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EUGENIO una vita preziosa

Eugenio Gasparotto nasce a Rosà il 10 novembre 1932. All’età di 11 anni lo scoppio di un ordigno bellico gli provoca delle gravi mutilazioni nel corpo.

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Dimostrando una fede, un coraggio e una forza d’animo che non lo avrebbero mai più abbandonato, inizia uno straordinario percorso di vita.

Dedicato ad Eugenio con infinita riconoscenza per l’esempio che ha saputo e che sa trasmettere a tante persone.

Un grazie grande a quanti hanno contribuito con le loro testimonianze dirette e consentito con le loro foto alla realizzazione di questa pubblicazione.

Presentazione: settembre 2012 a Rubano (Padova) Presentew edizione: marzo 2019.

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La famiglia Gasparotto

A Rosà sin dal 1860 I nonni Antonio e Caterina I genitori Giovanni e Maria “Virginia” I fratelli e le sorelle Nino, Augusto, Francesco, Diletto, Vittoria, Maria

Eugenio

La nascita e l’infanzia L’incidente L’intervento Il ritorno a casa, la lenta guarigione. La fine della guerra “Non preoccupatevi per me” Eugenio riprende a camminare I primi anni dopo l’incidente 50 anni dopo l’incidente... “contento di vivere” Invito a festa 70° compleanno di Eugenio. La testimonianza di Don Marco 80° compleanno di Eugenio. Festa grande 75 anni dopo l’incidente... “contento di vivere”

I ricordi di...

Nino Gasparotto Giorgio Pastore Mario Gasparotto Francesca Gasparotto Anna Ganassin Luigi Peruzzo Francesco Osciara Era quasi inverno...

I viaggi

Il primo viaggio a Roma Pellegrinaggio a Lourdes Soggiorno a Montecatini Terme Viaggio in Sicilia. Escursione sull’Etna Soggiorno a Bad Berleburg in Germania Gita a Venezia e altri viaggi Il mio primo viaggio in aereo a Fatima

Gli incontri

Papa Pio XII Cardinale Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I Papa Giovanni Paolo II Papa Benedetto XVI Papa Francesco

Gli anni ’50 e ’60. I momenti familiari

I cugini di Borgo Tocchi Lo zio Angelo dall’Argentina I cugini missionari I cugini Mascotto, Bernardi, Bertoncello, Valle e Gasparotto

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Le Associazioni

CVS Centro Volontari della Sofferenza Casa “Casa Cuore Immacolato di Maria” - Re La testimonianza di Andreina Dissegna Il Beato Mons. Luigi Novarese nel ricordo di Eugenio Andreina nel ricordo di Don Marco Carlesso Elio Peruzzo Leopoldo “Gianni” e Giancarlo Bisinella Il CVS in udienza dal Papa a Roma Il CVS in pellegrinaggio al Santuario di Oropa Il CVS in vacanza a Boscochiesanuova. I ricordi di Rosanna e Daniela MAC Movimento Apostolico Ciechi. La testimonianza di Flavio Pellizzer UNITALSI In pellegrinaggio a Lourdes AICG Associazione Italiana Ciechi di Guerra

Un po’ di me. Amico di tutti

La testimonianza della nipote Anna

Vita quotidiana

Di buon mattino, la Santa Messa. La passeggiata quotidiana I nostri 11 Quartieri. Il nostro Parroco Eugenio al lavoro Lettera a un amico Gli amici missionari Istituto Palazzolo di Rosà - Le “buone bambine” Le due scalate al campanile di Rosà L’incontro dell’artista Tommaso Ottieri con Eugenio Buon compleanno Angelo Comunello Visita al Museo Gypsoteca di Possagno

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L’albero di Eugenio. Gli accompagnatori, le loro testimonianze Feliciano Gasparotto Graziano Tessarolo Flavio Stragliotto Egidio Farina Giuseppe Berti

In vacanza

Le testimonianze

Don Giuseppe Pozzobon Elena Castellan Don Marco Carlesso Marina Bianchin Don Bartolomeo

