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Nuova JEEP® Compass 4xe: un’evoluzione che conquisterà il mondo flotte

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NUOVA JEEP® COMPASS 4XE:

UN’EVOLUZIONE CHECONQUISTERÀ IL MONDO FLOTTE

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Già SUV di successo nel mondo fleet, Jeep® Compass evolve con un modello interamente nuovo nelle caratteristiche e nei contenuti che stanno più a cuore al cliente business: tecnologia, sicurezza, sostenibilità, funzionalità e stile. Una grande responsabilità per il SUV che rappresenta più del 40% delle vendite Jeep in Europa e che nel mix vede un 25% dotato della tecnologia plug-in hybrid: si tratta di Compass 4xe, una sigla che ormai è un brand nel brand e che rappresenta il nuovo 4x4 secondo Jeep, un 4x4 oggi più sostenibile, efficiente, divertente e performante.

UNA DOPPIA ANIMA, SEMPRESOSTENIBILE Proprio sostenibilità ed efficienza sono ormai prerogative imprescindibili nell’evoluzione delle car list aziendali in ottica green, e la tecnologia ibrida plug in di Jeep garantisce valori di emissioni di CO2 particolarmente ridotti e un TCO perfettamente allineato alle equivalenti versioni diesel o benzina. Nell’ambito fleet, dunque, la nuova Compass si propone nella fascia destinata agli “user choosers”, cioè dipendenti e manager che utilizzano la vettura principalmente per finalità aziendali, ma anche per la famiglia e il tempo libero. Una doppia anima, insita nel brand Jeep, da sempre capace di coniugare spirito off road e spirito urbano per rispondere a clienti che cercano concretezza e razionalità, ma sono affascinate dalla possibilità di evadere dalla routine quotidiana e di esprimere uno stile riconoscibile, sofisticato e distintivo.

STILE E CONTENUTI ADATTI AOGNIUTILIZZO Il nuovo modello si caratterizza infatti per un rinnovato profilo hightech, mantenendo il suo spirito urbano, moderno, sofisticato ed attento all’ambiente. Presenta esterni rivisti all’insegna dell’eleganza e della modernità e un abitacolo completamente nuovo, arricchito con nuovi contenuti tecnologici pensati per un’esperienza a bordo confortevole. Spiccano il quadro strumenti digitale full HD da 10.25”, la radio DAB, il sistema Uconnect 5 con touchscreen da 8,4”sino a 10,1”, sistema operativo Android con integrazione wireless per smartphone Apple CarPlay e Android Auto, navigatore TomTom interattivo con visualizzazione 3D e riconoscimento vocale naturale, e gli Uconnect Services.

POTENZA E VERSATILITÀ Ampia l’offerta dei motori: benzina GSE da 1,3 litri, 130 e 150 CV di potenza in abbinamento rispettivamente al cambio manuale a sei marce e al cambio a doppia frizione DDCT, entrambi con la trazione anteriore. La gamma plugin hybrid 4xe prevede due livelli di potenza – 190 e 240 CV –, cambio automatico a sei velocità e trazione integrale eAWD. Non manca il diesel da 1,6 litri e 130 CV di potenza abbinato alla trasmissione manuale a sei velocità e alla trazione anteriore.

2.700 KM AL MESE: 2.700 KM AL MESE: L’ELETTRICO? UN SOGNOL’ELETTRICO? UN SOGNO

Con una floa che ogni anno incide per più di 3 milioni di euro sul bilancio aziendale, laparola d’ordine per il fleet manager Daniele Conti è contenere i costi. Senza peggiorare il servizio ai dipendenti né ai clienti

di Andrea Barbieri Carones P

Parole d’ordine: taglio dei costi e innovazione dei processi. Dunque gestire efficientemente una flotta auto che rappresenta uno degli strumenti fondamentali dell’attività d’impresa. Ogni giorno, in ufficio o in home working, Daniele Conti ha a che fare con numeri di chilometraggio e preventivi di spesa, spostamenti del personale e tecnologia. Il fleet manager di Dpv, in un certo senso, gestisce una flotta auto con la precisione millimetrica con cui il generale Patton guidava i carri armati lungo la risalita dell’Italia nel 1944-1945. Anche se non ci sono nemici da superare e città da liberare, Daniele Conti sa bene come utilizzare la tecnologia per avere sotto mano i “numeri” delle vetture. Del resto, con un background militare, non poteva che essere così. Dpv si occupa di field marketing: ci spiega cosa fate di preciso? Abbiamo diversi clienti che vendono i propri prodotti attraverso il retail e la Gdo. Ossia negozi e supermercati. Noi visitiamo questi punti vendita per verificare che ciascun prodotto abbia il prezzo giusto, la scadenza giusta, il corretto posizionamento sugli scaffali e che alcuni di essi siano nelle “avancasse”. Insomma: siamo gli occhi dei nostri clienti. E per fare ciò abbiamo centinaia di veicoli (auto e van) con i quali i nostri collaboratori sono “sul pezzo” ogni giorno. In tutta Italia. Daniele Conti si sente più fleet manager o mobility manager? Le confesso che il termine fleet manager calza meglio. E le spiego perché: i nostri veicoli sono quasi in toto funzionali al controllo dei prodotti sugli scaffali, come ho spiegato. Pertanto non devo organizzare i movimenti dello staff, ma solo le

