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LA TUA FESTA NON ABBIA FINE
from Il dono di Taizè
“E se la festa scomparisse… LA TUA Se la festa scomparisse dal mondo degli uoFESTA NON mini…” Se un bel mattino, ci svegliassimo in una soABBIA cietà ben organizzata, funzionale, soddisfatFINE ta, ma svuotata di ogni spontaneità… Se la preghiera dei cristiani diventasse un discorso tutto cerebrale, secolarizzato al punto da annullare il senso del mistero, della poesia, senza più nessuno spazio possibile per la preghiera del corpo, per l’intuizione, per l’affettività… Se la coscienza oppressa dei cristiani rifiutasse una felicità offerta da Colui che, sul monte delle Beatitudini, sette volte dichiara “beati”… Se gli uomini dell’emisfero nord, sfiatati nell’attivismo, non trovassero più quella sorgente a cui attingere per lo spirito di festa: una festa ancora viva nel più profondo dell’ uomo dei continenti del sud.. Se la festa si cancellasse nel Corpo di Cristo, la Chiesa, vi sarebbe ancora sulla terra un luogo di comunione per tutta l’umanità? Questa sete di comunione, sempre uguale per ogni generazione, la intuisco, intensa fino all’angoscia nei giovani qui sulla collina. Comunione con l’uomo nelle sue lotte e nelle sue aspirazioni, in questi anni in cui assistiamo ad una crisi di sfiducia nell’uomo. Comunione con il Cristo. Per moltissimi giovani, tenersi davanti a Dio è una realtà forte, che siano o no capaci di un dialogo in questo faccia a faccia. Se la festa tramontasse dentro di me, troverei ancora la forza di cercare sempre e di continuo una comunione con le nuove generazioni? Lo so perché lo vivo: il primo contatto con i giovani è rude a volte. Hanno all’inizio una riserva nei confronti di coloro che portano il carico dell’autorità- La loro prima domanda è spesso dura. Vogliono tastare il polso di quell’uomo che è là, con tutti i suoi anni, il suo passato, il suo abito bianco e la croce di Cristo sul petto. Impossibile sfuggire, è urgente ascoltare, perché la fiducia venga. Uno sguardo si accende. Per poter risponder loro, cer
co una parola, un’immagine, nel più profondo di me stesso. Il più sorpreso, chi si interroga di più, forse sono ancora io, che pronuncio questa parola. Ogni domenica, terminata la liturgia eucaristica, cerco di rispondere a domande che i giovani hanno preparate il giorno prima. Spesso sono spinto a dire loro: non posso offrirvi che un abbozzo di risposta, un po’ come un dialogo interiore che continua ad alta voce in vostra presenza. Tocca a voi continuarlo in voi stessi. Come riuscire a farsi capire, davanti a una cosi grande diversità di mentalità, di provenienze nazionali? Certi giorni, non so bene dove mettere i piedi: c’è qualcuno che è venuto a Taizè per tentare un’ultima esperienza di Chiesa. Le mie parole li respingeranno definitivamente e senza speranza? Ma se la festa si spegnesse… Dal libro “La tua festa non abbia fine” Fr. Roger - 1979 Queste pagine sono veramente profetiche! Sono la risposta alla domanda di tutti: è possibile essere felici nella vita? Il male è più forte della gioia che Dio ci vuole donare? Le sofferenze possono distruggere la gioia di vivere? Fr. Roger e la sua Comunità sono stati “illuminati” e insegnano e vivono questa certezza: “La festa di Dio è sempre più grande di ogni sofferenza umana.” Cristo Risorto è Dio, e nella misura in cui lo cerchiamo e abbiamo Fede, ci dona la Sua Festa di Risorto che è senza fine, più forte di ogni male o sofferenza umana che sono finite. L’ultimo libro scritto da fr. Roger nel 2004 titola: “Avverti una felicità?” Tutta la vita della Comunità, la liturgia, i canti, l’accoglienza, la comunione fraterna, il lavoro, l’ascolto, il dialogo reciproco, sono espressione di questa certezza: Cristo Risorto è sempre con noi e ci dona OGGI il Suo amore che colma ogni vuoto, sazia ogni sofferenza, riempie il cuore del Suo amore. “Christus resurrexit, christus rexurrexit”, alleluja, alleluja… questo canto entra nel cuore e risuona vivo anche lontano da Taizè! Taizè trasmette la grazia di percepire più in profondità la presenza del Risorto, e fa ripartire le energie nascoste, troppe volte sepolte nei cuori.
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