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Speakers’ Corner
Musica da camera in terrazzo
I tre musicisti sistemano gli spartiti. Le pagine con le note svolazzano nella brezza del mattino. Fabrizio e Susanne, operatori socio-sanitari, accompagnano gli ospiti in sedia a rotelle sul terrazzo. Facendo attenzione a rispettare le distanze di sicurezza, Paula, un’altra operatrice, li fa accomodare nella parte riservata al pubblico. Dall’altra parte, dietro la barriera divisoria creata con alcune fioriere, Gianni, Stefano e Fabio provano i loro strumenti: oboe, clarinetto e fagotto. L’attenzione cresce, tutti attendono in silenzio. Musica, maestro! Così ha avuto inizio il piccolo concerto all’aperto tenuto il 7 agosto da un ensemble di musicisti professionisti dell’Orchestra Haydn presso la residenza per anziani di
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Der September Blickfang Buntheit seiner zeitlosen Herbstmode macht ihn wipfelhoch zufrieden findet nicht laufstegtauglich den November seinem reimverwandten dem September Blätterfall-mißfällt: die Herbstzeitlose noch schöner
Laives. Per i musicisti, è stata la prima esibizione in una residenza per anziani. Per noi, il primo evento dopo la chiusura dovuta alla crisi da Coronavirus. Abbiamo alle spalle mesi molto duri, fatti di un isolamento a cui non eravamo abituati. Noi che andavamo fieri delle nostre porte aperte e che accoglievamo sempre volentieri i visitatori. Noi che ora dobbiamo rispettare un rigido protocollo per gli incontri con i parenti. Già dalle prime note, però, la musica ci ha portato in un’altra dimensione. Ascoltando e battendo le mani per applaudire, la nostra fiducia è cresciuta: sappiamo di
ELISA GRAZZI
direttrice Residenza per anziani di Laives
non essere soli e supereremo le difficoltà.
JÜRGEN RIEDEL
MOUSTAPHA DIENG
moustaphaadieng@yahoo.com

geschlossen oder offen
gratis pauschal reduziert wörter liegen oder lagen am personaleingang erschlagen von fertigen geschäften kein verkäufer kein käufer waren nützlich oder unnützlich die käuflich waren bleiben oder blieben liegen wie die wörter sorgen gerechte sorgen verfassungen geschrieben nach ekeligen kriegen edel verfasst schwanken stürzen autoritär jeder leben freiheit waren heilig nun scheint’s alles heilig in der kirch wenn sie offen wär
MARTIN STREITBERGER

Morti di stato,
ovvero della verità che non si saprà mai
“E la pietà vi rimanga in tasca” Negli ultimi anni, per mia scelta e per scelta dei politici di turno, ho in qualche modo assistito a diversi morti di stato. Il primo fu il ragazzino eritreo. Fecero una piccola cerimonia per lui, accanto ai binari del treno che non era riuscito a scavalcare. Vennero anche dei politici. Venne la stampa. Dicemmo: “mai più”. “Mai più”, mai più una cerimonia forse. C’è stato il ragazzo gambiano. Anche lui morto di notte, anche lui per un salto sbagliato. C’è stato il ragazzo tunisino. Si era fatto tanto male che i poliziotti ci misero in guardia in occasione del riconoscimento del corpo. Nessuna cerimonia. “Mai più?” A luglio è morto un ragazzo albanese. Aveva 28 anni. Non riuscivo a capire perché la cosa mi toccasse tanto. È morto nelle mani dello Stato. Una settimana fa stava bene, una settimana fa aveva 28 anni. Adesso avrà 28 anni per sempre. Ci sono queste specie di “fosse comuni” che chiamano CPR. Luoghi dove si finisce se si è nati nel posto sbagliato e non si ha avuto la fortuna che ho avuto io di essere considerata degna. O. è morto. Oltre alla rabbia, oltre alla delusione, oltre alla paura che non potrò davvero dire ancora: “mai più”, questa volta c’è altro. Ho cercato di capirlo. Quando morì Naser, mi fece impazzire il fatto che avesse così poco della sua terra intorno; non sapevo allora e non so adesso come
ARMIN BARDUCCI
venga vissuto il lutto nella sua terra. Non so cosa dicano alle madri in Niger quando un figlio muore. E quando un figlio muore in terra straniera? Ora ho capito. Ho capito perché ho riconosciuto le urla silenziose squarciare il mio senso di stupore. Conosco la lingua. Conosco la lingua dei pianti delle madri albanesi. Le madri soffrono tutte alla stessa maniera forse, ma di questa madre riesco a sentire e comprendere le parole del lutto. Anche questa madre è condannata all’oblio? Lo stesso oblio al quale è condannato suo figlio? O. aveva 28 anni.