Oltre Magazine n. 1 - Gennaio-Febbraio 2023

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Made in Italy

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Il nuovo anno porta novità da numerose aziende: scopriamo il mondo HOFI e conosciamo organigramma e percorso di questa Holding Funeraria; entriamo in Case Funerarie Group, primo gruppo consolidato per la realizzazione dei luoghi di commiato; Alessandro Taddia ci parla dei traguardi raggiunti dalla Taddia Group, da 30 anni al fianco degli impresari; infine, grandi news nel settore dell’autotrasformazione con la fusione tra Renova e Wind Cars.

Statistiche: analizziamo la situazione delle cremazioni in Italia secondo i dati Sefit 2021; approfondiamo il rapporto tra italiani e sepolture nel primo appuntamento con l’Osservatorio per la Ricerca sulla Morte e le Esequie; dati interessanti arrivano anche dalla Spagna grazie all’analisi condotta da Panasef sui servizi funerari nel 2021 e nei primissimi mesi del 2022.

Parliamo dell’approvazione della legge per il Riconoscimento e la Valorizzazione dei Cimiteri Monumentali dell’Emilia Romagna, facciamo una passeggiata nel Cimitière des Chiens di Parigi e ricordiamo Sergey Yakushin, figura di spicco del mondo funerario russo. Infine, il nuovo corso della Scuola Superiore di Formazione per la Funeraria sulla figura del cerimoniere nel team di lavoro e consigli di cinema con La Stranezza, film sul settore tra poesia ed ironia teatrale.

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ATTUALITà

Le cremazioni in Italia

NEWS AZIENDE Hofi. Un percorso condiviso verso la crescita

NEWS AZIENDE Case Funerarie Group. Quando l’unione fa la forza

ORME

Sepoltura. Quale, con chi, dove?

NEWS AZIENDE Taddia Group. Da 30 anni al fianco degli impresari

NEWS AZIENDE Renova e Wind Cars. Insieme è meglio!

ATTUALITà

Una legge per i Monumentali

STATISTICHE

Il settore funerario in Spagna

IN MEMORIA

Arrivederci Sergey

CIMITERI PER ANIMALI

Le Cimitière des Chiens

FORMAZIONE PROFESSIONALE

La figura del cerimoniere nel team di lavoro

CINEMA

La stranezza

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Oltre Magazine

Periodico di informazione dell’imprenditoria funeraria e cimiteriale

Bimestrale Anno XXIII - n°1 Gennaio-Febbraio 2023

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SOMMARIO
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Le cremazioni in Italia

L’analisi dei dati raccolti da Sefit per l’anno 2021 mostra un incremento delle cremazioni, mentre il numero di impianti resta stabile.

SEFIT Utilitalia svolge da molti anni un ruolo di raccolta ed elaborazione dati sulla cremazione in Italia, diffondendo tali informazioni sia ai gestori (associati e non) sia a Comuni e Regioni.

È fonte di dati ufficiali per l’Italia, vista l’assenza dell’ISTAT, sia per l’ISPRA Ambiente, sia per l’ICF (International Cremation Federation) e pure per la EFFS (European Federation of Funeral Services).

Ogni anno SEFIT diffonde una corposa circolare, ricca di tabelle, con dati numerici, rapporti percentuali, informazioni per raggiungere i singoli impianti in funzione.

Una sorta di bibbia del settore.

Ci siamo permessi, quindi, di saccheggiare a piene mani da questo documento i dati e buona parte delle considerazioni in esso svolte, per darne conto ai lettori di Oltre Magazine, ponendo le seguenti domande e dando le risposte necessarie. 

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Foto di Zlikovec
Dreamstime

Quanti sono i crematori in funzione in Italia e quante cremazioni svolgono?

Nel 2021 risultano autorizzati ed operanti in Italia 89 impianti di cremazione (87 nel 2020).

Il numero di nuovi impianti posti in esercizio negli anni è tendenzialmente stabile su valori contenuti (2 nel 2021).

In questi impianti, nel 2021, si sono effettuate 244.186 cremazioni di cadaveri (247.840 nel 2020). A tali valori sono da sommare 45.959 cremazioni di resti mortali nel 2021 (a fronte di 29.266 nel 2020). Pertanto, nei crematori italiani si è effettuato nel 2021 un totale di 290.145 cremazioni (277.106 nel 2020)

Nel 2021 si è parzialmente recuperato il gap negativo di cremazioni di resti mortali, lasciati nelle sepolture per garantire la cremazione di

cadaveri al momento del decesso, stante la forte richiesta durante le ondate pandemiche più accentuate in termini di mortalità. Un recupero che ha compensato ampiamente il calo numerico totale di cremazioni di cadaveri, a seguito di minore mortalità complessiva.

Cosa è successo nel 2021, rispetto all’anno precedente?

Le cremazioni di soli feretri effettuate in Italia nel corso del 2021, sono diminuite dell’1,47% rispetto all’anno precedente, con un decremento numerico corrispondente a 3.654 unità, mentre la mortalità è diminuita del 4,97% (pari a -37.111), segno che la tendenza a scegliere la cremazione ha avuto una accelerazione anche nel 2021.

L’aumento rispetto alle serie passate è dovuto principalmente alla sensibile crescita della cremazione

soprattutto al Nord e, in misura più contenuta, al Centro e al Sud. Si conferma un leggero aumento delle cremazioni in Campania, per l’effetto di traboccamento soprattutto da Lazio, Sicilia e Basilicata. Ma è soprattutto in Calabria che si avverte un forte incremento di cremazioni per effettuazione di servizi provenienti in gran misura dalla Sicilia e in parte dal Lazio. Di particolare interesse la annotazione che le regioni maggiormente dotate di impianti di cremazione (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana) hanno avuto un forte aumento di cremazioni durante il periodo di massima mortalità pandemica e mantengono anche nel 2021 un importante ruolo crematorio, segno che la garanzia di effettuazione del servizio e l'organizzazione dimostrata vengono riconosciute dagli utenti.

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Foto di RubenkhDreamstime

Quanto incide la cremazione sulla mortalità?

Nel 2021 si sono avuti in Italia 709.035 decessi, pari ad un tasso grezzo di mortalità riferito alla popolazione residente del 12,00 per mille, alto rispetto al passato, soprattutto per l’apporto dato dalla pandemia, anche se inferiore al dato dell’anno 2020, eccezionale.

L’incidenza della cremazione registrata e stimata sul totale delle sepolture, per l’anno 2021, è del 34,44%, con un incremento in termini percentuali del +1,22%, rispetto al dato 2020

L’incremento del ricorso alla cremazione continua ad avvenire soprattutto al Nord, che ha una maggiore presenza di impianti, e da pochi anni è iniziato anche al Sud, mentre è in crescita al Centro.

Nel 2021, così come negli anni precedenti, le città in cui viene effettuato il maggior numero di cremazioni

sono generalmente le città metropolitane.

Ma che sta succedendo nel settore della cremazione in Italia? Stanno evidenziandosi alcuni fatti, taluni anche in aggiunta o modifica di quanto percepibile nel passato: - la diffusione di crematori di cintura urbana nelle aree metropolitane (ad es. di Milano, Torino, Napoli); - una sovra-dotazione di impianti in talune zone (del Nord), dove le autorizzazioni date per la costruzione di nuovi crematori sono superiori alle necessità effettive; si avverte parallelamente il fallimento della legge 130 del 2001 che imponeva piani di coordinamento regionali, poiché ben poche sono le regioni che vi hanno ottemperato;

- l’avvio di numerose pratiche per la realizzazione di impianti nel Centro e Sud Italia, in buona parte stoppati dal rifiuto, spesso immo-

tivato, delle popolazioni interessate dalle nuove localizzazioni (fenomeno cosiddetto NYMBY, not in my back yard) e un conseguente rallentamento della installazione di nuovi impianti. In qualche caso con normative regionali non solo al Sud, che hanno temporaneamente bloccato la realizzazione di altri impianti oltre gli esistenti o creato barriere legislative particolarmente pesanti all’ingresso di nuovi soggetti;

- il rafforzamento operativo di taluni impianti, con l’affiancamento a linea/linee già esistente/i di nuove (in pratica il rifiuto di nuove localizzazioni di impianti sta favorendo l’aumento di potenzialità di quelli già autorizzati);

- la creazione di network organizzati di gestori di impianti di cremazione, che possono contare non su un singolo crematorio, ma su una rete di questi. 

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Foto di Stanko07
Dreamstime

La pandemia ha inciso sulla cremazione, accelerando la diffusione. Il sistema ha retto?

Le ondate pandemiche, in particolare la prima, hanno evidenziato l'estrema vulnerabilità degli impianti di cremazioni con unico forno e, meritoriamente, diverse città stanno aumentando il numero di forni per ciascun impianto e comunque si punta ad un minimo di 2 forni, proprio per garanzie di continuità del servizio.

La nuova organizzazione gestionale degli impianti e il numero maggiore di forni in servizio, ha permesso sia di garantire adeguati standard di cremazione di cadaveri al decesso, sia di recuperare nel 2021 il gap di cremazione di resti mortali esistenti. Si pensi che la cremazione di resti mortali nel 2019 si è stimata in 38.305 unità, poi calate a 29.266 nel

2020 e ora giunte a 45.959 nel 2021, con un incremento di ben +16.693 nell’ultimo anno

Come si diffonde sul territorio la cremazione?

La cremazione è ormai pratica funebre maggioritaria e la scelta normale in ampie zone d’Italia, ma, e qui sta la novità, cresce sempre più nel Centro e nel Sud a causa di carenze di posti feretro e per economicità del costo complessivo di un funerale. Sta emergendo poi un fenomeno nuovo per l’Italia e cioè l’attivazione di services per trasporto feretri, ovvero operatori specializzati nel trasferimento principalmente, se non esclusivamente, di feretri e/o contenitori di resti mortali da certi territori in altri dove si possono ottenere tempi di effettuazione del servizio più contenuti e talvolta sconti tariffari o variazione di qualità

del servizio. Si tratta di una tendenza che purtroppo incide sulle statistiche rilevate, poiché il rilevamento statistico è basato sui luoghi di effettuazione della cremazione e non sui luoghi di provenienza dei defunti.

In conclusione, nel 2021 si sono registrate o stimate nel nostro Paese 290.145 cremazioni (tra cadaveri e resti mortali), svolte in 89 impianti, che hanno portato il nostro Paese al quarto posto per numero di cremazioni eseguite in Europa, dopo Gran Bretagna, Germania e Francia.

La media di cremazioni per impianto (autorizzato) nel 2021 è la seguente:

- Cremazione di cadaveri = 2.744 (2.849 nel 2020);

- Cremazione di resti mortali = 516 (336 nel 2020);

- Cremazioni totali = 3.260 (3.185 nel 2020). 

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Foto di Urn Jure GasparicDreamstime
Ringraziamo tutti coloro che si sono uniti a noi per festeggiare i 70 anni di Tossani WWW.INFORTUNISTICATOSSANI.NET www.graficaLPG.it ...e auguriamo a chi si sente grande, pur avendo ancora tanta strada da fare, di raggiungere lo stesso traguardo

Un percorso condiviso verso la crescita

Il sistema funerario italiano vive da alcuni anni una fase di grande evoluzione che ha generato significativi cambiamenti nelle dinamiche del comparto attraverso un processo che segue la direzione della professionalizzazione e dell’innalzamento qualitativo dei servizi offerti i cui frutti appaiono già oggi evidenti in alcune aree del Paese.

Questo scenario è andato maggiormente a concretizzarsi dopo la costituzione di HOFI, avvenuta nel 2019 con l’acquisizione dell’Impresa San Siro di Milano, il marchio stori-

co e maggiormente rappresentativo dell’imprenditoria funeraria italiana, e con il successivo sviluppo concretizzato con importanti, significativi innesti; da allora, molta acqua è passata sotto i ponti!

Ma cosa è esattamente HOFI ? Cosa significa farne parte? Quali sono state le tappe che hanno portato la Holding ad affermarsi indiscutibilmente come la più importante realtà funeraria italiana? Quali sono le ulteriori prospettive di crescita che si affacciano all’orizzonte anche alla luce delle nuove alleanze 

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strategiche di lungo periodo recentemente concretizzatesi? Cercheremo, nelle successive pagine, di dare risposte concrete a tutti questi interrogativi con l’ambizione di presentare il progetto e le finalità che tutto il gruppo intende conseguire.

HOFI nasce con l’obiettivo di consolidare il comparto delle Onoranze Funebri attraverso la creazione di un network solido e forte di un ampio azionariato istituzionale.

L’idea è quella di consolidare un insieme di imprese funebri originariamente di natura familiare o di proprietà delle amministrazioni comunali, portandole a crescere come un unico e solido gruppo che adotta metodologie aziendali volte alla crescita delle competenze nei processi di gestione ed alla creazione di valore economico, professionale e umano nel pieno rispetto di una continuità per ogni singola realtà aziendale.

Progetto ambizioso e complesso ma non assolutamente impossibile, anzi, i fatti ci danno ragione.

L’obiettivo è quello di realizzare un gruppo nazionale orientato ad offrire un servizio integrato (funebre, cimiteriale e di cremazione) di altissima qualità operando con i più elevati standard di corporate governance e di etica aziendale, favorendo la crescita delle aziende in cui si decide di investire.

Le basi del progetto

HOFI rappresenta, per quanti ad oggi ne fanno parte, un fondamentale riferimento istituzionale utile a dare certezze, a definire delle regole e ad applicare un rinnovamento sostanziale alle modalità di guardare al mercato.

Un esempio di business in grado di razionalizzare i costi, migliorare l’operatività, perfezionare le strategie commerciali e di massimizzare la redditività acquisendo un grande vantaggio competitivo.

Il progetto di partnership genera liquidità, una forza economica che assicura investimenti operativi per la crescita e nuove rendite qualora si mettano a disposizione gli immobili operativi di proprietà.

È inoltre possibile ampliare la propria offerta commerciale guadagnando autonomia e indipendenza dai fornitori sfruttando le economie di scala e accedendo a risorse operative in comune (Case Funerarie, personale, automezzi) e ad una formazione professionale specialistica di elevato livello.

