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OPBG Magazine - Speciale Attività Internazionali 2018
Noi, nel mondo
I bambini di tutto il mondo sono i nostri figli, i figli del mondo. Come Ospedale Pediatrico siamo chiamati a una missione tra le più delicate e avvincenti allo stesso tempo: prenderci cura di loro. Soprattutto di quelli che vivono nei paesi più poveri, dove la situazione economica, i conflitti o le calamità naturali li rendono, se possibile, ancora più fragili. Poiché non si possono prendere in carico tutti i bambini affetti da gravi patologie o traumatizzati dalle violenze belliche, il Bambino Gesù ha concentrato la sua mission in un obiettivo: “Donare sapere”, poiché la ricerca finalizzata alla cura è la forma moderna della carità. Non è uno slogan, ma lo spirito che anima i diversi progetti di cooperazione intrapresi e che ha portato molti nostri medici ad offrire formazione e aggiornamento tecnologico a personale medico e sanitario in vari paesi dell’Asia, Africa e Medio Oriente. Quello che dobbiamo fare è mettere gli ospedali dei Paesi nei quali i nostri medici sono accolti nelle condizioni di poter curare efficacemente i bambini e garantire loro la continuità delle cure. Una delle linee di indirizzo che ho condiviso con il Santo Padre è l’apertura verso il mondo per curare anche i bambini che vivono nelle zone più svantaggiate. Per farlo è necessario pianificare non attraverso missioni chiavi in mano, che non risolvono i problemi strutturali, ma con progetti sostenibili, che coinvolgano i Paesi interessati.
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Mariella Enoc Presidente Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
GIORDANIA, Karak
IL PROGETTO
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù opera in Giordania dal 2014, in base ad un accordo di cooperazione con le Suore Missionarie Comboniane (OIK) alle quali è affidata la gestione dell’Ospedale Italiano di Karak, l’unico centro sanitario della regione. Scopo primario dell’iniziativa è stato la creazione di un servizio di neurologia, neuropsichiatria e neuroriabilitazione pediatrica all’interno della struttura locale per l’assistenza a numerosi bambini, tra cui anche profughi del conflitto siriani. L’intesa è stata rinnovata ad ottobre 2017 e durerà tre anni, durante i quali è prevista la formazione residenziale del personale locale attraverso apposite missioni di un team di medici del Bambino Gesù e stage del personale sanitario giordano in Italia. La collaborazione prevede anche l’avviamento di un corso di specializzazione sui Disturbi del Neurosviluppo in collaborazione con la Mutah University di Karak. L’ambito della formazione riguarda anche le famiglie dei piccoli pazienti (parent training) per migliorare la loro assistenza. Nel 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è diventata partner del progetto di Karak finanziando l’acquisto di materiali per la neuroriabilitazione
OBIETTIVO
Migliorare il percorso di assistenza clinica in neurologia pediatrica per tutti i bambini affetti da disabilità neuromotorie quali epilessia, ritardi, sindromi neurologiche/genetiche e disturbi dello spettro autistico
PARTNER
Ospedale Italiano di Karak
Suore Missionarie Comboniane (OIK) Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
Mutah University di Karak
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Lorenzo Borghese (coordinatore progetto) Giovanni Valeri (neuropsichiatria infantile)
Dianela Claps (neurologa) Alessandro Capuano (neurologo)
Michela Armando (fisiatra) Mauro Ventura (riabilitatore)
Anna Maria Kofler (riabilitatore)
Fabio Quarin (logopedista) Federico Vigevano (neurologo) Marcello Fraietta (tecnico EEG)
ISTITUZIONI CATTOLICHE COINVOLTE
Nunziatura Apostolica
Karak, il coinvolgimento delle famiglie
“Il progetto di collaborazione con l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù riguarda il bambino con danni cerebrali, per il quale la riabilitazione neuro e psicomotoria prevede il coinvolgimento delle famiglie”.
Suor Adele Brambilla, Superiora Generale delle Suore Missionarie Comboniane – Oik, Ospedale italiano a Karak
“Abbiamo cominciato a fare incontri di parent training, aiutando i genitori a stimolare le competenze del bambino disabile attraverso un’ora di lavoro al giorno a casa propria”.
Giovanni Valeri, Neuropsichiatria Infantile

