Kainòn n°6

Magazine ufficiale del Liceo "F. Fiorentino" n° 6

A.S. 2023/2024

1863-2023 Liceo Classico-Artistico "F. Fiorentino"

160 Anni N°6 Un magazine con cui vi racconteremo di noi, dei nostri studi e delle nostre passioni

Beatrice Macrì IIIBA

kainòn

L'Editoriale

di Nicolantonio Cutuli Carissime studentesse e carissimi studenti Questo anno scolastico è iniziato con tanti sentimenti contrastanti da parte di tutti: entusiasmo per il desiderio di ricominciare, progettare, realizzare, ma anche timore per gli effetti per della Legge n. 197 del 29 dicembre 2022, art. 1, c. 557, sul riordino scolastico, che vedrà il nostro storico Liceo Classico “F. Fiorentino” di Lamezia Terme, nel compimento dei suoi 160 anni, accorpato ad un’altra scuola. Come ho già avuto modo di dire, la preoccupazione di docenti, studenti e genitori, personale Ata, non riguarda le altrettanto significative istituzioni scolastiche a cui verrebbe accorpato - che condividono le stesse preoccupazioni - ma dalle motivazioni numerico-economiche usate per questo dimensionamento che non tiene conto delle persone, della loro crescita culturale e umana e del diritto allo studio costituzionalmente garantito, nella peculiarità dei diversi indirizzi che gli studenti scelgono.

Sul territorio non mancano i segni della presenza operosa che la scuola ha svolto e continua a svolgere, preservarne la memoria storica sarebbe stata cosa gradita a tutta la città.

Questo provvedimento, come già ripetuto, non andrà ad inficiare il lavoro, l’entusiasmo e la passione per la nostra scuola, l’amore per la cultura classica e le innovazioni introdotte, un armonico connubio che si è rivelato vincente e continuerà ad essere svolto per mantenere l’immagine di una scuola desiderosa di erogare il suo servizio di qualità.

Per questo motivo definirei questo anno scolastico, un anno all’insegna della “novità”. Sono numerose le attività che già avviate negli scorsi anni, visto il successo ottenuto, saranno riproposte, ma sono altrettanto numerose le nuove attività da realizzare. I dipartimenti dopo i primi incontri di progettazione, sono già partiti con i “Laboratori di Filosofia dialogica”, “Il quotidiano in classe”, “Libriamoci”, le visite guidate istituzionali (Camera, Senato, Quirinale), “Le giornate Fai”, Le Certificazioni linguistiche di Inglese Cambridge B1e B2, Il Teatro e il Teatro in lingua inglese, e molto altro.

la progettazione grafica di oggetti da loro stessi ideati o dalla scansione di oggetti reali, giungeranno alla realizzazione, con specifici software, del corrispondente prototipo 3D - un laboratorio di comunicazione digitale, munito di attrezzatura per la regia, mixer, luci, telecamere per consentire ad esempio la conduzione di un TG, la realizzazione di un documentario, di uno spot e far fare ai ragazzi esperienza di sceneggiatore, regista, giornalista, video-maker, video-editor ecc.

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A queste attività di arricchimento dell’offerta formativa, si aggiungono le innovazioni degli ambienti di apprendimento: tutte le aule sono state dotate di digitalboard per consentire l’entrata in regime della didattica digitale integrata e sono in fase di allestimento next generation classrooms, ambienti di apprendimento innovativi non solo nel setting d’aula, ma anche sul piano didattico, in quanto capaci di accogliere e mettere in atto le metodologie innovative, che promuovono l’ apprendimento attivo e collaborativo degli studenti grazie al supporto e all’apporto delle tecnologie digitali, fisiche e virtuali.

In particolare, sono state progettate 8 aule tematiche, ovvero spazi di apprendimento dedicati per ambiti disciplinari, che prevedono la rotazione delle classi e non più del docente, secondo il modello DADA. Le aule tematiche (alcune in fase di allestimento) prevedono: - 1 aula biblioteca digitale munita di scanner planetario per la digitalizzazione dei testi antichi della nostra antica biblioteca (tesoro inestimabile del liceo) ogni classe, opportunamente guidata dal docente, sceglierà un testo, lo digitalizzerà inserendolo quindi in un archivio digitale per realizzare nel tempo una biblioteca digitale in affiancamento a quella fisica; - 2 aule STEM dedicate alle discipline scientifiche; - 2 aule immersive dotate di visori didattici con contenuti in VR e AR per i diversi ambiti disciplinari; - 1 aula-laboratorio dedicata al digital storytelling destinata alla costruzione di narrazioni digitali, nell’ottica di far acquisire agli studenti le competenze previste dal Digcomp 2.2 facendoli diventare, da semplici fruitori, produttori consapevoli di risorse digitali; - 1 aula debate, allestita con tribunette e librerie, per applicare anche in chiave interdisciplinare una metodologia ormai consolidata nel nostro liceo; - 1 aula di conversazione linguistica.

Sono in fase di allestimento anche due next generation labs, laboratori orientati verso le professioni digitali del futuro. Nello specifico: - un laboratorio di making, modellazione e stampa 3D dove i ragazzi, a partire dal-

Accanto al potenziamento della dotazione tecnologica, è stato avviato un piano di formazione del personale docente, sia sul fronte metodologico che sul fronte della didattica digitale integrata, anche grazie alla stipula di un accordo di rete con il polo formativo nazionale alla transizione digitale di Tropea.

La scuola già dallo scorso anno ha aderito al Movimento di Avanguardie Educative di Indire, attraverso l’adozione di 5 “idee” del Movimento, metodologie attive che mirano a rivoluzionare l’organizzazione della didattica, del tempo e dello spazio del “fare scuola” e sulle quali diversi docenti si stanno formando. Le idee al momento adottate e sperimentate sono: 1. Il Debate, 2. Il Teal, 3. Il Service Learning «Dentro/fuori la scuola», 4.

L’integrazione CDD/libri di testo, 5. Lo Spaced Learning. Tra le azioni di educazione ad un uso corretto e consapevole della rete e delle tecnologie digitali, la scuola ha aderito al progetto nazionale “Generazioni connesse”, promosso dal MIM, che ha portato, a seguito di una formazione specifica di un gruppo di docenti, all’elaborazione di una ePolicy interna d’Istituto.

E infine stiamo realizzando un laboratorio “Green Lab” con lo scopo di far conoscere le energie rinnovabili, incentivare l’efficientamento energetico e promuovere l’utilizzo di sistemi produttivi virtuosi. Il progetto prevede la realizzazione di una serra bioclimatica e l’installazione di i due colonnine Basic Charger T2 per la ricarica di veicoli elettrici.

Tutto il lavoro svolto e quello in atto, insieme alla professionalità e alla passione educativa dei docenti, alla sete di conoscenza di voi studenti, ai vostri bisogni e alle vostre proposte, sarà il “campo di gioco” dove insieme, come una grande squadra ci impegneremo per il successo formativo di ogni singolo/a alunno/a e per rendere la nostra scuola un’esperienza formativa a 360° Buon lavoro a “noi”!

LA NOSTRA VOCE SU...

“Elezioni Studentesche anno scolatico 2023/2024” di Camilla Latelli IVAQ

scolastica, ci ha impegnati nella proposta di un programma e nella sua esposizione a tutti gli studenti e le studentesse, in una “competizione” appassionata e appassionante per la partecipazione alla vita della comunità scolastica, primo esempio e segno di pratica di democrazia, un impegno e una responsabilità non di poco conto.

Fin da subito, gli eletti si sono dimostrati operativi, organizzando i dovuti incontri con il preside per discutere sulle prossime iniziative da realizzare per poter vivere la scuola con spirito propositivo e collaborativo e realizzare tutte quelle attività che ci rendono soggetti attivi della scuola e che vedranno la nostra scuola protagonista nel territorio.

In data 28 ottobre 2023 hanno avuto luogo le elezioni dei rappresentanti di classe, d’istituto e della consulta provinciale presso la nostra scuola, il Liceo Classico-Artistico Francesco Fiorentino.

Il risultato dello scrutinio ha proclamato eletti: Latelli Camilla della classe IVAQ, Chirillo Edoardo della IVAA e Giovanni Prezioso della VA Classico, rappresentanti d’Istituto, mentre Conte Antonio della IVB Classico e Miceli Alessandro della VB Classico rappresentanti nella consulta provinciale. Tutti gli studenti sono stati chiamati a votare i propri compagni in seguito al momento fortemente formativo della propaganda elettorale. Quest’anno ben sei liste hanno avuto il piacere di concorrere alla rappresentanza e soprattutto di vivere questa importante esperienza educativa, che ci ha messi alla prova rendendoci protagonisti della scuola.

La propaganda elettorale si è svolta da giovedì 19 a giovedì 26, secondo un calendario predisposto dalla commissione elettorale e nel rispetto delle regole della comunità

Successivamente in data 14 novembre 2023 si è tenuto il nostro primo Consiglio d’istituto, in cui sono stati rivolti i ringraziamenti per l’attività svolta al presidente uscente e a noi l’augurio di un sereno e proficuo lavoro per questo anno scolastico.

Con emozione, ma anche con entusiasmo e voglia di fare, ci stiamo preparando e impegnando in tante belle e interessanti iniziative di cui vi informeremo.

LA NOSTRA VOCE SU...

“Prima Assemblea d'Istituto 2023/2024” di Antonio Conte IVB

Il 28 novembre, in occasione della prima assemblea di istituto, grazie all’impegno dei rappresentanti degli studenti (Antonio Conte, Alessandro Miceli, Camilla Latelli, Edoardo Chirillo e Giovanni Prezioso), abbiamo avuto la fortuna di poter dialogare ed interagire con due illustri personalità: la scrittrice lametina Silvia Camerino e l’attivista Salvatore Borsellino, fratello del magistrato vittima di mafia, Paolo Borsellino. Essi, autori dell’opera letteraria “Mio fratello Paolo” oltre alla presentazione del libro, ci hanno raccontato i dettagli della strage di Via D’Amelio, che insieme al giudice ha massacrato anche i corpi della sua scorta. L’opera letteraria nata dalla sensibilità dell’autrice lametina Silvia Camerino, studentessa di giurisprudenza e coordinatrice provinciale di Catanzaro del movimento “Agende Rosse”, movimento che fa riferimento alla famosa agenda dell’illustre magistrato Paolo Borsellino, sparita a Palermo il 19 luglio del 1992 nella strage di Via D’Amelio e sulla quale sono tante le ipotesi e le incongruenze, come ci ha raccontato l’ingegnere Salvatore Borsellino, parte attiva del libro e promotore della nascita del movimento “Agende Rosse”, in prima linea per sensibilizzare i giovani al contrasto della criminalità organizzata, del malgoverno e delle collusioni tra politica e mafia.

