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osservatorio legislativo LAVORO E OCCUPAZIONE

Nuove disposizioni approvate

Il 3 luglio 2022 è stata pubblicata la legge 85 (conversione del 4 maggio 2023, n. 48) recante “misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”.

Il provvedimento ha stanziato un aumento di 4 miliardi del taglio al cuneo fiscale, portandolo a un totale di 7 miliardi, e ha prorogato lo smart working al 30 settembre per i dipendenti pubblici e privati in situazioni di fragilità e al 31 dicembre per i dipendenti privati che abbiano almeno un figlio minore di 14 anni o che siano maggiormente esposti a rischio di contagio dal Covid.

Il decreto legge ha poi modificato la disciplina del contratto a termine, ma solo per quanto riguarda l’apposizione delle causali: vengono soppresse quelle dovute a esigenze temporanee e oggettive dell’azienda, estranee all’ordinaria attività e a esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’ordinaria attività. Inoltre, vengono ammesse nuove causali costituite da fattispecie previste dai contratti collettivi. Resta il principio che il primo contratto a termine, per una durata massima di 12 mesi, raggiungibili anche attraverso proroghe, non necessita dell’apposizione di alcuna condizione.

Nuove disposizioni da approvare

Sempre in materia di lavoro e occupazione, al Senato è stato presentato un nuovo disegno di legge d’iniziativa della senatrice Mancini (di Fratelli d’Italia, appartenente alla commissione Affari sociali) dal titolo “Semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale”. Il provvedimento non ha ancora iniziato il suo iter di discussione, ma contiene diverse misure che potreb- bero impattare molto nel mondo del lavoro.

Contratti di collaborazione

I contratti di collaborazione prestati dai percettori di pensione di vecchiaia o anticipata (contributiva) vengono ricompresi tra i casi in cui non opera l’estensione della disciplina del rapporto di lavoro subordinato.

Superminimi

In materia di superminimo, si intende superare il principio di irriducibilità della retribuzione per quanto riguarda le quote eccedenti i minimi da ccnl, che restano liberamente disponibili per le parti (con la possibilità, nei periodi di crisi, di ridurre i costi ed evitare/limitare i licenziamenti); si prevede che i superminimi restino liberamente negoziabili nel corso del rapporto di lavoro, anche per circostanze sopravvenute.

Periodo di prova per il tempo determinato

Nei rapporti di lavoro a tempo determinato di durata pari o superiore a 12 mesi, è stabilito lo stesso periodo di prova previsto dai ccnl di settore, mentre nei rapporti di durata inferiore a 12 mesi è stabilito un periodo di prova pari a quello previsto dai ccnl di settore per i contratti a tempo indeterminato riproporzionato in dodicesimi, sulla scorta della durata effettiva del contratto.

Imposte sui redditi e deducibilità dei contributi Il disegno di legge apporta poi modifiche al testo unico delle imposte sui redditi, aumentando il valore dei buoni pasto elettronici a 10 euro e includendo nelle componenti che non concorrono a formare il reddito il rimborso di: spese di affitto sostenute da studenti iscritti a corsi universitari o di istruzione tecnica superiore erogati in presenza in atenei o fondazioni a una distanza superiore a 50 chilometri rispetto alla residenza dello studente iscritto, oppure percorribile con mezzi pubblici in un tempo superiore ai 60 minuti; spese per la cura e l’as- sistenza sanitaria di animali domestici legalmente detenuti; spese per l’acquisto di prodotti farmaceutici e presidi sanitari non rimborsati dal servizio sanitario nazionale.

Infine, il provvedimento reca alcune modifiche sulla deducibilità dei contributi alla previdenza complementare: il disegno di legge dispone che la quota a carico del lavoratore e la quota a carico del datore di lavoro siano inte-

Global Gender Gap Report 2023

La17a edizione del “Global gender gap report 2023” conta l’analisi di 146 paesi nel mondo e fornisce uno strumento utile per la comparazione internazionale sulla parità di genere.

L’indice del Global gender gap si compone di quattro dimensioni chiave (la partecipazione e l’opportunità economica, l’istruzione, la salute e il benessere e, infine, l’empowerment politico) che tracciano e delineano la strada da percorrere per il progresso nell’uguaglianza di genere.

Il Global gender gap index misura i punteggi su una scala da 0 a 100. Il punteggio globale del divario di genere nel 2023 per tutti i 146 paesi inclusi in questa edizione è pari al 68,4%, con un miglioramento di 0,3 punti percentuali rispetto all’edizione dello scorso anno.

Al ritmo attuale, ci vorranno 131 anni per raggiungere la piena parità tra i generi. L’anno di raggiungimento dell’uguaglianza di genere previsto rimane quindi lo stesso dell’edizione dello scorso anno: 2154. Secondo il Global gender gap index 2023, nessun Paese ha ancora rag- gralmente deducibili dall’imponibile fiscale del lavoratore, eliminando l’attuale limite di deducibilità fissato in 5.164,57 euro.

Manageritalia seguirà con attenzione l’iter del disegno di legge.

Testo coordinato legge 85: bit.ly/dl-4mag23

Testo disegno di legge S 672, senatrice Mancini: bit.ly/ddl-672 giunto la piena parità di genere. L’Islanda occupa la prima posizione, a seguire Norvegia e Finlandia, Svezia, Germania. In ultima posizione c’è l’Afghanistan.

L’Italia si posiziona al 79° posto su 146 Paesi, dopo Georgia, Kenya e Uganda, perdendo 13 posizioni in un solo anno. In particolare, peggiora la partecipazione e la rappresentanza delle donne in politica, passando dal 40° al 64° posto. Per quanto riguarda la partecipazione e le opportunità economiche, si rileva un lieve miglioramento, dal

110° posto al 104°, ma il nostro Paese resta ancora nella parte bassa della classifica.

Per l’iscrizione delle ragazze nel ciclo d’istruzione secondaria, l’Italia si trova al 95° posto, lo stesso che occupiamo per l’area della salute e della sopravvivenza. Per l’aspettativa di vita in salute (sempre delle donne) siamo invece in 105a posizione.

Il differenziale occupazionale tra uomini e donne è di circa 18 punti percentuali a favore degli uomini, il reddito stimato guadagnato da questi ultimi è il 24% più alto di quello delle colleghe (questo indicatore siamo in 107a posizione) e così per quanto riguarda le posizioni apicali: 43% in più rispetto alle donne (anche in questo caso, siamo in 107a posizione).

Questi dati mostrano che la condizione delle donne nel nostro Paese (e, purtroppo, nel mondo) sta peggiorando. Non si può continuare a ignorarlo.

Global gender gap report 2023The world economic forum: Bit.ly/gggr2023