e-mail n° 17 del 25 aprile 2020

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Parrocchia di San Maurizio

Brusson n° 17

25 aprile 2020 Anno XIX° - n° 944 Gruppo "Camminare pensando"

Meditate che questo è stato.

Primo Levi

il Sindaco fa il punto della situazione Brusson, 25 aprile 2020.

La situazione nel Comune di Brusson rispetto all’infezione del Covid-19 è la seguente: 1 persone positiva ricoverata all’ospedale 1 persona in isolamento preventivo, con esito da tampone negativo.

Purtroppo nella mattinata di ieri venerdì 24 aprile è venuta a mancare la Sig.a Lévêque Francesca Maria, da tempo ricoverata presso la Clinica di Saint-Pierre per altre patologie alle quali si è poi associato il Coronavirus.

L'Amministrazione Comunale tutta intera formula alla figlia Paola, dipendente del nostro Comune, le più sentite condoglianze.

Celebrazioni del 25 aprile 2020 75° anniversario della Liberazione Nella mattinata di oggi sabato 25 aprile il Sindaco, il Vice-Sindaco ed il capogruppo degli Alpini di Brusson, unitamente al nostro Parroco don Michele, depositeranno un omaggio floreale al Monumento ai Caduti sito in piazza della Chiesa e successivamente al Monumento dedicato alla Resistenza nella Valle dell'Evançon, sito nell'area Goen.

Con riferimento alle modalità da osservare in relazione alle limitazioni prescritte dall'attuale situazione di emergenza sanitaria, si comunica che alle cerimonie di cui sopra non potranno intervenire altre persone oltre a quelle sopra indicate, per espressa disposizione delle Autorità preposte.

ilspiegato totalitarismo ai ragazzi Nel corso del programma di “La banda dei FuoriClasse” andato in onda su Rai Gulp venerdì 24 aprile, vigilia della Festa della Liberazione, il prof. Enrico Galliano ha spiegato ai ragazzi che cos’è il Totalitarismo. Qui di seguito riportiamo la trascrizione di ciò che ha esposto.

Oggi ragazzi parliamo dei Totalitarismi del XX secolo. Cosa vuol dire Totalitarismo? E’ un sistema politico autoritario in cui tutti i poteri sono concentrati in un partito unico, nel suo capo e in un ristretto gruppo di dirigenti.

Facciamo un esempio.

Voi siete una classe, la 3^ E. Fate finta che sia tutto normale. E’ un periodaccio, voti bassi e non andate per niente d’accordo tra voi. Litigate sempre e non siete più uniti come lo eravate una volta. In più vi sentite anche inferiori alle altre classi, in particolare a quelli della 3^ B, che è piena di bravi ragazzi, belli, buoni a scuola, simpatici e al torneo di calcetto vi hanno anche battuti 6-0. Insomma, vi sentite un po’ scarsini.

Poi accade questo: una mattina, al cambio dell’ora, uno si alza in piedi, il prof non c’è e lui prende il suo posto alla cattedra. E’ Mario, un ragazzino qualunque, ma fa una cosa che stupisce tutti: fa un discorso alla classe. All’inizio vi viene anche un po’ da ridere, ma poi lo state a sentire, perché Mario è bravo a parlare, insomma, si sa far ascoltare, e vi dice: “Ragazzi, ho visto in Tv un film che spiega come si deve fare per diventare una classe unita. Vi va di diventare una classe più unita? Vi va di battere a calcetto quelli di 3^ B e di fargliela pagare?”. In coro rispondete: “Cavolo, sì che ci va”. Mario aggiunge: “Allora io vi faccio una promessa. Se fate quello che io vi dico, in pochi giorni saremo la classe più unita e più forte della scuola”. Mario è stato convincente e voi dite: “Si dai Mario, proviamo”.

“E allora domani – afferma Mario soddisfatto – tutti a scuola con la maglietta dello stesso colore”. Un po’ stupiti, qualcuno di voi obietta: “Con la maglietta dello stesso colore?”. Mario con calma ribatte: “Sì, votiamo il colore che preferi-

te (giallo, verde, blu o altro) e domani tutti a scuola con la maglietta dello stesso colore”. La cosa vi incuriosisce, votate e alla fine il colore più votato è il rosso.

Quindi il giorno dopo arrivate a scuola tutti con la maglietta rossa. Accade qualcosa di strano, già all’ingresso della scuola: a vedervi tutti con la stessa maglietta vi fa un certo effetto e cominciate a sentirvi un po’ più uniti, un po’ più squadra.

Andate in classe e al cambio dell’ora Mario vi fa un’altra proposta: “D’ora in poi fra noi di questa classe ci saluteremo così (solo mignolo, indice e pollice alzati)”.

