ha ribadito la posizione dell’Associazione: “Il nostro obiettivo è quello di smarcarci da un approccio ideologico e di elevare il dibattito rispetto a prese di posizione dogmatiche che rischiano di essere controproducenti”. Assotermica rivendica, dunque, una visione multi-tecnologica e multi-energetica. “Riteniamo che il nostro settore sia troppo complesso per essere affrontato con un approccio assoluto e semplicistico. Siamo rispettosi della nostra filiera e con essa vogliamo lavorare per alzare l’asticella chiedendo prioritariamente misure che siano chiare e durature nel tempo e applicabili. Solo così la sfida della transizione energetica potrà essere colta nella sua complessità e selettività”. Considerando questi principi, lo studio commissionato all’Università di Pisa non si limita a fornire dei valori su carta delle prestazioni di alcuni apparecchi ricavati dalle norme ma li contestualizza in applicazioni concrete e fornisce un andamento delle performance energetiche e ambientali in maniera dinamica. Quello che viene simulato è, in pratica, il reale funzionamento delle diverse tipologie di apparecchi per il riscaldamento in una serie di casi esemplificativi del panorama abitativo nazionale.
Lo studio: obiettivi e metodologia
Paolo Conti e Chiara Galletti, professori all’Università di Pisa, illustrano l’obiettivo della ricerca: capire su scala nazionale come la prossima tecnologia dei sistemi di riscaldamento possa contribuire a minimizzare i consumi di energia primaria non rinnovabile, abbattere le emissioni di CO2 e, non meno importante, le spese per l’utente finale, aspetto non indifferente, in quanto rappresenta un motore di sviluppo e accettazione delle nuove tecnologie da parte dei fruitori. Questi tre aspetti sono stati affrontati simultaneamente. Dal punto di vista metodologico sono stati individuati alcuni casi studio (edifici e tecnologie) rappresentativi del panorama del riscaldamento
Obiettivi del lavo – Alberto Montanini, Presidente Assotermica ro: zone climatiche
Ripartizione del parco edilizio residenziale per fascia climatica [%]
Zona F: 3% Zona A: 0,03% Zona B: 5%
Z Zona C: 19%
Fonte: ISTAT
Zona E: 47% Zona D: 25%
Zona A Zona B Zona C
Z Zone climatiche italiane secondo il DPR 412/93 Zona A Zona B Zona C Zona D Zona E Zona F
ASSOTERMICA -UNIPI «Prestazioni energetiche e ambientali dinamiche e stagionali di generatori termici anche non convenzionali in edifici residenziali di riferimento». Presentazione risultati –18 novembre 2021, Gran Hotel Palatino - Roma.
Obiettivi del lavoro: sistemi di generazione Figura 1. Obiettivi del lavoro: le zone climatiche prese in considerazione
Caldaia tradizionale (CH4) Caldaia a condensazione (CH4) Pompa di calore aria – acqua
Sistema ibrido pompa di calore –caldaia a condensazione (CH4) Caldaia a condensazione (CH4+H2)
Sistema ibrido pompa di calore –caldaia a condensazione (CH4+H2)
ASSOTERMICA -UNIPI «Prestazioni energetiche e ambientali dinamiche e stagionali di generatori termici anche non convenzionali in edifici residenziali di riferimento». Presentazione risultati –18 novembre 2021, Gran Hotel Palatino - Roma.
Obiettivi del lavoro: tipolog Figura 2. Sistemi di generazione ie edifici
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Appartamento autonomo
Condominio con impianto centralizzato (12 interni, 4 piani) Ripartizione per tipologia di a abitazione
Appartamento
Casa monofamiliare
Altro (bifamiliare…) 57% 30% 13%
R Ripartizione per tipologia di e edifici Case Condomini Monofamiliari Altro (bifamiliare…) Da 3 a 8 interni Più di 8 interni 5 52% 23% 2 20% 5%
Villetta monofamiliare Villetta monofamiliare di recente costruzione («isolata»)
Principali fonti: ISTAT IEE Project TABULA (2009 -2012) Abaco delle strutture (UNI/TR 11552:2014) Studi di settore (es. ENEA) ASSOTERMICA -UNIPI «Prestazioni energetiche e ambientali dinamiche e stagionali di generatori termici anche non convenzionali in edifici residenziali di riferimento». Presentazione risultati –18 novembre 2021, Gran Hotel Palatino - Roma.
Figura 3. Tipologie di edifici
5 4 degli edifici in Italia. Sono state evidenziate tre zone climatiche (C, D, E, Figura 1) e prese come riferimento quattro tipologie edilizie (appartamento autonomo, condominio con impianto centralizzato, villetta unifamiliare, villetta monofamiliare di recente costruzione) e sei tipologie di impianti di riscaldamento (Figura 2) che comprendono l’utilizzo di tre vettori energetici: gas naturale, energia elettrica, miscela arricchita a idrogeno verde, considerato quindi rinnovabile.
Le quattro tipologie abitative selezionate (Figura 3) coprono l’87% delle abitazioni in Italia e il 72% degli edifici, perciò i risultati dello studio sono significativi perché riguardano la quasi totalità del contesto abitativo nazionale. Le tecnologie prese in esame sono state: caldaia tradizionale (che nello studio funge da riferimento per le prestazioni essendo il generatore più diffuso oggi), caldaia a condensazione, pompe di calore aria-acqua, e sistemi ibridi (pompa di calore + caldaia a condensazione) che uniscono più vettori energetici e più tecnologie. Attraverso tecniche di simulazione dinamica è stato possibile valutare, per ciascuno dei casi studio individuati, non solo i valori mensili stagionali di riferimento, ma il fabbisogno orario di riscaldamento, per diversi profili di utenza, nei diversi contesti climatici per ogni stagione (Figura 4).
Con la stessa tecnica i ricercatori sono stati in grado di ricostruire anche il funzionamento degli impianti e calcolare le temperature operative (a che temperature lavorano) e l’efficienza di impianto di riscaldamento in funzione della tipologia di terminali di generatore. In funzione dell’efficienza si riesce a ricavare il consumo orario giornaliero, mensile, annuale, di combustibile, sia esso metano, miscela di gas naturale etc. Infine, conoscendo il combustibile utilizzato, si può calcolare l’energia primaria non rinnovabile, l’emissione di CO2 e le bollette energetiche in euro/anno in tutti i casi studio. All’interno dello studio ci sono stati due approfondimenti, il primo relativo all’utilizzo di miscele arricchite di idrogeno nei generatori di calore e il secondo relativo all’utilizzo di sistemi ibridi. I casi analizzati dimostrano che l’utilizzo di miscele arricchite a idrogeno verde (23%) consente un risparmio del 10% di CO2 rispetto alla combustione del gas naturale, riducendo anche le emissioni di NOx. Le tecnologie ibride a pompa di calore si sono dimostrate performanti su tutti i tre indicatori
Il pacchetto “Fit for 55”
Il pacchetto Fit for 55 contiene la revisione di 13 proposte legislative sull’energia e sul clima che hanno lo scopo di mettere l’Unione Europea in condizione di centrare l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, e diventare quindi il primo continente a impatto climatico zero. A livello europeo il settore delle costruzioni è responsabile del 40% del consumo finale di energia, del 36% delle emissioni di CO2, del 50% dell’estrazione di materie prime e del consumo di un terzo dell’acqua potabile. Rispetto ai precedenti impegni, il Fit for 55 alza ulteriormente l’asticella al 2030 per arrivare poi alla completa decarbonizzazione al 2050, rispetto allo scenario base del 1990. Quindi c’è uno sforzo al quale il settore è chiamato in termini di crescita delle fonti rinnovabili che dovranno arrivare a coprire il 49% dei consumi complessivi. Questo significa incrementare ogni anno di almeno 1,1 punto percentuale l’utilizzo dei vettori rinnovabili nel riscaldamento e il raffrescamento. Sembra un numero piccolo, ma tradotto in tecnologie che utilizzano le rinnovabili in toto – o in parte, come i sistemi ibridi – per chi lavora in questo settore significa un impegno enorme. Secondo Federico Musazzi, Segretario Generale di Assotermica, la sfida più grande è sul parco installato. “Se non facciamo leva su un’accelerazione del tasso di sostituzione del parco installato difficilmente sarà possibile centrare questi obiettivi. Attualmente il tasso di rinnovo si attesta al 4,2%, quindi lontano dagli obiettivi europei”. Secondo Musazzi il problema non è tecnologico. Le soluzioni ci sono e l’Italia è tra i primi produttori al mondo di apparecchi e componenti per impianti termici. Le scelte devono essere ambiziose ma tecnologicamente neutre, secondo tre indirizzi di sostenibilità: ambientale, energetica, economica. L’esperienza del Superbonus 110% ha insegnato che possono esserci configurazioni impiantistiche che soddisfano il doppio salto di classe ma che sono deficitarie dal punto di vista dell’efficienza. Il concetto di one technology fits for all non è valido: il rischio è di raggiungere i risultati solo a livello teorico e dimenticarsi della pratica.
Fabbisogno di involucro per riscaldamento kWh/m2/anno
25,70 47,74 66,61
App. autonomo 50,38 77,29 110,06
Villetta 24,20 34,23 48,28
Villetta isolata Zona C Zona D Zona E 149,12 356,44
253,84
Condominio
ASSOTERMICA -UNIPI «Prestazioni energetiche e ambientali dinamiche e stagionali di generatori termici anche non convenzionali in edifici residenziali di riferimento». Presentazione risultati –18 novembre 2021, Gran Hotel Palatino - Roma.
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Figura 4. Fabbisogni ideali di riscaldamento suddivisi per edificio-tipo e zona climatica in termini specifici per m2 di superficie calpestabile
Figura 5. Prestazioni ottenibili attraverso l’utilizzo delle diverse tecnologie di riscaldamento. La distanza dal valore unitario rappresenta i risparmi rispetto all’utilizzo di una caldaia tradizionale.
(approccio multiobiettivo: parametri ambientali, energetici ed economici). I sistemi ibridi permettono di unire i vantaggi delle soluzioni a pompa di calore e dei generatori di calore a combustione. Certamente, la scelta della migliore soluzione non può prescindere dall’analisi dell’utenza, del clima, e da una ottimizzazione di tagli e gestione.