In sintesi, HOFI punta alla creazione di un modello forte che permette di selezionare e favorire chi ne fa parte

L’esperienza, il tessuto di relazioni, la conoscenza del territorio, la storicità e la reputazione sono quei valori immateriali, ma fondamentali, che solo le persone possono esprimere e

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 Casa Funeraria Domus Concordia a Pieve di Coriano (MN)  Interni di una delle sedi della Casa Funeraria San Siro a Milano

conservare. Sono elementi decisivi ma oggi, più che mai, è la motivazione a migliorare che proietta le aziende in un nuovo scenario.

HOFI garantisce alle aziende partner di mantenere la continuità della propria identità, valorizzando e preservando ogni singolo marchio, adottandole anche come realtà funzionali all’aggregazione di altre imprese del territorio per rafforzarne la competitività e per consolidare il mercato rispondendo adeguatamente alle sempre più evolute esigenze espresse dalla collettività. Senza mai dimenticare il valore dell’etica, HOFI è un modello di business attento alla gestione, alla legalità, alla chiarezza nelle comunicazioni finanziarie e ad una accurata trasparenza dell’attività.

I nostri valori:

• selezione delle aziende leader, con una struttura solida, sana e con prospettive di crescita;

• analisi reputazionale, economica, finanziaria e organizzativa;

• valutazione con i valori di mercato

e dei futuri progetti;

• il patrimonio immobiliare sarà possibile scorporarlo o mantenerlo all’interno della valutazione;

• acquisizione della maggioranza delle quote, mantenendo lo storico marchio aziendale;

• il nuovo consiglio di amministrazione includerà la proprietà originaria;

• riorganizzazione aziendale garantendo ai fondatori continuità nella gestione operativa;

• sviluppo strategico, operativo e finanziario.

accaduto in altri Paesi europei quali Regno Unito, Francia e Spagna. HOFI entra nel settore funerario apportando una nuova e rivoluzionaria cultura aziendale di respiro internazionale che si fonda su una squadra imprenditoriale di grande esperienza, modelli di business consolidati e comprovati, conoscenze approfondite di finanza aziendale.

Nel 2022 HOFI accoglie nella compagine societaria Antin Infrastructures, nuovo partner strategico di lungo periodo.

HOFI è una holding di investimento fondata nel 2019 da Augens Capital in partnership con fondi gestiti da BMO Private Equity e partecipata da Andrea Cerato, dal gruppo Eurolegno, da Luca Oliva e Angelo Pedretti Il progetto HOFI nasce dalla visione di creare la prima realtà istituzionale nel settore funerario italiano, seguendo le orme di quanto già

Con oltre 29 miliardi di euro di attivi in gestione, uffici a Parigi, Londra, New York, Singapore e Lussemburgo ed oltre 190 professionisti dedicati alla crescita, Antin Infrastructures realizza investimenti nei settori dell’energia e dell’ambiente, telecomunicazioni, trasporti e infrastrutture sociali.

Il progetto di consolidamento nello specifico settore funerario prevede la creazione di un gruppo da circa 150 milioni di euro entro i prossimi 5 anni 

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Il Team HOFI, chi siamo e da dove veniamo.
 Facciata di una delle sedi della Casa Funeraria San Siro a Milano

Il Team HOFI, chi siamo e da dove veniamo.

Marco Mantica (1964) Presidente

Oltre 30 anni di esperienza in primarie istituzioni internazionali di private equity e investment banking.

Managing Director presso Vestar Capital Partners e responsabile del team di corporate finance di Société Générale in Italia.

Presidente esecutivo di HOFI e membro del CdA dal 2019. Membro del consiglio di amministrazione di Impresa San Siro e di Concordia.

Massimo Puccio (1969) Consigliere di Eco Fly

Oltre 25 anni di esperienza di private equity e investment banking. Executive Director presso Vestar Capital Partners e membro del team italiano di corporate finance di Société Générale.

Coinvolto nell’investimento in HOFI dal 2019, membro del consiglio di amministrazione di Eco Fly (servizi cimiteriali e di cremazione) dal 2021.

Stefano Costa (1975) Consigliere San Siro

Oltre 25 anni di esperienza di corporate finance e private equity. Executive Director presso Goldman Sachs International e Managing Director presso Deutsche Bank nella divisione di investment banking.

Coinvolto nell’operazione HOFI dal 2019 e membro del consiglio di amministrazione di Impresa San Siro (servizi funerari) dal 2019.

Tommaso Francetti (1993)

Consigliere Eco Fly

Oltre 6 anni di esperienza di private equity presso Augens Capital. Coinvolto nell’operazione HOFI dal 2019, membro del consiglio di amministrazione di Eco Fly (servizi cimiteriali e di cremazione) dal 2021.

Andrea Cerato (1969)

Consigliere HOFI

Esperienza quarantennale alla guida dell’impresa iconografica della funeraria milanese fondata dalla famiglia Cerato.

Presidente nel consiglio di amministrazione di Impresa San Siro S.p.A. e personalità di rilievo nel panorama funerario italiano. Vicepresidente di associazione di categoria.

Coinvolto sin dal principio nell’operazione HOFI dal 2019.

Sandro Lorandi (1968)

Consigliere HOFI

Presidente nel consiglio di amministrazione del gruppo Eurolegno e presidente del gruppo Concordia. Da sempre alla guida della storica azienda di produzione cofani funebri Lorandi di creazione della omonima famiglia.

Coinvolto nell’operazione HOFI dal 2020.

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Il Team HOFI, chi siamo e da dove veniamo.

Luca Oliva (1976) Presidente Eco Fly

9 anni alla direzione tecnica della Falck Ambiente SpA, settore ecologia e trasporti.

Oltre 20 anni di esperienza nel settore dei servizi cimiteriali. Oltre 8 anni di esperienza nella gestione di tempi crematori.

Coinvolto nell’operazione HOFI dal 2021.

Angelo Pedretti (1970)

Amministratore Delegato Eco Fly

Oltre 30 anni di esperienza nel settore funerario.

Oltre 8 anni di esperienza nella gestione di templi crematori. Coinvolto nell’operazione HOFI dal 2021.

Amministratore delegato della Porfido Pedretti Srl.

Paolo Paganella (1975)

CFO Direttore Finanziario Gruppo HOFI

Oltre 14 anni di esperienza in corporate finance e private equity

CFO di un primario gruppo italiano di arredamento di lusso.

Coinvolto nell'operazione HOFI dal 2019 e Consigliere di Amministrazione di diverse società del gruppo.

Laurea con lode in International Economics presso l'Università Bocconi.

COO Direttore Operativo gruppo HOFI

Responsabile operativo in società internazionali.

Esperienza come segretario nazionale in associazione di categoria. Pregressa esperienza in normativa, formazione, gestione e ottimizzazione operativa nel settore funebre/cimiteriale.

Coinvolto nell'operazione HOFI dal 2020 e Consigliere di Amministrazione in società del gruppo.

Consolidata esperienza nel ruolo direttore risorse umane in primari gruppi italiani ed internazionali appartenenti a differenti aree di business.

Coinvolta nell’operazione HOFI dal 2022.

Laurea in giurisprudenza, Executive Master presso SDA Bocconi in organizzazione/personale e PSM in Digital trasformation presso la Business School Il sole 24 ore Milano.

Pregressa funzione come Assessore e Consigliere comunale e decennale esperienza in primario gruppo bancario italiano.

Amministratore unico ASM OOFF Rovigo, e attuale AD gruppo Concordia.

Coinvolto nell’operazione HOFI dal 2021.

Laurea in Economia Aziendale specializzazione Impresa e Mercato.

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Riccardo Salvalaggio (1972) Alessandra Cintelli (1969) Direttore Risorse Umane gruppo HOFI Stefano Bellinazzi (1974) AD Concordia

Che cos’è il progetto HOFI?

Ogni storia è unica. Vogliamo garantire continuità al marchio e alla tua storia. Sentendoti a tuo agio in un gruppo solido e professionale.

Casa Funeraria. Un elemento assolutamente indispensabile per il futuro. Realizziamola insieme fondendo la tua esperienza e la nostra visione.

Innovare l’operatività attraverso nuove sinergie, abbattimento di costi, strategie commerciali e massimizzare la redditività acquisendo un grande vantaggio competitivo.

Dare certezza definendo regole ri-

spettose della normativa e prestando particolare attenzione al rinnovamento.

Insieme verso un orizzonte comune. Puntiamo alla creazione di un gruppo forte che permetta di operare con i più elevati standard di servizio assicurando sempre migliore qualità, maggiori investimenti e importanti risorse finanziarie. All’interno del nostro gruppo, ogni singolo imprenditore può crescere, acquisendo e condividendo competenze, sviluppando il proprio business, divenendo più competitivo nel proprio territorio.

Risorse finanziarie attraverso investimenti importanti per la tua azienda. Potresti anche mettere a rendita

Che cos’è HOFI oggi?

gli immobili già di tua proprietà.

Partecipare attivamente ad una rinascita e a nuovi progetti. La tua esperienza è indispensabile.

Supportare nell’evoluzione attraverso l’organizzazione di un gruppo di professionisti che ti affiancheranno, supporteranno e tuteleranno in qualsiasi ambito.

I numeri di HOFI oggi?

Servizi 11.000 Fatturato 54 Mln Dipendenti 154 Case Funerarie 13 Agenzie 80 Templi Crematori 5

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HOFI, il nostro percorso

Il progetto di consolidamento del settore da parte di HOFI è iniziato nel gennaio 2019, con l’acquisizione di Impresa San Siro

• San Siro rappresenta il punto di partenza naturale per tale progetto, essendo la società leader in Italia nel settore con oltre €17 milioni di ricavi e oltre 3.600 servizi all’anno.

• HOFI ha realizzato, dalla sua creazione, sedici ulteriori acquisizioni.

• Nove imprese nell’area lombarda (Impresa Serpi, Onoranze Funebri Lombarda, SIOF & Lomellina, Onoranze Funebri Generali di Brescia, Onoranze Funebri BM, Impresa Generali, Cellini e Santa Rita), per un totale di 2.700 servizi circa.

• Concordia, che opera nell’area di Mantova, Rovigo e Modena, e ha raggiunto circa 2.500 servizi con tre acquisizioni a Rovigo (Cipriani, Cuoghi e Bido) e la recente acquisizione di Bondoni nelle Marche e di COF Treviso in Veneto

• TSF, basata a Rovereto e leader in Trentino-Alto Adige.

• Nel 2021 abbiamo ritenuto che per HOFI fosse arrivato il momento di espandere il progetto al di fuori del settore dei servizi funerari e di iniziare una seconda fase del proprio percorso di crescita, per creare una realtà istituzionale più comprensiva all’interno del mondo funerario, che includa anche i servizi di cremazione e la gestione dei cimiteri. È stata quindi acquisita Eco Fly, che opera nel mondo delle gestioni cimiteriali e della gestione dei

templi crematori (Bergamo, Varese, Pavia, Pisa e Cinisello Balsamo).

Cosa sono per noi le Case Funerarie?

• La possibilità di offrire alla propria clientela il servizio della Casa funeraria è uno dei princìpi cardine del gruppo HOFI.

• Le aziende che entrano a far parte di HOFI e non dispongono già di una casa funeraria possono liberamente usufruire di una delle tredici strutture già realizzate.

• Il nostro progetto considera la Casa Funeraria come strumento indispensabile per il futuro. Potremo quindi realizzarla insieme tramite la nostra forza e la tua esperienza.

• Il nostro personale delle Case Funerarie è formato per garantire i più alti standard di discrezione. Tutte le aree all’interno delle Case Funerarie sono progettate in modo tale da garantire ai familiari l’accesso in totale privacy.

HOFI ed i suoi crematori

Il Gruppo Eco Fly-Pedretti Cimiteriale gestisce cinque crematori localizzati in città strategiche:

• Varese, due linee di cremazione (terza linea in via di sviluppo).

• Bergamo, due linee di cremazione (terza linea in via di sviluppo).

• Pavia, due linee di cremazione (più due linee addizionali in via di sviluppo).

• Pisa

• Cinisello Balsamo Questi crematori hanno caratte-

ristiche uniche coprendo aree ad alta densità demografica e tassi di cremazione in crescita

Entrare in HOFI conviene?

Contratto di rete HOFI

L' adesione al contratto HOFI consente alle aziende del gruppo di mettere in comune risorse operative chiave quali Case Funerarie, personale, automezzi, etc.

Formazione dipendenti

Formazione per i dipendenti per allineare le società del gruppo HOFI ai massimi standard qualitativi. Abbiamo personale dedicato alla funzione di formazione del personale e al controllo degli standard qualitativi del gruppo sia sotto gli aspetti operativi che quelli commerciali.

Forniture e acquisti

Possibilità di beneficiare di migliori prezzi di acquisto per i cofani, urne e altre forniture, facendo leva sulla maggiore scala del business, difatti le sinergie sugli acquisti permettono inoltre di rivalutare il catalogo e l’offerta commerciale.

Miglioramenti

Creazione di sinergie, ufficio acquisti di gruppo, tutela legale, gestione risorse umane, adeguamento documentazione societaria, manager di ruolo (operativo, commerciale e organizzativo).

Progetti futuri

Future acquisizioni facendo crescere sempre di più il gruppo, aumentando la creazione di sinergie e la competitività sul proprio territorio anche attraverso la realizzazione delle Case Funerarie.

Quindi entrare in HOFI conviene! Contattaci, conosciamoci e parliamo insieme di futuro.

paolo.paganella@hofispa.com

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Quando l’unione fa la forza

Case Funerarie Group: il primo e unico gruppo in Italia dedito esclusivamente alla realizzazione di strutture per l’ultimo saluto.

Nell’industrioso Nord-est d’Italia è da qualche anno presente una importante realtà che si dedica specificatamente alla realizzazione di case funerarie curandone ogni singolo aspetto: dalla fase progettuale, alla costruzione o ristrutturazione dell’edificio, fino agli arredi dei vari ambienti.

Parliamo di Case Funerarie Group, un pool di aziende di comprovata esperienza che in sinergia sono in grado di fornire soluzioni su misura e chiavi in mano.

