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90° ALFABETO

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SOGNO OLIMPICO

SOGNO OLIMPICO

EDITORIALE - DI ALICE PEDRAZZI

A come Assenza. Del pubblico. Una delle cifre che ha segnato il campionato. L’eco del pallone nei palazzetti vuoti, faceva impressione, poi è diventato il rumore, meravigliosamente ostinato, del cercare sprazzi di resiliente normalità.

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B come Burke. Capocannoniera del campionato, con la sua doppia-doppia di media (21.8 di punti e 11.6 rimbalzi), ha trascinato Sassari ad una solida salvezza.

C come Cinque. Le gare che ci sono volute (e ci siamo gustati) per assegnare lo scudetto. Un derby veneto straordinario per intensità, qualità ed emozioni.

D come Determinazione. Quella messa in campo da tutto il movimento (Fip, Lega, società, dirigenti, allenatori, giocatrici, arbitri…) per portare avanti in sicurezza il campionato organizzativamente più difficile di sempre.

E come Eurobasket. Quello che dal 17 al 27 giugno aspetta molte delle protagoniste di questo campionato, che vestiranno la maglia azzurra provando a regalarci ciò che manca da troppo tempo: un Mondiale (passando dal premondiale).

F come Francesca. Pan, ovviamente. L’MVP, tutta azzurra, della finale scudetto e della Supercoppa. Il suo sorriso a fine gara 5 è quello di tutto il movimento, che guarda ad un futuro di belle speranze, già tremendamente presenti.

G come Giovani. Sono tante, tra la A1 e la A2 le belle promesse che illuminano il futuro e riempiono il taccuino del cittì Lardo.

H come Howard. Centro di gravità permanente della Reyer: in finale ha fatto di necessità virtù, trasformandosi anche in una esterna dalla fisicità incontenibile. L’arte dell’essere campioni in modo versatile.

I come Incertezza Impeccabile. Nell’anno in cui le variabili indipendenti sono state tantissime, tutto il movimento è stato impeccabile nel reagire con prontezza alle incertezze che costellavano l’inizio, ed il prosieguo, della stagione.

L come Lardo. Il cittì azzurro a cui affidiamo speranze e sogni.

M come Mercato. Quello che occuperà i prossimi mesi: si preannuncia ricco di grandi colpi, a dimostrazione del crescente appeal del nostro basket.

N come Novanta. Il campionato che stiamo salutando.

O come Outsider. Ragusa, Bologna, Sesto San Giovanni, per citarne alcune senza voler fare torto alle altre. Se il campionato è stato appassionante, il merito va anche a loro.

P come Protani. Il presidente (in rappresentanza dell’intera struttura e di tutte le società) della LBF che, con tenacia ha portato a compimento una stagione difficile da immaginare, figuriamoci da realizzare. La miglior ricompensa? Una delle finali più belle della storia.

Q come Quattro. Le finali giocate da Venezia in stagione. Il dolce in testa ed in coda, con Supercoppa e Scudetto, in mezzo l’amarezza della Coppa Italia e quella bruciante dell’Eurocup: ferite che, bruciando, fanno diventare grandi.

R come Reyer. C’è tanto di orogranata fra i colori del campionato. La Reyer si appiccica sulle maglie, ma soprattutto sul cuore, il primo scudetto nella sua storia (femminile) vinto sul campo. S

come Schio. Meravigliosa rivale di Venezia. Senza la sua qualità nulla sarebbe stato così bello. Le scledensi strappano a Venezia la Coppa Italia con una prestazione straordinaria e buttano sul parquet anima, talento e cuore per dar vita ad una finale da sogno. T

come Ticchi. Il coach capace di portare Venezia oltre ogni paura. U

come Unica. Ancora la Reyer: prima (ed al momento unica) società a vincere uno scudetto sia nel campionato maschile che in quello femminile.

V come Villa. Matilde, capace di segnare 36 punti. A 16 anni.

Z come Zandalasini. Ce la siamo ripresa. Il suo ritorno, per la prossima stagione, vestendo maglia dell’ambiziosa Virtus Bologna, è la fine che diventa inizio: mentre cala il sipario sul campionato numero 90, si intravedono già i bagliori della novantunesima alba.

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