Spinta alle rinnovabili
Lo studio ha, dunque, evidenziato come sia necessario dare una spinta alle rinnovabili, non solo l’elettrico, ma anche apparecchi ibridi e in prospettiva a quelli funzionanti con miscele di green gas. L’elettricità non coprirà, infatti, tutti i fabbisogni, ma soprattutto – come sostiene Montanini – il settore è pronto per cogliere questa sfida. “La decarbonizzazione è un impegno non più derogabile e siamo nel decennio decisivo per contenere gli effetti sull’ambiente. Vi sono delle direttrici su cui tutti noi ci stiamo muovendo e gli apparecchi ibridi sono un’eccellenza della nostra industria, attorno alla quale c’è fortunatamente un grande interesse.
In futuro ci sarà l’idrogeno e si andrà sempre più verso sistemi interconnessi alla rete smart. La politica – continua Montanini – deve aiutarci ad avere una visione nel medio e lungo termine secondo un principio ampiamente riconosciuto di neutralità tecnologica. Le nuove sfide della digitalizzazione e della transizione ecologica richiedono, però, nuove competenze che andranno formate soprattutto negli installatori e negli operatori del settore. In futuro sarà necessario investire anche sulla crescita culturale di tutta la filiera con un piano strutturato di formazione e di sensibilizzazione.
Meglio nonsbilanciarsi
appiamo tutti quanto è importante, dal punto di vista del comfort ambientale e del risparmio energetico, il corretto bilanciamento di un impianto di riscaldamento. Allo stesso modo, sappiamo quanto è raro trovare impianti correttamente bilanciati. Molto spesso, infatti, specialmente nei condomini, capita che gli appartamenti più vicini alla centrale termica abbiano un apporto calorico maggiore, a discapito dei piani più alti. Anche all’interno della stessa unità abitativa, non è infrequente trovare radiatori freddi o non adeguatamente riscaldati a causa di impianti sbilanciati. Con l’obbligo dell’installazione delle teste termostatiche (dal 2017), questi problemi sono stati risolti soltanto in parte. Anzi, negli impianti

SUn impianto di riscaldamento correttamente bilanciato garantisce comfort ed efficienza energetica. Ma come funziona il bilanciamento idraulico? più vecchi si sono verificate talvolta problematiche aggiuntive: i dispositivi termostatici, infatti, hanno sbilanciato ulteriormente le portate e le pressioni differenziali, causando problemi di rumorosità e richiedendo l’installazione di valvole di bilanciamento E quali sono le migliori sulle colonne montanti e di soluzioni sul mercato? regolatori della pressione differenziale. Fortunatamente, da qualche anno a questa parte la “cultura del bilanciamento” – potremmo chiamarla così – si è diffusa ampiamente nel nostro settore. Le aziende produttrici propongono un catalogo sempre più competitivo di sistemi e soluzioni efficaci per garantire un perfetto bilanciamento degli impianti con la massima precisione, controllo e facilità di installazione.
Bilanciamento statico e bilanciamento dinamico
Il bilanciamento può essere statico o dinamico. Per ognuna di queste due modalità si utilizzano dispositivi differenti. Le valvole di bilanciamento statico (a portata costante) introducono delle perdite di carico in modo da garantire a ogni ramo del circuito idraulico la portata di progetto richiesta. Sono dotate di prese di pressione, poste agli estremi di un foro calibrato, che permettono di determinare una pressione differenziale (ΔP). Il bilanciamento statico – più “semplice” di quello dinamico – è utile in modo particolare per evitare che alcune zone siano sovralimentate rispetto ad altre, oltre a impedire episodi di rumorosità.
Negli impianti a portata variabile le valvole statiche possono soltanto limitare le portate massime che devono fluire attraverso una specifica utenza/tubazione, ma non possono gestire gli eventuali cambiamenti all’interno del sistema. Per questo entrano in gioco le valvole di bilanciamento dinamico, che sono in grado di regolare in maniera – appunto – dinamica le pressioni differenziali e le portate. Questa regolazione è possibile grazie a un dispositivo a membrana, che permette di mantenere una portata costante entro un certo range di pressione differenziale, anche a fronte di variazioni che possono intercorrere nell’impianto (come aperture o chiusure delle singole utenze sui diversi rami), evitando scompensi nei circuiti.
Non esistono soluzioni universali
Ogni edificio e ogni impianto costituiscono una storia a sé: le diverse condizioni pre-esistenti dell’abitazione, così come le diverse tecnologie adottate, rendono impossibile l’esistenza di una soluzione “universale” per il corretto bilanciamento. In presenza di un impianto tradizionale, con caldaia a gas e radiatori, sarà necessario adottare soluzioni diverse da quelle adatte a impianti più “evoluti”, ad esempio in presenza di sistemi radianti o ventilconvettori. Le condizioni da soddisfare, però, restano sempre le stesse: a tutte le utenze deve essere garantita la stessa portata di progetto; le valvole di regolazione non devono subire eccessive oscillazioni della pressione differenziale; dev’esserci compatibilità tra i valori di portata presso tutte le diramazioni dell’impianto.
I regolatori di pressione differenziale sono dotati di una membrana equilibratrice e una molla a spirale: la differenza di pressione tra le due camere (ad alta e bassa pressione) aziona la membrana, che agisce sull’otturatore ad essa collegato, garantendo il differenziale impostato sulla manopola di taratura. Se la pressione varia ancora, la membrana si estende o si contrae in modo da ripristinare lo stesso valore di ΔP. Generalmente, le prese di pressione esterne di questi regolatori si ottengono con dei capillari collegati alle “valvole partner”, tarate con un’apposita manopola di regolazione. Quando i terminali (radiatori o pannelli) sono dotati di valvole che permettono di regolarne la portata, le valvole “partner” non servono a regolare la portata del circuito – ma possono essere adottate se c’è un eccesso di prevalenza sulla membrana del regolatore. In questo caso, quindi, il regolatore di portata viene collegato esternamente al circuito bilanciato. Negli impianti a radiatori di tipo tradizionale a colonne, i regolatori di pressione differenziale vengono installati alla base delle colonne per tenere sotto controllo le differenze di pressione. In assenza di valvole preregolazione sui terminali, le valvole “partner” servono anche a regolare le portate delle colonne. Negli impianti centralizzati medio-grandi, questi dispositivi possono essere utilizzati nelle cassette di zona, per tenere sotto controllo le differenze di pressione dei relativi circuiti.


Una delle soluzioni tecniche per l’adeguamento di un impianto esistente con distribuzione a colonne montanti ed emissione tramite radiatori, tramite l’installazione di valvole termostatiche pre-regolabili, regolatori di pressione differenziale e pompa a velocità variabile. Fonte: I circuiti idraulici a servizio di impianti efficienti, pubblicazione tecnica a cura di AVR e Anima Confindustria.
Le valvole di bilanciamento
Sul mercato esistono diverse tipologie di valvole di bilanciamento statico e dinamico, a seconda delle esigenze e dei contesti impiantistici. Di seguito una lista non esaustiva: • Valvole di bilanciamento statico • Valvole a orifizio fisso (con o senza flussometro) • Valvole a orifizio variabile • Valvole per radiatore con pre-regolazione • Valvole di bilanciamento dinamico • Stabilizzatori automatici di portata • Valvole di regolazione indipendenti dalla pressione (PICV) • Regolatori di pressione differenziale: con l’azione combinata di una membrana e di una molla, reagiscono alle variazioni di pressione mantenendo la differenza ai capi del circuito costante al valore impostato; sono utili soprattutto per mantenere bilanciati gli impianti a portata variabile, come quelli a valvole termostatiche, a satelliti di utenza o a collettori con controllo multizona. • Valvole di by-pass differenziale: servono a limitare le differenze di pressione tra due punti del circuito.
Il bilanciamento degli impianti idrotermosanitari è una concreta opportunità per ottenere risparmio energetico e comfort abitativo. La valvola di regolazione indipendente dalla pressione FLOWMATIC® serie 145 di Caleffi è una componente chiave per la gestione e il bilanciamento dinamico dei terminali (ad esempio ventilconvettori). Si tratta di un dispositivo composto da un regolatore automatico di portata e da una valvola di controllo tramite attuatore. FLOWMATIC® è in grado di limitare il valore massimo di portata e mantenerlo costante nonostante le continue variazioni di pressione differenziale che possono sussistere all’interno del circuito. La portata massima può essere facilmente impostata grazie alla ghiera di regolazione, che è numerata con una scala di 10 posizioni. Ogni valore corrisponde a un decimo del campo di lavoro della cartuccia. La valvola può essere controllata automaticamente tramite un attuatore proporzionale (0–10V), che permette un’ulteriore regolazione della portata all’interno del campo pre-tarato, o tramite un comando ON-OFF, per la semplice intercettazione del circuito, in modo da adattarsi perfettamente al tipo di regolazione elettronica richiesta dal sistema. Grazie alla sua speciale configurazione interna, la valvola di regolazione non perde mai autorità sul resto dell’impianto: questa caratteristica unica assicura un controllo preciso e puntuale della portata anche in condizioni di carico parziale.
www.caleffi.com

Soluzione 2-in-1, valvola termostatica e di bilanciamento
È un dato di fatto che l’85% degli edifici multifamiliari non sia bilanciato idronicamente. L’obbligo di installazione di teste termostatiche nei condomini non ha infatti risolto tutti i problemi legati al comfort domestico. Gli impianti di riscaldamento non bilanciati sono motivo di costanti lamentele da parte degli utilizzatori, e di costosi interventi di manutenzione. Radiatori rumorosi, distribuzione non uniforme del calore, eccessive spese di riscaldamento e spreco di energia sono tutte conseguenze di impianti inefficienti e non bilanciati. Da qualche anno a questa parte le valvole di bilanciamento sono sempre più spesso presenti sui capitolati e progetti, sia in contesti di nuove costruzioni che ristrutturazioni, e prese in considerazione dal progettista, ma anche dallo stesso installatore. La soluzione di Danfoss: Dynamic Valve™ è un prodotto 2-in-1, la perfetta combinazione di una valvola termostatica per radiatori e di una valvola di bilanciamento idronico automatico. Essa consente di aumentare significativamente l’efficienza degli impianti di riscaldamento a due tubi con estrema semplicità di installazione e di utilizzo. Una volta installata su tutti i radiatori e impostata correttamente, la valvola dinamica assicura un bilanciamento idronico costante sull’intero impianto di riscaldamento. Inoltre, grazie alla distribuzione del calore con tempi di start-up molto rapidi, assicura una regolazione estremamente precisa della temperatura in ogni singolo ambiente. Ne risulta un aumento dell’efficienza energetica e una facilità di ottimizzazione delle impostazioni della pompa. Tutto questo si traduce in un maggior comfort e in una riduzione in termini di sprechi di energia e costi.
www.danfoss.com

Sistemi per il bilanciamento dinamico
Per bilanciare un impianto IVAR propone una serie di dispositivi che regolano la portata di fluido introducendo opportune perdite di carico sui singoli rami, al fine di garantire la corretta portata ai singoli corpi scaldanti. Le PICV (ovvero valvole di controllo indipendenti dalla pressione differenziale) sono valvole di bilanciamento dinamico che, grazie a un dispositivo a membrana con molla di contrasto, riescono a mantenere costante la portata entro un certo range di pressione differenziale. Questi dispositivi si compongono di un corpo valvola al quale può essere abbinato un inserto a scelta in base al tipo di funzionamento e alle condizioni di lavoro richieste (portata, pressione differenziale). Il regolatore di pressione differenziale EQUIFLUID è una valvola di bilanciamento dinamico che, grazie all’azione combinata di una membrana e di una molla, è in grado di reagire alle variazioni di pressione che si generano nell’impianto, mantenendo la differenza di pressione ai capi del circuito costante al valore impostato. Questa regolazione è ideale per mantenere sempre bilanciati gli impianti a portata variabile, come i sistemi a valvole termostatiche, a satelliti di utenza o a collettori con controllo multizona. La valvola partner è il perfetto completamento del regolatore di pressione differenziale, perché permette il bilanciamento della portata circolante, la trasmissione della pressione di mandata al regolatore, la misura delle differenze di pressione in gioco e l’intercettazione del ramo con memoria di posizione. L’utilizzo di valvole termostatizzabili dinamiche HARMONIA garantisce ai singoli terminali la corretta portata in ogni condizione di lavoro, indipendentemente dal livello di apertura delle valvole montate sugli altri corpi scaldanti. Grazie a un inserto dinamico le valvole HARMONIA assorbono gli squilibri di pressione che si generano durante il funzionamento di un impianto a portata variabile, assicurando il flusso corretto anche ai carichi parziali. Le valvole HARMONIA, oltre che per essere impiegate in impianti nuovi, sono adatte anche per semplificare queste situazioni e sono la soluzione più semplice per l’installazione in impianti esistenti.
www.ivar-group.com

