Portogruaro.Net Magazine

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M A G A Z I N E

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M A G G I O

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G I U G N O

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W W W. P O RTO G R UA R O. N E T

Torneo di Freccette (aperto a tutti) GIOVEDÌ Ore 21.00 23 Serata danzante con il Maestro di Ballo

Ore 20.30

Ore 21.00

Da venerdì 17 aaadomenica 26 giugno 2016 Da venerdì 17 domenica 26 giugno 2016 Da venerdì 17 domenica 26 giugno 2016 VENERDÌ 24

IncontriLORENZON di calcio amatoriale Ore 20.30Ore Spettacolo di animazione e magia per 22.00 CHIOSCO GIOVANI “THE HD-DAY” bambini con truccabimbi e palloncini 4° Concerto per Daniele Ore 20.30 Serata della Donna con cena e intrattenimento musicale di Arianna

Ore 20.30

Ore 20.00

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VENERDÌ 17 VENERDÌ 17 17 VENERDÌ

ABSOLUTE 5

AY”

Ore 21.00 Torneo di Calcio balilla Ore 19.00 Apertura GIOVANI festeggiamenti e stand enogastronomici Ore 22.00 CHIOSCO concerto con

OreOre 19.00 Apertura festeggiamenti e (aperto stand enogastronomici 19.00 Apertura festeggiamenti e stand 21.00 Torneo di Freccette aenogastronomici tutti)

NUOVO FRONTE DEL VASCO

VENERDÌ 24 18 SABATO

Torneo di Freccette a tutti) 21.00 Torneo di Freccette (aperto aditutti) OreOre 21.00 Serata danzante con (aperto il Maestro Ballo Tributo a Vasco Rossi

Ore 21.00Ore Torneo di Calcio 21.00 Ballo con

balilla SABRINA BORGHETTI Ore 22.00Ore CHIOSCO GIOVANI concerto con 22.00 CHIOSCO GIOVANI

OreOre 21.00 Serata danzante concon il Maestro di Ballo 21.00 Serata danzante il Maestro di Ballo LORENZON SABATO LORENZON 25LORENZON

“THE HD-DAY” “THE “THEHD-DAY” HD-DAY” JONATHAN & GIANNI DEGO

NUOVO DEL VASCO musica FRONTE con Dj Tony Dotta

Ore 22.00 CHIOSCO GIOVANI Ore 21.00 Serata danzante con l’orchestra 4° Concerto per Daniele OreOre 22.00 CHIOSCO GIOVANI 22.00 CHIOSCO GIOVANI

Tributo a Vasco Rossi

I

DOMENICA 19 SABATO 25

Ore 22.00

8.00 ESPOSIZIONE ORNITOLOGICA Ore 21.00Ore Serata danzante con l’orchestra Ore 9.00 Gare amichevoli calcio giovanile

e Piccoli Amici in collaborazione ACD CHIOSCO GIOVANI Concordia Sagittaria musicaCittà condiDj Patrik

Ore 9.45

Ore 21.00

Serata danzante con Lison ORCHESTRA SORRISO nel bicchiere CHIOSCO GIOVANI degustazione del

Ore 10.30Ore 21.00

GUE

Ore 22.00

a

2016

LISON

con la partecipazione di 14 aziende del territorio LUNEDÌ 20 E MARTEDÌ 21

DI“Ritroviamoci PORTOGRUARO a Lison”

Da venerdì 17 a domenica 26 giugno SERATA TEATRALE “L’Amor xe come un baon”

MERCOLEDÌ I CAVALIERI22DELLA GIOCONDA Ore TAVOLA 20.00 Incontri di calcio amatoriale

Ore 16.00

Tributo a Vasco Rossi Tributo a Vasco Rossi

a

SABATO 25 SABATO 2525 SABATO Ore 21.00 Serata danzante con l’orchestra OreOre 21.00 danzante conGIANNI l’orchestra 21.00Serata Serata danzante con l’orchestra JONATHAN & DEGO JONATHAN & GIANNI DEGO JONATHAN & GIANNI DEGO Ore 22.00 CHIOSCO GIOVANI

DOMENICA 19 Lison Classico DOMENICA 19 19 di 14 aziende del territorio DOMENICA con la partecipazione Ore 8.00 ESPOSIZIONE ORNITOLOGICA

OreOre 22.00 22.00CHIOSCO CHIOSCO GIOVANI musica conGIOVANI Dj Patrik

musica concon Dj Patrik musica Dj Patrik

Torneo AVISAVIS (FIGC) cat.cat.

Pulcini Torneo (FIGC) Pulcini

Città di Concordia Sagittaria I CAVALIERI DELLA e Piccoli Amici in collaborazione ACDACD e Piccoli Amici in collaborazione Città di Concordia Sagittaria Città di Concordia Sagittaria di SANGUE TAVOLA GIOCONDA Ore 9.45 FESTA DEL DONATORE pratica e cultura del gioco da tavolo S. Messa cantata con la partecipazione OreOre 9.459.45 FESTA DEL DONATORE di di SANGUE FESTA DEL DONATORE SANGUE Ore 19.00 Apertura Stand enogastronomici

Ore 16.00

del coro parrocchiale “LISON” S. Messa cantata concon la partecipazione S. Messa cantata la partecipazione del coro parrocchiale “LISON” del coro parrocchiale “LISON” Ore 21.00 Serata danzante Ore 21.00 Serata danzante con con l’orchestra

Ore pratica 21.00 e cultura del gioco da tavolo Ore 19.00 Apertura Stand enogastronomici commedia brillante atto unico a cura de

o gratuito)

TUTTO AL BALLO CON enogastronomici con SPECIALITÀ GASTRONOMICHE INGRESSO COPERTO VEGETARIANO • Il gioco dei pacchi LIBERO

MERCOLEDÌ 22 MERCOLEDÌ 22calcio MERCOLEDÌ 22 amatoriale di giochi gonfiabili con angolo gelato

Tutte le sere, per voi bambini, giochi gonfiabili con angolo gelato e zucchero filato

Ore 19.00

ANGOLO PER GLI AMICI A 4 ZAMPE

(ingresso gratuito) “La Nuova Compagnia diunico Villanova” commedia brillante attoatto a cura de de commedia brillante unico a cura (ingresso gratuito) “La“La Nuova Compagnia di Villanova” (ingresso gratuito) Nuova Compagnia di Villanova”

IL GIOCO DEI PACCHI

a

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Pranzo concon menu fissofisso per per tuttitutti gli ex e non Pranzo menu glilisonesi ex lisonesi e non (su (su prenotazione 334.3715677 Italo)Italo) prenotazione 334.3715677

I CAVALIERI DELLA I CAVALIERI DELLA I CAVALIERI DELLA TAVOLA GIOCONDA pratica e cultura del gioco da tavolo TAVOLA GIOCONDA TAVOLA GIOCONDA

Apertura enogastronomici pratica e cultura del gioco da tavolo pratica e Stand cultura del gioco da tavolo

OreOre 19.00 Stand enogastronomici 19.00Apertura Apertura Stand enogastronomici Ore 21.00 Serata danzante con l’orchestra

commedia brillante atto unico a cura de OreOre 21.00 SERATA TEATRALE “L’Amor xe come un baon” 21.00 SERATA TEATRALE “L’Amor xe come un baon”

ANGOLO PER GLI AMICI A 4 ZAMPE

a

OreOre 16.00 16.00

e zucchero filato 20.00 Incontri di calcio amatoriale 20.00 Incontri di calcio amatoriale OreOre 21.00 SERATA TEATRALE “L’Amor xe come un baon”

SPETTACOLO DI ANIMAZIONE E MAGIA

a

OreOre 10.30 10.30

Ore 16.00

OreOre 20.00 Incontri di calcio amatoriale 20.00 Incontri di calcio amatoriale SPETTACOLO DI ANIMAZIONE Tutte le sere, E MAGIA per voi bambini, Ore 20.00 Incontri

Lison Lison Lison nel bicchiere degustazione del nel bicchiere nel bicchiere degustazione deldel degustazione a

LUNEDÌ 2020 E MARTEDÌ 21 21 LUNEDÌ E MARTEDÌ Ore 20.00 Incontri di calcio amatoriale

CHIOSCO GIOVANI musica con Dj Set

Ore 10.30

a

CON SPECIALITÀ GASTRONOMICHE musica concon Dj Set musica Dj Set CARAMEL Tutte le sere dalle ore 19.00: stand enogastronomici con SPECIALITÀ GASTRONOMICHE LUNEDÌ 20 E MARTEDÌ 21 ANCHE CON MENÙ VEGETARIANO LA BAND ITALIANA ANCHE CON MENÙ VEGETARIANO • Il gioco dei pacchi

Ore 22.00

DOMENICA 26 DOMENICA 2626 DOMENICA

Lison Classico con la partecipazione di 14 aziende del territorio Lison LisonClassico Classico concon la partecipazione di 14 del del territorio la partecipazione di aziende 14 aziende territorio Ore 12.00 4 edizione “Ritroviamoci a Lison” Pranzo con menu fisso per tutti gli ex lisonesi e non OreOre 12.00 “Ritroviamoci 12.004 edizione 4 edizione “Ritroviamocia aLison” Lison” (su prenotazione 334.3715677 Italo)

CARAMEL ORCHESTRA SORRISO LA BAND ITALIANA ORCHESTRA SORRISO ORCHESTRA SORRISO Ore 22.00 CHIOSCO GIOVANI OreOre 21.00 Serata danzante concon 21.00 Serata danzante

“La Nuova di Villanova” TutteSerata le sere dalleCompagnia ore 19.00 stand(ingresso gratuito) enogastronomici Ore 22.00 CHIOSCO GIOVANI musica con Dj Set musica conGIOVANI Dj Set OreOre 22.00 CHIOSCO 22.00 CHIOSCO GIOVANI Ore 21.00 danzante con l’orchestra

un baon”

con

NUOVO FRONTE DEL VASCO Tributo a Vasco Rossi DEL NUOVO FRONTE NUOVO FRONTE DELVASCO VASCO

“Ritroviamoci a Lison”

Lison Classico

e intrattenimento musicale di Arianna e intrattenimento musicale di Arianna

VENERDÌ 24 24di24Calcio balilla VENERDÌ OreVENERDÌ 21.00 Torneo

OreOre 22.00 GIOVANI concerto concon 22.00CHIOSCO CHIOSCO GIOVANI concerto

SABRINA BORGHETTI SABRINA BORGHETTI SABRINA BORGHETTI

Lison nel bicchiere musica concon Dj Tony Dotta musica Dj Tony Dotta degustazione del

GIOVEDÌ 23 2323 GIOVEDÌ OreGIOVEDÌ 20.00 Incontri di calcio amatoriale OreOre 20.00 Incontri di calcio amatoriale 20.00 Incontri didicalcio amatoriale e magia per 20.30 Spettacolo animazione bambini con e palloncini OreOre 20.30 di animazione e magia perper 20.30Spettacolo Spettacolo ditruccabimbi animazione e magia bambini concon truccabimbi e palloncini bambini truccabimbi ecena palloncini Ore 20.30 Serata della Donna con OreOre 20.30 Serata della Donna con cena 20.30e Serata della Donna con cena intrattenimento musicale di Arianna

21.00 Torneo di Calcio balilla 21.00CHIOSCO Torneo diGIOVANI Calcio balilla OreOre 22.00 concerto

a Gare amichevoli calcio giovanile OreOre 9.00 Ore 12.00 48.00 edizione 8.00 ESPOSIZIONE ORNITOLOGICA ESPOSIZIONE ORNITOLOGICA Pranzo con menu percat. tutti Pulcini gli ex lisonesi e non Torneo AVISfisso (FIGC) OreOre 9.009.00 Gare amichevoli calcio giovanile Gare amichevoli calcio giovanile (su prenotazione 334.3715677 Italo) e Piccoli Amici in collaborazione ACD

musica con Dj Set

Ore 12.00 4a edizione Ore Pranzo 20.00 con Incontri di calcio amatoriale menu fisso per tutti gli ex lisonesi e non (su prenotazione 334.3715677 Italo)

Ballo con

21.00 Ballo conconGIOVANI 21.00 Ballo OreOre 22.00 CHIOSCO Ore 10.30 OreOre 22.00 CHIOSCO 22.00 CHIOSCO GIOVANI musica conGIOVANI Dj Tony Dotta

FESTA DEL DONATORE di SANGUE

Messa cantata con la partecipazione DOMENICAS.26 del coro parrocchiale “LISON”

ABSOLUTE 5 ABSOLUTE ABSOLUTE55

4°4° Concerto perper Daniele Concerto Daniele

CHIOSCO GIOVANI musica con Dj Patrik

SABATO 18 DOMENICA SABATO 182618 SABATO

JONATHAN GIANNI DEGO Torneo AVIS&(FIGC) cat. Pulcini

Ore 22.00

DI PORTOGRUARO DIDIPORTOGRUARO PORTOGRUARO

Spettacolo di animazione e magia per bambini con truccabimbi e palloncini Serata della Donna con cena e intrattenimento musicale di Arianna

CARAMEL CARAMEL CARAMEL LA BAND ITALIANA LALABAND ITALIANA BAND ITALIANA CHIOSCO GIOVANI musica con Dj Set

OreOre 21.00 danzante concon l’orchestra 21.00Serata Serata danzante l’orchestra Ore 22.00

OreOre 22.00 GIOVANI musica concon Dj Set 22.00CHIOSCO CHIOSCO GIOVANI musica Dj Set

Tutte le sere dalle ore 19.00: stand enogastronomici con SPECIALITÀ GASTRONOMICHE ANCHE CON MENÙ VEGETARIANO •con Ilcon gioco dei pacchi Tutte le le sere dalle oreore 19.00: stand enogastronomici SPECIALITÀ GASTRONOMICHE Tutte sere dalle 19.00: stand enogastronomici SPECIALITÀ GASTRONOMICHE ANCHE CON MENÙ VEGETARIANO •• Il gioco deidei pacchi ANCHE CON MENÙ VEGETARIANO Il gioco pacchi TUTTO AL COPERTO TUTTO AL AL TUTTO COPERTO COPERTO

BALLO CON INGRESSO BALLO CONCON BALLO LIBERO INGRESSO INGRESSO LIBERO LIBERO

SPETTACOLO DI ANIMAZIONE SPETTACOLO SPETTACOLO E MAGIA DI ANIMAZIONE DI ANIMAZIONE E MAGIA E MAGIA

Tutte le sere, per voi bambini, giochi gonfiabili Tutteangol leTutte con le sere, sere, o gelato voiper voi eper bamb zucch bambini, ini, ero filato giochigioch gonfiai gonfia bili bili con angol conoangol o gelato gelato e zucch e ero zucch ero filato filato

ANGOLO PER GLI AMICI ANGOLO ANGOLO A 4 ZAMPE PER PER GLI AMICI GLI AMICI A 4 ZAMPE A 4 ZAMPE

LA CULTURA È NELLE IDEE

La manomissione delle parole L'editoriale di Giulio Serra

“L

Lo scrittore Gianrico Carofiglio spiega il valore della parola e di come, oggi, questo venga completamente svuotato da informazione e politica

e parole servono a comunicare e raccontare storie. Ma anche a produrre trasformazioni e cambiare la realtà. Quando se ne fa un uso sciatto e inconsapevole o se ne manipolano deliberatamente i significati, l’effetto è il logoramento e la perdita di senso. Se questo accade, è necessario sottoporre le parole a una manutenzione attenta, ripristinare la loro forza originaria, renderle di nuovo aderenti alle cose”. Queste poche righe (presenti nella quarta di copertina del libro) raccontano di un mondo, quello dell’informazione e della politica, che trova ampia descrizione nel saggio “La manomissione delle parole” di Gianrico Carofiglio (già magistrato e senatore della Repubblica Italiana).

In 143 pagine Carofiglio ci illumina sul valore dell’uso corretto delle parole, non soltanto dal punto di vista lessicale e grammaticale ma anche e soprattutto da quello deontologico e morale.

Scrive: “Mi ha sempre affascinato l’idea che le parole - cariche di significato e dunque di forza - nascondano in sé un potere diverso e superiore rispetto a quello di comunicare, trasmettere messaggi, raccontare storie. L’idea, cioè, che abbiano il potere di produrre trasformazioni, che possano essere, letteralmente, lo strumento per cambiare il mondo”. Un potere, quello delle parole, che troppo spesso viene svilito da un’informazione ingorda di gossip e al servizio della pubblicità, nonché da una politica assetata di voti, telecamere, primi piani e facili consensi.

Poche settimane fa, a tal proposito, dalla Germania (dall’autorevole? Bild) è arrivata la notizia che l’Isis starebbe preparando attentati da compiersi in estate sulle nostre spiagge. Un modo, questo, di usare la parola come un vero e proprio “atto terroristico mediatico”, fatto solo ed esclusivamente per gettare fuoco sul fuoco senza alcun scopo di informazione o approfondimento. Scrive ancora Carofiglio: “Le parole sono anche atti, dei quali è necessario fronteggiare le conseguenze.

Esse sembrano non avere peso e consistenza, sembrano entità volatili, ma sono in realtà meccanismi complessi e potenti, il cui uso genera effetti e implica (dovrebbe implicare) responsabilità”. E in effetti anche a tutti noi, qui a Portogruaro, viene troppo spesso il sospetto che le parole non abbiano peso e consistenza. Perché, ad esempio, da tempo sentiamo parole come “l’Ospedale di Portogruaro non verrà toccato” o “il Punto Nascite riaprirà a breve”, che nell’evidenza dei fatti, poi, non trovano corrispondenza nella realtà. Un tema, quello dello svuotamento del PESO delle parole, che mai come in questo momento storico l’Italia (ma non solo) sta vivendo e, ancor più, subendo. Nell’era digitale, infatti, tutto è liquido e tutto passa, nessuno si ritiene responsabile di ciò che ha affermato un attimo prima; le parole volano nell’aria e si disperdono tra un post di facebook e un tweet di twitter. E qui è doveroso riflettere sul tweet a dir poco sgradevole che l’Onorevole del Pd Er-

3

maggio/giugno 2016

nesto Carbone ha scritto nel giorno del referendum sulle trivellazioni in mare: “Prima dicevano quorum. Poi il 40. Poi il 35. Adesso, per loro, l’importante è partecipare #ciaone”. Come può un deputato della Repubblica Italiana scrivere un tweet come fosse un ragazzino delle medie? Non parliamo del contenuto “politico” (qui non ci interessa) ma di quel #ciaone che va contro ogni norma di rispetto altrui e di correttezza morale e sociale. Da “La manomissione delle parole”: “Un ulteriore segnale del degrado di sviluppo di una democrazia e, in generale, della qualità della vita pubblica si può desumere dalla qualità delle parole: dal loro stato di salute, da come sono utilizzate, da quello che riescono a significare”. Sì, la qualità della parola. Tutto, oggi, nell’uso che facciamo delle parole è drammaticamente scadente. Impastiamo l’italiano con slang inglesi di cui nemmeno conosciamo il significato ma diciamo di usarli perché sono

dei “trend”; abbiamo smesso di cercare dei sinonimi con la conseguenza di appiattire il nostro vocabolario verso parole ripetute all’infinito ormai private di ogni sfumatura; fatichiamo a dare un senso logico a discorsi più lunghi di venti secondi ingarbugliando soggetto, consecutio temporum, subordinate… Carofiglio, per chiudere: “Tutti possiamo verificare, ogni giorno, che lo stato di salute delle parole è quanto meno preoccupante, la loro capacità di indicare con precisione cose e idee gravemente menomata”.

SOMMARIO EDITORIALE

La manomissione delle parole 3 IN COPERTINA

SIGNORI, SI CAMBIA

6

Storie di emigranti EVENTI

7

Terre dei Dogi in Festa LA PAROLA A

Poliambulatorio Odontoiatrico 8 Sincronie Lyoness 8 FUORISCENA

Intervista a Marco Paolini 10 STIAMO IN SALUTE

L'omeopatia

PRATICHIAMO

Il mezzo del futuro: la bici RITORNO AL FUTURO

É la fine delle fiere?

Lo scrittore Gianrico Carofiglio

4

L'imprenditore che resiste

11 12 13

L’ACQUOLINA IN BOCCA

Artigianale o industriale? 14 GIOCHERELLANDO

Cruciverba e crucipuzzle

15

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Si ringrazia il Comune di Portogruaro per il programma di Terre dei Dogi in Festa “LA PAROLA A...” è una rubrica di inserzioni promozionali redazionali a pagamento.

PORTOGRUARO

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IN COPERTINA

maggio/giugno 2016

L’IMPRENDITORE CHE RESISTE Aziende zavorrate dai crediti causati dai mancati pagamenti dei debitori.

Serenella Antoniazzi, imprenditrice di Concordia Sagittaria, al posto della disperazione ha scelto la reazione, continuando ad urlare:

“C

hiusi perché sommersi dai crediti”. È il cartello immaginario che potrebbe essere affisso sulle saracinesche di moltissime aziende italiane che hanno dovuto arrendersi (chiudendo) nonostante la crisi non le abbia colpite direttamente.

Si lavora, si vende, ma anziché incassare si comincia a vantare crediti. In questo modo, il sogno di portare avanti la propria azienda rischia di trasformarsi in un incubo. Qualcosa di irreale, non creato dalla crisi che morde l’economia aziendale, ma dal comportamento di imprenditori truffaldini che operano sotto mentite spoglie a danno di altri.

Di conseguenza, tra le aziende vige sempre di più la regola della “Vita mia, morte tua”, per cui invece di aiutare un collega si preferisce rimanere fuori con la speranza che il nostro “orticello” sia sempre più rigoglioso di altri. I “cattivi pagatori” provocano via via il tracollo delle piccole imprese creditrici. Etica, rispetto, mutuo soccorso diventano parole senza senso. Che fare?

Arrendersi o reagire? Essere un piccolo anello di una grande catena può essere rischioso. E questo lo ha provato sulla sua pelle Serenella Antoniazzi, imprenditrice di Concordia Sagittaria, che ha deciso di raccontare le sue sconfitte da imprenditrice in un libro “Io non voglio fallire. Un’imprenditrice in lotta per salvare la propria azienda” (Ediciclo Nuovadimensione), accantonando l’idea di arrendersi allo sconforto come molti suoi colleghi.

IO NON VOGLIO FALLIRE Quando Serenella Antoniazzi risponde alla mia chiamata, la sua voce subito si distingue. Non si tratta di certo di una voce squillante, anzi, tutt’altro: un tono stanco, umile, in contrasto, però, con l’enorme forza d’animo che traspare dalle parole con cui si descrive: “Serenella Antoniazzi è una persona che si è sempre identificata prima nel lavoro e poi nella vita privata. Chi nasce e vive dentro un’azienda di famiglia non riesce a scindere le due realtà, vivendole entrambe con il cuore e con il cervello”.

Per Serenella il lavoro ha sempre rappresentato tutto. Quando ha sentito di avere le spalle al muro, l’imprenditrice non ha voluto dare ascolto al suo sconforto iniziale, reagendo per lei, la sua famiglia e la sua azienda. “Nonostante sapessi di non avere colpe perché credere nel lavoro, nella serietà e nell’onestà delle persone non può

essere considerata una colpa - spiega Serenella Antoniazzi -, ero disarmata, sola, abbandonata da Stato, Istituzioni, Banca, Associazioni di categoria.

Una lebbrosa da tenere lontana. Pensando al peggio cominciai a scrivere un libro perché mio figlio, i miei cari, un giorno, passata la rabbia per tutto quello che avremmo dovuto affronta-

re, leggessero la reale versione dei fatti e comprendessero che in un battito di ciglia da imprenditore onesto, per causa di altri, diventavi un evasore fiscale, un cattivo cliente, una persona incapace. Un fallito. I numeri cancellano le loro identità. Le nostre identità”.

Con la pubblicazione del proprio libro, Serenella Antoniazzi ha dato parola a

28a sagra

rane 13 22

delle dal

al

Maggio 2016

Organizzata da: ASSOCIAZIONE RICREATIVA-CULTURALE-SOCIALE "COMUGNE"

a

COMUGNE di Pramaggiore

VENERDÌ 13 MAGGIO

18.00 Gara ciclistica ACSI organizzata da A.S.D. Pramaggiore 19.00 Cerimonia di Apertura festeggiamenti 20.30 Serata danzante con “STEFANO E I NEVADA”

SABATO 14 MAGGIO

18.00 Apertura stand enogastronomici 20.30 Ballo liscio con l’orchestra “ILENIA E I FESTIVAL”

DOMENICA 15 MAGGIO

18.00 Apertura stand enogastronomici 20.30 Ballo liscio con l’orchestra “VIVO PER LEI BAND”

VENERDÌ 20 MAGGIO

19.00 Apertura stand enogastronomici 20.30 Serata danzante con “SELENA VALLE”

SABATO 21 MAGGIO

18.00 Apertura stand enogastronomici 20.30 Serata danzante con “LINDA BISCARO”

Sp ec ia lità RA NE FR ITTE

DOMENICA 22 MAGGIO

TUTTE LE SERE STAND ENOGASTRONOMICI POSTI A SEDERE AL COPERTO CON SERVIZIO AI TAVOLI

FESTA DEL PATRONO 9.30 Cicloturistica organizzata da A.I.D.O 17.00 Santa Messa in onore di “S. Rita” con processione accompagnata dal coro “Il Cigno” di Pramaggiore 20.30 Ballo liscio con l’orchestra “I VEGAS”

DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA

CELLULITE? PENSACI ORA. 5 PRESSODRENAGGI la mossa giusta se non hai tempo

€ 18,00 a seduta abbonamento 5 sedute

molti, che non avevano ancora avuto il coraggio di parlare e di affrontare assieme ad altri la situazione. “Dentro le pagine di Io non voglio fallire si intrecciano sogni, desideri, amore, sudore, fatica, sentimenti che appartengono a tutti coloro che lavorano. Alla fine di ogni giornata tutti siamo Uomini. Parlare di mancati pagamenti, fallimenti e concordati ha movimentato l'intera Nazione scoperchiando pubblicamente il vaso di Pandora che tutti ben conoscevano, ma di cui raramente si parlava perché chi ne viene coinvolto ha paura di raccontarlo”. È stata per prima la Confartigianato di San Donà a capire che dalla denuncia di Serenella poteva nascere una proposta: oltre alla pubblicazione del libro, è stata richiesta la creazione di un “fondo destinato alle aziende vittime di mancati pagamenti”, denominato proprio “Fondo Serenella”. Quindi lo scorso 18 novembre è stato approvato in Commissione di Bilancio l’emendamento alla legge di Stabilità che prevede l’istituzione del fondo. Un risultato ottenuto grazie al Senatore Mario Dalla Tor promotore e primo firmatario dell’emendamento e al lavoro di informazione dell’on. Giorgio Zanin e del sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta. “È stata un’esperienza da fare come Associazione di categoria - sostiene fermamente Ildebrando Lava, presidente della Confartigianato di San Donà di Piave fino al 1 aprile 2016 -. Sono contento del risultato ottenuto e spero vivamente che riusciremo ad ottenere nuove regole per i pagamenti alle aziende. Quando ci si trova di fronte ad attività in crisi che chiedono aiuto non possiamo fare a meno di sentirle. Io ho ascoltato”.

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Ad appoggiare la battaglia di Serenella anche l’on. Sara Moretto. “Il fondo è uno strumento che arriva a danni già fatti - spiega l’onorevole Moretto -. Il compito della politica è sì dare mezzi di ristoro, di aiuto, ma soprattutto mettere in piedi una serie di azioni che prevengano il realizzarsi di queste situazioni. A tal proposito, in una iniziativa in cui era presente anche la stessa Serenella, avevo sottolineato come la riforma della legge fallimentare, che il Governo ha proposto e che attualmente sta prendendo avvio, sia una riforma importante che interviene in maniera molto forte sulla normativa di adesso

IN COPERTINA

e che di fatto andrà ad eliminare quei concordati in bianco nei quali le aziende debitrici, senza troppe giustificazioni, scaricano i debiti ai loro creditori, avendo la possibilità di riaprire con un altro nome”. E aggiunge: “Questa situazione fa indignare. Io sono convinta che la risposta stia nella nuova riforma della legge fallimentare che a breve arriverà in aula. Questo nuovo decreto rivoluzionerà il nostro Paese.

Verrà, infatti, eliminata la parola “fallimento”, legata ad un significato molto negativo che un imprenditore purtroppo si porta dietro per tutta la vita, e verranno spostate le attenzioni sulle aziende, iniziando a parlare di “stato d’insolvenza dell’impresa”. Verranno introdotti dei meccanismi di allarme, che potranno anticipare questo tipo di situazioni e verranno utilizzati molti dei suggerimenti riportati nell’intervista al Procuratore Fontana alla fine del libro di Serenella Antoniazzi”. Sara Moretto non è l’unica ad essere stata attratta dalla protesta dell’imprenditrice. Anche l’on. Emanuele Prataviera ha deciso di correre insieme per questa lotta proponendo un nuovo progetto di legge legato alla “fattura fiscalmente nulla”. “Questo progetto di legge è nato da molti stimoli esterni e da esperienze personali dirette - sostiene l’onorevole -. Mio padre, da 15 anni, è un artigiano e ora lo è anche mio fratello, avendo sposato l’attività di famiglia.

So bene cosa significhi non dormire la notte per problemi legati a mancati pagamenti, alle spese da affrontare, ai fornitori da pagare, alle scadenze fiscali incalzanti. Ho incoraggiato e seguito Serenella Antoniazzi nella sua battaglia di denuncia di un sistemastato che non funziona da troppi anni e che sta soffocando non solo le nostre aziende ma anche la vita dei nostri imprenditori e collaboratori”. Difendere gli imprenditori onesti e il loro lavoro e cercare di infondere nuovamente fiducia nelle Istituzioni sono gli obiettivi principali del nuovo progetto dell’onorevole Prataviera. “Il principio che segue la proposta relativa alla Fattura Fiscalmente Nulla è semplice - spiega -: le tasse, dirette e indirette, vanno pagate solamente ad incasso avvenuto dalle fatture emesse. Non è più accettabile che uno Stato chieda addirittura l’anticipo sull’iva e sulle imposte, a prescindere che si sia stati pagati o meno. Bisogna ristabilire un principio per cui l’imprenditore debba assumersi solamente il rischio d’impresa e non anche il rischio dello Stato, il cui compito semmai dovrebbe essere quello di accertare perché non sono avvenuti determinati pagamenti”. Il progetto di legge è stato presentato lo scorso 16 marzo, nel frattempo Emanuele Prataviera continua a promuovere la propo-

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sta con mezzi e risorse che non sono quelli di un grande partito nazionale: “Incontro dopo incontro, l’appello che rivolgo a tutti gli imprenditori è di sostenere, qualora condivisa, questa proposta di legge. Gli imprenditori, piccoli o grandi che siano, devono riprendere coscienza del ruolo fondamentale che rivestono all’interno della società e delle comunità di appartenenza”.

AZIENDE E CRISI NEL PORTOGRUARESE Può sembrare un caso lontano dal Portogruarese ma, in realtà, è più vicino di quanto pensiamo. «È un fenomeno decisamente importante – commenta

Siro Martin, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Orientale – e interessa principalmente il sistema casa e degli autotrasporti. Per andare incontro alle imprese, abbiamo messo a disposizione una misura di recupero crediti dedicata». E aggiunge: «Con la legge di stabilità 2016, tra le “promesse” del Governo ci sarà la velocizzazione delle normative per il recupero immediato dell’iva all’apertura della procedura concorsuale. Si tratta comunque di un significativo passo in avanti per la battaglia che Confartigianato conduce in difesa del diritto degli imprenditori alle prese con lentezze e costi della giustizia civile.

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Grazie a questa misura le piccole imprese coinvolte in fallimenti potranno recuperare l’iva all’apertura e non più alla chiusura della procedura concorsuale. Tutto questo evidentemente se la “promessa” del Governo verrà mantenuta. A noi quindi il compito di vigilare e presidiare affinché tale disposizione sia attuata».

La situazione cambia invece nel settore del commercio. «Fenomeni di grande portata come quelli che accadono nel mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa – spiega Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto – non vengono riscontati o sono molto limitati».

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«Mi chiedo se questa situazione - conclude Serenella Antoniazzi - sia una specie di assestamento che pian piano diventerà abitudine. Davanti all’incombenza di pagare stipendi, energia elettrica o iva e contributi, si sceglie con la coscienza e la necessità. Se lo Stato creasse un “effetto palombaro” per queste aziende, avrebbe tutto da guadagnare. Intanto manterrebbe i posti di lavoro che sono una ricchezza del saper fare, della manualità, della nostra tradizione e capacità manifatturiera. Non avrebbe bisogno di ampliare e sovvenzionare ulteriormente gli ammortizzatori sociali. Con i dovuti modi e tempi, le varie attività commerciali e produttive si rimetterebbero in moto, magari cominciando ad investire nuovamente su tecnologie e forza lavoro. Riprendere fiducia. Consiglio vivamente a coloro che vivono la mia stessa situazione di parlare, pretendere aiuto, spiegare al consulente, al commercialista, all’Associazione di categoria. Non delegare! Non possiamo più permetterci che siano altri a decidere per noi. Lavorare dentro le mura dei capannoni tenendo sempre un occhio vigile al mondo esterno dove tutto corre velocemente. Non si può girare il viso da un’altra parte se il tuo vicino è in difficoltà, perché un domani potrebbe toccare a te”.

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SIGNORI, SI CAMBIA

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Da Lugugnana alla Svizzera, passando per il Ghana e l’Iraq Le storie di vita (e di emigranti) di Erminio e Adriano

È

il 1956 ed Erminio Rinaldi, 24enne, vive a Lugugnana.

Sono tempi difficili. Il lavoro non c’è e, quando arriva, dura al massimo due o tre mesi all’anno. La guerra ha lasciato un solco profondo e ci sono poche speranze per la povera gente.

In Svizzera Erminio ha un fratello e la necessità lo costringe a una scelta difficile: fare i bagagli e partire per un’avventura lunga ben sedici anni.

ERMINIO, LA SVIZZERA TRA LE MANI “Me ne sono andato insieme ad alcuni amici di Lugugnana - spiega Erminio -. Al tempo, hanno fatto rotta per la Svizzera circa settanta persone della frazione e so che molti sono partiti anche da Giussago. Ovviamente, tutti sono andati a lavorare con ditte diverse. Io ho trovato un’occupazione grazie a mio fratello, mentre altre due o tre persone venute con me si sono ricongiunte ai loro familiari che vivevano in Svizzera”. Per sette anni Erminio lavora come manovale presso la Stuac, nel Canton Argau. Dopo questa prima esperienza nel settore degli asfalti, si trasferisce in alta montagna dove inizia a lavorare per un’altra ditta. È il 1962 e il giovane diventa minatore.

Con lui ci sono operai provenienti da tutta Italia, ma anche tanti austriaci, jugoslavi e, dal ‘57, ungheresi. La presenza di molti connazionali semplifica la costruzione di nuove relazioni e rende più semplice il lavoro, ma bisogna fare i conti con molte discriminazioni, in particolare nei confronti di chi proviene dal Sud. “Là i sindacati intervenivano poco. Parlavano sì, ma erano poco determinanti - ricorda Erminio -.

Qui in Italia era meglio, anche se oggi non c’è più il sostegno degli anni ‘70 e ‘80”. In questo periodo Erminio lavora sodo, ma il richiamo di casa si fa sentire e, non appena ne ha l’occasione, torna a Lugugnana a trovare la madre.

“Rientravo in Italia saltuariamente.

Facevo stagioni da dieci-undici mesi, poi tornavo, di solito tra metà gennaio e i primi di febbraio, e mi trattenevo per un mese circa - chiarisce -. Non mi sono sentito forzato ad andarmene.

Ho vissuto la partenza come un’esperienza nuova, ma si sapeva che lasciare l’Italia era una cosa brutta. Quando arrivava il momento di ripartire, lo si faceva sempre un po’ a malincuore”. Proprio durante una “pausa” dal lavoro Erminio mette su famiglia. È il 1965. Il ragazzo è ormai diventato un uomo con delle responsabilità e la lontananza lo fa riflettere. “I miei cari

vivevano qui a Lugugnana - precisa -.

In un primo momento avevo pensato di portarli con me in Svizzera. Lo facevano in molti. Poi, però, ho notato che le famiglie dei colleghi erano molto “movimentate”: dopo due mesi la moglie rientrava in Italia e arrivavano i figli, e così via. Ho pensato che fosse meglio trovare un po’ di stabilità e fare una scelta definitiva. Così cinque anni dopo essermi sposato, sono rientrato in Italia. Per sei anni ho lavorato a Noventa di Piave, in uno iutificio, poi

sono stato assunto a Summaga dove ho lavorato fino all’89”. Oggi Erminio ha 84 anni e due figli laureati. Vive ancora a Lugugnana e ricorda con piacere gli anni trascorsi tra i cantoni. “È stata una grande esperienza, perché qui l’unica possibilità era lavorare la terra. La Svizzera mi ha dato modo di imparare un mestiere nuovo e di guadagnare abbastanza da potermi permettere la costruzione della casa. In termini di guadagno il lavoro da minatore è stato il più remunerativo: potevo risparmiare più di 300-400 Franchi. Prendevo anche 70-75mila lire al mese, quando da noi si arrivava solo alla metà”.

ADRIANO, IL VIAGGIATORE La storia di Erminio, esule del secondo dopoguerra, non è la sola a raccontare di una Lugugnana emigrante. Come lui ha lavorato all’estero anche Adriano Gobbo, perito industriale classe 1949.

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A differenza del suo concittadino, però, quest’ultimo ha viaggiato per ben trentacinque anni. “Dopo il Servizio Militare, ho fatto un po’ d’esperienza e mi sono messo in proprio come artigiano per l’installazione di impianti elettrici, civili e industriali - racconta -. Al tempo la professione non andava bene e anche sul piano affettivo stavo vivendo qualche difficoltà. Era il 1981 e ho letto un’inserzione sul Gazzettino: si ricercavano figure professionali in Medio Oriente. Ho risposto e, dopo un esame tecnico e psicologico a Milano, è partito il mio cammino. Per quindici anni ho lavorato per l’Ansaldo Energia, poi le centrali termoelettriche hanno attraversato un periodo di crisi. Allora sono passato alla Saipem, del gruppo Eni, con cui sono rimasto fino agli inizi del 2015”. Arabia Saudita, Iran, Iraq, Ghana, Nigeria, Algeria, Marocco, Kazakistan, Russia, Brasile ed Emirati Arabi: sono solo alcune delle tappe attraversate da Adriano durante questi anni di lavoro. Luoghi esotici e attraenti in cui la vita, però, non era sempre facile. “Vivere lontano negli anni ‘80 era un sacrificio non indifferente - spiega Adriano -. Non c’erano i telefonini, bisognava scriversi qualche lettera o telefonarsi ogni tanto, ma costava. Inoltre, si potevano vivere situazioni pericolose. Ero presente durante la guerra tra Iran e Iraq e ho preso i missili da entrambe le parti. In Nigeria, invece, vivevamo in baracche e ci spostavamo solo con le guardie del corpo. Qui sono stato anche rapito. Non per motivazioni politiche o religiose, solo per soldi. Per fortuna nel giro di due giorni sono stato liberato grazie ad alcuni amici che hanno avvisato cantiere e polizia”. Per Adriano la sua esperienza lavorativa è stata senza pari. Il manifestarsi di una seria patologia gli ha impedito di ottenere l’idoneità per una nuova partenza, ma i ricordi restano vivi e le tracce del passato sono ancora ben visibili nell’arredamento della sua abitazione. “Io tornerei via domattina - aggiunge -. Oggi è sempre più pericoloso, ma ci andrei lo stesso perché ormai quei paesi li conosco. Ci sono grandi soddisfazioni, perché si lavora per grandi commesse. Nell’ultimo cantiere in cui sono stato, a Dubai, eravamo 30mila persone, dipendenti di tante compagnie e multinazionali”.

Ma un’esperienza come la sua è ancora possibile? E la consiglierebbe ai giovani, a fronte dell’attuale mercato del lavoro? “Una volta c’era tanta manodopera italiana, oggi si preferisce quella locale. Questo trend è dovuto al fatto che gli italiani costano molto di più. Per quel che mi riguarda consiglierei subito ai giovani di partire: si fa una bella esperienza, s’imparano le lingue e si guadagna bene. Oggi, però, sono meno preparati ed anche meno propensi a vivere all’estero. Tanti ingegneri e laureati dopo un anno o due mollano per gli affetti. A me, invece, la lontananza non è mai pesata”.

Massimiliano Drigo |

EVENTI

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Domenica 15 Maggio

degustazioni dei Vini Doc e D.o.c.g. Lison Pramaggiore e dei prodotti tipici del Veneto Orientale crociere fluviali, mostre, incontri a tema e altro ancora Venerdì 13 maggio Dalle ore 19.00 - Da Borgo San Giovanni lungo Corso Martiri e Via Roma • Inaugurazione della manifestazione con apertura della Porta di San Giovanni • Brindisi con i Cittadini • Apertura stands e degustazione prodotti enogastronomici delle Terre dei Dogi da produttori vitivinicoli e ristoratori Dalle ore 19.45 alle 21.00 - Villa Comunale - Sala Caminetto Degustazioni letterarie - imparare a conoscere i vini del territorio in compagnia di un buon libro: “Spana quatro dei” di Luciano Guareschi - letture di Gianni Marella a cura di Pro Loco Portogruaro in collaborazione con Enoclub Portogruaro info: tel 349 5651796 - 347 2315413 Dalle ore 21.00 in poi - Centro storico Locali aperti e musica dal vivo Durante tutto Sabato 14 e Domenica 15 maggio • • • • • •

STANDS DI ENOGASTRONOMIA, ORTOFRUTTA, FLOROVIVAISTICI E ARREDO GIARDINO MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO - edizione straordinaria - Via del Seminario MOSTRA ORCHIDEE - 5ª Edizione - Palazzo Municipale ESIBIZIONI VECCHI MESTIERI ARTIGIANALI IN COSTUME MEDIEVALE - Via Garibaldi OPERE PITTURA E SCULTURA - Via Mazzini GIOVANI CICERONI: con il coordinamento del FAI, gli studenti dei Licei Statali e Marconi presentano luoghi e storia di Portogruaro • VETRINE IN FIORE: il concorso tra le vetrine del Centro • CONCORSO IL LISON DOCG CERCA IL PIATTO IDEALE - 2ª edizione concorso dedicato agli operatori della manifestazione

Sabato 14 maggio Ore 9.00 (ritrovo ore 8.30) - Piazzetta della Pescheria Pedalata cicloturistica lungo il fiume Lemene in collaborazione con “PEDALANDO S’IMPARA” dell’I.P.S.I.A. “Mons. V. D’Alessi” di Portogruaro Gradita la prenotazione: 0421 284880 - (max 40 persone) rientro previsto per le ore 12.00 Ogni partecipante dovrà presentarsi con bicicletta propria; si consiglia, inoltre, di munirsi di camera d’aria di ricambio per eventuali forature Ore 9.30 - Palazzo Municipale - Sala delle Colonne Apertura della 5ª Mostra delle Orchidee a cura di A.T.A.O. Ass. Triveneto Amatori Orchidee Ore 10.00 - Villa Comunale Passeggiata per le vie del centro storico in occasione della 11ª Giornata nazionale del Malato Oncologico, promossa dalle Associazioni di volontariato “In Famiglia” A.I.L. - ANDOS e SHALOM - Caorle Dalle ore 15.00 alle ore 19.00 - Piazzetta della Pescheria Breve escursione sul fiume Lemene con caorline (A.S.D. Voga Concordiese) Dalle ore 15.00 alle ore 18.00 - Collegio Marconi Apertura straordinaria della Mostra “Il mondo di Nicoletta Costa” con disegni originali ed inediti dell’autrice. Nel prato giochi per i bambini a cura Ass. Amici del Collegio Marconi Ore 15.30 - Museo Nazionale Concordiese Visite guidate a cura del Gr.A.V.O. e Fondazione “A. Colluto” Ore 16.00 - Piazza della Repubblica Concertini in Terre dei Dogi in festa a cura della Fondazione Musicale Santa Cecilia Ensemble di sassofoni, direttore M° Silvia Migotto Ore 16.30 - Piazzetta delle Erbe Concertini in Terre dei Dogi in festa a cura della Fondazione Musicale Santa Cecilia Ensemble di trombe, direttore M° Giovanni Vello Ore 17.00 - Centro Culturale Palazzo Altan Venanzio - Biblioteca, Via del Seminario “Eleonora Duse, Gabriele d’Annunzio e la marchesa Casati nella Venezia di Fortuny” incontro con Juliano Cima, esperto di moda e costume in collaborazione con ISIS "L. da Vinci", I.P.S.I.A. "Mons. D'Alessi" Ore 18.00 - Piazza della Repubblica (ritrovo davanti al Municipio) “Portogruaro, suggestioni veneziane” - Visita guidata gratuita al centro storico a cura di Mariangela Flaborea e Nilla Cicuto Ore 18.30 - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea Ai Molini Inaugurazione della Mostra ”Frammenti” - Opere di Mario Pauletto (aperta fino al 19 giugno con orari: gio 10/13 - ven 16/19 - sab/dom 10/13 - 16/19) Dalle ore 19.45 alle 21.00 - Villa Comunale - Sala Caminetto Degustazioni letterarie - imparare a conoscere i vini del territorio in compagnia di un buon libro: “Spana quatro dei” di Luciano Guareschi - letture di Gianni Marella a cura di Pro Loco Portogruaro in collaborazione con Enoclub Portogruaro info: tel. 349 5651796 - 347 2315413 Ore 21.00 - Chiesa San Luigi Concerto dei solisti e dell’Orchestra giovanile della Fondazione Musicale Santa Cecilia direttori M° Francesca Favit, M° Venceslao Biscontin VETRINE IN FIORE: concorso vetrine del Centro Storico a cura di Confcommercio Dalle ore 21.00 - Piazza della Repubblica Spettacolo di danza e ballo aperto a tutti con il M° Giorgio Lorenzon

Dalle ore 10.00 alle 13.00 - Piazzetta della Pescheria Breve escursione sul fiume Lemene con caorline (A.S.D. Voga Concordiese) Ore 10.30 /12.30 - Villa Comunale - Sala Caminetto “ I salumi delle venezie” a cura di Giuseppe Tonetto - esperto norcino e con le Degustazioni dei Vini della Doc Venezia a cura di FISAR e Strada Vini Doc Lison Pramaggiore Ore 10.30 - Calle delle Beccherie Concertini in Terre dei Dogi in festa a cura della Fondazione Musicale Santa Cecilia Ensemble di flauti, direttore M° Mauro Fiorin Ore 11.00 - Piazza della Repubblica (ritrovo davanti al Municipio) “Portogruaro, suggestioni veneziane” - Visita guidata gratuita al centro storico a cura di Mariangela Flaborea e Nilla Cicuto Ore 11.30 - Piazzetta delle Erbe Concertini in Terre dei Dogi in festa a cura della Fondazione Musicale Santa Cecilia Ensemble Obba (ensemble di oboi), direttore M° Serena Gani Dalle ore 15.00 alle 19.00 - Piazzetta della Pescheria Breve escursione sul fiume Lemene con caorline (A.S.D. Voga Concordiese) Dalle 15.00 alle 18.00 - Collegio Marconi Apertura straordinaria della Mostra “Il mondo di Nicoletta Costa” con disegni originali ed inediti dell’autrice. Nel prato giochi per i bambini a cura dell’Associazione Amici del Collegio Marconi Ore 15.00 - Palazzo Municipale - Sala Russolo Nell’ambito della 5ª Mostra delle Orchidee Orchidee e dintorni: conversazioni con i Maestri dell’A.T.A.O. Associazione Triveneto Amatori Orchidee La coltivazione delle Pleione: conferenza di Jacopo Lazzareschi Cervelli Ore 15.30 - Museo Nazionale Concordiese Visite guidate a cura del Gr.A.V.O. e Fondazione “A. Colluto” Ore 16.00 - Palazzo Municipale Premiazione del Concorso “Il Lison Docg cerca il piatto ideale” - 2ª edizione a cura di Strada Vini Doc Lison Pramaggiore e FISAR Ore 16.30/18.30 - Villa Comunale - Sala Caminetto “I formaggi delle venezie” a cura di Fabio Guerra, mastro selezionatore e affinatore e con le Degustazioni dei Vini della Doc Venezia a cura di FISAR e Strada Vini Doc Lison Pramaggiore Ore 18.30 - Piazza della Repubblica “Arriva il Doge” Corteo storico lungo le vie del centro con arrivo in Piazza della Repubblica con balli e musica del ‘700 con gli Amici del Carnevale di Venezia a cura dell’Associazione Portogruaro Insieme Dalle ore 21.00 in poi - Centro storico Locali aperti e musica dal vivo

Altri appuntamenti Venerdì 20 maggio ore 20.45 - Palazzo Municipale - Sala Consiliare Performance teatrale “VENEZIA, mon amour“ a cura di A.N.T.e.l. Veneto Sabato 21 maggio ore 15.00 - Stadio P. G. Mecchia LA PARTITA DEL CUORE 2016 con la Nazionale Attori e la Questura di Venezia a cura dell'Associazione Onlus Il Gabbiano - Il Pino Sabato 21 maggio ore 18.00 - Chiesa S. Luigi Omaggio a Claudia Dazzan Concerto degli allievi pianisti della Fondazione Musicale Santa Cecilia Domenica 22 maggio - Centro Storico EX TEMPORE DI PITTURA a cura dell’Associazione Accordi

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VISITE GUIDATE E MINICROCIERE FLUVIALI SUL LEMENE in Terre dei Dogi in Festa Domenica 15 maggio ore 10.00 - Da Piazza della Repubblica Escursioni guidate in bici lungo il percorso ciclabile del Parco dei Fiumi Lemene e Reghena e dei laghi di Cinto (Portovecchio/ Boldara/Mulini Stalis e ritorno - km 20 ca.) con bici a noleggio. È gradita la prenotazione tel. 333 7409574 Domenica 15 maggio ore 15.00 - Ritrovo davanti al Museo Nazionale Concordiese Visita al Museo Nazionale Concordiese, di seguito trasferimento in barca lungo il Lemene fino agli scavi di Concordia Sagittaria e visita con diretto accesso ai siti archeologici (rientro previsto alle ore 19.00). E’ gradita la prenotazione tel. 346 3257139 a cura dell’Associazione STUDIO D e dell’Associazione QUARTO STILE

Arrivederci alla prossima edizione di Terre dei Dogi in Festa!

Nel frattempo, ti aspettiamo alle tante iniziative del nostro territorio e fra queste il 21 giugno alla FESTA DELLA MUSICA il 24/25 giugno alle SERATE DEI SOSIA TOUR Per informazioni visita il sito del Comune di Portogruaro www.comune.portogruaro.ve.it - tel. 0421 277211

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LA PAROLA A

maggio/giugno 2016

PROFESSIONALITÀ, QUALITÀ E CORTESIA ALLA PORTATA DI TUTTI

LA PARODONTITE Ho tutti i denti sani ma il dentista mi ha detto che sono persi…

Qualche volta capita che ci si senta dire che un dente sano, non dolente, solo un po’ mobile, è da estrarre. Questo accade, e neanche poi così raramente, perché c’è una malattia che ha colpito tutto l’apparato che sostiene il dente stesso: la parodontopatia (o parodontite, o parodontosi, o piorrea). Bisogna sapere che i nostri denti non sono infissi nell’osso come può esserlo un chiodo nel legno; tra il dente è l’osso c’è un sistema di ancoraggio formato da un particolare tessuto definito parodonto. Il primo segno (ma molto spesso anche l’unico) di un’infiammazione del parodonto è il sanguinamento delle gengive.

Quando questo si associa a una mobilità anche minima del dente, spesso è già troppo tardi. La malattia parodontale è subdola, caratterizzata da una minima sintomatologia, eppure è la prima causa di perdita degli elementi dentari.

Hai le gengive che sanguinano, si sono abbassate, hai sensibilità al caldo e freddo, i denti si muovono e hai l’alito cattivo? Potresti avere proprio la paro-

dontite e rischiare di perdere i tuoi denti! Cosa fare per curarla e/o prevenirla?

Dato che è una malattia provocata da infezione batterica la soluzione è semplicissima: eliminare i batteri pericolosi dalla bocca. Lo si fa ogni giorno, quando ci laviamo i denti, ma purtroppo questo a volte non basta. Non basta se c’è tartaro, se ci sono delle tasche (fessure che si formano tra gengiva e dente in cui si annidano i batteri pericolosi), o se ci sono delle otturazioni/ricostruzioni protesiche non corrette.

Il lavoro del dentista consiste proprio nel pulire e far pulire. Il medico e l’igienista dentale puliscono perfettamente le superfici dentarie sia sopragengivali che sottogengivali e le lucidano per impedire il più possibile la ritenzione della placca batterica. Da qui l’importanza di essere inseriti in un programma di igiene professionale. Se questo non basta, il dentista deve “scollare” le gengive (con un lembo chirurgico) per avere un accesso diretto alla superficie da pulire. Debellare l’infezione che provoca la malattia è già la vera terapia della parodontopatia. Ci sono poi delle procedure chirurgiche che servono ad eliminare i difetti residui della malattia parodontale (basti pensare alle recessioni gengivali, alla gengiva che si è “ritirata” lasciando i denti più lunghi…), e che sono di pertinenza dello specialista parodontologo.

Concludiamo con una precisazione: i collutori disinfettanti non vanno usati, se non per brevi periodi, perché alterano tutta la flora batterica della nostra bocca (ora si sente tanto parlare di microbioma) con possibili effetti collaterali indesiderati.

Inoltre, queste sostanze non agiscono in profondità nelle tasche parodontali, cioè proprio dove vorremmo avere l’effetto antibatterico.

Presso il Poliambulatorio Odontoiatrico di Gruaro (sopra Pittarello) potrete trovare personale qualificato in grado di salvare i vostri denti.

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FUORISCENA

maggio/giugno 2016

Quando i cani sono gli uomini Dopo anni di assenza, lo scorso 10 febbraio l’attore bellunese Marco Paolini è tornato a Portogruaro con lo spettacolo “Ballata di uomini e cani”

L

o incontriamo a pochi minuti dall’inizio dello spettacolo. La scena è pronta, i musicisti che lo accompagnano in “Ballata di uomini e cani” sono in camerino a vestirsi.

Lui ci stringe la mano e risponde alle nostre domande pesando ogni singola parola. A dire il vero non ne dice molte, di parole. Le poche che riusciamo a scucirgli hanno il valore dell’oro: rare, ricercate e preziose. Marco Paolini è così, prendere o lasciare. Nato a Belluno nel 1956, fin dagli anni Settanta fa parte di vari gruppi teatrali veneti.

Con il racconto del Vajont si fa conoscere dal grande pubblico, consacrandosi tra i grandi del teatro civile italiano. Con l’ultimo spettacolo, “Ballata di uomini e cani”, da due anni Paolini fa il tutto esaurito nei teatri d’Italia, confermandosi una volta ancora tra gli attori più amati e poliedrici della scena teatrale nostrana.

Paolini, a differenza che in altri spettacoli, in quest’ultimo la nota “civile” appare meno marcata. O no?

In “Ballata di uomini e cani” ho voluto svincolarmi dal ruolo di attore impegnato che da anni mi porto dietro come un’etichetta. Anche qui, come nella gran parte degli spettacoli precedenti, le questioni morali e sociali emergono ma i veri protagonisti sono i cani e gli uomini. E la figura di Jack London, ovviamente.

Sì, perché “Ballata di uomini e cani” è, a tutti gli effetti, un tributo allo scrittore americano di “Zanna bianca” e “Il richiamo della foresta”. La domanda, dunque, è d’obbligo: Paolini, cos’è per lei Jack London?

A lui devo una parte del mio immaginario di ragazzo, ma Jack non è uno scrittore per ragazzi, la definizione gli sta stretta. È un testimone di parte, si schiera, si compromette, quello che fa entra in contraddittorio con quello che pensa. È facile usarlo per sostenere un punto di vista, ma anche il suo contrario: “Zanna Bianca” e “Il richiamo della foresta” sono antitetici. La sua vita è fatta di periodi che hanno un inizio e una fine e non si ripetono più. Lo scrittore parte da quei periodi per inventare storie credibili dove l’invenzione affonda nell’esperienza ma la supera. La produzione letteraria è enorme, e ancor più lo è pensando

a quanto poco sia durata la sua vita.

Sono partito da alcuni racconti del grande Nord, ho cominciato questo spettacolo raccontando le storie nei boschi, nei rifugi alpini, nei ghiacciai.

Ci parli dello spettacolo…

“Ballata di uomini e cani” è composto

da tre racconti della durata di mezz’ora ciascuno e sono Macchia, Bastardo e Preparare un fuoco, e in tutti e tre uomini e cani sono coprotagonisti. Lo spettacolo ha la forma di un canzoniere teatrale con brani tratti da opere e racconti di Jack London e con musiche e canzoni ad essi ispirate che non

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Uomini e cani, per l’appunto. Chi prevale sull’altro in London e nel suo spettacolo?

Certamente i cani che tratteggia London e che si presentano nel mio spettacolo non sono né quelli della Walt Disney né tantomeno quelli dei trattati del Novecento. Sono cani potenti, dove l’istinto alla sopravvivenza, l’amore e l’odio verso gli uomini ce li fanno apparire reali, autentici. Qui non c’è specie che prevalga sull’altra ma soltanto fame, miseria e sete di riscatto.

A fine marzo ha abbandonato il Nord America della Ballata per dirigersi in medio Oriente. Per buona parte del 2016 lei sarà infatti tra i protagonisti dello spettacolo “Amleto a Gerusalemme”. Di cosa si tratta?

L’idea è nata nel 2008 a Gerusalemme vedendo recitare i ragazzi del Palestinian National Theatre. Oggi questi giovani attori sono in scena assieme al sottoscritto, diretti da Gabriele Vacis in uno spettacolo in cui emergono in maniera decisiva gli elementi del “sentire” e del “guardare”. E la chiave per poter “ascoltare” sta nell’Amleto di Shakespeare, dalla consapevolezza che in esso si possono scorgere tutte le sfaccettature della vita, complicate dalle esperienze di chi vive in Palestina: i riti di passaggio, il rapporto uomo/donna, il conflitto con la famiglia, le generazioni a confronto, la rabbia, la pazzia, l’amore.

Per chiudere, vorrei tornare a Marco Paolini “uomo” (fuori dalla maschera dell’attore). Lei è bellunese, il suo ultimo film, “La pelle dell’orso”, è ambientato tra i boschi ad alta quota e nelle cronache di un tempo si riferisce di un Paolini bambino frequentatore assiduo della neve. Insomma: che rapporto ha lei con la montagna?

Sarei bugiardo a dire che la montagna, oggi, per me ha ancora una forte valenza. Purtroppo in quest’ultimo periodo ci vado molto meno di quanto vorrei, pertanto il mio affetto nei suoi confronti si è un po’ raffreddato.

S. G. |

STIAMO IN SALUTE

maggio/giugno 2016

L’omeopatia, questa sconosciuta

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Ne parliamo con il Dr. Paolo Callegari, medico psichiatra, che ormai da parecchi anni ha integrato la sua attività di medico “tradizionale” alla pratica di medico Omeopata

D

ottor Callegari, come mai un medico affermato come lei ad un certo punto della propria attività ha deciso di intraprendere lo studio dell’omeopatia?

Credo che la questione nodale sia legata a come si valuta il concetto di “malattia”. Nel 400 a.C. Ippocrate (il “Padre della medicina”) ipotizza che uno squilibrio intervenuto fra il corpo e l’ambiente esterno generi una malattia per cui tutto l’individuo si ammala (non solo una parte del suo corpo); la terapia consiste nel modificare le cause di questo squilibrio: siano esse ambientali, di stile di vita o legate a traumi, compresi quelli psicologici. Non c’è una malattia ma un uomo ammalato. Nel 1500 Paracelso, medico immerso nella cultura rinascimentale in cui “l’uomo è artefice del suo destino”, dà invece un fondamento al concetto di malattia, considerandola come entità a sé stante, che si deve combattere dominandola ed utilizzando le forze della natura e dell’alchimia. Il medico che segue una visione ippocratica guarderà ai presidi terapeutici con l’intento di ristabilire l’equilibrio perduto utilizzando ciò che può aiutare il malato a superare la crisi e a incamminarsi verso la guarigione.

Un medico con una visione più vicina a Paracelso cercherà di sconfiggere personalmente con le cure una malattia e lascerà il malato come spettatore collaborante e riconoscente di quanto la scienza ha fatto per lui. Dopo aver operato per molti anni in reparti medici e psichiatrici ospedalieri, ho creduto che la guerra alla malattia fosse accettabile solo in caso di aggressioni letali e che valesse la pena studiare per avere più strumenti per riportare equilibri di salute perduti; così ho iniziato l’apprendimento della medicina omeopatica e ho voluto anche addentrarmi in altre tematiche mediche di solito messe in seconda linea come l’alimentazione e la psicoterapia.

Perché una persona dovrebbe scegliere di curarsi con l’omeopatia visto che oggi abbiamo dei farmaci molto efficaci e specifici per moltissime malattie?

Sostanzialmente non è il tipo di medicina che si prende (rimedio omeopatico o farmaco), a fare la differenza è in quale tipo di processo di cura esso si inserisce. Ci sono medici che con un atteggiamento “eroico” cercano di sconfiggere la malattia anche coi rimedi omeopatici, e medici omeopati che utilizzano anche i farmaci tradizionali con la consapevolezza che senza di essi il malato non potrebbe riuscire a superare una particolare crisi. In termini ippocratici il rimedio omeopatico non combatte i batteri o altro, ma, se prescritto con i criteri corretti, stimola l’organismo a reagire. Va da sé che se un organismo è da lungo tempo debole o il suo funzionamento è molto condizionato dai molti farmaci che assume, stimolare questo organismo diventa molto più complesso e difficile. I far-

maci sono per la gran parte studiati per combattere la sintomatologia e sono pochi quelli che vanno ad agire alla radice del problema. In un’ottica omeopatica, i farmaci sintomatici vanno usati con parsimonia e solo per rischi reali di sopravvivenza, quelli che vanno ad agire sulla causa sono ancora poco studiati, ma sono certamente uno sviluppo interessante specie della scienza genetica. Ci sono poi i farmaci sostitutivi (es. l’insulina per il diabete giovanile o gli ormoni tiroidei dopo l’asportazione totale della tiroide) che nessun medico si sognerebbe di eliminare.

Le statistiche dicono che 8 milioni di italiani si curano con l’omeopatia, cosa ne pensa?

Credo che 8 milioni di italiani usino prodotti preparati con il metodo omeopatico. Per la medicina omeopatica può essere un bene e un male. Assumere un

mix di rimedi per il raffreddore o per la cattiva digestione non significa curarsi con l’omeopatia; spesso si cerca qualcosa di non “chimico” che sostituisca un farmaco per alleviare un sintomo, senza prendere in considerazione il principio di Ippocrate e di Hahneman di agire su tutti gli ambiti della nostra vita per riportare in salute l’organismo. Ricordo che Samuel Hahnemann fu il fondatore dell’omeopatia, nel XVIII secolo.

Quali sono i mezzi di cura omeopatica?

I mezzi di cura per il medico convenzionale sono sostanzialmente i farmaci, le forze della fisica (radiazioni, magnetismo, ecc.) e la chirurgia. Per l’omeopata sono tutti i precedenti (specie nelle situazioni che mettono a rischio la vita del malato), i rimedi omeopatici e gli opportuni e possibili cambiamenti

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dell’ambiente di vita, di lavoro, dell’alimentazione e delle relazioni; la scelta su cosa utilizzare non può che esser fatta di volta in volta e determinata dalla collaborazione della singola persona.

Il banco di prova è il rapporto con la “cronicità”. Se consideriamo la malattia come un’entità reale consideriamo “croniche” le malattie che durano più di un certo tempo qualsiasi sia il malato; la medicina convenzionale metterà in campo cure croniche per cercare perlomeno di stabilizzare la situazione. Se consideriamo invece la malattia come uno squilibrio fra ambiente ed individuo allora la cronicità sarà legata solo a condizioni fortemente irrimediabili (danni irreversibili anatomici, personali o ambientali), per cui le situazioni veramente irreversibili saranno poche e ci sarà quasi sempre la possibilità di trovare assieme una soluzione.

Ma cosa sono questi rimedi omeopatici e come agiscono?

I rimedi omeopatici sono sostanze reperite in natura trattate con una metodica indicata da Hahnemann che prevede una graduale diluizione ed energica agitazione in un’acqua e nell’alcol.

Il liquido viene poi spruzzato su granuli inerti di zucchero. Vengono poi somministrati a soggetti sani che in una certa percentuale reagiscono sviluppando manifestazioni transitorie fisiche e/o emotive (diarrea, eruzioni, tosse, tristezza o ansia immotivata).

Tutti questi sintomi vengono validati con un metodo statistico e vanno a far parte della lista degli effetti di un particolare rimedio su un soggetto sano.

Fin qui niente di particolare; l’intuizione di Hahnemann, ricordandosi delle indicazioni di Ippocrate, è stata quella di somministrare ad un malato, ad esempio con diarrea, proprio una sostanza che provocava diarrea nella sperimentazione sul soggetto sano (es. il succo preparato della pianta Veratrum album). Fu così che l’epidemia di colera europea dei primi del ‘900 venne arginata per più dell’80% (la sopravvivenza spontanea era di meno del 20%!)

Cosa pensa di chi reputa l’omeopatia un mero effetto placebo?

In realtà mi fanno un po’ sorridere le affermazioni di questo tipo perché è come se io mi mettessi a giudicare la validità degli studi sulla fisica quantistica applicata. È ovvio che posso avere solo delle vaghe nozioni derivanti da pubblicazioni scientifiche divulgative, tanto che non ho mai neppure lavorato al CERN. Farmacologi e medici che non conoscono o non hanno mai praticato l’omeopatia danno giudizi e raccomandazioni dimenticando che un medico omeopatico ha prima studiato e praticato la medicina e solo dopo ha studiato l’omeopatia, per cui le conosce entrambe e forse dovrebbe essere l’unico accreditato a poter esprimere opinioni in merito.

Federico Favruzzo |

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PRATICHIAMO IL FUTURO

maggio/giugno 2016

Pedalando si impara... e si risparmia Chi pedala conosce meglio il luogo dove vive.

Chi pedala ha bisogno di meno.

Chi pedala risparmia e fa risparmiare la collettività

O

gni epoca ha avuto il suo tipo di mobilità o immobilità, dipende dai punti di vista. Per noi, oggi, tempi e distanze dell’epoca preindustriale fanno sorridere. La distanza che separa Milano da Roma è di 750 chilometri, ma cosa significa? Meno di 3 ore con il treno veloce, 40 minuti d’aereo, oppure 1 mese a piedi. È da notare come la differenza non la facciano mai i chilometri in sé, bensì il tempo e il desiderio che abbiamo di percorrerli. Prendersi un mese di tempo per andare da Milano a Roma, a piedi per giunta, oltre che essere anacronistico, riporta anche ad un senso di pellegrinaggio spirituale. Non abbiamo spesso il tempo per respirare correttamente, figuriamoci per un mese di cammino. Inoltre è necessario riflettere sul fatto che anche potendolo fare, quasi nessuno di noi sceglierebbe di sua spontanea volontà un viaggio di questo tipo.

CHI PEDALA… La questione prende un’altra piega quando le distanze si fanno più corte, e dunque anche i tempi iniziano ad essere compatibili con le nostre possibilità quotidiane. In questo caso pensiamo ai 3, 5 o ai 7 chilometri che servono per raggiungere il centro di Portogruaro dalle sue frazioni. Si tratta il più delle volte di 15 o 30 minuti di bicicletta.

Beh, qui la faccenda si fa certamente più interessante! Prendiamo ad esempio le ragioni del pedalare. Innanzitutto chi pedala cambia il mondo dolcemente senza danneggiare nessuno e rispetta ciò che ha intorno. La bicicletta entra in punta di piedi nel paesaggio, non si impone, non fa rumore, non sporca e non occupa spazio. Chi pedala sta fisicamente bene o meglio di come stava prima. Chi pedala sa bene che accelerare costa fatica e lo fa esclusivamente quando è necessario, troppo comodo accelerare quando la fatica la fa il motore per noi! Chi pedala conosce meglio il luogo dove vive. Chi pedala crea lavoro locale, con le botteghe di riparazione e vendita e con le vicine e piccole aziende costruttrici. Chi pedala migliora il proprio carattere, imparando a ridere degli acquazzoni, e accettando le avversità... non solo meteorologiche. Chi pedala ha bisogno di meno. Chi pedala risparmia e fa risparmiare la collettività. Una bici costa come 3 o 4 pieni di benzina, non necessita di carburante, non paga

bollo e assicurazione. Le piste ciclabili costano meno delle strade anche per la manutenzione. Certo, se poi i soldi a loro destinati si perdono nei meandri della politica regionale questo è un altro paio di maniche e ci fa comprendere da quanta lungimiranza siamo circondati! Ci sono molte ragioni, dun-

que, per pedalare e molti potrebbero, almeno talvolta, organizzare il proprio tempo in modo da ricavare mezz’ora o un’ora della loro giornata per spostarsi con questo mezzo. Tanto che l’alternativa la conosciamo tutti: si tratta di imbronciarsi e incupirsi entrando nella sempre più anacronistica scatola di

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metallo con le quattro ruote. Tra i vari primati che possiede, ha anche quello di essere tra gli strumenti energeticamente più inefficienti al mondo. Spesso ci troviamo nell’assurda condizione in cui 2.000 chilogrammi di metallo servono per spostare 70 chilogrammi di carne umana. Considerando gli enormi salti tecnologici compiuti dalla specie umana, questa sembra una barzelletta.

Eppure è così per svariati motivi, non ultimo l’enorme economia planetaria che muove questo comparto, anche in relazione all’utilizzo dei combustibili che ci stanno avvelenando.

PEDALIAMO ANCHE NEI GIORNI FERIALI Sembriamo prigionieri dell’auto, nonostante ci siano intono a noi degli ottimi “spunti” per inforcare la bicicletta e avviare il pedale (basti menzionare al bel progetto GiraLemene, che insiste sui comuni del nostro comprensorio attraverso piste ciclabili e camminamenti lungo fiume). In questo caso, tuttavia, l’ottica del GiraLemene è quella della promozione turistica e del tempo libero. Non che sia sbagliato, anzi: è un buon modo per cominciare finalmente a dare spazio a questo tipo di mobilità e rilanciare il nostro entroterra in relazione alle possibilità di collegamento con il turismo balneare della vicina costa. La progettualità strategica a livello politico dovrebbe però fare di più, prendendo anzitutto in considerazione una cittadina come Portogruaro e con le sue dimensioni.

Potremmo immaginare, progettare e promuovere la bicicletta anche come mezzo feriale e non solo festivo. Non si tratta di progetti futuristici o fantascientifici; diverse città d’Italia e d’Europa lo hanno già fatto. Dovremmo cercare di levarci dalla testa quel chiodo conficcato nel profondo della nostra cultura che dice che la bicicletta non è un mezzo produttivo perché magari ci fa perdere più tempo! Dovremmo toglierci dalla mente quest’idea vecchia e classista che la produttività si misura in tempo: in fondo, Henry Ford è morto ormai da parecchio tempo. Sarebbe ora, insomma, di cominciare a voltare pagina. Sono certo che i chilometri che ci separano dall’ufficio sarebbero per molte persone più leggeri una volta entrati nello spirito dell’idea.

Andrea Pavan |

RITORNO AL FUTURO

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maggio/giugno 2016

La fine delle fiere?

Una fiera è una manifestazione in cui si espongono al pubblico dei prodotti al fine di poterli vendere o pubblicizzare. Nate già nel XV secolo, quale futuro le attende?

“A

lla fiera dell’est, per due soldi un topolino mio padre comprò”. Cantava così nel 1976 Angelo Branduardi. Erano anni in cui le fiere erano occasioni dal potere commerciale indiscutibile.

Quarant’anni dopo quella celebre canzone siamo ancora sicuri che le fiere che continuano a cadenzare i calendari aziendali siano utili opportunità di business? Ad oggi il Veneto ospita importanti fiere e mostre nazionali.

Ma riescono, per esempio, a competere con il commercio digitale? Abbiamo raccolto le opinioni di due importanti aziende del territorio.

LE FIERE VENETE Tra fiere del bio, in cui viene promossa la cultura dei prodotti da agricoltura biologica e nelle quali si pone enfasi sugli aspetti dell’alimentazione e della salute, fiere hi-tech, fiere sportive, fiere del libro e fiere gastronomiche, sembra proprio che ogni settore merceologico trovi la propria vetrina in questa antica tradizione commerciale per aprirsi al vasto pubblico e condividere i prodotti su ampia scala. Un momento, quelle delle fiere, in cui le aziende sperano di stipulare importanti accordi e nuovi contratti. Il Veneto ospita molte importanti kermesse espositive, tra cui la Fiera dell’Oro di Vicenza e il Vinitaly di Verona: la più importante fiera vinicola italiana, che ha da poco concluso la sua 50ima edizione. Tra le aziende del territorio portogruarese che quest’anno hanno partecipato al Vinitaly ci sono anche le Cantine Paladin-Bosco del Merlo di Annone Veneto e la Tenuta Sant’Anna di Loncon. E proprio alla luce della loro esperienza, gli abbiamo chiesto alcune informazioni sul presente e sul futuro delle fiere come momento di opportunità per le aziende del Nord-est.

L’edizione 2016 del Vinitaly “è stata un’edizione strepitosa”, ci ha riferito l’ufficio stampa delle Cantine Paladin, “un’occasione in cui abbiamo potuto consolidare il rapporto di fiducia con i nostri clienti abituali ma anche ampliare la nostra rete commerciale”.

Anche la Tenuta Sant’Anna di Loncon tiene a sottolineare l’importanza delle fiere come occasione per implementare gli scambi commerciali tra operatori del settore. “Eventi come Vinitaly sono occasioni importanti per chi opera in questo settore. È la fiera del vino più importante in Italia” ci ricordano.

Sempre in ambito enologico, vale la pena ricordare la Mostra Nazionale Campionaria dei Vini a Pramaggiore che si è conclusa lo scorso 1 maggio, anch’essa un’opportunità per le aziende del nostro territorio, in primis per quanto riguarda l’export. Rimangono ancora Paesi quali Germania, Austria e Svizzera i punti di forza su cui puntare per implementare il già cospicuo mercato dell’esportazione del vino italiano. Ma non mancano le occasioni per agganciare il mercato americano e

quello asiatico. A far la parte del leone sono “indubbiamente i paesi di lingua tedesca, ma ci aspettiamo molto anche da Inghilterra e Paesi del nord Europa” confermano dall’azienda Sant’Anna di Loncon.

LE FIERE NEL FUTURO Non siamo più ai livelli di dieci anni fa. La crisi non ha risparmiato neppure questo settore, ciò nonostante le fiere vinicole rimangono ancora un punto fisso nel calendario delle aziende del territorio. Ma in un mondo globalizzato e sempre più tecnologico pare opportuno chiedersi quale futuro avranno le fiere commerciali. Nell’era digitale, infatti, ha ancora senso lo svolgimento di simili manifestazioni che sono giunte sino a noi con un lungo passato? La Tenuta Sant’Anna sottolinea che “le fiere come Vinitaly sono

principalmente rivolte agli operatori del settore. Difficilmente potranno subire la concorrenza di strumenti come l’e-commerce che, almeno per ora, è

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rivolto quasi esclusivamente ai consumatori al dettaglio”. Anche le Cantine Paladin ribadiscono che “per noi sono appuntamenti imprescindibili ed è per questo che con la proprietà cerchiamo di essere presenti in tutte le principali manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali”. “Tra pochi giorni saremo a Londra” concludono. Sarà ancora lungo il futuro delle manifestazioni fieristiche tradizionali, dunque. Lo fa pensare anche il fatto che grandi colossi dell’innovazione e della tecnologia abbiano da tempo aderito alle tradizionali forme fieristiche.

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In Italia la tradizione fieristica è molto lunga e bisogna risalire molto indietro nel tempo per trovarne le prime tracce. È il Medioevo l’epoca d’oro delle fiere. Durante il periodo di svolgimento, spesso durante il corso di feste locali, re e principi concedevano l’esenzione da dazi e gabelle rendendo così più convenienti i prezzi delle merci vendute.

Risale già al 1296 una fiera internazionale con sede nel nostro Paese: la Fiera Internazionale di Messina, istituita da Federico II di Svevia. Mentre sarebbe in Puglia, e precisamente a Gravina, la località sede della più antica fiera italiana che risalirebbe al 1294. Oggi possiamo riconoscere prevalentemente due tipi di fiere: le fiere campionarie, nelle quali vengono presentati dei prodotti, specialmente ad operatori del settore che possono essere interessati alla loro commercializzazione, e le Fiere popolari, intese come manifestazioni nelle quali vengono messi in vendita prodotti di varia natura e riservate agli acquirenti finali che le frequentano per acquistare a prezzi più bassi rispetto ai negozi tradizionali. Questo tipo di fiera si svolge normalmente nel corso di feste popolari, sia religiose che civili.

Per ora tra i grandi partner non europei spicca il mercato nipponico ma se Paesi emergenti come la Cina decideranno di diventare forti consumatori di prodotti enologici di qualità, le aziende venete non dovranno far altro che spostare le fiere ancora più a Est. Andrea Rubin |

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L’ACQUOLINA IN BOCCA

maggio/giugno 2016

Artigianale o industriale?

A voi la scelta Come viene fatto il gelato artigianale? E che differenze ci sono con quello industriale? E i panettoni artigianali sono più sani di quelli della G.D.O.?

C

on il caldo, in molti di noi arriva anche la voglia di gelato: quella dolce crema rinfrescante a cui non sappiamo proprio resistere. C’è il gelato “soft” e industriale, che riempie gli espositori freezer di ogni locale e supermercato, e c’è il gelato preparato nei laboratori di maestri artigiani, che riaprono i battenti dopo la sosta invernale. A questo proposito, qui a Portogruaro abbiamo la fortuna di avere delle ottime gelaterie artigianali. Approfittiamone, dunque, per parlare del mondo del gelato con Andrea, di professione gelataio, “il gelato artigianale - ci dice - solitamente è prodotto in piccole quantità nel laboratorio della gelateria, usando solo sostanze fresche: se alla frutta, quella di stagione e possibilmente locale. Non si usano conservanti, per cui è un prodotto facilmente deperibile che dura al massimo tre o quattro giorni”. Così preparato, il gelato ha certamente tutti i requisiti per considerarsi artigianale.

Nasce, infatti, come prodotto destinato all’immediato consumo e pertanto non necessita, come invece capita per il gelato fabbricato dalla grande industria, della conservazione in celle frigorifere. Il cosiddetto “ice cream”, al contrario, avendo una produzione centrale e con grandi numeri, viene prodotto per essere poi conservato per lunghi periodi in celle di stoccaggio.

IL GELATO ARTIGIANALE E QUELLO SEMI-ARTIGIANALE La ricetta per avere tra le mani un buon gelato artigianale, secondo Andrea, presuppone anzitutto la selezione di ingredienti di alta qualità in un corretto bilanciamento. Si forma poi un agglomerato con latte, zucchero, uova e panna, che viene successivamente depositato nella gelatiera. Qui la miscela si gela attraverso il movimento delle pale (mantecatura) incorporando aria e rendendo il gelato morbido e consistente. Va detto che esistono dei laboratori centralizzati che forniscono molte gelaterie “artigianali” di una miscela pastorizzata e congelata che viene poi mantecata nei punti vendita prima di finire nel pozzetto del banco frigorifero. Ciò che ne deriva, lo potremmo definire un gelato “semiartigianale”. Un buon compromesso, a mio avviso, tra il gelato artigianale e quello industriale, perché esso contiene prodotti di qualità pur avendo una base surgelata da conservare in freezer e da utilizzare al bisogno.

TROVA LE DIFFERENZE In un’ipotetica scala del gelato da tenersi in relazione alla sua “artigianalità”, un gradino più in basso rispetto al “semi-artigianale” è occupato da un’altra categoria di gelaterie che si considerano “artigianali” ma che altro non

sono che laboratori nei quali si mantecano miscele chimiche in polvere a latte o acqua. Qui se ne ricava un gelato povero di sostanza e di qualità, tanto che risulta a pari modo poco salutare sia acquistare un cono in questo tipo di gelaterie che farlo direttamente con una vaschetta al supermarket. Come sottolinea Franco, altro artigiano di Portogruaro di lungo corso, “la differenza nella qualità del gelato viene data soprattutto dalla scelta del prodotto base: se si usa panna fresca o panna UHT, se latte intero o scremato, fresco o a lunga conservazione, se si aggiunge frutta fresca o congelata o disidratata, se le uova sono fresche, biologiche o tuorli pastorizzati”. I gelati industriali, gli “ice cream” prodotti e distribuiti dai

grandi marchi, sono altra cosa. Possono essere molto simili nell’aspetto a quelli artigianali, specie se sono offerti in vaschette, ma le differenze sono sostanziali. Innanzitutto hanno una lavorazione diversa, sono prodotti in ciclo continuo nei freezer in cui la mantecazione avviene con immissione ininterrotta di miscela e fuoriuscita continua di prodotto finito. Sotto l’aspetto qualitativo, poi, nei gelati industriali si utilizzano molto spesso latte in polvere, succhi di frutta in luogo della frutta fresca e altre sostanze (oltre ai conservanti) come coloranti, additivi per emulsionare meglio la miscela, stabilizzanti e aromi per sopperire alla mancanza di frutta e degli altri ingredienti base, così da rendere il prodotto più gustoso.

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PASTICCERIA, PANETTONI E DOLCI PASQUALI Diventa più difficile scegliere tra artigianale e industriale se parliamo, invece, di pasticceria, di panettoni e dolci pasquali. Questo perché la base degli ingredienti usati nelle due lavorazioni è solitamente la stessa. Va ricordato, tuttavia, che i panettoni o i dolci pasquali di impostazione artigianale sono prodotti di alta qualità, pertanto godono della selezione della farina, dell’uvetta, delle uova, del burro, delle bacche di vaniglia e canditi. Lo stesso può avvenire anche nei prodotti industriali, ma qui, tuttavia, l’industria tende spesso ad usare esaltatori del gusto e sciroppo di mais. A questo punto risulta importante leggere l’etichetta per notare le differenze. Anche le tecniche di lavorazione sono pressoché identiche, dall’impasto con il lievito naturale, la lievitazione, la cottura, il riposo e il raffreddamento.

La differenza la fa il tempo: nell’industriale la produzione è seriale e avviene pertanto con il monitoraggio delle temperature attraverso un sistema “meccanizzato”, mentre nell’artigianale queste fasi sono affidate alla sensibilità e all’esperienza del pasticcere. È logico che tra i due prodotti ci sia una differenza sul prezzo, in quanto per fare l’artigianale ci vuole manodopera alla quale si aggiungono le altre spese di gestione, mentre nell’industriale il prezzo lo fa la grande distribuzione organizzata.

Quindi non è facile scegliere, la differenza la fa senz’altro, come sopra detto, la qualità degli ingredienti adoperati.

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VERTICALI 1. Pronto ad assalire - 2. Si incrociano in città - 3. Preposizione articolata singolare - 4. Puntino cutaneo - 5. Commissario Tecnico - 6. Un effetto...teatrale - 7. Sminuzzati o risaputi - 8. Gracida e saltella - 9. Il frutto con gli acini - 10. Gli assi con l’ordinata - 11.

Atto a proibire - 14. Liquore digestivo - 16. Consueti, abituali - 17. Scherniti, dileggiati - 19.

Pianta grassa spinosa - 20. Chi se le dà è un borioso - 21. Il messaggero della vita (sigla) 22. Andato in fondo - 23. Canna malese per mobili - 24. Lo è la luce del Sole - 25. Georg matematico tedesco - 28. Città fra Bari e Barletta - 29. Nota, elenco - 31. Il compositore Stravinskij - 32. Monsignore (abbr.) - 34. Associazione Italiana Calciatori - 35. Comune è mezzo gaudio - 36. I confini del Gabon - 37. Fra mi e sol

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B E N O P M A C T Q U A L C H E

ORIZZONTALI 1. Approcci... galanti - 7. Torvi e minacciosi - 12. Panciotto francese 13. Una casa con le ruote - 15. Fa battere i denti - 16. Le scuole di teologia - 17. Nome di donna... regalata - 18. Il regista Brass (iniziali) - 19. Famoso gioielliere parigino - 24.

Vaneggiamenti - 25. Conferenza Episcopale Italiana (sigla) - 26. Il fiume di Firenze - 27.

Mordace e beffardo - 29. È l’ultimo in Inghilterra - 30. Agenzia investigativa Usa - 31. Chi lo è sa parecchio - 32. Era usato come antiruggine - 33. Bevanda delle cinque - 34. Perdere la calma - 35. Città della Bosnia Erzegovina - 36. Chiave - 37. Chiave - 38. La esige un doppiaggio perfetto - 39. Fabbrica in proprio banconote

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O T R O P P O L L E T A R F A L

T L N I E O S B S O V I T O M L

R T I C L S C I O V I O P E R A

E A L N A A M S O T C C T I O V

C O P C G I S C C H I E S A S P

D O C P L U A R S M N R C T S O

E O N E R T A N T O O G A N S R

B R N S O E G Z C N C G R M C T

I E A N E C S I R D I I N S I A

O T L L A G R E U O P L E T T O

M S A O G O U L N G F A I T T S

I E C F T D V E A T N V D T A A

R I S S A E E O N R A O S R O C

P M I S U R A U U Z G R A V E R

V O L T A E A M I N A O E R E O

CRUCIVERBA

Chi realizzò intorno al 1920 il Martirio di Santo Stefano presente nel Duomo di San Stino di Livenza? Risolvi lo schema e la soluzione apparirà nelle caselle cerchiate.

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maggio/giugno 2016

CRUCIPUZZLE

Proverbio veneto che ricorda che se si è belli da piccoli, non lo si sarà da grandi.

Le lettere rimanenti daranno la soluzione della domanda.

ANIMA AVVOCATO BOCCA CAMPO CARNE CERTO CHIESA CITTA CONSEGUENZA CORSO DOLCE DONNA ESTERO FORZA FRATELLO GIUGNO GODERE GRAVE GRECO

LARGO LAVORO LETTO LINGUA LUOGO MARITO MESSA MISURA MONDO MOTIVO NUOVO OPERA PADRE POETA PONTE PORTA PRIMO QUALCHE RAPPRESENTARE

REALE RUSSO SACRO SALIRE SCALA SCENA SCOPO SIMILE SOCIETÀ STAGIONE STORICO TANTO TRENO TROPPO VALLE VICINO VOLTA

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

T I C T A C

Z A M M E T T E R E N A

A V A R I A

O S T T S R E R O I F F

L A V A

U N E S C L O

I P N S I A E L I C A F

S I E P N I A B C I E R R O

G E S T O M C G A S T A

G T R I T C M R L D T R

E L S A

P R E S A L G I B I N A R U L E S I

E R E V A T R E N I A A O O O E

R O S E I

L A N I M A L E D T A V G N V O

I I N S R R I A T N E G E I T S

E

T A P A L M R E R E I T T A N R I D O O N E C S I I W I A N T I

G U S T O E B E A R E R N T N F

N T N A A M R A E T N F O S O E

P O R T A I O R T O U M I E Z R

C V T G S R A O G T M P G D Z I

B L I T Z T A N A

L E N T A M E N T E

O I N T E R N A Z I O N A L E R

O I D G G I G L I L E E T A T T S T A T O R E R S R E I

L E I B E S T I A R C L T E R E

P C I P E L A E R A E A S E P S

IL MANTELLO Associazione per le Cure Palliative

Insieme per I’Africa

organizza

DI RUOTA IN

RUOTA Tredicesima Edizione

Sabato 18 Giugno 2016 - ore 19.00 DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA PORTOGRUARO A SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO “VILLA IVANCICH” E RITORNO Pedalata per famiglie e gruppi di amici con “pasta party” nel suggestivo Parco di Villa Ivancich.

Parte del ricavato verrà devoluto in beneficenza all’Associazione “Insieme per l’Africa Onlus” che opera ormai da un ventennio in Guinea Bissau, nel villaggio di Caboxangue dove numerosi volontari hanno eseguito direttamente opere ed interventi, e per la nascita dell’Associazione “Il Mantello Onlus” che promuove e diffonde la cultura delle cure palliative a sostegno della attività svolta dalla Unità Operativa di Cure Palliative della Azienda ULSS N° 10 “Veneto Orientale”, sia nell’ambito dell’assistenza domiciliare, sia nell’ambito dell’attività svolta in Hospice.

In caso di pioggia la manifestazione si terrà il giorno 25 giugno.

info: 0421.394453 - www.sagittabike.it - sagitta.bike@libero.it

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