Per capirne di più abbiamo fatto qualche domanda all’architetto Andrea Sasso, dello studio Sasso

Architetti Associati, uno dei capifila del gruppo.

Architetto Sasso, ci vuol raccontare come e quando è nata Case Funerarie Group? «Formalmente come gruppo abbiamo iniziato nel 2016, ma la collaborazione tra le varie aziende risale a diverso tempo prima, anche se in modo più occasionale. La naturale intesa sul lavoro, la fiducia reciproca e gli ottimi rapporti personali ci hanno portato a mettere insieme le nostre competenze e a presentarci alla committenza come una squadra unica stimolando il nostro impegno ad operare in questo campo in maniera sempre più determinante».

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Quali i vostri obiettivi?

«Le case funerarie sono un’esigenza della società contemporanea e sono sempre più numerose le imprese funebri che se ne dotano per dare un servizio di livello alla comunità. Riteniamo di essere attori fondamentali in questo processo di modernizzazione del mondo funerario che mette al centro la dignità al defunto e la serenità di coloro che stanno vivendo un momento particolarmente delicato. Allo stesso tempo ci compiacciamo di contribuire a rendere rispettabilità ad un mestiere spesso bistrattato».

I vostri punti di forza?

«Sicuramente essere un unico interlocutore rappresenta per il cliente un indiscusso vantaggio. Offriamo un pacchetto completo costruito in linea con le idee del committente e alleggerendolo da qualsiasi iter burocratico, perché siamo sempre aggiornati sulle varie normative. Seguiamo il progetto fin dal suo embrione: una peculiarità che ci contraddistingue è infatti quella di aiutare il cliente ad identificare il luogo più adatto per la sua casa funeraria in base alle caratteristiche, sia urbanistiche che socio-culturali, del territorio. Preferiamo sempre, ove possibile, riconvertire vecchi edifici anziché erigerne di nuovi, perché crediamo nel valore del recupero edilizio consentendo a dare nuova vita a situazioni di degrado».

Vediamo allora chi sono gli attori di Case Funerarie Group.

• Lo Studio Sasso Architetti Associati, con sede nella provincia di Verona, si concentra in modo prevalente sulla progettazione di case funerarie. Con alle spalle esperienze personali nel settore funebre, il team composto da tre architetti è particolarmente ricettivo a comprenderne le dinamiche e ad accoglierne le istanze. Il risul-

tato? Un rapporto immediato con il cliente e progetti che sanno coniugare sapientemente comfort, funzionalità e bellezza.

• Termotecnica Dalla Giustina è l’azienda che si occupa di impiantistica per quanto riguarda il riscaldamento, la climatizzazione e il trattamento aria, oltre agli impianti idrici, sanitari e antincendio. È in grado di mettere a punto complessi sistemi di climatizzazione che richiedono grande competenza poiché devono essere personalizzati per il ricambio dell’aria e il

 Casa Funeraria Arena, COF Nord Est

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news aziende
 La squadra di Case Funerarie Group

controllo delle temperature differenziate zona per zona a seconda delle destinazioni d’uso dei vari locali dell’edificio.

• Gli impianti elettrici sono invece in capo a Ies Impianti, ditta della provincia di Venezia, con una solida esperienza nel settore commerciale, industriale, alberghiero e sportivo. Gli impianti vengono eseguiti con un occhio all’efficienza energetica e con l’utilizzo di materiali e di tecnologie di ultima generazione. Una centrale elettronica computerizzata permette il controllo costante di ogni parte della struttura per la massima sicurezza del cliente.

• Terna Costruzioni edili, impresa all’avanguardia per dotazioni tecniche e macchinari, opera nel campo dell’edilizia civile, industriale, pubblica e privata nonché in restauri conservativi. A Terna sono affidate sia le opere di base (rete di tubazioni, fognature, pozzetti, scarichi differenziati…) che le opere in muratura, comprese le pavimentazioni, i divisori interni,

i cartongessi, fino alle dipinture ed a tutte le finiture.

• Lux Italia progetta e realizza l’area tecnica destinata all’accoglimento delle salme. Presente dal 1976 nel mercato funerario in qualità di produttore di arredi ed imbottiture, ha ampliato, da tempo, il proprio catalogo con le attrezzatu-

re destinate al settore morgue Barelle, sistemi di trasporto ad altezza variabile, di trattamento e di lavaggio salme, tavoli autoptici, aspiratori, celle frigo e complementi inox, anche su misura, sono realizzati in Italia sotto il diretto controllo di Lux Italia che ne cura la produzione, l’installazione e l’assistenza. Le numerose referenze, pubbliche e private, accompagnate dalla soddisfazione dei clienti, confermano la qualità della scelta.

• Il tocco finale spetta a ML Italia, azienda con sede nella provincia di Treviso, che cura gli arredi sia esterni che interni dell’edificio. Con oltre trent’anni di esperienza e dotata di propri laboratori di falegnameria, vetreria e tappezzeria, mette a disposizione professionisti attenti alla distribuzione degli spazi, garantendo l’equilibrio funzionale tra le varie zone (reception, salette riservate, sala per i riti, area relax…) e capace di interpretare le esigenze e i gusti del cliente, guidandolo nella scelta di materiali e arredi per un risultato che rispecchi al meglio la sua identità. 

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 Casa Funeraria Main
 Reception della Casa Funeraria Donadel

Ci darebbe qualche dato sulle opere realizzate?

«Certamente! – continua l’architetto Sasso – Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di molte importanti funeral home anche se prima del 2015 siamo intervenuti in modo individuale su alcune fasi del progetto, come è accaduto, ad esempio, con le due strutture della San Siro di Milano. Tra gli ultimi lavori annoveriamo la casa funeraria dell’impresa trevigiana Ivan Trevisin inaugurata lo scorso 11 dicembre che ha fatto seguito ad “Eterna” dell’impresa Copolecchia che ha aperto i battenti a Mestre nel mese di ottobre 2022. Lavori precedenti comprendono le case funerarie “Arena” di Cof Nordest a Verona, Main ad Arzignano (VI), Zanella ad Adria (RO), Donadel a Belluno, Mansutti Elena a Tricesimo (UD), ma abbiamo realizzato strutture anche nelle provincie di Bergamo, di Catanzaro ed altre».

Progetti futuri?

«In questo momento abbiamo 5 cantieri aperti, quasi tutti dislocati nella regione Veneto, che prevediamo di concludere ed inaugurare entro il 2023. Ma stiamo lavorando a progetti anche in altre regioni italiane, in particolare in Sicilia, Puglia, Lazio e Liguria. Di questi, alcuni sono in attesa di autorizzazione, altri in fase di progetto esecutivo o di preventivazione dei costi. Si tratta di nuovi clienti che hanno avuto modo di conoscerci grazie alla partecipazione con un nostro stand alle ultime edizioni di TANEXPO, un’esperienza più che positiva per l’ottimo riscontro di pubblico e di contatti».

Case Funerarie Group è il partner ideale per l’impresario funebre che vuole fare il grande passo di dotarsi di una struttura per il commiato, un punto di riferimento che mancava e che ora c’è. 

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 Sala del Commiato della Casa Funeraria Eterna  Reception della Casa Funeraria Ranieri  Sala veglia della Casa Funeraria Donadel
Via U. Foscolo, 12 - 28066 GALLIATE (NO) | Tel. + 39 0321 806789 | www.coccatoemezzetti.com ORGOGLIO ITALIANO ISO 9001:2015 ISO 14001:2015 ISO 45001:2018 articolo disponibile anche su carrello elettronico Un altro grande passo avanti per l’ambiente. Urna cineraria ecosostenibile in tecnopolimero. cod. 2180 Nero | cod. 2181 Rame Contenitore cinerario conforme ai regolamenti vigenti in materia funeraria. Completa di sacchetto termoisolante e fascetta sigillo. Attraverso una tecnologia innovativa e l’utilizzo di un tecnopolimero derivato da materiale 100% riciclato e rispettoso dell’ambiente, abbiamo realizzato una nuova urna dal design elegante, resistente agli urti e con finitura “antigraffio”. Disponibile in due tonalità, ha forme ergonomiche pensate per ottimizzare lo stoccaggio e ridurre i costi di magazzino e trasporto. Misure cm: 24,5 h / ø 16 Box 6 Pz Capienza: 4000 cc Bancale 144 Pz (24 box)

Quale, con chi, dove?

Gli italiani e le sepolture nel primo appuntamento con l’Osservatorio permanente per la Ricerca sulla Morte e le Esequie.

Scriveva, oltre quattro secoli or sono, Michel de Montaigne che “alla maggior parte delle persone la preparazione alla morte ha dato più tormento che non il subirla”.

Non ci sono rischi che questa affermazione possa essere riferita agli italiani di oggi. A prepararsi alla morte sembra, infatti, che gli italiani non abbiano alcun desiderio di dedicare né tempo, né attenzioni. Ad esempio, solo il 6,4% di loro dichiara di avere preso in affitto un

loculo o uno spazio al cimitero. È ovviamente abbastanza prevedibile che l’interesse per le modalità della propria sepoltura sia influenzato dalla fase di vita in cui ci si trova. Tanto più si è giovani, tanto meno frequentemente capita di pensare a cosa fare del proprio corpo dopo la morte. Quando la scomparsa dei genitori o del partner o delle persone - amici, ex compagni di scuola, colleghi di lavoro - con cui si è condivisa parte dell’esistenza non permette 

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più di aggirare la realtà della morte, l’indifferenza verso questi temi tende ad affievolirsi. Tuttavia, perfino tra gli ultrasessantacinquenni questa quota non supera il 12%.

Come se non bastasse, a oltre tre quarti degli italiani, poi, non è mai nemmeno passato per la testa di comunicare a qualcuno le istruzioni necessarie per l’accesso alla propria posta elettronica, ai social network o anche solo ai conti correnti dopo la morte, né tantomeno di dare disposizioni relativamente a cosa fare per il proprio funerale Oltre due terzi dichiarano di non avere mai, neppure per un momento, pensato di comunicare a qualcuno dove trovare i propri documenti più importanti o di esprimere le proprie volontà sul trattamento medico da adottare nel caso in cui, malauguratamente, capitasse loro di trovarsi in condizioni di non poter più prendere decisioni o, infine, di esprimere le proprie volontà a proposito della donazione degli organi.

Le cosiddette DAT, o Disposizioni Anticipate di Trattamento, note anche come “testamento biologico”, e introdotte nel nostro ordinamento a partire dal 2018 con la legge 219/2017, non sembrano al momento avere suscitato tra i cittadini l’attenzione che le forme, decisamente accese, che assunse il dibattito lasciavano presagire. Tra i ranghi della ristretta minoranza formati da chi ha almeno qualche volta pensato di compiere uno di questi gesti, quasi nessuno ha pensato di dar seguito alle proprie riflessioni. Nei rarissimi casi in cui questo è successo, il più delle volte si è limitato a qualche comunicazione a voce, senza premurarsi di lasciare alcuna traccia scritta. Malgrado questa pervicace riluttanza a prepararsi alla conclusione della propria vita, non si può certo dire che gli italiani mostrino indifferenza nei confronti del destino dei resti mortali, tanto propri quanto delle persone loro più prossime. Al contrario.

A segnalare che alla cura e alle sollecitudini verso i defunti gli italiani sono tutt’altro che insensibili sono le situazioni in cui il rischio che queste possano essere negate diventa concreto. In una delle oltre 400 storie di vita raccolte nel corso della ricerca poi confluita nel libro Morire all’italiana. Pratiche, riti, credenze (a cura di A. Colombo, Bologna Il Mulino 2022), ripercorrendo la drammatica vicenda della sepoltura di una cara amica, una intervistata ha riferito dell’angoscia suscitata dal timore che i suoi resti mortali potessero finire mischiati insieme a quelli di altri sconosciuti. Per citare le sue parole: «Quando la sorella di questa mia amica morta mi ha chiamato dicendomi che le avevano detto che l’avevano messa nell’ossario, sono diventata una pazza. ‹Cosa? - ho risposto io - Come? Ma dov’è? Come è possibile?›. Mi sono immediatamente attaccata al telefono. Mi sono fatta dare la data della morte, dove era il cimitero, tutti i dettagli, e ho cominciato a chiamare. Sono stata mezzo pomeriggio al telefono, come una pazza e ho continuato a urlare: ‹L’avete messa nell’ossario!› » Preoccupazioni di questo genere sono tutt’altro che rare. Come mostriamo nella tabella più avanti, della metà degli italiani - il 55% degli uomini e il 65% delle donne - dichiara di avere un’opinione definita rispetto al tipo di sepoltura che vuole per sé. Sa, quindi, se vuole essere cremata, sepolta a terra o collocata in un loculo al cimitero. Il 61% degli italiani, e il 68% delle italiane, sa anche dove vuole essere sepolta. E, ancora, il 51% dei primi e il 61% delle seconde non ha dubbi su chi voglia, e chi non voglia, avere sepolto accanto a sé. Consideriamo per primo proprio il tipo di sepoltura. Oggi, in Italia, è senz’altro la cremazione a raccogliere i maggiori consensi Se chiediamo a un campione

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 Asher Colombo
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rappresentativo di italiani che tipo di sepoltura vorrebbero per sé stessi dopo la morte, la cremazione è indicata dal 29%, contro il 20% che indica la sepoltura nel loculo e il 12% quella a terra, mentre un altro 12% dichiara di non attribuire alcuna importanza al destino dei propri resti mortali dopo la morte, e il 27% di non averci mai pensato, una quota che ovviamente si riduce drasticamente all’avanzare dell’età. Il successo della cremazione è un cambiamento relativamente recente nella cultura funebre del nostro Paese. Dopo un lungo periodo in cui questa pratica è stata circoscritta agli strati più scolarizzati della società, la sua diffusione di massa è stata influenzata da considerazioni di natura prevalentemente pratica, legata alle difficoltà di reperimento di spazi di sepoltura e all’affermazione di

una mentalità interessata soprattutto a non lasciare fastidi dietro di sé. Tuttavia la preferenza per la cremazione continua a essere superiore tra i non credenti che tra i credenti e, tra questi ultimi, è superiore tra i non praticanti che tra i praticanti. Cresce, inoltre, passando dai residenti nelle regioni meridionali ai residenti nelle regioni centrali e, ancora di più, ai residenti nelle regioni settentrionali; come cresce passando dai piccoli centri a quelli medi e da questi alle grandi città. Ma a colpire maggiormente è il fatto che oggi, in Italia, tra le possibili destinazioni delle ceneri – ovvero la conservazione in un cimitero, l’affido a una persona cara, la dispersione – è quest’ultima a raccogliere i maggiori consensi, con punte particolarmente elevate tra chi ha meno di 50 anni. L’affido, invece, resta una scelta di gran

lunga minoritaria, e che non mostra segni di essere preferita tra le nuove generazioni.