Installazione rapida, protezione dell’ambiente, con riduzione delle emissioni di CO2, risparmio energetico e aumento del comfort personale, con una temperatura costante e piacevole: sono alcuni dei vantaggi garantiti da un sistema di riscaldamento idraulicamente bilanciato. Il bilanciamento avviene con il controllo statico o dinamico della pressione differenziale nei tubi o nei circuiti. La scelta tra i due tipi di controllo varia a seconda del sistema presente nell’edificio: per un sistema di riscaldamento centralizzato delle superfici (a pavimento, a pannelli o a soffitto) è consigliabile un controllo dinamico, che assicuri pressioni costanti e preregolate, e un corretto flusso per ogni utenza, quindi un’adeguata distribuzione del calore. La gamma di prodotti Braukmann offre una soluzione alle principali applicazioni legate al bilanciamento e la massima efficienza di tutti i componenti garantendo l’eliminazione anche del rumore di flusso tipico di un impianto non bilanciato. La valvola di controllo della pressione differenziale V5001P Kombi-Auto viene usata per mantenere un equilibrio idronico negli impianti di riscaldamento e raffrescamento residenziali o commerciali. Va installata sulla tubazione di ritorno e usata in impianti con portate di volume variabili, come quelli a due tubi. Il dispositivo mantiene la pressione differenziale sulle utenze a un livello preimpostato costante anche al variare delle condizioni di portata o pressione della pompa, ad esempio in condizioni di carico parziale.
www.homecomfort.resideo.com

Flessibilità e adattabilità
Il catalogo Taconova comprende una gamma completa di valvole di bilanciamento e di misurazione, per consentire una regolazione rapida, efficace e semplice per il perfetto funzionamento di un sistema idraulico. La valvola di bilanciamento TacoSetter Bypass è uno dei best seller Taconova, costantemente perfezionata dal 1985. Particolarmente apprezzata dai professionisti ITS è l’impostazione della portata desiderata, molto semplice da utilizzare e che genera perdite di pressione corrispondenti a quelle impostate. Visualizza e misura direttamente la quantità di flusso mediante un indicatore montato sul bypass della valvola. La valvola TacoSetter Inline è stata sviluppata per regolare, visualizzare e bloccare i flussi d’acqua nei sistemi più diversi: riscaldamento a pavimento, collettori per circuiti di riscaldamento, impianti sanitari, impianti di raffrescamento, pompe di calore e impianti solari. Permette una regolazione rapida e precisa del flusso visualizzato in l/min. Dotate di sistema di raccordi armonizzato le valvole TacoSetter Inline sono disponibili anche in materiale resistente alla dezincatura. Infine, TacoSetter Hyline (in foto) è una speciale valvola realizzata con polimeri di alta qualità e fibra di vetro. Universale e flessibile, TacoSetter Hyline dialoga con i moderni impianti a pressare in materiali plastici. Facile da installare senza particolari strumenti, non necessita di adattatori metallici.
www.taconova.com


Eliminare i picchi di pressione in presenza di impianti a collettore
In presenza di impianti con distribuzione a collettore, la portata complessiva dei circuiti idronici può variare in base al raggiungimento della temperatura impostata in un determinato ambiente e alla conseguente apertura/chiusura del ramo del circuito mediante l’attuatore elettrotermico. Le buone prestazioni dell’impianto a portata variabile introducono però gli inconvenienti dovuti alle variazioni dinamiche delle pressioni differenziali. La soluzione tecnica innovativa e brevettata proposta da WATTS con la valvola iDROSET Serie MH di regolazione della pressione differenziale (DPCV) annulla queste variazioni a monte del collettore di distribuzione. Grazie alla facile installazione e regolazione, agendo sull’apposita manopola di regolazione e controllando il livello di portata sugli indicatori di livello (flussimetri) dei singoli circuiti, la valvola di bilanciamento automatica Serie MH consente di facilitare il bilanciamento idraulico, eliminare i picchi di pressione stabilizzando la rete, evitare i rischi di rumorosità dovuta all’elevata velocità del fluido. Mediante l’uso di questa valvola, quando un circuito si chiude, la portata sugli altri circuiti rimane costante. Allo stesso tempo compensa eventuali variazioni idrauliche a monte (ad esempio variazioni in altri collettori) mantenendo costante la pressione in uscita (a valle).
www.wattswater.it
INSTALLATORE PROFESSIONALE
DOSSIER NORMATIVO
a cura di CNA Installazione Impianti
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ: TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE
Come deve essere redatta la DI.CO. e quali sono le responsabilità civili e penali dell’installatore?
La Dichiarazione di conformità (DI.CO.) – che deve essere consegnata al cliente al termine dei lavori – attesta che l’installazione è stata effettuata a regola d’arte secondo quanto previsto dalle norme tecniche da un installatore abilitato a svolgerla garantendo professionalità, diligenza e perizia. È bene ricordare che le attività ricadenti nell’ambito di applicazione del D.M. 37/08 rientrano tra i cosiddetti “servizi pubblici essenziali” previsti dagli artt. 1 e 2 della L. 146/90. Il fatto che la legge dica che gli installatori svolgono “servizi pubblici essenziali” già ne riconosce implicitamente la professionalità e una diligenza qualificata nell’adempimento del proprio lavoro. Su questa professionalità e diligenza qualificata si incentrano le responsabilità civili e penali dell’installatore (vedi Tabella 1).
Fine dei lavori… Quando?
“Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalle norme vigenti, comprese quelle di funzionalità, l’impresa installatrice rilascia al committente la Dichiarazione di conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme”. Questo recita l’art. 7 del D.M. 37/08, confermando due aspetti fondamentali: • che la dichiarazione di conformità deve essere rilasciata dopo la fine dei lavori; • che la “fine dei lavori” va considerata non tanto quando l’impresa termina materialmente l’installazione dell’impianto, ma dopo che ha positivamente svolto tutte le verifiche di funzionalità e sicurezza dello stesso.
Ciò significa che l’impresa non può e non deve cedere
nel modo più assoluto a eventuali richieste del cliente
di rilasciare la DI.CO. prima della fine dei lavori. Comportamenti diversi e accondiscendenti producono conseguenze negative, in quanto rilasciare una DI.CO. senza aver fatto le verifiche dovute, naturalmente dopo aver terminato i lavori, significa dichiarare il falso con tutte le conseguenze penali che una dichiarazione mendace comporta.
Come redigere la Dichiarazione di conformità
Della Dichiarazione di conformità (resa sulla base dell’allegato I al D.M. 37/08) fanno parte integrante per legge: • la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati; • il progetto (art. 5, D.M. 37/08).
L’elenco dei materiali utilizzati e il progetto (o schema dell’impianto) sono due documenti che possono anche sembrare l’ennesimo adempimento burocratico, ma costituiscono, per chi rilascia la DI.CO., delle vere e proprie polizze di assicurazione che consentono di identificare con precisione il lavoro svolto. Qualora, infatti, intervenisse a posteriori un altro soggetto su un impianto realizzato a regola d’arte e ne compromettesse sicurezza e funzionalità, con il suo maldestro intervento o facendo delle modifiche senza rilasciare documentazione
Il presente articolo è tratto da un elaborato a cura di Guido Pesaro, ex Responsabile Nazionale di CNA Installazione Impianti

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Gli allegati obbligatori
Tabella 1. Le sanzioni e le responsabilità in cui potrebbero incorrere i soggetti che sottoscrivono la DI.CO.
RESPONSABILITÀ CIVILI
SANZIONI PENALI
Risarcimento dei danni, risoluzione dei contratti; interventi correttivi della difformità e/o dei vizi dell’opera rispetto ai parametri della “Regola d’arte”).
Multa, reclusione, ammenda, arresto, sequestro (Principali o accessorie) dell’impianto, a seconda dei casi: v. Codice penale (artt. 449, 481, 589, 590, ecc.) e TUSL per la “sicurezza sul lavoro” (art. 22 e 24).
SANZIONI AMMINISTRATIVE
Di vario importo: v. art. 16 del D.M. 37/08) da (€ 1.000 ad € 10.000 a seconda delle circostanze oggettive e soggettive). SANZIONI DISCIPLINARI Sospensione dall’Albo provinciale delle imprese.
del suo operato, l’elenco dei materiali utilizzati e il progetto allegato alla DI.CO. documenteranno ciò che era stato realizzato e metterebbero in luce le difformità, facendo automaticamente decadere le responsabilità di chi in origine aveva eseguito il lavoro a “regola d’arte”.
Le responsabilità
Diverse e precise responsabilità sono in capo al committente, che, come previsto dall’art. 8 del D.M. 37/08, è tenuto ad affidare i lavori di installazione, trasformazione, ampliamento e manutenzione straordinaria a imprese abilitate, e al proprietario dell’impianto o occupante/utilizzatore, che deve adottare le misure necessarie per conservare le caratteristiche di sicurezza tenendo conto delle istruzioni d’uso e manutenzione fornite dall’impresa e dai fabbricanti delle apparecchiature. Ma le responsabilità maggiori sono per i soggetti che a vario titolo redigono e sottoscrivono per l’impresa la Dichiarazione di Conformità. Fra questi in particolare il Responsabile Tecnico dell’impresa installatrice, il quale sottoscrive che l’impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola dell’arte, secondo quanto previsto dall’art. 6 del D.M. 37/08, tenuto conto delle condizioni di esercizio e degli usi a cui è destinato l’edificio.
Il progetto
Premesso che tutti gli impianti devono essere progettati nel caso in cui l’elaborato sia realizzato da un professionista iscritto a un ordine professionale, l’installatore è responsabile delle difformità e dei vizi se questi erano da lui riconoscibili in base alla perizia e competenza che è lecito aspettarsi da un installatore qualificato. Nel caso di progetti non corretti,
l’installatore è tenuto ad apportare delle varianti
Premesso che non vi sono limiti sulla documentazione che si può allegare alla DI.CO. per rappresentare compiutamente l’impianto, per legge sono obbligatori: – Progetto ai sensi degli articoli 5 e 7 del D.M. 37/08. Se variato in opera il progetto presentato a fine lavori deve comprendere le varianti realizzate. Fa parte del progetto ad esempio la pratica di prevenzione incendi. – Relazione con tipologia materiali utilizzati. Per i prodotti soggetti a norma deve contenere la certificazione di rispondenza alle rispettive norme di prodotto, ove esistente, con marchi certificati di prova rilasciati da istituti autorizzati. Per altri prodotti (da elencare) il dichiarante deve garantire che i materiali prodotti e componenti sono conformi agli artt. 5-6. Occorre inoltre fornire indicazioni su numero e caratteristiche degli apparecchi installati o installabili. – Schema di impianto realizzato. Si intende la descrizione dell’opera come eseguita, ed è la prova che si è compiuta un’opera in conformità di un progetto. Il comma 2 dell’articolo 7 del D.M. 37/08 descrive i contenuti minimi per un elaborato tecnico a regola d’arte e specifica che lo Schema dell’impianto da realizzare deve contenere la descrizione funzionale ed effettiva dell’opera, e la documentazione tecnica attestante eventuali variazioni avvenute in corso d’opera. – Riferimento a dichiarazioni precedenti già esistenti. Nel caso si intervenga su impianti esistenti, qualora siano presenti documenti redatti precedentemente, è opportuno indicare i riferimenti (nome dell’impresa esecutrice, eventuale protocollo e data della dichiarazione). – Copia del certificato di riconoscimento
dei requisiti tecnico professionali rilasciato
dalla C.C.I.A.A. Può coincidere con la visura rilasciata all’impresa dalla Camera di commercio competente per territorio dalla quale si evince il nome del Responsabile Tecnico (che deve naturalmente essere in possesso dei requisiti previsti dall’art. 4 del D.M. 37/08) e la tipologia di impianti (elettrici, elettronici, termoidraulici, etc.) sui quali l’impresa in questione è abilitata a operare.