Oltre ad illustrare i dettagli e a sensibilizzarci,

fornendoci una conoscenza più diretta e approfondita dei fatti di via D’Amelio, ci hanno parlato con profondo sentimento della storia di Paolo e delle sue battaglie, ma anche del loro attivismo, volto a mantenere sempre vivo il suo ricordo e non dimenticare mai i suoi obiettivi: la giustizia, la verità, la lotta alla criminalità, l’educazione delle nuove generazioni. Tante le domande degli studenti, tanti gli applausi, l’attenzione e l’ascolto di un uomo di 81 anni, che ci è apparso stanco ma pronto a narrare con estrema lucidità, passione e desiderio di verità la triste vicenda del fratello: giudice onesto e coraggioso, ma anche figlio, fratello, marito e padre esemplare. Salvatore Borsellino ha raccolto l’eredità del fratello, che aveva fiducia nei giovani e amava dialogare con loro, ci ha invitati ad essere studenti diligenti, studiosi e curiosi, per poter essere preparati a svolgere le future professioni scelte con competenza e serietà.

“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”, così ripeteva il Giudice Borsellino convinto che lo studio, l’istruzione, la cultura, fossero di fondamentale importanza nella lotta alla mafia, riconoscendo alla scuola il compito di formare cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri, cittadini onesti, cittadini liberi come solo possono essere coloro che rifiutano i compromessi, l’indifferenza, la complicità con la malavita.

L’auspicio è che si possa prendere esempio da Paolo Borsellino, che si possa comprendere per agire e che si possa, finalmente, credere in un futuro che faccia emergere la verità e faccia vincere la giustizia.

Le parole e l’impegno assunto in prima persona da Salvatore, dopo la morte del fratello, ci hanno coinvolti e a momenti anche emozionati, abbiamo accolto i messaggi di fiducia nei giovani che l’ing. Borsellino porta da anni nelle scuole italiane, ricorderemo sia le parole dette sia l’intensità degli applausi dell’ing. Salvatore e soprattutto terremo viva la memoria del fratello Paolo.

La realizzazione di questa particolare assemblea ci rende particolarmente orgogliosi, in quanto crediamo che, sia stata un ottimo ed importante contributo alla crescita culturale, sociale e civile del nostro liceo.

LA NOSTRA VOCE SU...

“Io sono ambiente”

di Marta Saladino e Maria Assunta Aiello IIIC

Il 16 ottobre 2023, per gli studenti più meritevoli delle classi terze del liceo F. Fiorentino ha avuto inizio, in collaborazione con l’I.I.S. Galluppi di Tropea, il progetto “IO SONO AMBIENTE”, nato per sensibilizzare gli studenti sull’importanza della sostenibilità e della conoscenza del territorio. I 57 studenti partecipanti sono stati selezionati per classi parallele, in tutti gli indirizzi di studio: liceo classico tradizionale, quadriennale e artistico. Tra gli obiettivi del progetto: a. attività formative rivolte agli studenti per la comunicazione e la divulgazione dei valori ambientali b. attività di promozione di buone pratiche ambientali e di nuovi stili di vita negli ambienti

di studio. Queste finalità sono state declinate attraverso attività, che si sono svolte prevalentemente nell’area della Sila piccola e ci hanno dato l’opportunità di mettere in pratica conoscenze e competenze in modo del tutto innovativo e sperimentale, seguendo la filosofia della didattica outdoor con l’uso di apparecchiature e strumentazioni specifiche ad es. droni e rilevatori di gas e analisi delle acque.

La struttura “Parco Hotel Granaro”, a Sorbo San Basile (Sila Catanzarese) ci ha ospitato durante i 6 giorni di permanenza.

Il progetto è stato diviso in due momenti. La prima parte è stata dedicata all'esplorazione del territorio, con escursioni guidate da professionisti nel Parco Nazionale della Sila e al MABOS (Museo d’Arte del Bosco della Sila), insieme alla raccolta di campioni utili alla seconda parte del progetto, quella finalizzata al laboratorio di analisi dei campioni e allo sviluppo di prodotti digitali per relazionare il lavoro svolto dai ragazzi dei licei classico e scientifico. I ragazzi del liceo artistico, invece, hanno messo in pratica il concetto di arte sostenibile realizzando splendide opere quasi interamente in materiali naturali, donandone alcune alla struttura ed al MABOS. Durante il soggiorno non sono mancati momenti di svago con l’animazione serale e l’attività al parco avventura “Alberolandia”.

Il progetto si è concluso il giorno 21 ottobre con la presentazione dei prodotti finali in presenza del DS e alcuni docenti di entrambi i licei.

LA NOSTRA VOCE SU...

“Le classi terze tra colonie greche, borghi medievali e la Napoli Borbonica” di Carlotta Cerra IIIC

Campania e basso Lazio sono state le tappe del viaggio d’istruzione delle classi terze dell’anno scolastico in corso e la 2AQ. Il viaggio si è svolto coerentemente al programma di filosofia, visitando il sito archeologico di Velia, antica Elea, patria del filosofo Parmenide, come principale spunto di riflessione e studio.

Abbiamo avuto modo di visitare anche Napoli e altri interessanti luoghi, poco noti, ma ricchi di stimoli e curiosità storiche e culturali: Anagni, Montecassino e Padula.

A Napoli abbiamo iniziato il percorso con l’ingresso alla cappella San Severo, che ospita il celebre "Cristo Velato" di Giuseppe San Martino e altre opere, perlopiù scultoree, di mirabile fattura. Oltre al Duomo di San Gennaro e una breve passeggiata a San Gregorio Armeno, abbiamo visitato la Reggia settecentesca di Capodimonte, costruita dai Borbone e divenuta successivamente residenza di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat prima, e dei Savoia dopo l’unità d’Italia. Nel palazzo si trova la celebre collezione Farnese che annovera opere di Tiziano, Raffaello, Mantegna, Michelangelo, pittori della scuola di Caravaggio come Luca Giordano e Artemisia Gentileschi; pittori della scuola fiamminga e ovviamente le famose porcellane da cui la denominazione “Capodimonte”.

Il secondo giorno di viaggio si è svolto ad Anagni, borgo medievale del basso Lazio, detta "città dei Papi", storicamente nota per il discusso "schiaffo" tra il pontefice Bonifacio VIII, odiato pontefice da Dante, e Filippo il Bello. Nella cripta della cattedrale, abbiamo potuto ammirare le pareti e la volta con gli affreschi rappresentanti le scene del giudizio universale.

Per questo motivo viene ricordata come "la Cappella Sistina del Medioevo". Successivamente ci siamo recati a Montecassino, conosciuta per l’abbazia benedettina fondata dal santo da Norcia e ricostruita quattro volte, l’ultima dopo il bombardamento degli alleati durante la seconda guerra mondiale. Il terzo e ultimo giorno abbiamo visitato Velia, e i resti dell’antica Elea. Il sito, ospita attualmente una mostra sul filosofo Parmenide, al quale la città ha dato i natali.

Sulla strada per il rientro ci siamo fermati a Padula, dove si erge la Certosa di San Lorenzo, la più ampia in Italia, e la seconda più grande d’Europa. Il complesso monumentale è realmente maestoso, caratterizzato da un profondo silenzio e da un significativo misticismo.

In conclusione, anche se accompagnati da condizioni climatiche sfavorevoli, l’esperienza del viaggio d’istruzione non può che lasciare dei bei ricordi e tante conoscenze in più per tutti.

LA NOSTRA VOCE SU...

"A Brancaleone" di Marco Benincasa VC

turistico-letterario guidato, completo di segnaletiche didascaliche e di “QR Code”.

Si narra che da uno spunto preso dai “Ruderi dell’antica chiesetta di San Pietro” (situata vicino il lungomare di Brancaleone Marina e dove adesso si trova una struttura turistica) da noi visitata, sia nato il titolo di una delle sue ultime opere “Prima che il gallo canti”.

La pausa pranzo ci ha visto arrivare in quel di Melito Porto Salvo da dove siamo partiti per raggiungere la tappa più suggestiva del nostro tour, Pentedattilo, qui nel primo pomeriggio abbiamo avuto modo di toccare con mano come la natura sia bizzarra e meravigliosa al tempo stesso. Un posto solitario, lontano dall’assalto dei turisti, dove si possono ammirare in piena area grecanica 5 costoni di roccia che sembrano le 5 dita di una mano che, chiaramente danno il nome alla località.

L’uscita didattica del mercoledì 22 novembre scorso, per le classi V C, V A e IV quadriennale, è iniziata alle 08.00 nei pressi del Liceo sotto la pioggia battente. Saliti sul pullman, ci siamo diretti verso la prima tappa, Brancaleone, comune della fascia ionica reggina situato vicino a Capo Spartivento. La fermata a Brancaleone ha consentito la visita all’appartamento dove aveva soggiornato il poeta piemontese Cesare Pavese, che nel 1935 era stato mandato al confino dal regime fascista con l’accusa di antifascismo. La durata del confino a Brancaleone è di quasi sette mesi, molto meno rispetto ai 3 anni stabiliti dal processo, a cavallo tra gli anni 1935 e 1936. Nella sua stanza, ancora intatta e dotata di vista sulla ferrovia e sul mare, sono stati conservati il letto, la scrivania, la lampada a carburo, un pezzo di catena vicino al letto, simbolo della prigionia inflittagli, nonché alcune foto e qualche scritto.

Dopo aver visto “La scalinata pavesiana” contenente versi di Cesare Pavese, la guida ci ha indicato il Bar Roma dove lo scrittore andava a leggere il giornale e “Lo scoglio lungo e la spiaggia” vicino al quale Cesare Pavese soleva tuffarsi per fare qualche nuotata.

