3 minute read

Manager italiani: pochi, ma dove ci sono aumentano profitti e inclusione

Rispetto ai maggiori partner

Imanager italiani sono circa il 3,6% del totale degli occupati nel 2021, percentuale che va al di sotto di altri principali paesi europei come Spagna, Germania e quasi la metà della Francia. Abbiamo quindi pochi manager, nonostante sia dimostrato che una loro maggiore presenza è correlata con aziende più profit- tevoli e inclusive. L’ultimo report dell’Osservatorio Terziario di Manageritalia, dal titolo “Focus su managerialità e imprese”, espone una panoramica sulla managerialità in Italia e la sua importanza per le imprese, facendo il punto anche su sesso, età anagrafica dei manager e settori economici di appartenenza.

L’analisi del report si focalizza sui manager (dirigenti e quadri) del settore privato. Solo i dati riferiti all’età, per necessità di utilizzare banche dati che permettano un confronto realistico a livello europeo, si riferiscono a manager del settore sia privato che pubblico. Vediamo alcuni highlight.

La struttura del segmento del mercato del lavoro riferita ai “manager” riflette la struttura demografica del Paese

Con il 53% dei manager di età superiore ai 50 anni, i manager italiani hanno un’età media simile a quella della Germania (circa il 50% over 50), ma sono mediamente più anziani rispetto a Francia e Spagna (circa il 45%). Una frazione ridotta dei manager italiani (meno del 10%) è composta da over 65.

Il gender gap in termini di numero di occupati è elevato per i manager di tutte le fasce d’età, anche se le donne tendono ad essere più giovani degli uomini alla data di incarico, suggerendo che il gap potrebbe ridursi in futuro. A livello geografico, nelle province del Nord si osserva una maggiore densità di occupati in posizioni manageriali e un gap tra manager uomini e donne mediamente equivalente tra Nord e Sud. Le aziende a più forte incidenza di manager sono maggiormente presenti nei comparti dei servizi. Nelle aziende di maggiori dimensioni, inoltre, i manager tendono ad essere responsabili per il coordinamento di un numero largamente maggiore di lavoratori. mercato

Una maggiore presenza di manager è correlata con aziende più profittevoli e inclusive

Un maggiore impiego dei manager è associato a una serie di risultati positivi, sia in termini di produttività del lavoro sia di ritorni sugli asset (Roa). Una spiegazione è riconducibile alla stretta relazione tra le capacità manageriali e il raggiungimento di maggiori quote di mercato. Tale connubio è fortemente rappresentato dalle imprese più produttive. Per

Variazione della performance aziendale correlata all’aumento della quota di manager

Per salario medio, produttività del lavoro e asset intangibili, un aumento di un punto percentuale nella percentuale di manager per dipendenti in un settore è associato con un aumento di 0,64% del salario medio, del 3,4% per la produttività del lavoro e di 0,84% per gli asset intangibili. I coefficienti delle variabili Roa e quota di mercato vanno interpretati come segue: un aumento di un punto percentuale nella percentuale di manager per dipendenti in un settore è associato con un aumento di 0,22 punti percentuali nel Roa medio e con un aumento di 0,65 punti percentuali nella quota di mercato media.

Fonte: elaborazioni Osservatorio del Terziario queste, si registra una più intensa correlazione positiva con tutti gli indicatori di performance considerati.

La connessione positiva tra managerialità, produttività del lavoro e asset intangibili è più forte dove è più alta la quota di manager donne.

Le competenze e la selezione dei manager italiani presentano margini di miglioramento

Secondo un sondaggio Ocse, i manager italiani riportano competenze complessive logico-matematiche e umanistiche inferiori alla media degli altri paesi, specialmente del Nord Europa, in particolare posizionandosi al quartultimo posto della distribuzione delle competenze umanisti- che degli oltre 40 paesi del sondaggio. Nelle competenze logicomatematiche, l’Italia si posiziona davanti a Usa, Spagna e Irlanda e non lontano dai livelli medi.

Tuttavia, analizzando le sole competenze che risultano essere più rilevanti, ossia quelle che incidono maggiormente sulle performance aziendali, il posizionamento dei manager italiani migliora molto, posizionandosi poco sotto la media della distribuzione del sondaggio, indicando sia lo spazio di miglioramento qualitativo sia la pragmaticità nello sviluppo delle proprie competenze.

Inoltre, i dati mostrano che in Italia la differenza di competenze tra manager e addetti meno qualificati è minore che negli altri paesi, suggerendo che ci siano margini di miglioramento sia nella formazione sia nella selezione dei manager italiani. Tale tendenza riguarda soprattutto le competenze più spiccatamente manageriali.

Osservatorio Del Terziario Manageritalia

L’Osservatorio del Terziario è promosso da Manageritalia. Per le attività di analisi e pubblicazioni si avvale di volta in volta di prestigiosi centri di ricerca ed esperti a livello nazionale e internazionale, alcuni dei quali compongono il comitato scientifico. Sviluppa analisi, ricerche, sondaggi, pubblicazioni, dibattiti, convegni sul terziario italiano, attraverso la valutazione dell’andamento dei suoi vari settori, con particolare enfasi sulle potenzialità che questi rappresentano per lo sviluppo sostenibile e la competitività del Paese.

Per saperne di più, vai a questo link, troverai anche la versione integrale dell’ultimo report “Focus su managerialità e imprese in Italia”: https://bit.ly/Osservatorio-Terziario-Manageritalia