autonomamente, qualora non siano particolarmente significative. In caso invece di varianti al progetto di particolare complessità, queste devono essere apportate da un professionista. Si ritiene comunque opportuno farsi sempre approvare, in forma scritta, le varianti suggerite. Oltre alla breve casistica riportata nella Tabella 2, le varianti a un progetto possono essere apportate nel caso un progetto sia obsoleto, come ad esempio nell’eventualità di un progetto realizzato molto tempo prima della realizzazione dell’impianto.
Prima di accettare l’incarico, l’impresa deve verificare se nel frattempo sia cambiata la norma tecnica applicata nel progetto. In questo caso il committente dovrà affidare ad un professionista l’incarico di aggiornare il progetto.
Nel caso di un intervento parziale su impianto esistente non a norma, casistica che le imprese installatrici si trovano spesso a dover affrontare, si possono eseguire interventi parziali rilasciando quindi una dichiarazione che metta chiaramente in evidenza il parziale intervento di adeguamento dell’impianto e rimandare a posteriori il completamento dell’opera, quindi senza obbligo di mettere a norma l’intero impianto se • viene comunque verificata la sicurezza dell’impianto
nel suo complesso; • viene assicurata la compatibilità dell’impianto realizzato ex novo con l’impianto esistente; • si esegue l’incarico a regola d’arte apportando all’impianto le modifiche necessarie; • si segnala al cliente la non conformità dell’impianto anche se la sua messa in conformità non rientra nell’incarico ricevuto.
Occorre però tener presente che il progetto, dichiarazione di conformità e attestazione di collaudo (ove previsto), si riferiscono alla sola parte d’impianto oggetto dell’intervento, ma devono tenere conto della sicurezza e funzionalità dell’intero impianto.
Dichiarazione di rispondenza
“Nel caso in cui la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale atto è sostituito, per gli impianti eseguiti prima dell’entrata in vigore del D.M. 37/08, da una dichiarazione di rispondenza” (art. 7, comma 6 del D.M. 37/08). Ciò vuol dire che se non è possibile recuperare una DI.CO. relativa a un impianto installato prima del 27 marzo 2008 (data di entrata in vigore del decreto), questa può essere sostituita da un documento
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che certifichi la rispondenza dell’impianto alle norme vigenti all’epoca della sua realizzazione. Per gli impianti soggetti a progettazione da parte di un professionista abilitato come previsto dall’art. 5, comma 2 del D.M. 37/08 (ad es. impianti elettrici con potenza impegnata superiore a 6 kW o impianti a gas con portata termica superiore a 50 kW), la dichiarazione di rispondenza può essere rilasciata solo da un professionista iscritto all’albo professionale cha abbia un’esperienza professionale di almeno 5 anni. Per gli impianti senza obbligo di progettazione da parte di un professionista abilitato può essere rilasciata anche da un Responsabile Tecnico che ricopra da almeno 5 anni questo ruolo per un’impresa abilitata nel settore di riferimento. Va sottolineato che
non esiste un modello ufficiale di Dichiarazione
di rispondenza. Nel D.M. 37/08 c’è l’Allegato I (Dichiarazione di conformità per imprese installatrici) e l’Allegato II (Dichiarazione di conformità per imprese non installatrici), ma manca un modulo ufficiale che identifichi il modello di Dichiarazione di rispondenza.
A chi si consegna la Dichiarazione di conformità
Nonostante il Decreto Semplificazioni del 2012 (D.L. 5/2012) all’art. 9 (“Dichiarazione unica di conformità degli impianti”) avesse previsto nuovi modelli di DI.CO. e nuove modalità di conservazione, non è seguito nessun decreto di emanazione che portasse a compimento l’iter. Pertanto occorre attenersi ancora a quanto previsto dall’art. 11 del D.M. 37/08, e cioè: • in caso di allacciamento di una nuova fornitura di gas, energia elettrica o acqua, entro 30 gg. dalla fine dei lavori, l’impresa deposita presso lo Sportello
Unico Edilizia del comune dove ha sede l’impianto la Dichiarazione di Conformità e il progetto o il certificato di collaudo; • per l’installazione, la trasformazione, l’ampliamento di impianti connessi a interventi edilizi subordinati a permesso di costruzione e/o denuncia di inizio attività, il titolare del permesso o il soggetto che ha presentato la denuncia deposita il progetto degli impianti contestualmente al progetto edilizio; • lo Sportello Unico inoltra copia della dichiarazione di conformità alla Camera di Commercio che provvede ai riscontri con le risultanze del Registro delle Imprese o dell’Albo provinciale delle imprese artigiane, alle contestazioni/notificazioni delle eventuali violazioni accertate e alla irrogazione di sanzioni (v. art. 15 del D.M. 37/08).
La professionalità dell’installatore
L’installatore, e a maggior ragione il Responsabile Tecnico di un’impresa installatrice deve essere a conoscenza delle Leggi e delle Norme tecniche da applicare ed è tenuto ad aggiornarsi continuamente, in quanto le norme tecniche vengono sottoposte

Tabella 2. Le varianti d’impianto VARIANTI SIGNIFICATIVE
• Cambio destinazione d’uso dei locali • Riduzione grado di protezione di un circuito • Aggiunta di uno o più circuiti • Aggiunta di un interruttore sul quadro • Cambio caratteristiche dei dispositivi di protezione • Spostamento di un dispositivo (interruttore, pulsante) se non altera la funzione che lo stesso deve svolgere e se l’ubicazione è idonea • Aggiunta o spostamento di un punto luce su un circuito • Cambio di percorso di una conduttura se non porta variazioni nella sua lunghezza
VARIANTI NON SIGNIFICATIVE