Se dall’atteggiamento verso il tipo di sepoltura passiamo ora a considerare quello verso il luogo in cui farsi seppellire, ci spostiamo in un campo verso il quale le scelte individuali sono ancor più inestricabilmente intrecciate con i vincoli familiari. La risposta alla domanda “a quale luogo apparteniamo?”, infatti, dipende solo dalle preferenze individuali. Anche qui risultano particolarmente rivelatrici le situazioni in cui si impone di prendere decisioni, come avviene in un altro episodio raccolto per la ricerca pubblicata nel libro già menzionato. Un’intervistata ricostruisce la complessa controversia che interessò la sua famiglia, residente in un comune diverso da quello in cui

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 Presentazione della ricerca in occasione di Tanexpo 2022

erano nati entrambi i genitori. Alla proposta del padre di edificare una tomba di famiglia nel comune di residenza si oppose la madre, sostenitrice del principio opposto, favorevole alla collocazione del sepolcro nel comune di origine della famiglia stessa. I risultati delle ricerche ci dicono che in Italia, tra coloro che

risiedono in un comune diverso da quello di nascita, il comune di residenza tende a prevalere su quello di origine, e che lo stato civile esercita un effetto decisivo sulle dimensioni del divario tra le due preferenze. La preferenza per il comune di residenza prevale solo di poco su quella per il comune di origine tra i

celibi e le nubili. Il divario a favore del comune di residenza cresce decisamente, invece, tra i coniugati, per poi raggiungere il valore massimo tra i vedovi e le vedove. Solo dove la famiglia elettiva non c’è, quindi, quella di origine appare decisiva. Quando invece la famiglia elettiva è presente, le preferenze individuali devono fare 

ZONA GEOGRAFICA DEL COMUNE DI RESIDENZA IN DUE AREE

Nord

Dopo la sua morte lei vorrebbe che il suo corpo fosse:

e

Centro Sud e Isole Totale Italia

Non ci ho mai pensato 24,9 29,8 26,6 Cremato 34,4 15,9 28,1

Non cremato e sepolto sotto terra 11,7 12,6 12,0

Non cremato e collocato in un loculo (non a terra) 15,3 29,1 20,0

Non ha importanza quello che succederà al mio corpo dopo la mia morte 12,0 11,9 12,0

Non risponde 1,7 0,7 1,3

Nord e Centro Sud e Isole Totale Italia

Dove preferirebbe che i suoi resti (comprese le ceneri) venissero collocati?

Non ci ho mai pensato 22,1 20,9 21,7 Nel comune in cui sono nato\a 11,1 11,6 11,3 Nel comune in cui risiedo ora 20,9 13,2 18,1

In un altro comune o altrove 3,3 1,4 2,6

Nel comune in cui sono nato e risiedo 25,8 45 32,7 Non ha importanza dove saranno collocati 15,2 7,4 12,4 Non risponde 1,6 0,5 1,2

E accanto a chi vorrebbe che i suoi resti (comprese le ceneri) venissero collocati?

Non ci ho mai pensato 19,4 21,1 20,0 Accanto al mio partner (coniuge, convivente, ecc.) o ai miei figli 30,8 31,3 31,0 Accanto ai miei genitori o fratelli\sorelle 14,6 23,8 17,9

Accanto ad altri familiari 5,2 3,9 4,7

Accanto ad altri 0,1 0,1 0,1 A nessuno 2,4 2,0 2,2

Non ha importanza accanto a chi sarò sepolto 25,9 17,7 23,0

Non risponde 1,6 0,1 1,1

Italiani a seconda del tipo di sepoltura preferita, del luogo in cui vorrebbero essere sepolti, delle persone accanto a cui vorrebbero essere sepolte, per zona geografica di residenza distinta tra regioni del Centro-Nord e regioni del Sud-Isole, Italia 2018-2022.

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Nord e Centro Sud e Isole Totale Italia

i conti con le esigenze della nuova famiglia. E in questo, come in altri campi, le famiglie elettive godono di un primato su quelle di origine. L’intervistata ricorda che, alla fine, fu la madre a cedere.

Infine, è possibile osservare l’esistenza di regolarità anche nella preferenza relativa a chi avere accanto dopo la morte. La tabella è abbastanza eloquente. Se escludiamo il caso di chi dichiara di non averci mai pensato, è verso i partner e i coniugi che si concentrano le maggiori preferenze degli italiani, mentre le preferenze a favore di membri della famiglia di origine sono decisamente inferiori, e fortemente influenzate dallo stato civile (crescono passando dai coniugati ai celibi e alle nubili), e dall’età (tanto più quest’ultima aumenta, tanto più si riduce la preferenza per i membri della famiglia di origine).

Le considerazioni che abbiamo raccolto fin qui ci aiutano a capire perché in Italia l’interesse verso la preparazione alla morte sia decisamente contenuto, mentre l’at-

tenzione e le sollecitudini per la sepoltura continuino a esercitare un ruolo tutt’altro che trascurabile. La ricerca ha rivelato anche un altro meccanismo importante all’opera nel definire il livello di indifferenza, o di attenzione, nei confronti delle sepolture. In Italia, al crescere della distanza fisica tra genitori e figli cresce, a parità di altre condizioni, la quota di indifferenti a tutti e tre gli aspetti della sepoltura: il tipo di sepoltura, il luogo e la prossimità con altre persone. Si tratta di un fattore di grande rilevanza. Un elevato grado di dispersione geografica delle famiglie costituisce un vincolo rilevante al proseguimento della cura dei manufatti funebri e delle attenzioni verso le sepolture. Se in Italia, quindi, l’attenzione alla sepoltura continua a essere al centro delle preoccupazioni di una quota tutt’altro che modesta, anzi maggioritaria, di cittadini, questo accade anche perché la prossimità fisica tra genitori e figli, anche dopo che questi ultimi sono usciti di casa e hanno costituito un nuovo nucleo domestico, resta alta e, come sappiamo da molte ricerche sociologiche, continua a essere superiore a quella osservabile in altri Paesi europei. In breve, in Italia, i rapporti tra le generazioni non si interrompono facilmente. Non solo in vita, ma nemmeno dopo la morte. 

Con questo articolo prende l’avvio una serie di interventi con cui ORME - Osservatorio permanente per la Ricerca sulla Morte e le Esequie istituito nel 2022 presso la Fondazione di ricerca Istituto Cattaneo di Bolognaaffronta il tema degli atteggiamenti nei confronti della morte, delle credenze e delle pratiche funebri in Italia. I dati e le riflessioni presentate in questo e nei prossimi articoli provengono da due indagini condotte da chi scrive nel 2018 nell’ambito di un programma di ricerche condotto da un consorzio di sei università italiane, e nel 2022 nell’ambito delle attività di ORME.

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Da 30 anni al fianco degli impresari

Il presidente Alessandro Taddia illustra le novità e i servizi dell’affermata realtà imprenditoriale dell’infortunistica.

Taddia Group è una realtà imprenditoriale in franchising affermata, che opera da oltre 30 anni con più di 120 sedi in Italia, nel settore del risarcimento. Taddia Group offre un servizio completo e professionale, innovativo e al passo coi tempi.

Il volume di pratiche e la fiducia guadagnatasi negli anni con i clienti, «permettono agli affiliati di avere la meglio sulla concorrenza»

Affinando sempre di più la tecnica, la Taddia Group ha introdotto tante novità nel settore funerario, agevolando e rendendo unico un servizio complesso quanto delicato.

Di seguito l’intervista al presidente della Taddia Group Alessandro Taddia, che ci racconta come e perché abbia intrapreso questo percorso all’interno del settore delle imprese funebri. 

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Da cosa è scaturito il desiderio di inserirsi in questo settore imprenditoriale?

«Fornire un contatto umano ormai perso nel tempo, dove la sensibilità e la professionalità determinano una differenza sostanziale. La nostra professionalità, unita alla dedizione ai parenti che hanno avuto un trauma emotivo molto forte, ci consente non solo di studiare con attenzione ogni minimo danno che essi hanno ricevuto e quantificarlo al meglio, ma soprattutto, di dare una vera assistenza anche psicologica e umana a queste persone sofferenti per la perdita di un loro caro»

In che modo ha introdotto novità e aggiornamenti in questo settore? «L’esperienza sul campo e il back-

ground sociologico mi hanno permesso di studiare e portare innovazione in maniera quanto più efficace, sensibile ed attenta in un contesto così delicato ed al tempo stesso sempre in continua evoluzione, visto che si tratta di una professione che riveste anche un aspetto sociale»

Coinvolge anche gli affiliati in questo tipo di iniziative?

«Certo! È proprio questo il valore aggiunto di un franchising: un unico metodo collaudato su tutto il territorio e un valido punto di riferimento che riesca a supportare tutte le esigenze che ne derivano, con oltre 120 punti in Italia»

La Taddia Group ha convenzionato

oltre 500 imprese funebri in tutta Italia. È comunque un settore poco incline ai cambiamenti, come è riuscito a coinvolgerle e trainarle nei suoi progetti?

«Le onoranze funebri hanno vissuto un’evoluzione enorme. Senz’altro la nomea di alcune agenzie funebri ha contribuito ad accrescere nelle persone una naturale diffidenza ed avversione nei confronti degli imprenditori del settore, ma la professionalità di altre ha reso la figura dell’impresario, in particolare, molto più apprezzabile. Ciò di cui mi vanto è la concretezza e i numeri alla mano. Siamo stati i primi a credere nelle potenzialità di questo settore e posso dire a gran voce che mentre gli altri possono parlare, noi assicuriamo concretezza e solidità» 

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Qual è il valore aggiunto del suo servizio?

«Il lato umano è quello che fa la differenza. Dobbiamo essere in parte coinvolti. E poi solamente l’esperienza può favorire l’idea di novità e professionalità nella consapevolezza comune. Senza tralasciare il coinvolgimento digitale che inevitabilmente deve essere preso in considerazione per essere sempre all’avanguardia e al passo con i tempi. Pensando anche sempre di più a quali siano le esigenze dei parenti e a tutte le incombenze che devono svolgere a seguito della morte di un loro congiunto. Quindi, non solo gestire un sinistro per ottenere il giusto risarcimento ma anche guidare la famiglia in tutte le cose che devono assolvere, fino all'occuparci noi direttamente di svolgerne alcune»

Entriamo nei meriti del progetto. Quali sono i servizi aggiuntivi, punto di svolta nel settore funerario?

«Sicuramente per un’onoranza funebre un servizio efficiente e un prodotto ottimale vanno di pari passo. Sono partito da questo assunto di base e ho lavorato alacremente per offrire parallelamente un connubio perfetto tra servizio e prodotto. Lavorando quotidianamente con gli impresari funebri, ho capito come il loro biglietto da visita fosse l’auto funebre. L’auto funebre, infatti, è l’unico mezzo con cui l’impresa si relaziona con il pubblico, con cui si mostra, si promuove e palesa la sua immagine. Questo è stato il punto di partenza nella definizione del mio ambizioso progetto: concedere in comodato d’uso gratuito un auto funebre Maserati per 6 mesi Inoltre, grazie ad un accordo in esclusiva con una finanziaria, sono riuscito ad ottenere la possibilità di finanziare funerali di qualsiasi importo. Il grande vantaggio è la velocità di risposta al cliente: in 5

 Alessandro Taddia

minuti il programma gestionale dà riscontro sull’esito positivo o negativo del finanziamento»

Qual è il criterio per la consegna dell’auto funebre?

«L’impresa funebre, segnalandoci e prendendo in gestione un sinistro mortale, oltre al pagamento del funerale, avrà in comodato la nostra auto funebre Maserati per 6 mesi»

Perché un’auto funebre della casa Maserati?

«Consultandomi con le imprese ed effettuando ricerche su quale sia il mezzo top di gamma del settore, la scelta è ricaduta sulla Maserati ed in particolare su un’azienda costruttri-

ce, autorizzata dalla casa madre, che si occupa dei migliori allestimenti sul mercato»

Per ottenere il convenzionamento, l’impresa funebre è vincolata al disbrigo di pratiche burocratiche?

«Assolutamente no. Servirà soltanto la denuncia dei redditi del cliente richiedente il servizio»

Il progetto è in fase di delineazione o è già stato messo in atto?

«Il progetto è già stato ampiamente avviato. Abbiamo effettuato in aprile 2019 la prima consegna ad un’onoranza funebre e da poco più di 6 mesi sono stati erogati i primi finanziamenti» 

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Insieme è meglio!

stata portata a termine la fusione

Renova e Wind Cars: due aziende sorelle nate nello stesso periodo intraprendendo fin dagli esordi un percorso comune.

Distinte le vocazioni (Renova specializzata nella trasformazione di automobili in carri funebri, mentre Wind Cars da sempre dedicata all’allestimento di veicoli commerciali per renderli perfetti per le esigenze del nostro lavoro) ma con unico obiettivo, quello di offrire all’operatore funerario una gamma completa di soluzioni per quanto riguarda la dotazione dei mezzi di trasporto necessari alla propria attività.

Un sodalizio proficuo sotto ogni aspetto e talmente stretto che è stato naturale pensare ad una fusione. L’operazione, iniziata qualche mese fa, si è ora finalmente conclusa con successo.

Ce ne parla Wainer Righi uno dei due titolari.

