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L’INFORMAZIONE TRA INCERTEZZA E ACCURATEZZA Fare debunking è il vero lavoro dentro il lavoro

A un giornalista moderno non si richiede di diventare un informatico, ma di imparare a usare gli strumenti digitali per selezionare le informazioni affidabili e non farsi strumentalizzare di Michelangelo Bonessa, giornalista, e

Mirko Lapi, presidente di OsintItalia

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Il mondo dentro lo schermo rischia di dar ragione a Nietzsche quando diceva «quando guardi a lungo in un abisso, anche l’abisso ti guarda dentro». Oggi quello schermo può restituire immagini e informazioni ambigue e falsanti. Già nel 2018 il Massachussets Institute of Technology rivelava che su Twitter le fake news erano diffuse sei volte più delle notizie vere e avevano il 70% di probabilità di essere ricondivise. Nel 2021, Facebook ha affermato di aver rimosso negli anni oltre 6.5 miliardi di account fake. Se poi parliamo di salute, è utile citare una ricerca del 2020 della Carnegie Mellon University che ha analizzato 200 milioni di tweet sul coronavirus: l’85% dei primi 50 retweet e il 62% dei primi 1000 erano rilanciati da bot.

Il cervello usa scorciatoie per sopravvivere all’alluvione di dati ma questo comporta distorsioni che possono inficiare l’analisi

Per fare fronte a questa alluvione di informazioni, ciascuno di noi utilizza euristiche, cioè scorciatoie cognitive per arrivare a una scelta di ciò che serve e vale selezionare. Ma come diceva il Nobel Daniel Kahneman in Pensieri lenti e pensieri veloci, le euristiche sono sì efficienti ma anche automatiche, semplici e abitudinarie. Il nostro cervello usa quelle scorciatoie per sopravvivere all’alluvione ma questo comporta una serie di distorsioni che inficiano l’analisi e possono limitare l’accuratezza di chi deve fare informazione.

Eccoci al punto: l’accuratezza. Come è evidente non stiamo parlando di carenza di preparazione culturale ma di processi mentali, di mindset, di approccio, ingrediente ancora più essenziale della conoscenza in un mondo dove la produzione di strumenti è infinitamente più alta di quanto si possa immaginare con parametri novecenteschi. Il punto non è conoscere l’ultimo tool, ma sapercisi confrontare perché di strumenti per l’Open Source Intelligence (OSINT) ne vengono creati in continuazione. E alcuni pur molto validi vengono rapidamente sostituiti da altri più al passo con le esigenze del momento.

È un problema di approccio: il punto non è conoscere l’ultimo tool ma sapersi confrontare con esso

A un giornalista moderno che voglia essere accurato non si richiede per forza di diventare un informatico, ma di imparare a usare gli strumenti e non farsene usare. Proviamo a spiegare: il debunking (sfatare in inglese), cioè il controllo della veridicità di un contenuto online, dovrebbe essere alla base di ogni attività giornalistica. Molto spesso però nelle redazioni si corre a pubblicare un contenuto per farsi indicizzare meglio dai motori di ricerca e poi forse qualcuno, spesso senza input dalla testata, approfondisce e scopre che il nuovo video di cui parlano tutti è in rete da anni e non riguarda la guerra in Ucraina ma un conflitto in atto da un’altra parte del mondo. Allora il primo compito dei giornalisti non dovrebbe avere un sito web o una pagina Facebook dove convogliare un contenuto di cui non si sa nulla, ma avere dei protocolli fedeli alla deontologia giornalistica e alle basi del mestiere: prima di dare una notizia, verificare.

Come? Con gli strumenti più semplici possibili. Un esempio sono le email: quanti ancora prima di leggere una mail, verificano l’indirizzo da cui proviene? Non serve un grande sforzo, ma un click sulla freccetta di fianco al nome del mittente (tecnicamente si chiama header della mail). Se la mail proviene da un indirizzo che suona familiare, ma la parte dopo la @ è una serie come xgxmx è facile che sia materiale da cartella spam. Perché il dominio, termine che indica appunto cosa c’è scritto dopo la @, indica da chi viene la lettera. È, per fare un para-

Prima di leggere una mail quanti di noi verificano il dominio da cui proviene? È già una informazione utile per capirne l’attendibilità

Conoscere le impostazioni di un motore di ricerca consente di selezionare la provenienza di un video o di una foto gone, come un francobollo che ti dice da dove effettivamente proviene il messaggio. Ma per attuare sempre questi protocolli è necessario come si diceva, il mindset giusto. Queste verifiche non proteggono del tutto il giornalista contemporaneo, ma gli evitano una buona metà delle trappole in rete. D’altronde per assurdo che sembri, il miglior amico del giornalista resta un taccuino: bisogna infatti sapere che qualunque sistema digitale è vulnerabile. Il taccuino invece se resta lontano da occhi umani e tecnologici è inviolabile. Risulta poi sorprendente che invece di avere “il sito web”, nelle redazioni non ci sia una sezione digital deputata alla selezione degli strumenti e dei contenuti online.

Una “macchina virtuale” può proteggere dal rischio di attacchi informatici

Per cercare rapidamente informazioni su internet la prima strada è quella di imparare a usare i motori di ricerca: sembra banale, ma quanti hanno mai aperto le impostazioni di ricerca di Google, giusto per citare il più usato e noto? Perché grazie a poche semplici mosse è possibile selezionare, ad esempio, i luoghi di provenienza di un certo video o foto o articolo. È tanto semplice come molte delle funzioni di base del pacchetto Office, ma quanti sanno usare almeno la metà delle potenzialità di Word? Non è poco, perché parliamo di sistemi per trascrivere in tempo reale intere conferenze stampa o convegni. Perché usare le macchine è sempre meglio che farsene usare. Il lavoro se si conoscono gli strumenti giusti diventa dunque più semplice. E più sicuro. Perché come accennavamo a proposito delle email, esistono molte trappole online: si pensi proprio alle questioni più complesse come gli scenari bellici. In quei casi gli attacchi informatici di tutte le parti in causa si moltiplicano. Allora con macchine virtuali, una sorta di computer dentro il computer, come le sandbox o il motore di ricerca “a cipolla” TOR è possibile essere più tutelati. Il sistema migliore dunque per cercare e trovare informazioni vere in sicurezza è rimanere aggiornati, programmando una formazione continua che permetta di mantenere il mindset giusto per gli operatori della comunicazione contemporanei.

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