Portogruaro.Net Magazine

MAGAZINE Fuori scena

Intervista a Massimo Lopez e Tullio Solenghi

P R I M A V E R A

Il salone degli eventi

Le manifestazioni che celebrano le tipicità del territorio

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L’acquolina in bocca Rivoluzione alimentare: gli insetti a tavola

In copertina

CELSO COSTANTINI, IL CARDINALE VERSO LA BEATIFICAZIONE Il 17 ottobre è stato avviato il processo di santificazione del sacerdote molto caro agli abitanti di Concordia Sagittaria e nunzio apostolico in Cina Guido Cadorin, Ritratto di don Celso Costantini, 1910

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L’editoriale

MAGAZINE

BUROCRAZIA: UNA TASSA OCCULTA CHE FRENA L’ECONOMIA di Vincenzo Zollo

LE IMPRESE BOCCHEGGIANO ED I COSTI AMMINISTRATIVI PORTANO VIA PIÙ DEL 5% DEI LORO FATTURATI

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on è di certo una di quelle cose di cui vantarsi. Lo dice chiaro e tondo il Word Economic Forum, che posiziona l’Italia al 136° posto nella classifica sugli oneri burocratici che affliggono le aziende.

Dietro di noi solo Brasile e Venezuela.

E lo conferma uno studio di Confindustria che esamina l’impatto della burocrazia italiana sull’economia, nell’ottica di un confronto con i principali competitors europei, dove oltre a definire il 5 per cento di costi amministrativi per le imprese, evidenzia anche i lunghi tempi necessari per aprire uno stabilimento (che nel nostro Paese arrivano anche a 4 anni) che di certo non favoriscono la competitività delle imprese né tantomeno attraggono investimenti. Anche il Centro Studi CNA quantifica il costo della burocrazia fiscale per le PMI, stimandolo in 22 miliardi di euro annui, all’incirca 5 mila euro l’anno ad impresa, cioè 16 euro al giorno: record negativo nell’Ue. A ciò si unisce l’indagine della Confederazione Italiana Agricoltori che stima in 100 mila le imprese agricole chiuse negli ultimi 10 anni, divorate dai costi e dalla farraginosità dei rapporti con la pubblica amministrazione, che le ha viste costrette a “sprecare” otto giorni al mese cadauna per riempire documenti e materiale burocratico cartaceo che, se messo in fila, supererebbe i 4 chilometri.

le imprese potrebbero arrivare a risparmiare fino al 25% dei loro attuali costi per la burocrazia. É evidente, quindi, che urge un intervento in questo senso. Urge perché semplificare ed alleggerire le incombenze per le aziende significa incentivarle negli investimenti, che vuol dire incrementare la forza produttiva, e quindi creare posti di lavoro, che aiutano le famiglie nelle loro micro economie, rimettendo in moto in maniera circolare l’economia nazionale.

Ci aspettiamo quindi che, in questi giorni di propaganda elettorale che precedono le votazioni del 4 marzo, tutte le forze politiche ricordino di prendere un impegno a favore della semplificazione burocratica, e che ancor più rammentino di tenervi fede una volta eletti, apportando degli interventi che, a cascata dal governo

centrale fino ai più piccoli enti locali, ne favoriscano la riduzione.

Colgo l’occasione, infine, dato che da questo numero subentro anche nel ruolo di Direttore responsabile di Portogruaro.Net (oltre che ad esserne l’editore), per ringraziare chi prima di me ha svolto con estrema professionalità questo compito: Maurizio Pertegato dal 2006 al 2013 e Giulio Serra dal 2014 al 2017. Le scelte dell’editore si scontrano spesso con quelle del direttore, confido di sapere mediare queste mie due anime e, con l’aiuto dei nostri collaboratori ed i consigli dei nostri lettori, continuare nella tradizione del buon giornalismo locale per cui ci siamo contraddistinti negli 11 anni di vita del Magazine, lontani da luoghi comuni, sensazionalismi e opinioni di parte.

Sommario Editoriale I costi della burocrazia

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In copertina Il cardinale Celso Costantini 4 Fuori scena Intervista a Lopez e Solenghi 6 Oltre confine Storia e racconti di Gruaro

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La parola a Pneumologia e Haloterapia 8 Confartigianato Imprese V.O 8 Leggiamoci su Biblioteche e scuole

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Salone degli eventi Eventi e prodotti tipici

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Associ(a)zioni Disabilità e volontariato

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Stiamo in salute L’evoluzione delle farmacie 13 L’acquolina in bocca Gli insetti in cucina

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Giocherellando Cruciverba e crucipuzzle

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Numeri impressionanti quindi, che ci fanno ben capire che quello della burocrazia, alla faccia della semplificazione tanto sventolata negli ultimi anni, è un problema serio che aiuta a tenere in scacco l’economia nazionale. E ce lo ricordano anche la Banca mondiale, con la sua classifica sulla facilità di fare impresa, in cui evidenzia che in Italia l’eccessiva burocrazia rappresenta un limite costringendo le imprese a fare i conti con regole numerose e complesse e con tempi di risposta lunghi e costosi, ed anche l’Unione Europea, che sottolinea come la riduzione degli adempimenti burocratici sia un fattore essenziale per promuovere la creazione di posti di lavoro. Ma ce lo dice anche Rete Imprese Italia: rendendo l’apparato statale più efficiente attraverso un’opera di semplificazioni,

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PRIMAVERA 2018

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In copertina

MAGAZINE

PRIMAVERA 2018

CELSO COSTANTINI, UN “SANTO” DEI NOSTRI TEMPI MONS. BRUNO FABIO PIGHIN RACCONTA IL LEGAME DEL CARDINALE CON IL TERRITORIO E IL SUO GRANDE OPERATO IN CINA

S.E. Mons. Celso Costantini con i bambini nell’ospizio di Portogruaro, 1922 (Pordenone, Archivio Storico Diocesano)

“V

i chiedo di fare Santo Celso Costantini”. Con queste parole, nel maggio 2011, Dina Francovich, una degli ultimi 353 “figli della guerra” salvati dal cardinale, supplicò di persona il vescovo della diocesi di ConcordiaPordenone di beatificare Celso Costantini. L’implorazione di Dina, intrisa di un forte sentimento di devozione, convinse Mons. Giuseppe Pellegrini ad incaricarsi della questione.

Così, ottenuto il nulla osta dalla Santa Sede, che già nel 2016 aveva conferito a Costantini il titolo di “Servo di Dio”, il 17 ottobre 2017, a 59 anni esatti dalla sua morte, si è tenuta a Concordia Sagittaria la Sessione di Apertura della sua Causa di Beatificazione e Canonizzazione. Una figura importante per il nostro territorio che, tuttora, viene ricordata per la sua personalità e per il suo operato. Nato a Castions di Zoppola il 3 aprile 1876, il porporato pordenonese studiò nel seminario di Portogruaro e poi all’Accademia di San Tommaso e alla Gregoriana a Roma, dove si laureò sia in Filosofia che in Teologia nel 1899, anno in cui venne anche consacrato sacerdote. Svolse la sua attività pastorale nelle parrocchie di Rorai Grande (Pordenone), di Concordia Sagittaria e di Aquileia. Nel primo dopoguerra fondò a Portogruaro l’Istituto S. Filippo Neri, un’opera di assistenza e carità per i figli della guerra. Nel 1920 venne nominato amministratore apostolico di Fiume, dove si impegnò per la difesa dei diritti umani. L’anno successivo fu consacrato vescovo e nel ’22, per volere di Papa Pio X, divenne arcivescovo e delegato apostolico in Cina. Qui realizzò il primo concilio plenario cinese, costituì i primi vescovi cinesi e fondò la Congregatio Discipulorum Domini (C.D.D.). Promosso segretario della Sacra Congregazione di Propaganda Fide nel 1935, fu poi creato cardinale e cancelliere di Santa Chiesa Romana, alto incarico che mantenne fino al 1958, anno della sua scomparsa. Costantini è stato un uomo di fede che ha saputo lasciare il segno in ogni suo operato. Per conoscerlo più nel dettaglio, Portogruaro.Net ha intervistato Mons. Bruno Fabio Pighin, docente

universitario a Venezia, delegato episcopale per la Causa di Beatificazione e massimo esperto della figura storica del cardinale suo concittadino.