Una poesia “Mi mancherà... viva Rosà con affetto fraterno”

Premio “Città di Rosà” 2014

Gli anni a seguire

Ricordando Feliciano “Gesù tu sei la Luce”

Raramente capita tra le mani un libro come questo. Più che un testo letterario, l’autore ha voluto esprimere un atto di stima e di affetto per una persona che gli è cara e per molti aspetti considera straordinaria: Eugenio Gasparotto. Parlare di lui significa fargli violenza, tanta è la discrezione e la semplicità che manifesta in ogni circostanza. Ma la sua non è una vicenda umana consueta, per cui bene ha fatto l’autore a lasciarne una traccia.

Una tale esperienza di vita è pure rappresentativa di tante altre esistenze segnate da incidenti che ne abbiano modificato l’autonomia e per le quali quello di Eugenio, potrebbe rappresentare un modello da imitare. Qualsiasi persona, comunque, dalla lettura di queste pagine non può che trarre motivi di seria e profonda riflessione sulle linee portanti della propria esistenza, sulla propria gerarchia dei valori della vita, sul significato da dare alla sofferenza.

Nato in una numerosa famiglia contadina, ad Eugenio, quand’era ancora un ragazzo, esplose tra le mani un residuato bellico che lo menomò della vista, delle mani e di un piede. Con il passare degli anni, anziché lasciarsi andare alla disperazione, egli reagì e riuscì a trovare, in sé e fuori da sé, le motivazioni e la forza per superare le difficoltà. Non solo la sua vita un po’ alla volta si avvicinò alla normalità, soprattutto nelle incombenze quotidiane, ma divenne quasi subito un punto di riferimento per i familiari, i parenti, gli amici e le persone che si trovavano nel bisogno.

Anziché chiudersi in un facile vittimismo, Eugenio volle costruirsi da autodidatta quella cultura che non aveva avuto la possibilità di acquisire sui banchi scolastici, seppe inventarsi delle attività manuali ed intellettuali, dette sfogo al grande desiderio di conoscere il mondo e incontrare e conoscere tante persone. Ma forse, l’aspetto della sua personalità che più colpisce, consiste nell’apertura e nell’atteggiamento di disponibilità che sempre egli ha manifestato verso gli altri, sia nelle circostanze positive come in quelle avverse.

Membro trainante del Centro Volontari della Sofferenza, del Movimento Apostolico Ciechi e di altre associazioni, Eugenio è stato punto di incontro per tante persone che ben conoscono il patimento, ottenendo da lui un valido sostegno di idee, di opere e di sano umorismo. Proprio così, perché in ogni circostanza, con lui arriva di sicuro anche il buonumore.

Forse tanta energia e tanto entusiasmo Eugenio li attinge dalla “fede” che alimenta il suo impegno, da un bisogno profondo di spiritualità che gli sgorga dall’animo, scevro da ogni ostentazione.

Una vita così piena, nonostante le gravi difficoltà fisiche, è stata il frutto di tante scelte personali, coadiuvate però – bisogna dirlo – da un ambiente famigliare e circostante comprensivo e accogliente, ricco di attenzioni, disponibile all’impegno e al sacrificio.

Indubbiamente, quella di Eugenio e della sua estesa famiglia rappresenta una grande lezione di vita. Accettazione e adattamento alle difficoltà che l’esistenza riserva, capacità di creare comunque una vita più ricca di opportunità, apertura alla socialità e a chi è in una condizione di bisogno maggiore: sono tanti messaggi ricchi di umanità e tante perle preziose di saggezza!

Un sentito ringraziamento va, quindi, al nipote Pietro che, spinto dall’affetto e dalla devozione per lo zio, ha ideato, raccolto e steso tante testimonianze che costituiscono (e anche domani costituiranno) un deferente omaggio ad Eugenio e un grande regalo per chiunque si imbatta in esse.

Beniamino Bettio Giovanni Donato

Rubano (Padova) 5 settembre 2012

Alcuni secoli fa, GASPAROTTO GIOVANNI BATTISTA si trasferisce da Breganze (Vicenza) a S. Zenone degli Ezzelini (Treviso) e si coniuga con TOVAGLIA TERESA, dal cui matrimonio nasce Giuseppe.

