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Buono a sapersi Jesus Christ

EMOZIONA LA PIÙ AMATA OPERA ROCK

Jesus Christ contro la guerra

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Dal Teatro Sistina di Roma, dove ha debuttato nel periodo pasquale, è partito il nuovo tour di “Jesus Christ Superstar”, l’amato e longevo musical, che sarà in scena nei principali teatri fino a giugno. L’edizione italiana - che è una delle più apprezzate a livello mondiale - è stata attualizzata, rendendo più vivo il messaggio universale di speranza, dialogo e spiritualità che ha sempre espresso questa straordinaria opera rock. Carismatico protagonista è ancora la star statunitense Ted Neeley, il celebre Gesù dello storico film del 1973, accanto al grande artista Frankie hi-nrg mc, al suo straordinario esordio nel ruolo di Erode, per la prima volta in versione hip hop. Momento intenso è quello delle 39 frustate a Gesù, comandate da Pilato, e scandite da altrettante foto di martiri e tragedie, tra cui anche quelle del conflitto bellico in Ucraina. Ma la grande novità dell’edizione di quest’anno è la presenza del mezzo soprano ucraino Sofiia Chaika, che in tutta l’opera interpreta Maria Maddalena, e del soprano russo Anna Koshkina, anche lei nei panni dello stesso personaggio. Le due artiste cantano assieme, con le bandiere dei loro Paesi sulle spalle, “Could We Start Again, Please?”, brano scritto dagli autori dell’opera rock Lloyd Webber e Tim Rice nel 1970 (il cui titolo significa “Potremmo ricominciare daccapo, per favore?). È, indubbiamente, uno dei momenti più emozionanti e simbolici dello spettacolo. “L’unico modo che abbiamo in questo momento per testimoniare fortemente la forza dell’arte, della musica, del teatro, della cultura è - osserva il regista Massimo Romeo Piparo - quello di lanciare messaggi e segnali che, inequivocabilmente, diano l’impronta di ciò che la cultura dovrebbe fare sempre: unire”.

g A ROMA IL CONCERTO DELLA PACE

Festival a Roma, nella Settimana Santa, a cura di Enrico Castiglione. Particolarmente toccante il concerto di Pasqua, presso la Basilica di Sant’Andrea della Valle, diretto dal Maestro Stefano Sovrani e che ha visto suonare assieme orchestrali ucraini e russi. Il canto dei soprano ucraini Eva Dorofeeva e Kateryna Chebotova (la cui famiglia ha trovato recentemente rifugio in Italia dalla guerra) si è suggestivamente unito a quello del mezzosoprano russo Liudmilla Schiavotti.

FESTIVAL DE LA CHANSON ITALIENNE

Note d’autore a Parigi

AParigi, dal 12 al 14 maggio, si tiene la prima edizione del Festival “Canzoni & Parole”, dedicato alla canzone d’autore italiana. L’ha fortemente voluto il suo direttore artistico Rambaldo degli Azzoni Avogadro, che è anche il patron della label StoriediNote.fr, che ha sede proprio in Francia. La manifestazione sul cantautorato italiano nella terra degli chansonniers è stata accuratamente predisposta dagli organizzatori, che hanno lavorato ad un progetto didattico preparatorio, portato avanti da professori e studenti di italiano di 11 classi di licei e scuole medie di Parigi, incentrato sulle figure degli artisti e sui contenuti delle loro canzoni. In programma un cast di musicisti d’eccellenza, provenienti da gran parte dello Stivale: Giua e Max Manfredi (v. pag.66, ndr) da Genova, Erica Mou da Bari, Edoardo De Angelis da Roma, Gigi Marras da Cagliari, Erica Boschiero dalle Dolomiti venete, Peppe Voltarelli calabrese da Firenze, Giorgia Zangrossi da Torino, Mirco Menna da Bologna, Paolo Capodacqua dall’Abruzzo e Marco Rovelli dalla Toscana. Il Festival è dedicato a Claudio Lolli, il cantautore bolognese di culto scomparso nel 2018, a 68 anni, poco dopo l’uscita del suo ultimo, bellissimo disco, “Il grande freddo”. Per ricordarlo sono in programma la presentazione del libro a lui dedicato da Marco Rovelli, “Siamo noi a far ricca la terra” (Edizioni Minimum Fax) ed un recital di letture e canzoni dello stesso Rovelli e di Paolo Capodacqua (che hanno a lungo collaborato con il cantautore); in evidenza pure la proiezione dell’appassionato docufilm “Claudio Lolli: salvarsi la vita con la musica”, realizzato vent’anni fa da Salvo Manzone.