“Da parte della gente abbiamo ricevuto una grande accoglienza. Abbiamo visto che le mamme dei pazienti frequentano gli ambulatori con assiduità, senza che nessuno le accompagni. Una volta, il nonno di un bimbo che avevamo rimesso in condizione di camminare, si è presentato insieme al nipote perché voleva essere curato anche lui”.
Mauro Ventura
Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione
GIORDANIA, Amman
IL PROGETTO
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha siglato nel novembre 2017 un accordo di collaborazione con l’Ospedale Universitario di Amman per la formazione e l’assistenza sanitaria nell’ambito della cardiochirurgia. L’intervento del Bambino Gesù vede tra i partner istituzionali anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), presente nel Paese per gestire una delle più gravi crisi umanitarie dell’ultimo decennio. La collaborazione durerà due anni e prevede la formazione del personale medico ed infermieristico, individuato dalle strutture giordane, oltre all’assistenza specialistica in loco dei pazienti pediatrici
OBIETTIVO
Migliorare l’assistenza e la cura dei profughi siriani e della popolazione pediatrica giordana vulnerabile nell’ambito della cardiochirurgia
PARTNER
Ospedale Universitario di Amman
Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Fiore Salvatore Iorio (cardiochirurgo)
Sergio Filippelli (cardiochirurgo) Luca Di Chiara (anestesista)
Marco Della Porta (perfusionista) Stefano Tozzi (strumentista) Floriana Di Iorio (infermiera)
ISTITUZIONI CATTOLICHE COINVOLTE
Nunziatura Apostolica
Amman, tra assistenza e formazione

“Attualmente la Giordania ospita circa 2,8 milioni di rifugiati siriani. Dei 660 mila registrati, più della metà sono bambini. Quasi l'80% vive in comunità sparse, mentre il resto è accolto in campi profughi o lungo il confine nordorientale con la Siria”.
“La Chiesa svolge un ruolo incisivo. Il Patriarcato Latino e la Chiesa Cattolica Melchita, col supporto di Caritas Giordania, sono in prima linea nel portare aiuto ai rifugiati nel settore formativo e nel garantire loro una degna assistenza medica”.
Monsignor Mauro Lalli, Nunziatura Apostolica