Tutti questi posti fanno parte di un itinerario

La magia del posto e il senso di mistero sono alimentati dal fatto che è un sito isolato e che la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo conserva le tombe della famiglia Alberti, la famiglia al centro della sanguinaria storia/leggenda che da secoli pervade il borgo misterioso di Pentedattilo e il suo castello. L’ultima tappa della gita è stata Reggio Calabria dove abbiamo potuto godere, sempre sotto la pioggia, di un po’ di tempo libero, per poi rientrare alle 21.45 circa a Lamezia Terme stanchi e con gli zainetti semi-vuoti ma contenti per avere arricchito il nostro bagaglio culturale.

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"Su Oreste Borrello maestro di Franco Costabile" della Classe VA

e Sud e sulle migrazioni che hanno interessato i nostri territori nel corso degli anni, e delle domande circa le idee filosofiche del pensatore esistenzialista Oreste Borrello.

Nell’ottica della valorizzazione del territorio di Lamezia Terme, si colloca la conferenza tenutasi il 5 dicembre presso la Biblioteca comunale “Oreste Borrello”, della città.

Anche in quest’occasione, al centro della discussione culturale, sono state due figure di spicco del nostro territorio: il filosofo lametino Oreste Borrello, insigne professore e illustre preside del nostro Liceo, e il suo discepolo Franco Costabile, poeta sambiasino.

Alcuni studenti della classe VA del Liceo Classico “F. Fiorentino” siamo stati coinvolti, al fine di avvicinare le nuove generazioni alle menti insigni, talvolta sconosciute, che hanno nobilitato Lamezia Terme.

In particolare, gli interventi hanno riguardato due saggi critici sul poeta Franco Costabile, incentrati sul divario socio-economico tra Nord

L’incontro ha avuto inizio con i saluti dell’assessore alla cultura Giorgia Gargano, la quale ha introdotto e moderato l’attività, dimostrando il grande interesse dell’amministrazione comunale nei confronti della ripresa e della valorizzazione delle eccellenze “geniali” che il nostro territorio vanta di annoverare tra i propri figli. Il nostro dirigente Nicolantonio Cutuli, ha ribadito a più riprese l’importanza di una didattica attiva, volta alla scoperta dei talenti degli studenti e finalizzata alla realizzazione delle loro potenzialità. È per questo che la nostra scuola si fa promotrice di eventi di un tale spessore culturale e sociale sul territorio lametino. Molto apprezzati dal pubblico gli interventi di Mariagrazia, Miriam e Flavio, che si sono cimentati nell’approfondimento e nell’analisi di questi colossi della città di Lamezia Terme, di cui sono state ricordate le opere, le idee e qualche aspetto della vita quotidiana.

La conferenza potrebbe essere definita un interscambio culturale tra diverse generazioni, nelle quali adulti e ragazzi, con le loro proprie conoscenze e abilità, hanno dato vita ad una dialettica nuova e ad un’istruzione più efficace. Non più la rigida distinzione tra insegnante e discente, bensì rispetto reciproco e compartecipazione di pensieri e riflessioni: è questo, a conti fatti, che ci insegnano i grandi della nostra storia.

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"Viaggio nella Memoria"

di Pierfrancesco Senese VC, Letizia Nanci VA e Alessia Sirianni VB

Il Liceo Classico-Artistico Fiorentino ha partecipato al viaggio d'istruzione "Cittadinanza e memoria" finanziato dalla regione Calabria nell'ambito della legge regionale per il diritto allo studio (27-85). Il progetto ha visto la partecipazione di diverse scuole delle province di Catanzaro, Vibo e Crotone. Gli studenti, coinvolti nel progetto, hanno ripercorso i luoghi più significativi della storia degli eccidi compiuti durante il secondo conflitto mondiale dalle milizie nazi-fasciste che occupavano il territorio italiano a partire dal 1943.

La visita di questi luoghi e l’ascolto partecipato delle guide lungo il percorso, ha dato vita ad una profonda riflessione sugli effetti che ogni conflitto produce sulla popolazione civile, una vera e propria immersione emotiva in uno dei periodi più drammatici della nostra storia, ma anche uno sguardo più consapevole sui conflitti di oggi.

L'esperienza è stata ulteriormente arricchita dall'incontro con alcuni testimoni diretti dei tragici eventi, il loro racconto, spaccato di vite tragicamente vissute, ha toccato le menti e i cuori di noi studenti, ha modificato la nostra percezione di una realtà finora letta, studiata sui libri, vissuta come qualcosa di estraneo, perché lontano nel tempo e nello spazio.

Il nostro viaggio ha attraversato l’Italia tutta da sud a nord e ritorno e, come un grande “treno della memoria” ha sostato in luoghi densi di storie belle e tragiche allo stesso tempo, storie di uomini e donne, storie di scelte, storie di destini e di circostanze fortuite. Storie che sono il riflesso della grande storia, quella decisa dai capi di Stato, fatta di strategie militari, di rivalità tra nazioni, di grandi interessi economici e di masse che si muovono all’unisono, omologate e conformiste pronte a dire sì al dittatore di turno. Ed è proprio questo viaggio che vogliamo raccontare, tappa dopo tappa.

Primo giorno: Abbiamo visitato il campo di internamento di Ferramonti di Tarsia accolti dalla Fondazione Museo Ferramonti e dalle guide, coordinate dalla professoressa Teresina Ciliberti. Il Campo di Ferramonti non fu mai diretto dai tedeschi, ma autogestito dagli stessi internati i quali istituirono un vero e proprio Parlamento, sotto l’attenta supervisione del direttore, il Commissario di pubblica sicurezza Paolo Salvatore, dotato di grande capacità organizzativa e umanità. Il campo era costituito da 92 baracche, ognuna occupata da

trentacinque persone; ogni baracca eleggeva un capo-baracca, che ogni domenica si riuniva insieme agli altri eletti per discutere e legiferare al fine di regolare la vita dell’intera struttura. Il Campo internamente presenta ancora lo spaccio e diverse baracche utilizzate dagli ufficiali, nulla è rimasto, invece, dei ricoveri degli internati; ma grazie ai documenti e alle fonti iconografiche (fondo Israel Kalk), che immortalano scene di quotidianità, è stato possibile ricostruire la vita del campo e comprendere che nulla aveva in comune con i campi di sterminio nazisti. Dopo il 1943 da campo fascista venne convertito a campo profughi che, per i successivi due anni, offrì asilo ai prigionieri di guerra apolidi e li aiutò a ritornare nelle loro terre natali. La storia del campo di Ferramonti di Tarsia rappresenta una pagina meno triste della storia dell’antisemitismo italiano.

Secondo giorno: Abbiamo visitato Il Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma accolti da Irma Prosperi, figlia e nipote di martiri ardeatini.

La sua testimonianza ha lasciato in noi un segno indelebile; ci racconta della violenza, dell’aberrazione, del disprezzo della vita umana e della tragica casualità che ha colpito la sua famiglia. All’interno della struttura ci siamo fermati proprio nel punto dove le 335 vittime furono trucidate e i loro corpi ammassati, e anche dove sono allineate le lapidi in memoria dei martiri. Ci ha colpito molto un enorme masso sospeso sopra le tombe a voler simboleggiare l’oppressione, il terrore, la violenza esercitate dai regimi dittatoriali.

Terzo giorno: Abbiamo conosciuto Adele Pardini, superstite dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema in cui persero la vita sua

madre e le sorelle Maria e Anna, quest’ultima di appena venti giorni. Era il 12 agosto 1944 e Adele aveva 4 anni.

Insieme a sua madre e alle quattro sorelle fu messa in fila, dai tedeschi davanti ad un muro per essere fucilata.

Si salvò perché la madre, morendo, fece da scudo con il suo corpo e la sorella maggiore, Cesira, riuscì a trarla in salvo. Per aver salvato la vita delle sue sorelle e quella di un altro bambino, Paolo Lencioni, a Cesira è stata riconosciuta la medaglia d’oro al merito civile. Con Adele abbiamo incontrato Michele Morabito, il direttore del Parco nazionale della Pace e del Museo storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema, che ha ricostruito per noi il quadro storico dei fatti.

Quarto giorno: Altro luogo, altre storie intollerabili custodite nelle foibe di Basovizza. Foibe, dal latino fovea, sono chiamate le fosse naturali tipiche dei terreni carsici che in alcuni casi raggiungono i 100 metri di profondità. Nell’Autunno del ’43 e nella primavera del ’45 le foibe vennero utilizzate per uccidere e nascondere i corpi di migliaia di innocenti, dopo esecuzioni sommarie, colpevoli solo di stare dalla parte sbagliata. La Storia aveva voltato pagina, i tedeschi in ritirata avevano lasciato campo libero alle forze partigiane iugoslave che per vendetta e rivalsa attuaro-

no una vera e propria pulizia etnica contro chi non fosse slavo, fascisti o antifascisti poco importava, si era Italiani!

Da Basovizza alla Risiera di san Saba a Trieste il lager italiano, guidati dal professore Guido Redivo. La Risiera venne costruita nel 1913 alla periferia della città per la pilatura del riso; a partire dall’8 settembre 1943 l’ex opificio fu utilizzato dapprima come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati, poco dopo divenne luogo di smistamento dei deportati diretti in Germania e in Polonia, di detenzione ed eliminazione di detenuti di varie nazionalità e detenuti politici. I nazisti dopo aver utilizzato vari metodi per le esecuzioni, si servirono dell’essiccatoio della risiera, fu così che il 4 Aprile del 1944 fu messo in funzione anche un forno crematorio, unico in Italia. All’interno della struttura sono ancora visibili le celle di prigionia, e l’area perimetrale dove era collocato il forno con la ciminiera (i tedeschi in fuga, nell’Aprile del ’45, per cancellare le prove dei crimini commessi lo fecero saltare in aria con la dinamite); sempre all’interno della Risiera è possibile visitare un museo dove sono conservati oggetti appartenuti ai prigionieri.