periodicamente a revisione. La “Professionalità” è un “obbligo di legge”; lo chiarisce l’art. 1176 (Diligenza nell’adempimento) del Codice civile quando si parla di diligenza qualificata: “Nell’adempiere l’obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia. Nell’adempimento delle obbligazioni inerenti all’esercizio di una attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività esercitata”. La diligenza, in pratica, indica le modalità di esecuzione della prestazione (nel nostro caso l’installazione o la manutenzione di un impianto) e impone al debitore di fare tutto quanto necessario (il rispetto delle norme tecniche) a soddisfare l’interesse del creditore all’esatto adempimento (l’installazione di un impianto a regola d’arte che sia sicuro ed efficiente). La diligenza richiesta è ben più che la semplice correttezza, buona fede o volontà, ed è sintetizzata nella figura del “buon padre di famiglia”. Quella richiesta al professionista, è una “diligenza qualificata”, superiore cioè a quella che viene richiesta ad una persona comune, e deve essere commisurata alla prestazione che lo stesso deve eseguire, il che comporta specifiche responsabilità le quali, se disattese, espongono il professionista al rischio di essere chiamato in causa per negligenza, imprudenza o colpa lieve, atteso il maggior grado professionale che si presume in capo allo stesso.
Ad esempio, la scelta dei materiali da impiegare è responsabilità dell’installatore. Ogni installatore, infatti, per effetto del D.M. 37/08 è responsabile della scelta e dell’uso dei “materiali” utilizzati per la realizzazione dell’impianto, e ha l’obbligo di integrare la “dichiarazione di conformità” con l’apposita “relazione” la “tipologia dei materiali utilizzati” secondo i contenuti che sono precisati al p. 5 della “legenda” che è pubblicata nella stessa Gazzetta Ufficiale in cui è stato pubblicato il D.M. 37/08 con le successive integrazioni e modificazioni. Inoltre, com’è noto, l’installatore è tenuto a documentare (e “certificare” agli effetti della legge penale) di “aver controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richieste dalle norme e dalle disposizioni di legge”. Questa specifica “dichiarazione” dell’installatore comporta che al di là della conformità ai requisiti di legge dei singoli componenti dell’impianto da considerare, comunque spetta all’installatore controllare se il risultato complessivo e finale dell’impianto in questione è tale da assicurare in definitiva sia la “sicurezza” che la “funzionalità” dell’impianto stesso. In altri termini, al di là del vizio “palese” o, al contrario, “occulto” dei singoli componenti dell’impianto, in ogni caso spetta all’installatore controllare e verificare l’“idoneità dell’intero impianto” e, dunque, dimostrare di aver controllato l’impianto potendone altrimenti derivare la responsabilità dell’installatore medesimo per tutte le conseguenze del difetto (anche “occulto”) dei singoli materiali componenti dell’impianto.
Da qui, pertanto, la conseguenza secondo cui non si può non pervenire alla conclusione che la circostanza dell’esistenza di un difetto di fabbricazione relativo a un singolo prodotto componente dell’impianto non accertabile visivamente non costituisce di per sé stessa una causa esimente dalla responsabilità connessa al ruolo professionale dell’installatore. Infatti, occorrerebbe poter dimostrare oltre al carattere “occulto” del difetto del materiale rispetto a un controllo visivo anche la non rivelabilità del difetto stesso con l’impianto in funzione a verifiche eseguite.
Le responsabilità civili e penali dell’installatore
In caso di incidenti gravi la responsabilità penale, che è sempre personale, rimane in capo al soggetto che ha compiuto l’errore di progettazione e/o realizzazione senza limiti di tempo, per un infortunio verificatosi per un difetto di installazione dell’impianto. Della responsabilità civile è responsabile la società. In caso di società di persone i soci rispondono anche con il loro patrimonio degli obblighi e dei debiti della società. Il creditore, in
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caso di fallimento della società, può agire nei confronti dei soci. Dichiarazione di conformità, Dichiarazione di rispondenza e Scheda identificativa dell’impianto sono quindi considerati a tutti gli effetti Atto pubblico. Con le conseguenze del caso qualora si dichiari il falso.
Un esempio può essere quello di acconsentire alla richiesta del cliente di anticipare la dichiarazione di conformità anche se i lavori non sono completamente terminati (e lo sono solo dopo aver effettuato le verifiche) per accelerare il rilascio del certificato di agibilità. In questo caso si può essere imputati per falso ideologico ai sensi dell’art. 481 c.p. (Falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica utilità). Risulta chiaro, anche per quanto specificato nella premessa, che, per quanto riguarda il mondo impiantistico, nel titolo dell’articolo la parola “certificati” richiama la dichiarazione di conformità e le “persone esercenti un servizio di pubblica utilità” non sono altro che gli installatori.
Qualora invece un’impresa • non realizzi un impianto a regola d’arte; • non consegni la dichiarazione di conformità; • consegni una dichiarazione di conformità mendace; si incorre nel reato di frode in commercio (art. 515 c.p. Per aver consegnato una «cosa mobile» diversa da quella dichiarata). Se si dovesse verificare un infortunio la cui causa sia riconducibile a un vizio o difetto dell’impianto il reato è di lesioni personali colpose (art. 590 c.p.). Se purtroppo l’infortunio dovesse rivelarsi mortale l’accusa potrebbe essere di omicidio colposo (art. 589 c.p.). Nel caso di un problema derivante da un vizio o difetto dell’impianto, anche senza danni a persone, vi può essere l’art. 2043 c.c. (Risarcimento per fatto illecito) che obbliga a rimborsare i danni (il fatto illecito è il non aver eseguito un lavoro a regola d’arte), ma soprattutto l’art. 40 c.p. (Rapporto di casualità) nel quale si sancisce che “Non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo”.
In altre parole, questo reato si concretizza a causa dalla mancata realizzazione di un’azione che poteva essere legittimamente pretesa e dalla cui omissione deriva un evento penalmente rilevante. Tale condotta acquisisce rilevanza causale nei confronti di quei soggetti che rivestono un ruolo di garanzia rispetto alle attività loro affidate come, per l’appunto, il tecnico manutentore del quale il cittadino si serve facendo affidamento sulla sua specifica professionalità. È indiscutibile che l’installatore abbia l’obbligo giuridico di impedire difetti in un impianto. Se da questi vizi o difetti ne dovesse scaturire un evento dannoso per persone o cose, questo articolo del Codice penale attribuisce a chi doveva impedire l’evento la responsabilità di averlo fatto accadere.
Dal mercato
Vaillant: programma di formazione e certificazione per i tecnici che operano su pompe di calore con gas R290
La Master Division di Vaillant Group Italia, il team di specialisti Vaillant in tecnologie evolute e normative del settore termoidraulico, ha sviluppato un programma di formazione e certificazione per i tecnici che dovranno operare su pompe di calore con gas naturale (R290), come aroTHERM plus, introdotta sul mercato a inizio maggio 2021. Il programma di certificazione – che prevede formazione tecnica, normativa e prove pratiche sulle macchine – è stato approvato dall’ente certificatore Kiwa, leader nel settore Testing, Ispezioni e Certificazioni. I requisiti di base per poter partecipare al programma di certificazione sono: • frequentazione del programma di formazione tecnica avanzato sulle pompe di calore R 290; • possesso del patentino F-Gas; • abilitazione a operare su impianti di climatizzazione, condizionamento (ai sensi del D.M. 37/08); • disponibilità della strumentazione richiesta da Vaillant Group Italia per operare su Pompa di Calore con gas R290. Kiwa ha anche approvato i banchi prova specifici presenti nel Training Center di Vaillant, luogo certificato per lo svolgimento dell’intero programma, che vede oggi i primi tecnici con Certificazione Pompe di calore R290. Questa opportunità coinvolgerà dapprima tutta la rete assistenza Vaillant Service Plus (che da sola copre il 70% dei clienti Vaillant), i Vaillant Service e tutti gli installatori certificati Vaillant nel corso del 2022, per esser poi estesa nel 2023 ad altri professionisti operanti con gas R290. “Siamo orgogliosi del nostro ruolo di pionieri nella realizzazione di questo tipo di percorso. Siamo stati i primi a investire e introdurre sul mercato la pompa di calore che impiega il gas refrigerante naturale R290 e siamo all’avanguardia anche in termini di formazione sul prodotto” – ha dichiarato Fabio Boselli, direttore Service & Master Division di Vaillant Group Italia, che prosegue: “Vaillant Group Italia resta coerente con la propria visione di servizio e di qualificazione delle aziende di installazione e di assistenza tecnica con cui collabora: centinaia sono i tecnici e gli installatori qualificati attraverso i nostri programmi secondo la normativa UNI 11544 e contiamo di qualificarne altrettanti con questa nuova iniziativa”.

Pillole video per spiegare la nuova Direttiva Europea sull’acqua potabile
Viega Italia ha realizzato una serie di mini-video, pubblicati su YouTube, per spiegare i contenuti della nuova Direttiva (UE) 2020/2184 sull’acqua per il consumo umano, che punta a garantire un accesso universale alla risorsa acqua potabile, incentivando la popolazione alla riduzione dei consumi di acqua in bottiglie di plastica. I nuovi parametri qualitativi previsti dalla direttiva (su cui vedi l’articolo a pag. 30 di Installatore Professionale 3/2021) premiano la ricerca applicata Viega rispetto agli impianti di adduzione idrica per ridurre al minimo i rischi di batteri (es. Legionella), le pericolose microplastiche, i residui di sostanze chimiche pervasive come i PFAS, o la concentrazione di piombo nell’acqua. Oltre ai video – pensati per professionisti installatori ma adatti anche a chiunque voglia conoscere più da vicino il tema dell’acqua potabile, come chiave di uno stile di vita sostenibile – Viega ha messo a punto un manuale per realizzare impianti idrici a regola d’arte. È possibile richiederlo sul sito viega.it, ed è uno strumento pratico per guidare aziende e professionisti nella progettazione e nella corretta installazione di tubi e raccordi. Un manuale che integra e spiega in dettaglio le recenti normative europee in materia di acqua potabile.

TORNA LA FORMAZIONE IN PRESENZA NEL TRAINING CENTRE DI MITSUBISHI ELECTRIC
Dopo aver garantito la formazione online tramite la piattaforma TrainingWebMe, Mitsubishi Electric ha deciso di riprendere i corsi di formazione in presenza nel proprio Training Centre di Agrate Brianza. Nella struttura vengono erogati corsi rivolti a tutti gli interlocutori del mercato, con un programma di contenuti in costante aggiornamento sulle applicazioni dell’azienda nel mondo della climatizzazione residenziale, commerciale e terziario. Il primo appuntamento, svoltosi il 14 e il 15 dicembre, è stato dedicato al percorso residenziale idronico, suddiviso in due moduli: il primo, di base, è sviluppato per conoscere la tecnologia delle pompe di calore idroniche reversibili per l’ambito residenziale e proporre il prodotto più adatto alle esigenze dei clienti. Il secondo modulo invece, fornisce ai professionisti le conoscenze applicative per la corretta installazione delle stesse. Successivamente oltre ai corsi relativi alle soluzioni Mitsubishi Electric, saranno proposte sessioni formative specifiche alle attuali normative del settore della climatizzazione. Restano sempre a disposizione anche le attività di formazione online accessibili sulla piattaforma TrainingWebMe, dedicate agli utenti iscritti all’area professionisti dell’azienda, che permette di accedere a contenuti aggiornati sulle ultime tecnologie di climatizzazione e sugli scenari di mercato.

DAIKIN APRE DUE NUOVI CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE

Daikin Italy amplia la propria offerta di centri di formazione disponibili sul territorio nazionale con l’apertura di due nuove strutture a Prato (PO), presso l’Istituto Professionale Guglielmo Marconi, e a Bergamo presso l’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato Cesare Pesenti. I due nuovi centri si aggiungono alla rete di 13 centri di formazione già presenti sul territorio italiano, di cui fa parte anche il Centro di Formazione Tecnica realizzato presso l’Istituto Superiore Bramante di Roma. Le lezioni in presenza nei centri formazione Daikin presso gli Istituti Tecnici riprenderanno a gennaio 2022 e si concluderanno in concomitanza con la chiusura dell’anno scolastico. Solo negli ultimi 3 anni, Daikin ha formato oltre 6.000 studenti e installatori professionisti, erogando quasi 600 corsi su tutto il territorio nazionale. Ogni corso viene svolto da personale qualificato che struttura programmi “su misura” alternando teoria e pratica. Tra i temi oggetto di didattica, oltre a quelli di aggiornamento sui prodotti, normative e novità legislative, Daikin è Centro d’esame F-Gas e ospita esami di certificazione per brasatori in base allo standard EN 13585, corsi sulla compilazione del Registro dell’apparecchiatura e sulla compilazione del nuovo libretto di impianto termico per l’efficienza energetica.
Dal mercato
DAB Pumps ha vinto il Red Hat EMEA Digital Leaders Awards 2021 nella categoria Cloud Native Apps, in occasione del Red Hat Summit Connect 2021, la manifestazione che riunisce esperti open source per fare il punto sui trend del momento, le best practice e le tecnologie più recenti, in aree quali cloud, modernizzazione IT, edge computing, big data, IoT e mobile. All’azienda è stato riconosciuto il merito di aver costruito una piattaforma digitale commerciale cloud molto complessa, che include l’API Management, l’elaborazione dei flussi, il database e la gestione dei dati, un’architettura modulare blockchain. Questa implementazione consente a DAB Pumps di gestire i profili e l’attività dei clienti, permettendo di generare e gestire ordini di vendita in tempo reale, grazie a una forte integrazione con il gestionale interno. Tutto questo ha reso più facile per l’organizzazione IT monitorare i processi con un minore sforzo, migliorando la produttività e aiutando a creare un maggiore valore di business.
SAMSUNG PREMIATA DALL’ITQF NEL SETTORE CLIMATIZZAZIONE PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO
Ogni anno l’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza (ITQF) stila la classifica delle aziende che hanno offerto ai propri clienti sul territorio nazionale il miglior servizio post-vendita. Samsung Electronics Italia è stata premiata in cinque categorie di prodotto, tra cui – per il terzo anno consecutivo – la categoria Climatizzazione. L’analisi di “Campioni del Servizio 2022 – Migliori in Italia” si basa su 265 mila interviste di clienti, su un panel di 1616 aziende in 158 diversi settori. Il premio viene assegnato sulla base delle risposte dei clienti, che
esprimono il proprio giudizio sulla qualità del servizio. Per ciascun mercato analizzato viene calcolato un punteggio SES (Service Experience Score) sul servizio medio, che indica la quota media degli italiani che giudicano come “Molto Buono” il servizio clienti delle aziende appartenenti a quel settore. Le aziende che ottengono un punteggio superiore a quello medio ricevono il sigillo di qualità “Top Servizio”. L’azienda che, invece, ottiene il punteggio più alto di tutto il mercato di appartenenza riceve il sigillo “Migliori in Italia-N.1 Servizio”.

