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Nocciolo, melo e vite Occhio alla potatura

Ortofrutticoltura Speciale potatura

Nocciolo, melo e vite Occhio alla potatura

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La potatura, nel ciclo vegetativo di una pianta, è un insieme di azioni atte a modificare il modo naturale di fruttificare e vegetare e ricoprono un ruolo di estrema importanza in tutta la vita vegetale. Esistono diversi periodi in cui andare ad operare, oltre alle diverse tecniche e forme di allevamento ed alle più disparate tecnologie moderne, fattori molto diversi a seconda del tipo di pianta su cui andremo ad agire.

REGOLE BASE

Ci sono alcune regole a fattor comune che raggruppano qualsiasi tipo di intervento di potatura: è fondamentale utilizzare attrezzi puliti, possibilmente disinfettati per evitare di trasmettere malattie da una pianta all’altra; praticare un taglio netto e inclinato di 45 gradi, per scongiurare il ristagno d’acqua ed evitare in toto lo sfilacciamento del ramo o lesioni inutili atte solo a favorirne l’attacco da patogeni.

CARATTERISTICHE RAMO

L’imprenditore agricolo però, prima di operare modificazioni sulla chioma dell’albero, è bene che conosca alcuni particolari del ramo, a seguito elencati. - la curvatura del ramo, tecnica conosciuta e messa in pratica da anni nei nostri frutteti, rimane una delle migliori soluzioni per bloccare la crescita del ramo stesso, oltreché la nascita di nuovi rami sulla parte incurvata; permette quindi di mantenere l’albero ordinato - i rami posti in cima alla chioma, maggiormente esposti all’azione del sole, sottraggono nutrimento ai rami sottostanti non favorendone la crescita oltreché ombreggiandoli. Per limitare tale azione, è assolutamente sconsigliato il taglio dei rami superiori (andrebbe solo a favorire una reazione vegetativa importante) ma utile è semplicemente diradarli per contrastare il fenomeno. - nella potatura verde (eseguita durante la fase di piena vegetazi-one e quindi nel periodo estivo) il taglio dei rami comporta un parziale blocco della crescita in altezza a favore di quella circostante della pianta; sempre nel periodo estivo si opta per il diradamento dei frutticini,

se necessario, per favorirne la pezzatura e la qualità finale. Pare evidente quindi come sia essenziale conoscerne il mestiere per evitare di danneggiare, o peggio, compromettere irrimediabilmente la nostra pianta: di seguito alcuni esempi.

NOCCIOLO

mente diffusa nell’areale collinare piemontese e non solo, è caratterizzato da una grande vivacità nell’emissione dei polloni basali: il rischio è di far trasformare la pianta in un cespuglio se viene lasciata senza cure specifiche con scarsa produzione e altezze anche superiori ai cinque metri. Prima di agire e tagliare i rami superflui, è bene individuare alcuni criteri del modus operandi: innanzitutto è fondamentale contenere il ricaccio dei polloni, vista la produzione generosa annuale, elementi che poi andranno a succhiare linfa vitale trasformandola in fogliame e non in rendita economica per l’imprenditore agricolo. deve optare per il mantenimento della forma ordinata, con una chioma ariosa e pulita per agevolare la raccolta e sopratutto migliorare il ricircolo dell’aria all’interno della stessa. perché quelli troppo legnosi sono meno produttivi; l’ideale è avere un parco rami giovane (al massimo di cinque anni) data la loro grande produttività. L’operazione di potatura è consigliata nel periodo della stasi vegetativa (prima che emetta le gemme primaverili): indicativamente quindi tra novembre e (non oltre) febbraio; il nocciolo è davvero una coltura rustica, ma sarebbero da evitare tagli a dicembre e gennaio se la temperatura ambientale è molto rigida. Un’altra tecnica degna d’importanza è l’abbruttimento del nocciolo: l’azione, da svolgersi nel periodo estivo, mira a rompere i rami laterali della pianta (di un anno) più vigorosi, lasciandone un lembo attaccato. favorire l’infoltimento della chioma e di stimolare i fiori femminili. Durante l’inverno si toglierà via il ramo spezzato.

IL MELO

Un’altra coltura ampiamente diffusa nel nostro areale piemontese, e non solo, è senza ombra di dubbio il

Dai principi generali ai consigli speci ci, le regole d’oro per il corretto e fruttuoso allevamento delle piante da produzione

dalla forma di allevamento scelta dal frutticoltore, tenendo sempre bene a mente i consigli generali riportati a inizio articolo, esistono dei principi generali molto validi anche per questa coltura. potatore dovrà tenere in con-siderazione dove ci sarà la produzione (principio analogo per tutti gli alberi da frutto): assolutamente sbagliato eliminare lamburde di due o più anni, analogamente ai brindilli ed ai rami misti dell’anno. Bene eliminare polloni e succhioni che, come nel noccioleti, andrebbero soltanto a sottrarre energia utile alla pianta diminuendo di fatto la pezzatura del frutto; sono principi validi per tutte le pomaceae, come quindi anche per il pero ed atre ancora. Un occhio anche al mantenimento della forma di allevamento ed a limitarne l’accrescimento verso l’alto e all’utilizzo della potatura verde ove necessario.

LA VITE

secondo i principi generali di coltura, la Vite, regina dell’areale albese e non solo, capace di fruttificare in modo eccellente solo se alla base è stata eseguita una potatura più che efficace, ragionata e costante. Secondo appunto il principio generale, la produzione avviene sui rami di un anno ed è fondamentale modulare la potatura in base alla forma di allevamento prescelta. pratica secondo la quale viene eliminato il ramo che ha prodotto l’anno precedente, con la conseguente formazione automatica di un nuovo tralcio che andrà in produzione nell’anno in corso; seguirà il suo taglio e la formazione di uno sperone per la produzione dell’anno successivo.

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