«La decisone, presa di comune accordo con il mio socio Stefano Menozzi, è stata dettata dall’esigenza di convogliare tutto in un unico soggetto per concentrare le energie e snellire ogni tipo di procedura. Allo stesso tempo il cliente può beneficiare del vantaggio di avere un 

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È
di Renova e Wind Cars, le due note case modenesi di autotrasformazioni.
news
aziende
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solo interlocutore per tutte le sue necessità di movimento. Non abbiamo inteso rinunciare ai due marchi - Renova per le autofunebri e Wind Cars per i furgoni attrezzati - che rimangono in essere, ma dal punto di vista amministrativo il tutto sarà ora in capo a Renova».

Una variazione societaria che nulla toglie, ma anzi aggiunge identità ad una realtà affacciatasi su questo mondo solo da pochi anni ma che è riuscita in poco tempo a conquistarsi un posto di rilievo nel mercato.

Qual è stata la formula di una così rapida scalata? «Innanzitutto, l’esperienza pregressa. Ci troviamo nel più rinomato distretto automobilistico italiano e siamo, per così dire, cresciuti a “pane e motori”. Anche se approdati al settore funerario in tempi abbastanza recenti, possiamo vantare una lunga tradizione nell’ambito dell’automotive e ciò ci ha permesso di presentarci fin da subito con proposte valide e accattivanti, grazie anche all’offerta completa che comprende sia le autofunebri che i furgoni attrezzati. Abbiamo puntato fortemente sulla personalizzazione e ogni pro-

getto è costruito per e con il cliente, garanzia di totale soddisfazione. In particolare, relativamente ai furgoni professionali, abbiamo messo a punto una serie di allestimenti unici che permettono varie soluzioni di ottimizzazione degli spazi, equipaggiati con sistemi da noi brevettati per facilitare il carico e scarico dei feretri. Ultimamente anche la Polizia Locale e Provinciale si sta rivolgendo a noi per particolari esigenze, circostanza di cui andiamo fieri».

La vostra proposta più originale? «Sicuramente è il van trasformato in ufficio mobile che ha riscosso una calorosa accoglienza per la sua caratteristica di poter portare un servizio in comunità lontane e difficili da raggiungere. Si tratta di un furgone suddiviso al suo interno in più ambienti, dove, oltre allo spazio per la cassa funebre, vi è quello destinato ad un mini ufficio con tanto di show room per consentire la scelta del cofano e degli arredi funebri. Un'altra nostra particolare realizzazione sono i veicoli attrezzati per il trasporto multiplo di salme, addirittura fino a 9 feretri contemporaneamente, per rispondere alle necessità delle imprese che debbono ottimizzare le fasi di cremazione, pratica oggi sempre più diffusa».

Ci vuole fare un breve accenno sui modelli che trattate? «Fin dall’inizio abbiamo deciso di operare su modelli di più case automobilistiche - continua il socio Stefano Menozzi - in modo che ce ne sia, mi passi l’espressione, “per tutti i gusti e per tutte le tasche”. L’allestimento dei van viene compiuto su veicoli di tutte le marche: dall’iconico Mercedes Vito, al Transporter della Volkswagen, oltre che su modelli di Ford, Opel, Fiat, Dacia, Citroen, Peugeot, Renault… in breve siamo in grado di intervenire su qualsiasi tipo di mezzo commerciale.

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news aziende  Progetto
della nuova autofunebre su base Peugeot 508
TANEXPO 2022

Analogo discorso per i carri funebri dove accanto alla prestigiosa linea Present, realizzata su meccanica Mercedes Benz, offriamo la serie Medea Vignale, ricavata dalla Ford Mondeo, sicuramente più competitiva nel prezzo, ma dalle prestazioni e dalle rifiniture estetiche di altrettanto valore e qualità».

State lavorando su qualche novità?

«La partecipazione massiccia a fiere del settore in Italia come all’estero, da TANEXPO 2022 alla recente Funexpo di Lione 2022 - conclude il signor Righi - se da una parte ha consolidato ancora una volta il nostro brand regalandoci tante soddisfazioni non solo economiche, dall’altra è stata uno stimolo a perseguire nello studio e nella ricerca di nuove idee. Sta prendendo così forma una nuova autofunebre su base Peugeot 508, che realizzeremo nella versione 2 porte e 4 porte, un connubio di funzionalità, eleganza e maneggevolezza, una proposta che già sta suscitando grande interesse. Continuano inoltre lo studio e gli investimenti nelle tecnologie e stiamo lavorando su veicoli totalmente elettrici. Inoltre in questi ultimi mesi abbiamo acquisito l’esclusiva per la commercializzazione in Italia di un

nuovo prodotto ad hoc per il settore funerario per sanificare e liberare dagli odori sgradevoli gli abitacoli delle auto come pure gli ambienti di lavoro, uno strumento indispensabile per garantire la sicurezza e la salute degli operatori».

Non ci resta che complimentarci con Wainer Righi e Stefano Menozzi per il nuovo assetto societario, una soluzione che consentirà all’azienda modenese di operare in modo ancora più agevole ed efficiente. 

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 Renova Present W213 (Mercedes) e Wind Cars Vito W32  TANEXPO 2022
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Certosa di Bologna

ATTUALITà

Una legge per i Monumentali

Per la prima volta in Italia, approvato il pdl per il riconoscimento e la valorizzazione dei Cimiteri Storici in Emilia Romagna.

La situazione critica dei cimiteri italiani è da tempo al centro di numerosi dibattiti e analisi: le problematiche di questi luoghi, fondamentali per la popolazione e per l’intero tessuto sociale, sono evidenti. Spesso sulle pagine della nostra rivista ospitiamo articoli che, alla ricerca di una soluzione che possa ridurre l’incuria e lo stato di abbandono in cui molti di essi si trovano o rischiano di cadere, ne analizzano le criticità.

L’importanza di agire in tempi brevi è evidente: i cimiteri italiani sono spesso luoghi storici, dal gusto e dall’attenzione ai particolari tipici

del passato ma progettati e realizzati secoli fa e per questo patrimonio da salvaguardare. Questi luoghi ospitano da centinaia di anni le spoglie della nostra civiltà: è qui che si possono trovare le tombe di personaggi noti, artisti, musicisti, politici che hanno contribuito a trasformare l’Italia. Ma non solo. I cimiteri rivestono anche un ruolo importante per la popolazione: intimi, silenziosi e in qualche modo privati, sono i luoghi dove si va per “visitare” chi non c’è più, per parlare con i propri antenati o anche soltanto per ammirare le sculture antiche e pregiate di tombe, cappelle e mausolei. 

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Molti cimiteri italiani sono ritenuti dei veri e propri luoghi di interesse storico e culturale. È il caso dei Cimiteri Monumentali come la Certosa di Bologna, quello di Milano, la Villetta di Parma e tantissimi altri. Ed è proprio per la tutela di questi cimiteri che la Commissione Cultura dell’Emilia Romagna ha approvato, il 5 dicembre scorso, il progetto di legge “Riconoscimento e valorizzazione dei Cimiteri Monumentali e storici della Regione Emilia Romagna”, presentato il 10 novembre dalla giunta.

La legge

Il progetto di legge era arrivato dalla giunta che lo aveva presentato in prima udienza alla Commissione assembleare Cultura a inizio novembre, seguendo la scia del processo di patrimonializzazione dei cimiteri promosso dall’Asce ( Association of Significant Cemeteries in Europe), organizzazione no profit che da più di venti anni opera per il riconoscimento e la valorizzazione dei cimiteri più belli e importanti d’Europa. Numerosi cimiteri riconosciuti

dall’associazione sono italiani, una decina quelli dell’Emilia Romagna. È grazie al folto numero di necropoli emiliano-romagnole presenti all’interno dei Significant Cemeteries (Cimiteri significativi) riconosciuti dall’associazione che si è deciso di promuovere il riconoscimento e la valorizzazione di numerosi altri siti presenti in regione che potrebbero e dovrebbero rientrare in questa categoria per storia e bellezza. Le motivazioni della proposta sono ben spiegate nella relazione allegata al Progetto di Legge: “Al di là del loro ruolo storico da sempre riconosciuto di lieux de mémoire, i cimiteri “significativi” (significant) sono, almeno da un ventennio a questa parte, oggetto di una serie di operazioni di valorizzazione e promozione a livello europeo: tale processo di patrimonializzazione ha trovato una sede di elezione nell’Associazione no profit Asce. – si legge nel documento – La nostra regione, con una decina di siti cimiteriali membri di ASCE, è sicuramente una delle aree europee maggiormente rappresentate”. Tra le altre cose, l’associazione ha ottenuto dal Consiglio d’Europa il riconoscimento della European Cemeteries Route come “Cultural Route”; all’interno di questa “Strada dei cimiteri europei” sono state inserite anche le necropoli di Bologna e Ferrara.

Il cimitero non è solo “luogo di memorie collettive e personali e quindi documento storico pluristratificato, ma anche vero e proprio museo d’arte statuaria site specific (non si può scrivere una credibile storia della scultura dell’Ottocento e del primo Novecento senza dare centralità ai cimiteri)” continua la relazione, che spiega anche come le necropoli siano “veri e propri musei della città: luoghi in cui è leggibile la storia di una comunità, sia attraverso i monumenti che ne ricordano eventi rilevanti (guerre, moti

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 ATTUALITà

insurrezionali), sia attraverso le tombe dei personaggi che hanno partecipato nei diversi ruoli allo svolgersi delle vicende cittadine”.

Approvata in assemblea il 5 dicembre, la legge ha le finalità di “valorizzazione, attraverso la salvaguardia, conservazione e promozione, dei Cimiteri Monumentali e Storici, veri e propri patrimoni culturali dell’Emilia Romagna che vanno resi ancor più fruibili al pubblico”, come è scritto nel comunicato stampa diffuso dall’Assessorato alla Cultura e Paesaggio della Regione.

I Cimiteri Monumentali

Ma quali sono le necropoli che possono accedere al riconoscimento di cimitero monumentale? Nella relazione presentata dalla giunta si parlava di circa 80 “siti cimiteriali della Regione Emilia-Romagna da annettere nel perimetro della presente legge. Il loro riconoscimento, fondato su di un censimento esaustivo, affidato al Settore Patrimonio Culturale, dovrebbe pertanto costituire la prima azione di valorizzazione da promuovere su base regionale”. Nella nota dell’Assessorato alla Cultura e Paesaggio si descrive nello specifico che “per cimiteri monumentali e storici si intendono quei luoghi di sepoltura caratterizzati da importanti presenze monumentali, collegati a rilevanti episodi storici o a specifici ambiti religiosi e comunque riconducibili, anche in forza di particolari caratteristiche paesaggistiche, alla categoria dei cultural landscapes”.

Inoltre, la legge individua i requisiti minimi necessari per poter accedere alla categoria e la Giunta ha approvato i bandi “per la concessione di contributi per progetti presentati da soggetti titolari e gestori di strutture riconosciute” come tali. Infine, queste necropoli verranno pubblicate sul sito della Regione in un’area dedi-

cata, accompagnate da una guida di “itinerari e paesaggi culturali, interpretativi, narrativi e turistico-culturali connessi ai siti cimiteriali e alle comunità di riferimento”.

Il commento

Federico Alessandro Amico, consigliere regionale, è stato uno dei maggiori promotori e relatore del progetto di legge: «I cimiteri devono essere considerati come parte integrante del patrimonio scultoreo e architettonico del nostro Paese. Raccontano storie, legami e trasformazioni che sono avvenute all’interno delle comunità. Con questa legge, oltre a riconoscere i cimiteri significativi, si entra a far parte di un processo di valorizzazione a livello europeo» ha dichiarato.

Anche l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio Mauro Felicori ha commentato l’importante obiettivo della legge: «Attraverso questa legge, prima in Italia nel suo genere, la Regione si propone di riconoscere i cimiteri significativi quali elementi del patrimonio culturale regionale da salvaguardare e valorizzare, come strumento di coesione e crescita culturale delle comunità»

La legge per il riconoscimento e la tutela dei Cimiteri Storici è un passo importante per la valorizzazione di questi luoghi che rappresentano una parte importante del nostro Paese, ora c’è da sperare che altre regioni seguano le orme dell’Emilia Romagna e lavorino al restauro di queste aree di interesse storico e culturale per la popolazione. 

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ATTUALITà
Certosa di BolognaFoto di Luca Strambi

STATISTICHE

Il settore funerario in Spagna

Analisi economica e statistica della funeraria nel Paese iberico.

Pubblicati i risultati dello studio realizzato da Panasef, Asociación Nacional de Servicios Funerarios, la principale organizzazione professionale indipendente in Spagna.

Fondata 26 anni fa, pubblica ogni anno la Radiografia del sector funerario con l’obbiettivo di migliorare l’immagine che la società ha del settore, offrendo un resoconto fedele e trasparente dell’andamento annuale. Da sempre Panasef lavora con impegno per difendere gli interessi professionali delle imprese locali; non a caso, oltre il 70% dei servizi funerari del Paese è prestato da onoranze associate a Panasef. E proprio da un sondaggio proposto alle imprese associate si è partiti per ottenere dati utili alla realizzazione di questa analisi, condotta tra maggio e luglio 2022. Sono poi stati raccolti altri dati provenienti da fonti esterne secon-

darie per poter elaborare indicatori solidi e offrire così un’immagine completa del settore.

Vediamo allora alcuni dei punti analizzati nel report.

Andamento della mortalità

Nel 2021 sono stati registrati 450.687 decessi, il 9% in meno rispetto al 2020 e un 8% in più rispetto al 2019. Gli effetti della pandemia si notano in modo particolare nei mesi di gennaio e febbraio, anche se con minore intensità rispetto a quelli del 2020, con decessi tra il 20% (in gennaio) e il 10% (in febbraio) in più rispetto agli anni precedenti. Durante il resto del 2021, i decessi si stabilizzano intorno ai 35.000 al mese, cifre simili al 2019 tranne che per i mesi di agosto e dicembre, con i numeri più alti dell’ultimo triennio.

Nei primi due mesi del 2022 il numero dei decessi registrato è stato inferiore rispetto allo stesso periodo del 2021, allineando l’andamento a numeri più simili agli anni precedenti la pandemia. Unica eccezione i mesi di giugno e luglio, dove la curva dei decessi è stata nettamente superiore rispetto al 2021.

