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Les possibilitès

Serena Giorgi e Giulio Perfetti

Giulio Perfetti / Serena Giorgi

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Les possibilitès, labirinti mentali

a cura di Federica Lessi

Serena Giorgi e Giulio Perfetti sono ricercatori avventurosi. La pratica artistica è per entrambi attività quotidiana di scoperta: seguono le suggestioni di un materiale, si lanciano dietro a un’idea, restano appesi a una domanda finché non trovano un approdo, punto di partenza per una nuova sfida. Serena esplora da anni i materiali più svariati, si interroga sulle urgenze della quotidianità, dà alla luce un universo femminile fatto di sensibilità e grovigli intimi. Giulio segue l’intuizione di tecniche e supporti nuovi, disegna mappe e percorsi, ricerca gli archetipi della simbologia cosmica nella filosofia e nella sapienza orientale. Il loro cammino artistico è alimentato dalla tensione verso la conoscenza, popolato di sorprese e continui smarrimenti, stimolo e presupposto per andare avanti. Entrambi sono fedeli all’imperativo dell’arte come metodo di indagine della realtà, per contribuire a spostare l’orizzonte del conosciuto, come ricorda Marina Abramovic: “l’artista deve avere il coraggio di entrare in luoghi sconosciuti e scavalcare confini uscendo dalla propria condizione di sicurezza”. Di fronte alle scelte facili e ai percorsi spianati Giulio e Serena testimoniano la necessità di affrontare ostacoli e vie tortuose per trovare tesori nascosti.

“Les Possibilités – Labirinti mentali” è il racconto di questo percorso fianco a fianco, un viaggio tra smarrimenti e sorprese che prefigura la grande avventura dell’esistenza. Il disegno di questo cammino ha le sembianze di un simbolo misterioso: il labirinto. Metafora esistenziale fin dalla mitologia e archetipo della vita, il labirinto è figura del cammino iniziatico, fatto di passaggi che sfuggono alla comprensione logica e che conducono al centro, dove si accede ad un livello di conoscenza superiore. E’ anche un sistema orientato, dove chi entra procede verso una destinazione finale, ma le sue circonvoluzioni non portano direttamente alla meta, la sfiorano e poi deviano in recessi lontani, dove lasciare certezze scontate e fare scoperte inattese. Il punto di partenza è l’origine di un percorso sinuoso, che ricalca un disegno imperscutabile finché non lo si attraversa. Così la mostra “Les Possibilités – Labirinti mentali” muove i primi passi nelle rispettive città natali dei due artisti, Cecina e Macerata, verso un orizzonte che si abbraccerà con lo sguardo solo al termine del viaggio.

Giulio Perfetti - Infinitutine, 2018 - collage, foglia oro su carta / collage, gold leaf on paper, cm 65x80 - Serena Giorgi, Lo sconfinamento - 2018 - assemblaggio su carta intelata / assembling on lined paper, cm 70x70

Nel percorso espositivo si delinea un cammino metaforico in labirinti fisici e mentali: mappe del mondo esterno – planimetrie e porzioni di città – e tracciati del microcosmo umano – il palmo della mano – ma anche dedali mentali e sentieri interiori, che conducono in grovigli di pensieri e passioni, dove il dialogo si infrange in fraintendimenti o discontinuità. Il paesaggio linguistico è omogeneo, caratterizzato da una pluralità di mezzi espressivi, con tecniche e materiali prediletti: carta e collage, pittura, disegno, tutti legati alla pratica del fare, alla fisicità del rapporto tra artista e manufatto-opera. Le carte, con la loro fragilità semantica, esprimono il terreno dell’intimità, i collage e gli arazzi rivelano la ricchezza delle possibilità racchiuse nel percorso. Il rapporto tra immagine e parola viene declinato in pagine di poesia visiva, versi fatti di geometrie e colori, e in collage, disegni e libri d’artista. Infine ci sono lo spazio e la tridimensionalità, dalla dimensione intima delle teche - dove sono custoditi e offerti alla visione i tesori frutto del viaggio iniziatico - allo spazio “sociale” delle installazioni, che conducono i visitatori all’esperienza. Il cammino è un dialogo con tappe e passaggi a voci alterne, scandito da temi ricorrenti: la ricerca, l’esplorazione e la meta.

veduta della mostra

Giulio si concentra sulla mappa come strumento astratto dalla complessità del mondo per orientarsi: compone paesaggi geometrici di reminescenza costruttivista, raffinati collage dove sono allineati corpi astratti e parole come versi di poemi visivi (Mappe). A volte l’artista si chiede dove si trova, cercando un significato recondito al senso dell’esistenza nelle linee della propria mano, come tracce di un destino da scoprire. In altri casi pone l’accento sulla necessità di ostacoli nello scorrere incessante della vita, quasi fossero appigli o dissuasori nel tracciato definito dell’essere (Panta Rei). In questo viaggio fisico o mentale i rischi di perdersi sono tanti: l’affanno del percorso può disorientare, oppure la concentrazione può lasciare fuori tutto il resto, creando ostacoli al dialogo e alle relazioni con gli altri (Lost in traslation). Ma il viaggio riserva anche tante ricchezze, le possibilità del labirinto sono adombrate nella polisemia poetica dei collage, nell’evocazione di un percorso, visivo o sonoro, fisico o mentale. La potenza del rosso esprime questo slancio, la passione di un’avventura piena e intensa (Inizio/fine). Infine il deserto, con il suo paesaggio senza riferimenti, è la terra promessa, dimensione sconfinata di continua scoperta. L’essere rinnovato che è uscito “a riveder le stelle” è la base e l’essenza dell’universo, unità cosciente primaria e indivisibile (Monade).