Costantini e Concordia, un legame indissolubile “Costantini entrò a Concordia Sagittaria con la funzione di parroco ad appe-

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na 25 anni, giovanissimo, e vi rimase per ben 14 anni, dal 1901 al 1915 racconta Pighin -. Era una persona di notevole livello culturale e spirituale, sapeva imporsi in diocesi. Con i concordiesi riuscì ad instaurare un ottimo rapporto sul piano pastorale che, tuttora, rende tanto viva e amata la sua figura. Si dedicò molto ai giovani, ai lavoratori della popolazione in tutte le attività che venivano proposte dalla parrocchia”. Protagonista indiscusso della valorizzazione dell’arte cristiana in Italia, Celso Costantini a Concordia fu anche scrittore, lasciandoci una trentina di volumi, l’ultimo dei quali fu pubblicato otto anni fa proprio da Mons. Pighin. Oltre a ciò, sviluppò la sua dote naturale di scultore. “Promosse molto l’aspetto storico e archeologico della città - continua il prof. Pighin -. Compose una cinquantina di sculture, che vennero molto apprezzate anche a livello nazionale. Nel 1908 presentò alcune sue opere ad un concorso artistico a Venezia e arrivò secondo su oltre 300 concorrenti. La sua attività scultorea è testimoniata soprattutto nell’area posteriore alla cattedrale, dove si ammirano due sue opere di rilievo: la statua del lavoratore delle paludi, per tutti “Toni dall’aga”, dedicata a coloro che si adoperarono per bonificare la zona, e la “Sala Costantini”, costruita da lui come suo laboratorio. Qui, incastonati nelle

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Celso Costantini, Il lavoratore delle bonifiche, 1914. Concordia Sagittaria

In copertina

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PRIMAVERA 2018

pareti esterne, troviamo ancora oggi oltre 60 reperti che impreziosiscono l’opera. Inoltre, si occupò - aggiunge Pighin - del riordino della piazza, oggi a lui dedicata, del prolungamento della campata della cattedrale, nella quale realizzò la Cappella dei Martiri, inaugurata nel 1904. Celso Costantini ha lasciato un grande segno della sua personalità e della sua spiritualità soprattutto nelle persone. La gente di Concordia Sagittaria non lo ha mai dimenticato, anzi, lo ama moltissimo”. Il Comune, infatti, non potendo non ricordare questa storica figura, ha voluto conferirgli la cittadinanza onoraria della città, un riconoscimento più che doveroso per gli anni di servizio svolti in parrocchia e per l’onore ad essa procurato nel mondo.

L’istituto S. Filippo Neri per i figli della guerra a Portogruaro Al termine del primo conflitto mondiale, nel dicembre del 1918, Celso Costantini si trovò ad affrontare un enorme problema sociale. “In quel periodo svolgeva il ruolo di vicario generale - racconta Mons. Pighin – e dovette trovare un modo per poter aiutare tutti quei bambini nati da donne, in maggioranza sposate, che, nel corso della guerra, avevano subito violenza da parte dei soldati dell’esercito austroungarico o da altri e che, per quel motivo, non venivano più accettate dai mariti-soldati al rientro dal fronte.

Poiché c’era il rischio che questi figli venissero abbandonati o, addirittura, uccisi, Costantini, per accoglierli, fondò a Portogruaro l’Istituto S. Filippo Neri, che poi venne trasferito a Castions di Zoppola, paese natale del cardinale.

Raccolse 353 bambini del territorio e anche della zona di Udine assistendoli fino alla maggiore età. Compì un’opera di grande valore sociale, ma anche di grande santità, senza avere a disposizione i mezzi adeguati, fidandosi sulla Provvidenza. Di questi figli della guerra, uno è ancora vivo”. Si tratta di Guerrino Moretto, nato il 21 luglio 1918 a Torrate di Chions, il secondo neonato registrato nell’Istituto S. Filippo Neri.

“Era la vigilia di Natale del 1918 quando don Desiderio Toffarel, parroco del mio paese natale, ha scritto una lettera a Mons. Celso Costantini per chiedergli di accogliermi dopo che la mia famiglia mi aveva rifiutato in quanto figlio illegittimo - racconta Guerrino Moretto -. Sono molto riconoscente per quello che ha fatto per me, a lui devo la vita.

Grazie a questo Istituto una famiglia ha potuto adottarmi e farmi crescere, sono molto contento della mia vita”.

Mons. Celso Costantini nella sede della Delegazione Apostolica di Pechino (Pordenone, Archivio Storico Diocesano)

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le missioni. Da quel momento, infatti, tutti i missionari e vescovi europei dovettero prepararsi per lasciare il posto al clero locale. Un fatto veramente rivoluzionario che portò, nel 1926, alla fondazione della chiesa cattolica in Cina su basi proprie con la nomina dei primi sei vescovi. L’anno successivo costituì il primo istituto religioso maschile cinese, ancora oggi operante, la Congregatio Discipulorum Domini, a sostegno delle diocesi e della popolazione. In seguito, eresse l’Università cattolica di Pechino, oggi trasferitasi a Taipei, e inaugurò l’Azione cattolica generale cinese”. In queste straordinarie realizzazioni, tuttavia, Costantini ebbe degli avversari: la Francia e tutti quei missionari legati al vecchio sistema e che, quindi, si erano visti messi da parte.

“La nazione francese pretendeva di far valere un protettorato, voleva tenere sotto controllo tutta la chiesa cattolica in Cina perché aveva pure una sorta di ipoteca nei confronti del Governo cinese - continua don Pighin -. Costantini volle staccarsi definitivamente da questa egemonia francese subendo, però, continui attacchi che avevano l’obiettivo di creargli terra bruciata tutt’attorno. Disgustato per come veniva trattato e ammalato, chiese al Papa di venire sostituito nel suo incarico a Pechino.

Pertanto, nel 1935 Pio XI lo nominò segretario della Congregazione di Propaganda Fide, ruolo, tuttavia, che non lo portò a distaccarsi dalla Cina visto che doveva occuparsi di tutte le missioni cattoliche del mondo. Fu un grande tessitore di relazioni diplomatiche, prima fra tutte quella tra la Repubblica cinese e la Santa Sede, avviate a partire dal 1946. Una questione che, al giorno d’oggi, la Chiesa vorrebbe riprendere e della quale Costantini fu un apripista”.

La nomina a cardinale arrivò nel 1953.

Ma già nel 1946, il Papa lo aveva inserito nell’elenco dei cardinali, dal quale volle togliersi per lasciare il posto al primo porporato cinese. Il cardinale Costantini è considerato il più grande evangelizzatore della Cina, tanto che, lo scorso 17 ottobre, all’avvio della sua Causa di Beatificazione, una delegazione di ben trenta sacerdoti cinesi della C.D.D. raggiunse Concordia Sagittaria per partecipare allo storico evento nella cattedrale di Santo Stefano.