In generale, nei primi 7 mesi del 2022 i decessi sono aumentati del 4,6% rispetto all’anno precedente, dato questo inaspettato se si pensa al regredire della pandemia, ma motivato se si considerano le alte temperature della scorsa estate che hanno causato molteplici decessi.

Incidenza di genere

La percentuale di decessi continua ad essere più elevata tra gli uomini (51,53%) che tra le donne (48,65%). Rispetto al 2020, la speranza di vita in Spagna torna a recuperare

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NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 53 OLTRE MAGAZINE Certosa di Arne9001Dreamstime

terreno portando l’età media da 82,33 anni nel 2020 a 83,06 nel 2021. Sono ancora le donne le più longeve, passando da una media di 85,06 anni nel 2020 a 85,83. Mentre gli uomini arrivano ad una media di 80,24 anni, superando di poco i 79,59 del 2020.

Quadro economico del mercato

Con un totale complessivo di 450.687 servizi, nel 2021 il fatturato ha raggiunto quota 1,63 miliardi di euro (70 milioni in meno rispetto al 2020). Un anno totalmente anomalo per il settore, anche se si mantiene al rialzo rispetto agli anni precedenti l’inizio della pandemia. Un giro d’affari pari allo 0,15% del PIL (-0,1% rispetto al 2020).

Costo del servizio

Secondo quanto riportato da Panasef, alcuni servizi influenzano maggiormente il costo totale di un funerale. In particolar modo, il prezzo del servizio è composto per un 56,7% dal costo del funerale in sé (cofano, trasporto della salma, installazione della camera ardente, assistenza 24 ore e coordinamento della cerimonia, catering, disbrigo pratiche burocratiche, preparazione della salma…). I servizi complementari, quali uso della chiesa, fiori e preparazione della lapide, ammontano all' 11,7% del costo totale. Il 16,5% è da ricollegare ai costi di destinazione finale (inumazione o cremazione), mentre il 15,1% del totale è da imputarsi ai costi dell’iva.

Destinazione finale

Nel 44,93% dei decessi si è optato per la cremazione, dato questo che si mantiene stabile rispetto al 2020. In generale, come accade anche in Italia, la cremazione sta subendo

una forte impennata e, negli ultimi anni, in alcune aree come le province di Malaga e di Siviglia, la cremazione è stata scelta da oltre il 70% delle famiglie.

Fallecimientos por meses

In un Paese fortemente cattolico come la Spagna, non stupisce che la cerimonia religiosa sia scelta dall' 88% delle famiglie. Dall’altro lato c’è la cerimonia laica, richiesta solo nel 12% dei casi, ma con una tendenza alla crescita costante.

Infrastrutture

La Spagna dispone di un totale di 487 forni crematori in grado di coprire fino a 1.663 cremazioni al giorno, numero ben al di sopra della domanda reale del Paese che si ferma a quota 554 al giorno.

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Fuente: INE / *Dato provisional
2020 2021* 2019 julio junio mayo abril marzo febrero enero 20.000
50.000
80.000 Evolución defunciones en España -8,73% -43.089 422.568 423.643 427.721 418.703 493.776 450.687* 410.611 -2,83% -2,11% 3,17% 0,57% 17,90% 2015 2016 2020 2021 2019 2018 2017 STATISTICHE 171 35 15 23 47 52 22 23 131 84 40 46 49 181 2 33 5 Total Empresas 1.076 Andalucía Región de Murcia Comunidad Valenciana Islas Baleares Castilla - La Mancha Comunidad de Madrid Castilla y León La Rioja Comunidad Foral de Navarra Principado de Asturias Galicia Aragón Cataluña Extremadura Canarias Ciudad Autónoma Ciudad Autónoma de Melilla 23 22 84 46 49 2 Empresas de Murcia Comunidad BalearesMadrid y La Rioja Comunidad Foral País Vasco Cantabria Galicia Aragón Cataluña de Ceuta Ciudad Autónoma Ciudad 21 de 115  Distribuzione delle imprese funebri in Spagna  Evoluzione dei decessi in Spagna
30.000 40.000
60.000 70.000

Nonostante l’aumento dei decessi, anche le case funerarie e le camere mortuarie hanno potuto far fronte alle richieste del 2021. Si contano infatti 2.525 strutture (con una capacità di oltre 7.000 sale) per una domanda di 1.235 decessi al giorno. Inoltre, il report ha registrato un totale di 17.682 cimiteri dislocati su 8.126 comuni. Per quanto riguarda le imprese funebri invece, in Spagna ve ne sono 1.076 distribuite tra la penisola, le isole Baleari, le Canarie e le città autonome di Ceuta e Melilla.

Occupazione e formazione professionale

Come in molti altri settori, anche in quello funerario si è registrato un calo del livello di occupazione nel

2021; nello specifico, sono andati persi 210 posti di lavoro, arrivando ad un conteggio totale di 12.290 lavoratori. Si mantiene stabile la percentuale di donne nel settore (31%). Facendo un rapido conteggio del rapporto tra il numero dei lavoratori e i 1.235 decessi al giorno registrati nel 2021, il settore disponeva di 9,95 lavoratori per ogni decesso giornaliero.

Un dato interessante e che fa ben sperare riguarda l’aggiornamento professionale. La ricerca Panasef calcola che nel 2021 sono state aumentate le ore per lo sviluppo della preparazione del personale, raggiungendo livelli pre-pandemia e confermando l’attenzione sempre più costante verso la formazione di coloro che ogni giorno svolgono un ruolo fondamentale per la società.

Soddisfazione delle famiglie

Le famiglie spagnole apprezzano il servizio ricevuto dall’impresa. Così assicura un sondaggio telefonico condotto nel 2021 su 105.804 famiglie ricorse ad un’impresa funebre per la perdita di un loro caro. Si tratta di un servizio di controllo della soddisfazione del cliente utilizzato dalla maggior parte delle imprese spagnole.

Nel dettaglio, in una scala da 1 a 10 è emerso che il 79,77% degli intervistati ha valutato con 9 o addirittura 10 il servizio ricevuto, 7 o 8 è il voto dato da più del 17%, mentre solo il 2,82% ha espresso un giudizio inferiore. Un dato di cui essere certamente fieri considerando il forte coinvolgimento e impegno del settore negli ultimi anni!

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IN MEMORIA

Arrivederci Sergey

Un commosso ricordo di una delle figure di spicco del mondo funerario russo.

Lo scorso 4 luglio ci ha lasciati l’amico Sergey Borisovitch Yakushin, Si tratta di una perdita importante non solo per il mondo funerario russo ma per quello mondiale visto il ruolo di primissimo piano che ricoprì nello sviluppo dei rapporti internazionali del settore.

Era nato il 9 Giugno 1953 a Kemerovo, città di 600.000 abitanti della Siberia sud-occidentale, a meno di 300 km dalla capitale siberiana Novosibirsk, capoluogo dell’omonimo oblast’ (provincia) oltre che centro carbonifero di primaria importanza. Città alla quale mi legano ricordi estremamente positivi dato che colà, grazie soprattutto all’intervento determinante di Sergey Yakushin, avevo illo tempore (nel mezzo degli anni ‘90 del secolo

scorso, prima che la crisi finanziaria russa ed il tracollo del rublo del ‘98 facessero sentire le loro pesanti conseguenze sugli affari) portato a buon fine un’importante missione per conto dell’impresa francese, leader europea del settore, in cui operavo.

Le sue indubbie capacità organizzative lo avevano destinato ad assumere un ruolo di rilievo in seno agli organi amministrativi della repubblica siberiana dove ebbe l’incarico di formare i quadri dirigenti. Dopo la fine dell’Unione Sovietica nel 1991 (la bandiera con la falce e martello fu ammainata per l’ultima volta al Cremlino il 25 dicembre di quell’anno e da allora vi sventola il tricolore russo) alle persone più intraprendenti e preparate, e non v’è alcun dubbio che Sergey Yakushin lo fosse,

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vennero offerte opportunità di intervenire nel mondo economico creando lavoro e con esso ricchezza e benessere per sé e per i suoi collaboratori.

Fu così che iniziò ad operare nel mondo funerario. E fu così che ebbi la fortuna di entrare in contatto con lui. Sergey era in quel momento dirigente della Sibirskaya Yarmarka (la Fiera siberiana) di Novosibirsk che organizzava una cinquantina di esposizioni all’anno di vari settori merceologici. È in quel periodo che si rese conto che il mondo funerario russo era in condizioni deplorevoli e che con l’aumentare del tenore di vita grazie al nuovo sistema economico, sarebbero esplose, soprattutto nelle grandi città, anche le richieste di un servizio esequiale più adeguato ai tempi. Da qui l’idea di organizzare un evento focalizzato su queste attività Si rese parimenti conto che miglioramenti e nuove idee non potevano che arrivare da Paesi dove tale professione si situava già su livelli di eccellenza. Per questo motivo nel 1993 lanciò una serie di inviti ad aziende estere a partecipare alla

nascita di Necropolis, prima fiera funeraria russa.

Jacques Marette, il titolare dell’azienda in cui mi trovavo, aderì con entusiasmo ed iniziammo immediatamente i preparativi per recarci nella lontana Siberia, superando tutte le complicazioni amministrative di una burocrazia ancora di stampo sovietico.

Arrivammo a Novosibirsk in maggio

quando iniziavano a sciogliersi le nevi ed i ghiacci del lungo inverno siberiano, prima che negli acquitrini iniziassero a proliferare miliardi di zanzare della peggior specie. Si alloggiava nel tetro hotel Sibir dell’Intourist, l’unico praticabile dagli stranieri: una struttura grigia, come l’atmosfera che lo permeava, tipica del periodo sovietico, dove le conversazioni telefoniche, talvolta difficili da ottenere, erano spesso “monitorate” dal centralino.

La cospicua esperienza in proposito, acquisita nei numerosi viaggi nei Paesi dell’Europa centro-orientale (memorabile la camera di un albergo di Novi Sad dove erano visibili ad occhio nudo, oltre che palpabili lungo la circonferenza, le sagome circolari dei microfoni installati sotto la carta da parati), mi faceva capire il momento esatto in cui la linea passava sotto controllo; a quel punto auguravo nella lingua locale (per ogni nazione avevo imparato la formula adeguata) un buon giorno al terzo incomodo e continuavo le mie conversazioni che non avevano nulla da occultare.

Il fascino principale del Sibir risiedeva nel fatto che era attiguo alla

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 Un momento del funerale
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stazione della Transiberiana, la leggendaria linea ferroviaria che collega Mosca a Vladivostok. Per chi come me coltivava da anni il desiderio di effettuare quel viaggio, poter udire lo sferragliare dei treni e gli annunci provenienti della stazione alimentava quel sogno che ancora attende di essere vissuto. Se mai lo sarà un giorno…

Novosibirsk è stata fondata nel 1893 in corrispondenza di un ponte ferroviario costruito sul fiume Ob per la transiberiana. Il suo nome era Aleksandrovskij essendo lo zar Alessandro III morto a 48 anni di nefrite nel 1894. Nel 1895 essa divenne Novonikolaevskij in onore del figlio e successore, Nicola II. Nel 1925 assunse il nome attuale. Oggi è una città ricca, con la presenza di grosse catene alberghiere e di svaghi di ogni genere, oltre che di attività culturali di eccellenza. È la terza città della federazione dopo Mosca e San Pietroburgo, una vera capitale. I suoi abitanti la considerano il centro geografico della Russia. Fu all’aeroporto di NovosibirskTolmachevo, dove era venuto gentilmente ad accoglierci, che conoscemmo personalmente Sergey che ci fece subito una eccellente impressione. Non solo si esprimeva in un inglese perfetto, ma quando parlava ti guardava negli occhi ed era preciso e sobrio nelle risposte. Ci fu subito un feeling, spero reciproco, di stima e simpatia. Il giorno dell’inaugurazione del salone ci fu vicino e mise in evidenza il fatto che noi fossimo il solo ed il primo Paese occidentale presente alla rassegna. Per qualche anno ancora l’evento si fece a Novosibirsk per trasferirsi successivamente a Mosca, nella Russia europea, dopo una o due edizioni a San Pietroburgo. Tuttavia a Novosibirsk continuò ad essere organizzata un’esposizione funeraria consacrata quasi esclu-

sivamente al mercato interno con prodotti della tradizione.

Molti anni dopo, in occasione del venticinquesimo anniversario di Necropolis, nel corso della cerimonia di chiusura dell’evento mi consegnò una scultura per ricordare tangibilmente quella prima presenza “occidentale” all’evento. Fu un momento di alta intensità emotiva e fu anche l’ultima volta che ebbi l’occasione di abbracciare l’amico di un quarto di secolo. Già l’anno successivo, infatti, non partecipò all’esposizione dovendo sottoporsi a delle cure. Riuscivo ad avere ogni tanto qualche notizia sporadica da Dmitry Evsikov, il suo braccio destro, ma la discrezione di Sergey era tale che le informazioni erano estremamente succinte. La manifestazione nel frattempo era cresciuta sia dal punto di vista della partecipazione di espositori e visitatori stranieri che, e soprattutto, da quello della qualità di certi prodotti fabbricati localmente. In fondo il sogno di Yakushin si realizzava un passo dopo l’altro.

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IN MEMORIA
 Sergey Yakushin con Pietro Innocenti, Dmitry Evsikov ed Alberto Leanza in occasione di una passata edizione di Tanexpo

Sergey era russo e di quel popolo aveva i molti pregi senza averne i difetti. Alla bonomia, alla serietà, al rispetto degli impegni presi si accompagnava una sobrietà rara nei suoi compatrioti.

E poi la voce, la sua bella voce baritonale che risuona ancor oggi nelle orecchie di chi ha avuto la fortuna di sentirlo parlare, sempre con tono pacato, che rendeva ancor più bella quella meravigliosa lingua che era la sua. Mi è stato vicino negli affari fornendomi indicazioni soprattutto sui mercati ospedalieri siberiani e dandomi tutti i consigli utili per negoziare nel migliore dei modi. Quasi sempre con successo.

