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L'ORA DELLA VERITA'

INSIDE A2 di Manuel Beck

COSTA MASNAGA E LA SPEZIA CONQUISTANO IL PRIMATO IN STAGIONE REGOLARE. MA IL 1° MAGGIO PARTONO GIÀ I PLAYOFF: LA CORSA ALLE TRE PROMOZIONI È APERTISSIMA. TEMPO ANCHE DI PLAYOUT CON DUE RETROCESSIONI DA EVITARE, DOPO LE QUATTRO GIÀ SANCITE. BILANCI E PROSPETTIVE PER TUTTE LE SQUADRE

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Applausi per Costa Masnaga e La Spezia, regine della stagione regolare di A2. Con la formula dello scorso anno, starebbero festeggiando la promozione diretta in A1. Con quella attuale, invece, possono godersi un veloce brindisi, poi ripartono quasi da zero come tutte. Il formato “andata e ritorno” sembra fatto apposta per rimescolare le carte, garantendo alla meglio classificata l’unico vantaggio di giocare la seconda gara in casa. Ritmi martellanti: dopo i 6 turni fra il 30 marzo e il 27 aprile per finire la regular season, si torna in campo già mercoledì 1° maggio per i playoff. Che si svolgono all’interno di ogni girone, con 3 turni da superare per salire nella massima serie. In più, c’è una terza promozione in palio fra le perdenti delle due finali, che s’affronteranno in uno spareggio. Per i playout l’appuntamento è da sabato 4: dopo le retrocessioni già sancite di Pall. Bolzano, Varese, Orvieto e Forlì (ultima e penultima nei due gironi), altre 8 squadre affrontano il “purgatorio”, divise in due tabelloni, ciascuno dei quali ne condannerà una. Qui i gironi s’incrociano e si gioca al meglio delle 3 gare. Prima di parlare delle sfide in programma, e di chi ha già terminato la stagione, andiamo a riprendere i nostri pronostici iniziali (Pink Basket di settembre 2018). Com’è andata? Al Nord abbiamo azzeccato la triade di vertice e quattro delle altre 5 squadre da playoff; ci siamo sbagliati su Carugate dentro le prime 8 (è finita decima) e Moncalieri solo “outsider” (invece brillante quarta); centrata la fascia bassa. Al Sud ha sorpreso noi, ma crediamo chiunque altro, La Spezia, che prevedevamo da bassa zona-playoff e invece ha messo in riga tutti; abbiamo sopravvalutato Savona e sottovalutato Umbertide (e in parte Campobasso, che consideravamo dietro Palermo e Faenza ma è stata in testa fino alla penultima giornata); ok il resto.

PLAYOFF NORD

Due derby nella parte alta del tabellone: Costa-Sanga Milano e Moncalieri-Castelnuovo. In quello lombardo, la tradizionale rivalità e il crescendo delle meneghine nel girone di ritorno suggeriscono che il divario sia meno netto di quanto normalmente sarebbe fra prima e ottava. L’innesto di Royo Torres a gennaio e altri opportuni aggiustamenti hanno propiziato la rimonta milanese, coronata alla penultima giornata col colpo su Moncalieri (40 di valutazione per la spagnola). Ma le brianzole di coach Pirola restano favorite, con una striscia aperta di 8 vittorie, tra cui quella cruciale su Alpo, tre colonne come Rulli, Baldelli e Vente, l’energia delle giovani (la 2002 Balossi è stata promossa in quintetto nell’ultimo mese e mezzo) e le certezze costruite in 4 anni di crescita costante dal nono al primo posto. Nella sfida piemontese, inedita a livello di playoff-A2, i valori sono più ravvicinati, e lo indica anche l’1-1 stagionale. Ultimamente però Moncalieri s’è nobilitata con la finale di Coppa e il rinforzo di lusso Trucco (da Torino, al termine della stagione di A1), che completa un organico profondissimo, mentre Castelnuovo ha dovuto fronteggiare infortuni nell’ultima parte di stagione (Corradini e Pieropan). Ma se stanno bene, le alessandrine hanno un vantaggio d’esperienza da far valere. Nell’altra metà di tabellone, Crema, in striscia aperta di 10 vittorie (Coppa compresa), è favorita su Vicenza, che però sul suo campo l’ha già battuta quest’anno; è la sfida fra le due migliori difese del girone. Le lombarde, come abbiamo già sottolineato nei mesi scorsi, hanno un attacco “a punta multipla”, con Melchiori, Blazevic, Caccialanza, Nori, Rizzi, Capoferri... troppe da fermare tutte insieme. Coach Corno però può rispondere con una buona profondità intorno ai riferimenti Matic e Stoppa. In Alpo-Udine pesa l’incognita sullo stato di forma delle veronesi, superiori come organico ma apparse in calo nell’ultima parte di stagione (5 sconfitte nelle ultime 7 gare, contando la Coppa, più una evitata all’overtime con Marghera); e le friulane sono cliente scomodo comunque, con Ljubenovic e Vicenzotti esperte di questo tipo di battaglie, ma anche la freschezza delle giovani, come Ianezic e Romano. Hanno meno talento puro rispetto a Zampieri e compagne, ma hanno fisicità da vendere e, rispetto allo scorso anno, più tiro da 3.