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Costantini pioniere dell’evangelizzazione in Cina Celso Costantini resse la parrocchia concordiese fino al 1918, anno in cui venne nominato vicario generale dell’intera diocesi. Gli sviluppi lo portarono ad essere vescovo nella Città di Fiume in Croazia, da dove fece poi il grande salto verso la Cina come primo delegato apostolico. “È impressionante quello che riuscì a fare in 11 anni - sostiene il prof. Pighin -. Per prima cosa, riunì tutti i rappresentati dei cattolici a Shanghai, nel 1924, nel primo ed unico Concilio Cinese, che determinò una grande svolta per quanto riguarda

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Mons. Celso Costantini in visita ad un collegio cinese (Pordenone, Archivio Storico Diocesano, Archivio Costantini)

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Fuoriscena

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PRIMAVERA 2018

IL TWO MAN-SHOW DI LOPEZ E SOLENGHI DUE AMICI STORICI, DUE VICINI DI CASA, DUE COLLEGHI, DUE PROFESSIONISTI DELLO SPETTACOLO DI NUOVO INSIEME SULLO STESSO PALCO

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uindici anni dopo lo spettacolo “La strana coppia”, Massimo Lopez e Tullio Solenghi tornano a Teatro con uno Show variegato di cui sono interpreti e autori registrando un sold out dopo l’altro, compresa la data del 17 gennaio scorso al Russolo di Portogruaro.

Le quasi due ore di puro divertimento appaiono al pubblico come uno Show fresco e dinamico ma celano al loro interno il riassunto di una carriera fatta di follia, di sperimentazioni, di genialità e di un’autentica complicità che li ha resi, negli anni d’oro del Trio, una delle realtà comiche più creative ed affermate di sempre nel nostro Paese.

Quello che mettono in scena non è una patetica replica di un passato di successi, i due comici offrono bensì una mitragliata di gag, sketch, esibizioni, attestando ancora una volta la loro naturale indole all’intrattenimento. Da due sembrano moltiplicarsi magicamente e diventare cento, dando prova di tutte le loro capacità.

Lopez dimostra un’incredibile abilità nell’uso della voce (non per nulla già prima della nascita del Trio, Solenghi gli propose di lasciare il Teatro Stabile di Genova per mettere in scena insieme a lui uno spettacolo di soli rumori), canta, recita e imita con una facilità disarmante. Da Patty Pravo si trasforma in Domenico Modugno, sforna una carrellata di parodie di autorità politiche passando da un personaggio all’altro in una frazione di secondo, diventa Maurizio Costanzo e perfino Papa Bergoglio. Solenghi regge brillantemente il passo del collega trasformandosi in Papà Ratzinger in un siparietto di vita domestica con la preparazione del sugo “Quattro Santi in padella”, recita il monologo dell’Amleto in varie lingue imitando leader politici internazionali e ci propone un’inaspettata performance musicale la “cavatina di Figaro”. Un tocco in più è dato dalla presenza della Jazz Company, diretta dal maestro Gabriele Comeglio e composta da Caterina Comeglio (percussioni), Fabio Gangi (tastiera), Ezio Rossi (basso) e Marco Serra (batteria), che accompagna i due comici durante lo spettacolo supportandoli nelle varie esibizioni.

Degni di nota il duetto tra Gino Paoli e Ornella Vanoni e quello tra Dean Martin e Frank Sinatra, performance esilaranti in cui i due artisti poliedrici riconfermano quanto già dimostrato nel programma “Tale e Quale Show”.

In tutto questo divertimento riescono

a trovare lo spazio anche per un momento emozionante dedicato al ricordo della loro compagna di avventure Anna Marchesini, in quei pochi minuti il Trio sembra riunirsi di nuovo sul palco e addirittura sembra non essersi mai sciolto. Del resto gli stessi Lopez e Solenghi sostengono che salendo sul palco ogni sera sentono di portare una parte di Anna con loro, e al pubblico risulta impossibile non ricordare no-

stalgicamente gli sketch regalati dai tre comici-attori nei loro 12 anni di collaborazione. Chiusa la parentesi del commovente omaggio ad Anna, lo spettacolo riacquista i toni leggeri del varietà mantenendo come filo conduttore una delle armi che ha da sempre contraddistinto la comicità di entrambi: la parodia. I due artisti si spalleggiano l’un l’altro nelle varie gag, creando un connubio perfetto tra gli

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indimenticabili pezzi storici (come ad esempio il vocabolario di Tullio) e i nuovi pezzi, a volte ironizzando anche sulle rispettive carriere da solisti intraprese dopo lo scioglimento del Trio.

Sul palco il tempo sembra non essere passato, Lopez e Solenghi dimostrano un affiatamento che rende tutto lo spettacolo più genuino: ridono tra di loro, si divertono e spesso sembrano improvvisare, tutte dimostrazioni del fatto che la loro frequentazione ed amicizia sono rimaste vive negli anni.

Fuori dal mondo dello spettacolo siete come sul palco?

LOPEZ: questo fa parte del carattere di ognuno di noi. Personalmente penso di essere una persona che ama stare con le persone, con il pubblico, con gli amici. Mi piace confrontarmi, osservare la gente che mi dà lo spunto anche per inventare nuovi personaggi.

SOLENGHI: non aderisco allo stereotipo del comico che nella vita privata debba per forza essere triste, ombroso, pieno di malinconie. Io sono sempre stato molto ironico, lo sono dalle prime luci dell’alba quando mi sveglio alla mattina fino a quando vado a dormire. Ho trasmesso questa ironia alle mie figlie spesso sentendomi dire "adesso basta papà, per favore", invertendo i ruoli di genitore/figlie.

Ora la mia ironia la trasmetto ai miei nipoti. Ne ho uno di 6 mesi, ancora un po’ precoce per recepire gli insegnamenti, e uno di tre anni che invece è già identico al nonno. Ha spesso delle considerazioni ironiche e, secondo me, avere ironia significa avere una marcia in più. Questo mi riempie di gioia immensa.

Al di fuori del palcoscenico riuscite ad avere interessi in comune?

LOPEZ: spesso capita di fare delle telefonate in cui uno fa la voce di Stanlio e l’altro risponde come Ollio.

La nostra follia è l’aspetto in comune e a volte bastano davvero delle piccole cose per farci solidarizzare insieme in questa sorta di pazzia che ci contraddistingue. Poi ognuno ha i suoi amici, le sue frequentazioni, i suoi interessi, fisiologicamente separati, altrimenti saremo da ricovero alla "Neuro-Deliri".

Marta D’Ovidio

Oltre confine

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PRIMAVERA 2018

GRUARO E IL SUO TERRITORIO: STORIA E… STORIE UN’ESCURSIONE DI UN PAIO DI ORE A PIEDI, O IN BICICLETTA, ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO

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n questo numero Portogruaro.Net vi conduce nel territorio del Comune di Gruaro con un percorso a tappe, da leggere, ma soprattutto da fare a piedi o in bicicletta, alla scoperta di luoghi e di edifici che raccontano la sua storia, dai secoli lontani dell’età romana fino alle significative vicende legate al periodo delle guerre mondiali.

Sarcofago romano Nel cortile della scuola secondaria di Gruaro è stato collocato un sarcofago di epoca romana, rinvenuto nella frazione di Bagnara, nel 1982. Il monumento funebre è datato ai secoli IV-V e attesta la presenza, in loco, di insediamenti romani. Il territorio di Gruaro era inserito nell’agro di Iulia Concordia, città romana fondata intorno alla metà del I secolo a.C.

zionamento di numerosi mulini sulle loro sponde: qualcuno è scomparso, ma numerosi sono ancora presenti.

