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I vini ucraini: battaglie e bottiglie di Veronica D’Angelo
I VINI UCRAINI: BATTAGLIE E BOTTIGLIE
di Veronica D’Angelo
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Nella guerra in Ucraina anche l’industria del vino sta facendo la sua parte. La produzione è ferma in tutto il Paese e se molte aziende vinicole stanno aiutando l’esercito utilizzando le bottiglie per la produzione di molotov, altre sono state abbandonate, trovandosi proprio nel mezzo degli scontri armati.
In Ucraina vi sono infatti tre aree principali di produzione del vino. La maggiore e più produttiva è situata a sud-ovest, nei dintorni di Odessa. Le altre due sono la Transcarpazia, ovvero la regione ad ovest, ai confini con l’Ungheria, e quella a sud del fiume Dnipro, intorno alle città di Kherson e Dnieperpetrovsk. Mentre in Transcarpazia si producono vini secchi, nel sud del Paese nelle zone vocate si producono anche spumanti e vini dolci. La zona vitivinicola più importante del Paese, tuttavia, era la penisola di Crimea, famosa da secoli per la produzione di vini di qualità, soprattutto dolci, persa nel 2014 a seguito del contestato referendum che l’ha annessa alla Russia.
Situata nel Mar Nero, dove la vite era coltivata dai greci sin dal IV secolo a.C., questa regione vanta un clima mite e una posizione invidiabile, circondata da pinete che la proteggono dalle montagne e attraversata dalla brezza marina, che hanno reso i suoi vini capaci di competere con quelli europei più famosi. Per questo motivo i produttori ucraini riferiscono di avere avuto seri danni a seguito di quella che definiscono senza mezzi termini la “invasione russa della Crimea”. Eppure, la storia del vino lega a doppio filo Ucraina e Russia sin dai tempi antichi. E non è stata sempre una storia di antagonismo e di conflitto.
La Transcarpazia, ad esempio, era conosciuta per la produzione di vino sin dal Medioevo. Si racconta, però, che nel 1711 lo zar Pietro I, in visita nella regione, dopo aver assaggiato i vini locali decise di acquistare interi vigneti che avrebbero poi fornito il vino alla corte russa di San Pietroburgo. Da allora quei vigneti vengono chiamati “i vigneti dello zar”.
E anche in Crimea la storia racconta che lo sviluppo della viticoltura fu merito della attenzione che lo zar Nicola I decise di dedicare a questa regione, dopo che entrò a far parte dell’Impero Russo alla fine del XVIII secolo.
Lo zar, infatti, grande estimatore del vino francese e intenzionato a competere con i migliori vini internazionali, nel 1828 incaricò il conte Michail Woronzow di occuparsi delle vigne della penisola. Fu allora che in Crimea cominciarono a impiantare vitigni internazionali quali Merlot, Cabernet Sauvignon, Pinot Grigio, Pinot Nero, che importavano dai Paesi europei, oltre a quelli georgiani che si aggiungevano ai vigneti autoctoni bianchi e rossi. E sempre in Crimea lo zar Nicola II acquistò una residenza, precisamente nella località di Massandra, chiamando un famoso enologo russo, l’appassionato principe Lev Golitzin, a curare la produzione del vino.
Questi nel 1894 fece costruire a Massandra un’azienda moderna, che portò alla produzione di vini pregiati, tra cui Bordeaux, Riesling, Kokur, Tokai e persino champagne, prodotti con le stesse tecniche di vinificazione francesi, al punto che all’Esposizione mondiale di Parigi del 1900 lo champagne “Nuovo Mondo” delle Cantine di Massandra riuscì addirittura a vincere il Gran Prix, battendo le bollicine francesi in gara. Per volere di Golitzin, inoltre, grande collezionista, a Massandra fu costruita una cantina sotterranea, composta da sette tunnel di diverse profondità, dove si conservavano i vini che arrivavano da tutto il mondo. Questa cantina esiste ancora oggi e possiede probabilmente la più antica e ampia collezione di vini del mondo - all’incirca un milione di bottiglie - che le è valsa nel 1998 l’ingresso all’interno del Libro dei Guinness.
Se da un lato, quindi, è evidente che i produttori di vino ucraini abbiano subito un duro colpo dalla perdita della Crimea e dei suoi vigneti storici, dall’altro quanto saranno stati felici i russi di tornare in possesso della Cantina che era stata il fiore all’occhiello degli zar, resa grande dalla passione del Principe Golitzin? Anche nelle battaglie del vino, a ben vedere, hanno tutti ragione.