Quinto giorno Penultima tappa, dal Veneto all’Emilia, precisamente a Fossoli, vicino Carpi, per visitare l’omonimo campo di Concentramento. Lì una guida ci ha illustrato l’originaria disposizione delle baracche, oggi fatiscenti e ridotte a ruderi. Il campo aveva una funzione di transito e smistamento dei prigionieri ed era inizialmente gestito dalle milizie fasciste, poi passò sotto la gestione diretta delle SS, che lo resero il principale campo di concentramento italiano e di smistamento verso i Lager del Reich. Nei paesi occupati dell'Europa occidentale (Francia, Belgio, Olanda e, dopo l'8 settembre 1943 anche Italia) la decisione delle autorità naziste fu di non creare, qui, campi di sterminio, ma di isti-

LA NOSTRA VOCE SU...

Nell’adiacente Casa della Cultura e della Memoria abbiamo incontrato la sindaca Valentina Cuppi che ci ha accolto con calore ed emozione e resi partecipi anche della sua storia personale, fortemente legata all’ eccidio di Marzabotto.

tuire appositi campi di internamento o di transito lontani dai centri abitati dove la popolazione ebraica potesse essere raccolta prima di essere trasferita nei campi di sterminio tedeschi e polacchi. Da Fossoli partirono anche due treni di deportati diretti ad Auschwitz. Sul secondo convoglio, insieme a 650 deportati, fu caricato Primo Levi, che rievoca la sua breve esperienza a Fossoli nelle prime pagine del famoso libro “Se questo è un uomo” e nella poesia “Tramonto a Fossoli”.

Ci siamo poi spostati nel centro di Carpi abbiamo visitato il Museo- Monumento al Deportato politico e razziale.

Sulle pareti vi sono graffiti di Picasso e sono riportate frasi pronunciate dalle stesse vittime prima di essere trucidate; il museo raccoglie inoltre oggetti, messaggi e lettere dei deportati. Nel cortile esterno sono collocate 16 stele sulle quali sono incisi i nomi di alcuni campi di concentramento nazisti. Il percorso si chiude con la Sala dei nomi: sui muri e sulle volte sono incisi i nomi di quattordicimila deportati italiani nei campi di concentramento nazisti.

Nel pomeriggio ci siamo trasferiti in provincia di Bologna, a Marzabotto, teatro di un violento eccidio perpetrato dalle truppe naziste in ritirata. Lì abbiamo visitato il Sacrario, collocato nel piano sottostante (cripta) della Chiesa principale del paese, che custodisce i resti delle vittime civili e dei partigiani deceduti nelle diverse località del Comune di Marzabotto, la maggior parte a seguito della feroce rappresaglia scatenata dai nazifascisti tra il 29 settembre e i primi di ottobre del 1944. All’interno sono presenti delle lapidi riportanti le motivazioni delle Medaglie d'Oro al Valor Militare concesse alla memoria del Cappellano Don Giovanni Fornasini, del Comandante di brigata partigiana Mario “Lupo” Musolesi, del partigiano sedicenne Gastone Rossi e del partigiano Francesco Calzolari. Su una delle due pareti laterali un grande trittico, dipinto da Stella Angelini con una tecnica particolare su lamina d'oro, raffigura l'atroce sterminio del settembre-ottobre 1944 che non risparmia nessuno, né le donne, né i vecchi, né i fanciulli e nemmeno i sacerdoti nelle chiese.

Sesto giorno L’ultimo giorno abbiamo visitato il Parco Storico di Monte Sole, situato tra le valli del Reno e del Setta; il Parco è un Museo a cielo aperto, istituito per mantenere viva la memoria di questa storia drammatica, delle vicende della Brigata Partigiana Stella Rossa, delle distruzioni e del carico di dolore e morte causato da una guerra ingiusta e fratricida. Qui ci siamo ritrovati davanti ai ruderi delle case e delle chiese, anche quelle, prese di mira dalla fu2.200 - 1600 ria omicida, abbandonate, mai più ricostruite in cui, ancora oggi riecheggiano le urla di dolore e disperazione;€ 600,00 + 1 qui tutto rimanda a quei tragici eventi, anche le pietre!(segnalibri) 7 Abbiamo conosciuto la storia di don Giovanni Fornasini,- 25€ (copie A l’“Angelo di Marzabotto”, ci sembra di sentirlo mentrevendute distr dice messa, risuona nella valle quel colpo di mitragliatri675,00+iva2 ce che lo uccise “povero curato di montagna che aveva letto nel Vangelo che doveva essere agnello tra i lupi. E come rassegnato agnello si offrì per tutti, serenamente”.

Cosa è cambiato al nostro ritorno?

Non è stata solo una crescita conoscitiva, di contenuti, ma una ri-costruzione del sé, del senso d’appartenenza a valori condivisi, possibilità concreta di esercitare la cittadinanza intesa come superamento della “zona grigia” di cui parlava proprio Primo Levi. In tal senso la cittadinanza è uscire dalla zona grigia, assumersi le proprie responsabilità, essere consapevoli di sé e delle conseguenze che i nostri comportamenti possono avere sugli altri.

Non come gli Ignavi di cui parla Dante, coloro “che mai non fur vivi” che “visser senza infamia e senza lode”, ma nella convinzione che ciò che siamo è ciò che decidiamo di essere. Questo viaggio resterà scolpito in modo indelebile nella nostra memoria, ringraziamo per questo di cuore tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza.

LA NOSTRA VOCE SU...

"Il conflitto arabo-istraeliano" di Piefrancesco Senese VC

0 (acconto già dato) 100,00 Mercoledì 29 Novembre si è tenuto nella nostra Biblio700€+iva teca “Oreste Borrello” un incontro, a cui hanno partecipato alcune classi, nell’ambito di un più ampio progetALMA to dedicato a noi studenti, già partito lo scorso anno, ributore) = che ci sta aiutando a comprendere meglio gli attuali conflitti.

22%

L’incontro non poteva non avere come tema il conflitto in Medio Oriente.

Dal 7 Ottobre, infatti, è in corso la recrudescenza del conflitto israelo-palestinese che ha avuto inizio già subito dopo l’istituzione dello stato Ebraico alla fine della seconda guerra mondiale.

L’incontro curato da alcuni esponenti della sezione lametina di Pax Christi, ha visto anche l’intervento (in collegamento da remoto), di uno dei tanti volontari italiani recatisi nelle zone di guerra per dare il suo contributo a sostegno delle popolazioni colpite: Leone Fossati, volontario di Operazione Colomba, parte della Comunità Papa Giovanni XXIII, presente da 21 anni in Palestina.

Il suo intervento è iniziato con un excursus storico, dai primi anni del ‘900 fino agli scontri del 7 Ottobre 2023; dalla definizione di Sionismo, che afferma il diritto di autodeterminazione del popolo ebraico; al tema delle persecuzioni razziali che spinsero molti ebrei, ad abbandonare le proprie case per fuggire all’estero o a cercare di creare uno stato ebraico, colonizzando una parte di territorio in cui non subissero gli effetti dell’ antisemitismo.

Ci ha parlato della storia della Palestina, prima protettorato britannico e poi stato indipendente, per decisione dell’Onu a seguito della guerra e dei propri abitanti originari, i musulmani della zona, che vissero la creazione del nuovo Stato e l’“invasione” israeliana come una “nakba”, un’epurazione dai loro territori, del destino delle “vittime” che si rifugiarono o in Cisgiordania o nella striscia di Gaza o in altri Stati. Un noto precedente dello scontro odierno ci fu nel 1967, anno in cui Israele occupò militarmente anche la Cisgiordania durante la celebre “Guerra dei sei giorni”.

Quello che tutti si auspicano è una pace salda e dura-

tura, a proposito della quale sono stati citati gli Accordi di Oslo, tra il premier Israeliano Rabin e il capo dell’OLP Arafat, che hanno portato all'istituzione dell'Autorità Nazionale Palestinese con il compito di autogovernare, in modo limitato, parte della Cisgiordania e la striscia di Gaza ed hanno riconosciuto l'OLP come partner di Israele nei negoziati sulle questioni in sospeso. Da quel momento, e tutt’oggi, il paese è diviso in tre tipi di aree: Area A= controllo militare e amministrativo Palestinese Area B= controllo amministrativo Palestinese e militare israeliano Area C= controllo amministrativo e militare Israeliano Da persona immersa in quella realtà, Leone afferma che Israele pratica un vero e proprio Apartheid in quei territori: per raggiungerli bisogna arrivare in Israele con l’aereo, superare un muro fisico per entrare in Cisgiordania; al confine ci sono tantissimi checkpoint che possono essere bloccati liberamente dal governo israeliano e causare enormi problemi alla popolazione palestinese, che rimane per giorni intrappolata tra quattro grigie e alte mura. Israele per sottrarre ulteriori territori ai Palestinesi li dichiara zone di esercitazione militare, aree archeologiche o riserve naturali; ha creato nel corso degli anni delle vere e proprie Colonie, dei villaggi residenziali illegali per il diritto internazionale e per la stessa legislazione israeliana.

Leone descrive in modo dettagliato anche il rifiuto israeliano dei palestinesi in quelli che sono ancora territori contesi: sono stati, infatti, collocati vari avamposti: strutture precarie abitate da esponenti israeliani di un movimento ultranazionalista e ultra religioso che afferma la superiorità israeliana di fronte a qualsiasi altra etnia.

Fossati ha poi spiegato la funzione di Operazione Colomba, tutelata dalla Legge Internazionale (i volontari sono sulla carta turisti, possono essere arrestati solo dalla Polizia del luogo), che aiuta i Palestinesi a condurre questa lotta non violenta (sono muniti solo di cellulari, passaporto, telecamera per documentare la scena), ad abbassare i livelli di tensione e a capire le motivazioni di arresti e ingiuste detenzioni.

Un esempio del loro aiuto è accompagnare i bambini palestinesi dal Villaggio di Tuba ad Attuhani, dove possono studiare e conseguire il diploma, per evitare gli attacchi violenti dei coloni.

La situazione è preoccupante e disperata e in questo momento dopo la breve tregua la violenza è ripresa con maggiore efferatezza, gli ospedali sono al collasso, mancano cibo e acqua, si contano più di 16.000 vittime e numerosi dispersi e ostaggi in mano ai terroristi di Hamas. Si può solo sperare in una tregua anche se si mantiene sempre viva la speranza della creazione di uno Stato unitario, in cui i due popoli possano convivere pacificamente, speranza che al momento, però, sembra non avere possibilità di realizzazione.