Il mulino antico di Gruaro si innalza su una delle sponde della roggia Versiola. Nel 1920 la struttura subisce una significativa trasformazione con una sopraelevazione e la sostituzione delle antiche macine in pietra con attrezzature moderne. Citati anche nelle Confessioni di Ippolito Nievo, i mulini di Stalis sorgono in un luogo davvero sorprendente, che incanta, al centro di un’isoletta bagnata dal Lemene. Il mulino di Boldara, del sec. XV, nel tempo

ha subito molti interventi di ricostruzione. Ora, inagibile, troneggia in un suggestivo ambiente fluviale, rinaturalizzato da volontari locali, con un bel percorso lungo il Lemene.

cinazione antidifterica e 28 di loro morirono. L’ordine era stato emanato dal Prefetto di Venezia, e non si sa come né perché, il vaccino arrivato a Gruaro si rivelò mortale.

Palazzo Terrani

Il miglior modo per concludere il percorso è lasciarsi catturare in una degustazione enogastronomica con prodotti locali per riscoprire sapori antichi e autentiche tradizioni.

L’imponente caseggiato, che prende il nome dalla famiglia che lo ebbe in proprietà, ha un significato particolare per la storia di Gruaro e Bagnara perché legato ad una sconvolgente tragedia. Nella primavera del ’33, proprio in questa sede, 254 bambini dagli 8 mesi e i 12 anni furono sottoposti alla vac-

Escursioni in un entroterra da scoprire

Chiesa Di San Giusto

Il Miracolo della Tovaglia Presso la sponda della roggia Versiola, è stata posta nel 1994 una stele commemorativa del Miracolo della Tovaglia. Nell’archivio dei conti Valvason vi sono documenti che ricordano un miracolo accaduto a Gruaro. Si racconta che nel 1294 una popolana, lavando una tovaglia d’altare di lino si accorse che era macchiata. Le chiazze si rivelarono essere delle gocce di sangue stillate da un’ostia consacrata inavvertitamente dimenticata nel panno.

La donna intimorita corse dal parroco che portò in chiesa il sacro lino che da allora venne venerato come preziosa reliquia. I nobili Valvason pretesero di avere la tovaglia e la Santa Sede glielo concesse. Oggi, per vedere e venerare la reliquia bisogna recarsi al Duomo di Valvasone, intitolato proprio al Corpo di Cristo.

I Mulini Il fiume Lemene, il Reghena, la roggia Versiola sono i corsi d’acqua che hanno favorito la nascita e assicurato il fun-

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onfartigianato Imprese Veneto Orientale, con la categoria Acconciatura Estetica, in collaborazione con Ulss 4 Veneto Orientale e ANDOS, sostiene e promuove una raccolta fondi per l’acquisto di caschi refrigeranti salva capelli per le pazienti con tumore alla mammella che devono sottoporsi a chemioterapia negli ospedali di Portogruaro e San Donà di Piave. L’Associazione di categoria portogruarese invita tutti giovedì 8 marzo (festa della donna) a collaborare andando a spendere negli esercizi del settore bellezza e benessere che hanno aderito all’iniziativa e che verseranno parte del ricavato della giornata per questa importante causa di beneficenza.

La caduta dei capelli è uno degli effetti collaterali più comuni e traumatici provocati dalla chemioterapia. Infatti, ha un impatto negativo soprattutto sulla qualità della vita delle donne malate di cancro che si vedono private della loro femminilità. Il meccanismo per cui la perdita dei capelli si verifica dipende dal fatto che la chemioterapia atrofizza la radice del bulbo capillare causandone la facile rottura.

L’utilizzo di questi caschi, che raffreddano il cuoio cappelluto durate determinati trattamenti chemioterapici, ha dimostrato di poter ridurre o almeno prevenire l’inevitabile e completa perdita dei capelli mediante una vasocostrizione che rende minima la quantità di farmaco che viene rilasciata nel corso della terapia. È una grande opportunità per dare un piccolo aiuto in un periodo complicato della vita delle pazienti. L’iniziativa sta ricevendo un’ottima risposta da parte degli esercenti. Anche le dipendenti di Confartigianato Imprese Veneto Orientale hanno voluto contribuire promuovendo una raccolta fondi interna all’Associazione.

Contribuisci all’iniziativa usufruendo dei servizi nei centri aderenti o effettuando una donazione al seguente IBAN

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PRIMAVERA 2018

Leggiamoci su

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CHI LEGGE, IMPARA

La rete portogruarese Sono tante le iniziative di lettura volontaria attivate dalla biblioteca civica “Nicolò Bettoni” e dedicate ai più piccoli. Con l’Associazione “La Maga Camaja”, ad esempio, sono state recentemente organizzate le letture sottovoce, rivolte ai bimbi di uno e due anni, e sempre ai giovani è stata dedicata anche una parte dei laboratori del ciclo “La Scienza per tutti”. Nell’ambito della seconda edizione di questa iniziativa si è colta pure l’occasione per rafforzare i rapporti con gli istituti superiori, i quali hanno riconosciuto alcuni crediti agli studenti partecipanti ai vari incontri serali. Inoltre, sposando la filosofia del coordinamento nazionale MAB (Musei-Archivi-Biblioteche) - ovvero l’idea che i documenti storici in generale, se adeguatamente collegati tra loro, possano “narrare” la storia - la biblioteca ha avviato da diversi anni “Partiamo da Omero”: un progetto dedicato a tutti i livelli scolastici e portato avanti grazie alla collaborazione con l’Archivio storico comunale, il Museo Nazionale Concordiese e il Museo della Città di Portogruaro.

Le classi coinvolte vengono spinte ad entrare in contatto con i reperti custoditi dai vari musei e, successivamente, ad approfondire la loro conoscenza tramite la ricerca sui libri. “In generale, quando organizziamo le nostre iniziative le veicoliamo tramite le scuole - spiega Loretta Balasso, direttrice della biblioteca di Portogruaro -. C’è una collaborazione reciproca, che passa poi attraverso il coinvolgimento diretto delle famiglie”.

Lettura e storia a San Michele al Tagliamento La biblioteca di San Michele ha dato il via in questo periodo alla sua versione di “Crescere leggendo”. Ispirato dalla vicinanza territoriale e culturale con

la regione Friuli Venezia Giulia - ideatrice dell’iniziativa vera e propria -, il progetto consiste in una promozione della lettura con la collaborazione delle scuole medie ed elementari del Comune. Una classe alla volta avrà così modo di visitare la biblioteca e formalizzare i suoi primi prestiti. Inoltre, non sono mancate le occasioni di approfondimento storico. Se il 30 gennaio, insieme al Comune di Latisana, è stato realizzato un reading per la Giornata della Memoria che ha visto la partecipazione delle classi terze medie di entrambi i comuni, il 9 febbraio, presso la sala della Delegazione comunale a Bibione, si è svolta la commemorazione per il Giorno del Ricordo: un incontro ricco di testimonianze, cui hanno preso parte alcuni rappre-

sentanti della comunità istriana locale e gli istituti scolastici del territorio.

Infine, a partire dal mese di marzo verrà potenziato il progetto di lettura con le scuole, offrendo, di volta in volta, l’opportunità di partecipare anche a quelle dell’infanzia: l’obiettivo è interagire con tutti gli istituti, rendendo disponibili almeno due laboratori per ciascun asilo entro la fine dell’anno.

Fra aprile e maggio, invece, si realizzeranno tre incontri di lettura, in orario extrascolastico, aperti a tutte le famiglie.

Teglio Veneto e la poesia Il legame tra la biblioteca e il mondo della scuola si esprime a Teglio Veneto con la sezione dedicata ai più piccoli del Premio “Teglio Poesia”, ovvero

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“Barba Zep”, giunto ormai alla 17esima edizione. Un vero e proprio percorso formativo, costruito all’interno delle classi attraverso appositi laboratori di studio e preparazione alla composizione poetica, condotti dai giurati Piero Simon Ostan e Roberto Ferrari.