Contrariamente alla grandissima maggioranza dei suoi connazionali

Un momento del funerale 

evitava la vodka e più in generale non era un appassionato delle colazioni di lavoro che tanto vanno di moda in Italia, ma soprattutto in Francia dove hanno valore quasi istituzionale. Quante volte alla proposta di recarci in un ristorante osservava che “c’era ancora molto da fare” e che sarebbe stato inutile perder tempo seduti a tavola! Era quello che con un infelice, ma espressivo, neologismo della lingua inglese viene definito un workaholic e cioè uno stacanovista. Anche perché i suoi interessi non si limitavano alle attività funerarie Sempre pieno di idee aveva persino aperto una discoteca. Lo seppi quando un giorno che ci si trovava a Benevento, si precipitò in un nego-

zio di musica uscendone con una scorta impressionante di CD che gli servivano per animare le serate del suo locale di cui non sospettavo minimamente l’esistenza. In un’altra occasione, a Roma, mi pregò di attenderlo in una stradina attigua al Vaticano. Dopo un po’ di tempo arrivò stracarico di oggetti sacri comperati nei numerosi negozi della zona. Alla mia domanda se essi corrispondessero alla religione ortodossa mi rispose, con la sicurezza di chi sa il fatto suo, che comunque sarebbero stati apprezzati ed acquistati. Giusto il tempo di sistemarli in auto e via di corsa in una parallela di via Turati, verso la stazione Termini, dove si recò in un locale di sua conoscenza uscendone quasi sommerso da decine di grandi cuscini che riempirono tutto il sedile posteriore impedendomi persino di usare lo specchietto retrovisore. Una mente in perpetua ebollizione insomma. Basti pensare alla scuola per modelle che aveva aperto a Novosibirsk e che in breve incominciò ad inviare le belle, spesso bellissime, ragazze russe in giro per il mondo. A questo proposito ricordo una sfilata organizzata, assecondato dalla cara Natalya Golavskaya, nei saloni dell’Hotel Crillon, uno dei più prestigiosi di Parigi sulla Place de la Concorde, con le sue mannequins, alcune delle quali sono poi rimaste in Francia. Era stato anche distributore DHL in Siberia in collaborazione, credo, con la consociata tedesca. Ciò detto la sua realizzazione principale è stata, fuor d’ogni dubbio, la costruzione del Crematorio di Novosibirsk. Opera monumentale fatta di materiali di altissima qualità conforme ai migliori standard mondiali. Essa perpetuerà perennemente il nome del suo creatore così come il museo funerario che è diventato ormai un modello del genere e la

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cui collezione si arricchisce costantemente.

Sergey, lo ribadisco, era russo fino al midollo. L’amicizia non era una vana parola ma un modo di essere. Ne avemmo tutti la prova quando trovandosi a Bologna per Tanexpo e saputo che il nostro amato Nino Leanza era sofferente (ci avrebbe lasciato pochi giorni dopo la fine della fiera) non esitò in piena notte siberiana a telefonare al responsabile dell’unità di ricerca della famosa scuola di Medicina di Novosibirsk dove venivano condotte importanti ricerche per varie patologie. Gli furono chiesti dei documenti che spedimmo immediatamente a quel direttore che diede rapidamente una risposta di cui capimmo immediatamente il tenore vedendo il volto affranto di Yakushin prima ancora che iniziasse a parlare. Era russo anche nei dettagli della vita personale. Basti pensare al culto del patronimico (òtchestvo in russo, da otets/padre) dando al figlio il nome del nonno, così si usava anche in Italia, soprattutto nel meridione e io stesso ne sono un esempio! Sergey Borisovitch (figlio di Boris) era il suo nome e suo figlio non poteva essere altro che Boris Sergeyevitch. Di ricordi ce ne sono tantissimi come quello del giorno in cui, in un albergo dove usava alloggiare a Parigi mi fece l’insigne onore di presentarmi sua madre che aveva portato per farle visitare la capitale francese. Una signora elegante e mite verso la quale Sergey (che in Francia amava farsi chiamare “Serge”) manifestava un profondo affetto filiale non disgiunto da un grande rispetto. Esattamente il contrario di quanto accade, non sempre per fortuna, oggi nelle nostre società dove gli anziani vengono spesso considerati degli impicci, quando non addirittura dei pesi da sopportare e di cui sbarazzarsi il più rapidamente possibile una volta passati a miglior

 Il crematorio di Novosibirsk fondato da Yakushin

vita. Anni dopo, in occasione del centodecimo anniversario dell’azienda in cui lavoravo, feci conoscenza anche con la sua signora, in occasione di una serata organizzata nei locali della “Mutualité” sulla rive gauche

Si potrebbe continuare a lungo evocando ricordi e bei momenti passati assieme. Preferisco tuttavia ricordare gli ultimi momenti della sua vita che, nonostante l’amarezza per alcune vicende create da concorrenti sleali e scaltri, voglio immaginare pieni di serenità e di amore attorniato dalle persone care. Sergey era credente e non si tratteneva dal ricevere con gli onori dovuti gli alti prelati del Patriarcato di Mosca che regolarmente partecipavano (assieme ai rappresentanti delle altre confessioni) a Necropolis e soprattutto di baciare con profonda manifestazione di fede le icone che gli venivano presentate.

La sua anima è salita al cielo ma la sua presenza rimane indelebile per tutti coloro che lo hanno conosciuto, per la sua saggezza e la sua bontà. Che la terra ti sia lieve Sergey Borisovitch. Riposa in pace! 

 Un momento del funerale

NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 64 OLTRE MAGAZINE
IN MEMORIA

CATALOGO CORSI 2023 scegli il corso che fa per te!

 Crematori ecosostenibili 07 MAR 2023  relatore: Fabrizio Giust  Trasporti funebri internazionali: norme e procedure 09 MAR 2023  relatore: Sereno Scolaro 

MARZO

Operazioni cimiteriali: come operare in maniera corretta e sicura all’interno del cimitero 21 MAR 2023  relatori: Chiara Masetti / Luca Zaccherini  L’impianto di cremazione: elementi normativi, tecnica e aspetti operativi 23 MAR 2023  relatore: Salvatore Mineo  Imprese funebri: Come comunicare sui canali digitali e acquisire nuovi clienti attraverso web e social media

28 MAR 2023  relatore: Serena Spitaleri  PILLOLE DI Regolamento comunale di polizia mortuaria

30 MAR 2023  relatore: Sereno Scolaro

Emissioni in atmosfera dei crematori italiani: uno sguardo alle normative nazionali ed europee  04 APR 2023  relatori: Valeria Leotta / Salvatore Mineo Reg. reg.le Lombardia 14 giugno 2022, n. 4: effetti su operatori pubblici e privati  06 APR 2023  relatore: Sereno Scolaro

Le Autorizzazioni Uniche Ambientali (AUA) per i crematori  18 APR 2023  relatore: Salvatore Mineo

Servizi funerari ed era digitale: le nuove tecnologie e professioni che guardano al futuro  20 APR 2023  relatori: Chiara Agamennone / Elena Messina

PILLOLE DI Polizia mortuaria  27 APR 2023  relatori: Sereno Scolaro / Carlo Ballotta

Come rapportarsi "con empatia" ai dolenti durante la gestione delle pratiche funebri e cimiteriali 08 MAG 2023  relatore: Daniela Rossetti

PILLOLE DI Cremazione 10 MAG 2023  relatori: Sereno Scolaro / Carlo Ballotta

Crematori: Strategie digitali per acquisire nuovi clienti e rendere più competitiva la tua offerta 23 MAG 2023  relatore: Serena Spitaleri

Ritualità nelle sepolture di islamici, ebrei ed ortodossi 25 MAG 2023  relatore: Elena Messina

Cimitero 2.0: soluzioni innovative nelle politiche di management  06 GIU 2023  relatori: Michele Gaeta / Vittorio Zandomeneghi PILLOLE DI D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285  08 GIU 2023  relatore: Sereno Scolaro

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PILLOLE DI Tanatocosmesi 04 MAG 2023  relatore: Mauro Ugatti
APRILE

CIMITERI PER ANIMALI

Le Cimitière des Chiens

La necropoli parigina dedicata agli animali è una delle più antiche del mondo. Qui riposa anche il cane Rin Tin Tin.

Appena fuori dal centro di Parigi, precisamente ad Asnières-sur-Seine alla periferia nord della città, un fazzoletto di terra affacciato sulla Senna ospita “Le Cimetière des Chiens”.

In realtà il “Cimitero dei cani”, nel suo parco ameno, ospita parecchi animali tra conigli, uccelli, topolini e tartarughe. Tra i monumenti funebri, non mancano neppure animali esotici e curiosi come serpenti, gazzelle, un leone e qualche volpe fennec. I francesi sono sempre stati un popolo d’avanguardia e nel caso specifico del cimitero dei cani, hanno mostrato il lato più aperto ma anche rivoluzionario del loro carattere. Oggi sono ancora poche le città che dispongono di un cimitero per gli

animali d’affezione ma la sensibilità verso tale tema è per fortuna sempre crescente; nella Parigi di fine ottocento, epoca in cui le carcasse degli animali venivano di norma gettate nella Senna, un luogo consono a questo tipo di sepoltura era avanguardia pura.

Ecco perché quando una società privata, fondata da due giovani visionari, eresse questo cimitero, fu data una svolta importante sia dal punto di vista culturale che pratico, sul fine vita degli animali domestici. Un aspetto che fino a quel momento era poco considerato, visto che il cimitero in questione risulta essere con ogni probabilità il più antico in occidente. Le motivazioni che rendono il cimitero dei cani 

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Foto di Tommie HansenWikipedia

un'opera meravigliosa, riguardano sia il nobile ideale per cui è stato realizzato che la storia della sua costruzione e il suo aspetto esteriore, che lo hanno portato a essere inserito tra gli edifici patrimonio dell’Unesco.

La storia

La storia della nascita del cimitero è singolare.

Il progetto vide la luce nel 1899, anno in cui lo scrittore Georges Harmois e la giornalista Marguerite Durand fondarono una società assai curiosa per l’epoca: la Société française anonyme du cimetière pour chiens et chats (Società francese anonima del cimitero per cani e gatti). Insieme acquistarono il terreno su cui successivamente sorse la necropoli, con la precisa volontà di realizzare un luogo in cui mantenere vivo il ricordo del proprio animale da compagnia

L’idea progettuale aveva lo scopo di trasformare una comune area verde in un luogo che avrebbe segnato la storia della città.

Come previsione, vi era l’idea di

realizzare un grande colombario e una struttura monumentale adibita a museo per celebrare tutti gli animali. Successivamente però l’esecutivo dette vita ai giardini che ospitano tombe, statue, monumenti funebri e l’imponente ingresso.

I giardini sono stati suddivisi in quattro macro aree che definiscono i settori di riferimento: quello dei cani, dei gatti, degli uccelli e per fi-

nire quello che accoglie tutti gli altri animali.

I monumenti funebri, nella loro eterogeneità, raccontano le storie di chi li abita e l’amore dei loro padroni. L’ingresso alla necropoli è maestoso ed ha il preciso scopo di accogliere il visitatore e accompagnarlo entro i confini sacri di questo singolare spazio simbolico.

L’entrata, con tre portali d’accesso come nei cimiteri monumentali, è stata progettata in stile Art Nouveau dall’architetto e artista francese Eugène Petit. Si apre sul vecchio ponte di Clichy, conosciuto per le opere senza tempo di Vincent Van Gogh. Sebbene lo spazio dell’area di progetto fosse contenuto, la grandezza dell’opera ha fatto sì che negli anni venissero sepolti qui molti animali famosi.

E insieme alla tomba di Gribouille, l’amato e insostituibile cavallo bianco della fondatrice del cimitero Marguerite Durand, riposa in pace nel giardino anche il suo animale da compagnia: un leone!

Sono tanti gli animali famosi sepolti o ricordati qui: tra tutti non può essere dimenticato Barry, il cane San Bernardo che venne adottato 

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CIMITERI PER ANIMALI
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di alta qualità.

dai monaci del monastero di Grand Saint Bernard. La specialità del caro Barry era quella di salvare coloro che si erano persi nella neve e, grazie al suo talento, aveva salvato ben 40 vite. Era venuto a mancare purtroppo durante un ultimo salvataggio e nel 1900 la direzione del cimitero fece realizzare un monumento a sua memoria. Il ricordo dell’animale era talmente grande che le sue spoglie vennero imbalsamate. Sono tutt’ora visibili nel museo di storia naturale di Berna. Fra gli altri monumenti degni di nota, senza dubbio vi è quello rivolto a tutti i cani che hanno perso la vita lavorando fianco a fianco con le forze dell’ordine, dimostrando grande dedizione e coraggio. Nonostante si tratti di un cimitero realizzato in una piccola località, la sua fama ha valicato i confini francesi facendolo diventare un luogo conosciuto in tutto il mondo. Per questo, proprio qui, non poteva mancare la grande star : si tratta del celebre cane Rin Tin Tin

Il cucciolo Rin Tin Tin era stato trovato un freddo pomeriggio di settembre da Lee Duncan, un soldato americano. Era il 1918 e la prima guerra mondiale sarebbe finita di lì a poco. Il pastore tedesco, sopravvissuto ai bombardamenti, grazie al suo padrone e dopo il loro ritorno nel continente, era diventato la prima star a quattro zampe della storia del cinema americano. Simbolo dell’eroismo nazionale e idolo dei bambini, il prodigioso animale aveva contribuito alla fama della Warner Bros e ancora oggi il suo nome ne evoca il ricordo. La leggenda vuole che non potè ricevere l’Oscar solo a causa del fatto che non fosse umano. Dopo la sua morte nel 1932 l’intero Paese era in lacrime e tutte le programmazioni radiofoniche vennero interrotte per darne la triste notizia.

Oggi la tomba di Rin Tin Tin è un monumento nazionale, simbolo del cimitero e viene visitata da un grande pubblico, costituito so-

prattutto da turisti americani, che lo ricorderà per sempre per le sue prodezze.