Due ore intense, di ascolto, domande e di riflessione sull’atrocità di questo conflitto che come ogni guerra non salvaguarda i diritti fondamentali dell’uomo e colpisce la popolazione civile, soprattutto i bambini.

PSICHE-SOMA

"Riconnettersi alla Physis per un futuro sostenibile"

di Francesco Serratore e Alberto Sabatina IIAQ

La complessa relazione tra l'uomo e la natura ha affascinato filosofi, scienziati e pensatori di diverse epoche. Già dai tempi antichi, filosofi come Talete, Anassimene e Anassimandro hanno sostenuto con convinzione che l'origine, l'archè, di tutto ciò che esiste risiede nella natura stessa. Questa prospettiva filosofica ha gettato le basi per una comprensione più profonda del nostro stretto rapporto con l'ambiente naturale.

Oggi, tuttavia, molto spesso sembra che l'uomo abbia perso di vista l'importanza fondamentale della natura da cui egli stesso ha avuto origine. L'urbanizzazione sfrenata, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e l'inquinamento hanno portato al deterioramento degli ecosistemi, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa dell'umanità.

Nonostante le evidenti conseguenze delle nostre azioni sull'ambiente naturale, infatti, è davvero triste e demotivante pensare che l'uomo tratta la natura come una risorsa da sfruttare senza considerarne le conseguenze a lungo termine. Fortunatamente siamo al contempo testimoni anche di una crescente consapevolezza dell'importanza della physis per il nostro benessere. Il film "Avatar" di James Cameron (2009), per esempio, ha presentato una visione affascinante in cui l'uomo e la natura risultano profondamente interconnessi, sottolineando l'importanza della biodiversità e dell'energia spirituale che permea l'ambiente naturale: ecco allora il monito a riconnettersi con la natura per

garantire un futuro sostenibile.

Oggi, in effetti, assistiamo a un dibattito sempre più ampio sulla tutela della natura e sulla necessità di adottare pratiche sostenibili. Individui autonomi, organizzazioni e governi si stanno impegnando per preservare gli ecosistemi e mitigare i danni causati all'ambiente. Movimenti come il Fridays for Future, guidati dai giovani, stanno catalizzando l'attenzione sulla crisi climatica, spingendo i governi, attraverso azioni politiche, a prendere posizioni concrete in favore del rispetto e della tutela ambientali: garantire un futuro sostenibile è possibile solo adottando politiche sostenibili, promuovere l'uso di energie rinnovabili, conservare gli ecosistemi e ridurre l'inquinamento. La perdita accelerata della biodiversità, l'inquinamento plastico e gli effetti dei cambiamenti climatici sono solo alcune delle sfide significative che dobbiamo affrontare.

Riconnettersi con la natura è, dunque, fondamentale per il nostro benessere e per il nostro equilibrio psicofisico, per cui va riconosciuto che solo adottando un'etica ecologica, come ci ricorda la filosofa tedesca Ursula Wolf in “Questioni di Bioetica”, in cui affronta il quesito “I problemi ecologici sono problemi morali?”, possiamo sperare di ricostruire la dimensione di un mondo in cui l'uomo e l'ambiente naturale coesistano armoniosamente.

Insomma la strada verso la preservazione della nostra più rassicurante dimora, ovvero l'ambiente naturale, potrebbe essere lunga e difficile ma è un percorso necessario che abbiamo il dovere di intraprendere per garantire un mondo migliore a noi stessi e alle generazioni future.

Per dirla con le parole di Michel Serres, nel suo “Contratto naturale”, “dobbiamo prevedere un contratto di simbiosi con la natura, che imponga con essa un rapporto di reciprocità”, basato sulla concezione secondo cui non è soltanto l’uomo (spesso suo parassita), un soggetto di diritto ma quest'ultimo si estende alla natura stessa: cesserebbe così finalmente di trovarsi ridotta a puro oggetto di appropriazione, di cui uomo e scienza non di rado avanzano diritti d'ogni tipo.

ARTE-FICIO

“Sensibilizzare e agire”

Contro la violenza sulle donne: un impegno collettivo per sensibilizzare e agire.

Lo spirito di solidarietà e l'impegno contro la violenza sulle donne hanno unito gli studenti del Liceo Classico e Artistico di Lamezia Terme, dimostrando una straordinaria sensibilità e impegno sociale.

I due giorni, 24 e 25, sono stati interamente dedicati alla sensibilizzazione e alla riflessione sulla violenza di genere. Una serie di attività, che includevano dibattiti, coreografie, poesie, monologhi, elaborati grafici e artefatti, installazioni e performance, hanno offerto agli studenti la piattaforma per esprimere le proprie opinioni e sensazioni su questo tema cruciale.

L'iniziativa è stata inaugurata con una toccante coreografia eseguita sul testo della canzone "Quanto forte ti pensavo" di Madame. Questo momento ha veicolato tutta l'angoscia e il dolore legati a relazioni malsane e tossiche, avvalendosi di una scenografia composta, numerosissime scarpe rosse e manufatti creati dagli studenti.

libro "La Bellezza salverà il mondo".

Questo progetto ha come obiettivo la diffusione di messaggi di bellezza e pace, opponendosi alla violenza sulle donne. Le autrici del libro hanno condiviso la storia di Elina Chauvet, un'artista messicana che nel 2009 ha creato la performance di arte sociale "Zapatos Rojos" per dire basta alla violenza sulle donne.

In un momento emozionante, le classi coinvolte nel progetto sono diventate protagoniste della performance "SCARPE ROSSE IN FILA", contribuendo simbolicamente a una marcia pacifica per rompere il silenzio assordante e gridare con forza: STOP ALLA VIOLENZA SULLE DONNE! Il contributo attivo di tutti i colleghi e colleghe ha sostenuto questa iniziativa, trasformandola in un'opportunità significativa per le giovani menti, trasmettendo valori fondamentali come il rispetto, l'uguaglianza e la compassione volti nell'ambito della società.

Il dibattito sulla disparità di genere, sull'oppressione e sulla violenza sia psicologica che fisica ha catturato l'attenzione degli studenti, che hanno partecipato con coinvolgimento emotivo e interventi molto sentiti e toccanti.

Spinti da un impegno duraturo e simbolico, i rappresentanti dell'Istituto e della consulta studentesca hanno collocato nel giardino del Liceo la "panchina rossa", un simbolo tangibile dell'impegno costante e dell'unità della comunità scolastica nel contrastare la violenza sulle donne.

La scuola si è fatta portatrice di un dovere morale, quello di sensibilizzare i ragazzi su questa tematica così delicata. Il Gruppo Arte-ficio del Liceo ha anche aderito al progetto "SCARPE ROSSE IN FILA" promosso da BOOOKCITY SCUOLE, facente parte del gruppo MISSIONE FANTASTICA e delle autrici del

L'unità manifestata da questa comunità scolastica è un segno tangibile dell'impegno concreto nella lotta contro la violenza di genere, dimostrando come l'istruzione possa svolgere un ruolo cruciale nella costruzione di una società più giusta e rispettosa per tutti.

I LUOGHI DELL'ANIMA "Il nostro Liceo Francesco Fiorentino" di Maria Assunta Aiello e Carlotta Cerra IIIC

ca, e si impegnò nello studio di insigni filosofi e latinisti.

Il Liceo acquisì la sua identità il 9 novembre 1863 per volere di Pasquale Celli, anche se fu Antonio Nicotera a regificarlo nel 1908. L’istituto venne ospitato, fino al 1975, nell’ex convento del Complesso di S. Domenico, in seguito venne trasferito nell’attuale sede in via Leonardo Da Vinci. Dal 2016. Il liceo Fiorentino oggi comprende anche il liceo artistico, dal 2018 il corso quadriennale e dal 2019 offre l’opportunità della curvatura biomedica.

Il nostro liceo ha fatto di quello che potrebbe essere annoverato come un problema, cioè un numero di iscritti limitato, un punto di forza.

Siamo studenti, non numeri. La scuola mantiene la dimensione di gruppo, quasi di famiglia, e non di azienda. Potrebbe sembrare retorico, ma per chi la vive è realmente così.

C'è un edificio, nel cuore di Nicastro, che è stato officina, per ben160 anni, di menti più o meno eccelse, più o meno originali, più o meno elette; sicuramente, però, ha accompagnato nel processo di formazione migliaia di studenti che, lì dentro, hanno imparato a conoscere se stessi.

Questo delicato equilibrio che si è creato negli anni, però, rischia di sgretolarsi proprio ora, in un particolare momento storico in cui la cultura e la consapevolezza di sé potrebbero rappresentare la possibilità di un futuro migliore. Quest’anno è stato deciso che il nostro debba essere accorpato.

Parliamo del liceo “Francesco Fiorentino”, che prende il nome dal brillante intellettuale lametino al quale Pasquale Celli e Pietro Ardito hanno ritenuto quasi d’obbligo intestare la scuola.

Sono proprio i nostri piccoli numeri ad esserne la causa, e così perdiamo la nostra autonomia.

Egli nacque a Sambiase il 10 maggio 1834 e, a quattordici anni, entrò nel seminario di Nicastro, dove si dedicò sia alla patristica che alla scolasti-

Per gli studenti, però, la scuola e la sua efficienza sono importantissime, soprattutto se contestualizzate al territorio; perciò, a nostro avviso, creare enormi licei che superano i 1500 studenti non è una soluzione.

VIAGGIO NEL CINEMA “I Cineforum del Liceo Fiorentino” di Chiara Vescio IIIC

Martedì 21 novembre 2023, noi ragazzi della III C abbiamo sperimentato un modo originale ed alternativo di fare lezione: il cineforum, con il fine di approfondire gli argomenti che stiamo affrontando nello studio della Storia Medievale. Il primo appuntamento del nostro cineforum ha avuto luogo nella sala biblioteca del nostro istituto, dalle ore 15:30 alle 19:00 circa, e ha previsto la visione del film del 1986 “Il nome della rosa” di Jean-Jacques Annaud, tratto dall’omonimo romanzo giallo di Umberto Eco. Per analizzare le complicate vicende narrate nel film, ci siamo divisi in tre gruppi, ognuno dei quali si è dedicato ad uno dei più importanti aspetti della

storia.

