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LIMERICK SUI PROF. DI VEZZANO
A Vezzano c’è la prof.ssa Picciati Che in geografia scrive dei dati spiega,interroga,scherza, ma in storia siamo rimasti in terza.
Quella impegnata prof.ssaPicciati
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Leonardo Nizzoli
A Vezzano c' è la prof.ssa Poli che ci fa fare molti assoli: suonare cantare con precisione così che la musica diventi passione.
E' molto precisa la prof.ssa Poli!
Tommaso Medici
A Vezzano c'è la Giuly, che dà sempre molti aiuti, lei è molto paziente, ed è brava a far l' assistente Quanto è attiva la Giuly!
A Vezzano c'è il prof Costi che ci vuol fare arrivare ai primi posti. La campestre abbiamo fatto, io son quasi morto ma soddisfatto. Grande persona il prof.Costi.
Nava Dominic
A Vezzano c’è la prof.ssa Gelato, che spiega le potenze al cubo e al quadrato, Addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni.
È incredibile la prof .ssa Gelato!
Francesco C.
A Vezzano c'è il prof. Macca che non batte mai la fiacca: corre, spiega e porta pazienza, mal sopporta la nostra inefficienza. E' troppo dinamico il prof. Macca!
A Vezzano c’è la prof.ssa Triani che legge a noi tanti brani. Epica, grammatica e scrittura, questa è la sua bravura! Quanto è sapiente la prof.ssa Triani!
Luca
Un giorno in una foresta piena di animali, si trasferì un toro, molto brontolone e arrogante che si credeva il capo di tutti. Camminò per tanto tempo e finalmente trovò una caverna, però gli mancava il cibo; perciò andò a chiederlo ai suoi vicini. Quando uscì vide una piccola tana da cui saltò fuori un coniglietto con il PAPILLON e il toro si diresse verso di lui.
Il toro esclamò: “Dammi delle carote piccolo papillon!”. Il coniglietto rispose: “Dimmi prima la parolina magica”. Il toro ribatté: “COSA?! HO DETTO DAMMI LE CAROTE!”
Il coniglio a quelle parole si offese e tornò dentro. Il toro arrabbiato se ne andò allo stagno per dissetarsi, ma con il muso grosso che aveva non riusciva a bere. Imbronciato alzò la testa e vide un pesciolino, egli comandò: “PORTAMI SUBITO DELL’ACQUA!!”
Il pesciolino dal carattere sensibile si mise a piangere e nuotò via. Il toro tra sé e sé si disse: “CHE AVRÒ MAI DETTO!?”. Annoiato e affamato si mise a vagare per i boschi scontrandosi contro una giraffa. Prima di discutere a brontolare, pensò agli errori del passato e gli chiese con gentilezza: ”Potrebbe passarmi delle foglie signora giraffa?” E lei gli accennò: “Dimmi prima la parola magica.....” Il toro ci pensò un po’ e contento le rispose: ”PER FAVORE!!....”
A quel punto la giraffa gli diede un mazzo di foglie. Quindi lui capì che con l’educazione e la gentilezza si ottiene tutto.
MATTIA – GIULIA – ANITA 1B
Il Ghiro E Il Leopardo
Un giorno un ghiro di nome Pino stava dormendo. Un leopardo di nome Asco passò di lì, lo vide dormire e lo prese in giro dicendogli: “Ah,ah pigrone! Sei sempre lì a non fare nulla”.
Il ghiro si svegliò ed esclamò: “Lasciami dormire! Ho sonno! Perché sei venuto a disturbarmi?”. Il leopardo disse: “Sono venuto per dirti che sei un pigrone e per umiliarti davanti a tutti! Ti voglio sfidare ad una gara di velocità. Ti do una settimana per allenarti”. Il ghiro accettò subito perché pensava di non essere inferiore al leopardo. In quella settimana il ghiro non dormì mai e si allenò duramente. Invece il leopardo, che era certo di vincere, non si allenò. Durante questa settimana il ghiro pensò che allenandosi poteva vincere. Visto che si era allenato era diventato più veloce. Asco cercò in tutti i modi di impaurirlo prendendolo in giro e vantandosi della sua velocità e ce la fece.
