2 minute read

La Confraternita di Misericordia

Ci troviamo oggi nella nostra bella chiesa della Misericordia che anticamente, dall’anno della sua fondazione nel 1304, fino al XVIII secolo è stata una chiesa domenicana che dipendeva direttamente dal convento di Santa Maria Novella di Firenze. Se volgiamo lo sguardo intorno vediamo che, ancora oggi, i Domenicani sono presenti e ci guardano dai quadri e dalle sculture.

Voglio soffermare l’attenzione su un bassorilievo che, per la sua posizione non sempre è ammirato quanto dovuto: la figura di San Pietro martire del pulpito trecentesco firmato da Giovanni di Balduccio.

Advertisement

Questo santo martire domenicano, ucciso dai Catari mentre da Como, a piedi, si recava a Milano, è sepolto nella chiesa milanese di Sant’Eustorgio, in un ’ arca meravigliosa scolpita nel marmo di Carrara dallo stesso

Giovanni di Balduccio ed è l’opera sua più bella e famosa.

Pietro nel 1244 era a Firenze per combattere l’eresia catara ma anche per realizzare un ’ opera ancora più grande ed importante, un ’ opera per aiutare e dare conforto ai fratelli bisognosi, malati o feriti e accompagnarli eventualmente alla chiesa una volta morti.

Per suo impulso nacque quindi la Confraternita laicale della Misericordia di Firenze, madre di tutte le confraternite del mondo che da più di otto secoli, ininterrottamente, sono pronte a soccorrere, in nome di Cristo, con i loro confratelli le persone che hanno bisogno di aiuto.

SanPietroMartire,fondatore dellaMisericordiaaFirenzee martirizzatoinLombardia

Fu quindi una logica e giusta decisione quella dei nostri padri di prendere possesso di questa chiesa quando i Domenicani, nel XVIII secolo decisero di lasciarla.

A San Casciano ormai da quasi quattro secoli la nostra Confraternita di Misericordia è presente; da qui si parte ad ogni ora del giorno e della notte per soccorrere chi ha bisogno nel segno dell’amore per il prossimo, nella gratuità più assoluta con il motto “Dio rimeriti”.

Ci penserà Dio a ricompensare gli atti d’amore dei confratelli che volontariamente si mettono a disposizione. Grande esempio di civiltà. A questo proposito mi viene in mente un aneddoto che molti conosceranno, tanto è famoso. La grande antropologa americana Margaret Mead, rispondendo ad una domanda di una studentessa che le chiedeva quale fosse il primo segnale di civiltà in una società antica, disse che, secondo lei, fu il ritrovamento in uno scavo archeologico di un femore fratturato e poi guarito. La civiltà nasce quando qualcuno, con un atto di compassione, si china verso colui che ha bisogno e lo aiuta a recuperare le sue capacità e a ritornare a vivere.

La Misericordia fa questo ormai da secoli e questa è la civiltà, la forma più alta di civiltà che ci fa sentire tutti fratelli e tutti corresponsabili.

E’ bello vedere che questa idea, nata a Firenze secoli fa, fiorisce ancora nel nostro paese e ad ogni ora del giorno e della notte qui sono presenti confratelli pronti all’aiuto.

E’ una catena umana che non si è mai interrotta; il nostro archivio conserva gli antichi documenti e possiamo ancora andare a leggere e a ripercorrere a ritroso questa storia: i giovani possono ritrovare i nomi dei loro padri, dei nonni e poi ancora ancora in un passato che non è affatto vita e di abnegazione.

A me piace però guardare soprattutto all’oggi e pensare ed augurarmi il futuro. Chi viene oggi nella sede della nostra

Misericordia trova tanti giovani, uomini e donne che in clima sereno e vorrei dire anche festoso, sono sempre pronti al soccorso di noi tutti.

Passeggiando per le vie di San Casciano, a qualsiasi ora, è facile incontrare divise di colore giallo e ciano della nostra

Confraternita; sono persone che vanno per iniziare il loro turno, persone che ritornano alla propria abitazione e questa vista, a me, ma penso anche a tutti, dà una grande serenità: ci sentiamo più sicuri, più protetti, possiamo contare, se ci sarà bisogno, sull’aiuto dei nostri confratelli e…che Dio li rimeriti!

Professor Roberto Cacciatori

San Casciano in Val di Pesa, ph.AntonioTaddei

Corsidiprimosoccorsoe usodeldefibrillatore

This article is from: