Portogruaro.Net Magazine

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novembre/dicembre 2009 Stampato in 11.000 copie e distribuito gratuitamente casa per casa a Portogruaro e frazioni

ENERGIE IN COMUNE NOTIZIE DAL FORUM

SANITA' Suicidi: una triste realtà del nostro territorio. È una tentazione, quella di porre fine alla propria vita, favorita anche dalla crisi economica.

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OLTRE CONFINE Nuova tappa del nostro viaggio nel comprensorio.

Questa volta siamo a Fossalta di Portogruaro.

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www.portogruaro.net/forum

Portogruaro è conosciuto anche come il paese delle rotonde; non sorprende perciò che anche sul nostro forum si dilettino con l’argomento. Ecco per esempio il dubbio di Loredana B. “Quando si è in rotonda serve la freccia anche per segnalare che si rimane in rotonda o basta metterla quando si ha intenzione di uscire?”. “Molti automobilisti non segnalano i cambi di direzione, evidentemente pensano che “le frecce” le usano solamente gli indiani d'America - commenta Igennem”. La soluzione viene da Lady Marmot: “Quando si entra in rotonda bisogna mettere la freccia a sinistra e spostarsi nella corsia più interna, una volta lì, la freccia si può togliere; solo se si deve imboccare l’uscita subito successiva a quella da cui si è entrati, è possibile restare nella corsia esterna e si mette subito la freccia a destra”

L’ACQUOLINA Dietro un pezzo di pane c’è una storia millenaria. Ma il pane di oggi ha ancora il gusto di una volta?

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SPORT Ogni numero di Portogruaro.Net Magazine viene distribuito in 11.000 copie in modo capillare, casa per casa, nel Comune di Portogruaro e nelle frazioni. Stiamo perfezionando ancor più il nostro già efficiente sistema di distribuzione. Se non lo trovi nella tua cassetta della posta, segnalacelo telefonando allo 0421 280444 o inviando una mail all’indirizzo: magazine@portogruaro.net. Grazie della collaborazione!

Non si vive di solo calcio. In questo numero, parliamo di sport nobili come il golf, la vela, l’equitazione.

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EDITORIALE

Fiera di Sant’Andrea a tutta forza Anche quest’anno il principale appuntamento dell’anno potrà contare su numerose iniziative. Due fine settimana (21-22 e 28-29 novembre) ricchi di appuntamenti tra artigianato, cultura ed enogastronomia

“

Il Comune non può dare contributi, ma la Fiera sarà organizzata come sempre, mancheranno solo le cose minori, e ci sarà anche qualcosa in più”. Sono battagliere le associazioni di categoria nel dichiarare che la Fiera di Sant’Andrea, uno dei capisaldi tra le iniziative programmate sul territorio portogruarese (21-22 e 2829 novembre), anche quest’anno potrà contare su tutte le sue attrattive. Tutti gli appuntamenti classici saranno assicurati, dall’inaugurazione con la banda alla degustazione dei vini e dei piatti con l’oca, alle esposizioni di artigianato.

Il programma prevede che la prima domenica, il 22 novembre, sia dedicata ad associazioni del territorio, agli hobbisti e all’intrattenimento per i bambini. Il sabato e la domenica successivi, invece, spazio agli stand espositivi ed ai prodotti enogastronomici locali. La festa è della città, è la festa delle categorie economiche, delle associazioni, dei cittadini. I capisaldi, quindi, nonostante il commissariamento del Comune, ci sono tutti, e anzi, sostengono le categorie economiche, alcuni settori sono stati rafforzati. Quest’anno, infatti, ci sarà anche la presenza di stand austriaci. E la Fiera diventa anche un prodotto turistico, dal momento che, per l’intero mese di novembre, nei ristoranti e nelle trattorie di Portogruaro verranno preparati piatti tipici a base di oca. La Fiera di Sant’Andrea, da sempre, è la festa religiosa in onore del Patrono e rappresenta la festa della città, che mette in risalto le attrattive commerciali, enogastronomiche e culturali di Portogruaro e nella tradizione storica della città era l’Antica sagra mercato delle oche e degli stivali.

Si tratta di una rassegna capace di mescolare storia e tradizione all’attualità: rappresenta la vetrina dell’attività commerciale del territorio, la sua vitalità economica e la sua tradizione, anche enogastronomia, locale, la sua cultura e mette in luce le bellezze della città stessa. Una fiera che ogni anno cresce e raccoglie consensi, in numero di visitatori e di espositori. E’ un’esposizione di moltissime bancarelle, varie mostre d'arte e culturali, spettacoli ed appuntamenti, consueti mercatini, proposte enogastronomiche, soprattutto a base d’oca, rassegna del Vino Novello e degustazione dei vini Doc Lison-Pramaggiore, animazioni in ogni borgo e strada della città: questa, in riva al Lemene, la sagra-mercato delle oche e degli stivali, promossa dall’amministrazione comunale e dal comitato delle categorie economiche locali, giunta quest’anno alla ventiquattresima edizione. Un programma culturale ampio e variegato, iniziative collaterali atte a soddisfare il divertimento di tutti, anche i più piccoli, a conoscere gli angoli più belli e suggestivi della città con le visite guidate, e a bordo delle “caorline”, le imbarcazioni tipiche, con escursioni lungo il fiume Lemene, promuovono Portogruaro e le sue bellezze tra i cittadini stessi e le migliaia di visitatori che arrivano a Porto-

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novembre/dicembre 2009

di Maurizio Pertegato gruaro per l’occasione.

Contributi per famiglie numerose Il Commissario straordinario Antonino Gulletta ha firmato in questi giorni il bando per la concessione di contributi per le famiglie numerose. Si tratta di un intervento straordinario che ha lo scopo di abbattere i costi delle tariffe che le famiglie numerose sono chiamate a sostenere proprio in virtù dell’elevato numero dei componenti.

Il Comune riconosce il ruolo centrale della famiglia come elemento fondante della società, e per questo motivo ha ottenuto dalla Regione Veneto, su presentazione di uno specifico progetto, un finanziamento di Euro 23.660,06.

Tali contributi andranno ad integrarsi con le altre politiche di agevolazione delle tariffe che il Comune applica da tempo, quali le agevolazioni su mensa e

trasporto, sulla frequenza all’asilo nido, sulla partecipazione ai centri estivi ecc.

Possono accedere ai contributi i nuclei familiari con almeno tre figli di età inferiore ai 24 anni, conviventi e fiscalmente a carico, residenti nel Comune e con un ISEE familiare non superiore a 20.000,00 euro. Le spese sostenute dalle famiglie ammesse a contributo sono quelle relative a mensa e trasporto scolastico e pubblico, frequenza ai centri estivi e grest, spese mediche non riconosciute dal SSN (es. occhiali, apparecchi odontoiatrici, ecc.), acquisto libri di testo, tariffa igiene ambientale, partecipazione a campi scuola, viaggi di istruzione, gite scolastiche, acqua potabile ed elettricità, asilo nido e servizi educativi per la prima infanzia. Le domande dovranno essere presentate a partire dal 23 novembre ed entro le ore 12 del 23 dicembre.

SOMMARIO EDITORIALE Fiera di S. Andrea

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IN COPERTINA Politiche energetiche

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sANITà Suicidi

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DURI I BANCHI Liceo XXV Aprile

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OLTRE CONFINE Fossalta di P.ro

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DALLE AZIENDE InOutlet Pizzeria al Tajer Budo Life Academy Unimont

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GOOD NEWs Iniziative di P.Net

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sPORT Non solo calcio

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L'ACQUOLINA Il pane

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MERCATINO Cercasi / Offresi

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Portogruaro.Net Magazine Supplemento a: www.Portogruaro.Net del 16/11/2009 Reg. Trib. di Venezia - n.10 del 05/05/2006 Iscrizione al ROC n. 17423 Direzione e Redazione: via Spalti, 7 - 30026 Portogruaro (VE) Tel. 0421 280444 - Fax 178 602 9151 Email: magazine@portogruaro.net Direttore Responsabile: Maurizio Pertegato Direttore Editoriale: Vincenzo Zollo Caporedattore: Federico Guerrini In redazione: Marta Camerotto, Leandro Costa, Deborah Cuzzolin, Alessandro Presotto, Georgia Schiavon, Giulio Serra, Roberto Vanzella Responsabile informatico: Elvis Verardo Nessuna parte di questa pubblicazione può essere utilizzata in alcun modo, incluse le inserzioni pubblicitarie che sono di proprietà dell’editore che ne vieta la riproduzione anche parziale con qualsiasi mezzo.

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IN COPERTINA

novembre/dicembre 2009

Consumare meno (energia) e vivere meglio Il portogruarese è un territorio dove negli ultimi anni è stata posta in essere un’oculata politica di risparmio energetico. Ma è anche terreno di fioritura di iniziative private con un rapporto fra costi e benefici non del tutto chiaro di Federico Guerrini

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uando, qualche tempo fa, è uscita la notizia della bolletta Enel da 350.000 euro recapitata in Comune, in molti hanno pensato ai soliti sprechi italici. Invece, si trattava di un banale conguaglio, dovuto alla liberalizzazione del settore e collegato alla possibilità di cambiare gestore.

In realtà, quanto a sprechi, dal punto di vista energetico negli ultimi anni Portogruaro ha fatto passi da gigante. Si può anzi sostenere che è all’avanguardia fra i piccoli Comuni italiani, nel settore del risparmio energetico e degli stili di vita “sostenibili”. E questo grazie a una sensibilità che ha accomunato sia gli amministratori comunali che molti semplici cittadini. Senza timore di apparire di parte (e se qualcuno lo pensa, pazienza), si può dire che a questo riguardo la precedente giunta ha lavorato molto bene, tanto da portare il nome di Portogruaro e dei suoi progetti “ecologici” in giro per l’Italia ed essere citata più volte in giornali e siti Web fra i Comuni virtuosi.

L’azione si è concentrata su alcuni obiettivi: consumare meno energia, ridurre il trasporto privato e il consumo del territorio, diminuire la produzione di rifiuti. Sul primo punto, che è quello che ci interessa qui, è stato fatto molto, con positive conseguenze sulla salute dei cittadini. Ridurre i consumi significa infatti diminuire le emissioni di Co2; “nei piani del Comune – spiega Ermes Drigo, ex consigliere con delega per la qualità urbana – c’era anche l’idea di diventare creditori di certificati “verdi” (quelli con cui vengono premiati gli impianti che consumano poco usando fonti rinnovabili), ma non ha funzionato: troppi passaggi burocratici”. Fra i traguardi andati a segno, invece, si annoverano: il recupero dell’efficienza energetica degli uffici pubblici e dell’illuminazione stradale, la produzione di energia da fonti rinnovabili, la creazione di uno sportello energia in Comune, al quale i cittadini potessero chiedere informazioni e materiale divulgativo, e di progetti partecipativi come “Vivere con stile”. “La battaglia per uno sviluppo sostenibile è cominciata durante la campagna elettorale del 2004 – prosegue Drigo – con la lotta contro l’insediamento della centrale termoelettrica Mirant a Lugugnana. Una volta vinte le elezioni, abbiamo incaricato uno studio professionale di analizzare la situazione del Comune dal punto di vista energetico e di suggerire gli interventi possibili: da qui è nato un piano di azione i cui punti siamo riusciti a realizzare in larga parte negli anni seguenti”. Per prima cosa sono stati classificati, dal punto dei consumi energetici, 31 edifici pubblici: si è visto che il consumo medio era di

200 Kw/h, con punte di 400 Kw/h (per intenderci un edificio di classe A, quella più efficiente, di kilowatt/ora ne consuma solo 30). Era urgente quindi migliorare questa situazione: fra i progetti pilota c’è stato, a partire dal 2006, quello della scuola materna Collodi alla quale è stato rifatto il tetto e sono stati sostituiti i serramenti, e che, soprattutto, è stata dotata di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica e di altri pannelli per la produzione di acqua calda, con una diminuzione totale di costi

Scuola materna di Lugugnana

e emissioni del 57 per cento.

Nel 2007, si è proceduto alla costruzione della nuova scuola materna di Lugugnana, e anche in questo caso, moltissima attenzione è stata posta all’aspetto della riduzione dei consumi: riscaldamento con pannelli radianti, doppio isolamento delle murature perimetrali, vetri “a bas-

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sa emissione”, tre pannelli solari per riscaldare l’acqua e vari altri accorgimenti che hanno portato alla realizzazione di un edificio di classe B, da 50 Kw/h.

Nel 2008, è stato presentato il nuovo appalto calore, per l’affidamento a soggetti esterni del riscaldamento degli edifici comunali. “Abbiamo cambiato la logica dell’appalto – spiega Drigo – prima era al massimo ribasso, noi abbiamo scelto la via dell’offerta economicamente più vantaggiosa: per capirci meglio, noi abbiamo fissato la cifra che eravamo disposti a pagare per un certo numero di ore degli impianti termici, a una certa temperatura: ha vinto (con un ribasso del 5%) la ditta che è riuscita a soddisfare queste condizioni, garantendo oltre a ciò, una serie di servizi accessori: come la realizzazione delle targhe energetiche apposte all’esterno degli edifici, vari interventi di miglioramento degli edifici esistenti, l’informatizzazione dell’anagrafiche tecnica e di gestione”. Nello stesso anno è stato approvato il disciplinare per incarichi pubblici nell’edilizia, che prevedeva, per i progettisti, l’obbligo di costruire fabbricati con un consumo massimo di 50 Kw/h. Per il restauro degli edifici vecchi, il limite da rispettare era quello di 70 Kw/h, salvo problemi dovuti a particolari vincoli architettonici dell’edificio.

Nel caso della palazzina Liberty all’ingresso della città, diventata sede del Gal

IN COPERTINA e della Conferenza dei sindaci, ad esempio, si è riusciti a ottenere “soltanto” un consumo di 74 Kw/h; un valore di tutto rispetto, comunque, vista la particolare natura del palazzo.

L’apertura dello Sportello Energia, ha portato un altro tassello al puzzle del risparmio: quello dell’informazione e della sensibilizzazione dei cittadini.

Lo sportello è stato aperto in collaborazione con altri Comuni della zona e con Legambiente ed è stato affidato a un architetto del Comune, che in qualità di Energy Manager, fornisce gratuitamente consulenza per quanto concerne le normative vigenti in materia e le opportunità da esse offerte. “Fra gli effetti positivi dello sportello – afferma con orgoglio Drigo – c’è stata la costituzione di un gruppo di acquisto solidale locale per l’energia, tramite il quale molti cittadini interessati a queste tematiche hanno potuto comprare pannelli solari e fotovoltaici a prezzi più convenienti”.

Insomma, dal punto di vista istituzionale, c’è stata in questi anni una regia piuttosto oculata, pur con alcune zone d’ombra, dal punto di vista della gestione dei consumi energetici. Tutt’altra cosa per i progetti “energetici” di iniziativa privata, dove la confusione e l’anarchia sembrano regnare sovrane. Colpa, a quanto pare, della mancanza di un piano energetico regionale che fissi dei paletti alla diffusione incontrollata di centrali a biomasse, “ligneocellulosiche”, “vegetali”, a olio di colza e chi più ne ha più ne metta. Così, i progetti che in questo momento interessano il portogruarese sono almeno tre: quello della centrale Cereal Docks a Summaga; quello della Zignago Vetro a Fossalta e quello dell’industria Sogeco di Castelfranco a Lugugnana. La domanda è: queste centrali porteranno qualche beneficio al territorio, o serviranno soltanto a finanziare guadagni privati? In altre parole, i cittadini si beccheranno le emissioni e qualcun altro i soldi? Da capire, in particolare, il riflesso che potranno avere sull’agricoltura locale operazioni di questo tipo. Dato che, fra tutte e tre le centrali dovrebbero attingere, per il loro fabbisogno di combustibile, a circa 6.000 ettari coltivabili, da reperire in gran parte nelle campagne circostanti.

L’area del portogruarese diventerebbe Campi di mais

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Cartello di protesta per la centrale a Summaga

così un immenso bacino di approvvigionamento di materiale da bruciare, col rischio, sia di incentivare forme monocolturali, che di far dipendere troppo il territorio da investimenti “esterni” (e cosa succederebbe se un domani le centrali dovessero chiudere?). Dal punto di vista economico, invece, potrebbe essere un affare per i contadini, se il prezzo pagato per il mais e gli scarti di coltivazione sarà buono, ma anche questo è da vedere.

A destare le maggiori perplessità è la centrale della Cereal Docks, anche per il suo previsto insediamento nel Pip di Noiari, in un’area già fortemente compromessa sotto il profilo ambientale e della sicurezza, per via delle altre attività industriali ed artigianali presenti, alcune di esse, come la S. Marco Gas, già potenzialmente pericolose di loro.

Quello che ha ricevuto invece, finora, la migliore accoglienza, è l’impianto in via di realizzazione a Villanova di Fossalta dalla Zignago Power. Servirà a produrre elettricità per la vetreria, ma anche, e questo è forse uno dei motivi dell’assenza o quasi di contestazioni, alimenterà un impianto di teleriscaldamento al servizio della zona residenziale circostante.

Quanto alla Sogeco a Lugugnana, ultimo progetto a essere presentato in ordine di tempo, ha già suscitato le prime resistenze. È nato infatti un comitato cittadino, chiamato “Annia Nuova” che si è subito dichiarato contrario, senza se e senza ma.

I residenti della frazione, distante una decina di chilometri dal centro e abituata a essere considerata terreno da caccia per nuove urbanizzazioni e speculazioni varie, sono arrivati ormai alla saturazione.

Dopo anni di assedio a base di progetti di raffinerie, inceneritori, centrali a turbomasse e impianti per i rifiuti, forse sarebbe anche ora che i cittadini di Lugugnana fossero lasciati tranquilli. Per lo sviluppo, ci sarebbe sempre l’opzione agriturismi e servizi vari per la villeggiatura, vista la posizione strategica, giusto a cavallo fra le spiagge e l’entroterra.

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SANITÀ

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Nove i suicidi nel portogruarese nel 2009 L’interpretazione di un fenomeno. Gentile: «Anche la crisi tra i fattori di rischio» di Georgia Schiavon

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Vi è solo un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta è rispondere al quesito fondamentale della filosofia”, scrive Albert Camus ne Il mito di Sisifo. Aldilà di ogni motivazione contingente, il suicidio è un atto che pone l’uomo davanti all’interrogativo più radicale, quello sul senso dell’esistenza. Soprattutto in una contemporaneità in cui il nichilismo sospende la vita sul baratro del nulla, stende su di essa l’ombra del dolore e dell’assurdo e svela l’illusorietà di ogni speranza.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni giorno nel mondo si tolgono la vita circa tremila persone, per un totale di circa un milione di suicidi l’anno. In Italia la media annua è di circa tremila suicidi: secondo i dati Istat, nel 2008 i casi accertati sono stati 2.828, 2.867 nel 2007 e 3.061 nel 2006. Il Veneto (superato dal vicino Friuli) figura tra le regioni con percentuali elevate di suicidi: nel 2008 ne sono stati registrati 312, nel 2007 281 e nel 2006 278 (rispettivamente 6,4, 5,8 e 5,8 su 100.000 abitanti), causati principalmente da malattie psichiche e motivi affettivi e perpetrati per la maggior parte tramite impiccagione, precipitazione, uso di arma da fuoco e annegamento.

Negli undici comuni del portogruarese quest’anno, alla data del 30 ottobre, si sono verificati 9 suicidi (più del doppio rispetto ai 4 del 2008), perpetrati principalmente tramite impiccagione e precipitazione (dati forniti dalla prefettura di Venezia e dal comando provinciale dei carabinieri), e 33 tentativi di suicidio (dati ricavabili dagli interventi per casi di autolesione, con codici di gravità dal verde al rosso, effettuati dal pronto soccorso di Portogruaro e dai distaccamenti di Caorle e Bibione, che ovviamente forniscono un quadro parziale del problema, essendo numerosi gli atti autolesionistici più o meno gravi non monitorabili).

La ragione, umana e scientifica, tenta di dare delle risposte ai complessi perché di questo atto, al fine di potenziare gli strumenti sociali e terapeutici per prevenirlo. L’approccio teorico oggi predominante integra l’interpretazione sociologica del suicido – che ebbe il suo pioniere in Émile Durkheim, il cui saggio Il suicidio, pubblicato alla fine dell’Ottocento, rimane un classico sull’argomento – con quella psicologica, che individua nella depressione la sua causa principale, annettendo un’importanza non trascurabile anche ai fattori genetici e biologici. «In ogni grado di depressione – spiega Bruno Gentile, primario dell’unità di psichiatria dell’ospedale di Portogruaro – il malato ha delle fantasie suicide, che nelle forme depressive meno acute non si traducono in una progettazione, mentre nelle depressioni gravi giungono a concretizzarsi nella pianificazione del luogo, del momento e della modalità di attuazione della volontà suicida. Nell’anamnesi di un soggetto depresso si tiene in considerazione anche il fattore genetico, accertando

l’eventuale presenza di casi di suicidio nell’ambito della parentela stretta».

Anche quando il suicidio è imputabile a eventi esterni, la loro conseguenza nefasta è determinata dalla fragilità della psiche sulla quale si abbattono.

Durkheim ha teorizzato l’influenza delle crisi, ossia di significativi rivolgimenti sociali ed economici, sulla frequenza di suicidi (che in questo caso egli classifica come “anomici”, dovuti cioè al venire meno di norme sociali e morali). Anche nel portogruarese un licenziamento conseguente all’attuale crisi economica alcune settimane fa è stato all’origine di un tentativo di suicidio, sventato grazie al tempestivo intervento dei carabinieri, chiamati da un passante occasionale. «Qualsiasi genere di crisi – prosegue il primario – può agire come evento scatenante su personalità vulnerabili. La perdita del lavoro, ovvero della sicurezza economica e del ruolo sociale, può costituire un fatto catastrofico, soprattutto quan-

do la professione rappresenta uno degli ambiti di maggiore investimento di se stessi e quando ciò accade in un’età in cui una riqualificazione si profila difficoltosa».

L’assenza di ogni speranza, il senso di fallimento e di inadeguatezza che opprimono lo scenario psichico presuicidario diventano talmente insostenibili da far prospettare la morte come unica via di liberazione dalla sofferenza. Una scelta all’apparenza razionale.

Ma, osserva Gentile, di una razionalità delirante: «La mente del suicida è offuscata da un senso di onnipotenza, legato ad un’idealizzazione della morte, che viene vista come la soluzione dei problemi propri ed altrui. Egli è lucido quanto alla programmazione del suo gesto, ma non si rende conto della sua irrimediabilità: paradossalmente vive un delirio di immortalità».

Il suicidio è la pianificazione di un annullamento, ma, anche nella mente di chi lo progetta, non ha termine in se

Dott. Bruno Gentile, primario dell’unità di psichiatria dell’ospedale di Portogruaro

stesso. Parafrasando Franco Fornari, il suicidio si manifesta come una negazione del mondo, con il quale in realtà, seppure tragicamente, vuole stabilire una comunicazione. «Spesso – nota Gentile – i suicidi sono persone che hanno aderito ad una falsa immagine di sé, che hanno portato per troppo tempo una maschera e che scelgono il suicidio come autopunizione per non essere stati capaci di comunicare il loro vero sé». Questa interpretazione rileva il carattere relazionale del suicidio: il suicida, punendo se stesso, accusa implicitamente chi secondo lui non ha saputo comprendere i suoi bisogni profondi. L’utilizzo dell’autolesionismo si palesa come modalità comunicativa nel suicidio tentato, che si differenzia rispetto a quello mancato per la sua valenza dimostrativa: «Un suicidio si definisce “mancato” – chiarisce il primario – se fallisce per cause indipendenti dalla volontà del suicida, perciò la probabilità che questi ci riprovi è molto elevata. Il tentato suicidio invece viene messo in atto per attirare l’attenzione, obiettivo che nella maggior parte dei casi viene raggiunto, rendendo improbabile l’eventualità di un nuovo tentativo».

La rabbia e il senso di colpa sono, in differente proporzione a seconda dei casi, i sentimenti che un suicida lascia nelle persone a lui vicine. L’International Association for Suicide Prevention, da poco rappresentata anche in Italia, organizza ogni 10 settembre la giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. «Non sempre sono presenti o individuabili dei segnali predittivi di un tentativo suicidario.

Tuttavia una condotta autolesionistica, un’ideazione ripetuta della morte, sentimenti eccessivi di colpa e di fallimento potrebbero essere degli indicatori. La solitudine, un lutto o dei gravi problemi di salute possono costituire fattori di rischio», conclude Gentile. Medici di famiglia, specialisti e strutture specializzate come i centri di salute mentale costituiscono un supporto imprescindibile per la cura della depressione. Fondamentale il ruolo di familiari e amici dei malati, che richiede una sensibilità affinata e la capacità di sostenere la vista di un abisso che spaventa.

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DURI I BANCHI

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Il Liceo XXV Aprile Un riferimento culturale per il territorio

Un sapore… antico

di D. C.

I

l Liceo "XXV Aprile" opera in Portogruaro dall’inizio degli anni ’70 e rappresenta un importante punto di riferimento culturale e formativo per gli studenti e le famiglie non solo del Distretto di Portogruaro, ma anche di quelli limitrofi. Istituito con la finalità di offrire la formazione liceale umanistico-scientifica nella sua più completa articolazione, si struttura nei due indirizzi, Classico e Scientifico; la

loro compresenza caratterizza la fisionomia dell'Istituto e permette di realizzare una grande varietà di esperienze scolastiche e culturali.

Il Liceo classico intende lo studio dell'antico nella prospettiva fondamentale della piena comprensione del presente, che ha nel passato le sue ragioni profonde. L’attenzione ai fenomeni linguistici, centrale nello studio dell’Italiano, del Latino, del Greco e dell’Inglese, non solo permette l’acquisizione di competenze comunicative e interpretative, ma accompagna e sostiene il riferimento al nesso presentepassato.

Il Liceo scientifico mira a promuovere negli studenti la curiosità, la capacità di osservazione e il gusto per la ricerca, anche attraverso la valorizzazione delle discipline umanistiche, favorendo così l'acquisizione di un metodo d'indagine fondato su rigorosi processi logici e sorretto da attività di laboratorio.

Le dimensioni formative del curriculum liceale si coniugano con l’educazione alla socialità e al rispetto dell’altro, il recupero della memoria, l’impegno e la responsabilità di ciascuno di fronte ai problemi della collettività e del mondo contemporaneo.

Per realizzare una scuola aperta al territorio, attiva sul piano culturale, particolarmente attenta ai problemi dei giovani, il Collegio dei Docenti e il Consiglio di Istituto, ognuno per le proprie competenze, hanno approvato un piano di interventi e progetti che rispondono agli obiettivi formativi dell’Istituto. Molto articolate sono le iniziative realizzate nell’ambito dell’assicurazione del diritto allo studio, del recupero e del sostegno, ma anche in quello della valorizzazione delle eccellenze. Quindi, oltre a garantire la presenza di corsi e sportelli didattici per ovviare a carenze metodologiche, l’Istituto è attento a offrire occasioni di stimolo e di approfondimento agli allievi dotati di abilità, conoscenze e capacità di rilievo. Con il progetto di Educazione alla salute e alla legalità si promuovono stili di vita positivi e si sensibilizzano gli studenti verso la

cultura del rispetto delle norme e della cittadinanza attiva. Il Liceo riserva inoltre particolare attenzione alle attività motorie e sportive: il progetto InForma è uno strumento per favorire e migliorare il rapporto dei giovani con se stessi e con la scuola, attraverso momenti esperienziali di gioco e di sport.

E’ da rilevare comunque che il progetto di creare una scuola aperta agli studenti, alle famiglie e in generale alla

cittadinanza, incontra qualche ostacolo nel momento in cui ci si confronta con la realtà che vede l’istituto dislocato in quattro sedi distinte e in due palestre lontane: una frammentazione che crea oggettive difficoltà di comunicazione tra le varie componenti della scuola.

A breve comunque è prevista un’attenuazione delle difficoltà in quanto nel centro storico cittadino verrà creato un polo umanistico che raccoglierà sia gli studenti del Classico che quelli dello Scientifico.

Noi studenti del Liceo XXV Aprile abbiamo la fortuna di poter studiare all’interno di luoghi che rappresentano il passato del nostro paese, in splendidi palazzi prerinascimentali (la sede centrale e il Palazzo Fasolo) o nella storica sede del Nievo B. Ogni giorno, ripercorrere le anguste rampe di scale è un tuffo al cuore, tanto quanto rischiare di scapicollare per gli scalini ormai erosi da innumerevoli passi (dopo secoli è anche comprensibile). È splendido potersi affacciare dalle finestre dei piani superiori e ammirare il panorama dei tetti di Portogruaro, ma ancora più gratificante è affacciarsi su Via Martiri e rimirare i due Nievi: uno con ancora qualche scampolo di transenne, di un vivo arancione riverniciato da poche settimane, l’altro di identica struttura, ma di un sabbia sbiadito, con gli stucchi che da tempo si sono assoggettati alle leggi di gravitazione. L’interno del Nievo B è di settant’anni fa; nessun mutamento da allora è stato percepito. Gli intonaci grigi e i portauova alle pareti conferiscono all’edificio uno splendido sapore di “vissuto”.

A pochi passi dalla trecentesca sede centrale vi è il possente Palazzo Fasolo, dimora delle classi del biennio e di qualche famiglia di piccioni, che negli interstizi tra le finestre e i muri hanno edificato diversi centri di ritrovo. Il chiostro interno del palazzo è calato in una futuristica attualità dai giovani che vi parcheggiano torme di motocicli: vi si respira una dignitosa aria di antichità temperata dagli scarichi dei motorini.

Al conteggio delle sedi, tuttavia, mancano le aule della Villa Martinelli, meraviglioso edificio seicentesco in cui il ginnasio svolge le sue ore settimanali, tra barocchi cartongessi e spazi ricreativi che rievocano atmosfere da Inquisizione Spagnola.

Abbiamo scherzato, in parte, ma come studenti vogliamo mettere in luce i disagi di un’istituzione a noi molto cara, a cui ci sentiamo profondamente legati.

Fortunatamente, la qualità delle lezioni resta immune dal disagio delle strutture.

Gli edifici in cui studiamo sono la concreta metafora della situazione della scuola italiana: un sistema istituzionalizzato che cerca di coniugare il vecchio col nuovo senza particolare convinzione, rimanendo in precario e labile equilibrio.

Michele Zuppichin Davide Favarato

OLTRE CONFINE

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Un piccolo paese dal cuore grande A Fossalta, industriosa cittadina a ridosso di Portogruaro, operano più di 60 associazioni di volontariato di Marta Camerotto

Municipio di Fossalta di Portogruaro

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iccolo paese con forti potenzialità. Così in una frase si potrebbe descrivere il paese di Fossalta di Portogruaro. Poco più di sei mila abitanti a ridosso di Portogruaro, un territorio confinante con il Friuli, a forte vocazione agricola, che gode di una comunità viva che continua a credere nell’aggregazione delle persone. Una caratteristica infatti balza agli occhi anche al visitatore forestiero più distratto: il mondo dell’associazionismo.

Una tesoro che in alcuni Comuni ben più grandi non si trova. Oltre 60 associazioni di volontariato e culturali che ogni settimana offrono possibilità di divertimento e iniziative rivolte a tutta la popolazione. Di recente per esempio è stata organizzata una festa da parte del Gruppo Promozione Salute "Incontro" dedicata ai bambini con laboratori creativi, cioccolata e castagne, giochi e spettacoli, biblioteca volante e con la partecipazione delle associazioni sportive, culturali e di volontariato e delle scuole materne ed elementari del territorio. Ma i protagonisti «del fare» per il paese sono molti. A cominciare dai gruppi Avis, Aido e le associazioni degli alcolisti anonimi (Acat) presenti in due club. Tra le più impegnate nel volontariato e nella solidarietà c’è l’associazione Marcello Labor che tutto l’anno porta aiuto ai poveri e ai più bisognosi.

Attualmente Fossalta annovera ben 8 comitati per l’organizzazione di feste e sagre paesane che tengono vive le tradizioni e momenti ricreativi pubblici. Tra le manifestazioni più note c’è la festa di Santa Maria Assunta a ferragosto che è anche patrona del paese, la sagra di San Luigi ad Alvisopoli a giugno e la festa della Madonna della Neve a Stiago verso fine luglio. Tra i vari gruppi non mancano le corali tra le quali si distingue per l’originalità quella di musica folkloristica. Inoltre c’è la cooperativa “Gabbiano Jonathan”, conosciuta in tutto il veneto orientale per il recupero e l’assistenza offerta ai giovani e a tutte le persone portatrici di handicap.

Alla guida di questo bel paese pieno di umanità e voglia di fare troviamo il sindaco Paolo Anastasia erede della gestione pubblica di Bruno Panegai e continuatore della sua stessa politica di area centrosinistra pur con toni e criteri più moderati. Passaggio di testimone dunque che è avvenuto solo la scorsa primavera con obiettivi che promettono molto ai fossaltesi: il recupero dell’ex cinema Italia, del campo sportivo di Villanova e la valorizzazione della zona centrale del paese.

Dal punto di vista economico Fossalta vanta la presenza di numerose cantine vinicole tra le quali spicca la “Santa Margherita”, di fama nazionale e conosciuta anche all’estero per i suoi vini pregiati.

L’azienda nasce nel ’35 quando il Conte Gaetano Marzotto, famoso industriale tessile, acquista dai Conti Stucky una tenuta agricola di oltre 1000 ettari (di cui 140 a vigneto) con l'obiettivo di integrare produzione agricola e produzione industriale, seguendo le diverse fasi della trasformazione del prodotto agricolo in bene di consumo.

La realtà industriale invece negli ultimi anni ha visto al centro di infuocate e disperate battaglie sindacali la crisi occupazionale del Linificio, canapificio nazionale di Villanova. Drastici i tagli sui lavoratori quando, circa un anno e mezzo fa, la dirigenza ha comunicato l’avvio della procedura di licenziamento.

La prima procedura di mobilità risale al 2006, e si conclude con la stipula di un contratto di solidarietà. Da quel momento si è continuamente ridotta la produzione, e ad oggi si parla di lavoro per 70 persone circa. Il Linificio possiede due

Stabilimenti Santa Margherita

stabilimenti all’estero, in Tunisia ed in Lituania, e due in Italia, a Villanova ed in provincia di Bergamo. Ma nei giorni scorsi si è diffusa ufficialmente la notizia: la proprietà Marzotto Spa ha deciso di mettere sul mercato tutto il suo patrimonio immobiliare, compreso quindi il

linificio di Fossalta di Portogruaro.

Ma, problemi industriali a parte, quanto a nuovi orizzonti in campo di sfruttamento di nuove energie, Fossalta di Portogruaro è tra le più all’avanguardia nel portogruarese. Infatti, proprio a Villanova è stata rilasciata, senza opposizione del Comune, l’autorizzazione all’installazione ed esercizio di un impianto di cogenerazione alimentato a biomasse naturali per la produzione di energia elettrica della potenza di 13,2 megawatt chiesta dalla Zignago Power Srl. L’impianto verrà realizzato tenendo conto delle indicazioni presentate dal Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento e con la prescrizione che la ditta predisponga l’impianto per l’eventuale implementazione del sistema di abbattimento degli ossidi di azoto già previsto in progetto. Per ora non sembra esserci nessun apparente problema. All’interno dello stabilimento l’impianto di produzione di energia elettrica alimentato a biomasse vegetali verrà utilizzato dagli stabilimenti della Zignago vetro.

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Quercia secolare di Villanova

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C A LC E T TO - P I N G P O N G - F R E C C E T T E

Fossalta è anche un serbatoio pieno di opere artistiche. Da vedere infatti c’è Villa Sidran del XVIII secolo, la chiesa parrocchiale dedicata a San Zenone ricca di opere d’arte. Ma è da ricordare anche la maestosa quercia di fronte alla Cappelina di Sant’Antonio di Villanova, vecchia più di 500 anni e con misure da record: oltre 16 metri di tronco più altri 20 di chioma e una circonferenza del tronco ad un metro dal suolo di ben 8 metri e 70 centimetri. Il patrimonio artistico comprende anche villa Mocenigo ad Alvisopoli, il cui parco è occupato da un’oasi del WWF che offre uno spettacolo naturale meraviglioso.

E infine, non da ultimo per fascino e importanza, il piccolo centro di Fossalta si distingue anche per la sua storia, in parte ricostruita nel museo etnografico di via Venezia.

In uno stabilimento di 500 metri quadrati sono stati ricostruiti, con arredi e attrezzi originali dei primi del '900, alcuni ambienti della casa contadina (la cucina, la camera da letto, la stalla e il cortile), la bottega dello scalpellino e un'aula scolastica. Luogo di studio privilegiato dalle scuole del territorio e dagli appassionati e studiosi di storia ed usi e costumi popolari.

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DALLE AZIENDE

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Effetto risparmio, economie domestiche Il punto sul significato del fare economia con i tempi che corrono

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stufe o caldaie a pellet. Con questo trucco si ottiene un risparmio di oltre il 35% di energia.

redazionale a cura di M. C.

idurre i consumi e limitare al massimo l’inquinamento dell’ambiente, ci concentriamo su questo quando cerchiamo sul mercato i prodotti da inserire all’interno dei nostri punti vendita.

Ottimizzare le cotture In tema di cottura, l’attenzione è puntata su forni e piani cottura; forni le cui funzioni di conduzione del calore all’interno della cavità diano la possibilità di cuocere su più ripiani nello stesso tempo portando alla temperatura desiderata l’interno in minor tempo per un consumo di elettricità sempre più basso, piani a gas la cui efficienza dei bruciatori non incida nel consumo e nemmeno sulle emissioni nocive.

Freddo senza dispersioni Nella ricerca dei frigoriferi, oltre a preferire quelli di ultima generazione con gas non nocivi per l’atmosfera, puntiamo ad avere prodotti che conservino al meglio gli alimenti dando il giusto grado di umidità all’interno, magari con sistemi filtranti per prevenire l’insorgenza di muffe o cattivi odori. Scegliamo congelatori con il sistema di ventilazione forzata per non avere più la

noia dello sbrinamento periodico consigliando ai nostri clienti di procedere alla manutenzione e pulizia di guarnizioni per preservare nel tempo le caratteristiche di quanto acquistato.

Lavastoviglie ad alta efficienza Da sempre presenti nei nostri outlet sono quelle che riescono a “leggere” la quantità di carico e il suo livello di sporco per dare una buona mano al risparmio dell’energia elettrica e al consumo di acqua. Alcuni apparecchi sono dotati di un dispositivo che permette di abbassare la temperatura dell’acqua nell’ultimo risciacquo altre evitano di riscaldarla perché pronte per essere allacciate all’acqua calda che viene riscaldata da altre fonti di energia alternativa, come pannelli solari,

Bucati superecologici Possibilità di lavare sempre più kg di bucato ma al bisogno certezza della riduzione del consumo di energia e acqua in base ai sensori di quantità della biancheria e il livello di limpidezza dell’acqua del risciacquo, in modo da non sprecarne o da aggiungerne se il detersivo, spesso dosato eccessivamente, è ancora presente, programmi brevissimi per lavaggi delicati o poco sporchi.

Risparmio, Rispetto, Riciclo Forti di uno slogan lanciato ormai più di due anni fa con l’introduzione dei detersivi alla spina, siamo sempre alla ricerca di nuovi sistemi e di nuovi prodotti legati al mondo della pulizia quanto più ecologici e rispettosi dell’ambiente che periodicamente proponiamo alla nostra clientela. Basta poco per cambiare e se possiamo sempre bene farlo in meglio, fintanto che come dicono i nostri nonni: provar non costa nulla, vale la pena di ascoltare un consiglio da parte di chi ha un po’ più di esperienza!

Siamo a disposizione per consigli e suggerimenti per tutto ciò che riguarda i grandi elettrodomestici, la nostra più grande ricompensa è un cliente che esce dal nostro outlet soddisfatto del proprio acquisto.

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Natale da leccarsi i baffi al Tajer di Cintello Per tutto il mese di dicembre e fino al 6 gennaio il Tajer è aperto tutti i giorni senza turno di chiusura escluso il giorno di Natale redazionale a cura di A. P.

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el mese di dicembre dolci novità alla pizzeria al Tajer di Cintello di Teglio Veneto. Chi non conosce la celebre pizzeria di Cintello potrà pensare che sia possibile gustarsi una pizza, la cui qualità ormai è conosciuta e apprezzata anche fuori dal comprensorio portogruarese. Quello che non tutti sanno è che a contendere la notorietà delle famose pizze di Sergio, ci sono i prelibati dolci artigianali di Betty che, con maestria e originalità, riesce ad abbinare sapientemente i vari prodotti assolutamente naturali e freschi e creare delle vere e proprie delizie per tutti gli amanti del dolce. Dolci sì, attenzione alla linea, ma dolci fatti in casa seguendo la tradizione e usando rigorosamente ingredienti di prima qualità e senza l’aggiunta di conservanti e additivi che rendono questi prodotti leggeri e digeribili. La manipolazione della panna fresca, per esempio, è sempre stata una fase molto delicata nella sua lavorazione e solo la maestria di mani esperte la sanno rendere addirittura leggera, per non rendere il dolce di fine pasto pesante. A partire dai prodotti di base come la pasta frolla, la ricotta fresca, il pan di spagna, la crema pasticcera e la pasta sfoglia, tutto viene confezionato con metodi tradizionali e non viene lasciato in vetrina per più di due giorni per ovvi motivi di deperibilità. Questo non è mai stato un problema, come ci spiega Betty, dato che raramente i dolci avanzano visto che i consumi premiano tanta qualità! Da ricordare assolutamente la torta Saint Honorè, una

delizia per i palati , il Tiramisù in coppa senza uova, la Crostata di ricotta e frutta fresca, la Torta delle feste, un trionfo di pan di spagna , panna montata e fragole fresche, la Crostata di ricotta e nutella calda, il Mille foglie bigusto con crema al cioccolato, crema chantilly e panna montata, la Foresta nera, la Torta della nonna, i vari Strudel di mele, di pere, e, novità, lo Strudel al cioccolato, i Profiteroles, le Panne cotte al cioccolato, al caramello o guarnite con le fragole. In occasione delle festività, presente per tutto il mese di dicembre, la celebre Torta di Natale. Insomma, chi più ne ha più ne metta, c’è solo l’imbarazzo della scelta!

Tornando alla pizza, sarà possibile gustare oltre alle classiche, le specialità di natale di Sergio con abbinamenti particolari, come la strepitosa Birra di Natale, delle dolomiti, una classica birra bionda artigianale con una gradazione modesta a fermentazione naturale e una pastorizzazione molto bassa per esaltarne la fragranza dei cereali, appositamente prodotta dai mastri birrai in occasione del periodo Natalizio. Questa particolare birra, va ricordato, viene prodotta da una birreria artigianale appositamente per il Tajer. Per passare una serata all’insegna della buona tavola quindi, è d’obbligo un passaggio al Tajer di Cintello dove Sergio e Betty con la consueta cordialità sono unici nel creare un ambiente nel quale, alla risaputa qualità e professionalità, è possibile accostare un ingrediente unico che è la passione profusa ogni giorno per la soddisfazione del cliente.