“Dopo una lunga fase preparatoria che è consistita soprattutto nella verifica della disponibilità di strumenti e materiali, la prima settimana di marzo 2018 ci siamo recati con uno staff medico all’Ospedale Universitario di Amman per trattare i primi 8 pazienti con successo”.
“La prima paziente operata non la scorderemo mai. Affetta da una grave cardiopatia complessa, è arrivata in sala operatoria in condizioni critiche, con i vestiti impolverati. I suoi occhi, e la riconoscenza nel volto dei suoi genitori, sono immagini che non dimenticheremo”.
Sergio Filippelli, ECMO e Assistenza Meccanica Cardiorespiratoria e Trapianto di Cuore Artificiale
GIORDANIA, Amman
IL PROGETTO
La presenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Giordania si estende anche all’Ospedale Italiano di Amman, dove la partnership siglata con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) prevede la formazione del personale locale, l’assistenza e la cura dei bambini nell’ambito della chirurgia generale
OBIETTIVO
Migliorare l’assistenza e la cura dei profughi siriani e della popolazione pediatrica giordana vulnerabile che necessitano di interventi di chirurgia generale
PARTNER
Ospedale Italiano di Amman Alto Commissariato delle
Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Alessandro Inserra (chirurgo) Ivan Pietro Aloi (chirurgo) Antonio Zaccara (chirurgo) Sergio Picardo (intensivista)
Emanuele Rossetti (intensivista) Alessio Rascelli (strumentista)
Gino Catena (oculista)
ISTITUZIONI CATTOLICHE COINVOLTE
Nunziatura Apostolica
SIRIA, Damasco
IL PROGETTO
A settembre 2017, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha sottoscritto un accordo di collaborazione con l’Ufficio regionale in Siria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con la finalità di promuovere e sostenere la pediatria attraverso il rafforzamento e il sostegno agli ospedali pediatrici pubblici ancora operanti nel Paese. Il progetto durerà tre anni e prevede missioni regolari in Siria di un team di specialisti del Bambino Gesù per la formazione on-the-job del personale medico e infermieristico locale. Agli operatori sanitari siriani viene inoltre offerta l’opportunità di seguire periodi di aggiornamento professionale intensivo in Italia. Il progetto si rivolge, nella prima fase, all’Ospedale Pediatrico Universitario e al Centro Cardiochirurgico Universitario di Damasco e la formazione si concentra sulla chirurgia laparoscopica, la radiologia interventistica e la terapia intensiva, per poi estendersi successivamente anche ad Aleppo
OBIETTIVO
Migliorare la qualità delle cure pediatriche nel settore sanitario pubblico in Siria
PARTNER
Ospedale Pediatrico Universitario Centro Cardiochirurgico
Ospedale Universitario Al-Muwassat
Ufficio Regionale in Siria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Massimiliano Raponi (direttore sanitario) Tamara Caldaro (chirurgo)
Massimo Rollo (radiologo interventista) Emanuele Rossetti (intensivista) Sergio G. Picardo (intensivista)
Sofia Cestra (infermiera)
ISTITUZIONI CATTOLICHE COINVOLTE
Nunziatura Apostolica
Damasco, oltre le ferite della guerra
“C’è voluto un po’ per conquistare la loro fiducia. Poi abbiamo ragionato insieme sugli aspetti pratici e su quelli teorici, sulle procedure da osservare nell’assistenza e nella cura dei pazienti. Percorsi e controlli di sicurezza che noi abbiamo messo a punto in anni di Joint Commission International. Per esempio, abbiamo mostrato loro il corretto posizionamento e fissaggio di un catetere venoso centrale”.
Emanuele Rossetti,
Medico A.R.C.O. (Anestesia, Rianimazione, Camere Operatorie)
“Con l’assessment iniziale dello scorso novembre abbiamo compreso la realtà e le effettive esigenze dell’Ospedale Pediatrico pubblico di Damasco. Nell’ultima missione abbiamo avviato il percorso di formazione nell’ambito della tecnica laparoscopica, interfacciandoci quotidianamente con i colleghi chirurghi. L’approccio laparoscopico è una tecnica mini-invasiva che permette la riproduzione di tutti gli interventi chirurgici e porta grandi benefici sia agli operatori che al paziente”.
Tamara Caldaro, Chirurgia Endoscopica Digestiva

Le Storie
Aisha, salvata dall'amore
“Nelle città assediate il problema più grande è la fame. Non si trova cibo, mancano i beni di prima necessità. Ho visto madri cercare per strada qualcosa da mangiare per i loro figli. Allora ho capito che dovevamo andare via. Non si può accettare di vedere la propria famiglia morire di fame”.

“Con la tragica esperienza pregressa, abbiamo subito riconosciuto i sintomi. Aisha stava male, aveva febbre persistente. Era stanca e inappetente. A Beirut abbiamo fatto delle indagini che hanno confermato le nostre paure: nostra figlia aveva bisogno di un trapianto di midollo”.
“Abbiamo capito che dovevamo spostarci di nuovo. Che ancora non avevamo raggiunto il posto dal quale ripartire. Ci siamo rivolti all’UNHCR, che ha preso a cuore la nostra situazione. E grazie agli accordi di assistenza internazionale del Bambino Gesù, ci ha sostenuti per farci arrivare in Italia”.
“Studierà, imparerà l’italiano, avrà un futuro meraviglioso. Forse rimarremo in Italia, chissà. Sicuramente racconterò ogni giorno ad Aisha del suo Paese. Conoscerà la terra dalla quale proviene. E saprà che l’odio ci ha costretti a fuggire, ma l’amore ci ha salvati”.
CAMBOGIA, Takeo
IL PROGETTO
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è presente nel Paese da circa dieci anni. L’ accordo di cooperazione è stato rinnovato nel 2016 e prevede che l’Ospedale fornisca supporto sanitario e formazione all’interno del Centro Pediatrico del Provincial Referral Hospital di Takeo, che costituisce centro di riferimento per l’intera provincia e per le zone limitrofe. Negli anni l’Ospedale ha accolto anche diversi bambini provenienti dalle missioni dei Padri Missionari del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere). La collaborazione prevede la formazione del personale infermieristico e medico cambogiano nell’ambito della neonatologia, attraverso specifiche missioni dei medici del Bambino Gesù, la fornitura di materiali necessari all’assistenza clinica e l’intervento sui piccoli pazienti
OBIETTIVO
Migliorare le condizioni sanitarie e assistenziali per i neonati, i bambini e le famiglie che li assistono presso il Centro Pediatrico
PARTNER
Provincial Referral Hospital di TakeoGoverno della Cambogia
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Maria Paola Ronchetti (neonatologa)
ISTITUZIONI CATTOLICHE COINVOLTE
Nunziatura ApostolicaSegreteria di Stato della Santa Sede
Takeo, testimoniare l’amore e la condivisione