Il primo gruppo si è occupato del genere del racconto: il giallo, ovvero il mistero, attorno al quale ruota l’intero svolgimento della vicenda.

Il secondo gruppo si è occupato, invece, dell’ordine dei Benedettini, i frati che abitano l’abbazia, protagonisti delle oscure vicende narrate dal film.

Il terzo gruppo, infine, si è occupato del personaggio di Guglielmo da Baskerville, che Umberto Eco modellò intorno al filosofo medievale Guglielmo da Occam e con un chiaro riferimento al romanzo “The Hound of the Baskervilles” di Arthur Conan Doyle, soffermandosi sulla sua astuzia e conoscenza, ma allo stesso tempo sulla sua superbia e orgoglio.

Per concludere il progetto, dopo la visione del film, è seguita un’analisi e un confronto tra i componenti dei tre gruppi riguardo agli aspetti di cui ciascuno di essi doveva occuparsi, per poi passare a un dibattito finale tra di noi e con l’insegnante, per finire con la condivisione dei nostri pensieri personali sul contenuto del film e sullo svolgimento del cineforum come modalità di approfondimento alternativa.

La classe si è dimostrata ampiamente soddisfatta dell’attività, che è riuscita con successo. Abbiamo giudicato questa lezione sicuramente idonea al programma didattico da noi affrontato finora e utile nella sua finalità di approfondire gli argomenti studiati in modo più leggero e piacevole.

NON SOLO LATINO E GRECO “Sul dimensionamento scolastico” di Letizia Nanci VA e Luca Pio Villella IVC

“Siamo qui per protestare contro questo provvedimento che prevede il dimensionamento delle nostre scuole. La comunità scolastica lametina è fermamente contro i tagli operati senza tenere conto della disorganizzazione che vanno a creare. Abbiamo, come studenti, le idee molto chiare su quello che succederà nel prossimo futuro”. Questo lo spirito che ha animato lo sciopero degli studenti del Liceo Classico-Artistico “Francesco Fiorentino”, dell’IIS “Carlo Rambaldi”, del Liceo “Tommaso Campanella”, e dell’ITE “Valentino De Fazio”.

La manifestazione ha avuto luogo a Lamezia Terme il 16 ottobre scorso, a causa dei numerosi decreti riguardanti il dimensionamento delle scuole, con la conseguenza di gravi disagi per la popolazione scolastica tutta. I tagli, ingiusti, alla scuola ricadranno sulla formazione e sull'apprendimento, non garantendo un'istruzione completa, allontanando gli Uffici scolastici e creando un preoccupante sovraffollamento numerico. Tutti noi studenti presenti sul Corso Numistrano ci siamo fatti valere attraverso cartelloni e cori, sostenendo che l'istruzione è sacra e dichiarando: “Abbiamo avuto la possibilità di scegliere una scuola rispetto a un'altra, non stravolgete questa scelta”.

Vari rappresentanti dei diversi istituti hanno poi lasciato delle proprie testimonianze, ormai rassegnati rispetto all'approvazione del provvedimento da parte della politica interna calabrese - ciò che è poi effettivamente accaduto, in Sede provinciale, con 36 voti favorevoli e 3 contrari. La Regione, a seguire, ha reso definitivo l'accorpamento dell'Istituto “Einaudi” all’IIS “Costanzo” con le sedi di Savutano e Gizzeria; quello del Polo tecnologico con l’ITE “De Fazio”; quello del Liceo “Campanella” con il Liceo “Fiorentino”, come Polo liceale (anche nell'ottica della condivisione delle palestre). In aggiunta, l’IC “Don Milani” sarà

accorpato all’IC “Perri-Pitagora”, l’IC “Gatti” con l’IC “Manzoni-Augruso” e l’IC “Sant'Eufemia” con l’IC “Borrello-Fiorentino”.

Tutti noi studenti lametini siamo delusi, profondamente amareggiati e consapevoli di essere rappresentati da una politica miope nei confronti delle esigenze proprie di tutta la comunità scolastica.

Più nel dettaglio, gli allievi dell’IIS “Rambaldi” sostengono che l'accorpamento con l’ITE “De Fazio” comporterà un pesante aumento della popolazione scolastica, con la conseguenza di una complessa gestione, a tutti i livelli, da parte di un solo Dirigente scolastico. Noi studenti del Liceo Classico-Artistico “Fiorentino” affermiano che il Liceo vedrà irrimediabilmente sminuita la sua importantissima valenza storica – in quanto faro di cultura per Lamezia e per il comprensorio lametino da 160 anni, grazie alle plurime possibilità formative ed educative che propone da sempre. Gli allievi del Liceo “Campanella”, a loro volta, ritengono che l'accorpamento con il Liceo classico-artistico sia sbagliato poiché essi, avendo già una sezione del loro Liceo staccata (il Polo della musica e della danza), andrebbero incontro a difficoltà burocratiche, nonché di tipo organizzativo, dato il già elevato numero di alunni.

Il filo conduttore della protesta studentesca è costituito dal timore che abbiamo rispetto a una cattiva gestione organizzativa dei nostri percorsi di studio, i quali, giocoforza, possiedono delle peculiarità che devono essere messe in risalto. La figura del Dirigente scolastico, quindi, secondo noi, si ridurrebbe a quella di un mero esecutore di pratiche burocratiche, anziché configurarsi come un leader e un punto di riferimento. E noi stessi ci trasformeremmo, insieme ai nostri curricoli, in numeri e merci di scambio.

La manifestazione in oggetto, quindi, ha avuto come strascico l’amarezza più profonda nei cuori dei ragazzi coinvolti, tutti fiduciosi nel buonsenso della politica e in un miglioramento della situazione.

In un contesto globale di difficoltà estese, tra violenza e miserie diffuse, le discipline caratterizzanti i vari percorsi di studi dovrebbero rappresentare fari di civiltà da valorizzare; quelle classiche, nel nostro caso, adeguatamente promosse, arriverebbero a costituire risorse fondamentali per ritrovare meglio una propria identità di persone, nel nome delle humanae litterae di ciceroniana memoria.

DIALETTANDO "Saggezza popolare" di Lorenzo Colistra VA

’U’ mmòvar’i vispàri!

«Non muovere i vespai!». Questo – come l’analogo modo di dire «’u rrisbigliàr’ (o arribbillàri) ’i vespi» («non svegliare o attizzare le vespe!») – sottolinea la necessità di non suscitare contrasti e sollevare questioni, che potrebbero creare subbuglio in mezzo alla gente. Entrambe le locuzioni hanno un loro antecedente nell’esortazione di non irritare un focolaio di vespidi («sphekiàn erethìzein»), rinvenibile nella Lisistrata (v. 475) di Aristofane, senza dire che potrebbero accostarsi, concettualmente, all’aforisma, ben più solenne ed incisivo, tramandatoci dai Romani, «mota quietare, quieta non movēre» («calmare ciò che è agitato, non agitare ciò che è calmo»).

Eppure, malgrado la sapienza popolare, siamo sempre più trascinati da orde impulsive d’insipienza: quante volte siamo usi dire – a frittata fatta, magari – e con qualche “mea culpa” (si spera) «ce la siamo cercata?». La regola delle 11 P (Prima Pensa Poi Parla Perché Parola Poco Pensata Può Produrre Pentimento) va introiettata, allora, per evitare iniezioni inutili di veleno: non credete!?

«Vizzu ’i natura finu a mmòrti dura» Questo adagio popolare non fa che sentenziare che un vizio è talmente connaturato al proprio essere da seguirti fino alla sepoltura, senza farti passare per l’estrema unzione. Della serie, «così sei e tale rimarrai», senza ammorbidirsi su possibili riabilitazioni, questo no! Beh, io ho qualche riserva al riguardo: tuttavia, ho l’impegno ed il dovere di riportare la nostra tradizione paremiologica, che è fortemente

radicata nella letteratura classica. Nella fattispecie, richiamo alla memoria «vulpes pilum mutat, non mores» («la volpe perde il pelo ma non il vizio») che lascia esplicitamente pensare che i membri di un consesso umano possono dissimulare bene i loro atteggiamenti fino a quando non verranno allo scoperto. In quel caso non sarà la scoperta d’America! La locuzione latina va ricondotta a Svetonio che la inserì nel suo Vita di Vespasiano (contenuto nel De Vita Caesarum, Vita dei dodici Cesari): «quidam natura cupidissimum tradunt, idque exprobratum ei a sene bubulco, qui negata sibi gratuita libertate, quam imperium adeptum suppliciter orabat, proclamaverit, vulpem pilum mutare, non mores» (libro VIII,16.3), ovvero «alcuni sostengono che questa sua estrema avidità faceva parte del suo carattere e citano il rimprovero di un vecchio bovaro che, non potendo ottenere da lui, nonostante le suppliche, la libertà a titolo gratuito, dopo che aveva conquistato il potere, gridò: "La volpe cambia il pelo, ma non il vizio"». In lingua inglese lo stesso concetto viene espresso con la frase «a leopard cannot change his spots» («un leopardo non può cambiare le sue macchie»); si tratta di topos che compare nell’Antico Testamento (Geremia 13,23): «Can the Ethiopian change his skin, or the leopard his spots? Then may ye also do good, that are accustomed to do evil». («Può un etiope cambiare la sua pelle o un leopardo le sue macchie? Allo stesso modo, potreste voi, abituati a fare il male, fare il bene?»). Per quanto mi riguarda, forse perché pervicacemente fiducioso, ritengo che gli ingranaggi della propria vita possono essere rimodulati in itinere: del resto, dice la catechesi, c’è tempo di misericordia, finché si vive questa speranza: quindi, tutto è possibile nella storia privata di ciascuno, che ne pensate!?

SCHOOL DAYS AND MORE...