Voi guardate Mario e dite: “Eh??”.

“Ma sì, quando ci vediamo – specifica Mario – invece del solito 'Ciao‘ con la manina, ci salutiamo tutti così. Questo sarà il nostro saluto”. “Perché ?” dite voi.

Mario: “Ma sì, l’ho visto nel flim. E’ un segno di riconoscimento, con un codice tutto nostro. Fidatevi, ci farà sentire più uniti e più forti”.

Voi all’inizio siete scettici, però all’inizio avete fatto questo patto ed accettate. In fondo lui vi ha promesso di farvi sentire più uniti e più forti. E’ importante. E poi la cosa delle magliette ha funzionato no? Perché non provare anche questo? In fondo cosa vi costa fare il saluto in questo nuovo modo? Pazzesco. Funziona! E poi è bello avere qualcosa solo vostro, di voi della 3^ E. Un codice tutto vostro.

Ed arriva il terzo giorno. Tutti con la maglietta rossa, tutti con il saluto convenuto… tratte una ragazza, Sara. Lei dice che non le piace questo gioco: “Si certo funziona, fa sentire più uniti, ma a me non piace mettermi la maglietta rossa. E poi quel saluto lì, cosa vuol dire?”. Sara è irremovibile, lei non vuole fare quel saluto. Allora Mario dice: “Va bene. Sei libera di non farlo. Però tu così non puoi più stare con noi. E quando faremo la pizza di classe noi non ti inviteremo”.

Sara protesta, si arrabbia. Ma stavolta non c’è solo Mario, ci sono anche altri ragazzi della classe che le dicono: “Ma Sara, dai, cosa ti costa una maglietta rossa ed un saluto, cosa saranno mai? E poi come ti dice la tua migliore amica, il rosso ti sta anche bene”. Ma Sara non ne vuol sapere. E così all’intervallo la lasciate sola. Fate anche la pizza di classe, tutti vestiti di rosso, ovviamente, ma Sara non la invitate. Sara viene esclusa da tutto.

Manca un ultimo ingrediente. Quelli di 3^ B. Mario aspetta il cambio dell’ora, va alla cattedra e dice: “Io lo so perché eravamo disuniti. La colpa è di quelli della 3^ B. Sono stati loro a renderci così. Io ho sentito dire che ci prendevano in giro. Dicono di noi che siamo delle pappemosce”.

Cavolo, non ci avevate mai pensato, ma quelli di 3^ B li odiate proprio, li odiate sul serio. Non vedete l’ora di giocare di nuovo contro di loro. Pappemosce…

"Ma come si permettono?". Nessuno di voi li ha mai sentiti dire così, ma l’ha

detto Mario e Mario è un tipo forte ed è uno di cui ci si deve fidare. Quindi adesso odiate Sara e odiate anche quelli di 3^ B. Ecco questo è il Totalitarismo.

Per fare il Totalitarismo bastano 5 cose: 1 – una crisi 2 – un capo 3 – un pensiero comune 4 – un nemico interno 5 – un nemico esterno.

Questa cosa qui, all’inizio del secolo scorso, è successa davvero, solo che non è stato in una classe, ma in tre diversi Paesi del Pianeta: Fascismo, Stalinismo e Nazismo per anni hanno portato il Totalitarismo in Italia, in Unione Sovietica e in Germania. Anche se Fascismo, Stalinismo e Nazismo sono cose diverse hanno molti punti in comune. Quali? Una crisi, un capo, un pensiero comune, un nemico interno e uno esterno.

La crisi era stata quella conseguente alla Prima Guerra Mondiale.

Il capo era quello che diceva “Ci penso io, lasciate fare a me, fate come vi dico io e saremo più forti”. Si chiamavano Mussolini in Italia, Stalin in Unione Sovietica e Hitler in Germania.

Il pensiero comune? Per ottenerlo ci pensava la propaganda. Essa è come la pubblicità, solo che invece di cercare di venderti qualcosa, la propaganda ti vuole vendere un’idea. In cambio di cosa? Ormai lo abbiamo capito: farti sentire più forte.

In Italia, in Unione Sovietica e in Germania l’opera di Mussolini, di Stalin e di Hitler si basava sul controllo di tutti i mezzi di informazione (cinema, radio, giornali, libri). Tutto era gestito dal potere centrale. Non era possibile dire nulla che non fosse approvato dal governo. Fascismo, Stalinismo e Nazismo si occuparono dell’eliminazione fisica di ogni forma di dissenso.

Cosa vuol dire dissenso? Vuol dire fare come Sara che dice “Io non ci sto”.

In uno Stato totalitario tu non puoi dire “Io non ci sto”. Se lo fai devi subire una pena: la deportazione e la prigione.