“La mia missione nel desiderio di testimoniare l’Amore di Dio è nella condivisione della vita, attraverso il sostegno dei giovani che desiderano studiare per poter uscire dalla povertà, e prendendosi cura degli ammalati, soprattutto i più gravi, che non hanno la possibilità di curarsi. Un cammino che passa attraverso la catechesi, la liturgia e la vita della comunità cristiana nelle sue diverse attività”.
Padre Gianluca Tavola
Padre Missionario Del Pime – Pontificio Istituto Missioni Estere
“L’Ospedale della Santa Sede può fare molto, proprio per migliorare la competenza tecnica e i mezzi del servizio sanitario, ma credo anche che sia importante un impegno diretto di servizio agli ammalati. La cura, l’amore e il valore della vita non devono essere solo insegnati, ma direttamente testimoniati”.

Padre Gianluca Tavola
Padre Missionario Del Pime – Pontificio Istituto Missioni Estere
Migliorare la formazione in Repubblica Centrafricana
“Lo scopo del progetto è formare in loco bravi medici specialisti che possano esercitare la loro professione non solo a Bangui ma anche su tutto il territorio, uno tra i Paesi più poveri al mondo”.
“Almeno quattro passi da compiere per realizzare questo progetto: la disponibilitàdi alcuni docenti italiani a svolgere periodi di insegnamento presso l’Università di Bangui; l’attivazione di un sistema di formazione a distanza tramite una connessione Internet dedicata e ad alta velocità; l’erogazione di alcuni insegnamenti del corso di Medicina, anche non pediatrici e lo stage di alcuni medici africani presso il Bambino Gesù”.
Andrea Onetti Muda
Direttore Dipartimento dei Laboratori

“L’obiettivo del progetto è curare meglio i bambini riducendone la mortalità. In questo senso è stata avviata una ristrutturazione generale, è stato fornito un sostegno economico ad una parte dello staff medico e paramedico dell’Ospedale e intanto si lavora molto sull’aspetto formativo universitario”.
Ombretta Pasotti
Coordinatrice medica Centro Pediatrico Bangui
“La costruzione del nuovo centro dimostra che è possibile lavorare bene e insieme, anche in un contesto di fragilità come quello di questo Paese. Credo che questo sia il risultato più
Le Storie
Christy, i "secondi" primi passi
“Mi chiamo Christy. Ho 13 anni. Vivo a Bangui, con mia nonna e mio papà. Il 4 novembre 2015, come tutte le mattine, sono sul pullman che mi porta a scuola. Alcuni soldati armati irrompono sul mezzo e iniziano a sparare con le mitragliatrici sui passeggeri. Una raffica di colpi mi raggiunge alle gambe. Da quella mattina non ho più camminato”.

“A Bangui non hanno i mezzi per guarirmi, ma io aspetto la mia occasione. Un giorno, nell’Ospedale di Bangui, dove rimango ricoverato per quasi un anno, incontro un amico di Papa Francesco, a cui consegno una lettera per il Santo Padre. In quella lettera ho scritto solo: Aiutami“.

