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Cinto e la sua storia
INVERNO 2021
Chiesa Parrocchiale di San Biagio
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CINTO CAOMAGGIORE, CON LE SUE CARATTERISTICHE BORGATE, CI RACCONTA UNA LUNGA STORIA
È TRA I COMUNI PIÙ PICCOLI DEL VENETO ORIENTALE, MA SONO TANTE LE SUE RICCHEZZE DEL PASSATO, CULTURALI E PAESAGGISTICHE
Cinto Caomaggiore, Settimo, Sesto al Reghena, sono nomi di località molto vicine tra loro che fanno riferimento a dei numeri che, molto probabilmente, rappresentavano le distanze in miglia dalla città romana di Iulia Concordia. Per Cinto, tuttavia, viene proposta un’ipotesi alternativa che farebbe riferimento alla voce latina cinctum, ad indicare un luogo recintato, uno spazio chiuso, a difesa di un insediamento agricolo. Ma si trattava di un piccolo complesso fortificato risalente all’epoca romana, oppure di una “centa”, modesta struttura difensiva del periodo medievale? Anche queste considerazioni non possono trovare risposta certa.
Va ricordato che il territorio comunale di Cinto Caomaggiore, grazie ai lavori di aratura, oltre ad aver restituito un’ascia, alcune selci ed una fuserola in terracotta, risalenti ad una fase preistorica e protostorica, ha rivelato la presenza di numerosi insediamenti agricoli di epoca romana, distribuiti nell’agro centuriato di Iulia Concordia. Straordinari sono stati anche i rinvenimenti monetali avvenuti in località San Biagio: oltre a piccoli gruzzoli di monete è stato trovato nel 1904, in un terreno di proprietà Dal Moro, un tesoretto di quattromila denari repubblicani d’argento, appartenente forse ad un ricco commerciante che si serviva di questo capitale per gestire i propri traffici, in quest’area segnata dal passaggio di importanti strade romane.
La presenza in epoca medievale di un villaggio potrebbe essere attestata dal toponimo cinto, che, come già segnalato, potrebbe alludere alla presenza di una struttura difensiva. L’esistenza di una pieve è attestata dalla fine del XII secolo e per un periodo fu soggetta all’abbazia di Summaga, alla quale destinò nel 1211 le proprie rendite per il restauro della chiesa abbaziale e del monastero. Proprio al centro del capoluogo, di fronte al municipio, si erge la parrocchiale dedicata a San Biagio, chiesa di origine medievale che assunse la forma attuale nel secolo XV ma che vide il completo rifacimento della facciata in forme palladiane nel 1937, a seguito del crollo della precedente. All’interno, lungo la navata sinistra, un piccolo vano accoglie il fonte battesimale cinquecentesco attribuito al Pilacorte, scalpellino di origine ticinese, trapiantato in terra friulana, mentre l’altare della Vergine ospita la delicata statua lignea della Madonna, realizzata dallo scultore bellunese Valentino Panciera, detto
il Besarel (1829-1902). Gregorio Lazzarini (1655-1730) è l’autore della pregevole pala della Crocifissione, nella quale si erge Cristo morente, illuminato da un raggio di luce, assistito dalla Vergine confortata dalle pie donne e da San Giovanni Evangelista. Il pittore fu legato a Cinto in quanto la famiglia benestante della madre possedeva qui case e proprietà fondiarie.
L’edificio sacro di maggior valore artistico del comune si trova nella frazione di Settimo, piccolo borgo che si è sviluppato intorno alla chiesa di San Giovanni Battista, edificata nel 1458. All’interno si conservano pregevoli cicli di affreschi. Quelli che decorano le pareti dell’arco absidale e la parete destra del coro sono attribuiti a Gianfrancesco da Tolmezzo, uno dei maggiori pittori friulani del periodo a cavallo dei secoli XV e XVI, le scene affrescate che coprono la piccola abside sono invece state dipinte nel 1587 da Cristoforo Diana, pittore della cerchia di Pomponio Amalteo. L’altar maggiore fa da cornice alla delicata pala del Padovanino, che raffigura la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista e Marco, databile ai primi decenni del Seicento.
