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I BAMBINI DI DOMANI, LE «DOLCI ATTESE» DI OGGI
- a cura di Dott.ssa Flavia Bernardi -
Quando si vuole parlare di bambini, bisogna parlare anche dei loro genitori e cercare di avere cura di entrambi. Per questo oggi faro, come Pedagogista che lavora con le famiglie, un passo indietro e parlerò di gravidanza e di come sia fondamentale partire da questo particolare momento se vogliamo prenderci cura delle prossime generazioni. Ma come pensarci? Come la società può interrogarsi sulla gravidanza come fattore individuale oltre che sociale? Le ricerche evidenziano come il periodo della gravidanza sia un momento denso di emozioni, durante il quale gli sbalzi d’umore sono frequenti, aspetto che si può accentuare dopo il parto; per questo pensare e creare dei luoghi ad hoc tra donne in attesa, dove non solo si possano esplicitare le fatiche ma anche e soprattutto condividere il proprio percorso con chi sta attraversando una fase simile, contribuisce a fornire sollievo ed allo stesso tempo agisce in maniera preventiva rispetto a possibili sviluppi patologici. In particolare, la perinatalità psichica si colloca in una prospettiva più ampia che implica aspetti neurobiologici, intrapsichici, relazionali, sociali e transgenerazionali; infatti, a cominciare dalle prime settimane del concepimento, la mente del futuro nascituro inizia a prendere forma, influenzando la sua vita futura. Da qui l’importanza di dare voce a questo particolare momento, alla perinatalità, adottando uno sguardo di cura ma anche di prevenzione non solo individuale ma globale. Lo stesso J. Bowlby scriveva più di trent’anni fa: “L’esperienza ci dimostra che un valido aiuto fornito ai genitori nei mesi critici prima e dopo la nascita di un figlio e durante i suoi primi anni di vita può fare molto per aiutarli a sviluppare questa affettuosa e comprensiva relazione col bambino che pressoché tutti loro desiderano. Un aiuto relativamente piccolo, se competente e fornito al momento giusto, può servire a molto.” Il tempo della gravidanza si presenta quindi come un momento sospeso, in cui è necessario cambiare ritmo e passo per permettere al corpo e alla mente di poter definire il nuovo ruolo che si va creando, difatti prendendo in prestito le parole della pedagogista Lori: “Il venire al mondo (e il mettere al mondo) è vissuto ogni volta come un evento unico, eccezionale e irripetibile, che irrompe nell’ordinario dei giorni, modificando per sempre la fisionomia delle relazioni e le biografie personali”. In quest’ottica è importante pensare di valorizzare e guadagnare il tempo dell’attesa, non solo per i futuri genitori ma anche per la società stessa: valorizzare questo momento, significa lavorare sul presente e contemporaneamente per un futuro più attento.
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