“Quell'aiuto arriva, grazie ai progetti di solidarietà internazionale del Bambino Gesù, con i quali l'Ospedale accoglie bambini in condizioni disagiate o affetti da patologie molto complesse che richiedono prestazioni specialistiche di alta qualificazione. La mia richiesta si trasforma in un'accoglienza gratuita. Vengo sottoposto a un complicato intervento di correzione delle deformità, grazie al quale posso iniziare una lunga fase di riabilitazione. E grazie all'amore e alla pazienza dei terapisti e dei medici neuroriabilitatori di Palidoro e Santa Marinella, riesco a rimettermi in piedi. Prima con l'aiuto delle stampelle poi, piano piano, senza assistenza, inizio a muovere i miei ‘secondi’ primi passi”.
CINA, Hebei
IL PROGETTO
La cooperazione tra il Bambino Gesù e il Children’s Hospital of Hebei Province a Shijiazuang, capoluogo della provincia di Hebei, è iniziata a novembre 2017, con la volontà di fornire al partner cinese formazione specialistica in diverse discipline pediatriche. La partnership prevede una durata triennale nel corso della quale si susseguiranno periodi di formazione al Bambino Gesù di giovani specialisti cinesi nelle diverse discipline pediatriche. Sono inoltre previste missioni di formazione da parte degli specialisti del Bambino Gesù all’Ospedale di Hebei. In una prima fase, l’attività di formazione si è concentrata sulla cardiochirurgia e sulla terapia intensiva cardiochirurgica, per poi estendersi gradualmente ad altre specialità pediatriche.
OBIETTIVO
Migliorare la qualità delle cure pediatriche erogate al Children’s Hospital della provincia di Hebei
PARTNER
Children’s Hospital of Hebei Province
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Fiore Salvatore Iorio (cardiochirurgo)
Sergio Filippelli (cardiochirurgo)
Hebei, rispetto e professionalità al di là delle barriere linguistiche
“I colleghi cinesi dispongono di un ospedale moderno ed efficiente, ma hanno comunque
la necessità di migliorare le loro conoscenze nel trattamento di cardiopatie congenite complesse a fisiologia univentricolare. Inoltre, coltivano un grande interesse verso
l’assistenza meccanica temporanea cardio-respiratoria ECMO”.
Sergio Filippelli
ECMO e Assistenza Meccanica Cardiorespiratoria e Trapianto di Cuore Artificiale

“L’interazione e le modalità di lavoro sono state proficue nonostante la grande difficoltà
rappresentata dalla barriera linguistica. Siamo stati accolti entusiasticamente e con profondo rispetto anche da parte dei familiari dei pazienti
che abbiamo avuto l’onore di trattare”.
Sergio Filippelli
ECMO e Assistenza Meccanica Cardiorespiratoria e Trapianto di Cuore Artificiale
GEORGIA, Tbilisi
IL PROGETTO
Al centro della collaborazione tra l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e lo Iashvili Children’s Central Hospital di Tbilisi, siglata ad aprile 2017, c’è la formazione di medici e infermieri nei campi della cardiochirurgia, dell’emodinamica e della terapia intensiva cardiochirurgica. L’accordo ha una durata di due anni e oltre alla formazione del personale sanitario locale, prevede il trasferimento e il ricovero al Bambino Gesù di Roma per i bambini affetti da cardiopatie complesse, per i quali non è possibile il trattamento nelle strutture del territorio
OBIETTIVO
Migliorare la diagnosi, l’assistenza e la cura dei piccoli pazienti affetti da cardiopatia
PARTNER
Iashvili Children’s Central Hospital
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Fiore Salvatore Iorio (cardiochirurgo)
Stefano Morelli (cardioanestesista)Michele Benedetto Saitta (cardiologo interventista)
Sergio Filippelli (cardiochirurgo)


“La situazione a Tblisi era buona. La cardiochirurgia pediatrica è attiva da tempo, ma avevanol’esigenza di ‘scendere di peso’ per sviluppare la cardiochirurgia neonatale. Li abbiamo aiutati ad affinare una competenza di cui già disponevano, facendoli sentire più sicuri nel trattamento del neonato, che in cardiochirurgia si rivela sempre il paziente più fragile. Le piccole dimensioni rendono tutto più difficile”.
Fiore Salvatore Iorio, Direttore del Dipartimento Medico Chirurgico di Cardiologia Pediatrica
"Mi porto vivo il senso di partecipazione di tutti i colleghi georgiani, la loro gratitudine verso il lavoro chefacciamo tutti i giorni da noi, confermandomi che mettere a disposizione di tutte le comunità le proprie conoscenze e attitudini sia la via più civile di miglioramento per tutti".
Stefano Morelli, Responsabile di Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica Pediatrica