loro vetture. Come “mobility manager” abbiamo un software che gestisce in automatico il percorso giornaliero dei collaboratori, ottimizzando (e riducendo) il chilometraggio». E quindi i costi. «Esattamente. Poi c’è una minima parte dei dipendenti che si sposta per raggiungere le nostre 4 sedi italiane. A proposito di spesa: nella seconda parte del 2020 le auto sono diminuite di numero e con esse i chilometri percorsi e i costi. Le do un dato: a maggio 2020, la spesa per la flotta di auto è stata di 236.000 euro. In questa cifra è compreso il canone del noleggio a lungo termine, quello del carburante, dei pedaggi, dei

costi interni e del partner estero che gestisce l’anagrafica delle vetture. Dimenticavo il costo delle black box: quest’ultimo incide in media per 671 euro ogni mese. Una bella cifra: come è cambiata negli anni? Nulla in confronto a quanto incideva nel 2013, anno del mio ingresso in azienda: allora era di 1.050 euro. Questo dimostra

LA SEDE DI DPV

che, se si fa attenzione ai costi legati alle auto, l’azienda risparmia senza togliere nulla ai dipendenti. Quindi facendo un conto complessivo ne deriva che... Quella del parco aziendale è la seconda voce di spesa del gruppo, dopo il personale: nel 2019, il costo annuale fu di 3,85 milioni di euro. Nel 2020, il 33% in meno. Ossia 2,8 milioni. La previsione per il 2021 è di 3,1 milioni. Ma tutto è sempre “sub judice” in base alla diffusione o alla remissione del Covid. Questo calo nel budget complessivo è dovuto a un minor utilizzo o alla riduzione delle vetture? Entrambe le cose: nel 2019 avevamo 412 veicoli, scesi a 362 nel 2020 e a 355 nel 2021. Per quest’ultimo anno, naturalmente, è un dato indicativo che non si discosterà di molto. Il punto è che lavoriamo su commesse e abbiamo bisogno di flessibilità nel noleggio delle auto. Noleggio a lungo termine, immagino. Esattamente. Tempo fa, con quasi tutti i clienti impiegavamo auto a 36 mesi. Da 2 o 3 anni a questa parte, ci chiedono vetture per 24 mesi. Pertanto ogni singola vettura ci costa di più. Ci sono contratti che vengono sviluppati sull’esigenza specifica del cliente. Ossia con durata che può anche essere molto inferiore. Quando sono entrato in Dpv, il parco era di 158 unità. La maggior parte sono strumentali? Sì: il 95%, mentre il restante 5% è in benefit. Con una vita media di 24 mesi. Continuiamo con i dati: come

DANIELE CONTI

DA TORINO ALLA SICILIA

Al cuor non si comanda, diceva nel ’600 il matematico Blaise Pascal. E il cuore ha portato il Ceo di Dpv, Angelo Pirrello, a sviluppare il progetto Villa Lab nella provincia di Trapani, terra di origine della famiglia. L’azienda ha curato un piano di riqualificazione ambientale nel comune di Santa Ninfa, che ha visto il recupero della villa comunale in stato di abbandono da un decennio. Il progetto, realizzato col coinvolgimento delle istituzioni e la partecipazione dei cittadini, ha portato alla realizzazione di un incubatore di nuove idee. Inaugurato a ottobre 2020, oltre a essere uno spazio per rilassarsi e fare sport, è anche l’occasione di valorizzare e tutelare il territorio, cercando di sensibilizzare i cittadini su tematiche legate alla salvaguardia del patrimonio.

sono state le percorrenze medie? Nel 2019, ogni auto ha percorso in media 2.750 km al mese o 33.000 l’anno. O se vogliamo dare un numero più grande: quasi 13.600.000 km in un anno percorsi dalla flotta. Nel 2020 abbiamo fatto meno strada, anche se non ci siamo mai realmente fermati: 11,3 milioni di chilometri e percorrenza media mensile di 2.597 km. Quest’anno siamo ritornati ai livelli del 2019 con una media mensile per auto di 2.725 km. Le emissioni? Nel 2019 abbiamo emesso 1.781 tonnellate di CO2, una media di 4,3 tonnellate per veicolo. Il ricorso ad auto meno inquinanti è una sfida di molti costruttori. Qual è la sua strategia: come e quali saranno le prossime auto in flotta? Bella domanda. Dico subito che le auto elettriche sarebbero una soluzione favolosa se cambiasse tutto il paradigma. Ossia? Nel senso che non voglio trovare una colonnina di ricarica: come auspicava Elon Musk, vorrei avere dei distributori di batterie. Io arrivo nell’area di servizio e mi cambiano la batteria, montandomene una già carica. In 5 minuti. Finché non si raggiunge questo obiettivo, l’auto elettrica è un bel sogno, ma è una perdita di tempo. Le confesso che avrei bisogno come il pane di avere in flotta auto elettriche. Tuttavia, non è fattibile. Continuiamo con quelle termiche. Vista la situazione degli ultimi 18 mesi, quali necessità avete su noleggio delle auto? Sicuramente abbiamo bisogno di flessibilità. Spesso allunghiamo il contratto di noleggio. Ho parlato e negoziato con le società che ci danno le vetture, chiedendo di rivedere i contratti. In che termini? Ho chiesto che non mi fosse addebitato il fermo auto durante il lockdown del 2020. Alla fine hanno capito e accettato. Del resto è stata una “botta” per tutti, che ha richiesto da parte nostra dilazioni nei pagamenti. Quali servizi richiedete con il ritorno a regimi lavorativi normali? Accedere alle black box in chiaro. Sono riuscito ad avere accordi sindacali per ottenere i dati contenuti nelle scatole nere dei veicoli, fondamentali per la gestione della flotta e per l’eventuale taglio dei costi. Lei è leader di un team di professionisti: ce lo presenta? Dice bene e mi fa piacere menzionarli: inizio con Sabrina Russo, la persona che si occupa di gestire operativamente i contratti e i rapporti con i fornitori. Visto il mio background militare (in Marina, ndr) è come se fosse il mio ufficiale in seconda. Poi c’è Gianluca Guerrina, che ha il polso delle persone sul territorio. In pratica, è il trait d’union tra i driver e l’azienda.

STAZIONI DI RICARICA, STAZIONI DI RICARICA,

POCHE CERTEZZE E TANTI DUBBI POCHE CERTEZZE E TANTI DUBBI

Nel corso del nostro evento MissionForum Talks, in programma a Milano il 15 luglio scorso, i fleet manager hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con due esperti in tema di infrastruura. Tanti i temi traati, dalla trasparenza delle tariffe ai problemi fiscali ancora aperti

di Arianna De Nittis

SIMONE COSTANTINI, FLEET SUPPORT

S

Scarsa diffusione delle stazioni, tariffe poco trasparenti, iter burocratici troppo complessi per l’installazione delle colonnine in azienda e a casa. In Italia siamo ancora lontani dal poter disporre di una rete di ricarica per i veicoli elettrici capillare ed efficiente. Una lacuna che costituisce un freno alla transizione delle imprese verso le alimentazioni a zero emissioni. Se ne è parlato a MissionForum Talks, l’evento di Newsteca in programma a Milano il 15 luglio scorso, per la prima volta dopo i lockdown totalmente in presenza. Durante il dibattito “Per un approccio consapevole all’elettrificazione della flotta”, i fleet manager hanno avuto l’opportunità di rivolgere le loro domande a due esperti sul tema: Simone Costantini, ceo di Fleet Support (solution provider con oltre 40 anni di esperienza nel mondo del noleggio a lungo termine e delle flotte aziendali), e Michele Peruzzi, country manager e-Mobility Italy di

Dkv Euro Service (società specializzata nell’approvvigionamento in viaggio senza contanti per il settore dei trasporti e della mobilità).

LE DOMANDE DEIGESTORI DEIPARCHI AZIENDALI

Ad aprire i lavori è stato Luigi Fanizzo, fleet, facilities & building manager di Epson Italia. «La burocrazia è un grosso scoglio. Ad esempio, per realizzare un’infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici in un super condominio, tra permessi e adempimenti, come si può fare?». Ha spiegato Michele Peruzzi: «Effettivamente gli adempimenti burocratici sono tanti e gli scenari possibili sono diversi. Si va da quello più semplice, in cui occorre presentare un progetto dettagliato all’amministratore del condominio, che si sincera dei permessi necessari prima di procedere (ad esempio la Scia, Segnalazione certificata di inizio attività), fino a situazioni più complesse, come il progetto di installazione di una stazione di ricarica in un parcheggio pubblico a uso privato. Ciononostante, si tratta di impedimenti non insormontabili. In Italia, a breve, Dkv lancerà delle soluzioni per l’installazione di sistemi di ricarica privati, in partnership con un altro operatore».

IL PARTNER GIUSTO, UNA SCELTA DA NON SOTTOVALUTARE

Ma come si sceglie il partner giusto per la realizzazione di un impianto per la ricarica dei veicoli elettrici? Simone Costantini non ha dubbi: «Gli attori coinvolti in questo tipo di progetti sono tanti: ad esempio il fornitore dell’hardware, ovvero le colonnine; quello dell’energia; gli installatori certificati; il geometra e gli architetti, qualora sia richiesta la presentazione di una Scia». Per questo, per portare avanti il progetto in maniera fluida, senza perdere troppo tempo «può essere utile rivolgersi a un consulente che sia adeguatamente formato sul tema. Un partner che sia in grado di mantenere le fila del progetto, grazie soprattutto ai rapporti di collaborazione instaurati nel tempo con i vari attori coinvolti».

LA RETE ATTUALE ÈSUFFICIENTE?

Simone Costantini ha commentato anche lo stato dell’arte della rete di ricarica in Italia, sottolineando come gli attuali 15mila punti (dato del gennaio 2021) siano in grado di coprire il fabbisogno del parco elettrico circolante, anche se sul totale solo mille sono ‘fast’ e il servizio è maggiormente presente nel nord e centro Italia rispetto al sud e alle Isole. Si conta, in totale, una colonnina ogni 7 veicoli. «Se però l’immatricolato passasse dall’attuale 3,1% del mercato (dato di gennaio-maggio 2021) a un 10-15%, assisteremmo al formarsi di code presso le stazioni di ricarica più veloci, con conseguente allungamento dei tempi di viaggio». E allora? La prudenza dei fleet manager sull’adozione dei veicoli full electric è giustificata? «Viaggiare sul territorio oggi è possibile, purtroppo, in maniera differente a seconda della casa automobilistica scelta e dei tratti percorsi – ha puntualizzato Costantini –. Oggi l’unico brand che consente un uso al pari dei veicoli tradizionali è Tesla, perché è proprietaria di stazioni di ricarica. Nel centro-nord Italia è possibile utilizzare anche i prodotti di altri marchi, ma al momento le stazioni di ricarica

MICHELE PERUZZI, DKV

CHRISTIAN MARCELLO, MOBILITY MANAGER DI OCME

LUIGI FANIZZO, FLEET, FACILITIES & BUILDING MANAGER DI EPSON ITALIA fast sono poche». Non bisogna, però, cedere a quella che Costantini ha definito ‘ansia da elettrico’: percorrere lunghe distanze con un EV è possibile, basta un po’ di pianificazione.