Al termine del lavoro in aula - documentato attraverso un’apposita pagina Facebook -, gli studenti coinvolti potranno depositare gli elaborati prodotti proprio in biblioteca e far correre i cronometri. La scadenza del concorso è il 21 marzo, ma è evidente più che mai che, al di là della vittoria, ciò che più conta è partecipare e imparare!

Massimiliano Drigo

GIOVANI BIBLIOGRAFIE

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uori non è ancora buio. Mi muovo tra gli scaffali della libreria, occhieggiando una raccolta di poesie di Walt Whitman.

Come al solito, vengo sopraffatto dall’indecisione: quante cose da leggere, quante ne verranno pubblicate ancora. È in quel momento che sento la voce di una bambina, piuttosto alta, risuonare attraverso le mensole ricolme. L’autrice dello strillo è alla cassa con sua madre. Stanno comprando un libro per bambini, coloratissimo. Una scena tenera, che mi ricorda quando al posto di quella bambina c’ero io e quanto hanno significato le prime storie che ho tenuto tra le mani. L’associazione di pensieri, quindi, mi porta ai sussidiari, alla piccola libreria della scuola e, soprattutto, alle lontane uscite in biblioteca. Allora, mi chiedo: si fanno ancora queste cose? Che progetti legano le scuole del territorio alle rispettive biblioteche?

A San Michele i libri più letti dai ragazzi sono quelli legati al progetto “Crescere leggendo”: tra questi “Lulù” di Gregoire Solotareff, “Il leone, la strega e l’armadio” di Clive Staples Lewis, “L’autobus di Rosa” di Fabrizio Silei e A.C. Quarello nonché “La storia di Erika” di Ruth Vander Zee (illustrazioni di Roberto Innocenti).

Titoli in rosa, invece, quelli che caratterizzeranno la bibliografia inerente alla prossima iniziativa della biblioteca di Portogruaro in vista dell’8 marzo, nell’ambito di “Storie per Crescere”: “Storie della buonanotte per bambine ribelli: 100 vite di donne straordinarie” di Elena Favilli e Francesca Cavallo, “Io dico no!: storie di eroica disobbedienza” di Daniele Aristarco (illustrazioni di Nicolò Pellizzon), “Le 7 arti in 7 donne” di Chiara Carminati (illustrazioni di Alice Beniero) e “Grandi regine” di Roberto Piumini (illustrazioni di Ugo Fontana).

Salone degli eventi

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TIPICO È BELLO

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rodotti tipici, enogastronomia, ma anche cultura, arte e tradizioni. Sono i protagonisti della nuova rubrica che Portogruaro.Net Magazine ospita a partire da questo numero. Ci proponiamo di raccontare un territorio, il comprensorio portogruarese, attraverso gli eventi e le manifestazioni che lo contraddistinguono e ne hanno marcato la sua identità.

Inno alla cucina povera Usciamo dal capoluogo, sulle placide acque del Lemene, per approdare a Concordia Sagittaria, dove regina della tavola è la renga, la aringa. Da ventitré anni la Festa dea Renga è un appuntamento imprescindibile per i ristoratori concordiesi, che si sfidano in un concorso finalizzato alla preparazione del migliore piatto di aringa.

La manifestazione si tiene, come ogni anno, durante il Mercoledì delle Ceneri. Ideata e organizzata dalla Pro Loco di Concordia Sagittaria, l’iniziativa, tenutasi il 14 febbraio, ha l’obiettivo di mostrare le doti gastronomiche dei ristoratori locali, impegnati nell’elaborazione di un piatto della cucina popolare veneta. Parliamo di tradizioni secolari. La renga è un piatto povero che nei secoli ha sfamato milioni di europei. L’aringa salata arriva a Venezia e sul litorale già nel Cinquecento e proprio a Concordia Sagittaria si sviluppa un fiorente mercato che approvvigiona anche l’entroterra. Lo scopo della Festa dea Renga è trasmettere un patrimonio sostanziale, quello della gastronomia povera ma autentica espressione di una cultura. Considerato un pesce povero, oggi l’aringa ha assunto grande valore in cucina ed è diventato volano di promozione del territorio. La manifestazione è un’importante vetrina per la città che contribuisce in questo modo a diffondere la cucina popolare concordiese, riconosciuta e apprezzata tra le migliori in tutto il Veneto.

IL PORTOGRUARESE È UN TERRITORIO RICCO DI MANIFESTAZIONI. ANDIAMO ALLA SCOPERTA DEGLI EVENTI CHE CELEBRANO PRODOTTI TIPICI E TRADIZIONI E CHE RISCUOTONO SEMPRE PIÙ INTERESSE raccolta dell’asparago, che avviene in modo manuale con un coltello ricurvo.

Segue poi la cernita sulla base di precise norme di qualità, la legatura con la rafia e la regolazione della lunghezza con i tradizionali stampi in legno e poi il lavaggio. Tecniche tramandate di generazione in generazione. Durante la manifestazione è possibile gustare l’asparago bianco in tutte le modalità di preparazione, in primi e secondi piatti, ma anche in dolci e dessert.

Il tutto abbinato, ovviamente, ad un buon bicchiere di vino. Degustazioni, spettacoli e musica dal vivo animano il centro di Bibione in una kermesse che dà il via alla stagione di eventi della località balneare. Solo pochi chilometri e ci addentriamo nella città di Caorle, che nel 2017 è stata inserita nei Borghi Storici Marinari d’Italia. In questo borgo affascinante e ricco di storia, ogni anno tra febbraio e marzo, va in scena la Fiera dell’Alto Adriatico, manifesta-

zione di riferimento per gli operatori del settore alberghiero, ristoratori e pubblici esercenti. L’appuntamento, ormai giunto alla 48esima edizione consecutiva, è un’esaltazione di sapori e prodotti tipici, oltre che un’esposizione di soluzioni e servizi innovativi per la ricettività e la ristorazione. Dal 18 al 21 febbraio gli spazi espositivi del Palaexpomar hanno offerto convegni su tradizioni culinarie, incontri formativi, laboratori con illustri ospiti e showcooking. Una vetrina per le eccellenze del nostro territorio, quest’anno rappresentate dal prosecco cui è stato dedicato un importante evento. Un ghiotto assaggio, vero? Nella prossima puntata conosceremo altre manifestazioni che rendono il portogruarese un territorio tutto da scoprire.

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Un territorio ricco di tradizioni, eventi e cultura enogastronomica.

Segnaliamo alcuni momenti da non perdere: Lunedì 19 marzo 57^ Edizione del Concorso Naz. dei Vini D.O.C.G., D.O.C., I.G.T. Pramaggiore, Palazzo Mostra Nazionale Vini Domenica 8 Aprile Mostra Mercato dei Fiori “Piazza Fiorita” Concordia Sagittaria Domenica 8 Aprile Festa di Primavera Latisana Domenica 15 aprile 35^ Edizione Fiera dei Fiori San Stino di Livenza, centro storico 21 aprile / 1° maggio 72^ Mostra Nazionale Campionaria dei Vini Pramaggiore Pramaggiore, Palazzo Mostra Nazionale Vini Seconda metà di aprile Festa di Primavera Cinto Caomaggiore 21-22-24 aprile e 25 aprile Festa dell’Asparago e dello Sport Bibione, Piazza Mercato Mercoledì 25 aprile Fortaia ta li Pars Teglio Veneto, Prati delle Pars Tra giorno di San Marco (25 aprile) e prima settimana di maggio AsparaGorgo Latisana, frazione di Gorgo Sabato 28 e domenica 29 aprile (dalle 08:00 alle 17.00) - martedì 1 maggio (dalle 09.00 alle 14.30) 41^ Edizione A piedi per Bibione Bibione Domenica 29 e lunedì 30 aprile Trofeo BeachVolley Junior Bibione, Spiaggia antistante Bibione Thermae

