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e futuro
Introduzione
Expert Paper
La negatività della MRD può essere considerata il nuovo standard per misurare la profondità della risposta?
Simone Ferrero
Ematologia Universitaria
AOU “Città della Salute e della Scienza”, Torino
Gian Matteo Rigolin
Sezione di Ematologia e Reumatologia
Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Ferrara
Concetta Conticello
Divisione di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo
AOU Policlinico-San Marco, Catania
Vittorio Del Fabro
Divisione di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo
AOU Policlinico-San Marco, Catania
Francesco Buccisano
Cattedra di Ematologia
Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione
Università “Tor Vergata”, Roma
Mario Boccadoro
Università degli studi di Torino
Presidente European Myeloma Network Italy
Michele Cavo
Istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli”
IRCCS AOU S.Orsola-Malpighi, Bologna
Università degli Studi di Bologna
Marco Ladetto
Dipartimento di Medicina Traslazionale
Università del Piemonte Orientale
AO Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, Alessandria
Elena Zamagni
Istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli”
IRCCS AOU S.Orsola-Malpighi, Bologna
Antonio Cuneo
Sezione di Ematologia e Reumatologia
Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Ferrara
Renato Zambello
UO Ematologia AO Ospedale di Padova
Cirino Botta
Dipartimento di Promozione della Salute, Materno-Infantile, di Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza (ProMISE)
Università di Palermo
Sara Galimberti
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Università di Pisa
Paolo Prospero Ghia
Programma di Ricerca Strategico sulla LLC
Università Vita-Salute San Raffaele
IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
Benedetto Bruno
Divisione Universitaria di Ematologia
AOU “Città della Salute e della Scienza“, Torino
Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute
Università di Torino
Il parametro della malattia minima residua (MRD, Minimal Residual Disease) o malattia residua misurabile definisce quante cellule neoplastiche rimangono dopo un trattamento antitumorale efficace. Le cellule neoplastiche vengono ricercate con metodi sofisticati, in grado di identificarle quando i metodi convenzionali – siano essi citofluorimetrici, molecolari o di imaging avanzato – non rilevano più presenza di malattia. Minore è il numero di cellule “residue”, più prolungata è la fase di remissione. Recentemente, si è sostituito il termine “Minimo” con “Misurabile” in quanto in effetti non è ancora chiaro quale sia la quantità minima di malattia che si debba raggiungere per eradicare realmente la malattia.
Nonostante la valutazione della MRD non sia universalmente impiegata nella pratica clinica, numerosi studi hanno dimostrato la sua notevole forza di predittore affidabile di sopravvivenza, inclusa la possibilità di sostituire il valore prognostico della remissione completa (CR) o della sopravvivenza libera da progressione (PFS).
Nel mieloma multiplo (MM), ad esempio, i dati suggeriscono che una MRD non più evidenziabile (undetectable MRD - MRD non rilevabile) sia in grado di superare la CR come marcatore prognostico sopravvivenza (OS) e PFS. I risultati che dimostrano la superiorità prognostica della MRD non rilevabile sono stati osservati in tutti i regimi di trattamento ed indipendentemente dalle caratteristiche del paziente, compreso il rischio citogenetico, sia nei pazienti in prima linea di trattamento che in quelli recidivati/refrattari.
Un panel di esperti si è riunito e ha valutato in che misura la MRD non rilevabile possa essere considerato un endpoint negli studi clinici ed uno strumento da utilizzare nella pratica clinica per personalizzare le decisioni terapeutiche in corso di trattamento delle malattie onco-ematologiche, in particolare nella leucemia linfatica cronica (CLL), nel mieloma multiplo (MM) e nei linfomi Non-Hodgkin (NHL).
Per ognuna di queste malattie, il panel ha fornito una risposta ai seguenti quesiti: a) Possiamo considerare la MRD non rilevabile il migliore endpoint surrogato per i trial clinici, enti regolatori e la pratica clinica? b) Qual è la tecnica preferibile per lo studio della MRD? c) Qual è il time point più utile per la sua valutazione? È preferibile una valutazione a livello locale o centralizzata? d) Qual è l’impatto della MRD sulle strategie terapeutiche oggi e nel prossimo futuro?