Nuovi corsi dedicati alla valorizzazione dell’acqua su Learn&Earn
Da sempre attenta al risparmio energetico e alle tecnologie che permettono di rispettare l’ambiente, Watts ha arricchito la propria piattaforma di formazione online Learn&Earn con nuovi corsi focalizzati sul tema della conservazione, regolazione, sicurezza e qualità dell’acqua. La piattaforma permette di sviluppare competenze tecniche in modo semplice, facendo conoscere i prodotti e le tecnologie con un programma formativo legato al tema dell’acqua. I contenuti dei corsi proposti trattano le valvole di controllo del flusso, una gamma completa di dispositivi antinquinamento e sicurezza; disconnettori per garantire la protezione dal riflusso d’acqua e delle reti potabili; soluzioni per il riscaldamento e per il miglioramento della qualità dell’acqua come OneFlow; sistemi antilegionella eUltramix, con indicazione di dati di segnalazione casi in Italia, quadro normativo, sistemi e tecniche di disinfezioni. I corsi si sviluppano in moduli di breve durata, dai 5 ai 10 minuti e sono consultabili nel Catalogo Corsi divisi in: soluzioni di idronica, soluzioni per il comfort e la domotica, sistemi per gas e normative, tubazioni e accessori, qualità e sicurezza dell’acqua.
CONVENTION ANNUALE TOSHIBA, TANTE NOVITÀ IN ARRIVO NEL 2022
Si è svolta a Bari con tre giorni di lavori la convention annuale con la rete di vendita Toshiba che ha chiuso il 2021 con un bilancio molto positivo nelle vendite di sistemi per l’aria condizionata e pompe di calore sia nel residenziale che nel commerciale. Sono molte le novità che amplieranno in modo trasversale l’offerta dei prodotti Toshiba: una nuova unità per il residenziale, l’ampliamento della gamma del prodotto HAORI, nuove famiglie di sistemi per il light commercial come i Digital Inverter e nuovi sistemi VRF per gli edifici commerciali. È stato dedicato molto spazio ai sistemi Estìa a pompa di calore aria-acqua che, come per tutto il comparto riscaldamento, stanno godendo di importanti sviluppi tecnologici con un’offerta completa di unità all in one, unità esterne monoblocco, unità interne ed accessori per un servizio “chiavi in mano’’ da offrire al cliente finale. Anche la nuova produzione di questi sistemi, in parte nella filiale produttiva Toshiba Carrier Air-Conditioning Europe di Gniezno, in Polonia, permetterà a Toshiba di ridurre i tempi di consegna dei prodotti e rafforzare la gamma. Nelle tre giornate di incontri con le oltre 30 Agenzie Toshiba che operano in tutta Italia non si è parlato solo di politiche commerciali, novità di prodotto, ampliamento delle gamme e novità tecnologiche, ma anche della necessità di implementare la formazione di chi propone al mercato nuove tecnologie, di progetti di team building, di incontri con i clienti perché per cavalcare la digitalizzazione e la transizione ecologica le aziende hanno bisogno di persone con nuove competenze con cui condividere obiettivi e princìpi. Sono in progetto per il 2022 molte iniziative di Marketing e Comunicazione digitale con il coinvolgimento dei canali social dell’azienda, in forte crescita. Creazione di contenuti per il cliente finale con l’impegno di guidarlo verso un acquisto consapevole di nuove tecnologie e attività di user experience per avvicinare il brand ad architetti, interior design e cliente finale. Confermate le attività per il canale professional, iniziative di trade marketing con formazione e servizi per i clienti grossisti e installatori.

Cresce la rete partner di installatori LG Solar
La divisione Solar di LG Electronics festeggia il traguardo dei 100 professionisti che fanno parte ora della rete di installatori LG Pro Partner. A fine novembre si è tenuto l’evento annuale a loro dedicato a Peschiera del Garda (VR), dove sono state presentate in anteprima le novità 2022 per i prodotti LG Solar, il Programma LG PRO e i nuovi trend tecnologici. La rete di installatori permette all’azienda di essere presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale per quanto riguarda il fotovoltaico. Aderire al programma LG Pro Partner comporta una serie di vantaggi: innanzitutto la possibilità di beneficiare della garanzia offerta da LG sulla manodopera, che si aggiunge alla garanzia standard di 25 anni sul prodotto e sulla resa dei moduli NeON di LG. In più, gli installatori possono contare sul supporto del dipartimento marketing di LG per la promozione delle attività online, oltre che per eventi e showroom. Ai partner viene riservata in esclusiva la possibilità di offrire ai clienti sconto in fattura per Ecobonus e Superbonus e altri servizi. Infine il programma prevede diversi momenti di formazione sul tema delle energie rinnovabili, le innovazioni di prodotto e gli sviluppi normativi.

Pompa di calore multifunzione con compressori vite inverter e refrigerante R513A
Clivet presenta SCREWLine4-i (WDAN-iK4 MF), la nuova pompa di calore multifunzione in grado di soddisfare il fabbisogno contemporaneo di acqua calda e refrigerata negli impianti a quattro tubi (Configurazione 4T). È disponibile nella versione energetica Excellence (EXC) che propone un’elevata efficienza in tutte le modalità di funzionamento: SEER fino a 5,18 e SCOP fino a 4,21. L’utilizzo del refrigerante R513A, a basso GWP, garantisce un impatto ambientale più che dimezzato rispetto al refrigerante tradizionale R134a. Compressori bi-vite con tecnologia inverter, ventilatori EC a elevata efficienza energetica e regolazione continua della velocità, batterie condensanti rame alluminio con trattamento idrofilico, sono alcune delle tecnologie adottate su SCREWLine4-i che consentono di: fornire all’impianto solo l’energia richiesta, in ogni condizione operativa; seguire il carico anche in condizioni di forte parzializzazione; garantire elevati valori di efficienza, riducendo i costi di gestione; garantire una corrente assorbita nulla allo spunto. Gli altri plus della serie sono l’elevata silenziosità, l’adattabilità – con modulazione di capacità dal 100% al 18% – la durata nel tempo e i cicli di sbrinamento ottimizzati.
www.clivet.com

VMC a scomparsa nel cappotto esterno
Helty Flow Manhattan è un sistema di VMC che permette di mimetizzare l’unità di trattamento dell’aria nello strato di isolamento del cappotto, eliminando l’impatto sulla facciata dell’edificio senza intaccarne l’isolamento termico. La posa, realizzabile completamente dall’esterno su qualsiasi tipo di cappotto, può avvenire su entrambi i lati del foro finestra. Richiede un singolo carotaggio da 160 mm di diametro per il passaggio del condotto, realizzato in materiale fonoisolante e con un setto che separa i due flussi d’aria in mandata e ripresa. Il profilo architettonico dell’immobile è salvaguardato grazie a griglie d’aerazione gestite in luce nella mazzetta del foro finestra. Anche l’ingombro interno viene pressoché azzerato con un diffusore a muro per l’immissione ed estrazione dell’aria. La predisposizione dell’impianto durante i lavori di coibentazione ottimizza i tempi di cantiere ed evita lavori invasivi all’interno dell’edificio. Flow Manhattan ha una portata d’aria fino a 70 m3 ed è dotato di un filtro F7 che depura l’aria dagli inquinanti. Umidità e CO2 in eccesso, così come i VOC, vengono diluiti grazie alla ventilazione continua e bilanciata “stanza su stanza”. La pressione sonora alla prima velocità è pari a 16,5 dB(A) mentre la protezione dai rumori esterni è assicurata da un abbattimento acustico di facciata certificato pari a 51 dB. Oltre che nel modello standard, la nuova soluzione Helty è disponibile in versioni Plus e Elite, che integrano sensori per il controllo della qualità dell’aria (igrometrico, CO2 e VOC) permettendo una gestione smart ed efficiente della ventilazione.
www.heltyair.com

Nuova gamma di chiller e pompe di calore a basso impatto ambientale
La gamma WLE di Galletti, che copre un range di potenza da 40 a 750 kW e può essere indifferentemente installata all’interno o all’esterno (con opzione quadro elettrico IP54), si caratterizza per gli elevati livelli di efficienza stagionale e i ridotti ingombri, progettati per facilitare l’accesso ai vani tecnici (fino a 500kW profondità e altezza inferiori rispettivamente a 88 e 190 cm). Per aumentare l’efficienza ai carichi parziali, i modelli WLE di Galletti dispongono di soluzioni “tandem” o “trio” (2 o 3 compressori su un unico circuito) nelle versioni mono e doppio circuito, equipaggiate con scambiatori a piastre compatti di nuova generazione e valvola d’espansione elettronica (di serie). L’elevata configurabilità della serie è garantita da 2 diverse versioni costruttive (con e senza pannellatura di chiusura) e 3 differenti allestimenti acustici (standard, silenziato e super silenziato) in grado di assicurare una riduzione del livello di potenza sonora fino a 12 dB(A). L’ampiezza delle configurazioni disponibili si completa con la possibilità di produrre gratuitamente acqua calda fino a 60°C grazie al recupero parziale di calore e dalla presenza di un microprocessore che, oltre a regolare il funzionamento dell’unità, consente di controllare 2 pompe lato utenza e 2 pompe lato sorgente, di collegare in cascata fino a 6 unità e di gestire la reversibilità sia lato gas che lato acqua. Le unità sono equipaggiate di serie con sensori di rilevamento fughe sia all’interno del quadro elettrico, sia in prossimità del circuito frigorifero. In caso di fughe del refrigerante, il microprocessore è programmato per deviare l’alimentazione della centralina di raccolta delle informazioni dei sensori di fuga su una linea di emergenza in bassa tensione. Questa funzionalità permette il completo sezionamento dell’alimentazione della macchina durante le fasi di manutenzione lasciando abilitati tutti i sistemi di sicurezza.
www.galletti.com

Unità canalizzate flessibili per sistemi VRF
Le nuove unità canalizzate flessibili F3 per sistemi VRF di Panasonic Heating & Cooling Solutions si distinguono per il design ricercato e la facilità di installazione: disponibile in 12 capacità da 1,5 kW a 16 kW, la gamma presenta una nuova opzione di montaggio in verticale e la possibilità di selezionare tra la ripresa d’aria posteriore o inferiore, consentendo un facile posizionamento all’esterno della stanza anche nel caso di un soffitto piccolo che limita lo spazio per le condutture. Le unità includono una pompa di scarico integrata più potente e ad alto sollevamento che consente di posizionare le tubazioni di scarico fino a 701 mm dalla base dell’unità. Nonostante l’altezza e il peso ridotti (250 mm e 26-42 kg), la progettazione e la struttura dei condotti garantiscono una Pressione Statica Esterna fino a 150 Pa (10-150 Pa), assicurando l’impostazione ottimale del flusso d’aria. I due sensori di perdite di refrigerante R32 integrati assicurano una maggiore sicurezza in caso di applicazione con le nuove unità Mini VRF con refrigerante R32. Il design assicura un flusso d’aria regolare e bassa rumorosità fino a 20 dBA. L’intera serie è dotata della tecnologia nanoe™X integrata ed è compatibile con tutta la linea di comandi VRF, incluso il nuovo comando CONEX con Bluetooth integrato e app.
www.aircon.panasonic.eu