Prodotti a KM 0 e bollicine DOC Dall’entroterra e dalle brume invernali ci spostiamo sul litorale per conoscere da vicino l’evento che celebra un’eccellenza del territorio. A Bibione ritorna anche quest’anno, dal 21 al 25 aprile, l’appuntamento con la Festa dell’Asparago, la manifestazione che rende omaggio ad un prodotto tipico del territorio, l’asparago bianco appunto. Si respira aria di primavera e quale migliore occasione per gustare un prodotto a chilometro zero, fornito direttamente dai produttori locali che lo coltivano e raccolgono con tecniche rigorosamente tradizionali. La coltivazione prevede una collocazione a livello profondo, al completo riparo dalla luce. Da qui il colore bianco. A favorire la morbidezza della pianta è la presenza di terreni sabbiosi e ricchi di salsedine, uniti ad un clima mite tipicamente costiero e alle acque sotterranee di falda a 37-38 °C. Particolare è la

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Lunedì 30 aprile La passeggiata della solidarietà Bibione centro Fine aprile / inizi maggio Festeggiamenti di San Marco San Filippo di San Michele al Tagliamento Fine aprile / inizi maggio Sagra di Sansonessa Caorle, frazione Sansonessa In occasione di queste manifestazioni è possibile richiedere delle visite guidate, delle escursioni fluviali o delle degustazioni in cantina in tutto il territorio del Veneto Orientale, anche in lingua straniera.

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Associ(a)zioni

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DISABILITÀ E VOLONTARIATO, ALCUNE REALTÀ DEL PORTOGRUARESE NON SOLO AIUTO ASSISTENZIALE FISICO MA ANCHE SUPPORTO A SBRIGARE PRATICHE QUOTIDIANE ED A DISTRICARSI NEI MEANDRI DELLE LEGGI E DELLA BUROCRAZIA

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mmaginate un giorno di andare al lavoro e prendere l’ascensore per salire in ufficio. Premendo il pulsante, vi accorgete che è rotto e quindi prendete le scale. Facile no? Pensate ora di andare al lavoro, ma questa volta in carrozzina perché non riuscite ad usare normalmente le vostre gambe.

Arrivate all’ascensore, ma questo è rotto. Cosa fate? La disabilità è una condizione di svantaggio in cui vivono moltissime persone e che viene vista generalmente come un problema.

Sono circa 80 milioni i cittadini europei affetti da una qualche forma di disabilità, più o meno grave, circa il 16% della popolazione. Fortunatamente, sono molte le associazioni che vogliono dare una mano ai diversamente abili, anche nel territorio portogruarese, con il fine di rendere meno gravosa la loro condizione. “La disabilità non può essere vista come un problema spiega Riccardo Rodriquez, presidente di A.D.D.A. (Associazione per i Diritti dei Diversamente Abili) di Portogruaro -. Disabile è solo un cittadino sfortunato, che può fornire tranquillamente il proprio contributo alla società”. A Riccardo la disabilità è un tema che sta particolarmente a cuore: invalido lui stesso, dopo diversi interventi alla schiena, è ora costretto in una sedia a rotelle. Celebre la sua protesta a metà anni ’90, quando, dopo essere stato eletto consigliere comunale a Portogruaro, non poteva raggiungere l’Aula Consiliare e per questo si faceva portare in braccio lungo le scalinate del municipio dal sindaco e dal vicesindaco di allora. Nonostante tutto, ha trovato l’energia per dare valore a questa categoria di persone che ha pochissima voce in capitolo. “A.D.D.A nasce nel 2015 e oggi conta diversi volontari - spiega -. L’associazione offre gratuitamente uno sportello di ascolto per le problematiche dei disabili, per aiutarli nella loro quotidianità. Molti non sono consci dei propri diritti.

Tanti ignorano, ad esempio, la Legge 104 o la Legge 68/99 sulle categorie protette. Noi ci offriamo, innanzitutto, come punto di informazione e di sostegno per tutte le persone disabili e possiamo fare loro da mediatore con enti terzi con cui l’assistito ha in corso dispute o cerca di ottenere un diritto o una prestazione”. Rodriquez, con rammarico, denota una scarsa attenzione delle istituzioni statali. “Non viene fatta adeguata informazione sui diritti dei diversamente abili e molte volte lo Stato si dimentica di loro: basti pensare che, in Regione Veneto,

la graduatoria per l’ottenimento di finanziamenti per l’abbattimento di barriere architettoniche in immobili privati è bloccata dal 2010”. Da qui nasce l’idea di creare un ente che aiuti queste persone: un’associazione con un nuovo modo di vedere la disabilità, che va oltre il semplice assistenzialismo. “Vogliamo che il disabile prenda coscienza di quel che è e di quel che può essere - conclude -, con il fine di integrarlo pienamente nella società”.

Altre Associazioni nel nostro territorio si prendono cura dei disabili, in modi che più o meno si avvicinano a quelli di A.D.D.A. Tra queste, la Croce Bianca di Annone Veneto. “Ci occupiamo soprattutto di persone con invalidità civile - spiega il presidente, Domenico Zamuner -. Il nostro servizio è sia di tipo burocratico, nel senso che aiutiamo i disabili nello svolgimento di pratiche varie, che assistenziale: accompagniamo con i nostri

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mezzi, tutti equipaggiati per il sollevamento e il trasporto disabili, coloro che non possono farlo autonomamente”. L’attività della Croce Bianca non si ferma però qui. Da qualche anno, infatti, l’Associazione offre un prestito gratuito di ausili sanitari quali, ad esempio, letti a sezioni mobili con sponde, carrozzine, girelli, stampelle, sollevatori e quant’altro può essere utile alle famiglie che assistono a domicilio persone in difficoltà motoria, temporanea o definitiva. “Questo servizio è immediato - puntualizza Zamuner - in quanto offriamo a titolo di prestito gratuito il nostro ausilio sanitario nell’attesa che l’Ulss intervenga”. Un altro importante ente del territorio è Arca 93. L’associazione, presente da più di vent’anni, mette al centro della propria attività i rapporti umani fra i componenti del gruppo, con lo scopo di creare una rete di condivisione/amicizia. “Mettiamo a disposizione il nostro tempo libero per svolgere attività normali, quotidiane, con persone che, altrimenti, non ne avrebbero la possibilità - spiegano i volontari -. Organizziamo diversi incontri e uscite: ogni settimana, tutti i volontari si ritrovano per programmare e concordare gli appuntamenti, che vengono organizzati o con tutta l’associazione o a piccoli gruppi, in base alla disponibilità dei volontari e dei ragazzi coinvolti. In estate, tutto il gruppo trascorre un periodo di vacanza assieme cercando di coinvolgere altre persone in questa esperienza di condivisione”. Oltre all’ideale della condivisione, la filosofia dell’associazione è quella di andare oltre il termine “disabilità”: molte delle persone attivamente impegnate in Arca 93 sono disabili e, come per gli altri soci, il loro ruolo dipende dalla volontà di impegno e dalle capacità personali. L’attività dell’associazione viene pubblicizzata anche tramite iniziative di informazione alla popolazione e alle scuole. “Cerchiamo di favorire occasioni di incontro fra popolazione e persone disabili - continuano i volontari - per permettere la reciproca conoscenza e l’eliminazione dei pregiudizi e delle paure che ne impediscono l’integrazione”. Ultima fra le iniziative, la mostra "La diversità come ricchezza", presentata lo scorso aprile presso la Sala delle Colonne del Palazzo Municipale di Portogruaro.

Enrico Ruzzene

Stiamo in salute

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FARMACIE, COME SI STANNO EVOLVENDO? LEGGI E TECNOLOGIA STANNO VIA VIA CAMBIANDO QUESTO SETTORE NON PIÙ LEGATO SOLO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE DI FARMACI, MA ANCHE ALL’OFFERTA DI CONSULENZE SANITARIE

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li ultimi dodici anni sono stati ricchi di avvenimenti per la farmacia italiana. Prima la Legge Storace che ha liberalizzato il prezzo dei farmaci da banco, quindi il Decreto Bersani che ha esteso la possibilità di vendere i medicinali senza obbligo di prescrizione medica in qualsiasi esercizio commerciale (purché alla presenza di un farmacista), hanno cominciato un ineluttabile processo di rinnovamento. Lo stesso avvento della rivoluzione digitale ha progressivamente modificato il lavoro e la comunicazione stessa di questi esercizi. Infine, il decreto legge dell’agosto 2017, che ha permesso l’ingresso del “capitale” nelle farmacie, ha dato il via ad un’ulteriore (e probabilmente epocale) trasformazione. Pur in un panorama così movimentato, la farmacia in questi anni è riuscita a mantenere il suo ruolo di riferimento sanitario all’interno della società contemporanea se è vero che, come riporta una recente indagine di mercato, ben 6 italiani su 10 vi si recano almeno una volta al mese, riferendo un elevato grado di soddisfazione nei confronti del servizio ricevuto. È, tuttavia, innegabile che la professione del farmacista stia evolvendo in modo sempre più rapido.

alternativa, in nutrizione, in stili di vita, in veterinaria, ognuna con la sua caratterizzazione specifica in grado di offrire al paziente una consulenza di elevata qualità e competenza in un settore specifico di suo interesse. Si passerà in molte realtà dalla farmacia “bazar” a luoghi più specializzati, con meno prodotti, selezionati a monte dal farmacista stesso che dovrà garantirne in prima persona qualità e sicurezza e che, grazie ad una maggiore conoscenza della materia, potrà quindi

Dalle farmacie “bazar” a quelle più specializzate Non è mai facile predire il futuro, ma l’ingresso delle multinazionali nel settore farmaceutico rappresenterà probabilmente un punto di svolta dato che obbligherà le farmacie, che riusciranno a restare indipendenti resistendo all’impatto dei nuovi e ben “attrezzati” concorrenti, a reinterpretare il proprio ruolo sociale e ad alzare ulteriormente l’asticella del servizio verso la propria clientela. A tutto vantaggio dei pazienti. Se le grandi catene potranno utilizzare leve importanti come quella del prezzo e del contenimento dei costi di gestione, giacché potranno contare su economie di scala di cui i singoli titolari non potranno avvalersi, ecco che le farmacie indipendenti, per rimanere in piedi, dovranno sapere rispondere aumentando il loro servizio e la professionalità del proprio ruolo. Non solo. A fronte di grandi gruppi che punteranno su farmacie “superstore” dalle grandi dimensioni e dai tanti reparti, si potranno affiancare realtà con metrature più ridotte nelle quali la specializzazione e la relazione personale verranno sempre più incoraggiate. Potranno così nascere farmacie qualificate nei servizi, in dermocosmesi, in medicina

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rispondere in modo più completo alle specifiche esigenze del paziente.

Farmacia e tecnologia In questo contesto anche la tecnologia darà il suo notevole contributo, permettendo grazie alla telemedicina, di attivare servizi (in parte già presenti in molte farmacie italiane) in grado di soddisfare le esigenze di prevenzione della popolazione: dalla autoanalisi del sangue all’effettuazione di elettrocardiogrammi, dallo scre-

ening dei nevi della pelle alla densitometria ossea, dall’holter pressorio alla spirometria. In stretta collaborazione con il Servizio Sanitario, la farmacia, vista la capillare presenza sul territorio (attualmente ci sono 17.500 farmacie private alle quali se ne sommano circa 1.500 comunali), potrà diventare un centro polifunzionale che non si limiterà a distribuire farmaci e prodotti salutistici, ma che sarà in grado di effettuare in loco campagne di screening e di prevenzione o, in alternativa, di effettuare la prenotazione di visite specialistiche. In presenza di una popolazione sempre più longeva, il farmacista potrà diventare un consulente altamente qualificato in grado di ottimizzare le terapie farmacologiche investendo su programmi di aderenza terapeutica e affiancando il medico nel monitoraggio attraverso la tecnologia dei propri pazienti, anche in tempo reale. Questo porterà notevoli benefici al sistema sanitario che potrà riuscire a razionalizzare maggiormente i costi grazie ad una più efficace gestione delle risorse destinate alla spesa farmaceutica. Allo stesso tempo, il progresso tecnologico potrà aiutare il farmacista a snellire il lavoro di spedizione dei farmaci al banco, ma anche la gestione del magazzino permettendo così di dedicare più risorse alle esigenze dei propri pazienti. Il farmacista del futuro potrà diventare un vero e proprio manager del benessere in grado di consigliare sia i pazienti sani al mantenimento del proprio benessere che quelli in trattamento farmacologico per gestire nel modo più opportuno le proprie terapie. In conclusione, il futuro si prospetta molto sfidante per la farmacia italiana, ma al tempo stesso anche molto interessante se tutti gli interlocutori sapranno accettare in modo propositivo il cambiamento. Si potrebbero infatti aprire scenari molto interessanti a tutto vantaggio della popolazione e del riconoscimento professionale del farmacista in modo particolare laddove il legislatore riuscisse a riconoscere alla farmacia italiana un onorario professionale non più legato alla sola commercializzazione del farmaco stesso, ma proporzionale alla possibilità di offrire vere e proprie consulenze sanitarie collaborando a livello comunitario, sociale e ospedaliero con gli altri professionisti della salute.

Francesco Fratto

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L’acquolina in bocca

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PRIMAVERA 2018

GLI INSETTI FINISCONO NEL PIATTO CON I NOVEL FOOD LA RIVOLUZIONE È SERVITA. IL CIBO DEL FUTURO PRONTO A SFAMARE UNA POPOLAZIONE MONDIALE IN CRESCITA. CON UN RISCHIO CONCRETO PER LE TRADIZIONI E I VALORI DELLA NOSTRA CUCINA

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ualcuno ha inorridito allo scandalo sentenziando la fine di una tradizione secolare. C’è chi invece ha salutato la novità con apertura mentale, dichiarando come in molte parti del mondo sia un’abitudine alimentare consolidata.

La notizia è di quelle da far scattare gli opposti schieramenti sulle proprie barricate: gli insetti potrebbero finire molto presto sulle nostre tavole. È quanto previsto dal Regolamento 2015/2283, sul cosiddetto novel food, varato dall’Unione Europea e in vigore dal 1° gennaio 2018.

La normativa UE e l’Italia La nuova regolamentazione abroga definitivamente la normativa in materia alimentare concepita nel 1997, in uno scenario segnato da mutamenti epocali, dai passi da gigante compiuti nel campo scientifico e dal cambiamento di abitudini ed esigenze alimentari. Questa la definizione di novel food riportata nell’articolo 3 del Regolamento. “Nuovo alimento - si legge - è qualunque alimento non utilizzato in misura significativa per il consumo umano nell’Unione prima del 15 maggio 1997, a prescindere dalla data di adesione all’Unione degli Stati membri”. Molto semplicemente, un alimento introdotto nell’alimentazione che prima di un dato momento non veniva consumato in maniera sistematica dalla popolazione. Seguendo la definizione, l’alimento deve avere: “una struttura molecolare nuova o volutamente modificata; che sia costituito, isolato o prodotto da microorganismi, funghi, alghe; o da materiali di origine minerale; o da piante o parti di piante; o da animali o parti di animali; o da colture cellulari; che risulti da un nuovo processo di produzione che comporti cambiamenti sui valori nutrizionali, sul metabolismo, sul tenore delle sostanze indesiderabili; che sia costituito da nanomateriali ingegnerizzati; le vitamine e i minerali; gli alimenti utilizzati esclusivamente in integratori alimentari se destinati ad uso diverso”.

