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The end?

Le fine di un’epoca e l’inizio di un’altra

Ègià accaduto più e più volte in passato che per alcune innovazioni si urlasse “questa cosa cambierà tutto!”. Uno slogan banale in “salsa” Silicon Valley, con una buona dose di ottimismo naïf. Così è oggi per l’intelligenza artificiale, con il caso di ChatGPT al centro del dibattito. Questa cosa cambierà tutto? Probabilmente sì, ma occorre leggere con maggior attenzione quanto sta accadendo oggi attorno ad essa, così da comprenderla a fondo e interpretarla insieme alle tante altre innovazioni che a nostro avviso hanno il potenziale di ridisegnare radicalmente il futuro che ci attende.

Abbiamo condotto una documentata analisi delle innovazioni che negli anni 20 di questo secolo stanno giungendo a maturazione e convergenza, rivelando, quindi, “ciò che è visibile ma non visto”, come suggerisce il padre della strategia aziendale Peter Drucker, l’essenza di ciò che sia il futuro. Ne sono emerse sette discontinuità competitive che stanno maturando in questo decennio e hanno il potenziale di rivoluzionare completamente il modo di fare impresa, analogamente a quanto accaduto un secolo fa. La storia non si ripete, ma spesso il futuro fa rima col passato, come ci ha ammonito Mark Twain in un suo celebre aforisma. Ciò che è avvenuto nei “ruggenti anni 20” del secolo scorso ricorda i fattori in gioco negli anni 20 di questo seco- lo. Ora, come allora, siamo all’alba di una nuova epoca che ha il potenziale di rivoluzionare il prossimo futuro e che non è diretta conseguenza di nessuna specifica invenzione – nemmeno dell’intelligenza artificiale – quanto semmai della contemporanea maturazione di una serie di innovazioni che possono produrre non solo un progresso scientifico, ma anche e soprattutto un progresso economico e sociale.

<1> The end of average

Per quanto il concetto di “media” ci accompagni dal 1840, oggi sembra aver perso rilevanza: grazie alle nuove tecnologie e agli strumenti digitali, la disponibili-

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The end of doing

L’uso e la diffusione pervasiva di sensori e dispositivi, sempre più piccoli ed economici, connessi nel mondo dell’internet of everything e abilitati dalle nuove frontiere di artificial intelligence e machine learning, ci consentono tà – sconfinata, granulare, puntuale e in tempo reale – di dati e informazioni a nostra disposizione ci stimola e conduce alla realizzazione di prodotti e servizi per segmenti di mercato fatti da un solo individuo. Non solo abbiamo ampiamente superato l’idea di beni standard, tipica della produzione di massa del secolo scorso, ma l’uso combinato di tecnologie digitali e di dati personali rende oggi possibile avere prodotti e servizi disegnati sul singolo. Si pensi, ad esempio, a device come Shiseido Optune, capace di interpolare una serie di dati biometrici e puntuali in tempo reale per erogare ogni mattina una crema viso con un principio attivo diverso e su misura per il cliente. oggi di assegnare alle macchine lavori usuranti, ripetitivi e a basso lavoro aggiunto, ma anche semplici azioni quotidiane. Al supporto software offerto dalle app, si aggiunge quello hardware offerto dall’automazione e dalla robotica, dai device per la smart home alle auto a guida autonoma, dai cobot agli esoscheletri robotici. È l’alba di quella che è stata definita l’era dell’autonomia, in cui prodotti e servizi diventano autonomi dai loro utilizzatori, liberando tempo e risorse, accelerando processi, compensando assenza di expertise, fornendo nuove capacità o poteri, superando limiti e, persino, disabilità. Si pensi, tra i tanti esempi, al servizio di mobility as