Dopo poco iniziò la gara. Il leopardo partì velocissimo e si distaccò dal ghiro. Il leopardo si fermò davanti al traguardo per fare un riposino perché era stanco e perché si era distaccato da Pino. Mentre il leopardo stava dormendo il ghiro gli passò davanti e vinse la gara. Vinse solo perché si era allenato duramente. Il leopardo si arrabbiò molto contro i ghiro. La morale della favola è: chi la dura la vince
LORENZO – MATHIAS – EMANUELE 1B
L’UMILE FILIBERTO ED IL RICCO PRESUNTUOSO FERDINANDO
Un giorno la ricca orca Ferdinando, mentre faceva una passeggiata lungo l’Oceano
Pacifico, notò un povero, gentile ed umile pesce, Bob, che aiutava tutti i pesci in difficoltà.
Ferdinando andò da lui ed esclamò: “Perché aiuti tutti e non pensi a farti dare dei soldi! Guardati sei brutto, povero e sporco, perché non pensi a trovare lavoro? Dopo tutto i soldi sono la cosa migliore del mondo!”. Il pesce Bob rispose: “Io sono vecchio, non riuscirei a lavorare quindi ho deciso di aiutare la gente bisognosa come me”.
Un pesce palla molto ricco che passava da quelle parti sentì le parole del pesce e si commosse. Così al pesce palla venne una brillante idea: dare un po’ del suo denaro all’umile pesce.
In seguito il pesce palla andò dal pesce Bob e gli disse: “Ciao, io sono Gennaro ho sentito quello che hai detto a Ferdinando perciò ho deciso di donarti un po’ dei miei soldi.”
Il pesce Bob sbalordito rispose: “Ciao, io sono Filiberto, sei la prima persona che mi fa un regalo del genere, non so come ringraziarti.”
Dopo 5 anni Filiberto riuscì a guadagnarsi da vivere ed un giorno incontrò il ricco e presuntuoso Ferdinando. Filiberto gli chiese: “Perché sei qui tutto solo?”
L’orca rispose: “Nessuno mi vuole, tutti mi evitano. Fortunatamente mi rimangono ancora tutti i miei amati soldi.” Il pesce Bob esclamò: “Non capisci che il denaro non è tutto nella vita e che non è la cosa più importante? Guardami, io prima non avevo niente, ma per la mia gentilezza sono comunque riuscito a trovare la felicità!”.
Tempo fa in un paese lontano viveva un cane simpatico e socievole ma un po’ goffo.
Risultava simpatico a tutti per il suo bel carattere. Egli viveva in una fattoria con i suoi amici. Un giorno il contadino gli chiese di andare a badare il gregge. Mentre rincorreva il gregge andò a sbattere contro un gatto randagio nero con sfumature grigiastre e il pelo arruffato e sporco. Gli occhi del gatto riflettevano il suo carattere antipatico e vanitoso. Il gatto disse: “Perché sei venuto qui? Questo è il mio territorio!” Rispose in modo insolente: “Sto semplicemente badando al gregge”. L’altro in tono di sfida disse: “Se pensi di essere così simpatico e veloce, perché non fai una gara a ostacoli contro di me?”
Il cane era dubbioso sull’accettare o no perché sapevano che i gatti erano molto agili.
Dall’altra parte però, voleva dargli una lezione per quello che gli aveva detto. Dopo aver pensato decise di acconsentire.
Il giorno dopo ritrovò il gatto pronto a gareggiare. La pista su cuoi si sarebbe svolta la gara era piena di spettatori e, alla vista di quello scenario,il cane si sentì un po’ in ansia. Subito dopo si ritrovò a correre come un pazzo, però continuava a inciampare e sbattere la testa a destra e a sinistra. Invece di saltare gli ostacoli, ci andava a sbattere in pieno petto! Il gatto, invece, raggiunse quasi subito il traguardo lasciando il cane indietro che si sentì a disagio perché vuole che tutti lo considerano e diventò triste per la sconfitta. Tornò a casa piangendo. Essendo determinato decise di non abbattersi e cominciò ad allenarsi e ogni giorno che passava diventava sempre più bravo e agile.
Una settimana dopo, per caso, mentre tornava indietro dall’allenamento, incontrò il gatto che lo aveva umiliato e disse: “Adesso sono pronto! Rifacciamo un’altra sfida di corsa ad ostacoli!” Il gatto rispose : “Va bene , la faremo se vuoi essere umiliato una seconda volta”. Quella sera il cane si ripromise che questa volta avrebbe vinto.