Uscendo dai meandri delle definizioni, gli insetti a tavola diventano realtà.

E in alcuni Paesi membri dell’Unione Europea sono ammessi in “regime di tolleranza”, in attesa che vengano sottoposti a una specifica autorizzazione per la commercializzazione. La normativa definisce l’iter per l’immissione sul mercato di un novel food da parte di un’azienda: questa dovrà prima chiedere l’autorizzazione allo Stato di appartenenza, il quale dovrà sottoporre il tutto al vaglio degli Stati membri dell’Unione Europea e, se necessario, ricorrere ad un’ulteriore autorizzazione data dall’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare. Ma nel nostro

Paese qual è la situazione? Proprio in relazione all’applicabilità del Regolamento 2015/2283 il Ministero della Salute ha emesso l’8 gennaio una nota informativa che chiarisce un paio di questioni. Ovvero, spiega che ai fini di impiego alimentare non è autorizzato l’uso di insetti o di loro derivati. La commercializzazione come alimento di un insetto o di un suo derivato potrà essere consentita solo quando sarà rilasciata a livello europeo una specifica autorizzazione.

Il cibo del futuro Il nuovo che avanza. E che inevitabilmente spaventa. L’Autorità europea

per la sicurezza alimentare ricorda tuttavia che i nuovi alimenti sono da sempre esistiti: è il caso di pomodoro e mais importati in Europa dall’America nel ’500 e divenuti parte portante della nostra dieta. Negli ultimi anni si assiste ad un aumento a dismisura dei novel food. Alcuni sono già conosciuti e utilizzati. Pensiamo alle alghe, organismi di origine vegetale, che per il loro contenuto di vitamine e sali minerali sono sbandierate come ottimo alimento. Gli insetti sono utilizzati come cibo in molti Paesi in via di sviluppo, e potrebbero diventare di “casa nostra”. E i motivi sono numerosi. Alto valore nutrizionale e facilità di allevamento

sono due caratteristiche che ne fanno un cibo interessante, a fronte della necessità di garantire il sostentamento della popolazione mondiale in continua crescita. La Fao, che ha stilato un elenco di circa 1900 specie commestibili, ha invitato più volte al consumo di insetti per risolvere il problema del sostentamento della popolazione mondiale. A trarne beneficio sarebbe anche l’ambiente. A differenza degli allevamenti intensivi di animali che hanno un forte impatto ambientale, gli insetti si trovano ovunque, il loro ciclo di crescita è molto rapido e possono essere prodotti in gran numero con livelli bassi di inquinamento. Dal punto di vista nutrizionale, va infine ribadito come il contenuto proteico fornito dagli insetti sia pari a quello di carne e pesce; senza contare l’apporto di fibre e sali minerali.

Salute e qualità non sono un optional

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La rivoluzione alimentare divide gli italiani. Secondo una ricerca di Coldiretti in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione tenutosi a Cernobbio lo scorso ottobre, il 54% dei nostri connazionali sarebbe contrario all’arrivo di locuste e cavallette in tavola. Il coro dei no punta il dito contro un’Unione Europea rea di favorire la diffusione di cibi lontani dalla nostra identità e incapace di tutelare la storia e le tradizioni del nostro territorio. I prodotti alimentari locali costituiscono una notevole fonte di reddito per molte famiglie, oltre che un indotto fondamentale per l’economia. La commercializzazione dei novel food favorirebbe invece i grandi gruppi economici, intenti a fiutare l’affare con la vendita di farine e prodotti a base di insetti e di kit per l’allevamento casalingo di scarafaggi e cavallette. Ma al di là della contrarietà verso abitudini alimentari lontane dalla nostra cultura, restano pesanti interrogativi di carattere sanitario e salutistico. Mentre i prodotti tipici hanno caratteristiche organolettiche riconducibili alla nostra cucina, per la nouvelle cuisine si prospettano dubbi circa i metodi di produzione e la provenienza e tracciabilità degli insetti. La maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari. Apocalittici o integrati, le opposte fazioni si fronteggiano in una partita dall’esito incerto.

Di sicuro, per il momento, c’è una cosa sola: per vedere gli insetti sulle nostre tavole dovremo aspettare ancora!

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Vito Digiorgio

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ORIZZONTALI 1. Clapton noto chitarrista - 5. Fuorilegge negli Usa - 11. Il poeta tedesco degli “Inni alla notte” - 13. I confini dell’Angola - 14. Fra sol e si - 15. Iniziali di Calvino - 16. Pancia - 18. Moto Armonico Semplice - 19. Bagna la val d’Ossola - 21. Fa esultare lo stadio - 22. Percepisce gli odori - 23. Egregi, insigni - 27. Celebre opera di Bizet - 29. Non si fanno senza l’oste - 30. Abitazione, dimora - 31. L’autore de “I ragazzi della Via Pal” - 32.

I polli le hanno bianche - 33, 35, 36. Chiave dello schema - 38. Gioco a estrazione - 40.

Depositi per cereali - 42. Le hanno lince e daino - 43. Contrarie, opposte - 45. L’autrice di “Piccole donne” - 47. Le tappe dell’ascensore - 48. La Diaz di Hollywood - 49. Il dies... del Giudizio VERTICALI 1. Ente per turisti (sigla) - 2. Stile tipico del Settecento - 3. La metà di VIII 4. Abitazioni di uomini primitivi - 5. Il nome della Rogers - 6. La Martin auto di 007 - 7.

La Aulenti architetto - 8. Iniziali della Aleramo - 9. Proprietà della gomma - 10. Attrezzi di Figaro - 12. Capoluogo del Salento (sigla) - 17. Il centro di Harlem - 18. La raccolsero gli ebrei nel deserto - 20. Parte delle macchine a vapore - 22. Lo sono norvegesi e svedesi 23. Eco senza fine - 24. Detersivi - 25. L’ama Tristano - 26. Il regista Scorsese - 28. Pascoli estivi alpini - 29. Il Grande è a Venezia - 31. Il regno di Nettuno - 32. Il barbaro di Schwarzenegger - 34. Madre di Achille - 36. Iniziali di Astaire - 37. Gravi affronti - 38. Un top tra i computer - 39. Istituto Tecnico Commerciale - 41. Una ferrovia parigina - 44. Il centimetro - 46. In mezzo al coro

CRUCIPUZZLE E dove è stata collocata dopo l’abbattimento di quella struttura (1934)?

Le lettere rimanenti daranno la soluzione della domanda.

ALTRO ANIMA ATTORE BOSCO CAMERA CARATTERISTICO CREDERE DESCRIVERE EPOCA ESAME ESTERO FAMOSO FERIRE FERMO FESTA FORTE GATTO GIOVANE GRECO

GUSTO INIZIARE INTERNAZIONALE ISTANTE LARGO MAGGIORE METTERE MOGLIE ODORE OMBRA OPERA PASSIONE PASSO PERIODO PIENO POETA PUNTA RESTO ROSSO

SANGUE SEGUITO SENSO SERIE SERIO SFORZO SIGNORE SOCIALE SONNO STESSO STORIA STRADA TANTO TIRARE UNIRE USARE VERDE VISTA VOLTO

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

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O S T V N P A R E C C H I O O E

S A I G O N

T O R I G I N E O R A I H C R S

T I I D N A O E E A

S U O R C E A L T U P I S

R I C C O L N M O T I V O I V A

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