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Comando Operativo Subacquei ed Incursori (COMSUBIN). Durante il corso Pre-Anf ho vissuto un’esperienza formativa unica nel suo genere ed indimenticabile che mi ha portato a testare la mia preparazione fisica e spingermi oltre limiti che pensavo di non poter superare. Dei quattro mesi passati presso il Varignano ho vissuto ogni momento con l’obiettivo chiaro, e sempre più nitido, di arrivare al San Marco. Ero in trepidante attesa di varcare la soglia della Caserma Carlotto a Brindisi e finalmente entrare nei ranghi del mio Reparto per il quale avrei vissuto il resto della mia carriera in Marina e dove avrei imparato a gestire un Plotone di fucilieri e diventarne il Comandante, il loro esempio, la loro guida. Il primo incarico di un giovane Ufficiale anfibio, appena onorato del fregio rosso sul basco blu infatti, è sostanzialmente differente da quello svolto dai colleghi a bordo delle unità o in altri Reparti della Marina. Il comandante di un plotone assalto gestisce da subito circa 30 persone sul campo, nelle più disparate situazioni addestrativo-operative e con loro si addestra quotidianamente per instaurare una profonda comprensione, che va al di là degli ordini verbali, poiché sul campo è fondamentale capirsi con un semplice sguardo, pensare in anticipo e reagire con rapidità integrandosi pienamente nelle azioni del plotone e raggiungere gli obiettivi assegnati. L’incarico da comandante di plotone assalto, che tutti gli ufficiali del San Marco ricordano come l’incarico più bello che si possa svolgere nella carriera, richiede una preparazione individuale basica delle procedure tecniche e tattiche acquisite durante il corso ma anche conoscenze di pianificazione tattica di operazioni anfibie e terrestri atte a condurre al meglio i propri uomini. In operazione capita spesso che parte del proprio plotone sia distaccato e che quindi, l’unico contatto, avvenga attraverso la radio anche se non è sempre possibile impiegarla per evitare di farsi scoprire e l’attesa di risposte e notizie, per un comandante, può diventare estenuante. Per fare fronte a ciò che significa essere al comando di un plotone bisogna sviluppare calma interiore e piena fiducia nei propri uomini, fiducia che si può sviluppare solo vivendo costantemente fianco a fianco, sudando insieme nelle lunghe marce sotto il sole e bagnati in bivacco sotto la pioggia, accompagnati da sonno e una razione da combattimento. Per me l’ambito basco è arrivato al termine di un percorso addestrativo-formativo particolarmente intenso ed estenuante che mi ha visto subito impiegato nel contesto operativo del 1°Reggimento San Marco in qualità di comandante del 3° plotone assalto inquadrato nella 1^ Compagnia “BAFILE”. Sono stato al comando di uomini la cui anzianità di servizio era pari alla mia età anagrafica; il tutto mi intimidiva e motivava al tempo stesso. Da un lato l’umiltà e il rispetto che nutrivo nei loro confronti era indescrivibile, dall’altro era motivo di orgoglio per tutte le mansioni di comando che ero tenuto a compiere nei loro confronti. Come mi avevano anticipato gli ufficiali più anziani che avevano intrapreso il mio stesso percorso, il periodo da co-

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mandante di plotone è stato il momento più ricco e intenso della carriera, sia per le relazioni personali con i propri uomini sia per l’indubbia crescita professionale acquisita. E’ stata un’esperienza che, a malincuore, ho vissuto soltanto per un anno e terminata per giunta in piena fase di approntamento per una missione estera. Ma, altre sfide altrettanto ambiziose erano in serbo per me. Ero stato selezionato per frequentare lo YOC RMC (Young Officer Course Royal Marines Commando). Il pensiero di un confronto con Marines di prestigiose Forze Armate internazionali mi ha sempre stimolato e questa risultava un’ulteriore occasione per testare la mia preparazione professionale. I fortunati predecessori che avevano avuto l’occasione di frequentare questo rinomato corso mi avevano raccontato tante cose, ma mai avrei immaginato che fossero tutte vere, estremamente accurate e non frutto dell’esagerazione. Non a caso è considerato il corso di forze anfibie e di fanteria leggera più duro al mondo. La mia preparazione ed esperienza pregressa mi ha aiutato moltissimo e mi ha permesso di affrontare con maggiore lucidità le prove alle quali sono stato sottoposto. Di tutte le prove però, la “30 Mile” è certamente quella che resta più vivida nei miei ricordi. La 30 miglia zavorrata è l’ultimo di quattro estenuanti “Commando Tests”, una serie di prove fisiche in assetto da combattimento che prevedono marce di lunghezza e velocità differenti, corredate da una serie di ostacoli da superare come tunnel d’acqua e percorsi d’agilità. Dopo circa 34 settimane di intensissimo addestramento, mi sentivo nel momento più importante del corso, sul filo di un rasoio, dentro o fuori. Dall’ambito Green Beret, elemento distintivo dei Royal Marines che identifica la qualifica di “Commando”, mi separavano sono le 30 miglia. Le 30 miglia più lunghe della mia vita. Questa prova, che per i nostri colleghi anfibi inglesi il significato più duro in termini di sofferenza, consiste in 8 ore di corsa e marcia alternate attraverso le colline sconnesse del parco Nazionale di Dartmoor, con circa 20 kg di equipaggiamento sulle spalle. Per ultimare la prova dovevo superare i miei stessi limiti, facendomi forza con i miei colleghi anglosassoni, guadagnandomi così il rispetto degli ufficiali dei Royal Marines. Sono orgoglioso di poter affermare di esserci riuscito. Orgoglioso quindi anche di aver conseguito il Green Beret, marchio delle British Commando Forces, qualcosa che spetta solo ai Royal Marines fin dalla Seconda Guerra Mondiale. Marchia ogni uomo del reparto anglosassone e ti rende parte della fratellanza che li distingue da qualsiasi altro reparto in UK. Una famiglia che per molti aspetti è similare alla famiglia del San Marco. Ed ora mi ritrovo nuovamente in ambito formativo, ma non più in qualità di frequentatore corsista, bensì come Direttore al corso di abilitazione anfibia per ufficiali di vascello R.N. e R.S.. Il primo corso dopo alcuni anni, che viene condotto nuovamente interamente a Brindisi presso il Battaglione Scuole Caorle. Fiero dell’incarico assegnatomi, ho ora l’opportunità di travasare la mia esperienza formativa, vissuta in diversi importanti contesti ed arricchita dalla mia esperienza di comandante di plotone, a nuovi giovani ufficiali anfibi che, a luglio, termineranno i sei mesi di percorso formativo diventando anch’essi uomini del San Marco!