Via Garibaldi, 14 Cintello di Teglio Veneto (VE) Tel. 0421 706002

DA PARTE DI SERGIO E BETTY, BUON NATALE A TUTTI E… DIFFIDATE DALLE IMITAZIONI!!!

DALLE AZIENDE

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Boot Camp, sport e disciplina militare T

redazionale a cura di R. V.

utto si basa sulla regola delle tre D: determinazione, dedizione, disciplina. E se si pensa che nel momento di crisi che ha colpito l’intero globo, quello che non ne ha risentito è il settore fitness, ben si può immaginare che le 3 D saranno rispettate alla lettera. Perché sono davvero obbligatorie per affrontare il Boot Camp Beat It System, la nuova disciplina fitness che impazza tra i divi di Hollywood. Un sistema di allenamento all’aperto nato negli States e ispirato al training dei marines americani. Drew Barrymore, Kate Holmes (che deve a questo speciale training il recupero della linea dopo la nascita della figlia), e le "casalinghe disperate" Terry Hatcher e Nicolette Scheridan, tanto per fare alcuni nomi, partecipano regolarmente a sessioni di Boot Camp. «Dimagrirai, tonificherai braccia, seni e glutei, avrai una postura perfetta e un fisico invidiabile nel più breve tempo possibile. Sarà l’esperienza più dura e soddisfacente della tua vita» promettono i cultori del Boot Camp.

militare. Sotto la guida di un trainer esperto e qualificato si verrà guidati in un intenso allenamento all’aperto, con qualsiasi condizione atmosferica, di 6 settimane (2, 3 o 5 volte a settimana, a scelta). Ogni allenamento è differente e studiato per far lavorare diverse aree del corpo e della mente. Include stretching, corsa/camminata, esercizi militari, corsa a ostacoli, yoga, pilates, pesi, addominali, salto con la corda, esercizi per migliorare la forza muscolare e molto altro ancora. Prima di iniziare l’allenamento si verrà sottoposti a test fisici, test di forza e di resistenza oltre a rilevamento del peso, le misure e massa grassa. I risultati dei test saranno utilizzati per definire il livello di partenza: principiante o avanzato. E alla fine, i risultati saranno: 3-5% riduzione massa grassa, notevole miglioramento posturale, minore stress, perdita di peso da 3 a 8 kg, 2,5/7,5 cm in meno di girovita, 25% miglioramento di resistenza e forza, 100% aumento sicurezza di sé e autostima.

QUANDO SI COMINCIA - L’allenamento è nato negli States ma è stato ormai adottato anche dal mercato italiano. Basta cliccare www.bootcampbs.com e segnalare il parco più vicino (o quello più comodo o quello dove si desidera allenarsi) e le ore di allenamento preferite. In pratica si apre un grande forum online dove ci si incontra per allenarsi insieme. Una volta raggiunto il numero di sei partecipanti nello stesso luogo, Boot Camp manda un allenatore sul posto e inizia la sessione. Il trainer segue il singolo partecipante e il gruppo allo stesso tempo.

Nessuno viene lasciato indietro. Nessuno è sottoposto a sforzi rischiosi per la salute. Boot Camp è la tecnica con la quale i campioni Dorman Racines e Luigi Colbax hanno allenato i partecipanti del reality-show in onda su Sky «Cambio vita, torno in forma» raggiungendo risultati sorprendenti.

Un allenamento all'aperto nato negli Usa e ispirato al training dei marines.

Adesso arriva anche in Italia

LO PUOI FARE! - Gli istruttori lo urlano a gran voce.

Come lo urlano durante gli allenamenti dei militari.

Attenzione, allenarsi con il metodo Boot Camp è davvero da duri. Ma non bisogna immaginarsi sessioni di allenamento piene di ex comandanti o giovani patrioti.

Anzi. Da New York a Los Angeles stanno nascendo come funghi i nuovissimi Bridal Boot Camp, veri campi militari dove le donne arrivano in massa. Corsa, flessioni, scatti e addominali, camminate sulle mani per allenare il corpo e aumentare il senso di sfida con se stessi. Che ci sia caldo o freddo, pioggia o neve i trainers di Boot Camp avranno 6 settimane per farti dire "missione compiuta". «E non importa quale sia il tuo livello di partenza, il risultato sarà sorprendente!».

DISCIPLINA - La missione è reclutare minigruppi da 6 a 10 persone desiderosi di mettersi in gioco in un’atmosfera divertente che ricalca la disciplina e la struttura

KARATE SPORTIVO KARATE TRADIZIONALE JU-JUTSU KICK BOXING KRAV MAGA METODI MILITARI DI LOTTA CORPO A CORPO CORSI ANTIAGGRESSIONE PER DONNE FITNESS COMBAT PROGRAM DIREZIONE TECNICA : M° Alessandro Presotto, cintura nera IV dan karate, cintura nera V dan ju-jutsu, esperto metodi militari c.q.c. (close quarter combat), istruttore CONI c.a.s.(centri avviamento sport).

L’A.S.D. Budo Life Academy tiene i propri corsi presso la palestra Arhena 5 a Portogruaro via Villastorta 31/3.

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GOOD NEWs

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Tante buone iniziative targate P.Net Il 2009 chiude un anno ed un decennio di soddisfazioni e bei progetti, con anniversari e nuove idee da mettere in campo

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di Vincenzo Zollo

ante sono le attività e le iniziative intraprese in questi anni da Portogruaro.Net, nel campo del web (con il primo giornale online del comprensorio), dell’editoria (con le pubblicazioni dell’agenda, di questo magazine e di libri) e dell’impegno verso i cittadini ed i propri lettori (con concorsi, mostre e attività).

In questa occasione, più che su altri, focalizziamo l’attenzione su due progetti giunti entrambi ad un importante traguardo, quello dei dieci anni di attività. portogruaro.net agenda Portogruaro.Net Agenda è un progetto nato nel 2001 che compie ora, con la realizzazione del numero del 2010 – in distribuzione in questi giorni – ben 10 anni di attività al servizio del cittadino.

Si tratta infatti di una vera e propria agenda, nel formato A5, composta da 150 pagine, distribuita gratuitamente alla popolazione, che ogni anno ha presentato un tema diverso, ma sempre legato al territorio. Nella quasi totalità dei casi si è trattato di testi e studi inediti, realizzati dalla nostra redazione o da illustri collaboratori, ma comunque e sempre di informazioni legate alla storia, alle tradizioni e alle attività del nostro territorio: Racconti di Città (2001), I giochi di una volta (2002), In bicicletta nella pianura portogruarese (2003), Biografie di uomini illustri della città di Portogruaro (2004), Le vie dei tabernacoli (2005), Adelia Bon (2006), Proverbi veneti (2007), Mestieri de ‘na volta (2008), Don Girolamo Zambaldi (2009) e La Città di Portogruaro (2010).

Il progetto ha da subito suscitato l’interesse della popolazione, del tessuto economico e delle istituzioni pubbliche e private, che vi hanno aderito fin dalla prima edizione. Ecco quindi per il 2010 una edizione particolare, di prestigiosa fattura e rilegatura, per festeggiare l’importante traguardo raggiunto. A questa si affianca un evento espositivo che si terrà nei giorni della Fiera di S. Andrea a Portogruaro, in Villa Comunale, dove sarà possibile visionare le 10 annate con relativi contenuti ed informazioni commerciali.

Tutte le edizioni sono consultabili online all’indirizzo: www.portogruaro.net/agenda .

prove – sCritti inediti "Prove" è un'antologia letteraria con cadenza annuale nata con lo scopo di dare voce a tutti coloro che scrivono, per passione, per necessità o per diletto, e che non trovano spazio nelle rinomate riviste letterarie, troppo impegnate ad osannare i grandi artisti e prive di spirito di ricerca. Sì, questo è il suo fine: ricercare nuovi linguaggi, forme poetiche, ricami lessicali, invenzioni della penna e della mente di nuove leve, e dare loro spazio sulle proprie pagine.

Il volume nelle edizioni passate ha raggiunto alti livelli qualitativi, ospitando al suo interno autori poi rivelatisi di grande stile, e pregiandosi di anno in anno di collaborazioni meritevoli ben più che di una pura menzione. Infatti il volume contiene ogni anno una introduzione alla lettura di uno stimato personaggio del mondo culturale: tra gli altri possiamo citare Pasquale Francischetti direttore del bimestrale ISBN 978-88-904443-1-9

di poesia e letteratura Poeti nella Società, Gualtiero De Santi noto critico letterario internazionale, l'On. Vittorio Sgarbi noto a tutti per le sue spiccate

qualità critiche legate a tutto ciò che è arte, Umberto Piersanti senza dubbio uno dei più noti e prolifici poeti contemporanei.