Ed infine, Fascismo, Stalinismo e Nazismo avevano tutti un nemico esterno, cioè qualcuno da odiare, da percepire come il diverso e il cattivo: l’ebreo per il

Nazismo prima, e poi anche per l’Italia con le Leggi Razziali del 1938. Mentre i contadini arricchiti di origine polacca furono i nemici esterni per lo Stalinismo.

Ma il culmine del Totalitarismo si ha quando i nemici interni ed esterni vengono degradati: non vengono più considerati come esseri umani, ma come qualcosa di meno e come tali vengono portati lontano, nei campi che all’inizio venivano chiamati ‘campi di rieducazione’, ma che poi diventano i Gulag sovietici e i Lager nazisti. In quei campi ci finirono tutti coloro che erano stati bollati come nemici del regime. Parliamo di milioni di persone che da quei campi non tornarono mai più.

Questo è il Totalitarismo: quando un intero popolo si sottomette ad un volere di un capo, quando un intero popolo elimina tutte le differenze, quando un intero popolo è mosso dall’odio verso un nemico.

E bisogna stare attenti, perché, come dice Primo Levi nel romanzo Se questo è un uomo, “Meditate che questo è stato”. Cosa vuol dire? Che bisogna stare attenti sempre. Basta un momento di crisi e tutto quell’odio può accadere di nuovo.

Enrico Galiano – professore e scrittore Su Raiplay trovate la puntata durante la quale si è trattato di "Libertà" da più punti di vista, tra cui il concetto opposto di 'Totalitarismo'.

La banda dei FuoriClasse dal lunedì al venerdì dalle 9h15 alle 12h00 su Rai Gulp canale 42 e da rivedere su Rai Play conduce Mario Acampa con l'ausilio di maestri, prof ed esperti.

Ogni puntata dedica una prima parte ai bambini delle Scuole elementari ed una seconda parte ai ragazzi delle Scuole Medie.

Ogni giorno è proposta una parola-chiave che viene sviluppata nelle diverse materie di scuola e alla fine viene proposta una mappa concettuale sull'argomento svolto. Merita davvero !

Orari sante messe Celebrazioni di Papa Francesco su TV2000 canale 28 alle 7h00 da Santa Marta in Roma ***

Celebrazioni del Vescovo Mons. Franco Lovignana in diretta radiofonica o in Streaming su Radio Proposta in Blu domenica 26 aprile 10h00 - S. Messa mercoledì 29 aprile 18h00 - S. Messa dalla cappella del Seminario di Aosta

Vi aspetto Vi aspetto con i vostri volti pieni di speranza e gli occhi insonni e colmi di stupore, come chi vede il mondo per la prima volta.

Vi aspetto e vorrei che tutto accadesse come se fosse nuova la terra, come se tutto si plasmasse in questo istante.

Vi aspetto, risorti come i selvaggi germogli della primavera, con una rinnovata voglia di felicità, di verità, di eternità.

Vi aspetto, dopo questa pioggia che ha lavato il cielo, pulito il cuore del mondo, pulito la vita e battezzato la terra, questa pioggia che ci ha lavato gli occhi e li ha resi capaci di un lungo libero sguardo.

Luigi Verdi

I care Tutte le futurologie del XX secolo, che predicevano l’avvenire trasportando nel futuro le correnti che attraversavano il presente, sono crollate. Eppure, si continua a predire il 2025 e il 2050 mentre si è incapaci di comprendere il 2020.

L’esperienza delle irruzioni dell’imprevisto nella storia non è ancora penetrata nelle coscienze. L’arrivo di qualcosa di imprevedibile era prevedibile, ma non la sua natura. (...) Ci fu un profeta di questa catastrofe: Bill Gates, in una conferenza dell’aprile 2012, aveva annunciato che il pericolo immediato per l’umanità non era nucleare, ma sanitario. (...) Nonostante questo avvertimento pubblico, non è stato fatto nulla né negli Stati Uniti né altrove. Perché la pigrizia intellettuale e l’abitudine non sopportano i messaggi che le disturbano.

in bacheca Io resto a casa

Auguri a

Eloan Benato - 28 aprile

Notizie dall' Italia lockdown

da un' intervista a Edgar Morin, a cura di Nicolas Truong in “Le Monde” del 20 aprile 2020 (traduzione: www.finesettimana.org)

Come le nuvole ci rivelano in che direzione soffiano i venti in alto sopra di noi, così gli spiriti più leggeri e più liberi preannunciano con le loro tendenze il tempo che farà.

Friedrich Nietzsche

da facebook - aprile 2020

Redazione: Geremia Momo - tel 0125 300 113 - cellulare 347 25 82 830 - e-mail: geremia.momo@brusson.net - fotocopiato con mezzi propri