g LE POLIFONIE PRIMITIVE DI CIVIDALE

L’inesplorato mondo sonoro medievale svela tutto il suo fascino con il progetto “Canamus cum modulo. I discanti di Cividale” (Edizioni Nota, book+CD), a cura della Schola Aquileiensis, diretta dal musicologo e teologo Gilberto Pressacco. Per la prima volta sono state proposte, in un’accurata esecuzione filologica, tutte le 12 polifonie primitive (i discanti) di Cividale del Friuli, trascritte in 10 codici e raccolte in un manoscritto conservato presso il Museo Archeologico.

FATALE MAX MANFREDI

Narratore di vita

Max Manfredi, cantautore sensibile e alchemico, pubblica il suo settimo album “Il grido della fata” (Maremmano Records). Il titolo, del CD e della title track, si rifà al componimento “Il diseredato” del poeta francese Gerard De Nerval. Simbolica e rivelatrice l’immagine di copertina di Renzo Chiesa che ritrae l’occhio di Manfredi che si affaccia da una fessura, squarciando le tenebre. In tal senso anche il testo della title track: “Tutto si sporge in punta di piedi per vedere più in alto, come fanno i bambini, come fanno le cattedrali”; il grido del-

Coprifuoco

“Buonanotte a tutte le candele che tremano in questo coprifuoco” la fata forse è il manifesto della poetica dell’artista, che sa essere narratore di vita. Nelle sue canzoni la parola è centrale e nevralgica: è carme, narrazione, riscontro. Il titolo del brano

“Nasi Goreng” è un richiamo alla cucina indonesiana; la canzone però parla di guerra e si riferisce in particolare alla battaglia di Singapore del 1942, con i giapponesi che sconfissero i soldati britannici. Il verso finale, “conto salato, conto saldato” - pensando pure al conflitto attuale in Ucraina - fa ancor più rabbrividire. Dietro i giochi di parole, sporgendosi a guardare più in alto, si possono scoprire amare verità, che vanno anche al di là dell’ispirazione. Veri macigni sul petto.

L’OPERA DI TADAYON

Poesia persiana

Con “Non siamo Sufi” (book+CD di Squilibri Editore) Pejman Tadayon - valente cantante e pittore iraniano, ma giunto in Italia sin da piccolo - rende omaggio alla sua stessa formazione, con la trasposizione in musica di alcune poesie di quattro grandi mistici persiani come Rumi, Omar Khayyam, Hafez e Saadi; le musiche sono eseguite con gli strumenti dell’epoca (oud, ney, saz, santur, daf, kamancheh, viola da gamba) in modo da rievocare le sonorità più pertinenti ai versi cantati in farsi, che è la lingua antica (tradotti in italiano nel pocket per facilitarne la comprensione); va sottolineato però che le composizioni musicali, le scelte armoniche e ritmiche, si situano in una dimensione contemporanea (ed anche occidentale) per quanto radicata sulla tradizione. Il libro che approfondisce la poesia, la musica antica e moderna allo stesso tempo, i suoi quadri (riprodotti nel book) rendono quest’opera un’affascinante e particolarissima immersione sensoriale a tutto tondo nel misticismo.

Parlami di me

In “Parlami di me” (Egea Records) Cristina Zavalloni con il ClaraEnsemble rende onore a Nino Rota, l’immenso visionario del suono per immagini. Dalle sue sterminate e straordinarie colonne sonore, Zavalloni, artista di caratura internazionale, ha scelto dieci canzoni che sono incardinate nella memoria popolare. Oltre tutto ci ricordano le intense collaborazioni di Rota con Fellini, Visconti, Wertmüller, Zeffirelli. Si va da “Viva la pappa col pomodoro” (dal Giornalino di Giamburrasca della Wertmüller) al “Valzer del Commiato” (dal Gattopardo di Visconti), alla title track (da Amarcord di Fellini, il cui testo è del grande Antonio Amurri). Ed è pure un omaggio a magiche figure femminili del grande schermo. Magistrale l’interpretazione dell’interprete che, ottimamente supportata dal ClaraEnsemble, è capace di muoversi su più registri stilistici e dare, alle canzoni proposte, una ispirata veste classicheggiante. Ad impreziosire il tutto il brano scritto dalla stessa Zavalloni, “Prova Tu”.

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