“Nella religione ortodossa venerano la Madonna del Fiore che Non Appassisce. I nostri bambini sono fiori che non dovrebbero appassire mai”.
Fiore Salvatore Iorio
Direttore del Dipartimento Medico Chirurgico di Cardiologia Pediatrica
ETIOPIA, Addis Abeba, Wolisso, Tulu Bolo
IL PROGETTO
Si chiama Newborn Survival Project il progetto di Medici con l’Africa CUAMM, selezionato per il finanziamento dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo a giugno 2018, a cui l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù partecipa come partner insieme all’Università di Roma Tor Vergata. La collaborazione prevede l’impegno dei medici del Bambino Gesù nel trasferire competenze e conoscenze nell’ambito della neonatologia al personale sanitario locale di tre ospedali etiopi di primo, secondo e terzo livello: il Tulu Bolo District Hospital, il St. Luke Hospital a Wolisso e il St. Paul Teaching Hospital ad Addis Abeba
OBIETTIVO
Ridurre la mortalità neonatale attraverso il miglioramento delle terapie intensive neonatali nei tre ospedali coinvolti
PARTNER
Medici con l’Africa-Cuamm (capofila del progetto)
DPUO-Università di Tor Vergata Tulu Bolo District Hospital
St. Luke Hospital St. Paul Teaching Hospital
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Andrea Dotta (neonatologo) Andrea Finocchi (pediatra)
ISTITUZIONI CATTOLICHE COINVOLTE
Chiesa Cattolica etiope

In Etiopia per ridurre la mortalità infantile
"I tre ospedali in cui interverremo rappresentano i tre livelli di intervento del sistema sanitarioche vogliamo contribuire a potenziare. Questo progetto contribuirà al miglioramentodelle linee guida nazionali per la gestione dei neonati. Siamo orgogliosi di poter contribuire allo sviluppo di queste buone pratiche, perché solo così si può far crescere un sistema sanitario sostenibile in Africa”.
Don Dante Carraro, Direttore di Medici con l’Africa Cuamm

“Insieme al dott. Andrea Finocchi abbiamo effettuato una visita nei tre ospedali che riceverannol’intervento diretto per l’assistenza neonatale. Il programma stabilito prevede visite
quadrimestrali per individuare e condividere le principali criticità con gli operatori del posto, che effettueranno audit di revisione di tutti i decessi nei punti nascita e nei reparti di neonatologia. Queste criticità saranno anche oggetto di lezioni di tipo frontale e interattivo. Noi operatori italiani dobbiamo essere grati per questo progetto: sarà una fonte immensa di crescita umana, culturale e professionale”.
Andrea Dotta, Responsabile Terapia Intensiva Neonatale
TANZANIA, Itigi
IL PROGETTO
La partnership tra l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il San Gaspar Referral and Teaching Hospital di Itigi in Tanzania, amministrato dalla Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, è stata siglata a settembre 2018 con la finalità di trasferire al personale medico dell’ospedale africano conoscenze e competenze su specifici percorsi terapeutici, diagnostici e assistenziali nell’ambito della chirurgia plastica e maxillofacciale. L’intesa triennale prevede missioni regolari di un team di medici del Bambino Gesù ad Itigi e periodi di formazione residenziale a Roma del personale tanzaniano. Secondo quanto suggellato dal patto, i medici dell’Ospedale Bambino Gesù forniranno al personale sanitario locale anche assistenza di second-opinion in ambito radiologico e di imaging
OBIETTIVO
Migliorare la diagnosi, l’assistenza e la cura dei piccoli pazienti del San Gaspar Hospital che necessitano di un intervento di chirurgia plastica o maxillo facciale
PARTNER
San Gaspar Referral and Teaching Hospital
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Mario Zama (chirurgo)Francesca Grussu (chirurgo)Saverio Cristini (anestesista)
Luciana Di Rienzo (infermiera)
ISTITUZIONI CATTOLICHE COINVOLTE
Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue


Elimisha, Tiba, Fariji: educare, curare e consolare
“Per noi missionari del Preziosissimo Sangue la possibilità di avere una collaborazionecon il Bambino Gesù in Tanzania è un grandissimo dono. Al San Gaspar Hospital si usa questo motto in lingua Swahili. ‘Elimisha, Tiba, Fariji’: educa, cura e consola.
In Tanzania ci si deve calare in punta di piedi, cercando di capire gli usi e costumi della popolazione che si va a servire”.
Padre Alessandro Manzi, Missionario del Preziosissimo Sangue e coordinatore del progetto presso il San Gaspar Referral Hospital in Itigi, Tanzania
Vogliamo formare personale che voglia rimanere a Itigi anche una volta apprese le nostre tecniche. Confidiamo molto in Padre Oscar, un sacerdote della Congregazione dei Padri del Preziosissimo Sangue che gestiscel’Ospedale di Itigi all’interno della loro Missione. Laureato in Medicina, lavorerà da noi per circa un anno e mezzo. Nel corso del suo periodo di formazione qui a Roma andremo due volte l’anno con lui ad operare all’Ospedale di Itigi. Questo gli consentirà di mettere in pratica quanto appreso durante la formazione”.
Mario Zama, Responsabile Chirurgia Plastica e Maxillo-Facciale

“In Tanzania i piccoli si ustionano in modo grave soprattutto perché gattonano verso il focolare domestico. Soprattutto i più poveri vivono in case composte da un unico locale, realizzate in paglia e fango, con al centro il carbone acceso per riscaldarsi. In famiglia si dormetutti insieme e molto spesso capita che il bambino si svegli e si avvicini troppo al fuoco, ustionandosi”.
Mario Zama, Responsabile Chirurgia Plastica e Maxillo-Facciale
INDIA, Bangalore
IL PROGETTO
La collaborazione tra l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il Saint John’s Medical College and Hospital di Bangalore è iniziata nel 2015, nell’ambito del programma internazionale “Sister Centers” promosso e finanziato dalla Società Internazionale di Nefrologia e dalla Società Internazionale di Trapianto. È volta al trasferimento di competenze e conoscenze nell’ambito della trapiantologia renale. Il programma prevede una durata di due anni e due successivi moduli di due anni ciascuno, da attivarsi in seguito alla valutazione dei risultati ottenuti nel primo biennio. Le attività previste includono, oltre alla formazione del personale sanitario locale, la consulenza ed assistenza a distanza sui casi complessi
OBIETTIVO
Migliorare la qualità del trattamento chirurgico dei bambini nefropatici che richiedono un trapianto di rene
PARTNER
Saint John’s Medical College and Hospital di Bangalore
Società Internazionale di Nefrologia Società Internazionale di Trapianto
MEDICI REFERENTI BAMBINO GESÙ
Francesco Emma (nefrologo) Luca Dello Strologo (nefrologo)
Marco Spada (chirurgo) Simona Gerocarni Nappo (chirurgo)
Isabella Guzzo (nefrologo)


Un nuovo modello per i trapianti in India
“Si tratta di un progetto molto stimolante. È vero che si agisce in un contesto di grande povertà, ma i nostri colleghi del Saint John's Hospital mostrano una grandissima dedizione al lavoro e, in una realtà che riserva largo spazio alla sanità privata destinata solo ai più abbienti,hanno scelto di curare i pazienti all’interno di una struttura pubblica e rinunciarecosì a possibili ritorni economici. Attraverso questa cooperazione cerchiamo di prolungare la durata degli organi trapiantati, avvicinandoci quanto più possibile agli standard internazionali”.
Luca Dello Strologo, Responsabile Clinica del Trapianto Renale
“Abbiamo esportato il nostro moderno modello organizzativo di programma di trapianto d'organo,in cui è previsto che nefrologo e chirurgo lavorino congiuntamente in ogni fase del percorso di trapianto: dalla valutazione dei malati all’intervento chirurgico, fino alla gestione dopo il trapianto. Anche questo ha contribuito a migliorare i risultati dell'attività di trapianto del Centro di Bangalore”.
Marco Spada, Responsabile di Chirurgia Epato-bilio-pancreatica e dei Trapianti Addominali