Nel 1987, con grande rammarico, la società che gestiva il cimitero guidata dai parenti stretti della Durand, aveva deciso di chiudere i battenti destando grande disapprovazione nella popolazione e nei proprietari degli animali sepolti all’interno. Negli anni, quello che all’inizio era solo un piccolo terreno ritagliato tra il ponte e il fiume, era diventato il simbolo della città. Ci fu quasi una sommossa popolare perché gli abitanti di Asnières-sur-Seine lo sentivano parte integrante della propria storia culturale. Finalmente, due anni dopo, l’amministrazione comunale riuscì ad acquistarlo mettendolo al sicuro per sempre. Oggi, insieme alle anime degli animali defunti, risiedono qui anche i gatti della colonia felina gestita dalla direzione del cimitero. Chissà che un giorno non verrà eretto un monumento anche a loro. 

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CIMITERI PER ANIMALI
Foto di Tommie HansenWikipedia

La figura del cerimoniere nel team di lavoro

Il nuovo corso proposto dalla Scuola Superiore di Formazione per la Funeraria ne esplora e approfondisce le diverse mansioni.

L’inizio di un nuovo anno coincide spesso con la volontà di intraprendere nuovi progetti utili ad imprimere un ulteriore sviluppo alle proprie attività. È quanto verrà messo in atto anche dalla Scuola Superiore di Formazione per la Funeraria che inaugurerà il 2023 arricchendo il proprio Catalogo con un nuovo format destinato a fornire altri utilissimi strumenti professionali agli Operatori Funebri, in particolare a quelli che dispongono di una Casa Funeraria quale luogo ideale per lo svolgimento dei propri servizi.

Grazie alla partnership ormai in essere da più di un anno con le Onoranze Funebri Croce Verde di Reggio Emilia, e raccogliendo una proposta suggerita dal Direttore delle stesse Stefano Bigliardi, il Comitato scientifico della Scuola ha validato un Corso atto a formare il “Responsabile di Cerimonia”, figura centrale nell’organizzazione dell’Impresa reggiana e ruolo fondamentale all’interno delle più solide e intraprendenti aziende funerarie del nostro Paese.

«Con l’apertura della nostra nuova 

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FORMAZIONE PROFESSIONALE
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 73 OLTRE MAGAZINE

Casa Funeraria, avvenuta un anno fa, abbiamo finalmente messo a disposizione della comunità una struttura estremamente accogliente nella quale vivere il raccoglimento in una dimensione discreta in cui i familiari e gli amici del defunto possano sentirsi a proprio agio come a casa. Spazi ordinati, tutelati dalle massime condizioni igienico-sanitarie e dove l’esposizione del feretro non è vincolata ai protocolli delle strutture sanitarie», afferma Bigliardi «Offriamo servizi di alta qualità che rendono decoroso e adeguato l’ultimo saluto, con la presenza di cerimonieri funebri e di altre figure professionali adeguatamente formate. Tra queste abbiamo recentemente introdotto il Responsabile di Cerimonia, ossia il principale referente delle famiglie per l’organizzazione

del funerale e colui che coordina l’attività dei colleghi nello svolgimento dei servizi. I risultati ci hanno assolutamente premiati non solo nei numeri, davvero significativi, ma soprattutto nelle testimonianze dei dolenti che ci gratificano costantemente e che spesso affidano i propri pensieri al Libro dei Ricordi posizionato nella nostra hall»

«Le aumentate esigenze espresse da una collettività che vive l’esperienza del lutto attraverso l’accompagnamento rituale ed il successivo commiato, rendono indispensabile per il Cerimoniere funebre una adeguata conoscenza di nozioni teoriche e di competenze concrete in grado di consentirgli le migliori abilità per gestire al meglio la famiglia in lutto e gli aspetti rituali, dentro e fuori la Casa Funeraria, luogo principe nel quale dare dignità e rispetto a chiunque dovrà affrontare il percorso di addio alla persona cara», sostiene Maria Angela Gelati, docente, insieme a Carmelo Pezzino, del nuovo Corso.

«Il nostro laboratorio formativo intende: contribuire alla leadership del Cerimoniere funebre; dare informazioni sulla comunicazione e sugli stili comportamentali; trasmettere consapevolezza dell’aiuto alla famiglia; analizzare i filtri che interferiscono nella relazione di aiuto al dolente; identificare i passaggi rituali in cui operare in team; impostare e gestire correttamente le fasi del commiato; acquisire i linguaggi della ritualità.

La metodologia utilizzata sarà di tipo interattivo e coinvolgente, mirata al raggiungimento di risultati concreti. Alla parte teorica verrà affiancata, come strumento di supporto, una sperimentazione attiva, per dare ai partecipanti la possibilità di mettersi in gioco in maniera reale, arrivando a focalizzare i bisogni formativi

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FORMAZIONE PROFESSIONALE
 I docenti della Scuola: Carmelo Pezzino, Maria Angela Gelati e Javier Inzunza

 Interni delle Onoranze Funebri Croce Verde di Reggio Emilia

personali. Gli obiettivi sono quelli di migliorare le tecniche di approccio ai dolenti, di acquisire conoscenze teoriche e pratiche sulla comunicazione, a tutti i livelli, e sulla ritualità per sviluppare i compiti operativi del Responsabile di Cerimonia»

Il Corso, iniziato il 9 gennaio, si articola in 21 ore di lezione in presenza durante le quali vengono trattati da un punto di vista teorico e pratico i seguenti argomenti: la morte e il lutto oggi; aspetti psicologici, comunicativi e comportamentali; proposte rituali all’interno della Casa Funeraria; proposte rituali outdoor (“oltre” la Casa Funeraria); i linguaggi della ritualità; la personalizzazione della cerimonia; l’identificazione degli spazi e lo sviluppo delle competenze e delle tecniche operative; l’equili-

brio fra gesti, parole, letture e musiche; “idee” post cerimonia; redazione di un manuale operativo; realizzazione di un “cortometraggio didattico”.

Alle prime due edizioni, che si sono svolte in parallelo, hanno partecipato i 20 Operatori di Onoranze Funebri Croce Verde che curano i rapporti con i congiunti perché tutti potessero sviluppare le proprie competenze e migliorare le proprie performance. 

I PROSSIMI CORSI:

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I Livello

Nuovi sguardi - La figura professionale del Cerimoniere Data: 10-12 marzo 2023 - Corso in presenza di 21 ore

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II livello

Approfondimento sulla figura professionale del Cerimoniere Data: 28-30 aprile 2023 - Corso in presenza di 21 ore

Per informazioni sui corsi contattare la segreteria: tel. 051.4086458 - info@formazionefuneraria.it

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NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 76 OLTRE MAGAZINE

Il

La stranezza

film di Roberto Andò che immagina il percorso creativo dell’opera più conosciuta di Luigi Pirandello.

Presentato alla scorsa Festa del Cinema di Roma, La stranezza è il film di Roberto Andò proiettato recentemente nelle sale cinematografiche che si è guadagnato il "Biglietto d'oro" come miglior incasso di film italiano della stagione.

È un racconto fantastico ma verosimile che intende indagare sulla genesi dell’opera più conosciuta e rivoluzionaria di Luigi Pirandello: Sei personaggi in cerca d’autore, la pièce teatrale che gli valse il Nobel per la letteratura nel 1934 “per lo schietto e geniale rinnovamento nell’arte scenica e drammatica”

Siamo in Sicilia nel 1920. Il film si apre con la scena di un distinto signore che scende dal treno alla stazione di Girgenti, il suo paese natale. Si tratta di Luigi Pirandello, interpretato da un ineccepibile Toni Servillo, che arriva da Roma per festeggiare gli ottant’anni dell'amico Giovanni

Verga. Ma il destino ci mette subito del suo e proprio quando giunge in paese appende che la sua anziana balia è appena venuta a mancare. Decide quindi di cambiare i piani e di recarsi subito a renderle omaggio, nonché di organizzarle un funerale come si deve. È così che conosce i due curiosi becchini Bastiano Vella e Nofrio Principato (Ficarra e Picone) appassionati di teatro. Per le difficoltà incontrate al momento della sepoltura del feretro a causa dei traffici di un impiegato comunale che ha rivenduto ad altri il loculo già precedentemente pagato, i rapporti tra Pirandello e i due impresari diventano piuttosto frequenti e in un momento di confidenza i due rivelano al loro importante cliente, che in un primo momento non riconoscono, che stanno per mettere in scena uno spettacolo amatoriale.

Pirandello, trovandosi in un momento

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CINEMA

di grande crisi creativa, si interessa molto a questo progetto e segue, per lo più di nascosto, le varie fasi della stesura e delle prove. Le vicende personali di Nofrio, costretto ad una convivenza infelice con la moglie e il suocero, da cui ha ereditato l'impresa di pompe funebri, e di Bastiano, ossessionato nel volere tenere la sorella Santina lontana dagli uomini, come pure le pittoresche vicissitudini di altri bizzarri personaggi del paese, sono una nuova fonte di ispirazione per il drammaturgo e scrittore siciliano.

Finalmente, dopo varie peripezie, la commedia della "Compagnia Filodrammatica Siciliana Principato e Vella" va in scena. Ma ecco che accade qualcosa di inaspettato: l’impiegato comunale reo dei commerci illeciti al cimitero si riconosce in uno dei personaggi che sembra stia facendo la sua parodia e in sala scoppia la bagarre tra pubblico e attori. Ma appena le acque paiono calmarsi e lo spettacolo riprende, succede che uno degli attori innamorato da sempre di Santina scopre che la donna è l’amante segreta di Nofrio e la reazione di Bastiano, accecato dalla rabbia, non si fa attendere affrontando il collega direttamente sul palco. Ed è proprio quando diventa impossibile distinguere la realtà dalla finzione, che

Pirandello è colto da un’improvvisa illuminazione che sbloccherà la sua situazione di stallo creativo e porterà finalmente a compimento quella strana idea che aveva da tempo in testa ma a cui non riusciva a dare voce

Passano alcuni mesi e i due impresari funebri vengono invitati dallo stesso Pirandello al teatro Valle a

Roma per la prima di Sei personaggi in cerca d’autore. Il viaggio verso la capitale sarà per loro occasione di riconciliazione, in nome dell’arte e del teatro. Ai due amici appare subito chiaro come lo spettacolo, che va in scena nel maggio 1921, si sia ispirato alle rocambolesche vicende della loro sgangherata compagnia. Pirandello fa cadere quella barriera insuperabile tra il palco e la platea, superando spazi fisici ed artistici

Una innovazione a cui il pubblico non è preparato e a cui, sia nel film che nella realtà, gli spettatori reagiranno in modo pesante al grido di “vergogna!” e “impostore!” costringendo l’autore alla fuga. Prima di lasciare il teatro Pirandello vuole sapere se i due attori amatoriali siciliani siano venuti ad assistere allo spettacolo. Il suo assistente gli riferisce di non aver mai ricevuto disposizione di invitare nessuno che corrispondesse ai loro nomi. Ancora una volta

NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 78 OLTRE MAGAZINE
CINEMA
 Ficarra e Picone nei panni dei due protagonisti

finzione e realtà si compenetrano e diventa impossibile separare i due piani. Nel frattempo Nofrio e Bastiano, che durante il parapiglia erano rimasti nascosti, si ritrovano soli nel teatro vuoto, dove finalmente ogni cosa torna al suo posto poiché come recitano "quello che si poteva fare è stato fatto". Una affermazione che lascia intendere che grazie a

loro - personaggi veri o espediente narrativo che siano - l’opera è stata possibile e nonostante l’esordio di Sei personaggi in cerca d’autore sia stato un autentico fiasco, perché probabilmente troppo all’avanguardia per i tempi, è diventata in seguito una pietra miliare del teatro moderno.

La stranezza è un film che tratta aspetti profondi in modo leggero. È un tentativo ben riuscito di indagare sui processi creativi di un’opera d’arte. È inoltre una riflessione sul rapporto tra attori e spettatori in un contesto dove le rappresentazioni avvengono dal vivo.

Quando si parla di Sei personaggi in cerca d’autore si parla di “meta-teatro”, ovvero di teatro nel teatro, del racconto della preparazione di una rappresentazione teatrale svelando il meccanismo che sottintende la creazione artistica e il passaggio dalla persona al personaggio.

Roberto Andò riesce con successo a trasporre tutto questo in un film, grazie ad una sapiente messa in scena e alla scelta di attori di grande spessore. Se alla bravura e alla personalità di Toni Servillo siamo da tempo avvezzi, stupisce invece il grande talento della coppia comica Ficarra e

Picone, che trascendono il consueto copione di spassose macchiette. E se Toni Servillo ha incarnato una figura che rimane in un certo qual modo sullo sfondo, Salvo Ficarra e Valentino Picone sono i veri protagonisti della storia. Attori a tutto tondo, capaci di passare dal registro drammatico a quello farsesco con grande naturalezza, si sono rivelati perfetti per questo ruolo anche grazie alla loro innata “sicilianità”.

La morte non è il tema su cui è costruita la storia, ma di certo la pervade. C’è la consapevolezza che faccia parte della vita stessa, non ci si sottrae né la si combatte, ma viene piuttosto affrontata con grande ironia a cominciare dal mestiere di becchini dei due protagonisti dai tratti spesso esilaranti.

Un film insolito, come il suo titolo, intimistico e arguto ma anche ricco di molti spunti umoristici che ne attutiscono la gravità e conferiscono alla narrazione ritmo e freschezza. Da vedere. 

SCHEDA DEL FILM

Titolo originale: La Stranezza

Genere: Commedia, drammatico, storico

Paese di produzione: Italia Anno: 2022

Durata: 103 minuti

Regia: Roberto Andò

Interpreti principali: Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Giulia Andò

Casa di Produzione: BiBi Film, Tramp Ltd.

Distribuzione: Medusa Film, Rai Cinema

NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 79 OLTRE MAGAZINE
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 80 OLTRE MAGAZINE ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI PRODOTTI E SERVIZI PER IL MONDO RELIGIOSO INTERNATIONAL RELIGIOUS PRODUCTS AND SERVICES EXHIBITION 4 . edizione BO LO G N A I TA LY 11 / 13 FEBBRAIO 2024 WWW.DEVOTIO.IT Via Lasie, 10/L - 40026 Imola (BO) T. +39 0542 011750 info@devotio.it UN EVENTO DI DIGITAL PARTNER PRESSO CULTURAL PARTNER
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* Il libro firme e le 53 minipenne metalliche sono personalizzabili con il nome dell’impresa funebre.

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