"Another Brick in the Wall: the true meaning of learning from Charles Dickens to Pink Floyd di Raffaella Pallaria, Fabiola Canale, Miriam Conidi, Federica Tuortoro, Flavio Gallo, Mariagrazia Fragale della VA

“Another Brick in the Wall” was released in 1979 by Pink Floyd and, since its release, more than four million copies have been sold worldwide. This song has often been interpreted as a protest against the inhuman school system of the time and social homologation that derived from it. Aware of the fundamental importance of education, the author of the lyric claims the need for a school that allows individual development and refuses a society in which students are not allowed to realize their biggest dreams.

These significant words arise from the biographical experience of a band member who suffered humiliation at school: George Roger Waters, in fact, was interviewed and he said he felt very isolated during his childhood. That bad feeling leads him to believe that mechanical learning system creates social clones and homologated masses, hence the cry repeated in the song: “We don’t need no education. We don’t need no thought control”.

The British rock band tells the story of some schoolchildren whose teachers' behavior is somewhat reminiscent of Mr. Gradgrind's strict methods and negligence in not considering students' emotions.

Mr. Gradgrind is a key character in Charles Dickens’

reflections in Hard Times and he’s described as a “man of facts”. He always carried a ruler and a multiplication table with him, as he believed that his students were pitchers to be filled with numbers and formulas and that they should not leave room for imagination or fantasy. He was evermore ready to weigh and measure any parcel of human nature and often said that life is a mere question of figures, just like a complex case of arithmetic!

The song “Another Brick in the Wall”, however, differs from Dicken’s masterpiece due to the students’ reaction to the teachers’ abuse. While in the novel, the students decide to suffer passively their teachers’ behavior, in the song they rebel against this wrong school-system, refusing “education”, “thought control” and “dark sarcasm”, also saying: "Leave them kids alone!".

They break away from the outside world and build a brick wall to defend themselves from external dangers.

The need to renew the school community is an invitation for each of us, as today our world is partially similar to the one described by Dickens. Nowadays, creativity and emotions certainly have more space to develop, but there is still a tendency to identify students as numbers and not as people who must receive the tools that they need in order to give life to an original and better future. To win the battle against the enemies of creativity and magic, it is necessary to open up to the comparison with the surrounding reality, without isolating oneself behind a wall of indifference and passivity. Only by doing this, each of us, with our own gifts and talents, could understand the thoughts of John Lennon, singer and composer of the Beatles, when he said: “When I was 5 years old, my mother always told me that happiness was the key to life. When I went to school, they asked me what I wanted to be when I grew up. I wrote down ‘happy’. They told me I didn’t understand the assignment, and I told them they didn’t understand life.”

PILLOLE DI CLASSICI "Eracle in classe: con un pizzico di Poesia... Laboratorio di classicità della Classe IIIA

Il classico oggi…

Non stupisce che la mitologia classica sia da sempre fulcro di ispirazione e di reinterpretazioni per le generazioni successive. Se nel cinema Eracle è riuscito a ritagliarsi uno spazio notevole, lo stesso non si può dire per i fumetti. Vi sono due versioni di Eracle, una nella scuderia della DC e una nell’universo Marvel. Nel primo caso il suo personaggio viene schiacciato da icone come Superman, Wonder Woman e Batman. Invece all’interno della Marvel ricopre ruoli marginali e secondari. Alcuni esempi recenti sono: Hercules – The Thracian Wars del fumettista britannico Steve Moore che propone una versione più umana dell’eroe; Hercule della scuola francese, invece, porta il mito ad ambientarsi nello spazio tra macchine e androidi. Detto ciò, come classe, ci siamo cimentati a ricostruire le gesta di questo semidio liricamente in una sorta di rapsodia contemporanea: la fatica è stata tanta ma l’idea di essere tante voci di Omero ha fatto da magnete per tutti. In classe il Classico credo abbia funzionato: provare per credere!

Viviana Paola Allegretti Nell'antica Grecia, tra uomini vari spiccava Eracle, eroe senza pari.

Nelle sue gesta, sfide mortali dovette affrontare ma con ingegno mostri e creature riuscì a domare.

Eracle non privo di forza e ardore nella mitologia, brilla come un bagliore, con i muscoli scolpiti e lo sguardo fiero è valoroso più di un guerriero.

Dodici ne dovette affrontare, fatiche così leggendarie da raccontare: dal leone, l'idra e i cavalli fino ad attraversare molte valli.

Affronta tutto con coraggio tanto da ottenere un vantaggio: l'immortalità per lui è garantita, dopo tanto sudore e fatica.

Eracle ora risiede tra gli dei, il migliore tra tutti gli Achei: oramai nella storia esiste un uomo che nel tempo resiste.

Maria Flora Calabretta Eracle ha dovuto tollerare 12 fatiche invece di farsi tante belle dormite, lotta contro un leone e colpisce l’Idra di Lerna con un bastone.

Trova il cinghiale di Erimanto e lo uccide senza rimpianto; dopo una lunga corsa cattura il cervo dalle corna d’orate e colpisce gli uccelli a palate.

La regina Ippolita incontra e le dà un biglietto di sola andata per l’oltretomba.

Lava le stalle deviando le acque, ma la cosa non fu tanto interessante, quanto diventare padrone di un toro birbante.

Sconfigge cavalli desiderosi di carne umana e da Gerione i buoi allontana; attira cerbero dall’oltretomba anche se avrebbe preferito attirare una colomba.

Rubò delle mele e dalle Esperidi partirono lamentele.

Fece colpo sul re degli dei che non gli diede 12 trofei; Zeus gli concesse l’immortalità e così mai morirà.

Sara Calabretta Ecco l’eroe Eracle e le sue 12 fatiche,

ardue come una storia tra Amore e Psiche.

Uccide uno spaventoso leone e ci riesce anche benone.

Ma quando colpisce l’Idra di Lerna, gli stava quasi per venire un’ernia.

Durante la terza fatica deve uccidere un cinghiale uno di quelli che non chiedi per Natale.

Succede che dopo una lunga corsa, non si può riposare bensì un cervo dalle corna d’oro deve catturare.

Con delle frecce uccide animali con ali che allo spiedo sembravano ideali.

La regina delle amazzoni uccide e in un giorno lava stalle, ma non se la ride.

Uccide i cavalli di Diomede con soddisfazione ma prima, del toro di Creta, deve diventare il padrone.

Percorre Italia, Illiria, Tracia e Galazia ma Eracle per i buoi rubati, Gerione non ringrazia.

Durante l’undicesima fatica Cerbero dall’Ade trascina.

Infine ruba delle mele in giardino, coltivate, e si trova faccia a faccia con delle Esperidi incavolate.

Zeus ritiene Eracle degno dell’immortalità e sull’Olimpo gli offre ospitalità.

Ludovica Caputo Eroe e semidio forte e coraggioso con un macigno nel cuore grande e gravoso per ripagare il suo errore compì dodici imprese con furore, così difficili, così rischiose da risultare alquanto gravose; dopo averle completate ottenne l’immortalità come prova della sua buona volontà.

Il primo giorno si mise a lottare contro il leone di Nemea, difficile da affrontare; il secondo giorno con una clava schiacciò la testa dell'idra di Lerna a cui tanto pensava; il terzo giorno catturò il cinghiale dell'Erimanto impresa di cui farsene vanto; il quarto giorno catturò la cerva dalle corna dorate dopo innumerevoli corse e galoppate; il sesto giorno vinse una regina quella delle Amazzoni la più combattiva; il settimo e l'ottavo giorno tra fiumi e tori riuscì a superare queste prove con i suoi sudori; il nono giorno vinse delle cavalle bramose di carne che volevano approfittarne; il decimo giorno si impadronì dei buoi di Gerione e decise di portarli in qualche regione; l’undicesimo e il dodicesimo giorno rubò Cerbero e i pomi così si concludono le dodici fatiche, mancavano solo gli gnomi.

Valentina Carafa Eracle lodato per la sua forza e dotato di una dura scorza ben dodici fatiche ha dovuto affrontare per potersi perdonare; ha lottato contro temibili mostri scelto in modi molto sinistri, ma all’idra le teste ha schiacciato e con il leone una pelliccia ha realizzato, per non parlare degli altri nemici che ha fatto fuori con mille acclamatrici e dopo duri sforzi, senza mai chiedere i rinforzi, la grazia di Zeus si è guadagnato e sull’Olimpo è stato accettato.

Nicoletta Cavaliere Il primo giorno il mitico Eracle uccise un leone.

Il secondo colpì la temibile idra con un bastone.

Il terzo scovò e abbatté il cinghiale dell'Erimanto.

Il quarto inseguì l'aureo cervo dallo scuro manto.

Il quinto scoccò le sue frecce a maestosi volatili.

Il sesto sconfisse Ippolite tra le più abili.

Il settimo giorno le grotte Augee lavò.

L'ottavo giorno contro il toro di Creta osò.

Il nono si impossessò di Diomede le cavalle.

Il decimo portò via i buoi di Gerione dalle stalle.

L'undicesimo trascinò l'orrendo Cerbero via dall'Ade. Il dodicesimo rubò frutti negli orti di una Esperide.

Dopo altre numerose fatiche, ecco il potente dio dell'Olimpo: con stima e plausi lo riconobbe per l'eterno tempo.

Sofia Colaccino Eracle uomo coraggioso e combattente non volle mai essere un perdente.

Dodici fatiche affrontò con coraggio, nelle prove più dure dimostrò il suo vantaggio.

Dovette combattere il leone e lo aiutò la ragione.

Ancora oggi il suo nome sentiamo, quindi non ha lottato invano.

Eracle ci ricorda che se lo vogliamo fare lo possiamo realizzare.

Noemi Cosentino Quando Eracle si ritrovò di fronte alle fatiche, capì che quelle non eran sue amiche, allora si caricò come dinamite.

Con animo forte e valoroso affrontò il suo viaggio faticoso.

E arrivato davanti al leone, nonostante avesse il magone, mise in atto la sua decisione.

E non importa lo sforzo che farà perché una ricompensa poi riceverà.

Dodici imprese a termine portò e per questo Zeus lo premiò e con gli dei sull'Olimpo lo mandò.

Carlotta Cristofaro Con forza e coraggio, la sua figura risplende Ercole, l’eroe, che eterno si rende.

Le sue fatiche, difficili imprese, per il suo onore, sfide accese.