Non sono mancati anche gli artisti del mondo della pittura che hanno prestato le loro opere per dare tono e qualità all'edizione a partire da Antonella Brambati fino a giungere al Prof. Carlo Ceci, grande Maestro della scuola del libro di Urbino, passando per Stefano Orsetti e Mattia Bianchi.

Da segnalare le importanti collaborazioni con l’azienda Giotto Display, il Comune di Portogruaro e la rivista Poeti nella Società, che contribuiscono con il loro sostegno economico, di patrocinio e di visibilità, alla buona riuscita del progetto, che proprio con il numero del 2008, andato in stampa questo anno, ha festeggiato il suo decimo anniversario.

La pubblicazione è consultabile online all’indirizzo www.scrittiinediti.net , dove è anche possibile reperire il bando di concorso per l’edizione del 2009 che scade il 31 dicembre.

Concorso Musicale “Suoni in Porto” ed. 2009 È in scadenza a fine mese il bando di partecipazione al concorso, di cui pubblichiamo qui di seguito un estratto: • Portogruaro.Net indice un concorso per artisti e band musicali emergenti. Il concorso è dedicato a singoli artisti o gruppi dell’area del Veneto Orientale e zone limitrofe ed è aperto ad ogni genere musicale.

Si partecipa con un solo brano originale, (escluse le cover).

• Per partecipare al concorso compilare in ogni sua parte il modulo reperibile online su w w w.por togruaro.net /concorsi o richiedibile presso la sede di Portogruaro.Net, e consegnarlo accompagnato da un CD audio contenente il brano in formato mp3, una scheda biografica, una o più foto di buona qualità. La consegna del plico può essere fatta direttamente presso la sede di Portogruaro.Net, oppure spedito tramite posta con raccomandata.

Il termine improrogabile di scadenza è fissato al 30/11/2009.

• Una giuria di esperti selezionata da Portogruaro.Net sceglierà insindacabilmente il gruppo o il singolo vincitore del concorso.

• Il premio per il primo classificato consiste in: - duplicazione di n. 500 cd-audio - intervista esclusiva che verrà pubblicata su Portogruaro.Net Magazine e www.portogruaro.net • Tutti i partecipanti saranno invitati alla serata finale con la premiazione del vincitore che si terrà presso il Teatro Russolo di Portogruaro indicativamente a fine gennaio 2010 (la data verrà comunicata a tutti i partecipanti e resa nota attraverso i mezzi di stampa).

Il Bando per esteso e la scheda di partecipazione sono disponibili su w w w.por togruaro.net /concorsi oppure richiedibili a Portogruaro.Net via Spalti, 7 Portogruaro (VE) – Tel. 0421 280444 – Fax 178 602 9151 – Email group@portogruaro.net

sPORT

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Non solo calcio…

Nel portogruarese esistono decine di attività sportive per così dire “di nicchia”, considerate (a torto) un po’ troppo snob ed elitarie. Parliamo di sport nobili come il golf, la vela, l’equitazione e di tutte quelle realtà che, viste da vicino, sfatano il mito dell’attività sportiva “d’eccezione”

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di Giulio Serra

er la maggior parte di voi il nome Old Tom Morris non dirà granchè, o addirittura proprio nulla. Eppure nel mondo del golf è un’istituzione, una leggenda, quasi un mito della fantasia ricorrente. Perché Old Tom Morris è, usando un epiteto di clamore, il padre fondatore del golf mondiale, colui che per primo - attorno al 1450 - si distinse in questa disciplina per classe, indubbie doti talentuose e carisma da grande star.

Fu tra i pionieri, inoltre, a portare oltre i confini dell’elitè della Corona inglese (la cosiddetta classe dei “Gentlemen”), questo sport nobile, e a sgrezzarlo diffondendolo nel mondo. Oggi queste influenze lontane sono arrivate a germi-

nare con notevoli risultati fino a qui, nel nostro territorio, lottando quotidianamente spalla a spalla contro tutti quegli sport di massa che, volente o nolente, monopolizzano il palcoscenico da tempo immemore: il calcio, il tennis, il ciclismo, il basket e la pallavolo. Una sfida dello gnomo al gigante, insomma, che tuttavia negli ultimi tempi sta portando il golf del veneto orientale a ricavarsi un proprio (minuscolo ma prezioso) spazio all’interno dell’agone sportivo. Risultato, questo, frutto anche e soprattutto del duro lavoro di “sdoganamento” che gli addetti ai lavori del mondo del golf stanno facendo da una decina d’anni nel tentativo di far comprendere alla grande massa come questo sport ritenuto “nobile” sia in realtà del tutto identico a quelli più popolari per costi, attrezzature, spirito di competizione e tempo da dedicarci. Un esempio ad hoc è certamente quello del Club «Prà delle Torri» sito a Duna Verde, a pochi chilometri da Caorle. Qui l’ambiente è di quelli da cartolina, con il mare sullo sfondo e il verde tutt’attorno, aria sana e clima ideale per giocare sia d’estate che d’autunno. Al proprio interno si propone un percorso da 18 buche con tre di queste completamente rifatte nel 2007, un certificato di Riconoscimento quale Club Ufficiale Nazionale, la professionalità di maestri di fama mondiale per giovani e meno giovani, e dei prezzi per imbucare la pallina del tutto accessibili ai più: 9 euro accesso giornaliero; 1 euro per venti palline da campo pratica; 35 euro per un green fee da 9 buche; 20 euro di iscrizione per una gara. Insomma, l’eccellenza

e la qualità al fianco del rigore sui prezzi e all’attenzione per le esigenze di tutti gli appassionati del golf, da quelli di alto rango ad altri con possibilità economiche minori. Ma la cura al dettaglio e alla cortesia non è un’esclusiva del solo circolo caorlotto, perché dall’altra sponda del confine veneto-friulano esiste un secondo Club con Certificato di Garanzia, il «Golf Lignano». Distante pochi passi dal mar Adriatico, è una vera e propria oasi di relax misto allo sport, in cui si intrecciano i vari green e i tee di partenza all’armonia della natura circostante e alla professionalità degli addetti. Notevole per fama a livello internazionale e per attività agonistiche richiamanti da

tutta Italia i migliori golfisti su piazza, il Golf Lignano ha inoltre avuto l’onore di ospitare nel 1993 il grande John Daly, golfer professionista PGA, eccentrico fuoriclasse dal carattere eccessivo (per due volte, infatti, la sua attività golfistica è stata sospesa dopo esser stato trovato in evidene stato di ebbrezza durante lo svolgimento di alcuni tornei internazionali). Ora, voltando pagina e lasciando per un momento in disparte il mondo del golf, è necessario andare ad analizzare altri sport cosiddetti d’elite, al pari del mondo delle mazze e delle buche appena descritto. Tra i tanti non può esser dimenticato quello dell’equitazione:

un universo, questo, al limite tra lo sport vero e l’autentica passione per i cavalli.

Il binomio uomo-cavallo, infatti, è presente più che mai nell’equitazione, attività in cui l’amore per gli equini non può scindersi dal mero fatto agonistico. Nel portogruarese i circoli non sono molti, eppure quei pochi presenti pullulano di appassionati e iscritti. Lo scorso 18 ottobre, a questo proposito, si sono disputati i Campionati Italiani di Volteggio, svoltisi presso gli impianti sportivi Equipolis Tiziana – Scuderia F.G. Gruppo Villa Vanna, a Vado di Fossalta di Portogruaro. Un evento di enorme risonanza e importanza, che ha visto la partecipazione di numerosi fantini arrivati da tutta la Penisola, dagli under 18 fino ai Gentlemen. In sostanza, al volteggio degli equini corrisponde la ginnastica artistica per gli uomini; nella pratica è una disciplina in cui l’armonia, l’elasticità e la grazia nei movimenti dei cavalli consentono ai fantini di acquisire punteggi validi per la classifica finale. Inoltre, il volteggio rappresenta in se la perfetta espressione del binomio di cui si accennava poco sopra (amore tra uomo e cavallo), utile anche all’avvicinamento a questo sport di ragazzi e ragazze amanti degli animali e della natura. Oltre al golf e al mondo delle criniere, infine, esiste un terzo universo d’elite (oltre ad altri minori, ovviamente): la vela. Nel nostro comprensorio, su tutti, spicca il «Vela Club di Caorle», che – come ci spiega una nota contenuta all’interno del sito ufficiale - «si prefigge di integrare all’ormai consolidato servizio di noleggio (bare boat) un nuovo tipo di vacanza no-stress a vela. Vogliamo – prosegue – che la vacanza non sia un continuo preoccuparsi di dove sarà il porto, dove fare carburante, cambusa, ecc… piuttosto deve essere un relax totale che inizia all’imbarco per poi concludersi soltanto dopo lo sbarco». Tra l’altro, ritornando ad aprire per un’ultima volta la finestra sul golf, preziosa è la collaborazione che la Vela Caorle propone proprio con il mondo delle 18 buche; un accordo in cui si offre la possibilità di nolo del mezzo marino per raggiungere i Golf Club più prestigiosi dell’Adriatico: Prà delle Torri, Golf Club Grado, Brijuni Golf Club (presso la cittadina di Brioni). Da segnalare, infine, l’apertura recente del «Circolo Nautico Gruarius» proprio nella città di Portogruaro, ad opera di una decina di appassionati della vela tra cui Andrea Morassut, che illustra l’iniziativa: «Era da tempo che volevamo allestire un Circolo a Portogruaro, finalmente ora ci siamo riusciti. La sede è in Piazzetta S. Andrea 2, e le nostre attività si dividono sostanzialmente in due periodi: quello invernale in cui dedichiamo alcune serate di presentazione della nautica per appassionati e curiosi e quello estivo in cui facciamo veleggiate e uscite in mare» (per info circnauticogruarius@libero.it).