Giulio Perfetti, Mappe, Don’t it - 2018 - collage, mista su carta / collage, mixed on paper cm 50x70

Per Serena il labirinto è metafora di un viaggio interiore da imboccare senza esitazioni, per perdersi e rinascere (Il continente interiore). Questo percorso nell’ultima fase delle sua produzione ha assunto una visione matura, con tappe e passaggi cesellati da un lungo lavoro. C’è lo smarrimento, punto iniziale e leit motiv del percorso, con il filo di lana che indica la necessità di un percorso fisico, un viaggio da compiere per ritrovare un senso perduto o ignoto di sé (Arte di smarrirmi). C’è il deserto, spazio vuoto (di riferimenti e certezze) ma luogo di visioni e rivelazioni, oltre che stringente faccia a faccia con il sè (Sono tante cose – il deserto). Qui si abbandona il terreno sicuro per andare oltre, inoltrarsi in un dedalo dai meandri sconosciuti, dove gli ostacoli diventano fonti di scoperta (Notevoli difficoltà nel seguire la meta). Ma l’immensità – spazio senza misura – è la dimensione evocativa dell’immaginario, dove vagare (Il magnifico errare – dune arancio) riserva possibilità inedite (Les possibilités). Questa scoperta getta semi per altri viaggi, in un ciclo vitale che si perpetua.

Serena Giorgi, Pensées, enter et sortir - 2018 - Libro d’artista, carta, vetro / Artist book, paper, glass, cm 40x75x6

Insieme i due artisti hanno lavorato su un lungo rotolo di poesie di carta, un diario di appunti di viaggio o una mappa per tracciare il percorso: è il tappeto su cui incamminarsi, un invito a partire verso il proprio orizzonte.

vedute della mostra

vedute della mostra

Serena Giorgi, Il deserto rosso - 2018 - Libro d’artista, carta / Artist book, paper, cm 30x50x6

Giulio Perfetti, Lost in translation - 2018 - collage, mista su tavola / collage, mixed on panel, cm 50x70

vedute della mostra

vedute della mostra

Giulio Perfetti e Serena Giorgi sono ricercatori inquieti e coraggiosi.

Da un incontro casuale è nato un progetto di collaborazione artistica fatto di ascolto e di scambio, di contaminazione continua di idee e sensibilità. Ne è nato un sodalizio che è prima di tutto unione di due persone che sanno dialogare con rispetto e che mettono a disposizione del pubblico il loro sguardo. Curioso e attento. Originale e ancora puro. Espressione di un’umanità delicata e rara. Con questo atteggiamento umile e poetico (e dunque anche rivoluzionario) rendono accessibili cose, oggetti, particolari apparentemente invisibili o insignificanti, offrendo loro una nuova luce e quasi rivelando la loro anima interiore e nascosta.

Giulio Perfetti, Panta rei -2018 - Mista su tela / mixed on canvas, cm 80x120

In questa prospettiva, il loro cammino artistico è alimentato da una autentica tensione verso la conoscenza. Un percorso di arricchimento interiore per superare i limiti e spostare l’orizzonte del conosciuto in avanti. Verso una dimensione intima, che rappresenta un orizzonte di libertà rispetto ai vincoli della vita quotidiana. Le idee iniziano così magicamente a prendere forma. Ad abitare grandi fogli, dove dipingono, disegnano, scrivono. Scarabocchiano e cancellano. Delineando un itinerario mentale che fa lievitare la loro immaginazione. Una via di fuga, che rappresenta anche un’alternativa esistenziale di libertà.

Serena Giorgi, Percorsi interiori - 2018 - Carta, specchio, tela/ paper, space, canvas, cm 25x32x4

Insieme hanno realizzato: “Les possibilitès – labirinti mentali” (Centro di formazione arti visive Cecina – Luglio 2018), che è il racconto di questo percorso fianco a fianco, un viaggio tra smarrimenti e sorprese che prefigura la grande avventura dell’esistenza, e “Portami a cena”, un’opera installativa dedicata ai grandi temi dell’ambiente (Fuori Salone, Milano, Panoramix – Aprile 2019 “Duemanondue” Rocca Malatestiana, Fano - Agosto 2019) che comunica la loro visione dell’arte come catalizzatore e strumento di trasformazione della società.

6 /15 luglio 2018 Centro Formazine Arti visive Cecina a cura di Federica Lessi

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