GASPAROTTO GIUSEPPE (S. Zenone degli Ezzelini 1796 - Rosà 25.08.1876) si coniuga con RINALDI MATTEA, da cui nascono, sempre a S. Zenone degli Ezzelini 5 figli: Gasparotto Teresa (1843 - Rosà 1877) coniugata con Tolfo Antonio Gasparotto Giovanni Battista (1836 - Rosà 1.09.1879) coniugato con Todesco Corona Gasparotto Valentino (1838 - Rosà 12.07.1906) coniugato con Piotto Caterina Gasparotto Catterina (1845 - Rosà 27.02.1878) nubile. Gasparotto Antonio (30 giugno 1851 - Rosà 19.09.1936) coniugato con Mascotto Caterina (Mussolente 10.02.1862 - Rosà 26.11.1947).

Nell’anno 1860 la famiglia Gasparotto arriva a Rosà presso Villa Segafredo, e prende dimora in una delle case di servitù...

Dai ricordi di Nino Gasparotto, fratello di Eugenio Nell’anno 1860 la famiglia Gasparotto arriva a Rosà presso Villa Segafredo, e prende dimora in una delle case di servitù. Il nonno Antonio, che allora aveva nove anni, con i fratelli maggiori e il padre presero possesso della campagna di 28 campi a mezzadria più altri 4 che si dovevano lavorare gratis come forma di onoranza ai Segafredo. In questa campagna nei precedenti 11 anni si erano susseguite 9 famiglie, perchè il terreno incolto era tutto sottosopra e non garantiva risultati. I Gasparotto sudarono per diversi anni, e pian piano videro i frutti. La Villa Segafredo fu costruita in due tempi, la parte nord nel 1700, la parte sud fu edificata nel 1800 dai Segafredo. Al proprio interno avevano un devoto servitore, di nome Pasinato Antonio, da tutti conosciuto come Toni Poeo secondo cui sulla parete nord della villa c’era l’emblema dei Conti di Carrara, e cioè una ruota del carro, ruota che tuttora si troverebbe sotto le fondamenta a ovest della casa abitata dai Gasparotto. I Segafredo ebbero 6 figli, Giacomo, Francesco, Pietro, Marianna, Giacomina e Antonietta. I maschi erano laureati in lingue straniere, inglese, tedesco e francese; insegnavano a Bassano del Grappa e per spostarsi usavano cavallo e carrozza. Le sorelle non erano laureate e rimasero quasi sempre a casa. A Bologna, Gaspare ha fondato il Caffè Segafredo, poi titolari sono stati il figlio Francesco e successivamente i nipoti. A Rosà è stata dedicata una via a Francesco Segafredo. I Segafredo possedevano 400 campi di bosco ad Asiago. Il Tempio Ossario eretto in memoria ai Caduti si trovava nella proprietà dei Segafredo e a Gallio il Palazzo dei Mutilatini era di loro proprietà; inoltre possedevano una conceria a Campese e naturalmente la campagna di 64 campi a Rosà, dove abitavano i Gasparotto ad ovest. Col passare degli anni la famiglia Gasparotto aumentava sempre di più in numero di figli. Furono anni di sacrificio, ma allora c’erano anche tante braccia per lavorare la campagna. Campagna che, stando al racconto del nonno Antonio, confinava a nord con la roggia Balbi il cui fondale fu notevolmente abbassato con l’ausilio di molti operai che a mano, con picco e badile, scavavano la ghiaia e necessitavano di due passaggi per portarla in superficie, questo per consentire al corso d’acqua di proseguire più a est verso Cassola, Bessica e Loria.

Rosà. Una mappa di fine Ottocento in cui si evidenzia la proprietà di Villa Segafredo. É inoltre segnalato il punto in cui scorre la roggia all’interno della quale Eugenio raccoglierà l’oggetto scambiato per una dinamo di bicicletta ma che purtroppo si rivelerà essere un ordigno bellico.