Insomma, nel portogruarese non si vive di solo calcio. Anzi,…

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L'ACQUOLINA

novembre/dicembre 2009

Il pane, ricordi e tradizioni Un alimento sacro, che ha accompagnato migliaia di anni di storia dell’uomo dagli antichi egizi a noi

I

l “forno a legna”, a due ripiani, diffuso comunemente fino all’immediato dopoguerra, era costruito in mattoni, a forma semicircolare con la base in refrattari, la bocca in lega di ghisa con uno spioncino per osservare l’evoluzione della cottura del pane e, sotto la suola, una camera per bruciare le fascine di legna e portare la temperatura oltre i 200 gradi. Il forno a due ripiani ha molte somiglianze con quello inventato migliaia di anni fa dagli antichi Egizi, composto da un piano per l’impasto e l’altro per il focolare: era un forno in cui si cucinava pane azzimo, non lievitato, molto simile all’attuale “piadina” emiliana.

Nel forno a legna, le ciocche di pasta modellate, lievitate ed allineate una a una, si infornavano con una lunga stecca di legno flessibile: un colpo secco e... zac! Queste si distendevano perfettamente equidistanti fra loro, disegnando lunghi filari sulla superficie della camera di cottura; le forme si coloravano di una patina dorata e il pane era cotto, sfornato con una grossa pala di legno e depositato caldo e croccante nelle “gerle”. Ad ogni cottura il forno era pazientemente ripulito dalle scorie delle ceneri passando e ripassando sulla suola una pezza di stoffa bagnata e avvolta all’estremo di un lungo bastone di legno. Questo processo riprendeva e si ripeteva più volte dalla mezzanotte fino a metà mattinata, secondo un rituale antico che risale addirittura ai tempi dei Greci, i quali furono i primi a lavorare il pane di notte per offrirlo caldo e fragrante al mattino. Il lavoro era affidato tutto alle braccia del “forner”, dato che non esisteva ancora alcuna macchina.

Il fornaio, verso mezzanotte, formava i “pastoni” manipolando a braccia la pasta dei “lieviti” preparata nel tardo pomeriggio, conservata nelle ”mastèle” e lasciata riposare fin quando non diventava ben amalgamata e morbida.

Poi i pastoni erano passati ai garzoni che li spezzavano a misura di mano e formavano delle ciocche uniformi per confezionare paneti, pagnoche, bignè, cioche, ciabatte, osèi, montasù, dresse, rosete, ecc. che poi si infornavano e durante la cottura in tutta l’area esterna circostante si respirava l’inconfondibile e persistente profumo del pane caldo e fragrante, un profumo che ti rimane nella memoria per tutta la vita, perché appartenuto solo a quei tempi e mai più ritrovato data la trasformazione dei forni che da artigianali sono diventati industriali. Sono ricordi di altri tempi, di quando il pane era ritenuto alimento primario nella alimentazione, tanto che il suo prezzo era calmierato dallo Stato e distribuito alle famiglie bisognose attraverso la tessera annonaria. Intorno agli anni 50-60 era consuetudine delle famiglie pagare il pane una volta al mese, dopo che il capo famiglia aveva percepito il salario ed il suo peso era giornalmente segnato in un libretto con un lapis; le famiglie contadine lo pagavano addirittura una volta l’anno, anticipatamente, attraverso il baratto con il frumento il cui valore variava in rapporto al suo grado di umidità.

In occasione di particolari ricorrenze i fornai diventavano anche pasticceri, come nel periodo di Pasqua in cui, con

di Leandro Costa uova, farina, zucchero, zafferano ed uva passa, confezionavano le “fugasse” che assieme alle “colombe con l’uovo ed il ramo d’ulivo” mettevano in bella mostra durante la processione del Venerdì Santo. Per matrimoni, battesimi e cresime, anziché il pane comune, consegnavano il pane speciale, condito con l’olio di oliva o lo strutto di maiale, la “pinsa” per l’Epifania, il “pinson” per altre feste. Il pane, cibo fra i più antichi, nella tradizione era ritenuto cosa sacra tanto che si raccoglievano addirittura le briciole cadute a terra: le nonne raccontavano ai nipotini che Gesù una volta scese dal suo cavallo per raccogliere un pezzo di pane per terra; espressione che in questi tempi fa sorridere ma che un tempo era esempio per insegnare ai bambini a fare economia. Il pane per tradizione nel giorno di San Biagio, assieme alla mela, era benedetto in Chiesa perché, si diceva, acquistava virtù terapeutiche tenendo lontano il mal

di gola. Pane santo, che non si gettava mai via, ma era riciclato nelle zuppe e minestre come la “panada” ritenuta un ricostituente per gli anziani per lo più sdentati; pane che in tavola non si pone mai rovesciato perché “pan roverso su la tola ciama carestìe”. Il pane sin dall’antichità è ritenuto simbolo di vita, di festa, di abbondanza, di ricchezza e fertilità della terra; una volta era un lusso, ora è parte integrante della nostra tavola quotidiana; come si dice: “la tavola senza pane è spoglia”. In tempi antichi comunicava addirittura il rango di appartenenza: la gente di campagna e i ceti meno agiati della città mangiavano pane scuro preparato con farine di cereali inferiori, talvolta misto a legumi e castagne; i nobili mangiavano invece pane bianco preparato con farine di puro frumento. Nella cultura religiosa, il pane aveva un importante significato nell’alimentazione monastica quale riferimento del corpo di Cristo. Ci sono

detti e proverbi di origine veneta che riguardano il pane: pan e gaban no i xe mai massa, pan al pan vin al vin, no scambiar pan par fugassa, fin che xe pan in convento i frati no manca, el xe bon come un toco de pan. Il pane dal punto di vista nutrizionale è una fonte importante di carboidrati con un indice di sazietà medio e un medio contenuto di calorie (da 200 a 300 kcal per 100 gr.) può essere tranquillamente assunto più volte durante la giornata; bisogna però seguire alcuni accorgimenti, e valutare sempre le quantità assunte, perchè può capitare facilmente di mangiare 50 grammi e assumere 100 Kcal in più del dovuto. Il pane è ora ritenuto un alimento "di accompagnamento", ed è abbastanza facile diventarne dipendenti: bisognerebbe eliminare l’abitudine di non mangiare cibo se non è accompagnato dal pane; problema di non facile soluzione stante la buona qualità del pane portogruarese, che è così invitante e provocante da mangiarlo anche senza companatico! Non per nulla il campione del mondo della panificazione, Ezio Marinato fornaio e pasticcere in Cinto, è figlio della nostra terra; ed è in onore della sacralità del pane che egli suggerisce alle lettrici di questa rubrica una gustosa ricetta, ottenuta recuperando il pane raffermo.

Torta di pane

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Preparazione: almeno un paio d’ore prima della preparazione, mettere a bagno gr.1000 di latte, la sultanina, precedentemente lavata con acqua fredda e immersa nella grappa nostrana. Tagliare il pane a cubetti, metterlo in una terrina e ricoprirlo con il latte bollente. Rimestare di tanto in tanto. Quando la massa è quasi fredda, spappolarla accuratamente, di preferenza con le mani, evitando il frullatore o altro mezzo del genere. Aggiungere tutti gli ingredienti, mescolare e versare in una tortiera alta 5-6 cm e dal diametro di 25 cm circa, imburrata e passata al pangrattato. Cospargere con i pinoli e i fiocchetti di burro. Passare in forno preriscaldato sui 200-220°C. Durata di cottura: almeno 75 minuti.

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