TARIFFE E STRUMENTI DIPAGAMENTO

Per affrontare al meglio la transizione verso l’elettrico, i fleet manager hanno bisogno di strumenti di pagamento facili da usare e che garantiscano la massima visibilità della spesa. A questo proposito Michele Peruzzi ha illustrato alla platea le soluzioni messe a punto da Dkv Euro Service. «Proponiamo la Dkv Card +Charge, che consente non solo l’approvvigionamento di carburante e l’accesso a numerosi servizi Dkv, ma anche la ricarica elettrica in più 66mila stazioni multimarca in 45 Paesi, per un totale di 185mila punti di ricarica pubblicamente accessibili. Per individuare la colonnina più vicina basta consultare l’app gratuita eCharge+». I costi massimi correlati all’utilizzo dell’infrastruttura vengono visualizzati nella eCharge+ App. Tutte le operazioni di rifornimento e di carica, inoltre, sono riportate in una fattura riepilogativa che Dkv consegna periodicamente alle aziende clienti. Infine, con l’eReporting le imprese possono visualizzare in qualsiasi momento tutte le transazioni online. A seguire Christian Marcello, mobility manager di Ocme, ha sottolineato come sul mercato, oggi, vi sia una miriade di tariffe, spesso poco trasparenti, come agli albori della telefonia mobile: «Ci sarà un’armonizzazione? E Dkv negozierà anche le tariffe?». Peruzzi: «Effettivamente oggi i player propongono gli schemi tariffari più disparati, dal pagamento orario ai servizi che includono ricariche gratuite – ha risposto –. Il mercato dell’elettrico attualmente è libero. Sta al cliente scegliere la soluzione più conveniente e agli operatori offrire tariffe facili e attraenti. Anche Dkv è impegnata nella negoziazione di tariffe di ricarica chiaramente comprensibili e accessibili con chi dispone di un’infrastruttura sul suolo pubblico».

L’IMPORTANZA DEIDATI

Quando si gestisce una flotta di auto elettriche, poter disporre di dati sulle ricariche è fondamentale per tenere sotto controllo la spesa. «Èimportante capire come si ricarica, quale driver ha ricaricato, quando il rifornimento costa meno.

Maquale tecnologia è bene utilizzare?», ha chiesto ancora Christian Marcello. «Qualora il monitoraggio avvenga attraverso l’utilizzo di una card o tramite app su stazioni di ricarica pubbliche dedicate, la contabilizzazione dell’utilizzo risulta “certificata”, tracciabile da un terzo e pertanto di facile monitoraggio –ha risposto Costantini –. In più questa situazione offre il vantaggio di un prezzo prestabilito che esula dall’ora di ricarica, essendo a bundle mensile o a chilowatt caricato». Continua: «Se invece la ricarica viene effettuata su colonnine a uso “privato”, occorre dotare i mezzi di appositi prodotti che permettono la connessione, alternativamente, Lan-wi-fimobile della colonnina, in modo da contabilizzare correttamente il prelievo e gli orari di utilizzo. Si può pensare anche di ricorrere a tessere Rfid che associno il prelievo effettuato al driver a cui la tessera è intestata, qualora la colonnina non si trovi nell’abitazione del dipendente, bensì in un luogo aziendale accessibile da più utenti».

CLAUDIO SPOSATO, HEAD OF GENERAL SERVICES, REAL ESTATE & SECURITY DI ENGIE ITALIA

E SE IL DIPENDENTE RICARICA L’AUTO ACASA SUA?

Ricaricare i veicoli comporta anche una serie di adempimenti fiscali. Anche in questo caso i dubbi non mancano. «Se il rifornimento avviene tramite card non ci sono problemi, ma come si fa a rimborsare l’energia del dipendente? Occorre registrare i kWh con una centralina? La colonnina può farlo?», ha chiesto ad esempio Claudio Sposato, head of general services, real estate & security di Engie Italia. «Quantificare un prelievo non è difficile, è possibile mediante colonnine intelligenti o l’installazione di contatori a defalco prima del punto di prelievo –ha chiarito al riguardo Simone Costantini –. Il vero problema è come rimborsare il driver per l’utilizzo di corrente ‘privata’. Come sempre, in Italia non è presente un quadro fiscale di riferimento. Poniamo un esempio pratico: un driver ricarica a casa 70 kW con contatore a defalco. Posso essere certo che abbia caricato la sua auto e non anche altra corrente non utilizzata per il veicolo, ad esempio quella necessaria per azionare la sua lavatrice?». «Anche in presenza di una colonnina con un attacco “dedicato” al veicolo, rimarrà la domanda: Il dipendente ha caricato effettivamente la sua auto? O magari quella del coniuge? Tra l’altro, le auto non “inviano” i chilowatt caricati a meno di condividere i propri dati con sviluppatori terzi che monitorano effettivamente le ricariche, ma che ad oggi non dispongono di una certificazione del costruttore». Ha concluso Costantini: «La trattazione del rimborso oggi si prefigura come un rimborso in busta paga. Ma in tal modo soggetto a tassazione per il dipendente e rappresenta un costo puro per l’azienda, che non può né scorporare l’Iva, né assoggettare il costo alla quota detraibile. A questo proposito Fleet Support ha inoltrato nel mese di giugno un interpello specifico all’Agenzia delle Entrate, proponendo una linea di condotta per la corretta trattazione fiscale sia dal punto di vista del rimborso al driver sia dal punto di vista aziendale».