Dodici pericoli faticosi e mortali, per lui forze bestiali.

Nel mondo moderno, la sua leggenda non svanirà e nelle menti di tutti i giovani, sempre rimarrà.

Francesca De Fazio L’eroe Eracle con un bastone uccise di Nemea il leone.

Per secondo l’idra di Learna condanna, poi vede un cinghiale che finisce male.

Per quarto un cervo dalle corna dorate prese a legnate.

Eracle fece altre 7 fatiche, ma alla fine Zeus rese felice.

Daniele Gigantino Eracle, l'eroe dalla forza immensa, nelle storie greche, una presenza densa.

Dodici fatiche, imprese eroiche: affrontò mostri, e fece scelte stoiche.

Tra dei e uomini, lui camminò l'arduo sentiero, con la sua clava, sconfisse il destino severo.

La gloria di Eracle, nei cuori brillerà, nel mito e nella leggenda, per l'eternità vivrà.

Roberta Giordano Eracle, uomo forte e muscoloso durante i suoi giorni non è mai stato a riposo, armato di arco e di clava dodici fatiche non era forse ciò che sognava, tanti mostri ha dovuto affrontare se sulla vetta voleva arrivare, da umano a immortale è diventato grazie a Zeus che sull'olimpo l’ha mandato.

MITO E FUMETTO

“Narciso , la bellezza, l'amore” di Antonio Caligiuri e Gemma Satta IAA

Il mito di Narciso ha un valore immenso e importante. Tutti i miti sono stati creati per insegnarci qualcosa, per aiutarci a capire cosa veramente vogliamo e cosa temiamo, cosa non riusciamo ad affrontare e perché.

La leggenda di Narciso ed Eco racconta la storia di due opposti, Narciso incapace di guardare al di là di sé stesso ed Eco incapace di aver cura di sé stessa.

Narciso non voleva concedere il proprio amore a nessuno, dedicandosi piuttosto alla caccia; fino a quando un giorno, avvicinandosi a uno specchio d’acqua, cadde nel vano tentativo di abbracciare la sua stessa immagine e morì. Il rifiuto dell’insensibile Narciso, così, viene punito dagli dei: Nemesi dea della vendetta, viene inviata sulla terra per punire Narciso che morirà nel tentativo di raggiungere la sua stessa immagine.

Quasi sempre l’assenza d’amore per sé stessi o per gli altri, ci conduce all’annientamento. Solo quando l’amore per noi stessi è sano diventa generoso, si dona agli altri e li ama nel miglior modo possibile.

POESIA E MUSICA "Philantrophia" di Stella Roperto VC

con la sua armonia le rendeva immortali.

Il vincolo sacro dell’ospitalità, o antichi antenati, avete donato in eredità.

Enea fuggiasco si salvò, Odisseo stremato la terra dei Feaci ospitò; ma ora Cutro piangente accoglie i figli di quell’antica gente.

Salve, sono Stella Roperto! Frequento la classe VC e, spinta dalla mia passione per la scrittura, ho partecipato al Premio Letterario "Le città di Berto" edizione 2023, nella sezione "Poesia". È un concorso studentesco riservato alle scuole superiori delle province di Treviso, Venezia, Vibo Valentia e Catanzaro, allo scopo di promuovere lo scambio culturale tra scuole lontane e la creatività giovanile nella scrittura. Mi sono classificata terza ed è stato emozionante salire sul palco a leggere la mia poesia e a ritirare il premio durante la cerimonia di proclamazione dei vincitori tenutasi nel Liceo di Mogliano Veneto (Treviso) il 13 ottobre 2023. La mia poesia, dal titolo "Philantrophia", è ispirata al terribile naufragio di migranti avvenuto sulla costa crotoniate di Cutro nel febbraio 2023. Da antica meta di scambi culturali, artistici e filosofici, oggi Kroton è diventata purtroppo un teatro marittimo di dolore e morte. Pervade allora i nostri animi un senso di sgomento, da cui deve alimentarsi però quel senso profondo di solidarietà e di "humanitas" che noi abbiamo ereditato dai nostri antenati greci e latini e che dobbiamo continuare a coltivare in questo mondo che, spesso, sembra aver smarrito questi valori fondamentali. "Philantrophia" è ancora oggi accoglienza, ospitalità, rispetto e amore per l'altro, e in tutto questo risiede il senso più profondo di noi esseri umani.

Philantrophia Kroton, antica terra di coloni greci, Zefiro sorridente ti baciava di gentile brezza di calda leggerezza; le lontane genti achee spingeva ad approdare con un sogno da colonizzare.

E Pitagora giungeva sulle tue coste ospitali,

Borea, freddo e invernale, perché hai rivolto il tuo soffio burrascoso su questo lembo di mare divenuto minaccioso?

Di tanti fuggitivi hai cambiato il destino, esuli, lontano dai paesi nativi per una vita più rischiosa ma di speranze più dignitosa.

Non parlavano la nostra koinè questi uomini queste donne questi fanciulli migranti, unica hybris l’essere stati sognanti?

Bambini senza più genitori, cadaveri senza più colori, senza più identità urlano solo dignità.

Zefiro antico ritorna a soffiare sul nostro mare ferito e disorientato, con il tuo mantello trapuntato di fiori su questa umanità sanguinante di dolori, bisognosa di una nuova spiritualità di una nuova retta via che ha il sapore dell’antica philantrophia.

POESIA E MUSICA "Ventidue" di Giusy Maria Karol Matarazzo IIB

Un mostro su una sedia la teneva, ed il cuore le oscurava.

Pensate che sciagura, pullulava di gioia, però non si muoveva!

Lui aveva le spalle larghe, sorreggeva il peso delle proprie e altrui paure.

I due si scoprirono come l’America, arrivando anche ad urlare, ad impazzire come un fiume in piena.

Tra cane e gatto Solo all’odio era permesso restare Ma chi lo ha detto che i due non si potessero amare?!

Il loro rapporto era cangiante, come un camaleonte, capace di nascondersi tra le fronde.

Lui la teneva in piedi, quando il mondo crollava.

Lei c’era quando tutto andava per Mi chiamo Giusy Maria Karol Matarazzo frequento la classe IIB classico. Ho scritto questa poesia, in un momento di particolare riflessione, quando mi apprestavo a subire un intervento chirurgico. La voglio condividere perché forse, come me, anche voi vi siete trovati in situazioni particolari in cui avete ripensato alla vita, alle possibilità, ai desideri.

Un giorno, la bella donzelletta dovette partire, per affrontare il suo mostro, patire il dolore.

Ella ne uscì fuori con un paio di gambe nuove, con il suo grande amore.

Ma quel Ventidue non poté farlo,

Un po' a lei mancava la sensazione di volare, e non sapeva neppure camminare.

anche se la feriva era tutto apposto.

voleva dunque condividere la gioia

Ventidue

ma le ali non le aveva mai avute,

il verso opposto,

perché lui sparì, con effervescenza svanì ed è proprio lì che il suo cuore capì.

Liceo Classico e Artistico F. Fiorentino Lib(e)ri di conoscere La memoria: letture partigiane. Classe 3AA (Prof. L. Bonacci). Lunedì 13 novembre ore 12.00 “La Fragilità che è in noi” di Eugenio Borgna

a

Quadriennale

cura

delle

(Prof.

L.

Classi

del

Minervini).

Giovedì 16 novembre ore 9.00 Tra palco e realtà Articoli di giornale a confronto con le pagine della Letteratura Classe 3B (prof. R. Colangelo) Martedì 14 novembre ore 9.00 “Una storia fuori dal comune” di Gianni Speranza Classi 5A e 3AQ Martedì 14 novembre ore 12.00 (Proff.

M. Chieffallo e A. Chierchia) sarà presente l’autore

Lib(e)ri di sognare

“Il cavaliere inesistente” di Italo Calvino Classi 3A e 3C (Proff Chieffallo e Tropea). Martedì 14 novembre ore 10.00 “Yvonne memorie di un malato” Classe 5A (Prof F. Polopoli). Lunedì 13 novembre ore 10.00. Libro di esordio di Flavio Gallo un alunno della classe 5A narra la storia di un confortevole incubo “Anacleto e il paese degli asini volanti” racconto fiaba di Giovanni Renda con illustrazioni di Luca Passafaro a cura dei ragazzi dell’Artistico (Proff Bonacci e M. Cesareo). Mercoledì 15 novembre ore 10.00.

Saranno presenti l’autore e l’illustratore Amici epici: Glauco e Diomede ed Eurialo e Niso. Classi 1A e 1D (Prof. E. Tropea). Mercoledì 15 novembre ore 12.00 Storie di donne mitiche: viaggio alla scoperta di alcune figure femminili del mito. Classe 1B (Prof. C. Schipani). Sabato 18 novembre ore 10.00 “Bianca come il latte rossa come il sangue” di Alessandro D’Avenia. Classe 1C (Prof. R. Davoli). Sabato 18 novembre ore 11.00

Lib(e)ri di creare

Poesia in arte: arcobaleno di colori. Classe 4B (Prof. R. Colangelo). Martedì 14 novembre ore 11.00 La rosa nel bicchiere: Franco Costabile raccontato dai suoi fiori. Classe 4A (Prof. F. Polopoli). Lunedì 13 novembre ore 9.00 Ti racconto una storia. La narrativa in versi. Classe 2C (Prof. M.C. Cittadino). Venerdì 17 novembre ore 11.00 Il Viaggio in poesia da Omero ai giorni nostri. Classe 4BA (Prof. L. Bonacci). Mercoledì 15 novembre ore 11.00 Sounds and words, music and lyrics, la musica delle parole in inglese. Classi 1AQ e 1AA (Prof. G. Villella). Sabato 18 novembre ore 12.00 Le sirene tra letteratura e iconografia: lettura in versi da Licofrone. Classi 1AQ (Prof. S. Mancuso).

Sabato 18 novembre ore 9.00

Libriamoci 2023

Anche quest'anno molto ricco il calendario di Libriamoci.

Gli studenti hanno dialogato con diversi autori su vari temi divisi per tre ambiti:

“Liberi di conoscere”; “Liberi di sognare” e “Liberi di creare”.

Sara Ammendola IIAA