Quella ghiaia è tuttora lì e quel rilievo ha preso il nome di “sgiaron”, dove sono state piantumate robinie, pioppi, olmi, bessoere, cornolari e altro ancora. Oltre la roggia il confine della proprietà dei Segafredo era delimitato da una strada diritta che portava in fondo alle case dei “Tii”,(i Bordignon), anch’essi mezzadri a servizio dei Segafredo. A sud c’era un’altra strada chiamata dai contadini “degli ornari” delimitata a sinistra e a destra da un fossato; era un bosco di bagolari, olmi, ciliegi, sambucari, noccioli. Al centro della campagna c’era il “cavin de medo”, tenuto sempre in ordine, era il più frequentato dai Gasparotto e dai Bordignon che per loro rappresentava un passaggio obbligato perchè per uscire dovevano passare per la corte dei Segafredo.

Dal matrimonio di GASPAROTTO ANTONIO con MASCOTTO CATERINA nascono a Rosà 10 figli

Gasparotto Giuseppe Antonio (Nin), nato nel 1882, coniugato con Parolin Giuseppina, da cui nascono 2 figli: Caterina nata nel 1913 e Antonio nato nel 1915. (Nin è morto in guerra nel 1918 in battaglia sul Piave, deposto nel Tempio Ossario di Asiago)

Gasparotto Mattea Giovanna (Giustinella) nata nel 1884, coniugata con Bernardi Luigi, da cui nascono 8 figli: Marco, Giustinella, Giuseppe, Aurelio, Mondo, Luigi, Teresa, Maria. La famiglia si trasferisce in Friuli, a Porpetto, Udine nel 1925 per lavorare la terra.

Gasparotto Teresa Maria, nata nel 1886, coniugata con Bertoncello Antonio, da cui nascono 7 figli: Paolo, Antonietta, Giovanni (Nei), Antonio (Tonon), Luigi, Angela, Natale.

Gasparotto Elisabetta, nata nel 1888, coniugata con Bordignon Giovanni Battista, da cui nascono 3 figli: Giustinella, Giuseppe, Giorgio.

Gasparotto Maria, nata nel 1891, coniugata con Valle Pietro, da cui nascono 5 figli: Caterina, Giuseppina, Angelina, Anna, Giovanni.

Gasparotto Giovanni, nato nel 1893, coniugato il 12 gennaio 1924 con Tasinazzo Maria (Virginia), nata a Casoni di Mussolente nel 1899, da cui nascono 8 figli: Antonio Giuseppe (Nino), Francesco, Augusto, Diletto Lauretto, Catterina (Vittoria), Eugenio Sesto, Maria Anna scomparsa all’età di 2 anni, Anna Maria.

Gasparotto Francesco Bonaventura, nato nel 1895, coniugato con Peruzzo Ermenegilda, da cui nasce Antonio, prematuramente scomparso. (Carabiniere, deceduto nel 1927 a causa della tbc contratta nella guerra di Macedonia).

Gasparotto Remigio, nato nel 1897, (carabiniere, emigrato in Canada e poi negli Stati Uniti). Al ritorno in Italia si coniuga con Battaglia Antonia, da cui nascono 11 figli: Antonio, Maria Caterina, Giuseppe Gaspare, Lino Bonaventura prematuramente scomparso, Lino, Mario, Giuditta, Orfeo, Leopolda, Graziella, Giampietro.

Gasparotto Pietro Francesco, nato nel 1900, coniugato con Bittante Angela (Bianca) da cui nascono 6 figli: Ida Caterina, Delfina Pierina, Tiziano Antonio, Luciano Arcangelo, Francesca, Claudio.

Gasparotto Assunta, nata nel 1902, coniugata con Valle Giovanni, da cui nascono 8 figli: Giustinella, Francesco, Caterina, Fortunato, Maria, Antonio, Anna, Bruno, Ottavio.

In piedi da sinistra: Gasparotto Antonio (nonno di Eugenio), Giuseppe Antonio (Nin), Giovanni (papà di Eugenio), Francesco Bonaventura, Remigio, Maria, Pietro Francesco. Seduti da sinistra: Mascotto Caterina (nonna di Eugenio), Mattea Giovanna (Giustinella), Assunta, Elisabetta con accanto la figlia Giustinella, Teresa.

Appoggiato al carro con la forca in mano: Gasparotto Giovanni (Nani) coniugato con Bernardi Pasqua il papà di: Adele Giacinto Tarcisio Anna Antonio (Toi) Francesco (Ceschetto) Giorgio Angelina Pio In piedi, ricurva: Segafredo Giacomina di fronte alla nipotina e alla figlia entrambe sedute

Sopra al carro con la mano in tasca: Gasparotto Giovanni il papà di Eugenio Appoggiata al carro, al centro: Tasinazzo Maria Virginia la mamma di Eugenio In piedi, con le mani ai fianchi: Parolin Giuseppina moglie di Nin In piedi di fronte al cavallo: Gasparotto Giuseppe (Nin) con un carro di fieno proveniente da Gallio

La famiglia Gasparotto. Questa foto è stata realizzata nel 1943, pochi mesi prima dell’incidente accaduto ad Eugenio. Foto Emilio Sesaro In piedi da sinistra: Catterina (Vittoria), Diletto Lauretto, Francesco, Antonio Giuseppe (Nino), Augusto, Eugenio Sesto. Al centro, seduti: i genitori Tasinazzo Maria (Virginia), Gasparotto Giovanni con l’ultimogenita Maria Anna.

Dal matrimonio di GASPAROTTO GIOVANNI con TASINAZZO MARIA (VIRGINIA) nascono a Rosà 8 figli: Gasparotto Antonio 13 novembre 1924 - 2017 coniugato con Baggio Stella Maria, da cui nascono Gabriele, Pietro, Marisa, Francesca, Feliciano, Roberto. Gasparotto Francesco, 21 novembre 1925 - 2000 coniugato con Giuseppina Simioni da cui nascono Giancarlo, Anna, Daniela, Lina, Giovanni. Gasparotto Augusto, 6 luglio 1927 coniugato con Pia Bordignon, da cui nascono Piergiorgio, Mariagrazia, Luciano, Marialuisa, Paolo, Enrico scomparso all’età di 2 anni, Enrico, Giovanni. Gasparotto Diletto Lauretto, 9 ottobre 1928 -2016 coniugato con Fidelia Nichele, da cui nascono Annalisa, Fabrizio, Loris; rimasto vedovo e risposato con Bertilla Nichele, da cui nasce Mariadelia. Gasparotto Catterina (Vittoria) 11 agosto 1930 coniugata con Umberto Dissegna, da cui nascono Giuseppe, Luciana, Mariarosa, Antonella. Gasparotto Eugenio Sesto 10 novembre 1932 dall’età di 11 anni rimasto invalido a causa dello scoppio di un ordigno bellico. Gasparotto Anna Maria 22 giugno 1935, prematuramente scomparsa. Gasparotto Maria Anna 4 settembre 1940 coniugata con Claudio Bianchin, da cui nasce Marina, cui segue nel 1973 l’adozione di Vanda di 7 anni.

Gasparotto Antonio Giuseppe “Nino” da ragazzo.

1950. Nino e Maria giovani sposi.

Gasparotto Antonio Giuseppe “Nino”, (13 novembre 1924 - 3 dicembre 2017) coniugato il 30 dicembre 1950 con Baggio Stella Maria nata a Marini di Cassola il 31 agosto 1928. Dal loro matrimonio nascono 6 figli: Gabriele (1951), Pietro (1953), Marisa (1956), Francesca (1958), Feliciano (1960 - 2014), Roberto (1965). Dal 1967 la famiglia di Nino e Maria vive da sempre a Rosà insieme ad Eugenio.

2010. Nino e Maria, sposi da sessant’anni, insieme ad Eugenio. 2017. Nino si spegne il 3 dicembre, appena compiuti 93 anni.