LA BERLINA ALLA SPINA CHE MANCAVA

Renault Megane arriva in versione plug in hybrid per completare la gamma delle motorizzazioni nelle floe. Con la funzione E-Save si mantiene una riserva di ricarica minima

di Paola Baldacci F

Forte di essere la preferita nel segmento C proprio tra le company cars, Renault Megane arriva in versione plug in hybrid per andare a completare la gamma delle motorizzazioni delle berline nelle flotte. Parliamo di quell’E-Tech Plug in Hybrid che la casa francese realizza grazie alla ricerca in Formula Uno, motori che brillano di efficienza come abbiamo avuto modo di scrivervi a più riprese su Missionline.it. Su Megane, questa tecnologia ibrida fa risparmiare fino al 70% dei consumi rispetto alla combustione tradizionale. Nel ciclo misto Wltp si tratta di 1,3 l/100 km, mentre le emissioni di CO2 tra 29 e 32 g/km. Si viaggia, dunque, per 50 km in elettrico puro in un percorso misto e fino a 75 km in città. Si ricarica in 5 ore a casa e in tre ore con una presa da 22 kWh, a tutti i tipi di colonnine. Disponibile in due allestimenti: Business e R.S. Line, a 36.400 e 39.150 euro.

PUNTI DI FORZA DEL RESTYLING

Tra i punti forza della 4a generazione (7 milioni di auto vendute dal 1995), ecco un “super” bagagliaio da 308 litri. Anche gli interni sono rivisitati: la consolle centrale ha un “tablet” verticale da 9,3 pollici touchscreen. I sedili sono avvolgenti e il poggiatesta è integrato nell’allestimento R.S.Line, per quel tocco di sportività accentuato dalle impunture rosse sui sedili e dalla pedaliera in alluminio. Senza dimenticare il volante in pelle e lo specchietto retrovisore fotocromatico e senza cornice.

PROVATA PER VOI

Renault Megane è disponibile anche con le motorizzazioni tradizionali: benzina 1300 da 140 CV e diesel 1500 da 115 CV, ma è il plug in hybrid oggi a catturare l’attenzione dei parchi auto aziendali. Ecco che il motore a 4 cilindri da 1,6l e 160 CV è supportato da una batteria più grande (da 10,4 kWh) rispetto a Megane Sporter e Captur, già disponibili con la medesima motorizzazione Phev. In più ci sono due motori elettrici e una trasmissione “smart” capace di sfruttare entrambe le fonti ti energia. L’abbiamo provata a Milano in un test drive fino a Vigevano, su assi stradali di intenso traffico scorrevole, ma anche in zone Ztl. Il feeling? Una guida brillante per una vettura compatta, che nelle flotte incontra la scelta del middle management amante di una 5

porte al passo con i tempi. Non ci si deve aspettare un piglio fortemente sportivo, nelle prestazioni. Ma apprezzare la sicurezza di un pacchetto di Adas di serie piuttosto convincente: il sistema di assistenza alla guida regola la velocità per mantenere la distanza di sicurezza e la traiettoria, frenata e ripartenza incluse. In caso di rallentamenti improvvisi, interviene per fermare completamente l’auto. Non mancano il rilevatore di stanchezza e di veicoli nell’area posteriore, la frenata d’emergenza attiva con riconoscimento dei pedoni, il sensore dell’angolo morto. Utile la funzione E-Save che limita l’utilizzo del motore elettrico. Così da mantenere una riserva di ricarica (minimo il 40% di batteria) per entrare nelle aree a traffico limitato.

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Dai una marcia in più al tuo business grazie a soluzioni uniche ed innovative. Alphabet contribuisce al successo della tua azienda con soluzioni di mobilità per lunghi e brevi periodi, flessibili, sostenibili e pensate su misura, in grado di rispondere alle tue esigenze e di ottimizzare il tuo budget. Ti supportiamo nell'elettrificazione della flotta, nell'introduzione del CarSharing aziendale, nell'adozione di strumenti che facilitano la gestione della mobilità dei tuoi collaboratori.

BUSINESS WOMEN SI DIVENTA

Intervista a Linda Jackson, Ceo di Peugeot nella costellazione Stellantis che alle donne dice: «Mostrate le vostre capacità e superate la comfort zone». Nella consapevolezza che il genere non fa la differenza

di Ilaria Salzano

LA NUOVA BRAND IDENTITY DI PEUGEOT 2021

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Cambio di poltrona per Linda Jackson: una nuova sfida per la manager inglese, che dopo aver riposizionato il marchio e aumentato le vendite di Citroën, trasformando totalmente il brand, ora cambia divisa e passa a Peugeot, alla luce dell’ingresso del “Leone” nel mondo Stellantis. Un grande cambiamento per la Ceo, che abbiamo voluto approfondire tête-à-tête, incontrandola virtualmente, a qualche mese dall’incarico. Dopo 40 anni di carriera alle spalle, mettersi alla prova per lei rimane una questione di regole e di “comfort zone” da superare. Il gender non cambia le cose: è solo un modo per “spostare” i riflettori. In cosa è cruciale la sua expertise per il brand? In Peugeot sto vivendo una nuova esperienza rispetto a prima: ho trovato un marchio “sano”, dove già stanno accadendo cose molto emozionanti. Il futuro qui sarà giocato su due fronti. Oltre che l’elettrificazione delle vetture (con il 70% della gamma quest’anno e il 100% entro il 2025, ndr), strategico sarà il processo di sviluppo del brand all’estero: l’80% delle vendite Peugeot è in Europa. Crediamo ci siano anche altre regioni in cui consolidarci: il Sud America