Tra le vicende che hanno connotato la storia di Cinto va ricordata, intorno alla metà del Cinquecento, la presenza del movimento riformista degli Anabattisti. Tale movimento aspirava ad un generale rinnovamento religioso, negava la violenza, invocava la pace e riconosceva a Cristo la sola natura umana. Si sono conservati numerosi atti di processi indetti dall’Inquisizione che hanno coinvolto seguaci dell’anabattismo in Veneto e Friuli. A Cinto si ricorda un consistente gruppo di eretici che lasciarono il paese per rifugiarsi in Moravia, tre di loro rientrarono e vennero chiamati in giudizio: la loro vicenda è stata ricostruita grazie agli atti processuali. Significativa, nella storia locale, è stata anche la presenza dei Tiepolo, potente famiglia veneziana che aveva possessi fondiari nel territorio.
Chi viene a Cinto, oltre alle chiese, ha l’opportunità di visitare Villa Bornancini, elegante residenza signorile che si erge proprio accanto alla parrocchiale di San Biagio. Lo storico edificio, restaurato e costantemente curato dalla proprietaria, è in parte adibito a bed & breakfast, ospita eventi e può essere visitato su prenotazione.
Non mancano anche le attrattive di tipo naturalistico: Cinto è infatti sede del Parco regionale di interesse locale del Reghena, Lemene e laghi di Cinto, ente che ha come finalità la tutela e la valorizzazione del paesaggio fluvio-rurale, caratterizzato dal passaggio dei fiumi di risorgiva e dalla presenza di laghetti. I laghi di Cinto, pur essendo cave di origine artificiale, grazie ad un processo spontaneo, sono diventati siti di notevole bellezza e di grande valore naturalistico, oasi di rifugio per numerose specie di animali.
Proprio dall’antico mulino di Cinto, attualmente oggetto di restauro, partono delle passeggiate su sentieri campestri che permettono di raggiungere, a piedi o in bicicletta, i laghi, oppure la frazione di Settimo, o ancora la celebre Abbazia di Santa Maria in Silvis, a Sesto al Reghena. Quest’estate TVO, agenzia impegnata nella valorizzazione culturale e turistica del territorio, ha proposto una passeggiata guidata dal capoluogo alla località di Settimo alla scoperta della storia e del patrimonio artistico del Comune; non mancheranno altre iniziative che ci porteranno a conoscere ulteriormente le risorse artistiche e naturalistiche di questa terra di confine, tra Veneto Orientale e Friuli.

Venezia Orientale un territorio da scoprire
visite guidate, escursioni e laboratori all’insegna di arte e natura
APPUNTAMENTI FISSI
Mercato a Portogruaro tutti i giovedì ore 9.30
Mercato a Concordia Sagittaria tutti i lunedì ore 9.30
Visita al Cortino del Castello di Fratta tutti i giorni, su richiesta
Visita a San Vito al Tagliamento tutti i sabato pomeriggio
Itinerario gratuito “Le Guerre del ‘900” a San Michele al Tagliamento tutte le domeniche ore 10.30
I luoghi di Ippolito Nievo, da Portogruaro a Cordovado tutti i giorni, su richiesta
CALENDARIO
20 novembre: Il borgo medievale di Sesto al Reghena e l’Abbazia di Santa Maria in Silvis, ore 14.30
27 e 28 novembre: Portogruaro Visite gratuite per la Fiera di Sant’Andrea, ore 10.30 e 15.00
28 novembre: Concordia Sagittaria Laboratorio gratuito per “piccoli archeologi” , ore 10.00
12 dicembre: Cortino di Fratta Laboratorio “Colori di foglie in Atelier”, ore 14.30
PER INFO, COSTI E PRENOTAZIONI www.tvo.srl
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