Rosà 1982. Nino e Maria insieme ad Eugenio neI giorno del battesimo del nipote Tommaso celebrato nel Duomo di Rosà.

Gasparotto Francesco, (21 novembre 1925 - 2000), coniugato il 2 ottobre 1954 con Giuseppina Simioni (Rosà 28 aprile 1929 - 2009) Dal loro matrimonio nascono 5 figli: Giancarlo (1955), Anna (1957), Daniela (1961), Lina (1963), Giovanni (1965). Dal 1960 la famiglia di Francesco e Giuseppina è sempre vissuta a Borgo Tocchi di Rosà.

Francesco da giovane e con l’ amata moglie Giuseppina.

1950. Augusto ritratto in una foto di gruppo durante l’ultimo anno di Ragioneria a Bassano del Grappa. Si trova in piedi nella fila centrale, il sesto da destra a sinistra, con giacca chiara e cravatta.

Gasparotto Augusto, nato il 6 luglio 1927, coniugato il 1° agosto 1953 con Pia Bordignon nata il 18 gennaio 1933. Dal loro matrimonio nascono 8 figli: Piergiorgio (1954), Mariagrazia (1955), Luciano (1957), Marialuisa (1958), Paolo (1960), Enrico (1962, prematuramente scomparso all’età di due anni), Enrico (1965), Giovanni (1968).

La famiglia dopo aver vissuto per molti anni a Bassano del Grappa attualmente risiede a San Giacomo di Romano D’Ezzelino.

Un ritratto di Enrico, nato nel 1960 e prematuramente scomparso all’età di 2 anni; qui raffigurato in un’ opera realizzata da D. Bizzotto nel 1965. A sinistra: la famiglia di Pia e Augusto Gasparotto in una foto degli anni ’60 .

1956. Diletto e Maria Fidelia il giorno delle nozze mentre stanno entrando nella Chiesa di Rosà.

Maria Fidelia con Annalisa e Fabrizio.

Gasparotto Diletto Lauretto, (9 ottobre 1928 - 2016) coniugato il 1 settembre 1956 con Maria (Fidelia) Nichele, (16 gennaio 1933 - 1960) Dal loro matrimonio nascono 3 figli: Annalisa (1957), Fabrizio (1958), Loris (1960).

Rimasto vedovo, Diletto si risposa il 10 settembre 1962 con Bertilla Nichele (18 agosto 1934 - 1984), dal cui matrimonio nasce Maria Delia (1965).

Diletto con la sua famiglia ha sempre vissuto a Borgo Tocchi di Rosà.

Le due sorelle Maria Fidelia e Bertilla sulla Vespa.

Diletto da giovane.

Gasparotto Catterina “Vittoria”, nata l’11 agosto 1930, coniugata il 22 novembre 1958 con Umberto Dissegna (1923 - 2018). Dal loro matrimonio nascono 4 figli Giuseppe (1960) Luciana (1962) Mariarosa (1963) Antonella (1967). Vittoria e Berto hanno sempre vissuto a Sacro Cuore di Romano d’Ezzelino. In piedi da sinistra.: Eugenio, Vittoria, Umberto, Enzo e Luciana. In primo piano da sinistra: Antonella, Luigia Sonda (mamma di Umberto), Andreina, Giuseppe, Michelina

Gasparotto Maria Anna, nata a Rosà il 4 settembre 1940, coniugata il 22 settembre 1962 con Bianchin Claudio (8 settembre 1931 - 2011) Dal loro matrimonio nascono: Giorgio (prematuramente scomparso) e Marina (1966). Nel 1973 Maria e Claudio adottano Vanda, una bambina di 7 anni.

La famiglia, dopo aver vissuto prima a Cittadella (Padova) e poi a Bassano del Grappa, da diversi anni risiede a Pove del Grappa (Vicenza).

Maria ritratta nel giardino di Villa Segafredo a Rosà circondata dai figli dei quattro fratelli

Maria e Claudio con la figlia Marina a Modena.

Claudio e Maria con il fratello Augusto e la moglie Pia.

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