e l’Africa orientale, ad esempio. Stiamo sviluppando un pick-up proprio per questo. Quello che ho imparato in Francia con Citroën è che al cuore della vendita c’è la customer experience, e questo è anche “internazionalizzazione”. Parlando a lungo termine, quali sono le tendenze automotive da tenere sott’occhio? Dapprima l’elettrificazione. Ora siamo solo all’inizio. Il nostro gruppo creerà nuove piattaforme per incidere sull’aumento dell’autonomia; poi, come detto, centrale sarà la customer experience: bisogna differenziare il più possibile l’esperienza di vendita identificando il cliente con il brand. Infine, la commercializzazione online e la ricerca digitale: la pandemia ha accelerato dei grandi trend e si sta sviluppando tutto questo. Rispetto al leasing, al renting e al noleggio al minuto...? Noi siamo fornitori di mobilità proprio perché dalla vendita al leasing e al noleggio, ci possiamo muovere a 360 gradi. Non creiamo solo auto, diamo tutte le opzioni di cui i professionisti e i privati hanno bisogno: “Il potere di scelta”. Anche il binomio “donne e Peugeot”, quindi, sarà più stretto? Non so mai come rispondere a questa domanda. A chi mi chiede cosa cambierà adesso, con a capo di Peugeot una donna, dico che a fare la differenza non sarà il gender. Non mi considero una donna che guida l’azienda, ma una persona. Lo faccio nel migliore dei modi. Non ci sono molte donne a questo livello e quindi si viene notati. Non è una risposta politicamente corretta, ma questo è quanto. Un consiglio per chi sta tentando la carriera nel settore? Mettersi in mostra, mostrare le proprie capacità. Le donne in questo sono molto brave. Le incoraggio a farlo in questa industria: rispetto a 40 anni fa ci sono molte cose che stanno succedendo e velocemente; le esperienze sono centrate sul cliente, sfidanti, puntate sulla digitalizzazione, sull’ingegneria, sull’elettronica. Si deve lavorare molto, certamente. Ma questo avviene in ogni comparto. Gender equity e gender equality: cosa significano per Linda Jackson? Per me qualsiasi cosa dovrebbe essere possibile per chiunque. Bisognerebbe incoraggiare tutti i generi e le diversità: è questo che crea valore. In Stellantis abbiamo 14 marchi: questo significherà culture diverse per creare equilibrio e forza. In Peugeot vorrei dare il benvenuto a tutti i generi e ovviamente alle donne. Sarò chiara: non sono amante delle quote rosa, tifo per le migliori persone in ogni posizione. Dal Premio Marisa Bellisario, al WOW assegnato dalle giurate del Women’s World

UNA DONNA CHE AMA IL FUTURO DELLA MOBILITÀ

Dal Regno Unito alla Francia, Linda Jackson ha costruito una solida esperienza nell’automotive, in particolare in ruoli di finanza e commerciali. Entra giovanissima in Jaguar come contabile, grazie a uno zio che vi lavorava. Da studentessa lavoratrice continua in MG Rover Group, che la supporta nel percorso universitario con un programma ad hoc. Ne diventa AD e direttrice finanziaria europea nei primi Anni Duemila. Nel 2005 entra nel Gruppo PSA occupando diverse posizioni di responsabilità, finché nel 2014 assume l’incarico di Ceo, prima donna inglese e terza in assoluto a capo di una importante azienda automobilistica. Nel gennaio 2020, viene incaricata di guidare lo sviluppo del portafoglio dei brand mainstream, per chiarire e garantire la differenziazione di questi marchi. Quest’anno, il passaggio dal Double Chevron al marchio del Leone, nell’era Stellantis. Nella short bio su Twitter si descrive così: «Donna britannica che lavora per un marchio francese in un gruppo internazionale. Appassionata del futuro della mobilità e di persone che la pensano allo stesso modo».

Car Of The Year, lei è un modello di competenza, determinazione e volontà: una delle poche donne affermate e seguita dalle nuove generazioni. Qual è il segreto? Penso che ci siano tre elementi chiave per avere successo in questo settore: avere credibilità, ottenere risultati, possedere capacità di convincere le persone. Se sai gestire questi elementi con un lavoro sostenuto, perché non dovresti avere successo? Ovviamente, bisogna credere in sé stessi e rischiare. Rimanere nella propria comfort zone è facile e per tutti.