Per rispondere alle svariate esigenze applicative di facile installazione, Diloc ha ideato la linea di aspiratori elicoidali PINGUI’ e AEREM100, che non richiedono alcuna manutenzione e sono idonei al funzionamento continuo. Disponibili nei diametri 100/120/150mm, i nuovi aspiratori PINGUI’ sono caratterizzati da una griglia dal profilo sottile ed elegante, in grado di adattarsi anche ai locali più prestigiosi. Gli aspiratori AEREM100, con una profondità di soli 55 mm, possono essere installati anche in pareti di ridotto spessore. Nella progettazione dei due modelli, Diloc ha posto una grande attenzione all’efficienza energetica, realizzando una girante studiata per consentire il raggiungimento dei migliori livelli di efficienza, volumi di aria trattata e bassa rumorosità. Il corpo e la ventola sono realizzati in plastica ABS di alta qualità e, nei modelli PINGUI’, il materiale è resistente anche ai raggi UV. I motori sono monofase, dotati di protezione termica con isolamento elettrico in classe II. Tutti gli aspiratori Diloc offrono inoltre un grado di protezione IP 34 che permette l’installazione in ambienti umidi, quali i bagni, secondo quanto prescritto dalla Norma IEC 60364-7-701:2019. Ideali per il ricambio d’aria in bagni e cucine, PINGUI’ e AEREM100 sono corredati da viti e tasselli per un rapido montaggio e sono installabili anche a soffitto. Il modello AEREM100 è inoltre dotato di tappi coprivite per una migliore resa estetica.
www.naicon.com
Gestione completa e intelligente dell’impianto
Olimpia Splendid presenta SiOS, un building management system che garantisce una gestione totale e integrata dell’impianto di casa. Attraverso scenari configurabili in base a diversi ambienti, fasce orarie e giorni della settimana, SiOS permette di controllare le funzioni di raffreddamento, riscaldamento, produzione di acqua calda sanitaria e trattamento dell’aria. Personalizzabile in base alle caratteristiche dell’impianto, si installa facilmente collegando l’unità di controllo centrale a un access point oppure a un router internet, e avviando una prima configurazione guidata. L’accesso alla piattaforma web può avvenire sia in locale che da remoto, attraverso il browser internet installato su PC, smartphone e tablet connessi alla rete wi-fi di casa oppure 3G/4G del proprio operatore. Per una gestione semplificata da remoto è disponibile anche l’omonima app mobile, che ne riassume le funzioni principali. SiOS è un sistema domotico completo: consente il controllo in contemporanea di diversi componenti (pompa di calore, ventilconvettori, ventilradiatori, pavimento radiante, termoarredi e VMC), anche di diversi produttori (previa verifica della compatibilità).
www.olimpiasplendid.it

Massima versatilità per l’arredobagno
Sky, uno dei programmi di punta di Arbi Arredobagno, caratterizzato dall’anta liscia, si arricchisce di quattro nuove varianti “Special”: ognuna, con la propria specificità, permette di definire qualsiasi ambiente bagno attraverso l’accostamento bilanciato di materiali ricercati e cromie suggestive. Le varianti special si distinguono in: Sky U con profilo metallico, nero o inox, che decora la parte superiore dell’anta e consente di scegliere basi e basi portalavabo filo top; Sky Gola con la comoda presa integrata nell’anta; Sky Ondina con anta e scocca caratterizzate dalla particolare lavorazione ondulata (in foto) e Sky Pregiati contraddistinta dalla ricercatezza delle finiture. L’estesa modularità garantisce la possibilità di scegliere tra modelli sospesi e a terra, lineari e curvi, spaziando dallo stile tradizionale alle tendenze più contemporanee. Ogni composizione può essere abbinata ai lavabi, piani top, specchiere, faretti, accessori e complementi presenti nel listino Arbi e ai piatti doccia, vasche freestanding e termoarredo presenti nel programma Ibra. La personalizzazione è garantita dalle numerose finiture disponibili: 51 finiture laccate – lucido, opaco o velvet per Sky liscio e opaco o velvet per le varianti special Gola e U; 6 nuances Rovere per Sky liscio e Sky Special Gola e U; 3 finiture Olmo e Rovere Spessart per tutte le varianti Special; 7 sfumature diverse di Rovere antico e 2 di noce Antico per le varianti “Pregiati”.
www.arbiarredobagno.it

Unità di VMC decentralizzata a installazione orizzontale
Aspircomfort Class 620H di Fantini Cosmi è un’unità di ventilazione completa di recuperatore, particolarmente adatta in singoli ambienti dove non sia possibile realizzare impianti canalizzati. L’unità è installabile orizzontalmente permettendone l’applicazione anche a controsoffitto e ha bassi livelli di rumorosità (solo 34 dB/A di media a 4 mt). Aspircomfort Class 620H è in grado di raggiungere un’efficienza di recupero maggiore del 90% e una portata massima di 620 mc/h. Durante il funzionamento a flusso alternato con recupero del calore, il flusso d’aria in entrata e il flusso d’aria in uscita passano attraverso uno scambiatore di calore ceramico, che recupera anche oltre il 90% del calore contenuto nell’aria in uscita, e lo restituisce all’aria in entrata quando l’unità inverte il ciclo di ventilazione. Quando la temperatura esterna è minore di quella interna, la funzione di Free Cooling concorre a garantire un maggior comfort termico. Il prodotto è gestibile attraverso il pannello di gestione remota CH193VMC, che ne consente il controllo avanzato di velocità e modi di funzionamento. Dotato di sensore di temperatura e umidità relativa, controlla anche la qualità dell’aria per una regolazione automatica della velocità della VMC. Aspircomfort Class 620H è pronta all’uso: non necessita infatti di ulteriori sistemi di distribuzione dell’aria (tubazioni e raccordi), né in immissione, né in espulsione e si installa direttamente sulla parete perimetrale.
www.fantinicosmi.it

Le soluzioni di riscaldamento e raffrescamento di LG uniscono l’efficienza della climatizzazione e della purificazione dell’aria con la massima praticità di utilizzo e gestione, grazie al Wi-Fi integrato e all’app LG ThinQ. Creando un account sull’app è possibile gestire in modo semplice e intuitivo tutte le principali funzionalità dei sistemi HVAC, climatizzatori e purificatori d’aria. LG ThinQ fornisce un controllo intuitivo e tiene traccia dei consumi grazie a una combinazione di analisi, sensori e dati di utilizzo. Con l’app è possibile anche personalizzare le impostazioni principali, oltre che temporizzare la manutenzione dei filtri, impostare programmi settimanali e utilizzare la funzionalità Smart Diagnosis per l’invio di notifiche di funzionamento e il supporto per una vasta gamma di problemi tecnici. Grazie all’app gli utenti possono controllare e gestire la qualità dell’aria, anche quando si è fuori casa, per ritrovare al proprio rientro il clima ideale. Quattro diversi colori – verde, giallo, arancione e rosso – segnalano la concentrazione del particolato ultra-fine, rilevando i livelli di PM1.0, PM2.5 e PM10 all’interno dell’abitazione, su una scala di intensità che va da “Good” a “Very Bad”, per permettere all’utente di decidere se avviare le funzionalità di purificazione o filtrazione dell’aria del proprio sistema di climatizzazione. Inoltre, attraverso l’applicazione è possibile avere lo storico completo della qualità dell’aria in casa, controllandone l’andamento su base giornaliera, settimanale, mensile e annuale.
www.lg.com/it

Termostato connesso e valvole intelligenti
Il termostato connesso Smarther2 di BTicino, grazie all’app Home + Control, che controlla anche l’impianto elettrico con Living Now e Livinglight, e alla compatibilità con gli assistenti vocali Google Home, Siri e Amazon Alexa, consente una gestione ideale del clima domestico. Attraverso l’app possono essere creati programmi per controllare la temperatura di casa o regolare il termostato da remoto, impostando ad esempio la funzione Away o antigelo quando si ha la necessità di lasciare casa per qualche giorno. Smarther2 presenta anche una funzione Boost che attiva subito e per un tempo limitato (30, 60 o 90 minuti) il riscaldamento a prescindere dalla programmazione e dalla temperatura impostata. Possono essere gestiti più termostati nella stessa abitazione, o anche termostati che si trovano in abitazioni differenti (termostato della casa principale e della seconda casa). L’app consente di visualizzare e verificare i consumi in modo facile e immediato, monitorando il tempo di funzionamento dell’impianto. Con la funzione Auto-Adapt, il dispositivo “impara” le caratteristiche dell’impianto e garantisce la giusta temperatura al momento opportuno. Smarther2 è compatibile con le termovalvole intelligenti Netatmo: abbinando i due prodotti, utilizzando la medesima app, è possibile gestire singolarmente ciascun termosifone, programmare e riscaldare ogni singola stanza in base alle proprie abitudini quotidiane.
www.bticino.it

Soluzione all-in-one per i circuiti di miscelazione
Un circuito di miscelazione tradizionale è costituito da molti componenti, che si integrano per formare una soluzione completa. È sia difficile che dispendioso, in termini di tempo, progettare correttamente ogni componente e scegliere il design di sistema ideale per l’applicazione specifica. Integrando tutti i componenti in un’unica unità, Grundfos offre una soluzione all-in-one che non semplifica solo il design meccanico, elettrico e idraulico, ma assicura anche prestazioni più elevate. Infatti, l’interazione tra i componenti del sistema è ora impeccabile e questo fa sì che il dimensionamento, l’installazione e la messa in servizio siano più semplici e veloci, riducendo fino al 50% il tempo utilizzato in queste operazioni. Con MIXIT è possibile affidarsi a un unico fornitore e disporre di una soluzione flessibile che soddisfa tutti i requisiti relativi alle prestazioni e all’integrazione. In tutti i suoi prodotti, Grundfos lavora per creare sistemi che utilizzino pompe intelligenti, connettività cloud e servizi digitali con l’obiettivo di andare oltre i singoli componenti e ottimizzare l’intero sistema. Questa tipologia di sistemi fa parte di Grundfos iSOLUTIONS. Con la sua connettività integrata e le opzioni di controllo, MIXIT è una parte fondamentale del catalogo Grundfos iSOLUTIONS. La soluzione di monitoraggio gratuita, ad esempio, permette di dare un’occhiata al sistema così da poter intervenire prima che sia troppo tardi e diventi troppo costoso.
www.grundfos.com

Precisione, comfort e riservatezza per la contabilizzazione
Il ripartitore di calore doprimo 3 radio net di ista svolge contemporaneamente numerose funzioni. Attraverso una tecnologia di misurazione basata su 2 sensori che rilevano la temperatura della superficie del radiatore e dell’ambiente circostante, rileva e memorizza i dati di consumo degli ultimi 14 mesi e i valori dei giorni di riferimento dei 2 anni precedenti, in modo affidabile e conforme alla legge. doprimo 3 radio net inizia le sue misurazioni quando la temperatura del radiatore supera i 23 °C e la differenza di temperatura tra radiatore e ambiente è di almeno 4,5°C. Si tratta di un dispositivo sensibile, adatto anche nel caso di impianti di riscaldamento a bassa temperatura, alimentati da caldaia a condensazione e da pompa di calore. Il dispositivo viene installato con scala unitaria, ma è possibile programmarlo con la scala prodotto, per poter effettuare l’installazione secondo le esigenze del cliente. I dati sono visualizzati sul display LCD, che permette di selezionare le informazioni e controllare il consumo in ogni momento. La memoria ad alta capacità, inoltre, consente, al personale tecnico specializzato di richiamare in qualsiasi momento i valori storici di fine mese. La trasmissione dei dati avviene solo a richiesta, mediante impulsi a bassissima potenza (meno di 10 mW) e della durata di 10 millisecondi. I dati sono raccolti dalla centralina installata all’interno dell’edificio e trasmessi su richiesta all’operatore o alla centrale remota. La scelta della modalità di trasmissione è uno degli aspetti concordati con il consulente ista, a seconda delle esigenze e delle preferenze dei proprietari.
www.ista.com