La mattina seguente erano già pronti per gareggiare. La gara partì dopo lo sparo della pistola; questa volta il cane era determinato a vincere, il gatto al contrario non si era mai allenato ed era diventato più lento e grasso. Questa volta il cane riuscì a superare senza problemi tutti gli ostacoli e quando fu giunto al traguardo, il gatto era ancora lontano. Questa volta fu il gatto a essere umiliato dal pubblico e il cane disse ad alta voce: “SBAGLIANDO SI IMPARA!”
Su un territorio regnava un vecchio leone bianco che da parecchie notti non riusciva a dormire. Dopo una settimana si stancò e incolpò i cittadini del rumore. Un capibara molto ficcanaso indagò sull'insonnia del leone. Entrando nella camera del re scoprì che il rumore non proveniva dall'esterno; allora consigliò ad una guardia di prenotare una visita dall'otorino al più presto.
Il giorno dopo il re andò dall'otorino e dopo la visita il sovrano chiese all'otorino come stava. L'otorino disse: "Va tutto bene". Il re però non riusciva ancora a dormire.
Dato che il capibara faceva ance le pulizie scoprì che dentro al cuscino viveva una famiglia di cicale. Dato che il re era stato sgarbato sgarbato con i cittadini, venne cacciato dal regno e prese il suo posto il capibara.
La morale di questa favola è: "Chi a causa del suo mal, pianga se stesso"
LEA – BENEDETTA – LUCA 1B
Il Topo Jamal
Tanto tempo fa, in una giungla, c’era un topo di nome Jamal che andava in giro con la sua gang a prendere in giro altri animali, soprattutto Martino l’armadillo.
Un giorno Jamal iniziò a prendere in giro Martino l’armadillo ed anche la sua gang iniziò a prenderlo in giro.
Per questo motivo Jamal si arrabbiò molto e disse: “State zitti, sono io il capo qui! Voi siete solo la mia gang!”.
Dopo avere pronunciato queste parole la sua gang si arrabbiò molto, tutti andarono da re supremo della giungla per dirgli questo: “Sacro re Supremo, il nostro amico Jamal sta “bullizzando” la giungla. Potresti fare qualcosa per questo?”
E lui rispose: ”State tranquilli, adesso ci penso io!”
Quindi la gang, felice, tornò a casa e il topo venne cacciato dalla giungla. Morale: Chi semina vento, raccoglie tempesta.
Federico, Thomas e Samuele 1B
IL GATTO E IL PESCE D’ORO
In un giorno di sole, un gatto uscì da casa sua vantandosi di avere il pelo più bello di tutti gli altri gatti della città. Mentre camminava, credendo di essere il migliore, sulla sua strada trovò uno stagno con al suo interno un pesce dorato a cui disse: “Spostati, che devo andare in città. Ho impiegato un sacco di tempo a lucidarmi il pelo e voglio farmi invidiare da tutti!”. Allora il pesce irritato si mise da parte ed esclamò: “Vista la tua arroganza ti meriti una punizione!”
Il gatto lo ignorò e se ne andò per la sua strada. Dopo che la festa della città era finita, mentre il gatto tornava a casa, ripassò per lo stagno e si fermò a specchiarsi nell'acqua. A un certo punto però, sullo specchio dell’acqua apparve un bruttissimo gatto tutto spelacchiato! Improvvisamente il gatto realizzò che era lui! A quel punto sbucò dall’acqua il pesce che gli disse: “Data la tua maleducazione e la tua vanità, ti ho trasformato in un bruttissimo gatto e rimarrai così finché non capirai il tuo errore!”. A questo punto il pesce scomparve nel nulla senza lasciare al gatto il tempo di ribattere. In conclusione il gatto se ne tornò a casa con la coda spelacchiata fra le gambe. La morale di questa favola è: chi si loda si imbroda.
MATILDE – ALICE – ERIK 1B
Filosofia
Questo libro è molto carino, ti insegna come essere corretto nella vita: ti insegna ad amare te stesso e gli altri in modo equilibrato.

Le Nuotatrici

Questo film è basato su una storia vera, parla di due sorelle che scappano della guerra in Siria. Insegna il valore dell'amicizia e che puoi avverare qualunque sogno.
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