CON L’ARRIVO DI NUOVA 308, DAL 2021 IL 70% DEI MODELLI PEUGEOT È ELETTRIFICATO

EPPUR SI NOLEGGIA EPPUR SI NOLEGGIA

SEGUENDO L’ESEMPIO DI QUANTO FATTO A ROMA LO SCORSO SEGUENDO L’ESEMPIO DI QUANTO FATTO A ROMA LO SCORSO DICEMBRE, LA GIUNTA COMUNALE DI TORINO HA PREVISTO DICEMBRE, LA GIUNTA COMUNALE DI TORINO HA PREVISTO L’ABOLIZIONE DEL PAGAMENTO DEL CANONE AI GESTORI DI CAR L’ABOLIZIONE DEL PAGAMENTO DEL CANONE AI GESTORI DI CAR SHARING PER IL PRIMO ANNO DI SERVIZIO SHARING PER IL PRIMO ANNO DI SERVIZIO

Come hanno superato l’anno più difficile di sempre le diverse forme di mobilità ondemand? Reinventandosi e tracciando la via per servizi che si realizzeranno sull’utilizzo e sulla profilazione del driver

di Alessandro Palumbo I

Il Rapporto Aniasa 2021 mostra un settore della mobilità che ha saputo reinventarsi e non soccombere al crollo della domanda su tutti i fronti. La flotta in noleggio a lungo termine è arrivata a fine 2020 a quasi 1 milione di veicoli, in crescita del 2,4% rispetto al 2019, generando una lieve riduzione di fatturato (-0,3%). La tenuta del long rent dipende dalla sua particolare struttura “fisica”, costituita da un servizio vitale per la mobilità aziendale, che ha continuato sempre a fatturare. Al contrario, il noleggio a breve termine e il car sharing sono stati colpiti duramente dai lockdown per via del crollo del business travel e del turismo. Ma anch’essi hanno saputo reinventarsi e attendere

pazientemente la ripresa. Vediamo i punti salienti dell’Osservatorio, riflettendo sulle tendenze con alcuni rappresentanti del comparto.

collaBorazione sTreTTa coniforniTori

Nel 2020 e nei primi mesi del 2021 c’è stata una forte collaborazione tra fornitori e aziende clienti, che si è sostanziata nella progettazione di soluzioni relative alla definizione o ri-definizione dei parametri contrattuali. «La pandemia ha inciso sulla mobilità aziendale e le esigenze delle flotte sono cambiate –commenta Paolo Ghinolfi, amministratore delegato di Sifà –: ecco che in questa prima parte del 2021 si è preferito prolungare quanto più possibile gli accordi, sia per noi che per i nostri clienti, dilazionando il pagamento per avere un momentaneo sollievo oppure estendendo contratti in essere. Per quanto riguarda le opzioni di durata/chilometraggio, abbiamo monitorato il profilo dell’utilizzatore e la sua effettiva modalità di impiego del mezzo, così da riadattare il contratto in modo flessibile sulle reali necessità, grazie al nostro ufficio sempre attento».

la floTTa fluTTua

I segnali che arrivano dall’economia sono molto positivi, con alcuni distretti produttivi già oltre la crisi. Lo evidenzia Alberto Viano, AD di Leaseplan Italia: «Da questa fase di forte ripresa, emerge la richiesta di servizi di noleggio flessibili per una nuova forma di mobilità. Il noleggio a medio termine di Leaseplan, ad esempio, propone tre gruppi di

numero veicoli in noleggio a lungo Termine

546.000 585.000 674.000 746.000 808.000 912.000 934.000

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Fonte Aniasa

auto tra cui scegliere, un canone vantaggioso che si inizia a pagare dopo due mesi, chiusura del contratto sempre possibile senza vincoli di durata e con il chilometraggio illimitato compreso nel canone, sia per auto che veicoli commerciali. In un momento di difficile pianificazione del business, queste soluzioni, che fanno di convenienza e flessibilità il proprio focus, vanno incontro alle esigenze di liberi professionisti, ditte individuali, piccoli e medi imprenditori con l’esigenza di ripartire con rapidità e senza pensieri».

TargeT corporaTe per il nBT

In assenza di turisti, i noleggiatori a breve termine hanno perso 640 milioni di euro (-52%) nel 2020. Ma non sono stati fermi a piangersi addosso. Hanno strizzato l’occhio e noleggiato le vetture al target corporate che, fino ad allora, avevano sollecitato con il contagocce, perché meno profittevole rispetto a quello dei

canone medio mensile nlT

512 €

509 €

477 €

2018 2019 2020

disposiTivi TelemaTici floTTa noleggio a lungo Termine

570.000 705.000 795.000 840.000 900.000

118.000 190.000 260.000 372.000

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 stima 2021 stima 2022

Fonte Aniasa

privati. «Per Hertz, la clientela business è un segmento interessante e, per soddisfare le sue richieste, abbiamo lavorato da un lato nella messa a punto di formule che prediligessero la flessibilità, come Hertz Minilease, un prodotto che consente di noleggiare un’auto o un furgone con un contratto della durata minima di 28 giorni rinnovabili di mese in mese –dichiara Massimiliano Archiapatti, AD di Hertz Italia –; dall’altro abbiamo investito importanti risorse sulla flotta di veicoli professionali e commerciali con allestimenti speciali, come ad esempio i veicoli commerciali refrigerati, che grazie a specifiche omologazioni possono garantire la catena del freddo. Inoltre, abbiamo risposto alla crescente richiesta di sicurezza e tranquillità con Gold Standard Clean, il protocollo per la sanitizzazione della flotta».