PLAYOFF SUD

Spezia-Civitanova è la sfida più sbilanciata secondo la classifica (20 punti di differenza); ma le marchigiane si sono dimostrate più forti di un incidente stradale e del taglio della straniera, conquistando i playoff con un assetto tutto italiano fin da gennaio (le “millennials” Orsili e Bocola in rampa di lancio a fianco di Perini e De Pasquale). E hanno meno pressione rispetto alle liguri, chiamate a far rispettare il ruolo di testa di serie n°1 dopo il capolavoro in stagione regolare, coronato con 6 vittorie su 6 nell’ultimo mese pur con l’assenza pesante di Cadoni. Intorno alla spina dorsale Packovski-Sarni-Templari il collettivo di coach Corsolini è cresciuto esponenzialmente, riducendo al minimo i passaggi a vuoto, che le altre “big” hanno invece pagato. Anche fra Campobasso e Umbertide c’è una squadra più forte e una col vantaggio di aver meno da perdere. Favorite le molisane, che però hanno visto svanire con 5 sconfitte nelle ultime 11 giornate (più quella al primo turno nella Coppa casalinga) un primato che sembrava saldo. Resta una grande stagione per Ciavarella, Di Gregorio, Marangoni e socie, ma è chiaro che per arrivare fino in fondo devono ritrovare la loro miglior versione. Le umbre hanno tratto, a nostro parere, il massimo dai mezzi a disposizione (7° posto, 19 vinte su 30 gare): intorno all’asse Cvitkovic-Giudice-Prosperi ogni ingranaggio ha funzionato alla grande. Bologna-S.G. Valdarno e Palermo-Faenza sono sfide che stanno “strettissime” al primo turno: organici da semifinale per tutte e quattro, se non da finale. Le toscane, da quando hanno inserito Gonzalez al fianco dell’altra italo-argentina Rosset, valgono più del 6° posto ottenuto; il recentissimo cambio d’allenatore (da Orlando a Franchini) testimonia la volontà di non accontentarsi. Le felsinee del duo D’Alie-Tassinari hanno prodotto un girone ritorno spettacolare (13 vinte su 15), sfiorando l’aggancio in vetta. Sullo scontro fra i titani Coppa e Ballardini, basterebbe nominare loro due... ma la lista delle altre protagoniste non è da meno. Per Palermo l’innesto di spessore Costanza Verona (reduce dall’A1 col Geas) e il rientro di Novati dopo oltre 20 gare d’assenza allungano rotazioni che per gran parte dell’anno sono state cortissime, ma che ora possono contrastare la profondità delle romagnole. Le quali peraltro hanno perso Meschi per infortunio e dovuto fare a meno di Ballardini (risentimento muscolare) nelle ultime giornate, in cui è cresciuto l’impatto offensivo di Policari.

PLAYOUT (TABELLONE 1)

Nico-Ponzano mette di fronte due squadre che hanno avuto una stagione simile: neopromosse, partenza difficile, rinforzi azzeccati sul mercato, risalita con speranze di salvezza diretta, calo finale. Le toscane hanno più frecce al loro arco, a partire da Bona (infortunio però a Innocenti); le venete un’arma letale come Ciabattoni. Le giovani di S. Martino, che hanno mandato un bel segnale vincendo a Ponzano all’ultima giornata e all’ultimo tiro, sfidano un’Elite Roma che ha più esperienza e il fattore-campo guadagnato con un finale in crescendo (compresa la vittoria nel derby con l’Athena), oltre a una Masic in forma realizzativa strepitosa.