Kit di intercettazione doppia con cassetta premontata
Il kit K4.0 di TECO con la doppia intercettazione permette la distribuzione di acqua calda e fredda con standard tecnici ed estetici elevati. Fornito premontato in una cassetta di soli 80 mm di profondità, il kit può essere installato in qualunque tipologia di parete, permettendone così la collocazione nella posizione migliore per la realizzazione dell’impianto. La cassetta premontata permette, inoltre, una pronta installazione di K4.0, grazie alle apposite staffe per regolare la profondità di montaggio e rendere il fissaggio veloce e preciso. Il kit di intercettazione K4.0 è disponibile anche nella versione con connessione Fastec®, compatibile con i maggiori sistemi idrosanitari multistrato o PEX, che permette di realizzare un collegamento idraulico preciso e sicuro tra raccordo e valvole con un semplice click sul perno di bloccaggio, senza l’utilizzo di attrezzi. Il kit è composto da due valvole a sfera a passaggio totale che consentono un flusso d’acqua adeguato, come indicato dalla norma EN 806-2. La sfera garantisce, inoltre, la fuoriuscita e il risciacquo dell’acqua nella valvola, impedendo la formazione di depositi e il ristagno d’acqua, possibili fonti di proliferazione di batteri come quello della legionella. Il sistema TOP-ENTRY, infine, permette una pratica estrazione del gruppo di intercettazione in caso di manutenzione e sostituzione. Il design elegante delle placche di copertura, disponibili in quattro diverse finiture, permette a K4.0 di armonizzarsi perfettamente in ogni ambiente.
www.tecosrl.it

Un modulo “d’effetto”
EFFETTO di Galletti è un modulo di design per l’aspirazione e la diffusione dell’aria ad effetto Coandă, abbinabile alle cassette idroniche ACQVARIA. L’utilizzo del Dibond (una lastra con struttura a sandwich, costituita da due lamine di alluminio), oltre a permettere un’ottima tenuta alla formazione della condensa, ha consentito di conferire un layout lineare e pulito all’oggetto, grazie anche alla finitura metallica. La griglia centrale, realizzata in acciaio, crea un’unica superficie con il pannello Dibond, esaltando la sottigliezza complessiva del prodotto. Due le finiture cromatiche attualmente proposte da Galletti: alluminio naturale spazzolato e bianco RAL 9010. Il lancio dell’aria è stato ottimizzato grazie all’utilizzo di simulazioni fluidodinamiche computazionali (CFD), che hanno permesso di studiare la diffusione dell’aria in ambiente al fine di sfruttare al massimo l’effetto Coandă: l’aria in uscita dalla cassetta lambisce il controsoffitto evitando flussi direzionati direttamente sull’occupante, scongiurando situazioni di discomfort termo-igrometrico localizzato. Grazie alle calamite poste sul pannello frontale, l’installazione e la manutenzione di EFFETTO sono molto semplici e veloci.
www.galletti.com

Cabina multifunzione con tecnologia “Easy Clean”
Purezza, leggerezza e luminosità sono le tre caratteristiche principali di K1000, la nuova cabina multifunzione top di gamma Kinedo, equipaggiata con cromoterapia, connessione Bluetooth e bagno turco. Nel tetto in vetro extrabianco è incassato un soffione Big Rain integrato, per una doccia avvolgente e rilassante. I cristalli con spessore 6mm sono trattati con tecnologia “Easy Clean”: la superficie dei vetri, ad occhio nudo, si presenta liscia e uniforme, ma se li osserviamo al microscopio si notano numerose micro porosità, che ne fanno la base ideale per sporco e calcare. Applicando al cristallo il trattamento “Easy Clean” offerto da Kinedo, queste micro porosità e imperfezioni vengono chiuse, permettendo alle gocce d’acqua di scivolare velocemente sulla superficie del vetro trattato e facilitando la fase di pulizia. Specifiche tecniche: • Chiusura doccia con profili in alluminio bianco opaco con porta scorrevole e lato fisso • Trattamento anticalcare • Pareti fondo Bianco Ultra White con cristallo temperato 6 mm • Tetto in cristallo temperato 6 mm soffione Big Rain zenitale • Cromoterapia a stripled e doppia cascata a lama • Installazione dall’interno • Sganciamento cristalli Easy Clean • Piatto doccia antiscivolo bianco H 2,5 cm stampato texture effetto pietra • Tutti gli accessori sono in finitura bianco opaco.
www.kinedo.it

Notizie di cronaca e curiosità
Caldaie rotte e scuole al freddo: si moltiplicano i casi in tutta Italia
Il fantasma della DAD, la didattica a distanza, incombe sulla prosecuzione dell’anno scolastico. Ma la colpa non è sempre dei contagi da Covid-19: in tutta Italia si moltiplicano infatti i casi di studenti costretti alle lezioni telematiche a causa di impianti di riscaldamento fuori uso. Una circostanza che non stupisce, dato lo stato notoriamente obsoleto degli edifici scolastici in Italia, e che ogni inverno ci ricorda l’importanza della manutenzione e del rinnovamento degli impianti. Da Pisa a Bologna, da Perugia a Messina, da Roma a Cosenza: sono decine le scuole di ogni ordine e grado in cui si sono registrati disservizi legati al riscaldamento. A inizio dicembre, ad esempio, il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto, comune di oltre 40 mila abitanti in provincia di Messina, ha disposto la chiusura di tutti i plessi scolastici del territorio comunale, a causa del ritardo nell’avvio delle procedure di gara per la manutenzione degli impianti – dopo oltre dieci giorni passati al freddo dagli alunni e numerose proteste da parte dei genitori. Situazione analoga a Pontedera, in provincia di Pisa, dove a rimanere al freddo non sono gli alunni di una scuola vetusta, ma quelli degli istituti che hanno trovato spazio nel modernissimo “Palazzo Blu”. E così via, l’elenco potrebbe andare avanti all’infinito. Certo, se la caldaia è rotta almeno si può aggiustare: non così in una scuola materna di Settebagni, quartiere periferico del Municipio III di Roma, dove 30 bambini sono rimasti senza riscaldamento perché la caldaia è stata direttamente rubata dal locale tecnico. Da Fuscaldo, in provincia di Cosenza, arriva invece una storia di generosità e solidarietà istituzionale: per non lasciare al freddo gli alunni di una scuola elementare, il sindaco ha concesso di smontare dalla caldaia del palazzo del Comune il pezzo che mancava per rimetterla in funzione in tempi brevi.

Maxi-evasione fiscale per “l’idraulico dei VIP”
CAPALBIO — 250 mila euro: è questa la cifra che avrebbe omesso di dichiarare al fisco un idraulico attivo nella zona di Orbetello, Monte Argentario e Capalbio, in provincia di Grosseto. Destinazioni frequentate abitualmente da vacanzieri molto facoltosi, e infatti l’idraulico in questione era noto per i lavori effettuati per clienti VIP e hotel di lusso. L’indagine della Guardia di Finanza si è concentrata sui 4 anni precedenti alla pandemia. In questo periodo, l’idraulico non ha dichiarato alcun reddito, nonostante un giro d’affari più che cospicuo. I finanzieri hanno raccolto i riscontri su decine di lavori svolti con compensi percepiti in nero – talvolta anche all’insaputa dei clienti: il tecnico, infatti, rilasciava regolari fatture, ma senza dichiararle al fisco. Per questo è stato denunciato anche per occultamento e distruzione di scritture contabili.
Pusher tradito dal guasto alla caldaia
AREZZO — Se scoppia la caldaia è un brutto guaio. Ancora di più se in casa c’è qualcosa da nascondere. È andata così a un quarantenne residente a Piandiscò (AR), incensurato, a cui i Carabinieri hanno trovato in casa un contenitore con 4 grammi di cocaina e 15 di marijuana, in seguito a un controllo effettuato per pura coincidenza. Tutto è cominciato con lo scoppio di una caldaia nel corso della notte, che ha spinto il proprietario di un’abitazione all’interno di un complesso di villette a schiera a chiamare i soccorsi. Nessun ferito, ma sul posto sono sopraggiunti Carabinieri e Vigili del Fuoco, che hanno messo in sicurezza lo stabile, notando però l’atteggiamento guardingo e sospettoso dell’inquilino dell’appartamento in questione. “L’uomo si innervosiva vistosamente”, scrive il Corriere di Arezzo, parlando di “uno scambio di sguardi sospetti e atteggiamenti non lineari”. Per questo, i Carabinieri hanno deciso di procedere a un controllo, scoprendo ben presto il motivo dell’agitazione dell’uomo. Quest’ultimo è stato denunciato, quindi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il concorrente del Grande Fratello parla con un misterioso idraulico…
La caldaia si è rotta: la polizia porta ai due anziani una stufetta
ANCONA — Un piccolo gesto di solidarietà è sempre in grado di scaldare il cuore. Ma in questo caso non parliamo di un calore soltanto metaforico. Siamo a Collemarino, in provincia di Ancona. A una coppia di anziani di 80 e 83 anni si rompe la caldaia nel bel mezzo del brutto tempo. I parenti sono preoccupati di non poterli raggiungere a causa delle cattive condizioni meteorologiche, e allertano quindi la polizia per chiedere aiuto. Gli agenti si recano allora prima a casa della sorella di uno dei due, per prendere una stufetta elettrica da consegnare ai due coniugi. Una vera e propria staffetta solidale che, come si legge sulle pagine del Resto del Carlino, è stata commentata positivamente anche dal questore Cesare Capocasa: “L’autorità si esercita attraverso il servizio ai cittadini”.
ROMA — Lo scorso 12 dicembre la casa del Grande Fratello VIP, il popolare reality show in onda su Canale 5, è stata scossa da un piccolo “scandalo”. I concorrenti hanno avuto la possibilità di parlare al telefono con i propri cari. Per l’attore Alex Belli, però, il telefono ha squillato a vuoto: nessuno dei suoi familiari gli ha risposto, nonostante ben cinque tentativi. L’unico a rispondere sarebbe stato un fantomatico “idraulico”, con cui Belli si sarebbe risolto a parlare. Usiamo il condizionale, perché questa versione dei fatti è stata messa in discussione da molti telespettatori: perché chiamare l’idraulico dalla casa del Grande Fratello, tanto più per confrontarsi sull’opportunità se rimanere o meno all’interno dello show? Certo, tra il cliente e l’idraulico di fiducia può instaurarsi un rapporto di confidenza che va al di là del puro interesse professionale, ma in questo caso sospettare è lecito. Molto più probabile che dietro il nome in codice dell’idraulico si celi qualcun altro – forse il famigerato Fabrizio Corona, come è stato ipotizzato da diversi utenti sui social. In ogni caso, il misterioso interlocutore ha convinto Belli a non lasciare la casa e proseguire l’avventura televisiva.
La foto del mese

Sempre meglio separare la fede calcistica dall’ambito professionale… Oppure no? Di sicuro questo idraulico nei Quartieri Spagnoli di Napoli ha le idee chiare.
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