car “camaleonTe” sharing

Se sei rigido, il Covid ti spezza. Equesto non è accaduto alle società di car sharing che hanno erogato nel 2020 sei milioni di noleggi a fronte dei 13 milioni del 2010. Per non affondare, le strutture più grandi hanno rivolto il focus alle attività d’affari e meno al comparto leisure, con utilizzi più orientati verso la periferia piuttosto che al centro, e distribuiti in modo più uniforme nell’arco della giornata rispetto agli anni precedenti, quando si concentravano soprattutto nelle classiche ore di punta. Secondo Enjoy «la reazione all’emergenza sanitaria è stata rapida: ci siamo adattati al nuovo contesto con noleggi più lunghi e un’offerta business. Nell’estate 2020 abbiamo introdotto nuove tariffe giornaliere che vanno da uno a quindici giorni consecutivi di noleggio. E nel 2021 abbiamo avviato lo sviluppo di un’offerta a supporto del welfare aziendale. Da marzo, abbiamo dotato tutti iveicoli di un dispositivo automatico che consente la sanificazione dell’abitacolo al termine di ogni noleggio e nello stesso periodo abbiamo rinnovato oltre il 50% della flotta con l’introduzione delle nuove Fiat 500 a motorizzazione ibrida».

Transizione allaspina: canoni favorevoli

Nel 2020, il 38% delle vetture plug in e delle elettriche è stato immatricolato dal canale del noleggio. Grazie alle condizioni favorevoli per l’approvvigionamento dei veicoli e alla possibilità di giocare sul valore residuo, i noleggiatori riescono ad offrire alle aziende un canone simile a quello delle vetture termiche. A proposito del total cost of usership, secondo Štefan Majtán, DG di Arval Italia, “i veicoli elettrici e plug in si dimostrano nel complesso più convenienti rispetto alle vetture con motorizzazioni termiche per diversi fattori. In primis, per la spesa relativa al carburante: per le vetture alla spina, se la ricarica viene effettuata in prevalenza con tariffa domestica, il vantaggio è significativo. Inoltre, la manutenzione per i veicoli elettrici può rivelarsi più facile in virtù del numero limitato di componenti mobili e fluidi da sostituire. Batteria, motore elettrico e i vari dispositivi elettronici richiedono poca manutenzione periodica. Infine, esistono altri vantaggi come l’esenzione del pagamento del bollo per 5 anni per i veicoli full electric, nonché la possibilità di ingresso gratuito nelle Ztl e di parcheggio senza costi aggiuntivi negli stalli a pagamento in molti centri urbani».

valuTare l’uTilizzo

Tuttavia, un più consistente switch delle aziende alle vetture alla spina deve passare attraverso una precisa valutazione degli utilizzi dei driver. Secondo Fabio Saiu, director Leasing & Rental Europe di Geotab, «la transizione energetica ha una

sua valutazione obbligata: i mobility manager non possono fare scelte strategiche aziendali basate su tendenze e opinioni, bensì su attente analisi. Considerando anche le voci sulla gestione finanziaria e operativa, si delinea un profilo di utilizzo a tutto tondo, confrontabile poi con altrettanti profili che includano anche veicoli elettrici o ibridi. Attraverso piattaforme e dispositivi telematici all’avanguardia come quelli di Geotab, queste metriche vengono fornite puntualmente, permettendo comparazioni e approfondimenti».

moBiliTà adpersonam

Il pay off “Un’auto, un driver” esprime bene il concetto della personalizzazione come Dna del noleggio a lungo termine. Ma è corretto solo a metà. Sarebbe meglio: “Un driver, un servizio”. Non è detto, infatti, che il sistema del noleggio debba riguardare rigorosamente una vettura. Oggi le aziende si stanno interrogando se continuare sulla strada dell’auto assegnata oppure solcare territori nuovi. Ma a parte gli approcci e le visioni, gli strumenti utili devono essere due: i dati della mobilità degli individui aziendali e i sistemi per elaborare, sintetizzare e interpretare gli stessi. Secondo Nicola Veratelli, Group Ceo di Octo Telematics, «la mobilità connessa impatta e impatterà radicalmente sulla società e contribuirà in modo sostanziale sulle nostre abitudini. Uno dei fattori di maggior cambiamento per i fleet manager riguarda la disponibilità di soluzioni tecnologiche aperte all’integrazione, alla gestione e all’elaborazione dei dati che siano in grado di profilare l’utilizzo del veicolo rispetto al profilo del conducente, per una maggiore efficienza, sicurezza e disponibilità di nuovi modelli di business». In questo contesto, Octo propone prodotti e servizi che differenziano le informazioni di veicoli e persone.

driver e veicolo piùinTegraTi

Ad oggi il 70% della flotta in noleggio a lungo termine ha a bordo un sistema di collegamento telematico. Con la telematica nativa a bordo, il percorso di sviluppo subirà una nuova accelerazione. «Negli ultimi anni – commenta Alberto Di Mase, country marketing manager di Verizon Connect Italia – abbiamo assistito a un netto miglioramento delle soluzioni di telematica dedicate alla sicurezza. Tecnologie come AI e 5G saranno sempre più importanti per garantire un collegamento in real time fra cabina di controllo, veicoli e driver. Si sta lavorando per includere queste tecnologie nellepiattaforme di fleet management e anche come telematica nativa a bordo dei mezzi, per assicurare una maggiore integrazione tra veicolo e conducente, nonché più sicurezza ed efficienza».

immaTricolazioni eleTTrificaTe del noleggio

n 2019 n 2020

+77%

36.555

+300%

10.518 +197%

11.985

2.627 4.032

Ibride elettriche plug-in (PHEV-REx) Elettriche (BEV) 20.618

Ibride elettriche (HEV)

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