PLAYOUT (TABELLONE 2)

Da questa parte sono le due del Nord ad avere il vantaggio-campo. Albino ha finito in crescendo dopo aver messo a punto gli equilibri fra le due “califfe” Brcaninovic e Iannucci, con Bonvecchio ad alimentarle; al contrario l’Athena Roma (che ha salutato Vignali, entrata nella casa televisiva del “Grande Fratello”) ha vinto solo 2 partite nel ritorno: favorite le bergamasche, nonostante l’inossidabile totem Gelfusa. Più incerta potrebbe essere Marghera-Savona. Le veneziane hanno avuto poca sorte nel finale di stagione, tra imprese sfumate allo scadere e l’infortunio di Pastrello, anche se da marzo hanno inserito la britannica Gaskin. Le liguri valgono, a nostro parere, più di quanto hanno raccolto durante l’anno; fra tutte le partecipanti ai playout hanno la peggior difesa ma anche l’attacco più produttivo, con Penz e Svetlikova.

LE “SALVE”

Al Nord finiscono anzitempo la stagione, con la salvezza diretta, B.C. Bolzano e Carugate. Meritavano di più le altoatesine, ridotte all’osso nel finale di stagione per infortuni vari, in particolare a Villarini e all’innesto di lusso Ress, durato solo 4 giornate: nonostante gli exploit realizzativi di Fall, hanno perso i playoff dopo averli accarezzati per quasi tutta la stagione. Per Carugate la salvezza diretta è un passo avanti rispetto al playout della scorsa stagione. Dopo l’arrivo di Cesari in panchina c’è stata una crescita, ma le sconfitte con B.C. Bolzano e Varese nei due turni a cavallo di Pasqua hanno impedito di lottare fino in fondo per un sogno-playoff che il mercato estivo, con Maffenini, Gambarini e la croata Molnar, sembrava rendere possibile (troppo corta però la panchina rispetto alla concorrenza).

Al Sud sono le sarde a fermarsi ad aprile. Sufficienza piena per entrambe, a nostro giudizio. Selargius è arrivata a soli 2 punti dall’ottavo posto; con 5 vittorie nelle prime 6 gare, ed elementi di sicuro valore come Brunetti, Arioli, Manfrè, Lussu, sembrava promettere di più, ma fuori casa ha vinto solo 4 partite e la difesa ha spesso zoppicato. Cagliari, due punti sotto le “cugine” (decisivo il derby perso alla vigilia di Pasqua), si è affidata al trio Striulli-Favento-Kotnis, abbastanza per fare ampiamente meglio delle pericolanti, ma non per inserirsi fra le migliori. Il colpo a Palermo resta la perla della stagione.

LE RETROCESSE

Lasciano direttamente la categoria Pall. Bolzano e Varese al Nord, Orvieto e Forlì al Sud. Situazioni diverse, ma tutte hanno accumulato un ritardo nella prima parte di stagione e non sono riuscite a recuperarlo, pur con innesti e cambiamenti in corsa e speranze alimentate colpi occasionali. Per le altoatesine drammatica l’allergia ai finali in volata; le lombarde hanno perso tutti gli scontri diretti; umbre e romagnole erano troppo acerbe. Verdetti spietati, complice la formula aspra di quest’anno, ma giusti. Come eredità positiva della stagione rimarrà la crescita di alcune giovani.

LE LEADER STATISTICHE

Premessa: consideriamo solo chi ha giocato almeno 10 partite. Alex Ciabattoni (Ponzano) è la miglior realizzatrice stagionale di A2 per media: 23.3, anche se in sole 12 gare. Precede Rosset (Valdarno, 20 tondi, prima per punti segnati con 560), e Brcaninovic (Albino, 18.7). La “top ten” è completata, nell’ordine, da D’Alie (Bologna), Bona (Nico), Pieropan (Castelnuovo), Iannucci (Albino), Giudice (Umbertide), Masic (Elite Roma), Maffenini (Carugate). Fra le rimbalziste la giovane Toffolo di Marghera corona una stagione da dominatrice delle plance con la strepitosa media di 13.8. Seguono la spagnola Royo Torres, anima e muscoli della rimonta-playoff di Milano (11.6), e l’australiana Vandenberg (Palermo, 10.6). Regina degli assist è Porcu (Campobasso) con 5.8 “distribuzioni” a gara, davanti a Striulli (Cagliari, 5.1), e alla coppia Arioli (Selargius)-Perini (Civitanova), entrambe a 4.9. Nei recuperi capeggia Pieropan (Castelnuovo) con 3.3; nei tiri da due Preskienyte (Faenza) col 69%; nei tiri da 3 Smorto (Campobasso, salita in A1 a metà stagione) col 45%; nei tiri liberi Brotto (Ponzano) con l’85%.

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